ROMA CASO CENTRALE DEL LATTE CHE "LICENZIA" IL DISTRIBUTORE "FRESCHEZZE": 200 FAMIGLIE PROMETTONO BATTAGLIA

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Angelo Parca

Venerdì pomeriggio il “distributore “Freschezze” al quale la Centrale del Latte ha inviato la risoluzione del contratto, mandando di fatto a casa 200 famiglie, ha indetto una riunione con i propri agenti di distribuzione e, tirate le somme, “su cinquanta persone contattate da Centrale del latte-Parmalat – dice Daniele Senatra – ben trenta andranno a lavorare per loro da lunedi 3 settembre, dislocati nelle varie strutture all'uopo allestite e dotate di mezzi provenienti da altri stabilimenti di proprietà Parmalat sul territorio nazionale. Si dice che i mezzi provengano dalle centrali del latte di Como e Genova chiuse da Parmalat e dove la stessa ha in piedi un contenzioso con gli agenti distributori che vi lavoravano”. Certo è che Daniele Senatra garantisce che nessuno rimarrà inerte: “faremo qualsiasi azione anche eclatante sempre nei limiti della legge, ma insieme con noi ci saranno 200 famiglie presenti sul territorio sia laziale che abbruzzese che grideranno con forza i propri diritti, affermando se ancora ce ne fosse bisogno il loro attaccamento ad un marchio rappresentativo del territorio nel quale risiedono e per il quale hanno lavorato e prodotto per 40 anni”. Si interesserà, probabilmente del caso anche l’onorevole Teodoro Buontempo, anch’esso di Monte Compatri, al quale sono stati inviati gli atti giudiziari. Intanto in una nota pubblicata oggi su Il Tempo, Antonio Vanoli, presidente del consiglio di amministrazione della Centrale del Latte di Roma SpA e direttore operazioni del gruppo Parmalat spiega le ragioni che hanno portato il Consiglio di Amministrazione di Centrale del Latte di Roma SpA a votare all'unanimità la decisione di interrompere per giusta causa il contratto con la società "Freschezze": “La società "Freschezze" è stata messa in liquidazione con motivazioni riferite a gravi difficoltà finanziarie. Parte delle sue attività, tra cui il contratto di agenzia con Centrale del Latte di Roma, sono state trasferite ad una società appena costituita – con soli 10.000 euro di capitale sociale – con lo strumento dell'Affitto del ramo d'azienda, peraltro senza il preventivo assenso della Centrale del Latte di Roma. La società neocostituita non ha dato a Centrale del Latte di Roma alcuna garanzia di avere la possibilità di svolgere correttamente il mandato affidatole. In presenza di una così grave inadempienza contrattuale, credo sia evidente come il Consiglio di Amministrazione di Centrale del Latte di Roma, di cui fanno parte anche rappresentanti degli allevatori laziali conferenti latte e un rappresentante del Comune di Roma, non abbia potuto che decidere di interrompere il contratto. Inoltre, per una società attenta a ogni aspetto della propria attività come Centrale del Latte di Roma, la continua segnalazione di irregolarità contributive nel trattamento dei propri agenti da parte di "Freschezze" ha contribuito a compromettere ulteriormente il rapporto con questa società. Sono, infine, prive di qualsiasi fondamento le illazioni su un indebolimento della Centrale del Latte di Roma, che garantirà, come a sempre fatto, il proprio latte ogni giorno ai cittadini di Roma”. Non si è fatta attendere la risposta di Daniele Senatra il quale ribatte: “Della costituzione della nuova società la CLR era stata informata fin dal mese di giugno 2012 con un incontro tenutosi in Centrale del latte con alcuni dirigenti della stessa, altresì si era parlato di sedersi attorno ad un tavolo successivo per eventualmente ridefinire anche alcune zone di distribuzione, sempre proposto da noi. Il contratto di affitto stipulato con la nuova società avente un capitale sociale di soli 10000 euro è pari a quello che aveva al momento della firma dei contratti rescissi la soc. Freschezze nel1995 (20.000.000 di lire). Dal momento che si affitta un ramo d'azienda produttivo – continua Senatra – ciò significa che ci si avvale delle autorizzazioni e licenze in essere, volturandole a proprio nome e continuando l'attività senza arrecare danno alcuno a chicchessia, nel pieno rispetto dei limiti di legge. Per quanto attiene "ai gravi inadempimenti" nei confronti di numerosi agenti che paventano intenti distrattivi nella stipula del contratto di affitto di azienda è inesatto: si tratta di un affitto di ramo d'azienda. C’è da dire, inoltre che i contratti stipulati da Freschezze con gli agenti, trattandosi di affitto di ramo d'azienda, non vanno cambiati a nome della nuova società perché il contratto resta lo stesso, gli agenti infatti fanno parte integrante di ciò che la società Freschezze sta affittando insieme agli altri beni utili al proseguimento dell'attività ( immobili, attrezzature e quant'altro sia propedeutico) e quindi anche gli agenti! La Centrale del latte non può svegliarsi ieri mattina e scoprire che ci possono essere state delle irregolarità nei versamenti contributivi da parte di Freschezze ed addurle a motivo di risoluzione dei contratti: dove era la Centrale negli anni (o chi per lei) 2011, 2010,2009? Questa è stata la chiave di svolta per far decadere dall'incarico di A.U. di Freschezze il sig.Galluccio Nicolino, una volta venuti a conoscenza di quanto aveva combinato (da solo?) in questi anni, e lo stesso era portato molto in considerazione dai vari responsabili sia di Centrale che di Parmalat, forse ora nessuno lo conosce? Al momento della revoca dell'amministratore unico la soc. Freschezze è stata posta in liquidazione proprio in virtù dei fatti a lui ascritti ed il sig. Daniele Senatra nominato liquidatore proprio per essere garante della più assoluta trasparenza dell'operazione nei confronti sia dei dipendenti che dei fornitori, ivi compresa la Centrale del latte di Roma. Abbiamo sollecitato più volte la Centrale ad avere dei colloqui, ma ci sono sempre stati rifiutati – conclude Daniele Senatra – loro ci hanno scritto più volte che non riconoscevano l'affitto di ramo d'azienda né la nuova società che avrebbe operato per loro, ma ci hanno detto che avrebbero continuato ad avere rapporti solo con Freschezze, pregandoci tra l'altro di svolgere il lavoro come sempre: è singolare che le vendite dei prodotti Centrale nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto abbiano avuto un positivo aumento nonostante la profonda crisi e la concorrenza sempre più agguerrita nel settore lattiero-caseario. Per ultimo, ma non meno importante degli altri punti sui quali la Centrale basa la disdetta, la questione degli incassi: ci siamo trattenuti degli incassi così come ha fatto la Centrale con quanto a noi spettante derivante dalle provvigioni dei mesi di Luglio ed Agosto ed un residuo di Giugno 2012 ancora non percepiti. Come vede queste sono le nostre argomentazioni, che un qualsiasi legale dovrà controbattere, così come quelle della Centrale, nulla questio!”.

