MARINO, A PROPOSITO DEL’ARTICOLO: MARINO, SANITÀ, IL CENTROSINISTRA…

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio direttore,
in allegato alcuni fatti verificati nel tempo che ritengo utili per comprendere al meglio l'interessante articolo che sull'argomento è stato scritto. (Articolo de L'osservatore laziale del 03/06/2012 MARINO, SANITA' IL CENTROSINISTRA: “LE PRIORITÀ DEVONO ESSERE ALTRE: GLI ULTIMI, NON I RICCHI; I CITTADINI, NON LE BANCHE!”)

La ringraziamo per il tempo che ci dedicherà.
Cordiali saluti.
portavoce dell'associazione: corrado colizza
 

Il vero problema nasce quando si parla di coerenza nel caso di situazioni e persone che nell’arco di un ventennio mutano, ebbene si cita la coerenza come fosse un elastico, che ognuno tira dalla sua parte per farla sua. Si può parlare di coerenza nei comportamenti politici a partire dalla L.833 con la quale si cerco di realizzare il principio che la salute è un diritto di tutti i cittadini? Per non storicizzare l’argomento partirei dalla nascita delle Aziende unità sanitarie locali che nel caso della Roma H unificò le usl dei castelli romani e del litorale. In quel periodo l’eccellenza del San Giuseppe di Marino si stava affievolendo anche a seguito del fatto che la vecchia USL 32 di Ciampino – Marino aveva trascorso molto tempo assoggettata a commissariamenti per mancanza di un Direttore Generale stabile; la qual cosa di fatto aveva favorito la USL 29 di Frascati, retta costantemente da un unico presidente che allo stesso tempo costituiva riferimento politico. Facemmo un incontro sulla Sanità nei Castelli Romani e l’assessore alla sanità del tempo formulò la teoria che il San Sebastiano, data la prossimità con il GRA divenisse ospedale con DEA, mentre il San Giuseppe di Marino assumeva il ruolo di ospedale per interventi programmati o di Vocazione). L’attuazione di questa teoria comportò che la Traumatologia ed il Centro Trasfusioni si spostassero a Frascati; è toccato poi all’ortopedia in quanto i medici erano di fatto gli stessi che operavano in Traumatologia. Strano ma vero, si sposta anche la Urologia, voi penserete per qualche rottura legata agli incidenti stradali? Non è dato sapere, ma una ipotesi possibile è rappresentata dalla mancanza di un riferimento politico di livello per cui le decisioni relative alla spoliazione della struttura del San Giuseppe seguivano un filone ben definito a favore del San Sebastiano.. A Marino, al momento, si conservava la ginecologia, l’ostetricia, il nido, la medicina, la medicina nucleare, laboratorio di istopatologia, il servizio di Cardiologia ed altro ma con notevole riduzione di posti letto. Iniziano i lunghi e duraturi lavori della radiologia. Si puntava di fatto a divenire riferimento castellano per la neonatologia in associazione con la ginecologia ed ostetricia anche qui iniziano i lavori e l’ipotesi passa a favore dell’ospedale di Genzano, anch’esso a vocazione rispetto al pronto soccorso ad Albano. Qualcuno ricorderà che la sezione ospedaliera del San Giuseppe a Ciampino – consistente in ortopedia e maternità ed una ipotesi di pronto soccorso; in pratica il pronto soccorso fu trasformato  in punto medico e poi chiuso in coincidenza con il rientro dei due reparti al San Giuseppe.La medesima situazione si è verificata col San Giuseppe, pur avendo una struttura meglio organizzata e ben 5 camere operatorie nuove, ma sostanzialmente privo dei necessari reparti a supporto del Pronto Soccorso. Ora questa è storia, e ben hanno fatto cittadini e partiti a sollecitare il rispetto del decreto del Presidente della Regione – il n. 80 – che di fatto avrebbe rappresentato  la restituzione al San Giuseppe del mal tolto che i “politici” avevano realizzato in circa venti anni. Il tempo trascorso ha avvantaggiato il San Sebastiano, che ha trovato prima il supporto dei comuni della ex USL 29 e di tutto il Centro sinistra, e poi la decisione del TAR che vedeva la chiusura di reparti senza avere la certezza che i corrispondenti a Marino fossero pronti (si palesava una interruzione di pubblico servizio); questo perché i lavori di ammodernamento per il Pronto soccorso sono stati lenti e forse rallentati come quelli del nuovo reparto di ginecologia.
Si parlò di una modifica del decreto. Anche di questo non è stato possibile conoscere gli eventuali sviluppi perché in attesa della sentenza del TAR e del Consiglio di Stato. Purtroppo i residenti di questo meraviglioso castello si accorgono dei valori che hanno solo quando li perdono; finchè li hanno a disposizione preferiscono “da miopi” ammirare l’erba del vicino che sicuramente è più verde”. Bene farebbe l’Amministrazione ad incontrare i cittadini e poi la Regione per avere la modifica del decreto e la certezza delle cure nel rispetto del dettato Costituzionale, conformemente alle scarse disponibilità finanziarie. Una cosa la vogliamo sottolineare e riguarda sicuramente una parte degli amministrativi che si sono succeduti sia nella USL 32 e nella Roma H, e cioè come mai a parità di soldi rimessi dalla Regione, il  “Regina Apostolorum” è diventato un ospedale mentre il San Giuseppe? Come si vede è  questione di indirizzo politico e ma anche di chi gestisce.

portavoce dell’associazione: Corrado Colizza

tabella PRECEDENTI:

03/06/2012 MARINO, SANITA' IL CENTROSINISTRA: “LE PRIORITÀ DEVONO ESSERE ALTRE: GLI ULTIMI, NON I RICCHI; I CITTADINI, NON LE BANCHE!”

