LO SCANDALO DEL CANILE ROMANO: STIPENDI D’ORO NEL BUSINESS DEI RANDAGI

Stipendi d'oro e milionari finanziamenti pubblici senza gara ma ai cani solo le briciole. La verità senza veli su chi specula sugli animali nella capitale approda in tv

di Cinzia Marchegiani

Roma
– "Quanti soldi pubblici nel business dei randagi" titola così il servizio de L'Arena andato in onda domenica 10 maggio 2015.  Massimo Giletti ha puntato il dito contro l'associazione privata che gestisce i canili comunali di Roma, l' AVCPP ( Associazione Volontari Canile Porta Portese).Il fotofinish è quello di una realtà da stipendi d'oro, milionari finanziamenti pubblici senza gara, nessun concorso pubblico ed assunzione di amici per chiamata diretta.

A commentare questo servizio della televisione pubblica interviene Stefano Fuccelli, Presidente del Partito Animalista Europeo: “Finalmente un ottimo servizio che mette in evidenza la speculazione perpetrata sulla pelle dei poveri cani detenuti all'interno dei canili di Roma. Giletti ha riportato i numeri contenuti nella nostre precedenti denunce. E’ dal 1997 che la Avcpp gestisce i canili comunali senza gara o bandi in totale violazione delle leggi italiane e normative europee vista la straordinaria entità dei finanziamenti pubblici. Le associazioni o cooperative assumono per chiamata diretta nel caso in cui vincessero una gara pubblica ma non è il caso dell’Avcpp che ottenendo il comodato per nomina avrebbe dovuto gestire con risorse proprie e non con i fondi pubblici, questo dice l’ art. 6 comma 2 della legge regionale 34/9.”

Per anni la Avcpp , spiega Fuccelli, ha spartito 3.200.000 euro/annui su 4.200.000 euro (corrispondente ad oltre l’80% del totale ) di soldi pubblici per i 106 stipendiati suoi amici, una media di oltre 2.500 euro mensili: “Da considerare che la bassa manovalanza, cioè gli addetti alla pulizia delle gabbie, percepisce la somma di circa 900 euro pertanto è facilmente intuibile quante persone hanno intascato dai 4 ai 5 mila euro mensili. Non solo – fa i conti Fuccelli – oltre agli stipendi sono previsti ulteriori costi per la gestione dei medesimi lavoratori ed esattamente come il costo gestione personale euro 47.000, costo sicurezza lavoratori euro 65.000, costo consulenza legale per contenziosi con i lavoratori euro 67.000.” Ma sembra che occorrerebbe aggiungere i costi annuali per le spese di gestione ( cancelleria, schede telefoniche ecc ) corrispondenti ad euro 43.000….e il Presidente del PAE tuona, “neanche una multinazionale e’ così strutturata ma alla fine soltanto il 10% è destinato per il mantenimento degli animali. Insomma emergerebbe una denuncia su questi meccanismi congeniati che fan sistemare tutti.” Da escludere nel conteggio economico circa 300 volontari – certosini i calcoli di Fuccelli – che sommati ai 106 dipendenti compongono un esercito di 406 persone per gestire circa 900 animali, farebbero emergerebbe un rapporto di uno a due!"

DIRETTA TELEVISIVA, GAFFE DELLA PRESIDENTE AVCPP?

Il presidente del Partito Animalista Europeo, ricorda che nel corso della trasmissione sul banco degli imputati il presidente della Avcpp, Simona Novi, era in evidente difficoltà tentava di giustificare i bilanci con il gioco dei numeri tra entrate ed uscite che però conosciamo molto bene talmente tanto che la soglia non scende mai sotto il numero convenzionato di mille al giorno: “Tutti i cani in esubero vengono sistematicamente affidati poiché l'Amministrazione capitolina non li conteggia e quindi sarebbero solo costi eccedenti a carico dell’ associazione ma senza scendere al di sotto altrimenti la medesima Amministrazione non erogherebbe i 18 euro al giorno per ogni cane di cui però soltanto il 10% è destinato agli sfortunati detenuti. La Sig.ra Novi dovrebbe sapere che molti canili convenzionati gestiti da validi volontari riescono a garantire un accettabile standard di benessere nonostante un contributo medio di 4 euro ad animale detenuto. Inoltre la Novi – evidenzia Fuccelli – non ha fatto cenno circa le illecità afferenti le condizioni igienico – sanitarie e le carenze strutturali visto che i canili sono privi delle autorizzazioni sanitarie Asl e non a norma con gli standard europei circa la tutela ed il benessere degli animali che intanto continuano a morire con atroci sofferenze.”

Conclude Fuccelli con una frase sibillina: "Centri d'accoglienza immigrati, campi rom e canili comunali non c'è differenza, il sistema è il medesimo: uomini od animali sfruttati solo ed esclusivamente per mero profitto".