Prato, preso scippatore seriale: terrorizzava le persone e rubava soldi in contanti

Era la notte del tredici luglio quando i militari del nucleo investigativo
del reparto operativo del comado provinciale carabinieri, nel
corso di uno specifico servizio volto alla repressione delle rapine,
arrestavano per “furto con strappo” in 40enne magrebino Nacir
Mohammed, domiciliato a Prato, di fatto senza fissa dimora, celibe,
disoccupato, pluripregiudicato per reati della stessa natura.
Nel pomeriggio, in via Pistoiese, di fronte alla farmacia “Etruria”, era stato colto in flagrante mentre rubava con violenza dalle tasche di una 32enne donna cinese, residente a prato, coniugata, parrucchiera, 340 euro.
Un altro furto il 17 agosto, ore 22.30, a Prato, i militari del hanno arrestato per “rapina aggravata” Jaafar Said 29enne marcchino il 23.02.1991, in italia senza fissa dimora, celibe, disoccupato, pluripregiudicato poiché, nel pomeriggio via Tofani, veniva sorpreso mentre rubava un portafogli a un 29enne cittadino cinese, residente a Prato, coniugato, commerciante nel campo della ristorazione. Lo stava derubando di 180 euro in contanti mentre scendeva dalla sua Bmw. N elle fasi
concitate della cattura, il malfattore tentava di disfarsi del denaro gettandolo a terra. I carabinieri lo hanno recuperato e riconsegnato alla vittima.
L’arrestato, dovra’ comparire in tribunale il 19.08.2020 per la convalida dell’arresto e conseguente giudizio direttissimo e presumibilmente verrà sotto posto a misura cautelare che il pubblico ministero di turno della locale procura della repubblica, dott. Lorenzo Boscagli richiederà nei suoi confronti dato che il reo, anche lui come il precedente arrestato a luglio, possiede un
“curriculum” da scippatore seriale.




Prato, rapina al supermercato Coop in via Valentini: arrestato

Ieri sera i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Prato hanno tratto in arresto un 32enne romeno responsabile di una rapina impropria ai danni del supermercato COOP di via Valentini.
L’uomo, peraltro gravato da un foglio di via che gli vietava la presenza nel Comune di Prato, era entrato nel tardo pomeriggio nel supermercato impossessandosi di merce varie (soprattutto prodotti per la pulizia personale) prelevata dagli scaffali di vendita. Dopo averla occultata sulla persona aveva anche superato le casse senza pagarla quando un’addetta alla vigilanza, che già seguiva le sue mosse da alcuni minuti, lo ha fermato per poi accompagnarlo negli uffici di direzione.
Quando ha capito che erano stati chiamati i Carabinieri il romeno, per guadagnare la fuga e con essa l’impunità, non ha esitato ad aggredire con calci e pugni la stessa vigilante, uno dei capo reparto ed altri due impiegati del supermercato. La violenza utilizzata è stata tale che sia la guardia che il dirigente sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso
dell’ospedale di Prato.
Solo il successivo arrivo dei Carabinieri è riuscito a placare l’uomo che è stato così arrestato per rapina impropria, ma dovrà rispondere anche del reato di inottemperanza al foglio di via. Verrà giudicato con rito per direttissima.




Prato, spaccio sotto scacco: pusher in manette

Prosegue l’azione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Prato quotidianamente impegnati nel controllo del territorio finalizzato a garantire sicurezza e rispetto della legalità. E nel mirino dell’Arma c’è sempre la lotta alla droga. In tale contesto, un’altra importante attività è stata condotta dai militari della Tenenza di Montemurlo che hanno tratto in arresto un 36enne di origine marocchina ritenuto responsabile del
reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, lo stesso, sorpreso nei pressi di Via Costa, mentre cedeva una dose di cocaina ad un giovane pratese, alla vista dei militari, ha tentato di darsi alla fuga ma è stato raggiunto immediatamente dai militari. A seguito di perquisizione personale è stato trovato in possesso di ulteriori dosi. L’assuntore è stato segnalato alla Prefettura di Prato per i conseguenti provvedimenti amministrativi mentre lo stupefacente è stato sequestrato. L’arrestato è
stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Tenenza di Montemurlo a disposizione dell’Autorità giudiziaria pratese in attesa di rito direttissimo. Nella nottata, nel piazzale della Direttissima, sempre i militari della Tenenza di Montemurlo, nel corso di servizio di controllo del territorio, hanno rintracciato e tratto in arresto un cittadino di origine nigeriana 30enne resosi responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo stesso, sorpreso mentre nascondeva 8 involucri di marijuana dietro una siepe, è stato associato alla Dogaia. I militari del Nucleo Investigativo hanno arrestato uno spacciatore marocchino
sorpreso a spacciare nella zona di S. Giorgio a Colonica. Lo stesso, dopo aver attirato l’attenzione dei militari poiché si trovava all’interno dell’auto nascosto nei pressi di un canneto in via Campostino, è stato pedinato dai militari che lo hanno sorpreso subito dopo aver spacciato dosi di hashish e cocaina a due acquirenti pratesi.
L’arrestato è stato condotto nelle camere di sicurezza della Caserma carabinieri di Mezzana in attesa del rito direttissimo davanti l’autorità giudiziaria pratese. I risultati conseguiti rientrano nei servizi preventivi organizzati da parte dell’Arma di Prato che continueranno con incisività al fine di garantire ed una maggiore percezione di sicurezza ai cittadini.




