OSTIA: CON UNA SCUSA SI AVVICINA AD UN BAMBINO DI 4 ANNI BACIANDOLO IN BOCCA. SOTTRATTO DALLA FOLLA, ARRESTATO DALLA POLIZIA 72ENNE ITALIANO.

Redazione

Ostia (RM) – Gli agenti sono riusciti – con non poca difficoltà – a sottrarlo da una folla di presenti, testimoni dell’accaduto.

Dopo averlo fatto salire sull’auto di servizio, lo hanno accompagnato negli uffici del Commissariato e arrestato per il reato di violenza sessuale aggravata.  

L’episodio è accaduto ieri mattina – intorno alle ore 11:30 – a Ostia.

Nella circostanza su un marciapiede in via Carlo Del Greco, un nonno – a passeggio con il suo nipotino di 4 anni, è stato fermato da un uomo anziano.

Qualche chiacchiera, poi gli usuali complimenti per il bell’aspetto del bambino, per poi arrivare ad una richiesta: poter dare un bacio al piccolo.

Negando il “permesso”, ed esprimendo il proprio disagio per la situazione venutasi a creare, il nonno si stava allontanando; ma in un attimo, con una mossa repentina l’anziano signore si è chinato baciando sulla bocca il bambino.

Il nonno, evidentemente sorpreso dagli eventi, ha urlato richiamando l’attenzione dei presenti, mentre l’anziano cercava di allontanarsi.

Sul posto anche un poliziotto del Reparto Mobile – libero dal servizio – che immediatamente intervenuto, ha per qualche attimo calmato gli animi, in attesa della Volante del Commissariato di Ostia giunta in pochi minuti.

L’arrivo della pattuglia ha “salvato” l’anziano dal linciaggio della folla – tra cui anche alcuni testimoni dell’accaduto – riuscendo a farlo salire a bordo sull’auto di servizio.

Accompagnato negli uffici di Polizia l’uomo, identificato per M.I. 72enne originario della provincia di Catanzaro, è stato ascoltato dagli investigatori.

Confessando di essere attratto dai minori, l’uomo è stato arrestato per violenza sessuale aggravata dal fatto che il minore avesse meno di 14 anni.




OSTIA: IN BILICO SU UN PONTE, VUOLE TOGLIERSI LA VITA

Redazione

Ostia (RM) – E’ accaduto stanotte in viale dei Pescatori angolo via Nicomaco,  ad Ostia. Quando le due pattuglie del Commissariato, diretto dal dr. Antonio Franco, in servizio di pattugliamento della zona,  hanno ricevuto la segnalazione via radio, si sono precipitate sul posto.

Quando sono arrivati, gli agenti  hanno visto un uomo che, in bilico sul ponte e oltre la recinzione di protezione, manifestava chiaramente l’intenzione di gettarsi nel vuoto.

Due dei poliziotti intervenuti  hanno subito iniziato a parlare  con l’uomo, N.I., un cittadino serbo di 50 anni e subito dopo hanno richiesto alla sala operativa l’intervento del 118 con  personale medico.

Malgrado il soggetto minacciasse di gettarsi qualora gli Agenti si fossero avvicinati, questi sono riusciti comunque a stabilire un dialogo con lo stesso, riuscendo a distrarlo per qualche secondo dalla sua intenzione.

Ciò ha consentito ai poliziotti dell’altra pattuglia di afferrarlo alle spalle e, malgrado la resistenza energica e i vari tentativi di divincolarsi dalla presa dei poliziotti, l’uomo è stato portato fuori dalla balaustra.

In evidente stato di shock ha continuato a chiedere di lasciarlo stare, fermo nell’intenzione di togliersi la vita.

Quando il personale sanitario del 118 è arrivato sul posto, gli ha prestato i primi soccorsi e lo ha accompagnato in ospedale.

 




ROMA, SQUADRA MOBILE. OPERAZIONE "NUOVA ALBA": 51 MANDATI DI ARRESTO E SEQUESTRO DI BENI E ATTIVITA'

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE IN FONDO ALL’ARTICOLO 

Redazione

Roma – Alle prime ore di ieri mattina, a conclusione di articolate investigazioni, la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile – collaborata dai Commissariati distaccati di P.S. di Roma e provincia, dalla Digos, dal Reparto Prevenzione Crimine “Lazio” e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo – ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed al contestuale decreto di sequestro preventivo di beni immobili ed attività commerciali individuali nr. 54911/12 RGNR e nr. 14008/13 RGGIP, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, dr.ssa Simonetta d’ALESSANDRO, su richiesta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Dott. Giuseppe PIGNATONE e del Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, dr.ssa Ilaria CALO’ della Procura Distrettuale della Repubblica di Roma nei confronti di nr. 51 (cinquantuno) capi ed affiliati appartenenti ad una vasta ed agguerrita organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella Capitale ed, in particolare, nel litorale di Ostia, formata dalle famiglie FASCIANI e (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), tra loro contrapposte.

ECCO I NOMI:

1. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

2. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

3. CALDARELLA Felicia, nata a Siculiana (AG) il 16.09.1958

4. CALDARELLA Nunziata, nata a Siculiana (AG) il 03.01.1960

5. PIGNATARO Alessandro, nato ad Adelaide (Australia) il 28.08.1969

6. DI FRANCESCO FABIO, nato a Roma il 12.05.1969

7. GIORGI EMILIANO, nato a Roma il 16.05.1978

8. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

9. D’AGATI Francesco, nato a Villabate (PA) l’1.01.1936

10. DI MARIA CLETO, nato a Roma il 30.12.1965

11. FASCIANI Carmine, nato a Capistrello (AQ) l’11.05.1949

12. FASCIANI Nazzareno, nato a Roma il 13.01.1958

13. FASCIANI Giuseppe, nato a  Capistrello (AQ) il 22.02.1951

14. FASCIANI Terenzio, nato a Capistrello (AQ) il  21.03.1954

15. FASCIANI Sabrina, nata a Roma il 8.05.1974

16. FASCIANI Azzurra, nata a Roma il 18.05.1984

17. FASCIANI Alessandro, nato a Roma il 29.08.1986

18. BARTOLI Silvia Franca, nata a Olgiate Comasco (Como), il 28.05.1952

19. ROSSI DIEGO, nato a Roma il 27.05.1981

20. SIBIO Riccardo, nato a Roma il 1.03.1962

21. COLABELLA JOHN GILBERTO, nato a Roma il 3.09.1984

22. BITTI LUCIANO, nato a Roma il 17.05.1940

23. INNO GILBERTO, nato a Roma il 22.04.1966

24. GIORGIO BENEDETTO, nato a Roma il 29.09.1968

25. BASCO ANTONIO, nato a Roma il 21.04.1957

26. DI SALVO GABRIELE, nato a Narni il 7.05.1959

27. GUARINO FABIO, nato a Siena il 22.09.1964

28. CASANO AURORA, nata a Trapani il 19.06.1969

29. GERMANO’ GIANLUCA, nato a Roma il 27.06.1970

30. CARBONE DANIELE, nata a Roma 16.04.1970

31. BASCO GIOVANNA, nata a Roma il 26.04.1979

32. PISELLI MARIA LUISA, nata a Roma il 17.03.1958

33. xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

34. CASTIELLO MANUEL, nato a Roma il 31.07.1986

35. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso stralciato

36. FERRERI ROSARIO, nato a Palermo il 29.09.1959

37. LOBOZZO FABIO, nato a Roma il 6.11.1975

38. COCI EMANUELE, nato a Roma il 2.08.1982

39. CIOLLI ANDREA, nato a Roma il 31.08.1970

40. CIOLLI ENNIO, nato a Roma il 14.06.1939

41. MAZZONI MIRKO, nato a Roma il 14.06.1980

42. SANGUINETTI Gabriele, nato a Roma il 12.05.1990

43. ANSELMI DANILO, nato a Roma il 29.10.1976

44. FERRERI CHRISTIAN, nato a Roma 11.08.1984

45. LONGO SASCIA, nato a Roma il 18.02.1975

46. FERRAMO EUGENIO, nato a Budrio (BO) il 27.10.1984

47. DI CINTIO ANDREA, nato a Roma il 15.7.1979

48. KOWALSKI FABIO, nato a Roma il 9.9.1967

49. MARTINELLI TOMMASO, nato a Roma il 12.11.1957

50. BOSCO ALESSANDRO, nato a Roma l’8.10.1973

51. EL AZIZ ABDELMOULA, nato in Marocco il 21.5.1969

I soggetti destinatari del provvedimento cautelare sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, al traffico internazionale di stupefacenti, infiltrazione nel tessuto amministrativo, corruzione.

Va preliminarmente evidenziato che le investigazioni hanno consentito, per la quasi totalità, di fare piena luce sui componenti e le attività illecite poste in essere dalla consorterie mafiosa degli SPADA federata alla famiglia FASCIANI e dei (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), quest’ultima a loro contrapposta ed affiliata a “Cosa Nostra” siciliana.

Da qui il nome dell’Operazione denominata “Nuova Alba” proprio al fine di evidenziare come l’indagine ha potuto assicurare alla giustizia i capi, i reggenti ed i gregari delle famiglie mafiose più temute e potenti che insistono sul territorio della provincia di Roma ed Ostia ridando luce ad un territorio nel quale era “calata la notte della città” – come affermato testualmente dal G.I.P. del Tribunale di Roma nell’ordinanza – liberandola dalla cappa oppressiva della criminalità organizzata che cerca di inserire i propri tentacoli in ogni tessuto produttivo al fine di acquisire il controllo e la gestione delle relative attività.

I due schieramenti mafiosi da diversi anni gestivano ogni tipo di attività illecita in alcune zone della Capitale ed, in particolare, nell’abitato di Ostia (RM) divenuto, negli ultimi anni, il fulcro di importanti interessi connessi alle lucrose attività di ristorazione e turistiche ivi presenti.  

Nell’ambito dell’indagine sono stati raccolti univoci elementi probatori, totalmente recepiti dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno consentito di contestare, per la prima volta, il reato di associazione di stampo mafioso agli appartenenti alle famiglie FASCIANI e Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 dimostrando come le stesse, benché contrapposte tra loro, grazie alla forza intimidatrice ed al vincolo inscindibile creato nel corso del tempo, avevano esteso il proprio dominio anche in alcune zone della Capitale.

In particolare, Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), CALDARELLA Felicia, CALDARELLA Nunziata, PIGNATARO Alessandro, DI FRANCESCO Fabio, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), GIORGI Emiliano, DI MARIA Cleto, D’AGATI Francesco sono ritenuti responsabili del reato di cui all’art.416 bis comma I, II, IV, V e VI c.p. per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra” segnatamente della famiglia di Siculiana ricoprendo VITO e Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 funzioni direttive nel territorio di Ostia essendo incaricati per conto della Cosca CARUANA-CUNTRERA del controllo del territorio, della gestione delle attività delittuose di traffico di armi e di stupefacenti, del controllo delle attività economiche di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia e dei rapporti con i vertici delle altre organizzazioni criminali operanti nel territorio di Ostia, in qualità di luogotenenti dei CUNTRERA.

Nell’ambito della predetta associazione criminale di stampa mafioso operavano, come accennato, anche gli indagati DI FRANCESCO, PIGNATARO, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) e DI MARIA i quali, appartenenti all’associazione e sottoposti direttamente ai germani Vito e VNominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, ne eseguivano le direttive partecipando all’assunzione delle decisioni sugli aspetti operativi delle iniziative intraprese, essendo (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), in qualità di genero di Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, partecipe delle decisioni in ordine alla gestione criminale della famiglia e in ordine ai rapporti con altre organizzazioni criminali, DI FRANCESCO e PIGNATARO, incaricati della gestione del settore armi, DI MARIA incaricato della gestione delle attività economiche, in particolare nel Porto di Ostia.

A Francesco D’AGATI viene contestato il medesimo capo d’imputazione poichè, con funzioni di direttiva, consiglio, mediazione e garanzia interveniva nelle più importanti decisioni inerenti il litorale romano, quale rappresentante di Cosa Nostra palermitana e, segnatamente, del cd. “Mandamento di Villabate” diretto dal fratello Giovanni D’AGATI e portatore della ulteriore forza di intimidazione da esso derivante nonché riconosciuto garante, in virtù dell’indiscusso prestigio criminale, del rispetto degli accordi con altre compagini criminali operanti nel territorio di Ostia.

Ai fratelli Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, viene, altresì, contestato il reato di cui agli artt.110 c.p. 2 e 4 L.895/67 e 7 L. 203/91, per aver illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico (in concorso tra loro, con altri soggetti rimasti ignoti e con CASSIA Sebastiano nei cui confronti si procede separatamente) armi da guerra e comuni da sparo, segnatamente una partita di armi (armi corte da sparo e fucili Kalashnikov) provenienti dalla ex Jugoslavia, ricevute da Giuseppe VALENTINI detto “Tortellino” quale corrispettivo di una partita di sostanza stupefacente, destinate alla spartizione tra i Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 in veste di rappresentanti in Ostia della Cosca CUNTRERA ed il clan SPATARO. Reato commesso avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis del codice penale ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso.

Va aggiunto, per lumeggiare la caratura criminale degli arrestati, che il clan mafioso dei “CUNTRERA–CARUANA” tra gli anni ’80 e ’90 è stato tra i più attivi nel narcotraffico internazionale con il sud e il nord America e nel riciclaggio tanto da guadagnarsi all’epoca l’appellativo di “Rothschild della Mafia” o “banchieri di Cosa Nostra”.  Il tutto accertato con provvedimenti giurisdizionali risalenti nel tempo secondo cui, almeno dagli anni Ottanta in poi, i Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 rappresentano sul litorale romano, in Ostia, con funzioni apicali la Cosca CARUANA-CUNTRERA di Cosa Nostra.

Paolo CUNTRERA (nato a Siculiana il 16.2.1939) e Gaspare CUNTRERA (nato a Siculiana il 23.8.1934), fratelli di Pasquale, sono stati condannati per associazione di tipo mafioso e per traffico di stupefacenti ed ebbero diretti contatti con la Commissione di Cosa Nostra e con Cosa Nostra americana alleandosi, nella seconda guerra di mafia, con le famiglie di Palermo trovando al termine delle ostilità un accordo con Toto’ RIINA.

