Riconoscimento titoli universitari: firmato accordo tra Repubblica italiana e Santa sede

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e il prefetto della Congregazione vaticana per l’Educazione Cattolica, il cardinale Giuseppe Versaldi, hanno firmato ieri, al Miur, l’accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti nelle Istituzioni della formazione superiore dell’Italia e della Santa Sede.

Sino a questo momento i soli titoli di “Teologia e Sacra scrittura” erano gli unici pienamente riconosciuti dalla Repubblica Italiana, il cui riconoscimento avveniva con un apposito decreto emanato dal MIUR. Restavano fuori altri titoli delle Istituzioni Universitarie della Santa Sede che avevano per alcuni Atenei diritto alla riconoscibilità secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Lisbona mentre altri consideravano soltanto riconoscibili quelli previsti dal Concordato.

Da oggi non sarà più così. Infatti al MIUR è stato firmato un accordo fra Repubblica Italiana e Santa Sede per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti nelle Istituzioni della formazione superiore dell’Italia e della Santa Sede. L’accordo è stato siglato dal Ministro Marco Bussetti e il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Cardinale Giuseppe Versaldi.

L’intesa arriva nel novantesimo anniversario dei Patti Lateranensi come ha sottolineato il Ministro Bussetti che ha dichiarato: “siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto e voglio ringraziare sentitamente il Cardinale Giuseppe Versaldi per la collaborazione e il lavoro congiunto. Si tratta di un accordo molto atteso, storico, che sottoscriviamo in coincidenza con il novantesimo anniversario dei Patti Lateranensi”.

Il passo che compiamo oggi – ha proseguito il Ministro – segna un ulteriore avanzamento rispetto alla revisione del Concordato del 1984, quando si decise di riconoscere i titoli di studio nella materie ecclesiastiche. La collaborazione tra lo Stato Italiano e il Vaticano è prassi consolidata da decenni ed è proseguita in modo costante e proficuo nel tempo”.

Il Cardinale Giuseppe Versaldi si è detto particolarmente felice della firma fra Repubblica Italiana e Santa Sede ed ha dichiarato che con esso “si dà risposta a una domanda discussa per tanti anni nello spirito della Convenzione di Lisbona e del Processo di Bologna. In continuità con il Concordato tra i due Stati – ha aggiunto Versaldi – sottoscritto nel 1929 e confermato con l’Accordo di revisione del 1984, il presente Accordo viene a facilitare le procedure di riconoscimento anche dei titoli accademici non concordatari onde completare, alle condizioni precisate, il quadro giuridico delle relazioni tra i sistemi formativi dei due Stati e permettere anche agli studenti la prosecuzione degli studi nell’uno o nell’altro sistema”.

“L’accordo – si legge in un comunicato del MIUR – prevede il riconoscimento di tutti i titoli universitari rilasciati dalla Santa Sede, così come avviene per qualsiasi altro Stato sovrano, in base ai principi della Convenzione di Lisbona che stabilisce, appunto, il riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea. La procedura si svolgerà materialmente attraverso gli Atenei che valuteranno i titoli e provvederanno al loro riconoscimento”.




MONTI BIS, LA “CRESCITA” TANTO PALESATA E’ SOLO UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE: UNA VOLTA CHIUSE NEL SACCO NON HANNO POSSIBILITA' DI SOPRAVVIVERE

Ninnj Di Stefano Busà

Coi Patti Lateranensi Mussolini firmava un accordo bilaterale tra i due Colossi di allora: Stato Italiano e Stato del Vaticano. Oggi lo Stato del Vaticano è ancora notevolmente saldo, lo Stato italiano è quasi disintegrato dal mal governo e dall’inerzia di un esecutore testamentario che ne sta realizzando il Rigor Montis attraverso una figura di “salvataggio” dissennata e insipiente.

Di formazione gesuita e apparentemente uomo della Chiesa, Monti risulta cattolico praticante, a chi si può ispirare secondo voi, il promotore di una così franante e defraudante legislatura tecnocratica? Un ibrido tra tecnicimo travestito da pastoie europeistiche di stampo socialpolitic, condiscendente con i poteri forti e le manie di grandezza e di superiorità di un euromoneta di stampo marcatamente merkeliano che sta per distruggere vari Paesi dell’area deputata a questa valuta, ma soprattutto gli stati membri costituenti meno forti, meno agguerriti e meno protetti dell’intero establishment UE.
Salvaguardare le Banche è stato l’obiettivo di Monti sin dal suo primo esordio in politica. In realtà ha salvaguardato il destino dei potenti, ha dato man forte alla parte che più si distingue per accaparramenti economico/finanziarie e speculazioni monetarie, “fenomeno” degenerativo maligno che oggi  viene denominato < spread > e che fa tremare le vene dei polsi delle nazioni aderenti al Mercato Comune. L’uomo della Provvidenza? Ha registrato al suo apparire il più alto gradimento mai tributato ad un uomo di governo, deteneva il 60% dei simpatizzanti, ora risolto in un 10-15% di “manutencoli” che gli tirano la giacchetta pur di andare o restare in Parlamento, perché senza di lui rischierebbero di non rientrare nella quota prevista per essere eletti.

Ecco cosa ha prodotto Monti: Disoccupazione, aumento delle tasse, tagli indiscriminati alla sanità, alla scuola, un riforma dell’articolo 18 della legge sul lavoro iniqua e feroce che ha ridotto sul lastrico migliaia di famiglie, portato allo sbando parecchie migliaia di esodati e ci ha regalato una supertassa esorbitante, a sua immagine e somiglianza, che è andata a soddisfare la gola profonda di Banche, contrariamente alla sua affermazione infausta di voler  diminuire il debito pubblico (che invece è ulteriormente aumentato).

Ecco cosa non ha prodotto: Equità, (neppure l’ombra, poiché non sa dove stia di casa…) liberalizzazioni zero, crescita del lavoro e occupazione zero, strutture e riforme zero, tagli alla politica zero, lotta agli sprechi zero, alle caste, (neppure un euro sottratto a privilegi esorbitanti, a pensioni e vitalizi fuori controllo, indegni di un paese civile; miglioramenti di nessun tipo, agevolazioni fiscali 0, incremento industriale, creditizio zero.

Ci ha elargito a piene mani invece una IMU strabiliante che gli gioverà per essere menzionato nella storia del fisco come l’esattore più disciplinato e preparato di tutti i tempi.

Il suo apparato di rigidità ha provocato la caduta ulteriore del PIL (prodotto interno lordo) che è andato ai minimi storici. Ora per farsi eleggere blatera di “crescita” affermando che è il suo 2° traguardo, (ce ne guardi Iddio!). Ma a questo punto crediamo tutti che il professore non abbia chiaro neppure il significato del termine, “crescita” per lui è solo crescere in tasse. “A buon intenditor poche parole” dice un vecchio detto…e noi l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Le sue manovre e le sue mire politiche ora sono sotto gli occhi di tutti, unirsi al centro per indebolire i due poli e andare spedito di nuovo alla guida del paese, ma questa volta ci auguriamo davvero che gli italiani lo mandino a casa sua per sempre, a fare lì i conti della spesa. Non è tipo da salvare l’Italia. E lo abbiamo abbondantemente capito. Perlomeno si spera… ardentemente, ne andrebbe della sopravvivenza degli italiani che sarebbero ulteriormente schiacciati, con una guida al governo di quel genere.