Prato, scoperta piantagione di cannabis

Scoperta piantagione di cannabis, due arresti.
Prosegue l’azione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Prato quotidianamente impegnati nel controllo del territorio finalizzato a garantire sicurezza e rispetto della legalità. E nel mirino dell’Arma c’è sempre la lotta alla droga. In tale contesto, un’altra importante attività è stata condotta dai militari della Tenenza di Montemurlo che sabato sera hanno tratto in arresto due italiani di 47 e 52 anni ritenuti responsabili
del reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, molto probabilmente destinata ai giovani delle province di Prato e Pistoia in concomitanza con il rientro dalle vacanze estive ed il ritorno a scuola. L’indagine è iniziata qualche settimana fa quando i Carabinieri della Tenenza di Montemurlo, scandagliando gli ambienti degli assuntori di stupefacenti, hanno appreso la notizia di un presunto giro
di marijuana fai da te coltivata in larga scala nelle campagne tra Montemurlo e la limitrofa provincia di Pistoia. Nello specifico, i militari della Tenenza di Montemurlo, nel corso di un servizio mirato, hanno quindi sorpreso i due a coltivare una piantagione di canapa indiana in un terreno occultato nella fitta vegetazione nei pressi della strada Statale nel comune di Quarrata, composta da circa 10 piante in pieno stato vegetativo e pronte per la raccolta, di altezza variabile tra 2 e 3 metri nascoste all’interno di una serra. Entrambi gli arrestati sono stati sorpresi dai militari mentre innaffiavano le piante. Sul posto è stato rinvenuto tutto il materiale necessario per il confezionamento, la pesatura, la suddivisione delle dosi, la cura e l’irrigazione della piantagione. Nel corso della successive perquisizioni personali e domiciliari presso le abitazioni dei due, i militari hanno rinvenuto ulteriori foglie marijuana con svariate infiorescenze essiccate e marijuana già pronta per essere immessa sul mercato. I due arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni in attesa di comparire davanti all’autorità giudiziaria pistoiese.




Prato, controlli antidroga: scesi in campo “Batman e Becky”

PRATO – Serata di controlli a tappeto ieri da parte dei Carabinieri della Stazione di Iolo di Prato e del Nucleo Radiomobile, coadiuvati dalle unità cinofile cani “Batman” e “Becky”.

I controlli

Nel corso del servizio coordinato finalizzato alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno proceduto all’identificazione di una trentina di persone.

Segnalato quali assuntori un quarantenne nigeriano (pregiudicato e trovato in possesso di circa 6 grammi di marijuana), un trentenne suo connazionale, anche lui pregiudicato, (trovato in possesso di circa tre grammi della medesima sostanza), un ventenne italiano (trovato in possesso di circa quattro grammi di hashish) e denunciato in stato di libertà un trentenne marocchino, pregiudicato, per inosservanza dell’ordine del questore di Pistoia a lasciare lo stato. I controlli hanno interessato le aree circostanti la Stazione Centrale di Prato ed il Piazzale della Direttissima.

Il fiuto di Batman e Becky

Nelle pertinenze del chiosco-bar presente nei giardini davanti alla Stazione FS Centrale di Prato, sono stati rinvenuti dalle unità cinofile, occultati tra i tavolini, trenta grammi di marijuana suddivisa in dosi da circa cinque grammi l’una e pronte per lo spaccio. La sostanza è stata sequestrata a carico di ignoti.




