LAZIO SANITA' NUOVO COMMISSARIO BONDI, L'ALLARME DI PRC- FDS: "COLPIRE GLI SPRECHI E NON TAGLIARE I POSTI LETTO"

Riceviamo e pubblichiamo

Nota del capogruppo regionale Fds Ivano Peduzzi

 “Raccogliamo e rilanciamo l’allarme dell’Unione Sindacale di Base: se le intenzioni del neo commissario Bondi sono quelle di tagliare altri mille posti letto negli ospedali del Lazio, contribuiremo con la massima determinazione a costruire una diffusa mobilitazione che si opponga all’ennesimo massacro della sanità laziale”. E’ quanto afferma il capogruppo regionale della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi.

“I cittadini  hanno potuto verificare un drastico peggioramento del diritto alla salute negli ultimi anni, causato da una miope visione ragionieristica, supportata dall’idea di scaricare sui cittadini i costi del servizio e consentendo agli interessi privati del settore, più elevati margini di profitto.

A pochi giorni dall’insediamento del neo commissario Bondi, riparte il noto ritornello: altri mille posti letto da tagliare nel Lazio.

E’ evidente che il nuovo commissario non conosce nulla della drammatica situazione in cui versano gli ospedali e l’offerta sanitaria nel Lazio e quali calvari sono costretti a vivere coloro che hanno l’esigenza di curarsi. Per questo ci opporremo con tutte le nostre forze. Occorre colpire sprechi e inefficienze, rilanciare la sanità pubblica per assicurare i livelli essenziali di assistenza costituzionalmente garantiti e oggi compromessi dalle politiche liberiste del governo Monti e della giunta Polverini”, conclude Peduzzi.


ARTICOLO D'INTERESSE:

18/10/2012 LAZIO, ANCORA UN'ALTRA OLIATA ALLE PORTE GIREVOLI E CE L'ABBIAMO FATTA. FORSE…

 

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LAZIO SANITA': UNA BOMBA ESPLOSA