I predetti furono anche coinvolti, negli anni Settanta, nella cd. French Connection e, negli anni ottanta, nella cd. Pizza connection. Da ultimo, sono stati implicati negli anni ’90, con la complicità di Alfonso CARUANA, in una joint venture con la ‘ndrangheta per il traffico di cocaina. La droga proveniva dai cartelli colombiani di Cali’ e i CUNTRERA-CARUANA facevano da intermediari per le ‘ndrine calabresi potendo anche contare su una solida rete di contatti in Germania, fatta da ristoratori emigrati dall’Italia.

Ma quel che più va sottolineato è che l’indagine “Nuova Alba” consente di disarticolare completamente una blasonata consorteria mafiosa, già assurta in passato agli “onori” delle cronache giudiziarie, quale la cosca FASCIANI rappresentata e diretta, dai fratelli Nazzareno, Giuseppe, Terenzio e, quale figura di vertice indiscusso, dall’anziano boss FASCIANI Carmine (attualmente detenuto per i quali) quest’ultimo coinvolto, insieme alla moglie BARTOLI Silvia Franca, in importanti indagini sul narcotraffico (Operazione “Los Moros 2008” e Operazione “Madara 2008”) ove vengono investiti ingenti capitali provenienti dell’usura e del racket.

Il dato emerso della presente attività d’indagine ha permesso di disvelare le dinamiche criminali dell’organizzazione, la mappa degli interessi che il gruppo ha nel settore dell’usura, delle estorsioni e degli stupefacenti nonché di individuare i soggetti asserviti e/o collaboranti pronti, in nome e per conto di FASCIANI Carmine, alla perpetrazione di ogni attività criminale, anche con l’uso della forza o delle armi da fuoco.

La lettura delle pregresse attività investigative rivela l’impostazione criminale della famiglia FASCIANI che figura strutturata in maniera tale da garantire i propri interessi e l’egemonia territoriale attraverso la fattiva azione dei familiari i quali, nel corso del tempo, sono stati sottoposti a indagini patrimoniali e sequestro di consistenti patrimoni, come è successo per FASCIANI Azzurra, FASCIANI Sabrina (quest’ultima più volte coinvolta in indagini concernenti il traffico di stupefacenti), SISTI Maria (moglie di Vincenzo) e BARTOLI Silvia Franca.

Nella presente indagine, Carmine FASCIANI è stato riconosciuto il capo, promotore e vertice dell’organizzazione, referente finale di ogni informazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall’organizzazione nonché responsabile dei rapporti con i vertici delle altre organizzazioni criminali, operanti nel territorio di Ostia.

In particolare, il FASCIANI era stato scarcerato il 2 agosto 2012 venendo posto in detenzione domiciliare all’Aurelia Hospital, dove poteva ricevere senza alcuna restrizione chiunque volesse contattarlo e dove, com’è noto, è stato sottoposto ad intercettazione ambientale.

Proprio dall’attività tecnica espletata a carico del boss quest’ufficio ha documentato come la struttura sanitaria fosse divenuta per il FASCIANI un “ufficio privato” nel quale intratteneva i suoi affiliati, venendo puntualmente informato dagli stessi sugli affari criminali in essere e, sulla base di esse, organizzava le strategie criminali della consorteria dando precise direttive per la gestione criminale delle attività.

Gli affiliati di spicco della famiglia FASCIANI sono stati individuati in FASCIANI Nazzareno, Giuseppe e Terenzio, fratelli di Carmine e promotori dell’associazione dotati di potere decisionale e di prestigio criminale subordinato al solo FASCIANI Carmine capo dell’organizzazione coordinando, in particolare, FASCIANI Terenzio le estorsioni e il controllo delle attività economiche e FASCIANI Nazzareno il settore dell’usura,

Non sono da meno le “donne” della famiglia mafiosa che rivestivano, ciascuna di esse, ruoli operativi di assoluto rilievo criminale all’interno del sodalizio mafioso.

Si fa riferimento a FASCIANI Sabrina, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione  operativa  dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan ove, segnatamente, unitamente al promotore FASCIANI  TERENZIO detto  Garibaldi,  sovraintendeva al settore “usura ed estorsione”.

FASCIANI Azzurra, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione operativa dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan e , segnatamente, sotto la direzione del padre Carmine e con la collaborazione della madre BARTOLI, al settore del controllo delle attività economiche e della gestione delle intestazioni fittizie.

FASCIANI Alessandro, con funzioni di organizzatore dell’associazione essendo alla direzione operativa dei diversi settori  nei  quali opera il clan, unitamente a ROSSI DIEGO, sovraintendeva sotto la direzione di Carmine al settore del traffico di stupefacenti e collaborava nella gestione del settore armi ed estorsioni.

BARTOLI Silvia Franca, moglie del capostipite FASCIANI Carmine, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione  operativa  dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan e, segnatamente, al settore usura ed estorsione.

Tra le attività delittuose del clan mafioso FASCIANI possono essere pertanto annoverate l’usura, l’estorsione, la fittizia intestazione di beni a prestanome ed il traffico di droga.

Quanto al settore dell’usura, Carmine FASCIANI, con l’apporto di FASCIANI Terenzio detto “Garibaldi”, FASCIANI Sabrina, BARTOLI Silvia Franca, per circa due anni, si è fatto consegnare la somma di euro 7.000,00 al mese di cui 2.000,00 a titolo di interessi in corrispettivo del prestito erogato dalla sua famiglia a DE FALCO Agostino, titolare dell’autosalone “Messina Car” sito in via Monte Cencio 14, Isola Sacra, Fiumicino. A seguito dell’insolvenza del DE FALCO, l’organizzazione si faceva intestare a prestanome l’attività dello stesso DE FALCO che ne diveniva – benché inizialmente ne fosse il proprietario – un semplice dipendente. Tale attività oggi è stata sottoposta a sequestro.

Medesima condotta è stata posta in essere nei confronti della società “Leonard 2006” attualmente in liquidazione, proprietaria del negozio di calzature sito in Ostia, Corso Duca di Genova 124. In tale vicenda, il clan FASCIANI, esigendo il pagamento mensile di somme a titolo di restituzione del capitale aumentate da un tasso usurario progressivamente crescente ad ogni inadempimento (dal 20% al 50%, al 100%, al 200%), costringevano – mediante minaccia consistita nel manifestarsi quali appartenenti al clan FASCIANI e nell’avvalersi dello stato di soggezione e di intimidazione derivatene – i titolari dell’esercizio commerciale a pagare la somma di euro 1.000,00 prima mensile poi settimanale e, infine, a cedere di fatto l’attività e i relativi guadagni. Tale attività oggi è stata sottoposta a sequestro.

Quanto alle condotte estorsive, l’indagine ha permesso di annoverare un episodio avvenuto con la complicità di INNO Gilberto, ai danni di COCOCCIA Marco, GIORGI Fabio e IORIO Daniele i quali sono stati costretti a pagare delle somme mensili non dovute a titolo estorsivo, facendo seguito ad un originario prestito di natura usuraria effettuato da FASCIANI Nazzareno il quale, nonostante avesse ottenuto un assegno bancario da BISEGNA Assunta, madre di COCOCCIA Marco, in data 1 settembre 2012, e pretendendo l’erogazione di ulteriori 2.000,00 da IORIO Daniele chiesti tramite INNO il giorno 12 novembre 2012, si procuravano un ingiusto profitto in danno delle persone offese.

Una vera e propria specialità criminale, da parte della famiglia FASCIANI, era offerta dalle fittizie intestazioni di beni ed aziende commerciali, operate dal boss Carmine, con la collaborazione della moglie Silvia BARTOLI e della figlia Sabrina, nelle quali, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, hanno attribuito fittiziamente:

xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

– a CASTIELLO Manuel titolare della Società “Forno in piazza – societa’ in nome collettivo di CASTIELLO Manuel e C” proprietaria dell’attività commerciale “Il Forno” sita in Ostia, Piazza Gasparri nr.19/20/21/22, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI. Anche tale attività è sottoposta a sequestro;

– a xxx Nominativo oscurato in data 26/08/2020 su richiesta dell’interessato per posizione stralciata

– a FERRERI Rosario, cognato di Fasciani Terenzio, l’impresa individuale “Ferreri Rosario” con sede legale in Ostia, via delle Ebridi 102-110, proprietaria dell’esercizio commerciale “La casa del materasso” sito in Ostia, via delle Ebridi 106-110, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI. Anche tale attività viene sottoposta a sequestro;

– a CARBONE Daniele e BASCO Giovanna, figlia di BASCO Antonio la Società DR.FISH S.r.l., con sede legale in Roma, via dei Serpenti, 30 e p. iva  11013121006, in realtà appartenente alla famiglia Fasciani, società cui il 30.1.2012 veniva ceduta in affitto/comodato la Società “Il Porticciolo” S.r.l., con sede in Ostia, Lungomare Paolo Toscanelli 197, già sottoposta a sequestro dell’Autorità Giudiziaria, avente come oggetto sociale altresì la conduzione di stabilimenti balneari, essendone nominato fittizio amministratore il 29.11.2012 INNO Gilberto, attività commerciali riferibili alla Dr Fish e alla società Il Porticciolo tutte in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Tutte queste attività sono sottoposte a sequestro;

– a CIOLLI Andrea quale socio accomandante, con il concorso del padre CIOLLI ENNIO, il ristorante “Al contadino non far saper….S.n.c. ” con sede legale in Ostia Antica, via della Macchiarella 128, proprietaria dell’omonimo esercizio di Ristorante, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI ed oggi è stata sottoposta a sequestro;

– a PISELLI Maria Luisa, convivente di BASCO Antonio, lo stabilimento MALIBU BEACH S.r.l. con sede in Roma, via Caio Lelio 39, con oggetto sociale la conduzione di stabilimenti balneari, di proprietà della Società EMMEDIESSE GROUP S.p.A. con sede al medesimo indirizzo, intestata ai familiari di BASCO Antonio (CARBONE Daniele, BASCO Giovanna e PISELLI, essendo le attività commerciali riferibili alla MALIBU BEACH e alla EMMEDIESSE  tutte in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Anche lo stabilimento balneare in data odierna è stato sottoposto a sequestro.

– a COCI EMANUELE, il 21.9.12, quale amministratore unico la Società Immobiliare Centro Lazio S.r.l., con sede in Civitavecchia, via Palmiro Togliatti 16,  avente ad oggetto la realizzazione e gestione di iniziative commerciali, industriali e agricole, essendo le attività commerciali riferibili alla Immobiliare Centro Lazio. Anche tale attività è stata sottoposta a sequestro;

– a LOBOZZO Fabio, quale amministratore unico nominato il 27.12.2011, la Società Romana Videogiochi s.r.l. con sede in via Isole Samoa 45 avente ad oggetto sia la vendita e il noleggio di apparecchiature elettroniche sia la gestione di bar e in genere di esercizi di ristorazione, essendo le attività commerciali riferibili alla Romana Videogiochi in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Anche tale attività è stata sottoposta a sequestro.

E’ anche ricostruito un episodio delittuoso che vede coinvolti gli arrestati Riccardo SIBIO e Jhon Gilberto COLABELLA che, per conto di Carmine FASCIANI, hanno esploso nr. 6 colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’ esercizio commerciale “Linea & Sole”, centro estetico ubicato in Roma, Piazzale Antonio Tosti nr. 1/A.B. gestito da PUGLIESE Cinzia, colpi che attingevano le tre vetrine del centro estetico e solarium nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2012 a scopo intimidatorio.

– Successivamente, agli inizi del 2013, i predetti SIBIO e COLABELLA avevano programmato un attentato alla stessa PUGLIESE, effettuando sopralluoghi preliminari dei luoghi e fotografie e pedinamenti della titolare dell’esercizio annotandone abitudini e orari e targhe dei veicoli (atto non compiuto poiché detti appunti venivano sequestrati a SIBIO

Riccardo nel corso di una perquisizione effettuata a suo carico il 7 febbraio 2013 ex art.41 TULPS). A seguito di ciò la stessa PUGLIESE convocata presso questa struttura investigativa era stata anche resa edotta, in data 24 aprile u.s., del rischio per la sua incolumità. La stessa, com’è noto, nella giornata di ieri 24 luglio, è stata oggetto di un agguato nel corso del quale un ignoto, coperto da un casco integrale, esplodeva nei suoi confronti un colpo d’arma da fuoco attingendola al polpaccio.

Dalle indagini è stato anche possibile acquisire elementi inconfutabili circa il coinvolgimento di BARTOLI Silvia, FASCIANI Alessandro, ROSSI Diego, SIBIO Riccardo, COLABELLA John Gilberto in un grave atto delittuoso nei confronti di LILLI Remo Maria (indicato come Remo il pugile di Fiumicino) nei confronti del quale venivano esplosi colpi di arma da fuoco sulla pubblica via, evento che, tuttavia, non si compiva poiché la vittima predestinata scampava miracolosamente agguato.

Tale atto, secondo quanto emerso dalle stesse parole degli affiliati, captate in una conversazione ambientale, sarebbe stato compiuto materialmente da un “commando” formato da Diego ROSSI, Andrea SIBIO e Gilberto COLABELLA, su “ordine” di FASCIANI Carmine, BARTOLI Silvia e FASCIANI Alessandro per reazione alla mancanza di rispetto di cui la vittima si era macchiata nei confronti del clan, sputando sulla macchina di FASCIANI Sabrina e “parlando male” degli stessi Alessandro FASCIANI, Gilberto COLABELLA e ROSSI Diego.

Infine, le risultanze investigative emerse dall’odierna Operazione di polizia giudiziaria denominata Nuova Alba hanno permesso di riscontrare la pervasività della cosca FASCIANI nel traffico internazionale di stupefacenti grazie a collaudati contatti con il territorio estero e, segnatamente, con lo Stato Spagnolo.

