Ecco cosa succede nel Partito Democratico: intervista a Ileana Piazzoni

C.R.

Dopo il discorso di Matteo Renzi, giudicato dalla sinistra troppo duro, la strada sembra segnata verso un Pd sempre più diviso. Sul tema abbiamo voluto intervistare il Deputato Pd Ileana Piazzoni.  

Onorevole Piazzoni, cosa sta succedendo nel Partito Democratico?
Siamo all’epilogo di una divisione che ha caratterizzato il Partito da tre anni a questa parte. E’ chiaro che la questione della data del congresso è solo un pretesto, altrimenti potremmo essere di fronte a un’aggravante per futili motivi. In realtà, il tema vero è che non si è trovata in questi anni una modalità di sintesi, con una minoranza che si è divisa dalla maggioranza sull'economia, sul lavoro, sulla scuola, sulla legge elettorale, sulla riforma costituzionale. A mio modo di vedere, il più delle volte non per una sostanziale differenza di merito, ma per un rigido posizionamento politico contro il segretario del partito.

Si va quindi a un ritorno alle vecchie appartenenze? Ex Pci divisi da ex DC?
Assolutamente no. Le famiglie politiche di origine sono ormai totalmente “mischiate” nel Pd. Io stessa vengo da un percorso di sinistra e appoggio convintamente Matteo Renzi. Ci sono ovviamente opinioni diverse, alcune derivanti da precedenti impostazioni politiche, ma in tutti questi anni di governo non sono mai state un ostacolo nel trovare punti di sintesi sui vari provvedimenti. Del resto, la frattura più forte si è creata su una riforma costituzionale che, a mio parere, non aveva differenze di sostanza con quanto proposto in precedenza dal centrosinistra.

Solo una questione di potere, quindi?

E’ anche una questione di potere, ma non solo. Rispetto il travaglio di chi ha deciso di lasciare il partito e penso che chiunque abbia il diritto di esprimersi e militare in un luogo in cui si trovi a proprio agio. Ma sono convinta che stia facendo un errore. Vede, molti anni fa io decisi di non aderire al Pd, lasciando i Democratici di Sinistra. Ero convinta che il Pd nascesse soprattutto per dare una nuova cornice a gruppi dirigenti che pur essendo responsabili di molte sconfitte, non avevano intenzione di lasciare spazio ad altri. Non condividevo inoltre l’uscita dalla famiglia politica europea del Pse. Personalmente, grazie a quella scelta, ho vissuto un’esperienza straordinaria perché fondare una nuova forza politica è entusiasmante, seppur molto faticoso. Ma sul piano politico, sul piano dei risultati concreti per i cittadini, oggi riconosco che probabilmente sarebbe stato più utile operare all’interno del Partito Democratico, che peraltro è riuscito a darsi una classe dirigente nuova, sul piano generazionale e sul piano del programma politico.

Dal quadro che lei propone sembra andare tutto bene eppure molte persone sembrano voltare le spalle al PD, come la spiega? Avete fatto anche degli errori?
Le difficoltà nascono dal dover fornire nuove risposte a un mondo nuovo. Due sono gli errori da evitare: da un lato fornire le risposte che funzionavano nel passato solo perché le conosciamo e ci rassicurano; dall’altro proporne di innovative pensando sia automatico il fatto che le persone riescano a identificarsi immediatamente in queste. Renzi rappresenta una potente forza di innovazione in un paese però ancora molto statico, conservatore, che non ha ancora elaborato i costi degli errori del passato e l’ineludibile necessità di spostare il baricentro delle politiche pubbliche sulle nuove generazioni. Renzi rappresenta quell’innovazione di cui il paese ha un drammatico bisogno, ma da cui molti cittadini si sentono minacciati. Siamo dentro la più grande rivoluzione tecnologica di tutti i tempi: chi promette soluzioni facili mente o non si rende conto della realtà. E la sfida per la sinistra è come si liberano le energie di chi è capace e meritevole, ma anche di come si garantisce un sistema di protezione sociale che aiuti chi resta indietro e che consenta di non vivere nella quotidiana totale incertezza del futuro. Cosa che non si può fare lasciando le cose come stanno. Ma occorre creare un’alleanza con i cittadini per un cambiamento di cui possano comprendere e sostenere le finalità: questa è secondo me la sfida. E’ questa l’alternativa ai populismi. Non il ritorno al passato.