Prato, in manette il re della contraffazione

PRATO – Finisce in carcere il re della contraffazione. I Carabinieri della Stazione di Prato hanno rintracciato e ammanettato un cittadino cinese, Z.Y. del 71, residente a Prato, pluripregiudicato, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal locale Tribunale, dovendo scontare una condanna ad anni due e mesi due di reclusione per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.

L’uomo, infatti, già trovato in possesso a Milano di oltre 15.000 pezzi contraffatti, veniva denunciato anche a Prato poiché deteneva in un magazzino del Macrolotto, ove lavoravano altri 10 connazionali, oltre 500.000 capi di abbigliamento delle marche più prestigiose contraffatti e 20.000mq di tessuto anch’esso contraffatto.
Nell’agosto dello scorso anno l’uomo era già finito in carcere poiché arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Prato, insieme a due nomadi sorpresi a bordo di un furgone all’uscita del casello autostradale di Prato est, all’interno del quale vi era una grande quantità di merce firmata risultata rubata poco prima a Montevarchi a clienti che erano andati a fare acquisti all’outlet The Mall.




Prato, l'appello della moglie dello scomparso Sergio Russo: "Andate in un' altra direzione con le indagini"

 
di Angelo Barraco
 
PRATO – Sono passati due anni dalla misteriosa scomparsa di Sergio Russo, un uomo di 51 anni che l’11 aprile del 2015 fa perdere le proprie tracce dalla propria abitazione, lasciando la moglie Fiorella e i figli Yuri e Gabriele  in un limbo di dolore e sconforto. Sono tanti i dubbi  che attanagliano la mente di una donna che dall’oggi al domani ha visto una quotidianità sgretolarsi lentamente davanti ai propri occhi e con essa anche le tante certezze costruite mattone dopo mattone. Due anni dopo quel giorno così lontano ma così presente nella vita di una famiglia in cerca di risposte concrete, Fiorella lancia un appello attraverso la sua pagina social affinché venga ascoltato e riceva delle riposte: “Due anni di lotte continue.  Non è giusto lasciare le famiglie così, se non si sta più bene in famiglia basta dirlo , così tutti possiamo e abbiamo la possibilità di andare avanti con la vita. Caro Sergio ti credevo un' uomo diverso, invece nn ci hai pensato un`attimo a fare tutto ciò ai nostri figli. Anche se il mio pensiero resta un' altro, cioè che quel maledetto giorno sia successo qualcosa, chissà in che guaio ti sei messo. Mi rivolgo come sempre alla Procura di Prato, andate in un' altra direzione con le indagini.
Non è giusto dire "ALLONTANAMENTO VOLONTARIO". Fino a prova contraria nessuno si deve permettere di dire questa parola!”. La scomparsa di Sergio Russo è stata affrontata  dalla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” che ha intervistato gli amici dell’uomo che hanno parlato del forte legame che aveva con i figli e che non li avrebbe mai abbandonati, motivo per cui i soggetti intervistati hanno avanzato eventuali ipotesi drastiche in merito alla scomparsa. La madre dell’uomo sostiene invece che la scomparsa sia stata premeditata. Emerge inoltre che nell’ultimo periodo la coppia stava vivendo un momento sereno e i rapporti erano notevolmente migliorati tanto che Sergio, il giorno prima di scomparire, aveva prenotato l’albergo per andare al giuramento del figlio più grande. L’ultima segnalazione di Sergio Russo risale a settembre del 2015, attraverso un messaggio anonimo su facebook.
 
L’avvistamento riguarda una persona molto somigliante a Sergio Russo avvistata in una comunità di meditazione e registrato con il nome di Romeo. Il dettaglio che ha colpito Fiorella riguarda il fatto che il marito utilizzava per l’email lo pseudonimo Romeo Sierra, ma le telefonate effettuate presso alcune comunità hanno dato esito negativo, l’attenzione alle comunità era dovuta al fatto che l’uomo, in passato, era stato in Scientalogy. Sergio era entusiasta per il giuramento del figlio e il giorno prima di sparire ha effettuato un bonifico per l’albergo dove avrebbero dovuto trascorrere quei momenti insieme. Il giorno della scomparsa ha avuto inoltre un colloquio di lavoro e nel primo pomeriggio è sceso nel suo laboratorio dove stava costruendo un drone. La moglie si è accorta che il marito non era in casa alle 15.30, ha provato a chiamarlo al cellulare ma risultava staccato. Gli inquirenti hanno localizzato il suo telefono ad Agliana. 
 