Giova sottolineare che la presenza degli affiliati della cosca FASCIANI è stata accertata, agli inizi del 2013, sul territorio spagnolo e, specificamente, nei comprensori di Malaga e Barcellona, località ove questa struttura investigativa ha potuto effettuare, in diverse occasioni, a mezzo dell’impiego di personale dipendente accreditato presso il collaterale organismo di Polizia, specifiche attività operative di osservazione, pedinamento e controllo, nei confronti dei soggetti indagati ivi presenti al fine di identificare la rete di relazioni criminali, intessuta dai FASCIANI e dai loro accoliti in quello stato Estero.

Nel corso delle anzidette missioni effettuate in territorio estero il personale di questa Squadra Mobile, ha localizzato e tratto in arresto intorno alle 20:00 del 22 marzo u.s., unitamente al collaterale Ufficio spagnolo, il latitante FASCIANI Alessandro, nipote del boss FASCIANI Carmine, mentre stava trascorrendo la latitanza a Barcellona protetto da una rete di consolidati appoggi.

A distanza di pochi giorni dall’arresto del FASCIANI veniva inoltre identificato, localizzato ed arrestato, nella medesima capitale della Catalogna, BENNATO Leandro , anch’egli latitante e colpito dal Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) per il reato di traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, il BENNATO era colpito dall’Ordine di Esecuzione per la Carcerazione, inserito in ambito Schengen da DCPC Divisione S.I.RE.N.E., emesso in data 16.06.2006, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma dovendo il predetto espiare la pena di anni 4, mesi 3 e giorni 19.

E’ appena il caso di osservare che l’indagine “Nuova Alba” ha permesso di documentare come FASCIANI Carmine coordinavano un continuo traffico di stupefacenti dirigendo tutti i passaggi dell’importazione dal territorio estero al territorio nazionale. Nel gruppo che si occupava di tale attività vi erano FASCIANI Terenzio, FASCIANI Alessandro, FASCIANI Sabrina, ROSSI Diego, SIBIO Riccardo, COLABELLA Jhon Gilberto, BITTI Luciano, MAZZONI Mirko detto Ciccio, SANGUINETTI Gabriele detto Baffo, FERRERI Christian, LONGO Sascia, ANSELMI Danilo detto Giaguaro, FERRAMO Eugenio detto Cioccolatino o Negro, DI CINTIO Andrea, KOWALSKI Fabio detto Marchese, MARTINELLI Tommaso, EL AZIZ Abdelmoula e BOSCO Alessandro.

Nel settore criminale del traffico di sostanze stupefacenti sono stati individuati i singoli ruoli come meglio sotto specificati a partire da FASCIANI Carmine che, ovviamente, rivestiva la posizione di capo e promotore dell’associazione.

FASCIANI Terenzio, era il diretto collaboratore del fratello che, non essendo costretto all’interno di una struttura ospedaliera, veicolava i vari passaggi a Carmine riportando all’esterno le direttive del capo.

FASCIANI Alessandro, FASCIANI Sabrina, ROSSI Diego, erano in una posizione di subordinazione rispetto solo a Carmine FASCIANI, costituendo i referenti di ogni informazione e direttive finalizzate all’attuazione delle importazioni ed in particolare: FASCIANI Alessandro e ROSSI Diego alle supervisione delle operazioni di importazione della cocaina e dell’hashish dal territorio spagnolo e dei rapporti con i fornitori stranieri, FASCIANI Sabrina alla supervisione delle operazioni sul territorio italiano.

Contemporaneamente, SIBIO Riccardo, COLABELLA Jhon Gilberto, BITTI Luciano ricoprivano un ruolo essenziale alla realizzazione dell’importazione, coordinando l’attuazione operativa sia delle fasi di importazione sia delle fasi di distribuzione, avvalendosi anche del fatto di essere coscienti della loro notorietà e del fatto che gli altri sapevano che “appartenevano” all’organizzazione del FASCIANI.

FERRAMO Eugenio, operava sotto la supervisione di FASCIANI Carmine in collegamento operativo con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e BITTI Luciano per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna – recandovisi personalmente – unitamente a KOWALSKI Fabio, tenendo i contatti con i fornitori spagnoli e marocchini (tramite EL AZIZ) e avvalendosi della collaborazione di ANSELMI Danilo, onerato del ruolo di autista nelle importazioni di stupefacente programmate dal sodalizio.

KOWALSKI Fabio, era incaricato di operare sotto la supervisione di MARTINELLI Tommaso, di cui seguiva le indicazioni, e in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna. MARTINELLI Tommaso, forniva le direttive a KOWALSKI Fabio coordinando le operazioni compiute per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, unitamente a FERRAMO Eugenio.

EL AZIZ Abdelmoula, operava in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio per organizzare le importazioni di sostanze stupefacenti in Italia dalla Spagna curando la fase di approvvigionamento in Marocco e trasporto in Spagna.

ANSELMI Danilo operava sotto la supervisione di FASCIANI Carmine in collegamento con FERRAMO Eugenio per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna – recandovisi personalmente – con il ruolo di autista nelle importazioni di stupefacente programmate dal sodalizio.

DI CINTIO Andrea, operava in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio, KOWALSKI Fabio e ANSELMI Danilo per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna.

SANGUINETTI Gabriele, in collegamento con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e ROSSI Diego sotto la direzione di FASCIANI CARMINE, era incaricato di organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, recandovisi personalmente ed intervenendo anche nella fase di distribuzione dello stupefacente ad Ostia.

MAZZONI Mirko, in collegamento con SIBIO Riccardo e COLABELLA Jhon Gilberto sotto la direzione di FASCIANI Carmine, era incaricato di organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, recandovisi personalmente unitamente a SIBIO e COLABELLA, curando i rapporti con i fornitori sudamericani tramite un soggetto di nome Luis ed intervenendo anche nella fase di distribuzione dello stupefacente ad Ostia.

BOSCO Alessandro, in collegamento con SIBIO Riccardo e COLABELLA Jhon Gilberto, organizzava le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, curando i rapporti con i fornitori colombiani.

FERRERI Cristian e LONGO Sascia, in collegamento con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e ROSSI Diego curavano infine la fase della distribuzione dello stupefacente sul territorio di Ostia.

Nel corso dell’indagine sono stati ricostruiti, con dovizia di particolari, gli episodi delittuosi avvenuti ai danni del boss Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 dei quali val la pena di ricostruirne la sequenza cronologica.

Nell’anno 2006 e 2007 il Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 aveva subito due attentati alla propria persona dovuti a momenti di frizione nella gestione delle illecite attività poste in essere ad Ostia. Sia dopo il primo attentato che dopo il secondo, Francesco D’AGATI fratello del capo del mandamento di Villabate di Cosa Nostra Giovanni D’AGATI, aveva organizzato delle riunioni per poter far ritornare la pace nella zona.

Primo ferimento: il giorno 22 maggio 2006 Francesco D’AGATI ha organizzato un incontro per dirimere le controversie esistenti tra il gruppo FASCIANI – SPADA ed il gruppo Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017a cui avevano partecipato PIGNATARO Alessandro (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) e Carmine SPADA (FASCIANI). La mediazione non aveva avuto successo tanto che al termine di esso ESPOSITO e DE DOMINICIS (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) avevano esploso alcuni colpi di arma da fuoco nei confronti di CALABRESE Franco (SPADA).