Redazione

La Regione Lazio è al collasso, tra un debito di svariati milioni di euro e un Piano di rientro sanitario che penalizza molti dei centri del territorio. Ad inizio aprile il Governo ha detto la sua: stop ai finanziamenti fino alla fine di giugno, quando si riunirà nuovamente il Tavolo di tecnici che avrà il compito di giudicare l'operato della Presidente Polverini. La decisione è stata presa successivamente alla valutazione degli effetti delle manovre di rientro dal deficit giudicate insufficienti, valutazione che, come già sospettato ci dicono dal gruppo Pd della Regione, ha portato ad un "commissariamento della commissaria alla sanità" sul cui operato adesso dovranno vigilare due sub-commissari. È proprio Esterino Montino, Capogruppo Pd alla Regione Lazio che, dopo la diffusione di foto "scandalo" ritraenti alcuni reparti dei nosocomi della Regione, denuncia: "L'ordinaria situazione degli ospedali romani è il caos. Sono in stato di agitazione medici e infermieri del S. Camillo, Policlinico Umberto I, Gemelli, Idi-S. Carlo, Ares 118, Agenzia di Sanità Pubblica". Montino parla di strutture al collasso e di degrado, incolpando la Presidente Polverini: "Due anni dopo gli ospedali dismessi versano in condizioni di totale abbandono, come testimonia il degrado in cui si trova il Cto e il depotenziamento del S. Spirito. Ed anche i conti non tornano. Abbiamo un deficit di 870 milioni ed un sistema allo sbando". Diversa la posizione di Maurizio Buonincontro (Pdl), Consigliere Pdl Municipio XI, e Gianfranco Gatti, Consigliere regionale (Lista Polverini), che puntano il dito contro la precedente Giunta, ritenuta responsabile del forte debito ereditato: "Il Piano di Marrazzo prevedeva un taglio di 128 posti-letto per il Cto e di 40 per il S. Eugenio e allora nessuno di quelli che oggi richiamano alla mobilitazione ha protestato. Il Pronto Soccorso del S. Eugenio è in fase di riqualificazione finalizzata a migliorare la ricezione degli utenti". "Sottolineo agli autorevoli esponenti della Sinistra – continua Buonincontro – che il loro ex-presidente avrebbe eliminato del tutto il Pronto Soccorso del Cto mentre la Polverini lo ha mantenuto e specializzato in Pronto Soccorso Chirurgico Ortopedico, conservandone l'utilità per la popolazione". Intanto le polemiche continuano, sempre di più i lavoratori in protesta e gli ospedali in agitazione. Pronto soccorso intasati, reparti chiusi e riduzione drastica dei posti letto. A farne le spese i cittadini e il diritto alla salute. E il disappunto degli utenti è evidente se si guarda ai dati diffusi da Cittadinanza attiva nell'ultimo Pit della Salute (relativo al 2011). Il documento, che registra l'opinione della cittadinanza in fatto di sanità regionale, mette in evidenza i temi più scottanti, ma ciò che spicca di più è l'aumento vertiginoso di lamentele sui problemi dei pronto soccorso che registra un aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2010.  Ma qual è la situazione dei maggiori centri del territorio? Il Ps del Cto continua a rimanere chiuso all'ingresso delle ambulanze, il Punto di Primo Intervento gestisce i codici meno gravi, per tutto il resto il paziente è dirottato al punto di emergenza più vicino e in più il numero di posti letto è stato drasticamente ridotto (da oltre 400 a poco più di 100). La situazione in cui versa il Cto è appesa a un filo, dice la Cgil. Attualmente, come molte delle Aziende Sanitarie della Regione, il Cto è privo di atto aziendale, il che determina un'instabilità enorme. Il 6 giugno, in una riunione, il dott. Antonio Paone, Direttore generale della Asl Roma C, ha presentato ai sindacati l'atto aziendale, che dovrà ora essere approvato dalla Regione e che la Cgil saluta con soddisfazione poiché è "evidente lo sforzo effettuato per preservare il più possibile il Cto". Tra i tanti provvedimenti, la trasformazione di 14 UOC (Unità operative complesse) in UOS (Unità operative semplici), fatto questo che scongiura l'eliminazione delle unità o il loro accorpamento a quelle del S. Eugenio (come è già successo per la cardiologia). La Cgil, di questo, si dichiara soddisfatta perché vengono mantenuti i servizi per il cittadino. Immobile la situazione dell'IRCCS S. Lucia che continua la sua lotta alla sopravvivenza seguitando a coprirsi di debiti con banche e fornitori (circa 100 milioni di euro ndr) pur di portare avanti l'attività del centro. La questione è stata affrontata anche in Senato dove è bipartisan la richiesta di aiuto per un istituto riconosciuto come un'eccellenza e un punto di riferimento per Roma, il Lazio e tutto il centro sud. Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha dibattuto a lungo della questione riconoscendo il valore della Fondazione. In merito alle parole del Ministro i vertici del S. Lucia hanno espresso gratitudine ma anche volontà di effettuare un approfondimento relativamente alle affermazioni di Balduzzi basate, ci dicono, su dati forniti dalla Regione Lazio e sulle quali il S. Lucia si dice disponibile ad un confronto pubblico. Ciò che resta è che l'istituto è ogni mese in difficoltà per il pagamento degli stipendi; i fondi vengono attualmente anticipati da una banca che anticipa i crediti per la Regione. Lo stratagemma però – ci dice Luigi Amadio, direttore generale del S. Lucia – si potrebbe rivelare pericoloso: nel caso in cui la Regione non saldasse il suo debito entro i termini stabiliti, gli interessi che matureranno saranno a carico della Fondazione che subirà ulteriori ripercussioni su una situazione già drammatica. Per il S. Lucia si è parlato anche di una convenzione con l'Inail, ancora non ufficializzata da un documento scritto, che potrebbe portare all'istituto un extrabudget importante per la sua sopravvivenza. Anche il Cto potrebbe stipulare una convenzione con l'Inail che aveva manifestato l'interesse di occupare metà dei locali e circa 40 posti letto del nosocomio. Durante l'incontro del 6 giugno però è stato comunicato che ancora nessun accordo è stato firmato in merito e la situazione risulta ancora in alto mare, ci dicono dalla Cgil. Della fragile situazione in cui versa il Cto ha parlato Antonio Bertolini, consigliere Pd e delegato alla Sanità del Municipio XI: "A distanza di mesi dall'incontro pubblico avuto con il Direttore Generale, in sede di Consulta Socio Sanitaria aperta alla cittadinanza, si registra come la situazione dei servizi sanitari territoriali e l'accessibilità alle cure per i cittadini del Municipio Roma XI non sia minimamente migliorata". Il consigliere parla della riduzione dei posti letto subita dal Cto e seguita dicendo: "Si registra il continuo interesse per l'Ospedale S. Eugenio a discapito del Cto, in attesa ormai infinita di scelte sul suo futuro e dell'accordo con l'Inail". Per completare il quadro un accenno è di dovere anche alla Asl di via Pascarella che ha definitivamente chiuso i battenti. Al momento in cui scriviamo è ancora in corso il trasferimento gli ambulatori nei nuovi locali della Croce Rossa a via Ramazzini; intanto gli appuntamenti sono stati cancellati e dove possibile ridistribuiti presso altri presidi del distretto sanitario. Finché non verrà riaperto il Cup presso la struttura i lavori non potranno riprendere a pieno regime: questa operazione – dice la dottoressa Simonetta Casile, direttore del distretto sanitario del Municipio XVI della Asl Roma D – dovrebbe essere portata a compimento a breve (metà giugno); a quel punto il Poliambulatorio dovrebbe riprendere a pieno ritmo la sua attività. In merito alle richieste di trasferimento del presidio all'interno dei locali inutilizzati del Forlanini ancora non si conoscono le risposte; l'opzione rimane un'ipotesi ma per ora la strada percorsa è quella di via Ramazzini.