 




MARINO, SANITA' IL CENTROSINISTRA: “LE PRIORITÀ DEVONO ESSERE ALTRE: GLI ULTIMI, NON I RICCHI; I CITTADINI, NON LE BANCHE!”

Centrosinistra Marinese: "Noi siamo i veri coerenti non delle nostre semplici convinzioni, ma degli interessi della città, dei cittadini e di tutta la comunità castellana e del Lazio. Per tutti questi motivi, la vera risposta che può venire da questo sindaco sono dimissioni e scuse alla città e ai cittadini. E, semmai, ci saranno ravvedimenti regionali, correzioni di errori compiuti nella guida regionale, scelte favorevoli per i cittadini di Marino, si spera che folgorato da un lampo di veridicità Palozzi ringrazi il movimento dei cittadini che ha raccolto firme e lottato, e il centrosinistra che coerentemente ha consentito di giungere a risultati. Ma il cielo è terso."

"Palozzi, davanti a proposte Asl, ha inviato il suo assessore alla sanità che poi ha estromesso dalla successiva giunta e dai poteri politici, facendogli assumere la famosa posizione di Don Abbondio “uno se il coraggio non ce l’ha non può darselo”. Quindi scena muta. La Polverini ha avallato le scelte compiute, incluso il mutismo di Marino. Successivamente per farci sopra una bella cavalcata strumentalizzatrice-elettorale, Palozzi è salito sul cavallo di marcantonio, ha ingaggiato la Polverini e dai a gridare insieme che il P. S. di Marino e l’ospedale di Marino è stato chiuso dal centro sinistra."

 

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo:

Questa informazione è per i cittadini. Di Marino e del Lazio. Questa informazione è anche una precisa linea di condotta politica sulla sanità territoriale (Marino-Castelli romani-Asl RomaH) e su quella regionale (del Lazio).
Il vero punto di partenza a cui il centro sinistra (che qui firma il documento) fa riferimento è sempre la legge 833, attuata solo parzialmente. La riforma sanitaria che mise, finalmente al centro delle politiche sanitarie e di sicurezza sociale il Diritto alla Salute da parte di tutti i cittadini. Soprattutto dei più bisognosi. Dalla attuazione negli anni, di quella riforma, è passata l’onda “privatizzatrice” del liberismo alla Tatcher che in Italia ha avuto il volto del centro destra (Pdl e Lega e buona parte del Terzo Polo) e la pratica di monetizzare e quantificare il “guadagno” sui servizi alla salute.
Un orrore morale, politico, costituzionale che si è trasformato in una delle tante forme di “macelleria sociale”: hanno pagato i più deboli. Ora, da qualche tempo, anche se non nelle leggi e nella pratica quotidiana, si comincia nuovamente a interrogarsi sul cambiare strada. Eventi politici generali come le batoste della Merkel in Germania, dei Conservatori in Inghilterra e con le vittorie dei movimenti popolari e di sinistra di Francia e Grecia, si può pensare a far svolgere tutta la disanima sui “conti” dell’Europa, in ben altro modo. Con altre priorità: gli ultimi e non i ricchi; i cittadini e non le banche. In questo ambito le politiche sanitarie che erano intentate solo a tagliare, risparmiare, contenere, ridurre, devono andare a farsi benedire.
Perché è possibile tagliare gli sprechi. Perché è possibile colpire i privilegi (a cominciare da certi politici che diventano casta: e non sono tutti, ma da noi sono molti, troppi!). In questo senso il piano della Asl Roma H, ha cercato (negli anni trascorsi) di non perseverare nelle duplicazioni delle attività ospedaliere (alta concentrazione di sanità privata; alta concentrazione di medesime specialistiche che in un bacino di 450.000 abitanti, trova solo di pubblico ben 11 ospedali!). Il metodo cercato, che noi approviamo è stato improntato su due filoni: da un lato razionalizzare (pubblico-privato e quantità) per non proporre a tre chilometri le stesse attività di servizi ospedalieri specialistici; dall’altro è stato quello di intendere l’offerta sanitaria sul territorio (per analisi, legale, assistenza, prevenzione etc) e l’offerta dell’eccellenza legate a salvare vite in casi estremi (ecco i DEA, i pronto soccorso complessi: che non sono quelli dei due punti al taglietto sul dito, ma interventi in codice rosso).
Tutti comprendono che questo significa non pensare a undici Pronto soccorso DEA: dovremmo avere undici policlinici da duemila posti per una popolazione di due milioni di abitanti. Cosa che non è. Allora, si poteva scegliere di far svolgere un certo ruolo ad un ospedale ed uno differente ad un altro. Che hanno fatto la Polverini e Palozzi, sindaco di Marino?
Quest’ultimo, davanti a proposte Asl, ha inviato il suo assessore alla sanità che poi ha estromesso dalla successiva giunta e dai poteri politici, facendogli assumere la famosa posizione di Don Abbondio “uno se il coraggio non ce l’ha non può darselo”. Quindi scena muta. La Polverini ha avallato le scelte compiute, incluso il mutismo di Marino. Successivamente per farci sopra una bella cavalcata strumentalizzatrice-elettorale, Palozzi è salito sul cavallo di marcantonio, ha ingaggiato la Polverini e dai a gridare insieme che il P. S. di Marino e l’ospedale di Marino è stato chiuso dal centro sinistra.
E che in pochi mesi (frase ripetuta periodicamente ogni quattro mesi ormai da un paio di anni) “io” – dice il Sindaco – “e la mia amica Renata” – dice sempre il Sindaco portavoce polveriniano – apriremo il Pronto soccorso. Per questo si attiva un piano sanitario regionale con all’interno anche tale scelta “fatta” contro altri e non rispettando le regole, le leggi, le legittimità. Risultato: si blocca tutto.
La colpa? Facile, dice, sentenzia Palozzi: ieri il centro sinistra; oggi i dirigenti Asl e il centrosinistra.
A parte la sindrome da accerchiamento (Palozzi pensa che tutti ce l’hanno col povero sindaco marinese) se il TAR, non un amico di un dirigente Asl o un amico di un esponente del centro sinistra; se il Tribunale ti dice “fermi, che state combinando?”, forse, umilmente, un amministratore, un esponente che vuole ergersi a fare leggi (benché regionali) dovrebbe fermarsi e riflettere.


