ORRIBILE STRAGE IN PAKISTAN, KAMIKAZE IN UN PARCO GIOCHI: ALMENO 72 MORTI

Redazione

Un orribile attentato. E' stato aggiornato dalla polizia ad almeno 72 morti, l'attentato suicida rivendicato dai talebani a Lahore all'ingresso di un parco giochi. I feriti sono almeno 233. Ancora incerto il numero dei bambini morti nell'attacco. Un ufficiale di polizia, Haider Ashraf, ha comunicato che sono almeno otto. Ashraf ha affermato inoltre che la maggioranza delle vittime sono musulmani. L'antiterrorismo pakistano ha arrestato 15 persone, tra cui 3 fratelli del kamikaze che si è fatto esplodere a Lahore. Lo riferisce l'emittente televisiva locale GeoTV, aggiungendo che il kamikaze è stato identificato come Yousuf Farid, nato l'1 gennaio 1988 e residente a Lahore nel distretto di Muzzafargah. Secondo quanto riferito da un portavoce della polizia, il 28enne ha frequentato una scuola coranica per 8 anni. Il suo documento di identità è stato trovato nel luogo dell'attentato.

Il premio Nobel per la pace Malala Yousafzaï si e' detta "sconvolta per questo assassinio insensato".

Il kamikaze talebano si è fatto saltare in aria al tramonto e ha preso di mira le centinaia di persone che stavano uscendo dal parco per raggiungere le auto dopo aver festeggiato la Pasqua con una giornata all'aria aperta. L'esplosione è avvenuta poco distante da alcune altalene e le vittime sono in gran parte donne e bambini. Il bilancio fornito dalle autorita' locali e' destinato ad aggravarsi perche' molti dei feriti sono gravi.

Il gruppo talebano Jamaat ul Ahrar ha rivendicato "la responsabilita' dell'attacco contro i cristiani che celebravano la Pasqua", come ha dichiarato il portavoce Ehansullah Ehsan, a un quotidiano pakistano. Ilgruppo ha spiegato che l'attacco rientra nell'offensiva "Saut-ul-Raad", "La voce del tuono", che continuerà per tutto il 2016. Nella rivendicazione il portavoce del gruppo talebano Jamaat-ul-Ahrar, ha precisato: "i cristiani erano l'obiettivo del nostro attacco". Secondo la polizia di Lahore gran parte delle vittime e' musulmana.

Il premier pakistano, Nawaz Sharif, ha espresso cordoglio e si è detto "sconvolto" per la perdita di "preziose vite umane". Condoglianze sono state espresse anche dal premier indiano, Narendra Modi. Il premier Matteo Renzi ha twittato che "Il pensiero corre alle piccole vittime pachistane di #Lahore e alla Pasqua insanguinata dalla follia kamikaze #prayforlahore".




PAKISTAN, VILLAGGIO DEGLI ORRORI: BAMBINI STUPRATI SOTTO EFFETTO DI FARMACI

di Cinzia Marchegiani

Kasur (Pakistan) – Il Pakistan è rimasto travolto e scioccato dallo scandalo scoperto una settimana fa sugli abusi sessuali inferti sui minori ad opera di una banda di criminali che producevano e vendevano i video illeciti delle loro violenze perpetrate in un villaggio della provincia Punjab nel Ganda Singh Wala zona di Kasur  negli ultimi 10 anni. Le indagini sul massiccio scandalo abusi sessuali su minori – definito il più grande nella storia del paese – hanno rivelato che sono stati realizzati circa 400 video e 280 minori vittime di abusi sessuali dalla banda organizzata composta da più di 25 criminali.

