Roma, 12 multe e 4 denunce: ecco cosa è successo a Parioli, Nomentano e Salario -Trieste

ROMA – Nel fine settimana, i Carabinieri della Compagnia Roma Parioli hanno eseguito una serie di controlli mirati al contrasto di ogni tipo di illegalità e degrado nelle aree comprese tra i quartieri Nomentano, Parioli, Salario – Trieste e nelle zone tra piazza Bologna e la stazione FS Tiburtina.

Gli accertamenti hanno portato alla denuncia a piede libero di 4 persone e a sanzionarne altre 12.

Un 19enne romano è stato denunciato per tentato furto aggravato perché sorpreso dai Carabinieri in transito mentre stava rubando del carburante da uno scooter parcheggiato in via Francesco Denza. I Carabinieri lo hanno notato mentre armeggiava accovacciato di fianco al veicolo. Dopo aver allentato la fascetta che tiene legato il manicotto di gomma all’estremità del serbatoio della benzina, aveva quasi riempito una bottiglia di 1 litro con il carburante del mezzo. E’ stato bloccato e portato in caserma dove è stato denunciato a piede libero.

Durante un posto di controllo alla circolazione stradale su via Nomentana, i Carabinieri hanno denunciato un 34enne trovato alla guida di un motoveicolo sprovvisto di patente idonea, poiché di categoria diversa da quella prevista e un 26enne trovato alla guida della sua auto con un tasso alcolemico superiore al consentito.

Invece, un 26enne è stato denunciato per furto perché bloccato appena dopo aver rubato capi d’abbigliamento da un negozio in via Ravenna.

I Carabinieri della Compagnia Roma Parioli hanno poi sanzionato con il “Daspo Urbano” un 22enne trovato, senza motivo, nell’area di accesso della stazione FS Tiburtina, impedendone la libera accessibilità.

Un 41enne è stato sanzionato perché sorpreso ad esercitare abusivamente l’attività di parcheggiatore nell’area antistante il Bioparco.

Nel corso dei controlli, tre giovani sono stati trovati in possesso di dosi di droga e sono stati segnalati, quali assuntori, all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, mentre altri 10 sono stati sanzionati per inottemperanza all’ordinanza anti-alcool del Sindaco di Roma.

In totale, i Carabinieri hanno identificato 135 persone e eseguito accertamenti su 60 veicoli.




Roma, giallo ai Parioli: ragazzo morto in casa. Sul petto una scritta col rossetto

ROMA – Giallo sulla morte di un ragazzo di 22 anni trovato ieri mattina in un appartamento in zona Parioli a Roma con una scritta sul petto ‘Mi hai lasciato sola, mi vendicherò’, fatta con il rossetto. Sul corpo non sarebbero stati riscontrati segni evidenti di violenza e si ipotizza che la morte sia dovuta a un’overdose di metadone. Il giovane sarebbe un tossicodipendente ed era rientrato la sera precedente a casa con una ragazza di 20 anni conosciuta in comunità, che ora è indagata per omicidio colposo.

I due giovani avevano trascorso la serata insieme prima di rientrare a casa ai Parioli, in via di Villa Grazioli. Proprio in quell’appartamento il ragazzo è stato trovato cadavere dopo che i genitori attorno a mezzogiorno hanno lanciato l’allarme perchè non riuscivano a contattarlo. La ragazza invece non era in casa perchè si sarebbe allontanata alle prime ore del mattino. La giovane è stata ascoltata dagli investigatori e c’è il sospetto che possa essere stata lei a portare il metadone nell’appartamento. Metadone che avrebbe causato l’overdose fatale per il giovane.




Omicidio ai Parioli, il fratello: “Erano due mesi che pensavo di ucciderla, mi umiliava sempre”

Polizia arresto

ROMA – E’ stata strangolata con una cintura e fatta a pezzi con un sega e poi con un coltello Nicoletta Diotallevi, i cui resti sono stati trovati ieri in due cassonetti a Roma. E’ quanto emergerebbe dai primi accertamenti autoptici eseguiti sul corpo della vittima. Per l’omicidio gli investigatori della Squadra Mobile hanno arrestato il fratello con cui conviveva.

“Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione”. E’ quanto avrebbe affermato nel corso dell’interrogatorio davanti agli inquirenti Maurizio Diotallevi, accusato dell’omicidio della sorella da lui poi fatta a pezzi e gettata in due cassonetti dell’immondizia nella zona di via Flaminia, a Roma. Nel corso del confronto di ieri con polizia e magistrati, l’uomo ha fornito una versione “lucida” di quanto avvenuta nella casa di via Guido Reni il 14 agosto scorso.

Intanto sono stati posti i sigilli alla casa di via Guido Reni, in cui Nicoletta Diotallevi è stata uccisa e fatta a pezzi. L’appartamento al pian terreno, in cui la donna viveva con il fratello, è stato sequestrato quando l’uomo è stato rintracciato dalla polizia per non inquinare le prove. Secondo quanto si è appreso, a giorni ci tornerà la polizia scientifica per un nuovo sopralluogo e verranno effettuati degli esami irripetibili.