E così, per certi versi è stato. Perché, in alcuni casi, quando è stata messa alle strette, la Presidente Polverini ha dovuto dire: beh, forse ci vuole un decreto differente che tenga conto di ben altre cose. Certo questo fa fare una bruttissima figura alla politica regionale sanitaria che è stata certificata col decreto 80! Certo un presidente di Regione che è anche Commissario straordinario per il Governo sulla sanità nel Lazio, fa una doppia brutta figura!
Ma noi, piccola forza marinese, piccola comunità castellana, non possiamo da qui inveire e chiedere dimissioni a chi è stato così incapace! Certo ci aspettiamo che lo facciano altri di livello regionale (e alcuni lo stanno facendo). A noi è concesso, al contrario di quanto pensa il sindaco di Marino, di poter chiedere proprio le dimissioni del primo cittadino, per un milione di motivi politici e amministrativi – oltre che di pulizia dal morbo di casta di cui è attanagliato attualmente – ma, in particolare proprio per le questioni della sanità.

1. Perché non ha mai spiegato in cosa abbia sbagliato Guerra e se è stato punito perché avrebbe potuto smentire ciò che Palozzi non ha avuto il coraggio di fare.
2. Perché non ha mai dato seguito (non con le manfrine e i bacetti, ma con l’ascolto e la condivisione di informazioni e scelte) alla ricerca di soluzioni del comitato cittadino per la salute pubblica di Marino (presieduto dalla signora Annarosa Sapia).
3. Perché ha ignorato, sminuito, arrogantemente contro le richieste che forze politiche e sociali hanno da moltissimi mesi – e fuori campagna elettorale – chiesto per un confronto pubblico, a microfoni aperti a disposizione dei cittadini, da convocare in consiglio comunale.
4. Perché tuttora, pur fingendosi vittima di non si sa quale intimidazione, si nasconde dietro poche righe farfugliate su un social network invece che affrontare i contenuti del tema di politica sanitari ai Castelli, e a Marino. In relazione all’ospedale e al Pronto soccorso. 
5. Perché la sua scarsa presenza, sempre più soppiantata (a quale titolo politico amministrativo?) da un altro arrogante della politica della destra marinese (avvezzo davvero ad incutere timore), crea solo danni su danni per la città, anche in campo sanitario, e mentre – tra l’altro – è impegnato unicamente ad esercitare un “doppio” incarico concesso fuori regole e leggi dalla sua “amica” Polverini.

Per tutti questi motivi, nonostante le reiterate rimostranze e le accuse lanciate al vento contro il centro sinistra marinese, noi siamo i veri coerenti non delle nostre semplici convinzioni, ma degli interessi della città, dei cittadini e di tutta la comunità castellana e del Lazio. Per tutti questi motivi, la vera risposta che può venire da questo sindaco sono dimissioni e scuse alla città e ai cittadini. E, semmai, ci saranno ravvedimenti regionali, correzioni di errori compiuti nella guida regionale, scelte favorevoli per i cittadini di Marino, si spera che folgorato da un lampo di veridicità Palozzi ringrazi il movimento dei cittadini che ha raccolto firme e lottato, e il centrosinistra che coerentemente ha consentito di giungere a risultati. Ma il cielo è terso.