Stupri e ricatti, una storia lunga quasdi 10 anni.  Lo scandalo è scoppiato la scorsa settimana quando i genitori delle vittime si sono scontrati con la polizia durante una protesta quando hanno accusato le autorità di non aver perseguito adeguatamente i criminali. Diversi genitori delle vittime sono stati costantemente ricattati e costretti a pagare centinaia di migliaia di rupie con minacce di rilascio dei video in pubblico. I rapporti emersi su questo scandalo ha messo in evidenza come le famiglie in questa località erano impotenti e i funzionari sono rimasti per tutto il tempo apatici. Nella maggior parte dei casi i bambini vittime di abusi erano sotto i 14. Il periodo degli stupri sui bambini è assai lungo, dal 2006 al 2014, che hanno permesso ai criminali violentatori di produrre e vendere 400 video. Un’indagine assolutamente pubblica, che ha mostrato tutti gli orrori perpetrati su questi piccoli bambini, ha svelato addirittura come venivano tramortiti le loro vittime, infatti veniva iniettato un farmaco nella spina dorsale prima di essere aggrediti e costretti a rapporti sessuali, altri minori costretti a situazioni degradanti. Tutti i 25 stupratori, identificati nella maggior parte dei casi con nome e cognome, provengono dalla comunità pakistana. Si ritiene che migliaia di copie dei video circolano nel mercato mondiale venduto ciascuno di loro per 40 Rupie. Uno degli appartenenti della banda criminale ha confessato che la banda ha venduto i video a siti porno che operano in Gran Bretagna, Stati Uniti e in Europa

Un rapporto presentato al ministro principale dello scorso 1 agosto 2015 ha detto che sei imputati erano già stati arrestati. La polizia ha detto un altro sospetto è stato arrestato domenica mattina, portando il numero totale dei sospetti arrestati nel caso di sette. Il primo ministro del Punjab Shahbaz Sharif ha ordinato un'inchiesta giudiziaria sulla questione per portare i colpevoli alla giustizia.

Haseeb Amir, il principale accusato scandalo pedofilia di Kasur, ha confessato di sottoporre i bambini ad abusi e fare i loro video. Secondo SP Investigation Kasur, Nadeem Abbas ha detto in una dichiarazione rilasciata alla polizia il principale accusato di scandalo abusi sui minori ammesso commettere il reato di bambini abusato sessualmente per registrare le immagini nei video. Finora sono stati individuati sette sospetti su 10 e sono stati presi in custodia e sono stati Identificati con l'aiuto di 30 videoclip recuperati dalla polizia.

Alla luce della notizia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata anche nella tutela dei diritti dell'infanzia, chiede che un'inchiesta analoga sia immediatamente aperta anche in Italia che miri a prevenire e contenere la pedofilia e la pedopornografia online. Ormai in continuo aumento. Stiamo parlando di centinaia di milioni di utenti “adulti” che navigano su una Internet segreta ad uso dei trafficanti di droga, di esseri umani, assassini e pedofili. È chiamata “Deep Web” o “Dark Net”, e utilizza Tor e altri strumenti di oscuramento dell’identità per evadere i controlli. Il Deep Web comprende siti di droga, armi e tratta di persone; il reclutamento di assassini, acquisto di valute contraffatte, furto di dati di carte di credito e passaporti falsi. E molto altro. Ed è anche un terreno di azione dei pedofili. 




PAKISTAN: AGGUATO CONTRO LA POLIZIA, MORTI 4 AGENTI

di Ch. Mo.

Quetta (Pakistan) – Un agguato contro le forze dell’ordine a Quetta, capoluogo della provincia pakistana del Bluchistan ha visto morire 4 agenti della polizia per mano di un commando armato di quattro uomini a bordo di due motociclette.

L’ufficiale della polizia locale, Abul Razzaq Cheema, ha riferito lo spiacevole evento avvenuto precisamente nella località di Pashtunabad. Ancora ignote le cause dell’agguato: secondo alcuni si sarebbe trattato di un atto di terrorismo e secondo altri sarebbe un agguato isolato.

Non c’è stata per ora alcuna rivendicazione; le ipotesi convergono maggiormente sui separatisti del Baluchistan che tentano di ottenere con la violenza più autonomia e controllo delle risorse.

Il primo ministro, Nawaz Sharif, ha condannato" l'attacco e ha sottolineato che "questi episodi non possono indebolire l'impegno del governo per eliminare la minaccia del terrorismo e dell'estremismo.




ISIS: JIHADISTI PRONTI AD ACQUISTARE BOMBA ATOMICA DAL PAKISTAN

di Matteo La Stella

Nell'ultimo numero del "Dabiq", i jihadisti sunniti di Isis annunciano che ormai, con il loro budget milionario, avrebbero la possibilità di comprare una bomba atomica dal Pakistan, così da poterla fare entrare negli Stati Uniti per un attentato che vada ben oltre l'11 settembre. Secondo il “The Independent”, il testo dell'articolo è attribuito al giornalista britannico Jhon Cantlie, nella morsa dell' Isis ormai da tempo e utilizzato come propagandista.

Nell'articolo, intitolato “La tempesta perfetta”, si fa riferimento alle tante gesta dell'esercito jhiadista, impossessatosi di armi potentissime, poi chi scrive continua-”lasciatemi mettere sul tavolo un'operazione ipotetica. Lo Stato Islamico ha miliardi di dollari in banca, sufficienti per chiedere agli affiliati della provincia di Isis in Pakistan di comprare un ordigno nucleare attraverso i corrotti trafficanti di armi nella regione”-. Questo, continua il testo, è uno scenario “futurista”, ma sarebbe un evento più verosimile oggi rispetto ad un anno fa, oltre ad essere la somma di tutte le paure delle agenzie di intelligence occidentali. Poi si entra nello specifico degli armamenti utilizzati per un ipotetico attacco-”

E se non avessimo un'atomica (a disposizione), cosa ne pensate di poche migliaia di tonnellate di nitrato d'ammonio (il fertilizzante usato come esplosivo letale in numerosi attentati)? “- questo, tuonano le parole nell'articolo-” sarebbe piu' facile da ottenere”-, ed un attacco del genere, ridicolizzerebbe-” quelli del passato”-, riferimento esplicito all'11 settembre.

LA PREOCCUPAZIONE DEL GOVERNO ITALIANO
Il Governo italiano mostra delle perplessità, chiedendo una verifica della strategia riguardo l'intervento contro l'Isis, dopo l'avanzata jhiadista in Iraq e in Siria. Da Riga, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sostiene che -”"sara' fondamentale una verifica sulla strategia che stiamo portando avanti"- perchè il governo italiano è preoccupato -”non solo da quello che succede in Siria ma anche per la forse ancora piu' minacciosa situazione in Iraq”-. Per il confronto, una prima opportunità sarà già quella che il 2 giugno vedrà riuniti a Parigi il segretario di Stato Usa Jhon Kerry e i rappresentanti dei 60 paesi alleati, tutti intorno ad un tavolo per fare il punto in merito alla lotta al Daesh.

Il temibile califfato, controlla ormai metà della Siria. Negli ultimi 8 giorni, seppur bersagliati da continui bombardamenti aerei della coalizione internazionale, hanno conquistato Ramadi, capitale della provincia irachena di Al-Anbar, oltre a Palmira e al valico di frontiera di Al-Tanaf, più a sud.

Con il valico di Al-Tanaf, il leader siriano Bashar al-Assad ha perso ormai tutti e tre gli agganci alla frontiera con l'Iraq. Dunque, nonostante la campagna aerea approntata dalla coalizione internazionale guidata dagli USA già dal 2014, l'esercito della Jhiad sembra essere ancora in continua espansione, come se gli attacchi non sortissero alcun effetto. 




CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA PRONTA AD ACQUISTARE ORDIGNI DAL PAKISTAN

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .




ORRORE IN PAKISTAN: KAMIKAZE TALEBANI FANNO UNA STRAGE DI CRISTIANI

Redazione

Pakistan – Sangue sul sangue, terroristi in competizione con altri terroristi. Ormai l'emergenza sta diventando quotidianità. Ancora orrore in Pakistan dove c'è stata una nuova strage di cristiani in Pakistan: kamikaze talebani hanno preso di mira due chiese a Lahore, uccidendo 14 fedeli che assistevano alle messa e ferendo altre 78 persone, di cui 30 in modo grave. L'attacco e' stato rivendicato da Jamaat-ul-Ahrar, un gruppo integralista legato ai talebani e che ormai fa concorrenza all'Isis che sta reclutando molti giocani nel sud del Paese. Un altro attentato contro un terzo luogo di culto e' fallito. Gli attacchi nella capitale dello Stato orientale del Punjab sono avvenuti a pochi minuti di distanza e hanno preso di mira la chiesa cattolica di San Giovanni e la vicina Chiesa di Cristo, anglicana, gremite rispettivamente con 800 e piu' di mille fedeli.

Nella chiesa cattolica il bilancio sarebbe stato molto piu' pesante se non fosse stato per l'intervento di due poliziotti e di giovani volontari di guardia all'ingresso, che si sono sacrificati per sbarrare il passo al kamikaze.
La strage ha avuto luogo a Youhanabad, un sobborgo povero dedicato a San Giovanni dove vive una folta comunita' cristiana.
Dopo gli attacchi, una folla di 4mila persone e' scesa per strada in cerca di vendetta. Due uomini sospettati di essere complici degli attentatori sono stati linciati dalla folla e i loro corpi sono stati dati alle fiamme. Armati di mazze, i manifestanti hanno anche devastato alcuni negozi e danneggiato auto in transito. I poliziotti e alcuni politici locali accorsi sul posto sono stati cacciati dagli abitanti che accusano il governo di non agire con la necessaria risolutezza per difendere i cristiani.
Proteste dei cristiani si sono svolte anche a Karachi, Peshawar, Multan e Quetta.

Il premier pakistano Nawaz Sharif, originario del Punjab, ha condannato gli attentati e ha "dato istruzione alle autorita' di assicurare l'incolumita' delle persone e di proteggere le loro proprieta'".
I cristiani sono quattro milioni in Pakistan, circa il 2% dei 180 milioni di abitanti quasi tutti musulmani. La minoranza cristiana e' per lo piu' povera ed emarginata e ora sempre piu' nel mirino di attentati, persecuzioni e accuse di blasfemie.
L'episodio piu' grave risale al settembre 2013, quando due kamikaze si fecero esplodere in una chiesa di Peshawar uccidendo 82 cristiani. Nel marzo 2013, sempre a Lahore, attivisti musulmani avevano dato alle fiamme un centinaio di case di cristiani a nel quartiere di Joseph Colony dopo un presunto atto di blasfemia.

Il “fenomeno talebano”, invece di diminuire in Pakistan si sta allargando ed ormai ha superato la fascia delle Aree Tribali ben oltre il Waziristan. I potere dei Mullah cresce giorno dopo giorno a Karachi ed in particolare a Peshawar, nota residenza di molti esponenti o anche solo simpatizzanti di Al Qaeda,

Una situazione che ormai dilaga in tutto il Paese, da ovest ad est, raggiungendo anche luoghi isolati, aree politicamente felici, come la splendida e pittoresca Swat Valley che hanno richiamato improvvisamente l’interesse militare delle Forze Armate pakistane. Segnali incontrovertibili di una presenza radicata di elementi fondamentalisti, come l’improvvisa comparsa nel villaggio di Matta di cartelli che definiscono la zona “Taliban Station”. La stessa cosa nel villaggio di Kabal ed in altri nove dei dodici distretti dell'oasi naturale a soli 100 chilometri dalla Capitale Islamabad.

 




PAKISTAN: 50 MORTI DOPO UNO SCONTRO TRA AUTOBUS E CAMION CISTERNA

di Maurizio Costa

Pakistan – Un autobus si è schiantato contro un camion cisterna pieno di benzina. Subito dopo lo schianto, entrambi i mezzi hanno preso fuoco e i morti accertati sono più di 55. Il bus sarebbe stato travolto dal camion e la strage è stata inevitabile.

Secondo le prime rilevazioni, l'autobus era sovraffollato e le norme di sicurezza erano bassissime. La pratica di riempire i mezzi pubblici fino all'estremo, in Pakistan, è molto frequente. La polizia pakistana afferma che l'incidente sarebbe stato causato da un'imprudenza dell'autista del camion cisterna, che si sarebbe distratto e avrebbe centrato in pieno l'autobus pieno di persone.

