FRASCATI: ECCO PERCHE' IL CONSIGLIO DI STATO DICE NO AL "DECRETO POLVERINI" E SALVA IL PRONTO SOCCORSO

Redazione

Frascati (RM) – Sono state rese pubbliche in data 16 gennaio 2014 le motivazioni della sentenza, con la quale il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha respinto in via definitiva il ricorso in appello del Comune di Marino. Ricordiamo che il Decreto 80 imponeva alla Asl RMH di disattivare entro il 31 dicembre 2011 il Pronto Soccorso e la Osservazione breve intensiva dell’Ospedale di Frascati e di trasferire all’Ospedale San Giuseppe di Marino le specialità di ricovero di breve Osservazione, Cardiologia, UTIC, Psichiatria, nonché Ortopedia e traumatologia.

Il Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso aveva impugnato il Decreto 80 davanti al T.A.R., il quale in data 4 gennaio 2012 si era pronunciato in via definitiva a favore del Comune di Frascati. Il Comune di Marino si era allora appellato al Consiglio di Stato, che il 30 settembre 2011 aveva respinto la richiesta di sospensiva e si era riservato di pronunciarsi nel merito. Ora con la sentenza definitiva il C.d.S ha attestato che “la disattivazione del pronto soccorso di Frascati avrebbe comportato  la drammatica impossibilità di soddisfare il fabbisogno di prestazioni di urgenza della popolazione residente”.

«Le motivazioni della sentenza definitiva del Consiglio di Stato fanno emergere ancora una volta le forti contraddizioni di una scelta politica sbagliata, adottata a suo tempo dalla Polverini contro i reali bisogni dei cittadini dei Castelli Romani. Chiudere il Pronto soccorso di Frascati sarebbe risultato nefasto e le ragioni e le azioni portate avanti in maniera continua, coerente e sistematica dall’Amministrazione Comunale di Frascati, dagli altri Comuni del distretto H1 e dalla ASL, sono state accolte prima dal TAR e adesso confermate dal Consiglio di Stato – dichiara il Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso -. Questo mi rende felice, perché non si tratta di una vittoria solo del Sindaco Di Tommaso, ma di tutti i cittadini, dei nostri Consiglieri Comunali, delle forze politiche, sindacali e sociali, che ora attendono un potenziamento del Polo Ospedaliero nel suo complesso, sia a Frascati che a Marino. Ringrazio pertanto gli avvocati Pasquale Di Rienzo e Caterina Albesano e Massimiliano Graziani dell’Avvocatura comunale per aver seguito con costanza e professionalità tutto l’iter processuale».

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CASTELLI SANITA' CAPOLINEA, INIZIA LA RIVOLTA!

Angelo Parca

Gli tabella de L'osservatore laziale (CASTELLI ROMANI SANITA', CAPOLINEA. del 26 marzo 2012 di Chiara Rai) e de IL TEMPO (CASTELLI AL COLLASSO del 27 marzo 2012 di Chiara Rai)  hanno acceso i riflettori sulle prossime scadenze di ulteriori contratti ex art. 15 septies (contratti a tempo determinato per funzioni di "particolare rilevanza e di interesse strategico"). Negli tabella si evidenziano le ulteriori sforbiciate che la Asl RmH è costretta ad operare in quanto la Regione Lazio, almeno per il momento, non ha inteso rinnovare i contratti in scadenza. Sforbiciate che daranno il colpo di grazia ad una sanità già in ginocchio.


Immediata la reazione del Sindaco di Genzano Flavio Gabbarini.


"Non possiamo assistere impotenti alla costante riduzione dei servizi sanitari": è il commento a caldo del Sindaco di Genzano Flavio Gabbarini, appena dopo essere venuto a conoscenza della lettera inviata alla Regione Lazio dalla Direzione generale della Asl RmH che, preoccupata della mancata conferma di alcuni medici in servizio ad Albano, Anzio e Velletri, paventa una nuova "riorganizzazione" con spostamenti di personale e accorpamenti di servizi.Nello specifico, nella lettera indirizzata al Sub Commissario Regionale alla Sanità, al Direttore del Dipartimento Programmazione Economica e sociale, al Direttore della Programmazione e Risorse, al Dirigente dell'Area Risorse Umane e al Commissario Renata Polverini, la Direzione sanitaria della Asl RmH fa riferimento alla cessazione dal servizio, al prossimo 31 marzo, di quattro medici: due nei pronto soccorso di Albano e Velletri, uno specialista in neuropsichiatria infantile in servizio presso l'Ospedale Villa Albani di Anzio e un medico di ostetricia e ginecologia sempre in servizio ad Anzio. Le azioni che saranno intraprese a partire dal primo aprile prevedono dunque, da un lato, degli spostamenti di personale da Albano a Velletri, per riportare l'organico ai livelli minimi, e dall'altro l'accorpamento delle strutture di ostetricia, ginecologia e pediatria degli ospedali di Marino e Genzano per recuperare risorse da assegnare all'ospedale di Anzio.

