Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile.
Chiara Rai
Roma – L’elettorato sta diventando schizzofrenico. Berlusconi ha costretto Monti a scendere a valle e una risalita sarà davvero difficile. Perché Monti rimane nell’opinione popolare e nei fatti un uomo che ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie italiane e se a Natale ci sarà meno ciborio e la cedola dell’Imu pagata sotto l’albero lo dobbiamo al professore e alla maggioranza in Parlamento che finora gli hanno dato fiducia.
Monti era quel super Mario che avrebbe dovuto regalare i conti corrente ai pensionati, ma i nonni ai voglia a cercarli, ciò che hanno trovato sono solo interessi e hanno dovuto indossare le tute da super eroi per sostenere i propri figli, approvvigionare i nipoti, insomma i nonni si sono sostituiti al tecnico che come Robin Hood avrebbe dovuto riequilibrare gli averi, ma invece, d’accordo con compagnia bella, ha fatto piazza pulita di moneta corrente e di posti lavoro con la sola pietà della Fornero che si è ripresa dalla commozione quando ha definito i giovani disoccupati “choosy”.
Lei il solco sul viso ce l’ha per quante volte ha pronunciato simili sproloqui ma al ceto medio le rughe sono venute per l’impossibilità di arrivare alla metà del mese. Ma ora davanti agli occhi di chi neppure oggi che è domenica riuscirà a meritarsi un pasto decente o di quegli imprenditori che in questo momento stanno togliendo la targa made in Italy e abbassando le saracinesche il quadro politico è cristallino.
Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile. Nel centrosinistra non si è voluto guardare al rinnovamento, ha vinto l’usato che non definirei sicuro e per Berlusconi è stata una festa più eccitante di quelle in Costa Smeralda. Le primarie sono state una sorta di libro cuore le cui pagine hanno fomentato un disegno già scritto da quando ha concesso in comodato la poltrona a Monti e come un fidanzatino ha detto all’Italia: vi lascio affogare nello spred e quando sarete saturi e avrete attribuito a Monti il peggio della eredità gestionale politica, ritorno.
Berlusconi sa che contro Bersani ha già vinto una volta e l’Italiano con il cappio al collo tra un Berlusconi che probabilmente ricomincerà con la politica della detassazione e un Bersani che vuole lasciarci con 50 euro in tasca e una carta di credito vuota per pagare tutto, sceglierà il male minore.
Bersani non vuole illudere nessuno, ma in questo momento c’è davvero bisogno di altri annunci forneriani? Tanto si vive alla giornata e sicuramente l’ultima cosa che passa in testa ai comuni mortali martoriati dalle tasse, è di fare bella figura con l’Europa.
Ci si è stufati di ammiccare alla Merkel, visti i nefasti esiti. La fame è l’oblio del marcio, dei bunga bunga, dei siluri che abbiamo incassato. Probabilmente finiremo nei Casini che sa usare bene il verbo e sa vendersi più delle migliori maitresse sul mercato. I centristi moralizzatori, che in queste ore oscillano come un pendolo impazzito, appena Monti si farà venire qualche febbre da cavallo saranno pronti a farsi contagiare con ancora la mano tesa per stringere l’accordo con Pierluigi che rimarrà con qualche proverbio in più da dire e il buon Vendola che gli ricorda di parlare come un uomo di sinistra.
E allora ci si tappa il naso, si stringe un fazzoletto tra i denti e la puntura indolore la farà proprio il Cavaliere che non appena ha deciso che la punizione era finita ha invertito la rotta e dato un calcio nel deretano al tecnico, come un puparo farebbe col suo burattino.
E il professore, che non ha messo le mani nella cioccolata ma che non ha saputo neppure preparare un antidoto adeguato, ha voluto recitare questa parte fino in fondo restituendo la parola a chi di spot pubblicitari se ne intende.
Ma se c’è qualcuno che in televisione sa dare il meglio di sé c’è un diktat che naviga su rete che non si lascerà scappare l’occasione di dominare facendo governare chi decide lui. Le sue pedine le muove come vuole perché è vero che tutto è discusso e condiviso su rete ma tra il mondo virtuale e la realtà di un comico che riempie le piazze c’è una oceanica differenza: perché è lui che attraversa lo stretto a nuoto e non lo fa fare al nuovo che avanza? Perché alla fine, quando si è cliccato e dato la preferenza e detta la propria c’è sempre un solo uomo che decide?
L’alternativa allo “psiconano” è uno “psicocomico” che vuole intascarsi gli Italiani e per una volta ridere lui anziché far sorridere gli altri.
Allora, a questo punto verrebbe voglia di fare un bel disegnino sulle schede elettorali piuttosto che metterci “un estraneo in casa”.
Ma l’astenzionismo è il vero nemico e non dobbiamo permettere che s’impossessi di noi poveri disgraziati. Se questo è lo scenario politico che ci ritroviamo davanti, bene che vada siamo rovinati.
E dovremmo decidere: o si continua con l’autoflagellazione e o ci si illude che salendo sul barcone verso l’isola che non c'e', si riuscirà a raschiare una romanella in più sulla tavola che riuscirà a farci vedere il bicchiere mezzo pieno. Del resto domani è un altro giorno.