Non sembra quindi troppo preoccupata dalla scissione. Prevede quindi un destino di irrilevanza per gli scissionisti?
Non necessariamente. Ho acquisito ben presto come punto fermo la necessità di stare sempre in un campo ampio di centrosinistra, a meno di condannarsi all’irrilevanza. E infatti, la scelta di Sel di abbandonare l’alleanza col Pd l’ha portata rapidamente alla fine della sua esperienza. Mi auguro quindi che chi oggi lascia il Pd non perda di vista l’obiettivo comune, che è quello di sconfiggere le destre vecchie e nuove del nostro tempo, tra cui includo il M5S. In ogni caso, il compito del Partito Democratico è quello di diventare più inclusivo di quanto sia stato fino ad oggi. Ma questo non avviene con la spartizione di potere, con il bilancino dei posti assegnati alle correnti. Avviene creando delle regole interne che consentano a tutti di partecipare e esprimersi, ma anche di riconoscere la decisione finale come vincolo di correttezza. Un partito in cui non si arriva mai a una sintesi, non è un partito, è al massimo uno strumento elettorale utilizzato per i fini più diversi. Dobbiamo preoccuparci di includere i tanti, soprattutto giovani, che vogliono partecipare per occuparsi dei grandi temi del nostro tempo. Ma si può fare solo se non siamo occupati a trascinare liti antiche e discussioni che non hanno nulla a che vedere con la realtà.

Quale sarà la ricaduta della scissione sul territorio dei Castelli? Intanto sono stati sospesi i congressi di Rocca di Papa e Genzano, qualcuno dice perché voi “renziani” eravate in minoranza…
Cosa succederà nel Partito Democratico nei Castelli Romani è ancora impossibile dirlo. Di certo esiste un gruppo di persone che ha come riferimento Roberto Speranza, che si è riunito di recente in un’iniziativa a Velletri, e che immagino stia ragionando sulle scelte da compiere. Ed è quindi del tutto evidente che non si possano tenere congressi di singoli Comuni mentre è indetto il Congresso Nazionale e la Commissione Nazionale sta preparando l’iter e le regole. D’altra parte, trovo piuttosto incredibile che chi a livello nazionale mette in atto una scissione accusando Renzi di imporre un congresso troppo “rapido” (parliamo di 2-3 mesi), pensi poi che in Comuni in cui il Partito, sconfitto alle amministrative, ha un profondo bisogno di essere ricostruito, si possa procedere con un dibattito di sole 3 ore. Personalmente, sono molto contenta perché, anche grazie alla campagna referendaria, vedo un rinnovato interesse alla partecipazione da parte di molte persone giovani e preparate. Oggi per me il tema vero è come si costruisce nel territorio un nuovo gruppo dirigente, capace di raccogliere la sfida lanciata dal M5S, sulla capacità di portare le nuove generazioni all’impegno politico. Purtroppo per tutti noi, il M5S lo fa attraverso modalità e proposte del tutto sbagliate. Noi abbiamo il dovere di aiutare il rinnovamento generazionale, ma anche di far comprendere la necessità per chi fa politica dello studio e della competenza, perché stiamo già pagando il prezzo in molti Comuni dell’improvvisazione al potere. Chi oggi nel Pd pensa che controllare un pacchetto di tessere sia la soluzione, non ha capito nulla della fase che stiamo vivendo. Abbiamo bisogno delle capacità di tanti giovani e, se posso, di tante donne per rinnovare il Pd del territorio. Il mio invito è quello di farsi avanti, a sentire la necessità di dare il proprio contributo non per imporsi sugli altri, ma per collaborare con gli altri.
Proprio perché viviamo un tempo difficile in cui tutto è in trasformazione e avanzano nel mondo idee terrificanti, per chiunque si senta progressista e non voglia rassegnarsi a subire un infausto ritorno al passato, è questo il momento del protagonismo. E’ questo è il momento di iscriversi al Pd, non di lasciarlo.

