IL PRESIDENTE DEL CATANIA CONFESSA DI AVER PAGATO 100 MILA EURO

 

Sulla società siciliana proprio la scorsa settimana la Digos aveva notificato ordinanze di custodia cautelare e posto agli arresti domiciliari oltre a Pulvirenti anche l’amministratore delegato Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, con l’accusa di truffa e frode sportiva

di Cinzia marchigiani

Catania (CT) – La procura di Catania avrebbe visto lungo riguardo le cinque partite truccate, di cui riteneva accertata la combine, gare giocate tra aprile e maggio 2015 che valsero per i tifosi siciliani quattro vittorie e un pareggio. L’inchiesta denominata “Treni di Gol” era stata aperta perché gli inquirenti ritenevano le partite di calcio truccate dal Catania, contro Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno. Sulla società siciliana proprio la scorsa settimana la Digos aveva notificato ordinanze di custodia cautelare e posto agli arresti domiciliari oltre a Pulvirenti anche l’amministratore delegato Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, con l’accusa di truffa e frode sportiva. Oltre ai vertici della società, la procura di Catania contesta gli stessi reati anche a due procuratori sportivi, Pietro Di Luzio e Fernando Arbotti, e a due gestori di scommesse on line, Giovanni Impellizeri e Fabrizio Di Luzio.

Confessione del Presidente del Catania. Antonio Pulvirenti ha da poche ore ammesso davanti al gip di Catania durante l’interrogatoriuo di garanzia di aver pagato pagato 100.000 euro per cinque partite, tra le quali quella a Latina del 19 aprile finita 2 a 1 per gli ospiti. 

Il Catania Club, in merito a questa confessione pubblica una nota del Professore Giovanni Grasso e dell’Avvocato Fabio Lattanzi sul proprio sito ufficiale,che minimizza la sconcertante confessione: “Il signor Antonino Pulvirenti, che qualche giorno addietro si è dimesso da tutte le cariche sociali del Calcio Catania, ha chiarito oggi la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio dinanzi al giudice delle indagini preliminari, dimostrando in particolare la sua assoluta estraneità al fenomeno del calcioscommesse. Il signor Pulvirenti ha ammesso di aver avuto dei contatti con altri soggetti al fine di condizionare il risultato di alcuni incontri, e ciò al fine di salvare dalla retrocessione il Catania. Ha tuttavia manifestato la convinzione, anche alla luce della lettura degli atti, che tali contatti non abbiano avuto nessuna reale incidenza sull’esito degli incontri in questione”.

Pablo Cosentino invece si dichiara estraneo ai fatti. L’amministratore delegato non conferma questa versione e si ha dichiara al Gip estraneo ai fatti: “Non so nulla di combine, se lo avessi fatto sarei stato un folle e se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui», e ha contestato tutte le accuse e soprattutto di non conoscere degli altri indagati tranne Delli Carri col quale aveva rapporti di lavoro. “Se questo fatto fosse vero sarebbe tutto l’opposto di quello che ho sempre fatto per il Catania -ha proseguito Cosentino – non avrei fatto una campagna acquisti a gennaio dispendiosa per potenziare la squadra, sarebbe veramente tutto contro quello che era il mio obiettivo: fare un club forte per vincere il campionato». 

L’imprenditore Giovanni Luca Impellizzeri, anche lui indagato si è avvalso invece della facoltà di non rispondere, nella sua soffitta gli investigatori avrebbero trovato 100 mila euro.