Il giorno successivo Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 veniva ferito come gesto di ritorsione nei confronti dei suoi affiliati che, il giorno prima, avevano aggredito i rappresentanti dei FASCIANI.

Secondo ferimento: il giorno 20 settembre 2007, GIORDANI Roberto e DE SANTIS Roberto ferivano Vito TRASSI. A seguito di tale avvenimento, presso l’abitazione di

Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, si erano recati Emiliano GIORGI e Fabio DI FRANCESCO i quali avevano riferito i motivi per i quali GIORDANI e DE SANTIS avevano attentato alla vita di Vito Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017. In particolare i due asserivano che la colpa dei Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 era che stava rovinando – evidentemente per spaccio di droga – tanti ragazzi della zona.

Successivamente, Carmine FASCIANI, insieme a (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) ed alla presenza di Francesco D’AGATI, si era recato a casa di Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 al fine di trovare una soluzione per far fermare il conflitto. Si era così raggiunto un accordo di pace nei rapporti esistenti tra le due organizzazioni. Significative sono alcune frasi pronunciate dai maggiori rappresentanti Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e Carmine FASCIANI.

Il primo, Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 facendo valere la propria forza mafiosa aveva affermato “…ma tu mi ammazzi a me, ma noi siamo cento dietro, ma ti spaccano i coglioni, ti aprono i coglioni e te li mettono in bocca…” ottenendo la risposta di FASCIANI che gli aveva risposto in modo altrettanto fermo “…fatto sta che Michele mi manda uno dei miei che si vede spesso con lui e…perche’ posso..perche’ altrimenti qui va a finire a schifio e non ci fanno piu’ lavorare…”

Da questa affermazione si era compreso per quale motivo ad Ostia doveva necessariamente “regnare la pace”….tutti dovevano poter lavorare senza attirare l’attenzione della Polizia.

Terzo episodio: il giorno 23 novembre 2011 sono stati uccisi Francesco ANTONINI e Giovanni GALLEONI. Precedentemente al duplice omicidio, Francesco D’AGATI aveva organizzato una riunione alla quale avevano partecipano Carmine FASCIANI, i fratelli Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e Carmine SPADA al fine di mediare sul contrasto sorto tra la famiglia SPADA e GALLEONI, contrasto nato per il controllo del territorio. Tale riunione non aveva avuto buon esito.

Dopo il duplice omicidio, sempre D’AGATI aveva organizzato una nuova riunione nella quale Carmine FASCIANI aveva ribadito ai Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 la sua estraneità al grave fatto di reato.

In conclusione, l’operazione antimafia de qua rappresenta sicuramente un capitolo estremamente importante delle attività di contrasto alle infiltrazioni nella Capitale e, sicuramente può annoverarsi come una delle principali attività antimafia effettuate in questa Provincia da alcuni decenni a questa parte.

Contestualmente alle misure cautelari personali, il G.I.P., su analoga richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia di Roma, ha disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio delle seguenti società riferibili alla famiglia FASCIANI:

– Impresa Automercato Tirreno S.r.l. con sede in via Bravetta nr. 576/B1 nr. REA RM-804640

– Esercizio commerciale “Messina Car” sito in via di Monte Cencio 14, Isola Sacra, Fiumicino

xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

– Centro estetico ubicato all’interno del Centro Commerciale Aurore 3000 sito in via delle Ebridi 42/54, Roma-Ostia

– Impresa “Forno in piazza – societa’ in nome collettivo di CASTIELLO Manuel e C” con sede legale in Ostia Lido in Piazzale Gasparri Lorenzo nr. 20/21  Codice fiscale: 08256401004, Numero REA: RM-1083782.

– Esercizio commerciale “Il Forno”, Piazza Gasparri nr.19/20/21/22, Ostia

– a xxx Nominativo oscurato in data 26/08/2020 su richiesta dell’interessato per posizione stralciata

– Esercizio commerciale di produzione e vendita di prodotti di panetteria e pasticceria sito in via dell’Idrovolante n. 25/31, Ostia Lido

– Ristorante “Al contadino non far saper…” di Stefania Ridolfi S.A.S. con sede legale in Roma (fraz. Ostia Antica) via della Macchiarella 128, Codice fiscale: 08150001009, Numero REA:  RM-1078210

– Impresa individuale “Ferreri Rosario” con sede legale in Ostia, via delle Ebridi 102-110, proprietaria dell’esercizio commerciale “La casa del materasso” sito in Ostia, via delle Ebridi 106-110

– Impresa Dr.Fish S.r.l., con sede legale in Roma, via dei Serpenti, 30 e p. iva  11013121006

– Impresa “Il Porticciolo” S.r.l., con sede in Ostia, Lungomare Paolo Toscanelli 197

– Stabilimento balneare Malibu Beach S.r.l. con sede in Roma, via Caio Lelio 39

– Impresa Emmediesse Group S.p.A. con sede in via Caio Lelio 39 – Roma

– Impresa Immobiliare Centro Lazio S.r.l., con sede in Civitavecchia, via Palmiro Togliatti 16

– Impresa Romana Videogiochi S.r.l. con sede in via Isole Samoa 45, Roma

Sono tutt’ora in corso di esecuzione sul territorio di questa provincia circa 20 perquisizioni domiciliari, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a carico dei soggetti indagati nell’ambito del presente procedimento penale.

Va aggiunto, ad ogni buon fine, che contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti degli indagati, il collaterale Ufficio investigativo spagnolo della Jefatura Superior de Policia del Cuerpo Nacional de Policia, su mirata indicazione di questa struttura investigativa, localizzava e traeva in arresto in Spagna, località Tenerife, il boss Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e la moglie i quali, previa rituale notifica del Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) sono stati associati presso il locale istituto penitenziario, in attesa di essere estradati in Italia per essere giudicati.

Al termine del blitz avvenuto alle ore 5:30 di ieri, gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso le case circondariali site nella Provincia di Roma.




OSTIA: COLPO MORTALE ALLA CUPOLA MAFIOSA

Redazione

Ostia (RM) – Sin dalle prima ore dell’alba di oggi 26 luglio e’ in corso una delle piu’ vaste operazioni antimafia condotte dalla Polizia di Stato nella capitale. 

La squadra mobile di Roma sta eseguendo 51 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di una associazione di stampo mafioso operante sul litorale che da anni controllava ogni attivita’ illecita realizzata a Roma. Nel blitz scattato questa mattina e che vede impegnati circa 500 tra uomini e donne della Polizia di Stato. In campo, anche i reparti speciali, le unita’ cinofile e le pattuglie della Polmare, coaudiuvati dall’alto con l’ausilio  dell’ elicottero.

La lunga indagine condotta dalla squadra mobile di Roma ha consentito, per la prima volta, di fornire elementi alla Procura della Repubblica per contestare ed individuare l’esistenza di una associazione di stampo mafioso nella capitale. Il blitz e’ andato a colpire quelli che venivano considerati i “Sancta sanctorum” del crimine romano e siciliano. colpite, in particolare, le famiglie dei Fasciani, dei Triassi, dei D’Agati, che da anni si sono spartiti ed hanno gestito tutto il malaffare soprattutto sul litorale di Ostia.