 




IL PARTITO DEMOCRATICO CAMBIA LA COSTITUZIONE DA SOLO

 

In sostanza un gruppo di Parlamentari nominati dal PD, pur non avendo avuto la maggioranza alle ultime elezioni, ottenendola solo in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, ha modificato da solo la Costituzione cancellando in un colpo la democrazia. Nel dettaglio e in modo semplice lo spiega l’avv. Marco Mori

 

di Cinzia Marchegiani

E’ vero, gli italiani stanno subendo  a colpi di machete quel processo neanche troppo lento che sta cambiando gravemente il Paese. Come la leggenda della rana bollita, ce ne accorgeremo solo quando l’acqua nella pentola ucciderà la stessa rana che allegramente pensava di essere finita in un laghetto limpido, tiepido  e bellissimo. Game Over, troppo tardi!
Un’analisi di quello che è accaduto, tra risse e abbandoni dell’aula al parlamento nel dettaglio lo spiega in modo semplice, per chi è a digiuno della materia, l’avv. Marco Mori :”Qualcosa di mai visto si è consumato nella notte. Un partito ha modificato la Costituzione unilateralmente.”

Cosa è accaduto avv. Mori?
Il merito della riforma, che vi anticipo già consegna semplicemente il paese alla sovranità dei mercati speculativi. Con linguaggio semplice ed accessibile, le questioni di illegittimità di carattere “preliminare” a questa riforma che sono palesi e davvero clamorose. Non nascondo la speranza che il Presidente della Repubblica intervenga, sarebbe un suo preciso dovere.
In sostanza un gruppo di Parlamentari nominati dal PD, pur non avendo avuto la maggioranza alle ultime elezioni, ottenendola solo in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, ha modificato da solo la Costituzione cancellando in un colpo la democrazia.
Ricordiamo, in primo luogo, che avere un Parlamento di nominati, in violazione del voto personale e diretto che invece prevede la Costituzione, implica che nessun eletto è libero di decidere autonomamente durante le votazioni. Questo perché, se non si ubbidisce al partito, non si sarà più inseriti nelle liste elettorali. Se le preferenze personali non hanno alcun peso la linea del partito non dipenderà mai da scelte democratiche e rappresentative della sovranità popolare, ma sarà imposta dai vertici. Nel caso di specie la linea del PD è quella imposta dalla finanza che vuole smantellare la sovranità italiana. Si vuole un Parlamento che semplicemente ratifichi rapidamente le scelte del Governo, ovvero si vuole l’opposto di una Repubblica Parlamentare. Il dibattito è l’essenza di una democrazia, le decisioni unilaterali sono invece l’essenza di una dittatura.
Occorre poi rammentare a tutti i lettori “come” il PD detiene oggi la maggioranza. Alla camera, alle elezioni del 2013, il primo partito fu il Movimento 5 Stelle, non possiamo dimenticarlo.

Il PD quindi decide per tutti?
Il PD ha usurpato poltrone che non gli spettavano per riformare da solo la Costituzione in forza di un premio di maggioranza addirittura dichiarato costituzionalmente illegittimo in quanto non conforme al principio del voto eguale. Peraltro tale premio di maggioranza è stato ottenuto sulla base di coalizione, coalizione sciolta prima ancora dell’insediamento del nuovo Parlamento (Sel ed il PD non hanno governato un giorno insieme dopo il voto del 2013).
Questa situazione di palese illegittimità non è affatto cessata con la declaratoria di incostituzionalità della legge elettorale visto che questo Parlamento ha addirittura modificato le norme fondamentali del nostro ordinamento. Gli effetti dell’incostituzionalità si sono moltiplicati fino ad arrivare a determinare la modifica della Costituzione stessa in radicale violazione dell’art. 136 Cost. che dispone: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione“.