Gli incidenti in Pakistan sono frequentissimi: secondo alcune stime, ne avvengono 9.000 l'anno, causando più di 4.500 morti. 




PAKISTAN: TERRORE DA CAMPAGNA VACCINAZIONE MORBILLO

 

Nonostante il report della prima morte di un bambino, la somministrazione continua e  sta provocando ricoveri ospedalieri degli studenti, oltre altre morti in vari distretti, senza alcuna apertura di indagine tesa a individuarne le cause della morte improvvisa.

 

di Cinzia Marchegiani

Khyber Pakhtukh (Pakistan) – Alle prime ore dell’alba è apparso in Italia l’aggiornamento del Daily Time Pakistan in merito alla campagna vaccinazione avviata nella provincia di Khyber Pakhttukh grazie alla giornalista Meena Gabeena. Facendo una costruzione cronologica degli avvenimenti si apprende che il governo ha avviato una campagna di vaccinazione massiccia lo scorso 19 maggio 2014, in seguito alla segnalazione di 79 morti in cinque mesi causata da una probabile epidemia di morbillo. L’obiettivo del governo messo subito in azione è stato quello di fare una vaccinazione di massa, volendo raggiungere 9,6 milioni di bambini che abbiano un’età inferiore ai 10 anni, impegnando un costo sanitario di circa 10 milioni di dollari. Si legge che appena iniziata la somministrazione della dose di vaccino ci siano state morti fatali in vari distretti della provincia tra cui Charsadda, Peshawar, Kohat e Hangu dei soggetti appena immunizzati. Non solo, il 21 Maggio nel distretto di Kohat ben 21 bambini dopo la vaccinazione sono caduti privi di senso. E’ accaduto anche in Jangal Khel dopo che un team di funzionari della sanità è andato in una scuola privata per vaccinare i bambini contro il morbillo, anche lì gli studenti sono caduti in stato di inconscio e per questo portati al Memorial Hospital Liaqat. Sembra un bollettino di guerra, il 19 maggio si registra che almeno 23 studenti del Governo Ragazze Scuola Primaria in Dalan consiglio unione di Thal, Hangu sia caduto privo di sensi dopo aver ricevuto le suddette somministrazioni vaccinali, mentre sono state segnalati due decessi il 1 ° giugno a Charsadda sempre dopo la pratica vaccinale attuata contro il morbillo. Alle gravi reazioni avverse il ministro provinciale per la salute, Shahram Tarakai, ha annunciato un'indagine sulla materia. I rapporti iniziali acquisiti documentano che il governo incolpava il personale che ha somministrato il vaccino di una non adeguata formazione, ma altri rapporti sui decessi indicano invece l’utilizzo di vaccini scaduti. Comunque vada non si ha alcuna certezza della causa dei decessi e degli immediati malori, l’unico dato certo che riporta la giornalista è che centinaia di bambini in tutta la provincia sono stati ricoverati in ospedale dopo aver ricevuto i vaccini, di cui molti hanno già perso la vita. I danni delle vaccinazioni subite nonostante siano state segnalate nel corso delle ultime due settimane, come la prima morte di un bambino post vaccinato, sembra non abbiano fatto riflettere abbastanza il governo, purtroppo la stessa campagna vaccinale è proseguita senza prima poter accertarne le cause scatenanti. In merito a questo atteggiamento incoerente Khushal Khattak, presidente centrale del Partito Nazionale Awami (ANP) ha espresso la propria severa e critica accusa:” "Nella società civilizzate, quando un evento del genere accade, i ministri incaricati di solito presentano le loro dimissioni mentre il governo si impegna ad indagare a fondo la questione per garantire la sicurezza dei cittadini che sono esposti a tali pericoli. Questo sarebbe troppo chiedere ai governi del Pakistan in generale, e del governo di Pakhtunkhwa, guidata dal PTI in specifico. Il motivo è il modo in cui il governo di Pakhtunkhwa ha costantemente difeso le sue decisioni, nonostante le loro conseguenze a carico del popolo di Pakhtunkhwa durante il loro primo anno al potere.” Lo scenario fotografato dall’editoriale mette evidenzia che nella città di Pakhtunkhwa e Fata ci sono stati sempre problemi con le campagna di vaccinazione, soprattutto nelle campagne NO-STOP come quella dell’antipolio e ora anche l’antimorbillo che hanno fatto precipitare la fiducia dei cittadini in queste zone. Sembra che proprio il governo provinciale sia diventato il diretto responsabile per le scelte delle politiche sanitarie. I partiti dell’opposizione in questo caso, l’ANP denuncia il disinteresse del partito PTI che sembra non abbia attuato una strategia e agito in merito ai ricoveri e le morti avvenute dopo la vaccinazione nelle scuole.