Il lavoro svolto dagli uomini della squadra mobile ha permesso di seguire tutti i passaggi criminali dei vari affari posti in essere dalle organizzazioni: dall’ingresso di un nuovo appartenente, agli accordi tra i capi delle organizzazioni per la spartizione del territorio, alle riunioni effettuate per dirimere le controversie sorte nella gestione del territorio, pianificazione di omicidi o tentati omicidi necessari per garantire e ripristinare la supremazia su qualsiasi attivita’ realizzata.

Nell’operazione conclusa questa mattina e’ stato dato un colpo mortale alla cupola mafiosa operante da anni nella capitale. Sono state colpite le intere famiglie dei Fasciani, a partire dal capo indiscusso Carmine, ai fratelli Nazzareno, Giuseppe e Terenzio, e quella dei Triassi, Vito e Vincenzo, appartenneti alla nota famiglia mafiosa dei Cuntrera –Caruana, che da anni si erano trasferiti ad Ostia mantenendo un legame inscindibile con cosa nostra siciliana. e’ stato ricostruito come per quasi un ventennio i due gruppi criminali hanno intrattenuto affari e si sono spartiti il territorio in una sorta di pax mafiosa in base alle quale tutti potevano tranquillamente gestire i loro illeciti traffici. Della cupola mafiosa faceva parte anche un altro appartenente a cosa nostra siciliana da anni stanziatosi ad Ostia il quale era il terzo anello del gruppo di comando dell’organizzazione.

L’operazione conclusa stamattina dalla Squadra Mobile di Roma non si e’ limitata ai confini nazionali ma grazie al coordinamento dell’Interpol contemporaneamente sull’isola di Tenerife e’ stato individuato uno dei due capi storici della famiglia Triassi, Vincenzo,  e sua moglie i quali sono stati portati nelle carceri spagnole in attesa dell’estradizione. Il rapporto istaurato dalla Polizia italiana con quella spagnola aveva gia’ portato, nel corso dell’indagine, a poter arrestare due latitanti che avevano trovato rifugio nella citta’ di Barcellona




OSTIA: SENZA APPARENTE MOTIVO AGGREDISCE VICINO DI CASA A COLTELLATE. ARRESTATO DALLA POLIZIA PER TENTATO OMICIDIO

Redazione

 Ostia (RM) – Saranno le indagini affidate agli agenti del Commissariato di Ostia Lido, diretti dal dr. Antonio Franco, a stabilire le vere cause che hanno portato al litigio che si è consumato ieri pomeriggio in via Tenuta di Giano e che si è conclusa con l’accoltellamento di due persone, poi finite in ospedale.

Sono circa le ore 7 della sera quando una telefonata al 113, mette in allarme la Questura.

Sul posto si dirigono gli agenti del Commissariato di zona. Al loro arrivo una delle persone coinvolte nella lite, la più grave, è già stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata in ospedale. L’altro ci andrà poco dopo. Per entrambi si tratta di ferite da arma da taglio.

Gli investigatori intanto cominciano a raccogliere le testimonianze di alcune persone che avevano assistito alla scena. Pochi dubbi sulla dinamica. Dalla ricostruzione fatta dai poliziotti sembra che uno dei due contendenti, di rientro dal mare con la sua compagna, mentre stava aprendo il cancello del cortile, sarebbe stato aggredito, senza un apparente motivo, da uno dei condomini, A.F., romano di 59 anni.

L’uomo lo avrebbe prima aggredito verbalmente e poi con un coltello. A quel punto, la vittima, dopo aver spostato la compagna per allontanarla, si è difeso tentando di tenere a distanza il 59enne usando il frigo portatile che aveva in mano come scudo.

Nonostante avesse cercato di evitare i colpi, alcuni fendenti portati dall’aggressore a più riprese, riuscivano a colpirlo. Dopo la colluttazione i due cadevano a terra e a quel punto anche l’aggredito ha estratto un coltellino dalla tasca, che lo stesso usava per lavoro in quanto proprietario di un banco di frutta e verdura, e colpiva A.F..

Trattenuti in ospedale, entrambi con prognosi superiore ai 25 giorni, sono tutt’ora ricoverati.

Al termine degli accertamenti il 59enne è stato arrestato. Messo disposizione dell’Autorità Giudiziaria dovrà rispondere del reato di tentato omicidio.




ROMA, LITORALE: SARA TI AMOOOOO… RADAMEL

Angelo Parca

Ostia (RM) – A quante "Sara" oggi sarà battuto il cuore sul litorale romano compreso tra Ostia e Torvajanica dove e' passato un aeroplano con uno striscione con su scritto "Sara ti amooooo….Radamel".

Lei però, la Sara al quale il Radamel ha fatto l' aerea dichiarazione sa' bene di essere la destinataria. Ormai, soprattutto di domenica e' scoppiata la moda della dichiarazione d'amore che volteggia pubblicamente tra le nuvole.

Sicuramente tutta questa Mise en scène non avra' costi abbordabili ma sara' un privilegio riservato a pochi cuori tra i tanti innmorati che a volte si dichiarano low cost, imbrattando, sbagliando certamente, qualche muro oppure facendo apparire la dichiarazione su qualche tabellone segna punti durante una competizione sportiva; in perfetto stile americano. tra le nuvole per qualche triplo giro lo striscione per Sara ha tenuto con il naso all'insu' tanti sognatori e ci si augura anche la fortunata dama, destinataria di si' plateali attenzioni.




OSTIA, CLAN SPADA. LEGAMBIENTE: "STOP AD ABUSI SUL CICLO DEL MATTONE"

Redazione

Ostia (RM) – Stop agli abusi sul ciclo del mattone, tra gli interessi del Clan Spada a Ostia. Il 30 luglio Goletta Verde di Legambiente farà tappa ad Ostia per difendere il mare anche dalle numerose illegalità legate agli assalti del cemento. 

Usura, traffico di droga, tentativo di penetrazione nel demanio marittimo, ma le gesta criminali del clan Spada non finiscono qui. Nel 1997, Legambiente censì una lottizzazione abusiva in Via Canale della Lingua, a ridosso della Riserva Statale del Litorale Romano. Nel I° Rapporto “Abusivismo Oggi” abbiamo denunciato un'area estesa per 34.000 mq e suddivisa in 14 lotti. Su uno di quei lotti, in un'area con vincolo idrogeologico, vincolo 1089/39 – vincolo archeologico diretto, e vincolo 1497/39 – vincolo paesaggistico – e vincolo 431 – vincolo idrogeologico – fu edificata abusivamnete una villa di circa 100 mq costruita su piloti. Il terreno è sabbioso ed acquitrinoso e quindi lo scavo di fondazione risultava impossibile da realizzare. 

“Quella mattina del 1999 c'eravamo anche noi quando la villa che noi avevamo segnalato come abusiva fu demolita – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Occorrono controlli serrati ed interventi immediati. Azioni repressive sull'abusivismo sono fondamentali e in diversi casi colpiscono interessi criminali radicati e pesanti. Serve una nuova stagione di azioni concrete e in tal senso sono importanti le prime azioni messe in campo dal Comune, che devono avere continuità e investimenti.” 