Noi intervistammo Fiorella il 21 Marzo e ha lanciato un appello per Sergio e per chi sa qualcosa in merito alla sua scomparsa: “Chi sa parli e che ci dia il modo anche a noi di vivere come forse lui sta facendo. Oramai siamo senza speranze,  se forse all' inizio si fossero degnati di cercarlo adesso non saremmo qui”. Un appello rivolto “a chi forse lo ha aiutato in questa cosa senza pensare che a casa ci sono due figli che aspettano sempre notizie del padre. Se magari lui sta bene, che faccia stare bene anche i nostri  figli dandogli la possibilità di stare sereni “
 
Fiorella è sostenuta dall’Associazione Penelope Toscana con gli Avvocati Nicodemo Gentile e Daica Rometta, noi abbiamo parlato con l’Avvocato Rometta che ci ha riferito che “E’ tutto in fase di indagine. Noi abbiamo depositato diversi mesi fa l’ultima memoria, c’è da approfondire la pista della Romania relativa a dei passaggi su facebook che sono stati attenzionati dal Pubblico Ministero, è stata richiesta anche una rogatoria internazionale però è tutto ancora in fase d’indagine”. Dov’è l’imprenditore Sergio Russo? Si tratta di una scomparsa volontaria o c’è dell’altro? Ricordiamo che l’uomo aveva 51 anni al momento della scomparsa e quell’11 aprile del 2015 indossava un giubbotto rosso mattone senza maniche, pantaloni tipo militare, una t-shirt grigia e delle scarpe sportiva.  



Omicidio Varani, il Pm: 30 anni per Foffo e processo a Prato

 

ROMA – Trenta anni di reclusione per Manuel Foffo e la sollecitazione del rinvio a giudizio per Marco Prato, accusati di avere massacrato e ucciso Luca Varani nel corso di un festino a base di droga in un appartamento al Collatino, alla periferia di Roma, avvenuto il 4 marzo 2016. Sono queste le richieste del pm Francesco Scavo nell'ambito del processo con rito abbreviato per il primo e con rito ordinario per il secondo.

L'accusa per i due è di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Secondo Scavo, quello del Collatino fu un massacro pianificato in modo lucido. La scelta della vittima fatta dopo una sorta di macabro 'casting'.

Gia' nell'atto di chiusura indagini, la Procura aveva di fatto ricostruito l'intera vicenda ritagliando un ruolo "paritario" ai due nell'omicidio. Alla vittima vennero inferti 100 colpi, fu sottoposto a torture e sevizie per due ore. Manuel Foffo ha dichiarato di aver filmato la povera vittima agonizzante a terra.

 

tabella PRECEDENTI: 

Omicidio Luca Varani, ucciso con 100 colpi: tracce di Prato e Foffo sui coltelli

OMICIDIO LUCA VARANI: RESTA IN CARCERE MARCO PRATO

OMICIDIO A ROMA: ABBRACCIATI DOPO AVER MASSACRATO E UCCISO LUCA VARANI




Prato, blitz in un'azienda tessile cinese: macchine da cucire rubate

 