Nomade: ‘Pensavo fosse addormentata’ – “All’inizio ho visto i piedi ed ho pensato che fosse una donna che si era addormentata dentro il cassonetto”. E’ il racconto di Maria (nome di fantasia), la nomade romena di 39 anni che il giorno di Ferragosto ha trovato in un cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski, ai Parioli, le gambe mozzate di Nicoletta Diotallevi, uccisa e fatta a pezzi dal fratello Maurizio. “Per me le gambe – dice ancora agitata – erano state congelate perché nelle buste non c’era per niente sangue, ma non sono certa perché ho avuto paura a toccarle”.

Prima l’ha strangolata, poi l’ha fatta a pezzi e gettata in due cassonetti. Il suo unico, flebile, alibi era una denuncia per scomparsa che lui stesso aveva presentato il giorno dell’omicidio, il 14 agosto. Pensava di averla fatta franca Maurizio Diotallevi, il 62enne che ha brutalmente ucciso la sorella, Nicoletta di 59 anni, la notte di Ferragosto. Ad incastrarlo sono state le immagini delle telecamere, che lo hanno immortalato mentre usciva di casa con un grosso sacco nero e poi, nel cuore della notte, mentre gettava qualcosa di voluminoso in un cassonetto del quartiere Parioli a Roma. Dopo dieci ore di interrogatorio è crollato in Questura. “Sì, sono stato io”, ha ammesso davanti agli investigatori, che lo hanno arrestato e portato nel carcere di Rebibbia con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. A scatenare la furia dell’uomo, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata l’ennesima lite per motivi economici. Le indagini della squadra Mobile hanno preso il via quando una nomade che rovistava nei secchioni ha rinvenuto intorno alle 20 di ieri due gambe di donna tenute insieme da un nastro adesivo all’interno di un cassonetto vicino al galoppatoio di Villa Glori, in viale Pilsudski. Nonostante abbia avuto un piccolo malore, è riuscita comunque a lanciare l’allarme al vicino commissariato. Dalla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza di un negozio, gli investigatori sono riusciti a risalire a Diotallevi, ripreso nei video mentre si avvicinava in auto al cassonetto e gettava un sacco. L’uomo è stato così fermato e portato in Questura, dove è stato interrogato. Sarebbe stato lui, secondo quanto si apprende, ad indirizzare i poliziotti ai cassonetti che aveva utilizzato dopo l’omicidio, a due passi dall’appartamento in cui viveva con la sorella. Oltre alle gambe gettate nel cassonetto a viale Pilsudski, l’uomo si è disfatto del resto del corpo in un cassonetto a via Guido Reni, e infine di alcuni abiti ed effetti personali della donna in un terzo bidone in via Pannini. Maurizio e Nicoletta vivevano insieme proprio in via Guido Reni, in un piccolo appartamento al pian terreno, tra una caserma dell’esercito ed una sede della Questura. La sorella era tornata in quella casa, ereditata dal padre ufficiale dell’esercito, nel 2005, in seguito alla morte della madre. Spesso, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, i due avevano liti per questioni economiche: a lavorare era solo la sorella e Maurizio le faceva spesso richieste di denaro. L’ennesima discussione il giorno prima di Ferragosto sarebbe stata la causa del delitto. L’omicida avrebbe prima strangolato la sorella e poi utilizzato un’ascia o una sega per sezionare il cadavere e inserirlo in alcuni sacchi della spazzatura. “Mi sento di escludere che dietro questa vicenda possano esserci motivazioni di tipo economiche”, il parere dell’avvocato del reo confesso, Gaetano Scalise. Il quartiere è sotto shock. I vicini non riescono ancora a credere a quanto accaduto.




BABY SQUILLO DEI PARIOLI: IL MARITO DELLA MUSSOLINI IL 22 OTTOBRE DAVANTI AL GUP

Redazione

Roma – E' stata fissata al 22 ottobre prossimo l'udienza gup per Mauro Floriani, il marito di Alessandra Mussolini per il quale il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi hanno chiesto il rinvio a giudizio per il reato di prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta sulle baby squillo. Stando agli inquirenti, Floriani sarebbe stato il cliente di una delle due studentesse minorenni che si prostituivano in un appartamento nel quartiere Parioli. Quel giorno, il gup, oltre a Floriani, sara' chiamato a valutare le posizioni processuali di un'altra ventina di indagati accusati dello stesso reato. Fino ad oggi sono stati undici i clienti che hanno patteggiato la pena a un anno di reclusione uscendo da questa vicenda giudiziaria. La Procura e' convinta che Floriani, gli altri clienti su cui pende il giudizio e quelli che hanno gia' patteggiato, fossero in qualche modo consapevoli della minore eta' delle due ragazzine che all'epoca dei fatti (primavera/estate 2013) avevano 15 e 16 anni. Intanto si e' chiusa un mese fa in sede di appello la vicenda principale legata al giro illecito ai Parioli. Mirko Ieni, ritenuto il 'dominus', ha beneficiato di un piccolo sconto di pena rispetto alla sentenza di primo grado: da 10 anni a 9 anni e 4 mesi di reclusione. Riduzione anche per il commercialista Riccardo Sbarra (da 6 anni a 4 anni) e uno dei clienti, Michael De Quattro (da 4 anni a 3 anni). E' stata invece confermata la sentenza di primo grado per gli altri cinque imputati: 7 anni a Nunzio Pizzacalla, altro organizzatore del giro illecito secondo i pm, 6 anni alla mamma di una delle due ragazzine, 3 anni e 4 mesi all'imprenditore Marco Galluzzo, un anno ai clienti Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone.