ALBANO LAZIALE, EMERGENZA DISCARICA RONCIGLIANO: 21 CASI AL PRONTO SOCCORSO DI ALBANO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Venerdì sera 7 marzo, 21 persone residenti tra Albano e Ardea sono dovute ricorrere alle cure dei medici del vicino ospedale San Giuseppe di Albano per aver inalato le esalazioni odorigene proveniente dal VII invaso della discarica per rifiuti indifferenziati di Roncigliano. Il nuovo episodio segue, di appena pochi giorni, il caso analogo avvenuto tra martedì sera 25 e mercoledì mattina 26 febbraio che ha comportato, tra l’altro, l’intervento degli ispettori del Dipartimento Igiene e Salute Pubblica della Asl Rm-H, della Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale di Albano, come accertato dai tre verbali al momento disponibili.

Dallo scorso 11 febbraio, difatti, nel “cimitero” dei rifiuti dei Castelli Romani arriva anche la spazzatura proveniente dai Comuni di Civitavecchia e Monterotondo, per un totale di circa 150 tonnellate al giorno, che si aggiungono alle circa 300 tonnellate provenienti dal solo bacino dei Castelli Romani (Albano, Ardea, Pomezia, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Marino, Lanuvio e Nemi), per un totale di 450 tonnellate al giorno di “monnezze”. Ed il fetore violento che sprigiona dalla discarica, difatti, soprattutto dopo il tramonto e fino alle prime luci dell’alba, continua ad essere insopportabile.

Proprio a cavallo del week end, la puzza è arrivata, di nuovo, fino nei centri storici di alcuni Comuni dei Castelli Romani e del vicino Litorale Laziale. Si tratta d’un vero e proprio disastro igienico-sanitario ed ambientale in pieno corso di svolgimento che nessuno ha il coraggio di affrontare e, soprattutto, risolvere.

Non è un caso, certo, se centinaia e centinaia di gabbiani sostano, per buona parte della giornata, nei pressi e sopra il VII invaso della discarica. Sono stati filmati e fotografati più volte dai residenti. Animali in cerca di approvvigionamento, intenti a scendere in buca per procacciarsi da mangiare e bere e poi risalire, in un vortice continuo. Controprova di un trattamento non adeguato della spazzatura.

Proprio per questo motivo, il comitato No Inc richiede, da tempo, che venga compiuta quanto prima, dalle autorità competenti, un’approfondita campagna di monitoraggio e controllo sulle modalità di funzionamento del VII invaso e annesso impianto di TMB della discarica di Roncigliano, per verificare che il trattamento della spazzatura indifferenziata in arrivo avvenga nei limiti di legge, nel rispetto della salute umana e dell’ambiente. E per verificare, soprattutto, che la spazzatura sia opportunamente selezionata, con l’estrazione e stabilizzazione di tutto l’umido presente, che è la frazione della spazzatura che puzza e attira animali.

Ma il comitato No Inc alla luce dei gravissimi problemi emersi in questi ultimi mesi, chiede anche che venga avviata, sul VII invaso, una campagna di analisi delle volumetrie residue e di quelle esaurite, per verificare che non vi siano stati, negli anni passati, interramenti non autorizzati, come ipotizzato dalle recenti indagini delle Procure di Velletri e Roma. Oltre alla caratterizzazione geologica ed idrogeologica della discarica, richiesta dall’Arpa Lazio nel lontano novembre 2011 e ancora mai portata avanti. Si tratta della analisi approfondite dei terreni tutto intorno e delle falde acquifere sottostanti la discarica di Roncigliano, più volte annunciate ma mai realizzate.

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VELLETRI: SALVATA LA VITA AD UN PAZIENTE CON UN GRAVE ANEURISMA DELLA AORTA

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Redazione

Velletri (RM) – Un paziente si è presentato al Pronto Soccorso di Albano con forti dolori addominali. E’ stato prontamente sottoposto ad una TAC che ha evidenziato la presenza di un aneurisma della aorta in fase di rottura con grave pericolo di vita..

Il paziente è stato trasportato immediatamente in Sala Operatoria dell’Ospedale di Velletri ed affidato alle cure del dott. Massimo Messina, radiologo interventista, del dott. Francesco Cappello, del dott. Giuseppe Lucchetti che hanno adottato con successo una nuova tecnica di posizionamento di una endoprotesi vascolare biforcata, senza intervento chirurgico, tecnica tradizionale che presenta rischi molto più elevati.   