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Redazione

Ostia (RM) –  "Gli ultimi episodi violenti legati al clan Spada ad Ostia sono solo la punta dell'iceberg perche' e' ormai evidente che nel litorale romano ci sono pesantissime infiltrazioni criminali, frutto di un'alleanza fra Mafia, Camorra e la ex Banda della Magliana. 

A Ostia, ormai da anni, operano clan camorristici e mafiosi in un equilibrio che e' stato garantito dall'ex boss della Banda della Magliana ed ex Nar Carmine Fasciani. Stiamo parlando di clan camorristici di spicco come quello legato a Senese (detto 'O' Pazzo') oppure dei clan mafiosi dei Cuntrera, dei Capuano e Tiassi: in poche parole di Cosa Nostra". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Ad attirare gli appetiti criminali sono i lucrosi affari che si possono fare con le concessioni balneari. 

A Ostia, e non solo, gli stabilimenti balneari sono sottoposti alle attenzioni e alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali che hanno fiutato un grosso affare ed hanno la liquidità  per impossessarsi delle spiagge. 

Avere in gestione una spiaggia non solo consente di fare alti profitti con canoni irrisori (ricordiamo che il canone di uno stabilimento balneare di 8000 metri che rende milioni di euro costa un canone di 1,20 euro a metro quadro. Circa 10mila euro annui: ossia 800 euro al mese) ma anche fare il riciclaggio dei proventi delle altre attività  criminali".

"Già  nel 2005 nello stabilimento dove oggi è stato trovato l'ordigno il ristorante è stato distrutto da un incendio. Nel luglio del 2007 fu necessario un sit-in di fronte la spiaggia gestita dalla cooperativa Social Beach per attirare l'attenzione sul fenomeno criminale legato alla gestione della spiaggia: quella spiaggia era stata strappata alla criminalità  organizzata – continua il leader ecologista -. Chi l'aveva in gestione fu oggetto di violenze e intimidazioni con la scarcerazione di presunti affiliati alla Banda della Magliana: in sintesi la malavita rivoleva indietro ciò che riteneva suo. 

Sempre ad Ostia la Procura di Roma dopo alcune operazioni fra cui quella Anco Marzio sottopose a sequestro uno stabilimento, il Village, finito nelle mani di una persona arrestata e definita dai Carabinieri come terminale di interessi criminali".

"L'elenco degli attentati in stile racket agli stabilimenti balneari – racconta il leader dei Verdi – è impressionante: 1 gennaio 2007 incendio allo stabilimento MED; 18 Luglio 2007 incendio allo Stabilimento Happy Surf; 18 marzo 2009 incendio allo stabilimento Buco Beach; 22 novembre 2009 incendio al chiosco dello stabilimento Punto Ovest; 19 luglio 2010 cento (100) ombrelloni e sdraio andati a fuoco sempre nello stabilimento Punto Ovest; 14 maggio 2010 incendiata la veranda del CaffÀ¨ Salerno; 3 gennaio 2011 incendiati 3 canotti dello stabilimento Anima e Core; 11 aprile 2011 incendio allo stabilimento Chiosco Bianco".

"I segnali che arrivano dal litorale romano sono chiari: la situazione è sfuggita di mano – conclude Bonelli -. E' urgentissimo che si potenzi la vigilanza delle forze dell'ordine e chiediamo che si avvii un immediato monitoraggio delle attività  economiche del litorale romano che ormai in larghi settori sono diventati preda dell'inedita alleanza fra ex Banda della Magliana, Cosa Nostra e Camorra: solo così sarà  possibile tutelare gli imprenditori onesti e l'economia sana".

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Redazione

Ostia (RM) – A seguito dell’indagine interna avviata in queste ore dal Campidoglio sui gravi fatti di Ostia e in attesa di chiarimenti giudiziari, il sindaco Marino, in accordo con il Presidente del Municipio X Andrea Tassone, ha avviato le procedure per la sostituzione del direttore e del dirigente dell’ufficio tecnico del municipio coinvolti nella vicenda. 

“Si tratta di un episodio gravissimo che, sebbene l’indagine sia ancora in corso, rivelerebbe un inquietante rapporto tra alcuni esponenti della malavita organizzata locale e l’amministrazione comunale nel Municipio X. Un fatto sul quale abbiamo deciso di intervenire subito per rispristinare la legalità e per inviare un segnale chiaro e forte alla città. La criminalità si combatte con la trasparenza e con la determinazione, ed è importante far sentire la presenza delle istituzioni soprattutto nelle aree più critiche, come il litorale romano, che da troppo tempo è divenuto terreno fertile per le infiltrazioni di malaffare e criminalità. Anche per questo mercoledì incontreremo i dipendenti del Municipio per condividere e riaffermare con loro questi valori”. È quanto dichiara in una nota il sindaco di Roma Ignazio Marino.  




LITORALE LAZIALE, COTRAL: A LUGLIO AUMENTA IL FENOMENO DELL'EVASIONE TARIFFARIA.

Redazione

"Controllo a vista", l'iniziativa con cui Cotral Spa sta contrastando il fenomeno dell'evasione tariffaria e che nel mese di luglio si sta concentrando sul litorale laziale, ha interessato nella mattina del 14 luglio le tratte extraurbane che si sviluppano dai capolinea di Ostia e Anzio per le corse provenienti da Colleferro e Velletri.

I controlli, coordinati dal consigliere di amministrazione di Cotral Spa, Paolo Toppi, e intensificati su tratte importanti in termini di alta frequentazione specialmente durante la stagione balneare, stanno producendo importanti risultati in ordine all'incremento della vendita di biglietti a bordo, acquistati dagli utenti direttamente dall'autista, e di conseguenza all'aumento degli incassi di titoli Cotral per parecchie centinaia di migliaia di euro.

"'Controllo a vista' sta già producendo i risultati previsti – ha spiegato il consigliere di amministrazione Paolo Toppi -. Il messaggio della campagna di sensibilizzazione di Cotral, da mesi, circola già in tutta la regione e gli utenti del trasporto pubblico stanno rispondendo in maniera molto positiva. Per tale ragione, la campagna continuerà nei prossimi mesi per coinvolgere e sensibilizzare anche gli studenti che rappresentano una buona percentuale della nostra clientela". 




OSTIA. VENDONO FARMACO PER ABORTIRE A GIOVANE MINORENNE

Redazione

Ostia (RM)- Sono stati individuati ed arrestati a conclusione delle indagini condotte dagli agenti del Commissariato Lido, un uomo ed una donna di nazionalità romena  di 30  e 29 anni.I due sono ritenuti responsabili di aver venduto lo scorso mese di maggio un blister contenente alcune pasticche ad una diciassettenne per farla abortire.La giovane, al quarto mese di gravidanza e in attesa di portare a termine un parto gemellare, dopo aver assunto i farmaci secondo le indicazioni della donna sarebbe stata colta da successivi stati malore, fino ad espellere  entrambi i feti e dover ricorrere alle cure dei sanitari.