Domande inquietanti che dovrebbero trovare risposte, soprattutto capire in primis quale fosse lo stato reale della salute dei bambini nel momento in cui hanno affrontato l’avvenuta epidemia di morbillo  ma soprattutto individuare le cause che hanno innescato le morti nonché gravi reazioni avverse dopo le pratiche vaccinali di massa che, dalle news appena diramate, non hanno sollecitato indagini sulla qualità dei vaccini somministrati e interrotto le somministrazioni delle stesse. Infine  sarebbe interessante conoscere il nome dell’azienda farmaceutica che ha consegnato i lotti dei vaccini…

Continueremo a seguire questa vicenda sui problemi legati alla vaccinazione poiché come in Italia anche il resto del mondo si è generato un allarme soprattutto in merito alla poca trasparenza e volontà di profondere sicurezza ai bambini con atti documentali e non solo con i soliti slogan propagandistici.




PAKISTAN, RIFIUTA IL MATRIMONIO COMBINATO E VIENE UCCISA A BASTONATE.

di Christian Montagna

Alahore (Pakistan) – Un’altra terribile storia, la morte di una giovane donna. Accade in Pakistan, ad Alahore. Farzana Iqbal, la giovane 25 enne, incinta di tre mesi, è stata aggredita da un gruppo di persone per essersi ribellata alle decisioni di una società antica e maschilista. La cosa che più fa rabbrividire è che in quel gruppo di persone c’erano il padre e il fratello. La cronaca ci ha tristemente riportato altri avvenimenti simili:è’ noto il caso della giovane Hina uccisa e sepolta dal padre perché vestita all’ occidentale ma, come lei, purtroppo anche altre. Un massacro quello delle donne che non ha fine. Che siano motivi religiosi o regole imposte dalla società poco importa, la violenza sulle donne è da condannare in ogni caso. Secondo quanto riportato dal capo investigatore Rana Akhtar alla rete televisiva Samaa Tv, la giovane pakistana sarebbe dovuta essere in aula per difendere il marito accusato dalla famiglia di averla rapita e costretta a sposarlo. Una ventina di persone erano fuori al Tribunale ad attenderli per colpirli a bastonate e pietre. Perché in Pakistan, chi sceglie di essere libero,viene considerato un criminale Il fratello della vittima, armato di pistola, ha esploso un colpo mancando il bersaglio. Il tutto accadeva dinanzi ad una folla inerme di curiosi. La giovane vittima che nel caos tentava la fuga, cadendo, è stata raggiunta dai suoi familiari e uccisa a bastonate. Secondo quanto riportato dall’ avvocato, Ferzana aveva scelto liberamente di sposare quell’ uomo e questo, in Pakistan, alle donne non è concesso. Per lei era già stato scritto un altro destino, il padre le aveva scelto il marito e lo stile di vita da seguire. Una decisione quella di ribellarsi che le è costata la vita. In un sistema come quello pakistano tutto ciò è all’ ordine del giorno, la folla di carnefici è scappata inosservata e solo il padre ha confessato definendolo un delitto d’onore. Ma quale onore? Siamo solo dinanzi all’ennesimo delitto della vergogna…