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01/09/2012 ROMA CENTRALE DEL LATTE, ADDIO ALLO STORICA DISTRIBUZIONE "FRESCHEZZE" DI MONTE COMPATRI



ROMA CENTRALE DEL LATTE, ADDIO ALLO STORICA DISTRIBUZIONE "FRESCHEZZE" DI MONTE COMPATRI

De Carolis: "Numerosi miei concittadini, dipendenti della Centrale di Monte Compatri, sono già sul piede di guerra e intendo stare vicino a loro e lottare affinché Roma non perda una delle più importanti aziende del territorio."

 

Chiara Rai

Si chiude un grande capitolo nella storia del latte di Roma: “Freschezze” della famiglia Senatra, memorabile concessionario della Centrale del Latte romana, da lunedì rimane a casa dopo mezzo secolo di servizio. La Centrale del Latte di Roma, che ancora vede come socio di maggioranza Parmalat e socio di minoranza il Comune di Roma, ha notificato ieri mattina la risoluzione e recesso del contratto con il distributore “Freschezze” che distribuisce nel Lazio e in Abruzzo e conta alle sue dipendenze oltre 200 lavoratori. “Freschezze” si ritiene da sempre la vera spina nel fianco di Parmalat anche per aver portato avanti la politica di mantenimento del marchio storico "Centrale del latte di Roma". “Freschezze” nasce con Augusto Senatra che 50 anni fa a Monte Compatri aveva una azienda con settanta bestie da latte. “Da un mese a questa parte i Territory Manager della Centrale del Latte, di fatto controllata da Parmalat – dice Daniele Senatra, amministratore di "Freschezze" – in occasione di sopralluoghi ai nostri stabilimenti di Civita Castellana, Magliano dei Marzi e Rieti mi risulta che abbiano offerto a circa 50 nostri dipendenti, un posto di lavoro in Parmalat". Preoccupato il sindaco di Monte Compatri (Castelli Romani) Marco De Carolis: “Temo che la Centrale del Latte di Roma rimanga senza una catena di distribuzione del latte  – dice De Carolis. – Numerosi miei concittadini, dipendenti della Centrale di Monte Compatri, sono già sul piede di guerra e intendo stare vicino a loro e lottare affinché Roma non perda una delle più importanti aziende del territorio. Dalle notizie da noi assunte ci sembra che Parmalat stia indebolendo la Centrale del Latte di Roma. Mi appello anche al sindaco Gianni Alemanno, affinché fermi questa possibile deriva”. Risoluto Daniele Senatra punta il dito su Antonio Vanoli attuale direttore operazioni del gruppo Parmalat e presidente della Centrale del Latte di Roma: “ci ribelliamo ad una così sfacciata manovra di appropriazione indebita da parte di Parmalat – conclude Senatra –  di una clientela storica come la nostra, sopratutto a nome di quelle 200 persone che sono il nostro vero patrimonio commerciale. Non trovo giusto il comportamento di Vanoli che una volta tolta di mezzo la nostra organizzazione avrà via libera per i suoi piani di sviluppo Parmalat senza dover rendere conto neanche ai suoi azionisti, per ora rimasti in silenzio, e mi riferisco al Comune di Roma, alla Coldiretti, agli Allevatori e Produttori Latte nonché ai piccoli singoli azionisti”. Intanto l’ufficio stampa Parmalat mette in chiaro: “La Centrale del latte è di Parmalat e non ha nessun senso indebolire uno dei nostri asset su cui abbiamo di recente investito con un impianto moderno ed efficiente”. Il Consiglio di Stato questa primavera ha condannato Parmalat a restituire le azioni della Centrale del latte al Campidoglio ma Parmalat ritiene che la competenza del giudizio spetti alla giustizia ordinaria.