Caro Pasqua, prezzi alle stelle per colombe e uova

Complice l’impennata dei prezzi delle materie prime e il caro-energia, i listini di colombe pasquali e uova di cioccolato sono letteralmente schizzati alle stelle, con supermercati e negozi che hanno applicato sensibili rincari per tali prodotti tipici della Pasqua.

Lo denuncia il Codacons, che ha messo a confronto i listini del 2022 con quelli praticati oggi, scoprendo che gli aumenti dei prezzi in alcuni casi superano addirittura il 70%.

“Il prodotto che registra i rincari più pesanti è senza dubbio la colomba. – analizza il Codacons – L’aumento medio rispetto lo scorso anno è infatti del +31,8%, con punte del +73,6% in alcuni supermercati per quella classica. Per le colombe farcite (limone, cioccolato, pistacchio, ecc.) gli aumenti variano da un minimo del 20,7% a un massimo del 60,8%.

Ad esempio per le colombe industriali di fascia bassa, il prezzo passa in una nota catena di ipermercati dai 2,39 euro del 2022 (la confezione da 750 gr) agli attuali 2,99 euro, con un aumento del +25%. In un’altra catena di supermercati la colomba da 1kg sale dai 4,98 euro dello scorso anno agli attuali 7,90 euro, con un rincaro del +58,6%. Il ramo di Pasqua di cioccolato di una nota marca dolciaria (da 750 gr) aumenta invece di quasi il 61%, passando dai 4,29 euro dello scorso anno agli attuali 6,90 euro”, spiega il Codacons. 




PASQUA INDAGINE COLDIRETTI: SPESO 1 MLD A TAVOLA, AGNELLO PER 4 SU 10

Redazione
Pasqua / Coldiretti
– Nonostante il calo dei consumi l’alimento piu’ rappresentativo della tradizione pasquale resta la carne d’agnello servita in tavola di quattro italiani su dieci (41 per cento) nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato, anche se non sono mancati menu vegetariani. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sul rispetto delle tradizioni sulla tavola della Pasqua 2014, con la stragrande maggioranza del 79 per cento degli italiani che ha optato per il pranzo casalingo a casa propria o in quella di parenti e amici ma senza allontanarsi dalla propria città. Il risultato è che quest’anno la spesa complessiva delle famiglie italiane per il menu di Pasqua è scesa – stima la Coldiretti – sotto il miliardo di euro anche per la stagnazione dei prezzi di vendita rispetto allo scorso anno provocata dalla crisi.
 
Nel periodo pasquale – informa la Coldiretti – si acquista la maggior parte del circa un chilo di carne di agnello che è in media è consumato in un anno da ogni italiano con la salvaguardia di questa tradizione che garantisce il futuro della pastorizia in Italia dove è scomparso quasi un gregge di pecore su tre negli ultimi dieci anni. Ben il 10 per cento di chi ha acquistato la carne di agnello – precisa la Coldiretti – si è rivolto direttamente all’allevatore, il 28 per cento si è assicurato comunque di portare in tavola prodotto italiano mentre solo il 4 per cento non ha guardato all’origine nazionale. La mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza fortemente richiesto dalla Coldiretti favorisce tuttavia comportamenti scorretti come dimostra il consistente flusso delle importazioni dall’estero. Le festività pasquali rappresentano dunque l'occasione – sottolinea la Coldiretti – per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l'abbacchio alla scottadito) con l'effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio. Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori italiani si sono mantenuti sugli stessi livelli del periodo pasquale dello scorso anno, in media sui 4,5 euro al chilo per un agnello di 14/16 chili ed al consumo i listini delle carni ovine e caprine a marzo sono addirittura scesi dello 0,3 per cento su base congiunturale ed i prezzi – continua la Coldiretti – si sono aggirati, nella media nazionale tra i 10 e i 15 euro al chilo.
 
Piu’ gettonate del solito sono state quest’anno – sottolinea la Coldiretti – le economiche uova utilizzate nei diversi i piatti tipici regionali che da nord a sud attraversano l'intero Paese come per esempio gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio. Se in Romagna sono di rigore i passatelli in Molise è l'insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia – continua la Coldiretti – il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello. E tra i dolci al primo posto  l'immancabile pastiera napoletana che batte la colomba mentre seguono da vicino la pizza di Pasqua e la treccia pasquale.
 
Si tratta – continua la Coldiretti – di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano. In Friuli Venezia Giulia – precisa la Coldiretti – è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d'arancio. E ancora in Calabria – continua la Coldiretti – si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l'età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi.
 
Sapori diversi da quelli delle proprie tradizioni hanno scelto invece di gustare – sottolinea la Coldiretti – gli oltre 4,1 milioni gli italiani in vacanza in Italia e all’estero nella Pasqua 2014 che fa segnare una ripresa del turismo, con un aumento stimato pari al 5 per cento rispetto allo scorso anno. Tra questi – continua la Coldiretti – sono 2,6 milioni quelli che hanno scelto di restare all’interno dei confini nazionali che prevalgono sul milione e mezzo di italiani che hanno invece preferito mete all’estero. Particolarmente gettonati gli agriturismi dove, secondo Terranostra/Coldiretti, sono circa duecentocinquantamila gli ospiti  a tavola il giorno di Pasqua.
 




PASQUA 2013: LA PIU' CASALINGA DEGLI ULTIMI ANNI

A.C.

Con l’84% delle famiglie che è rimasta tra le mura domestiche, la Pasqua 2013 si è classificata come la piu’ casalinga degli ultimi anni per effetto della crisi e del mal tempo che hanno tagliato le partenze ma anche la spesa per imbandire la tavola che scende al livello piu’ basso dell’ultimo secolo a 1,1 miliardi (-10%).
E’ quanto stima la Coldiretti nel tracciare il bilancio di una Pasqua che ha visto solo 3,4 milioni di famiglie in vacanza, mentre erano 4 milioni nel 2012 e addirittura 4,5 milioni nel 2011.

Sono restate a casa quasi 18 milioni di famiglie (solo 1,6 milioni hanno scelto il ristorante) dove si è registrato un significativo ritorno ai fornelli come dimostra – sottolinea la Coldiretti – l’aumento degli acquisti di ingredienti base come uova, burro, farina e zucchero a fronte di una riduzione di tutti i prodotti pasquali piu’ tradizionali come le uova di cioccolato (-7%) e colombe (-8%), salumi (-5%) e pesce (-13%). Anche se in calo, il piu’ gettonato nei menu di Pasqua è stato l’agnello, presente quest’anno nella metà delle famiglie italiane (48%), secondo un sondaggio Coldiretti on line, accompagnato dalle uova consumate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali ma anche sode o dipinte a mano per abbellire le case.

Il pranzo di Pasqua è l’occasione per riscoprire da nord a sud i diversi i piatti tipici regionali come per esempio gli gnocchi filanti e il capretto langarolo in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio e l'immancabile coratella di abbacchio con i carciofi romaneschi per pranzo. Se in Romagna ci sono i passatelli in Molise è di rigore l'insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia – rileva la Coldiretti – il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello.