Londra, auto contro la sede del Parlamento. Feriti, un arresto

LONDRA – Sono solo due le persone portate in ospedale ferite stamattina poco dopo le 7,30 locali (le 8,30 in Italia) dopo l’episodio che ha visto un’automobile schiantarsi a velocità sostenuta contro una delle barriere che proteggono il palazzo del parlamento britannico di Westminster, a Londra.

Lo rende noto, allo stato, il servizio ambulanze della capitale, precisando che entrambe sono state medicate sul posto prima di essere trasferite e che non appaiono ferite in modo grave. Testimoni hanno raccontato di aver visto nell’immediatezza dei fatti fino a 7 persone per terra, ma non è chiaro quanti fossero stati urtati e quanti si fossero buttati al suolo.

Un uomo è stato arrestato, si tratta di un nero che indossava una camicia e un giaccone con il cappuccio. Indaga l’antiterrorismo. Nelle zone circostante, tra Millbank, Parliament Square e Victoria Tower, è stato approntato un cordone di sicurezza. Le indagini sono in mano all’anti-terrorismo. La polizia è stata vista circondare l’auto e poi prelevare l’uomo a bordo. Dalle immagini diffuse sui media si tratta di un nero che indossava una camicia ed un giaccone con il cappuccio. Westminster è stata posta in lockdown, e c’è un imponente dispiegamento di polizia.

Cautela Scotland Yard – Diversi testimoni hanno raccontato tuttavia di aver avuto l’impressione di un’azione deliberata da parte dell’uomo che era al volante del veicolo, una Ford di color argento, il quale è stato arrestato quasi immediatamente dagli agenti. L’automobile, a quanto pare, ha travolto anche un ciclista e procedeva oltre i limiti di velocità. Scotland Yard tuttavia precisa di non poter dire per ora se si sia trattato di un atto terroristico o meno. La zona resta per ora transennata, con un forte schieramento di polizia e mezzi di soccorsi, anche se l’intenso traffico è ripreso nell’area circostante. Chiusa invece per ora la stazione della metropolitana di Westminster. Nel marzo 2017 un uomo, Khalid Masood, poi rivelatosi simpatizzante jihadista, investì e uccise alcune persone vicino al parlamento e quindi accoltellò a morte un poliziotto.




Nuovo Parlamento italiano, il più giovane della storia repubblicana

Spinti dal tedio dei 50 giorni di pantano governativo, abbiamo analizzato i profili dei neo-eletti che si divideranno tra Camera e Senato. Frugando i dati dell’analisi dell’osservatorio civico OpenPolis emerge che il nuovo Parlamento presenta l’età media più bassa affermandosi come il più giovane della storia repubblicana. Per il Senato l’età media si attesta ai 52 anni, mentre alla Camera si registra ai 44. Ciò è dovuto soprattutto all’ingresso del Movimento Cinque Stelle che si distanzia di una media di 6 anni dal partito più longevo di Liberi e Uguali.

La XVIII legislatura ha segnato un’impennata delle quote rosa

In entrambi i rami del Parlamento. Cambiamento profondo se si considera il 17.2% di presenza femminile nel 2006-2008 contro il 34.6% odierno.

Dato curioso è rappresentato dai Parlamentari al primo incarico politico, ossia coloro i quali non hanno mai assunto cariche a livello locale, né nazionale e tanto meno europeo

Nella frangia di Montecitorio i vergini sono il 35% mentre a Palazzo Madama decresce al 30,16%. M5S detiene il record del 65% di esordienti onorevoli.

Elemento ormai pleonastico in Italia è il numero di indagati e non

146 gli indagati, condannati e prescritti nelle liste di voto del 4 marzo. Nel periodo pre-elettorale, il primato di questa tanto agognata lista se lo aggiudica il centrodestra con 36 candidati nei collegi uninominale da aggiungersi ai 59 del proporzionale. Record conservato intatto al 23 marzo, giorno dell’insediamento parlamentare. Nel nome del pregiudicato e incandidabile Berlusconi sono circa il 17% ad essere coinvolti in procedimenti penali o ad essere oggetto di sentenze avverse in primo o secondo grado. Agli antipodi, nessun indagato o condannato tra le fila di Luigi Di Maio sottratti una decina tra massoni e furbetti No Rimborso. Al mezzo, solo parzialmente intaccati LeU. Per quanto spetta invece al Giglio Magico, bastino due nomi fra tutti: Piero De Luca e Micaele Campana famosa non per le sue strategie di Welfare ma per gli svariati vuoti di memoria plastificati in dozzine di “non ricordo” al processo Mafia Capitale.