Ma il neo Presidente Sergio Mattarella ha avuto un ruolo importante proprio sul giudizio di questa legge elettorale, cosa può fare la Corte Costituzionale?
Purtroppo la Corte Costituzionale ha una colpa immensa. Nel dichiarare incostituzionale la legge elettorale, con legge n. 1/2014, ha incomprensibilmente affermato, fuori dai suoi poteri (come avete letto gli effetti dell’incostituzionalità di una norma di legge sono determinati dalla Costituzione), che il Parlamento poteva continuare a legiferare. In realtà, è evidente per qualsiasi persona di buon senso, continuando a legiferare il Parlamento ha moltiplicato gli effetti della violazione Costituzionale censurata nel nostro ordinamento e ciò prosegue dal 2006.
Oggi dunque abbiamo una nuova Costituzione scritta da un Parlamento composto in violazione dei principi di rappresentanza democratica e dunque composto senza rispettare la sovranità popolare di cui all’art. 1 Cost. La stessa Cassazione con la sentenza n. 8878/14 ha evidenziato la grave lesione della rappresentatività democratica ma nonostante ciò Renzi è andato avanti.
Stiamo dunque assistendo alla fine della democrazia, con quello che non si deve aver timore di definire colpo di Stato, in Italia era dai tempi di Mussolini che non vedevamo qualcosa di simile.

Non ci resta che piangere, come apostrofava il bellissimo film di Troisi e Benigni?
Resta ancora una speranza, che il referendum a cui dovrà essere sottoposta questa oscena riforma, sia favorevole alla democrazia ed al paese ma sappiamo che sarà molto dura a causa delle forti pressioni mediatiche. Come avviene in ogni dittatura i media, purtroppo, appoggiano in gran parte il regime. Dico espressamente salviamo questo paese e cerchiamo, tutti insieme, di fermare questo golpe.

Tutti ora attendono le dichiarazioni del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella….




RIETI E ROMA: DOPO "ER BATMAN" ORA TOCCA "AR PARTITO DEMOCRATICO"


Oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori

 

La Procura di Rieti  ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

 

di Chiara Rai

Rieti e Roma – Volendo fare un bilancio del 2014 su quanto ancora i cittadini pagano politici e istituzioni ci vorremmo soffermare, prima di inoltrarci sul tormentone delle ultime spese pazze che hanno colpito anche il reatino, sui dati dell’assenteismo del 2014 nel consiglio regionale del Lazio che vedono crescere il tasso di assenza dell’organigramma.

Ma vediamo nei dettagli che ad esempio oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori che è arrivato al 30 per cento di assenteismo a Gennaio 2014, rispetto al 6 per cento del 2013 e al 16 per cento di gennaio 2012. Addirittura in agosto 2014 l’assenteismo dell’ufficio di gabinetto è stato del 65 per cento. Ma di che cosa si vuole parlare? Di duro lavoro o meglio passare ad argomenti più succolenti?

Anche il più pulito….non ricordo il finale di questo detto ma quello che sta succedendo ultimamente è davvero sconcertante. Sembra che Roma sia la capitale dello scialacquio, corruzione e strabordio di eccesso di potere. Non ci sono colori politici: dal nero al rosso il motto è uno solo “pancia mia fatti capanna”.

E così, anche sotto queste feste, si è tornato a parlare di “spese pazze” perché alla speculazione dei soldi pubblici dei cittadini non c’è mai fine. Questa volta ad indagare è stata la Procura di Rieti che ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

Nell'inchiesta sarebbero coinvolte in tutto 41 persone, tra le quali 13 ex consiglieri regionali, 5 amministratori pubblici, due sindaci, attualmente in carica a Rieti e Forano, alcuni senatori, un deputato e numerosi imprenditori e professionisti.

Un anno fa la procura di Rieti, aveva inizialmente iscritto nel registro degli indagati l'allora tesoriere del gruppo consiliare del Pd alla Pisana, Mario Perilli, l'ex capogruppo del Pd e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e gli ex consiglieri regionali democratici, Enzo Foschi e Giuseppe Parroncini.

Dunque se Fiorito detto "er Batman" ha fatto parlare di se e puntare i riflettori sul centrodestra per lo scandalo di aver acquistato un Suv con i soldi del partito e fatto  viaggi «istituzionali» a Dubai, Maldive, Posillipo da solo con la fidanzata, adesso è il momento del centrosinistra che sicuramente non è da meno, visto gli esiti delle indagini.

