RAVENNA: PRETE PEDOFILO, IL PM CHIEDE 9 ANNI DI CARCERE

A.B.
 
Ravenna –  La pena chiesta dal Pubblico Ministero Isabella Cavallari per don Giovanni Desio è di nove anni di carcere, il parroco è ora sospeso a divinis. L’ex parroco è stato arrestato il 5 aprile scorso con l’accusa di aver abusato sessualmente di minori. I rapporti sessuali compiuti dal parroco si sarebbero svolti in un arco temporale che va tra il 2010 e il 2014 e i ragazzini avevano un’età che andava dagli 11 ai 15 ed erano affidati a lui dalle famiglie. Le accuse sono: atti sessuali con minore, adescamento di minore, violenza sessuale, sostituzione di persona. L’uomo è accusato di avere millantato qualifiche mediche che non gli appartenevano. Si fingeva infermiere con il solo fine di poter visitare i ragazzini e addirittura in un caso vi è da parte del parroco un uso del termometro in modo improprio. L’uomo inoltre ha usato il profilo facebook di un minore di cui aveva la password. La requisitoria del Pm riporta che quella di don Desio è stata un’azione ben organizzata e che andava avanti da diversi anni. Il prete attualmente è ai domiciliari in un istituto in provincia di Perugia dopo aver passato oltre sette mesi in carcere a Forlì. Il pm ha chiesto la condanna per tutti i reati contestati. Gli abusi attribuiti al prete, ad oggi, vengono ricondotti a 4 giovani di età compresa tra gli 11 e i 15. Non tutti della medesima parrocchia. Due si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimento tra i 300mila e i 600mila euro. Anche la Curia di Ravenna si è costituita parte civile e ha chiesto un risarcimento simbolico per l’associazione “dalla parte dei minori” che si occupa dei minori vittima di abusi sessuali. Le indagini verso il prete, oltre alle intercettazioni, hanno trovato riscontro anche sul materiale trovato in canonica come foto, appunti, agende e materiale all’interno del computer del prete. Malgrado l’attuale condizione del parroco, sono emersi elementi oggettivi di pericolo di reiterazione del reato poiché il prete in un’intercettazione il prete avrebbe parlato del fatto di conservare ancora la patente, nonostante l’incidente che abbia avuto nel periodo di febbraio, la reiterazione comunque riguarderebbe anche gli abusi sessuali. 



PALERMO, PRETE PEDOFILO: APPELLO CONFERMA CONDANNA

di Angelo Barraco
Palermo
– Confermata la condanna dalla terza sezione della Corte d’appello di Palermo con cui il giorno 8 aprile 2014, il tribunale di Marsala aveva condannato a 9 anni un ex frate, tale Biagio Alberto Al manza di 39 anni, originario di Pantelleria. Il capo di accusa oggetto di condanna è molto grave; il prete è accusato di violenza sessuale su un ragazzo di 12 anni. I fatti risalgono al 2008, prima che il frate prendesse i voti. L’ex frate era stato posto però ai domiciliari nel novembre 2012 dalla Squadra mobile di Trapani. L’abuso sarebbe avvenuto dopo che il prete avrebbe stretto un rapporto di amicizia con il ragazzo, figlio di una coppia originaria di Pantelleria. Le indagini hanno fatto emergere un quadro inquietante; il prete avrebbe abusato del giovane ogni qualvolta lui e il giovane si trovavano da soli. A gennaio la Corte d’appello di Palermo ha confermato la sentenza anche per un altro prete, condannato sempre per gli stessi reati, don Vito Caradonna, di 40 anni ed ex parroco ed ex cappellano del carcere di Marsala. Il 18 febbraio scorso era stato condannato dal Tribunale di Marsala a due anni di reclusione per tentata violenza sessuale. Il fatto contestato risale a febbraio 2005. L’accusa proviene da un uomo di 37 anni che dice che Don Vito lo invitava nella canonica di San Leonardo per bere un caffè e che mentre l’uomo era stordito (l’uomo ha sempre sospettato che il prete mettesse nel caffè delle sostanze) il prete avrebbe tentato l’abuso sessuale. Il Tribunale di Marsala riconosce all’accusatore un risarcimento di venticinque mila euro. Il prete è stato “sospeso a divinis” dal vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero. Il prete sarà così impossibilitato a celebrare sacramenti.