Requisito non indispensabile ma sicuramente indicativo dello stato di professionalità dei nostri governanti è il titolo accademico

Il M5S, capitanato dal un non laureato, vanta due professori di economia ( Mastruzzo, Fioramonri e Tridico) tra il 25% di onorevoli con titolo superiore alla laurea. La percentuale scende al 15% per LeU, 12% per il Centrosinistra e 8% per il Centrodestra. Ma a sedersi sugli scranni legislativi anche molti non laureati. Un quarto tra Pd e LeU e solo il 18% per i pentastellati. Il Parlamento presenta delle zone di innovazione che a fatica avanzano per occupare il posto della ben sedimentata gerontocrazia. I baluardi annosi e stagionati, per non dire antiquati, sono la senatrice Emma Bonino alla nona legislatura da instancabile radicale e il deputato (ultra DC, UDC, Centro Cristiano Democratico, Centristi per l’Europa, PD), Pier Ferdinando Casini alla sua decima legislatura. Rincorrono Elio Vito (FI) all’ottava, Piero Fassino (PD) alla sesta e con loro numerosi latori di decennale esperienza.

Gianpaolo Plini




ITALICUM, VOTO DI FIDUCIA: RENZI SFIDA IL PARLAMENTO. BAGARRE IN AULA

Redazione

Sono ore decisive. Il Governo potrebbe cadere. Matteo Renzi sfida il Parlamento e dopo che il governo ha chiesto la fiducia sull'Italicum scrive su twitter: "La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finchè sto qui, provo a cambiare l'Italia". La richiesta di fiducia arriva dopo che la riforma ha superato indenne il primo scoglio del voto a scrutunio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. "Ci prendiamo le nostre responsabilità", twitta Renzi. Ma l'opposizione è sulle barricate e protesta in Aula. Dai banchi M5S scoppiano le urla "Fascisti!". Maurizio Bianconi di Fi urla "Vergogna!" ed è richiamato all'ordine dalla presidente Boldrini che fatica non poco a mantenere l'ordine.

La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia. #lavoltabuona

— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Aprile 2015
La tensione in Aula è alle stelle. "Non consentiremo – attacca Renato Brunetta – il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani". Lancio di crisantemi gialli da parte dei deputati di Sel in Aula alla Camera. "E' il funerale della democrazia", ha detto il capogruppo Arturo Scotto dopo la richiesta della fiducia.

Bersani, è in gioco democrazia – "Non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia. Qui il governo non c'entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità".




ROMA, DAL COLOSSEO MARCIA SUL PARLAMENTO PER I PENTASTELLATI

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Chiara Rai

Una vera e propria presa del Parlamento da parte dei neo onorevoli in tuta pentastelle. Centosessantatre giovani e forti pronti a conquistare Palazzo Madama il 15 marzo in occasione della prima seduta di Parlamento. Dal Colosseo marceranno fino alla sede delle due camere con il popolo a fargli da scorta, gli stessi oppure qualcuno in più che di recente hanno fatto anche il giretto turistico in Parlamento. Una “marcia su Roma” annunciata dal neo deputato Simone Vignaroli durante una conferenza di attivisti del movimento nella Capitale. Sembra la storia magistralmente raccontata in "Totò, Peppino e la malafemmina" nella quale i fratelli Caponi, arrivati a Milano, si coprono con dei cappotti di pelliccia convinti di trovare una città molto fredda. I grillini in queste ore si messaggiano ad intermittenza, parlano sul socialnetwork per cercare alloggi a Roma. Una mobilitazione di massa, una conquista della Polis che più di qualcuno si augura sia “genuina”.

Anche questa volta saranno distribuiti tra amici, conoscenti e compagni di movimento, oppure in breakfast e foresterie. Il capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, facendosi anche portavoce del capogruppo al Senato Vito Crimi esorta gli studenti a trovare il modo di trasferirsi a Roma per presenziare in Parlamento senza però trascurare i loro studi. Di fumo se ne è visto in abbondanza finora. Ma per la fine di marzo il gioco si sarà fatto duro e gli italiani si aspettano azioni concrete oltre alle gite fuoriporta.




FRASCATI, CHIARA CARLINI MISS SORRISO FIAT: CON QUOTE ROSA IN SENATO E PARLAMENTO SI AGEVOLINO LE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO

Redazione

Frascati (RM) – Le donne nel nuovo Parlamento sono aumentate del 10% rispetto alla precedente legislatura: dal 20,3% al 30,8%. Mai, nella storia della Repubblica, tante donne in Parlamento. Alcune ragazze dell’ultimo concorso di Miss Italia ritengono che deputate e senatrici debbano dedicarsi a iniziative e provvedimenti utili per il mondo femminile. Ma non solo.

Tra le tante questioni sul tappeto, Giusy Buscemi ne sceglie una: «le nostre parlamentari, che hanno questa sensibilità, si impegnino per valorizzare le bellezze del nostro Paese che sono la nostra ricchezza e un’attrattiva per i turisti e gli studiosi di tutto il mondo. Molte opere d’arte – aggiunge Miss Italia – sono dimenticate o non sono visibili né in musei, né in mostre, ed è  un comportamento grave, una situazione da cambiare. Mi piacerebbe che le donne appena elette prendessero a cuore la difesa di questo patrimonio di storia, di cultura e di bellezza che non appartiene solo a noi».   

«Il dato statistico della presenza delle donne nel nostro Parlamento – sostiene Diletta Innocenti Fagni, Miss Ragazza In Gambissima Luciano Barachini – è il segno di un'Italia che guarda in avanti, e finalmente con gli occhi delle donne, troppo spesso lasciate fuori dalle cariche più importanti e più autorevoli. Non solo donne, ma donne giovani: è un altro punto a favore per ricostruire l'Italia con idee nuove e soprattutto con l'entusiasmo e la voglia di fare che le contraddistingue. Credo che i primi temi da affrontare siano la riduzione drastica dei costi della politica e il cambiamento della riforma Fornero per quanto riguarda il sistema pensionistico. Inoltre è indispensabile finanziare la Sanità e l’Istruzione pubblica, contrastare la precarietà e incentivare l'occupazione giovanile e femminile, togliendo il dislivello nei redditi e nelle carriere con i colleghi uomini. E’ urgente, a mio parere – conclude – realizzare politiche di welfare a sostegno della famiglia, quasi inesistenti in Italia rispetto a paesi come Francia e Germania».

«Un dato importante – fa rilevare anche Lucrezia Massari, Miss Deborah Milano – riguarda il maggior numero di donne elette e con minore età. E’ un buon inizio per il cambiamento tanto auspicato. Credo che esse possano portare una marcia in più per affrontare, con la loro apertura mentale, i problemi del razzismo e per osteggiare il ‘femminicidio’ che dilaga e spaventa. La stabilità del paese, la lotta alla corruzione, l’equità fiscale e la tutela della salute sono le priorità: ho piena fiducia nelle donne, nelle giovani donne!».

Più dettagliate le attese di Chiara Carlini, Miss Sorriso Fiat. «A mio parere – dice – un provvedimento da prendere è quello di agevolare le donne nell’orario di lavoro in modo che esse possano trascorrere più' tempo con i figli, o comunque di creare asili nidi nelle aziende in cui lavorano. La loro efficienza non dipende dal tempo trascorso in un ufficio o in una fabbrica, ma dalla qualità dell’applicazione nella mansione loro affidata. Quindi, una donna avrebbe più tempo a disposizione per stare con la famiglia e il suo lavoro non ne risentirebbe, nonostante qualche ora in meno».

«In 50 anni siamo riuscite in parte a far valere i nostri diritti di uguaglianza. Oggi  – è il parere di Giulia Gammanossi, Miss Fair Play — una donna è quasi riuscita a diventare presidente degli Stati Uniti e Angela Merkel è stato il primo cancelliere donna in Germania. Ormai questi ruoli non sono più un tabù per le donne, ma anzi esse si stanno facendo spazio da protagoniste. Inoltre, in Germania, Inghilterra e Olanda lo Stato aiuta le donne e in alcuni casi intere famiglie con contributi versati ogni mese alle madri per il mantenimento dei figli con cifre che permettono alle donne in difficoltà di garantire il futuro ai propri bambini. Queste iniziative vengono definite ‘un investimento per il futuro’. Infine – aggiunge –  lo Stato deve mettere le donne che subiscono violenze o abusi nella condizione di poterli denunciare senza aver paura. Ci sono troppe donne che ancora oggi non fanno denunce,  troppe vittime di uomini violenti: tutto  questo deve cambiare, e per farlo,  deve esserci una tutela più concreta per le vittime. Esse vanno protette e difese».




