Pensioni, Inps: 7 su dieci sotto i mille euro

Il tasso di disoccupazione non scende, i giovani sotto i 30 se trovano lavoro ci riescono attraverso dei contratti a 6 mesi, 4 italiani su 10 è a rischio povertà assoluta ed infine, la notizia di poche ore fa: in Italia 7 pensioni su 10 sotto la soglia dei mille euro.

Il tempo passa e la situazione economica del paese, attraverso i dati più volte pubblicati, non trova via d’uscita

Lo scorso primo gennaio il 70,8% delle pensioni erogate per il settore privato, 12,8 milioni di assegni, sono infatti state inferiori a 1.000 euro. E’ quanto documenta l’Inps nel suo osservatorio sulle pensioni, rilevando che per le donne la percentuale è decisamente inferiore arrivando all’86,6%. Nel complesso al primo gennaio 2018 le pensioni erogate erano 17.886.623 con un calo di circa 143 mila unità rispetto a inizio 2017: di queste 13.979.136 erano di natura previdenziale, mentre le rimanenti 3.907.487 sono di natura assistenziale. La spesa complessiva annua risulta pari a 200,5 miliardi di euro (di cui 179,6 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali): un dato, spiega l’Istituto, ottenuto moltiplicando per 13 mensilità (12 nel caso delle indennità di accompagnamento) il valore dell’importo mensile di gennaio. Per quanto riguarda le pensioni liquidate, nel 2017 sono state 1.112.163 per il settore privato: di queste poco meno della metà (553.105, pari al 49,7%) erano di natura assistenziale (507.177 per gli invalidi civili e 45.928 assegni sociali). L’Inps sottolinea come gli importi annualizzati, stanziati per le nuove liquidate del 2017, ammontano a 10,8 miliardi di euro, un valore che rappresenta circa il 5,4% dell’importo complessivo annuo in pagamento allo scorso primo gennaio. Le nuove pensioni erogate ai dipendenti privati sono state 335.246, il 30,1% del totale, per un importo annualizzato di 5,44 miliardi (il 50,2% del totale). Le nuove prestazioni erogate agli autonomi sono state invece 215.439. Le pensioni liquidate nelle altre gestioni e assicurazioni facoltative sono state 8.373. Oltre la metà delle pensioni – spiega l’Inps – è in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (95,6%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 48,2% del complesso delle pensioni erogate e il 61,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi elargiscono il 27,5% delle pensioni per un importo in pagamento del 23,9% mentre le gestioni assistenziali erogano il 21,8% delle prestazioni con un importo in pagamento di poco superiore al 10,4% del totale.

Marco Staffiero




PENSIONI, COMELLINI (PDM): PER SALVARE AUSILIARIA GENERALI LA FORNERO AUMENTA I REQUISITI PER LA TRUPPA

"Mentre il militare di truppa e il poliziotto che rischia la vita sulle strade dovrà fare i conti con l'aumento dell'età anagrafica e degli anni di servizio che dal 2013 gli permetteranno di andare in pensione, per il "generale", anche quelli che amano farsi servire tartine e champagne, il periodo trascorso nella posizione di ausiliaria è valido ai fini del calcolo della pensione e della buoniscita e questo significa che rispetto a un altro dirigente generale dello Stato, "civile", quello con le stellette avrà una liquidazione e una pensione molto maggiori."

 

Redazione

Roma – "Il personale dei comparti Difesa e Sicurezza e del Soccorso pubblico andra in pensione molto più tardi e se lo schema di decreto di armonizzazione del sistema pensionistico approvato il 26 ottobre dal Governo è quello già pubblicato nei giorni scorsi dal sito web www.forzearmate.org, allora è chiaro che la "manovra" è stata fin dall'inizio finalizzata a salvare l'ennesimo privilegio della casta dei generali delle Forze armate: "l'ausiliaria". – Dichiara in una nota Luca Marco Comellini Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – Eppure nella versione del provvedimento ipotizzata dal Governo prima della pausa estiva – prosegue la nota – era stata inserita una norma ad och sull'Ausiliaria, tesa a ridurla e poi dal 2018 a cancellarla definitivamente, che ora è scomparsa. Basta leggerne le allegate tabelle economiche per rendersi conto che l'unico modo per salvare questo odioso privilegio di cui godono i generali delle Forze armate, il cui costo è di 356 milioni di euro all'anno, che il Governo tecnico del rigore e dell'equità è riuscito a trovare e stato quello di aumentare sensibilmente i requisiti per l'accesso alla pensione per i militari, i poliziotti e i vigili del fuoco recuperando così, a regime, risparmi per 397 milioni di euro all'anno.

Mentre il militare di truppa e il poliziotto che rischia la vita sulle strade dovrà fare i conti con l'aumento dell'età anagrafica e degli anni di servizio che dal 2013 gli permetteranno di andare in pensione, per il "generale", anche quelli che amano farsi servire tartine e champagne, il periodo trascorso nella posizione di ausiliaria è valido ai fini del calcolo della pensione e della buoniscita e questo significa che rispetto a un altro dirigente generale dello Stato, "civile", quello con le stellette avrà una liquidazione e una pensione molto maggiori.

– Comellini conclude – Se questa è la soluzione per affrontare la crisi economica, e anche in vista dell'approvazione della revisione dello strumento militare che taglierà circa 30mila militari, mi domando a cosa serva tenere "a disposizione" dell'amministrazione per ulteriori 5 anni dopo la cessazione del servizio – pagandoli profumatamente – dei vecchi generali che, invece, potrebbero tranquillamente godersi la già ricca pensione e dedicarsi alle bocciofile o all'affetto dei nipoti."

tabella PRECEDENTI:

21/09/2012 PENSIONI, COMELLINI (PDM): FORNERO SALVA L'AUSILIARIA DEI GENERALI ? SPERO SIA SOLO UNA SVISTA.