“L’aneurisma dell’aorta addominale rotto ha un tasso di mortalità del 94 per cento mentre l’intervento chirurgico di riparazione presenta una mortalità fino al 50 per cento. – precisa il Commissario Straordinario dell’Azienda dott. Claudio Mucciaccio –  Le tecniche endovascolari, caratterizzate da minore tasso di complicanze, sono state sviluppate nel tempo dalla  Radiologia Interventistica (RI) che è una specialità medica che enfatizza l’uso di pratiche minimamente invasive, al fine di ottenere trattamenti efficaci, sicuri e meno costosi, che sono inoltre più accettabili per il paziente. Negli ultimi venti anni la Radiologia Interventistica Vascolare si è evoluta ed è una branca clinica riconosciuta con un valido ruolo nel trattamento di un ampio spettro di problemi clinici. La RI è oggi uno dei campi più complessi e più orientati verso la terapia del paziente di tutta la radiologia. E’ una specialità medica che sfrutta la guida dell’imaging, tecniche minimamente invasive per la diagnosi e/o il trattamento di molteplici condizioni patologiche e spesso rappresenta un percorso alternativo alla chirurgia secondo specifiche linee guida”.

Nella ASL RMH la U.O. di Radiologia Interventistica, diretta dal dottor Marco Caboni, collabora quotidianamente con la Chirurgia Vascolare, diretta dal dott. Giuseppe Lucchetti, ed ha iniziato la sua attività fin dal 1996.

Esegue oggi tutte le procedure di Radiologia Interventistica vascolare e non vascolare fino a quelle più complesse, il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta e il posizionamento di stent carotidei.




CASTELLI SANITA' CAPOLINEA, INIZIA LA RIVOLTA!

Angelo Parca

Gli tabella de L'osservatore laziale (CASTELLI ROMANI SANITA', CAPOLINEA. del 26 marzo 2012 di Chiara Rai) e de IL TEMPO (CASTELLI AL COLLASSO del 27 marzo 2012 di Chiara Rai)  hanno acceso i riflettori sulle prossime scadenze di ulteriori contratti ex art. 15 septies (contratti a tempo determinato per funzioni di "particolare rilevanza e di interesse strategico"). Negli tabella si evidenziano le ulteriori sforbiciate che la Asl RmH è costretta ad operare in quanto la Regione Lazio, almeno per il momento, non ha inteso rinnovare i contratti in scadenza. Sforbiciate che daranno il colpo di grazia ad una sanità già in ginocchio.


Immediata la reazione del Sindaco di Genzano Flavio Gabbarini.


"Non possiamo assistere impotenti alla costante riduzione dei servizi sanitari": è il commento a caldo del Sindaco di Genzano Flavio Gabbarini, appena dopo essere venuto a conoscenza della lettera inviata alla Regione Lazio dalla Direzione generale della Asl RmH che, preoccupata della mancata conferma di alcuni medici in servizio ad Albano, Anzio e Velletri, paventa una nuova "riorganizzazione" con spostamenti di personale e accorpamenti di servizi.Nello specifico, nella lettera indirizzata al Sub Commissario Regionale alla Sanità, al Direttore del Dipartimento Programmazione Economica e sociale, al Direttore della Programmazione e Risorse, al Dirigente dell'Area Risorse Umane e al Commissario Renata Polverini, la Direzione sanitaria della Asl RmH fa riferimento alla cessazione dal servizio, al prossimo 31 marzo, di quattro medici: due nei pronto soccorso di Albano e Velletri, uno specialista in neuropsichiatria infantile in servizio presso l'Ospedale Villa Albani di Anzio e un medico di ostetricia e ginecologia sempre in servizio ad Anzio. Le azioni che saranno intraprese a partire dal primo aprile prevedono dunque, da un lato, degli spostamenti di personale da Albano a Velletri, per riportare l'organico ai livelli minimi, e dall'altro l'accorpamento delle strutture di ostetricia, ginecologia e pediatria degli ospedali di Marino e Genzano per recuperare risorse da assegnare all'ospedale di Anzio.

