FIUMICINO, PORTO TURISTICO. BONELLI (VERDI): REGIONE SI COSTITUISCA PARTE CIVILE

Redazione

Fiumicino (RM) – "Materiali scadenti, opere sovrastimate rispetto ai costi reali e resistenza nulla alle mareggiate, il tutto condito da una concessione demaniale marittima di 90 anni. Ecco gli ingredienti che rendevano il Porto turistico di Fiumicino un'opera strategica solo ed esclusivamente per l'ennesima cricca". Lo afferma il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Come abbiamo più volte denunciato il porto turistico di Fiumicino era un'opera inutile e dannosa a poche centinaia di metri da un'altro porto turistico che avrebbe aggravato la situazione idrogeologica di una zona come quella dell'estuario del Tevere, già compromessa che avrebbe avuto bisogno di una bonifica e non di altro cemento".

"Un affare lucroso che avrebbe permesso un guadagno netto di 300 milioni di euro – la stessa cifra necessaria per la cura dei malati di Sla – su una commessa di 400, senza alcun controllo e senza gare d'appalto che è stato stroncato solo grazie all'intervento della magistratura – continua il leader ecologista -. Ora che si è scoperchiata la pentola di Fiumicino ci chiediamo quante sono in Italia le opere 'urgenti e indifferibili' realizzate con la stessa logica".

"E' doveroso, in un momento di crisi economica come quella di oggi, che le istituzioni avviino un controllo capillare di tutte le opere pubbliche e chiediamo che la Regione Lazio si costituisca come parte civile contro questa 'cricca' – conclude Bonelli -. Si proceda immediatamente all'annullamento dell'opera e al ripristino della costa di Fiumicino al più presto che non può essere l'ennesima cattedrale incompiuta e degradata".

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Fiumicino (RM) – “Lo diciamo fin dalla posa della prima pietra: il porto turistico di Fiumicino è un’opera inutile, invasiva rispetto all’ambiente e uno spreco di denaro. Una delle grandi opere di tipo speculativo che l’autorità del bacino del Tevere aveva dichiarato a elevato rischio idrogeologico, secondo quanto confermato anche da Legambiente e dal comitato Fiumicino resiste che ha avviato da subito una mobilitazione”. E’ quanto affermano Fabio Alberti, portavoce della Federazione della Sinistra di Roma e Massimo Santi, segretario Prc Fiumicino.

“Il sequestro del cantiere, per carenze strutturali e problemi di stabilità e sicurezza nell'intera opera che ha un valore stimato di circa 400 milioni di euro, è la prova provata di un sistema marcio che spesso si nasconde dietro la realizzazione di opere monumentali che niente hanno a che fare con lo sviluppo delle città   – afferma Santi – Per Fiumicino noi vogliamo altro: chiediamo in primo luogo una moratoria sulle grandi opere, una ridefinizione in termini partecipati di tutti gli interventi previsti, a partire dal raddoppio dell’aeroporto, e un modello di crescita basato sull’arte, sulla cultura e sulla tutela dei beni comuni”.

Francesco Caltagirone – conclude Alberti – non è nuovo a vicende di questo tipo. Già in passato è stato indagato e addirittura arrestato per un altro porto turistico, quello di Imperia. E’ giunto il momento, per Roma, di cambiare registro. E’ giunto il momento di liberare la città da quei poteri forti che in determinati ambienti politici hanno trovato terreno fertile”. 


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