ITALIA: TRA CAPORETTO E LE IDI DI MARZO LE "STELLE" CONDUCONO A CANOSSA

Emanuel Galea

 

CAPORETTO:

Il voto del 24/25 febbraio ormai è alle nostre spalle. Si sperava in una rivoluzione profonda, portatrice di una riforma sociale, politica ed economica. La campagna elettorale, se così si può chiamare, non ha lasciato altro che macerie, un quadro politico confuso e dei partiti che ancora si leccano le ferite. Ha lasciato a piedi politici di vecchia statura e questo non dispiace a molti. Sigle che, dietro di loro portavano storia e tradizione, come Fli, sono sparite dalla scena politica. Questa tornata elettorale ha lasciato segni pesanti. Molto eloquente il flop dei “nuovi”, da sinistra a destra. I risultati del voto del 24/25 febbraio registrano l’insuccesso di Ingroia e Giannino, entrambi capolista alla Camera per i rispettivi movimenti, entrambi rimasti fuori da Montecitorio. Stessa osservazione si può fare per Fini che passa dall’alto scranno della  Presidenza della Camera a un semplice “pellegrino” della politica. Casini deve accontentarsi di fare l’appendice di Monti e stessa cosa tocca a Vendola per avere abdicato a condurre la propria campagna elettorale e per aver delegato invece,  Bersani a rappresentarlo.  Quest’ultimo aveva dato tutto se stesso al momento delle primarie. Al momento della vera prova è giunto “spento” e scarico di contenuti. Monti ha scontato una politica fallimentare ed il voto non gli ha perdonato il fatto che , in fin dei conti, si è adeguato anche lui, alla “vecchia politica”. Berlusconi ha superato se stesso e nel suo sprint finale ha toccato il traguardo con il suo dito mignolo. Un suo successo personale ma, nulla rende all’esito generale. Non contribuisce a sufficienza per schiarire il quadro e tranquillizzare il Capo dello Stato. Senza alcun timore di essere smentiti, possiamo dire che il 24/25 febbraio è stata una vera Caporetto.  Il movimento Cinque Stelle, da questo amba aradam, è uscito illeso e con tutte le frecce ancora nel fodero.

LE IDI DI MARZO:

Il 15 marzo 2013 si darà il via alla XVII Legislatura. I neo deputati entreranno nel pieno esercizio delle loro funzioni. L'Assemblea procederà quindi all'elezione del proprio Presidente. Da questo momento inizieranno le prime votazioni ed emergeranno i primi ostacoli.
Bersani è stato più che esplicito sulle alleanze. “No al governissimo con il Pdl”, ha più volte ribadito. Ha invece proposto un governo “per il cambiamento” chiedendo la fiducia a M5S. La risposta di Beppe Grillo non è tardata ad arrivare e dalla sua solita postazione ha tuonato: ”Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (ne ad altri)” Da tirare fuori dal sacco rimane solamente la lista Monti. Se si considerano tutte le cose che  si sono detti durante la campagna elettorale, i “convenevoli” che si sono scambiati, c’è solamente da dubitare se questo matrimonio s’ha da fare. Molti ne dubitano. Eppure qualche decisione bisogna pur prenderla. Pesa su ogni e qualsiasi decisione la spada di Damocle del debito pubblico, gli adempimenti capestro del fiscal compact e la perdita di mercato, lavoro, produttività e scarsa fiducia nelle istituzioni. Ritornare alle urne sarebbe grave follia.  E’ stallo completo! Che fare?  Le Idi di marzo del 44 a.C. hanno visto l’assassinio di Giulio Cesare. Sia mai che le Idi di marzo di quest’anno assistano all’assassinio del Parlamento?

LE STELLE INDICANO CANOSSA:

A Bersani, uomo di dialogo e di buon senso, dopo la sua dichiarazione, ripetuta più di una volta e cioè che lui è pronto a servire il paese sia come capitano che come mozzo non gli rimane tanta scelta. Il piano in sette punti che vuole presentare al Parlamento ha scarsa possibilità di ottenere la fiducia. Un saggio suggerimento glielo ha dato il suo compagno Vendola. Anziché sfidare il M5S, dice Vendola, perché non fare un tentativo, andare a vedere le carte di Grillo. Al settimanale tedesco Focus, lo stesso Grillo ha lanciato un “salvagente” a Bersani, dicendo: "Se il Pd di Bersani e il Pdl di Berlusconi proponessero un cambiamento immediato della legge elettorale, l'abolizione dei rimborsi dei costi della campagna elettorale e al massimo due legislature per ogni deputato, noi sosterremmo naturalmente, subito un governo del genere”. Sono richieste che vengono dal basso, non chiamateli “populismi”. Nel programma del Pdl ed anche in quella di Monti e anche della stessa lista Giannino non mancano progetti interessanti per il rilancio dell’economia, del lavoro, dei consumi. Perché soffermarsi sui “sette punti”? Condividere quello che è buono, anche se proviene dall’orto degli altri, non significa andare a Canossa. E’ una prova d’intelligenza e segno di vero amore verso il proprio paese. Mai come oggi l’Italia ha chiamato la classe dirigente alle proprie responsabilità. Ci auguriamo che nessuno dei partiti mancherà all’appello.