"Torno a dire – afferma il primo cittadino di Genzano – che non possiamo restare inermi mentre vengono attuati 'provvedimenti di riorganizzazione' che nascondono soltanto la chiusura di interi reparti, concentrati in singole strutture, quindi ridotti, mentre la popolazione dei Castelli Romani, che sfiora i 500mila cittadini, continua a crescere. Mi chiedo quindi: se vengono tolti all'ospedale di Marino o a quello di Genzano i reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria, cosa ne rimane? Dobbiamo forse aspettarci la definitiva chiusura di una delle due strutture?". Due le richieste del Sindaco di Genzano alla Regione Lazio: "la prima – afferma – è quella di rispettare gli atti aziendali degli anni precedenti, che prevedono la presenza di questi due ospedali con le relative specializzazioni; la seconda è quella di espletare le procedure concorsuali per l'assunzione di nuovo personale medico e infermieristico, stavolta – sottolinea Gabbarini – a tempo indeterminato perché la stabilizzazione garantisce efficienza e funzionalità, ma soprattutto permette di mantenere stabile il numero minimo di risorse necessarie per tenere in piedi i reparti. Al Direttore generale della Asl RmH chiedo invece consultare tutti i Sindaci interessati prima di prendere provvedimenti. Noi vogliamo essere ascoltati e non soltanto essere messi al corrente di decisioni già prese. Per questo mi appello anche i miei colleghi Sindaci e alle forze politiche perché non possiamo permettere che siano dei burocrati o dei Commissari a decidere le sorti di un territorio che non conoscono. Mi appello a loro – conclude Gabbarini – perché la politica, quella vera, con la 'P' maiuscola, deve essere protagonista sui singoli territori, occupandosi delle problematiche e trovando soluzioni per risolverle. In difesa della sanità dei Castelli Romani credo dunque che sia arrivato il momento di intraprendere dei percorsi comuni".
 




CASTELLI ROMANI SANITA', CAPOLINEA.

Chiara Rai

Dal primo aprile un’altra sforbiciata al personale medico dei pronto soccorso di Velletri e Albano ridurrà letteralmente al collasso i due nosocomi castellani. Ieri il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Albano si presentava come uno stabulario, un girone infernale con file di barelle per i corridoi e decine di persone in attesa da ore di essere visitate. C'è un conteiner come sala d'aspetto dove l'aria è viziata e i malati aspettano per ore. Ci sono le impalcature all'ingresso della struttura di primo soccorso, che da diverso tempo fanno parte dell'arredo. Le persone in barella, sostano giorni e giorni, in attesa di un posto letto che spesso non si riesce a trovare. E questo è niente. Dalle sei alle otto ore è il minimo di tempo che si deve attendere per essere medicati. Annamaria ha avuto un incidente stradale intorno alle otto del mattino ed è stata portata con l’autoambulanza al San Giuseppe. Dalle nove è rimasta in attesa con un collare al collo fino a oltre le 14:30. Ennio, in carrozzina è rassegnato: “ormai non so più da quante ore aspetto – dice il malato – il personale medico si fa in quattro ma il problema è proprio che mancano i medici e l’ospedale è colmo”. Riccardo, per controllare il gesso alla gamba, ha atteso oltre sei ore. Filomena, stessa storia, più di sei ore d’attesa. La Asl RmH ha comunicato alla Regione che nei prossimi giorni dovranno essere “riorganizzati i servizi” alla luce della cessazione di due contratti ex articolo 15 septies (a tempo determinato per funzioni di "particolare rilevanza e di interesse strategico"). Il primo soccorso di Albano, ormai, conta circa 35 mila accessi l’anno. Il personale lavora 38 ore settimanali. Due unità in meno ai pronto soccorso già sotto organico significa decretare lo sfacelo: A Velletri ci sono nove unità e dal 1 aprile saranno in otto a causa della cessazione del contratto di un dirigente medico di chirurgia all’accettazione urgenza. Dal mese di novembre saranno in sette a causa di un’altra cessazione ex art. 15. Al pronto soccorso di Albano ci sono 13 unità. Dal primo aprile saranno in undici a causa cessazione di un dirigente medico di chirurgia e dell’assenza per ricovero per grave malattia di un altro medico. Pertanto le misure che l’azienda sanitaria locale dovrà necessariamente prendere, salvo che la Regione non reintegri qualcuno, saranno drastiche: si dovrà spostare almeno un medico da Albano a Velletri per avere un’organico di nove medici più un direttore a Velletri e dieci più un direttore ad Albano. La situazione si aggraverà quando scadranno altri 3 contratti al pronto soccorso di Frascati. Per quanto riguarda, invece, ostetricia e ginecologia si prospetta l’idea di accorpare le strutture di Marino e Genzano allo scopo di recuperare risorse per Anzio che ad agosto vedrà ridurre le unità da otto a sei.