Tra le spese pazze soprattutto l’acquisto di olio extravergine d’oliva nel reatino, ma anche rimborsi per vecchie multe, cesti natalizi e cene a base di ostriche che figurano in nota spese.

A Mario Perilli viene contestata una sagra del tartufo, finanziata con 5.000 euro e spacciata come convegno. C’è poi il tentativo di rinascita di Paese sera, nel 2011, finanziato con 26 mila euro senza contratto Le accuse vanno dal peculato, alla truffa aggravata, dal finanziamento illecito al falso. Così i protagonisti dello scandalo, ripetiamo che si tratta di 13 ex consiglieri regionali, sono stati metaforicamente cacciati dalla politica…della Regione e sono finiti direttamente in Parlamento. A quanto pare la punizione di Zingaretti che ha fatto pulizia in casa propria è convenuta agli “scialacquoni” di turno.

Fra gli indagati ci sono gli attuali senatori Claudio Moscardelli, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Francesco Scalia e Daniela Valentini. Sotto inchiesta anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, il cui nome era affiorato all’avvio delle indagini, così come quelli di Enzo Foschi – già nella segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino e del tesoriere Mario Perilli.

Che dire è pur vero che oggi “se magna” meno di prima ma i vecchi personaggi della politica hanno trovato pur sempre una calda e comoda poltrona su cui sedersi e chi era forse troppo a posto e pulito è stato frettolosamente mandato a casa dopo aver avuto il privilegio di essere stato nominato a chiamata diretta.

E così per la vigilia de noartri Nicola Zingaretti ha cinguettato  “Meno 79 per cento il costo dei gruppi alla Pisana”. Ebbene sì nel 2014 le cifre sono queste: 526mila euro per il funzionamento dei gruppi consiliari e 3 milioni per il personale. Un risparmio, appunto, dal 2012 al 2014 del 79 per cento. Eppure i cittadini ancora non percepiscono questi dati come un fatto: la musica pare ancora non essere cambiata. Certo, si vedono meno suv e si fanno meno festini vestiti da porci ma si è ancora lontani dalla meta.

Intanto il Senatore Francesco Scalia in merito alle inchiesta sui fondi del Gruppo PD alla Pisana della Procura di Rieti, in cui risultano indagati tutti gli ex consiglieri dem durante il governo Polverini, si tira fuori dalle accuse:

“Nessun consigliere regionale del PD aveva accesso diretto ai fondi. Per quanto mi riguarda sono molto sereno perché per le mie attività il gruppo ha impegnato risorse solo per la comunicazione (TV e giornali locali). E la comunicazione è appunto, per la legge regionale, una delle finalità di impiego delle risorse dei gruppi. È tutto documentato e visibile dai bilanci pubblicati on line ed in questi non figurano fatture di ristoranti della mia provincia. I bilanci pubblicati on line dimostrano che le numerose iniziative che ho tenuto sul territorio le ho sostenute con mie risorse personali e non del gruppo.  Ci tengo a sottolineare – conclude Scalia – che non ho ricevuto nessun avviso di garanzia e che come già dichiarato, subito dopo l’intervista a Fiorito di un quotidiano nazionale avevo fatto formale richiesta alla Procura di Rieti per sapere se ci fossero indagini a mio carico e la risposta è stata negativa”.

E nel frattempo mafia capitale è il ritornello di questo momento,  un periodo di scandali dove intanto si preparano in sordina le campagne elettorali per le amministrative capitoline della prossima primavera.  Siamo proprio sicuri che si andrà al voto?

E mentre ricicciano le telefonate di auguri di vecchi falchi della politica che rispolverano l’agenda buona per ogni stagione, Silvio Berlusconi si trova tra due fuochi a dover soffiare sopra quel che rimane del suo centrodestra. Il mangiafuoco Matteo…Salvini cerca di colpire la pancia degli italiani e Angelino Alfano corre al riparo facendo scudo insieme a qualche altro vecchio scudiere che ha preso le distanze dai tempi del bunga bunga. Renzi ha la gatta da pelare dell’uomo del Colle che lascia il trono, forse perché realmente troppo stanco per continuare. C’è chi spiffera nei corridoi che Giuliano Amato possa essere l’erede. Ma staremo a vedere. Risus abundat in ore stultorum