Redazione


PRATO – Nella mattinata di ieri, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Prato, con l’ausilio della Squadra Investigativa della Polizia Municipale, hanno fatto irruzione in un capannone adibito a ditta tessile in via di Nebbiaia (Tavola). L’operazione è stata condotta in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla dott.ssa CANOVAI della Procura di Procura di Prato che coordina le indagini. L’attività investigativa è iniziata la scorsa estate, a seguito di diversi arresti di cittadini cinesi per furto in ditte tessili. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno accertato l’esistenza di un fenomeno diffuso nell’ambiente tessile gestito da cittadini orientali, ossia il furto, quasi sistematico, di macchinari da cucire all’interno di ditte sottoposte a fermo produttivo per irregolarità, fermo che si estrinseca con il sequestro dei macchinari da cucire con contestuale affidamento, per motivi logistici, allo stesso titolare. Da qui l’anomalia riscontrata, ossia il furto dei macchinari da cucire che normalmente avveniva nei giorni successivi al sequestro. Gli investigatori ipotizzano che, in alcuni casi, sia stato lo stesso titolare ad organizzare il furto dei macchinari per poi riottenerli e riaprire una nuova ditta tessile, con altro prestanome, in un diverso capannone. Dopo alcuni accertamenti i carabinieri hanno individuato il deposito temporaneo dei macchinari, sottoponendo lo stabile a perquisizione.
Nel capannone in via di Nebbiaia era presente una ditta tessile ma al momento priva di operaia e, nascoste in un magazzino sotto alcune coperte, sono stati trovate 32 macchine da cucire per uso industriale. I carabinieri e la Polizia Municipale stanno verificando le matricole delle macchine per accertare la loro provenienza e se, come si ipotizza, siano state sequestrate in altri controlli ad aziende tessili. Verifica non sempre semplice perché alcune matricole sono state rimosse. Nel frattempo i carabinieri hanno denunciato per ricettazione la titolare dell’azienda, S.F. cinese di 46 anni. Infatti la donna non ha fornito alcuna giustificazione valida circa la presenza di tutti quei macchinari, non ha esibito le fatture di acquisto, né appare credibile l’ipotesi che quei macchinari servissero per lavorare, visto che l’azienda è ferma e comunque conta solo 4 operai.




Omicidio Luca Varani, ucciso con 100 colpi: tracce di Prato e Foffo sui coltelli

Redazione

ROMA – Appartengono sia a Marco Prato che a Manuel Foffo le tracce biologiche trovate dal perito del gip sugli oggetti utilizzati dai due per massacrare il giovane Luca Varani. Stando a quanto emerso il tecnico incaricato dal giudice di svolgere gli accertamenti, ha riscontrato elementi biologici riconducibili a Prato e Foffo su almeno due coltelli e su un martello. Utensili utilizzati come armi per uccidere il ventisettenne Varani, lo scorso 4 marzo, in un appartamento di via Igino Giordani. Sono cento le lesioni riscontrate dal medico legale sul corpo di Luca Varani. Stando a quanto emerso dall’autopsia, il ventisettenne sarebbe morto dissanguato, a causa delle ferite infertegli da Manuel Foffo e Marco Prato, i due amici accusati di omicidio dalla procura di Roma. In particolare, Varani, è stato colpito con circa 20 martellate al capo e alla bocca, mentre sono almeno trenta le ferite da coltello -ne sono stati utilizzati due, uno dei quali del tipo che si usa per affettare il pane- inferte non per uccidere ma per provocare dolore al ragazzo. Nuovo sopralluogo nell’appartamento di via Igino Giordani. Al sopralluogo parteciperanno, oltre al pm Fracesco Scavo e ai carabinieri del comando provinciale e del Ris, anche i difensori di Marco Prato e Manuel Foffo, i due amici accusati dell’omicidio di Varani. Nell’occasione, tra l’altro, verrà acquisito il computer di Foffo, proprietario dell’appartamento. A breve, inoltre, un altro sopralluogo verrà effettuato nella stanza d’albergo in cui Prato aveva trascorso le ore successive all’omicidio, in zona piazza Bologna. Sarebbero andate avanti per almeno trenta minuti le sevizie nei confronti di Luca Varani. Stando a quanto emerso dall’autopsia sul corpo di Varani, le ferite potrebbero essere state inferte da Marco Prato e Manuel Foffo anche anche nell’arco di due ore. In particolare le lesioni riscontrate sono concentrate sul tronco, sul capo e sul viso della vittima. Varani, sempre secondo le risultanze degli accertamenti medico-legali, non sarebbe stato in grado reagire all’aggressione che stava subendo, e non ha potuto opporre alcun tipo di resistenza.




PRATO: RINVENUTO CADAVERE CON VOLTO COMPLETAMENTE SFIGURATO, E' MISTERO

di A.B.
 
Prato – Il cadavere di un uomo con il volto completamente sfigurato è stato rinvenuto a Prato, nei giardini di Via Del Campaccio, poco distante dalla Chinatown. Il cadavere è stato rinvenuto alle 4 di questa mattina e si trovava sotto un gazebo, per terra, vicino a dei tavolini da picnic. Il cadavere è di un uomo di circa 60 anni, nordafricano. Sul posto è giunto il 118, gli inquirenti e gli esperti della scientifica per i rilievi. Il cadavere è stato poi portato all’obitorio, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli inquirenti non escludono nessuna pista, le indagini sono in corso.