MIGRANTI: PAPA FRANCESCO RIENTRA DA LESBO CON PROFUGHI, E' SUBITO POLEMICA

Redazione
 
Lesbo – Papa Francesco è appena rientrato dal suo viaggio sull’isola di Lesbo e ha portato con se dodici profughi che troveranno alloggio presso la Comunità di Sant’Egidio, a Roma. Sono tre famiglie di rifugiati siriani e vi sono sei minori, sono musulmani e avevano i documenti regolari per poter venire in Italia. La lista comprendeva anche due famiglie cristiane, ma non avevano le carte in regola e non potevano venire. Il Papa ha commento così la scelta “Non ho fatto una scelta tra cristiani e musulmani: queste tre famiglie avevano carte e documenti in regola e potevano venire. In liste c'erano anche due famiglie cristiane ma non avevano le carte in regola. Nessun privilegio. I dodici sono tutti figli di Dio”. Non sono mancate le polemiche di Matteo Salvini che ha detto “I poveri ci sono anche vicino al Vaticano, ma fa più cchic andarli a prendere". In memoria della strage dei migranti nel porto di Mitilene, a Lesbo, il pontefice, il patriarca ecumenico di Costantinopoli e l’arcivescovo ortodosso greco Hieronymos hanno rivolto una preghiera e un minuto di silenzio, hanno inoltre ricevuto una corona d’alloro da tre bambini che successivamente hanno lanciato in mare. Papa Francesco ha riferito inoltre “Voglio dirvi che non siete soli, questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi: non perdete la speranza”. E andando nei luoghi in cui vige la guerra e la precarietà costante ha detto ai giornalisti che la situazione attuale è “la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale” ha aggiunto inoltre “Un viaggio diverso dagli altri, segnato dalla tristezza” riferendosi al viaggio a Lesbo e ai drammi che gravitano attorno a questa isola. Nel suo discorso ha puntualizzato inoltre “Siamo venuti per richiamare l'attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la soluzione. Speriamo che il mondo si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità. Possano i nostri fratelli e le nostre sorelle in questo continente, come il Buon samaritano, venirvi in aiuto in quello spirito di fraternità, solidarietà e rispetto per la dignità umana, che ha contraddistinto la sua lunga storia”. Su Twitter ha scritto inoltre “I  profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati”.