PALOMBARA SABINA: UMBERTO DESIDERI SI CANDIDA A SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PD

Redazione

Palombara Sabina (RM) – Umberto Desideri, ex consigliere comunale al Comune di Tivoli, presidente della Palombara Sabina (Pallavolo) ed esponente del Partito Democratico, ha annunciato tramite una nota la sua candidatura a segretario provinciale del Partito Democratico. La ricetta di Desideri? Puntare sui giovani. Ecco la sua nota:

Adesso basta! Nei piccoli Circoli della provincia stiamo pagando ormai da troppo tempo per le scelte errate della nostra segreteria e, per questo, ho deciso di annunciare la mia candidatura alla carica di segretario Provinciale del Pd. Il cambiamento per tutti noi deve essere avere il coraggio di puntare sui giovani e sulle idee, portando avanti la coerenza con noi stessi e con i cittadini, è tempo di smettere di usare il termine  "cambiamento", ma poi lasciare sempre e solamente le cose tali e quali.

 

Per ottenere una reale discontinuità occorre scegliere la linea di un rinnovamento che parte dai giovani e dalle idee, non puntare sul ricordo dei soli noti, bisogna far valere i principi di chiarezza e lealtà, programmi chiari e date certe.

 

Insieme ad altri amici del territorio, partiremo da subito per una campagna elettorale che sarà lunga ed estenuante, vista l’incertezza delle date e delle regole dei congressi.

 

Facendo leva su di un malcontento sotterraneo che esiste nei tesserati e sostenitori del PD, riuniremo tutte quelle persone che credono nella politica, quella vera, e che per anni hanno fatto volontariato perché credevano nel cambiamento, ma, purtroppo, sono rimasti delusi.

 

Presenteremo un programma chiaro e condiviso che in maniera semplicistica si può riassumere in impegno, contatto e lavoro in tutti i 186 circoli della provincia, decentramento delle sedi della segreteria nella provincia e non nella città.

 

Un segretario che svolga tutto il mandato al servizio del partito e che non sia il solito trampolino di lancio per candidature personali, quindi proporremo la sua incandidabilità per tutto il mandato.

 

Ci impegneremo per la realizzazione di un sito internet per informare gli iscritti e simpatizzanti, sarebbe come scoprire l’acqua calda, ma vorrei sottolineare che ad oggi il PD provinciale non ha un sito o un blog.

 

Personalmente credo che un segretario provinciale debba vivere all’interno dei circoli e non nei palazzi del potere, amalgamare gli stessi in azioni politiche territoriali che sfocino nel recupero delle amministrazioni locali e nel ridare linfa e credibilità alla politica.

 

Questa volta non staremo ad aspettare che si trovino d’accordo i soliti noti su candidature unitarie, lasciando a noi solo l’obbligo di ratificare le loro convenienze.

 

Basta con le correnti e i capibastone che in questi ultimi anni hanno distrutto il PD provinciale per il concetto di dividi et impera, serve unità del PD e dei territori tutti e non solo isole felici.

 

Abbiamo già intrapreso un’azione per modificare le regole del voto per le elezioni dei circoli e delle assemblee provinciali affinché abbiano diritto di partecipare tutti i cittadini,  come già succede a livello regionale e nazionale.

 

La strada è lunga e tortuosa, ma siamo pronti a metterci la faccia.

 





FIUMICINO: LA GRANDE RIMONTA DI MONTINO, NUOVO SINDACO DELLA CITTA'

Redattore

Fiumicino (RM) – Esterino Montino, senatore del Pd, è il nuovo sindaco di Fiumicino. Ha ribaltato i pronostici dei giorni pre-ballottaggio. Solo 10 giorni fa, aveva oltre dieci punti di svantaggio rispetto all’avversario del centrodestra Mauro Gonnelli, ex presidente del consiglio di Fiumicino, 35,96 per cento di voti il primo contro i 46,40% del secondo. Dalle urne del ballottaggio il colpo di scena: Montino ha incassato oltre il 52 per cento delle preferenze contro le circa 47 per cento di Gonnelli.

Complimenti arrivano anche dal senatore Carlo Lucherini (Pd): "Un risultato – ha detto – molto positivo quello del Pd nei ballottaggi. Oltre alla grande vittoria di Ignazio Marino a Roma, anche Esterino Montino ha vinto a Fiumicino ottenendo un ottimo risultato.  Anche a Nettuno vittoria del centrosinistra con Alessio Chiavetta. Voglio congratularmi con i neoeletti per l'esito delle votazioni e augurare un buon lavoro.




FERENTINO, PRIMARIE CENTROSINISTRA: IL SENATORE SCALIA METTE LA FIRMA SU CONTINUITA' E RINNOVAMENTO

Redazione

Ferentino (FR) – “Domani sarà una giornata di democrazia in cui noi cittadini di Ferentino sceglieremo il nostro candidato a Sindaco. Io voterò Antonio Pompeo nel segno del rinnovamento, pur nella continuità con l’esperienza amministrativa di Piergianni Fiorletta, straordinariamente positiva per la città”.

Così il Senatore Francesco Scalia invita i suoi concittadini a partecipare alle primarie di centrosinistra e scegliere il candidato del Partito Democratico, Antonio Pompeo.

“La scelta di Antonio Pompeo  – continua Scalia – dà continuità al percorso di crescita iniziato con la mia Amministrazione e realizzato, negli ultimi dieci anni, dal Sindaco Fiorletta. Un percorso che ha visto raggiunti risultati in passato neanche immaginabili: l'apertura del Casello autostradale; il completamento della superstrada; il recupero del Martino Filetico e dei principali palazzi e monumenti del Centro Storico. Il lavoro di una grande e bella squadra, di cui mi onoro di aver fatto parte nei diversi mandati affidatimi in questi anni. In questa squadra Antonio ha svolto un ruolo cruciale come Assessore alla Cultura, ruolo che ha ricoperto con grande impegno e professionalità. È grazie ad Antonio e alle iniziative che ha curato, con la collaborazione delle tante associazioni cittadine, che la nostra città in questi anni ha acquistato un'importante centralità nel panorama culturale”.

“Il Partito Democratico – conclude Scalia – ha per la città di Ferentino un progetto che va oltre le ambizioni personali. Il buon lavoro svolto in questi anni da Fiorletta è innegabile ed oggi è giusto innovare eleggendo una persona giovane, ma di sperimentata competenza, che farà dell’amore per la sua città la costante di tutto il suo operato”.

 




ROMA COMUNITA' DI RECUPERO PER TOSSICODIPENDENTI: IL COMUNE RITARDA I PAGAMENTI A CITTA' DELLA PIEVE

Redazione

“E’ ormai sempre più frequente che l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma metta in difficoltà le comunità di recupero per tossicodipendenti contestando cavilli burocratici che ostacolano il lavoro degli operatori, non tengono nella dovuta considerazione la delicatezza di alcune situazioni e mettono a rischio la qualità del servizio. L’ultimo caso riguarda la Comunità di riabilitazione residenziale di Città della Pieve, che si trova a essere oggetto di piccole e grandi vessazioni”. Lo afferma Emanuela Droghei, responsabile per le Politiche sociali del Pd Roma.

“Quella di Città della Pieve è una realtà importante per il territorio di Roma, che nel tempo ha saputo conquistarsi una credibilità e un ruolo importante nella lotta alle tossicodipendenze. Trovo fuori luogo – continua Droghei – che la comunità, a fronte del servizio fondamentale che offre, debba oggi confrontarsi con sempre più frequenti ritardi nei pagamenti dal Comune, e con la contestazione di anche minime anomalie rispetto ai protocolli stabiliti con il Campidoglio, come il protrarsi dei soggiorni dei residenti per esigenze terapeutiche. Mi auguro – conclude – che l’assessore De Palo voglia considerare la situazione con un po’ più di sensibilità istituzionale, riconoscendo nei fatti che gli assistiti dalle comunità abbiano bisogno di percorsi personalizzati che li conducano fuori dalla dipendenza, e non di barriere di burocrazia che rischiano di mandare a monte per qualche giorno il lavoro di mesi di assistenza attenta e personalizzata”.