"Torno a dire – afferma il primo cittadino di Genzano – che non possiamo restare inermi mentre vengono attuati 'provvedimenti di riorganizzazione' che nascondono soltanto la chiusura di interi reparti, concentrati in singole strutture, quindi ridotti, mentre la popolazione dei Castelli Romani, che sfiora i 500mila cittadini, continua a crescere. Mi chiedo quindi: se vengono tolti all'ospedale di Marino o a quello di Genzano i reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria, cosa ne rimane? Dobbiamo forse aspettarci la definitiva chiusura di una delle due strutture?". Due le richieste del Sindaco di Genzano alla Regione Lazio: "la prima – afferma – è quella di rispettare gli atti aziendali degli anni precedenti, che prevedono la presenza di questi due ospedali con le relative specializzazioni; la seconda è quella di espletare le procedure concorsuali per l'assunzione di nuovo personale medico e infermieristico, stavolta – sottolinea Gabbarini – a tempo indeterminato perché la stabilizzazione garantisce efficienza e funzionalità, ma soprattutto permette di mantenere stabile il numero minimo di risorse necessarie per tenere in piedi i reparti. Al Direttore generale della Asl RmH chiedo invece consultare tutti i Sindaci interessati prima di prendere provvedimenti. Noi vogliamo essere ascoltati e non soltanto essere messi al corrente di decisioni già prese. Per questo mi appello anche i miei colleghi Sindaci e alle forze politiche perché non possiamo permettere che siano dei burocrati o dei Commissari a decidere le sorti di un territorio che non conoscono. Mi appello a loro – conclude Gabbarini – perché la politica, quella vera, con la 'P' maiuscola, deve essere protagonista sui singoli territori, occupandosi delle problematiche e trovando soluzioni per risolverle. In difesa della sanità dei Castelli Romani credo dunque che sia arrivato il momento di intraprendere dei percorsi comuni".
 




CASTELLI ROMANI SANITA', CAPOLINEA.

Chiara Rai

Dal primo aprile un’altra sforbiciata al personale medico dei pronto soccorso di Velletri e Albano ridurrà letteralmente al collasso i due nosocomi castellani. Ieri il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Albano si presentava come uno stabulario, un girone infernale con file di barelle per i corridoi e decine di persone in attesa da ore di essere visitate. C'è un conteiner come sala d'aspetto dove l'aria è viziata e i malati aspettano per ore. Ci sono le impalcature all'ingresso della struttura di primo soccorso, che da diverso tempo fanno parte dell'arredo. Le persone in barella, sostano giorni e giorni, in attesa di un posto letto che spesso non si riesce a trovare. E questo è niente. Dalle sei alle otto ore è il minimo di tempo che si deve attendere per essere medicati. Annamaria ha avuto un incidente stradale intorno alle otto del mattino ed è stata portata con l’autoambulanza al San Giuseppe. Dalle nove è rimasta in attesa con un collare al collo fino a oltre le 14:30. Ennio, in carrozzina è rassegnato: “ormai non so più da quante ore aspetto – dice il malato – il personale medico si fa in quattro ma il problema è proprio che mancano i medici e l’ospedale è colmo”. Riccardo, per controllare il gesso alla gamba, ha atteso oltre sei ore. Filomena, stessa storia, più di sei ore d’attesa. La Asl RmH ha comunicato alla Regione che nei prossimi giorni dovranno essere “riorganizzati i servizi” alla luce della cessazione di due contratti ex articolo 15 septies (a tempo determinato per funzioni di "particolare rilevanza e di interesse strategico"). Il primo soccorso di Albano, ormai, conta circa 35 mila accessi l’anno. Il personale lavora 38 ore settimanali. Due unità in meno ai pronto soccorso già sotto organico significa decretare lo sfacelo: A Velletri ci sono nove unità e dal 1 aprile saranno in otto a causa della cessazione del contratto di un dirigente medico di chirurgia all’accettazione urgenza. Dal mese di novembre saranno in sette a causa di un’altra cessazione ex art. 15. Al pronto soccorso di Albano ci sono 13 unità. Dal primo aprile saranno in undici a causa cessazione di un dirigente medico di chirurgia e dell’assenza per ricovero per grave malattia di un altro medico. Pertanto le misure che l’azienda sanitaria locale dovrà necessariamente prendere, salvo che la Regione non reintegri qualcuno, saranno drastiche: si dovrà spostare almeno un medico da Albano a Velletri per avere un’organico di nove medici più un direttore a Velletri e dieci più un direttore ad Albano. La situazione si aggraverà quando scadranno altri 3 contratti al pronto soccorso di Frascati. Per quanto riguarda, invece, ostetricia e ginecologia si prospetta l’idea di accorpare le strutture di Marino e Genzano allo scopo di recuperare risorse per Anzio che ad agosto vedrà ridurre le unità da otto a sei.