LAZIO SANITA', IL FALLIMENTO DEL DECRETO POLVERINI

Chiara Rai

Il decreto 80 del 30 settembre 2010 tanto contestato fa acqua da tutte le parti. I casi di decesso, aggravio delle condizioni di salute, attese estenuanti ai pronto soccorso, mancanza di barelle e posti letto nei punti di prima emergenza, infarti mal gestiti e parti di fortuna, liste d’attesa per visite specialistiche, acuzie in tilt, manifestazioni e sit in con persone su tetti e gru in segno di protesta sono episodi all’ordine del giorno.

Il Lazio vale da solo oltre il 50 per cento del debito sanitario nazionale. Anche il 2011 si chiude con un disavanzo non coperto di 75 milioni,  come ha denunciato il segretario regionale della Cgil del Lazio. A conclusione il saldo negativo tra entrate e uscite nel 2011 sarà lo stesso di quello del 2010. Pertanto il disavanzo economico annuo in sanità è ormai “cristallizzato”: circa 1.400 milioni pari al 14% delle entrate, e che la Regione è obbligata a farvi fronte con l’aumento dell’addizionale IRPEF, dell’IRAP e con proprie risorse di bilancio.

Oltre a questo c’è da dire che la Regione si è avvantaggiata di maggiori entrate dal Fondo sanitario nazionale in ragione dell'aumento della popolazione. A Bracciano si lotta per tenere in vita l’ospedale, il Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar apre un margine di speranza affinché si possa evitare un declassamento che rischia di mietere altre vittime. I cittadini rischiano sulla propria pelle. Ai Castelli Romani, intanto che si attende il Nuovo Ospedale che arriverà a cifre stratosferiche, perché 500 milioni non basteranno per tagliare realmente il nastro, la sanità è in ginocchio e sono stati buttati altri soldi per agevolare le campagne elettorali. A Marino i lavori del pronto soccorso mai conclusi sono una fotografia di altri soldi impiegati per un punto di prima emergenza che avrebbe dovuto radere al suolo quello di Frascati, ma anche lì il Tar non ha permesso che il decreto 80 cancellasse la storia della sanità frascatana. E’ un vero flop in tutti i sensi. Non si è risparmiato e si sono fatti dei gravi danni. Le proposte del Commissario Polverini per la famigerata riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, si fondano sulla suddivisione “geografica” del territorio in 4 Macro Aree:

I° macroarea

Comune Roma – Asl RmA (Municipi I,II,III,IV dove sono stati tagliati 295 posti letto),

Provincia di Roma – Asl RmG (Monterotondo, Guidonia,Tivoli,Poli Subiaco, Palestrina, Colleferro dove dono stati tagliati 349 posti letto e chiusi 2 ospedali), Provincia Frosinone – Asl FR (taglio  di 302 posti letto e chiusi 8 ospedali), Roma (mun. III) Policli. Umberto I° (tagliati 105 posti letto)

II° Macroarea

Roma – Asl RmB (municipi. V,VII,VIII,X taglio di 5 posti letto)

Roma (municipio I) A.O. S Giovanni (taglio di 73 posti letto)

Roma – Asl RmC (municipi. VI,IX,XI,XII taglio di 270 posti letto)

Provincia di Roma-Asl RmH (Frascati, Albano, Ciampino,Velletri tagliati 446 posti letto e chiusi due ospedali)

Roma (municipio X) A.O. U. Tor Vergata (aumentati 46 posti letto)

Roma (VII) pol. Camp. Bio Medico (aumentati 20 posti letto)

Roma (XI) IRCCS Santa Lucia (tagliati 146 posti letto)

Roma (XII) I.F.O. (tagliati 53 posti letto)

III° Macroarea

Comune Roma – Asl RmD (municipi XIII,XV,XVI Comune di Fiumicino tagliati 372 posti letto)

Roma (XVI) A.O. S Camillo Forlanini (aumento di 25 posti letto)

Provincia di Roma-Asl RmH (Anzio e Pomezia, tagliati 113 posti letto)

Roma (XVI) IRCCS Spallanzani (tagliati 10 posti letto)

Roma (XVI) IRCCS S. Raffaele Pisana (tagliati 93 posti letto)

IV° Macroarea

Roma IDI (tagliati 93 posti letto)

Comune Roma – Asl RmE (XVII,XVIII,XIX,XX tagliati 595 posti letto)

Provincia di Viterbo – Asl VT tagliati 226 posti letto e chiusi 3 ospedali

Roma A.O. S. Filippo Neri (tagliati 42 posti letto)

Roma (XIX) policlinico Gemelli (tagliati 158 posti letto)

Roma (XX) A.O S. Andrea (aumentati 24 posti letto)

Provincia di Rieti – Asl RI (tagliati 82 posti letto e chiuso 1 ospedale)

Provincia di Roma – Asl RmF (Civitavecchia,Cervetri,Bracciano, Fiano tagliati 48 posti letto e chiuso 1 ospedale)


Da questo quadro si capisce chiaramente che ad essere penalizzate sono le province. E si fa avanti un modello di ospedale distrettuale che lascia il tempo che trova perché sono una sorta di vecchia guardia medica col vestitino nuovo di zecca.

Di seguito il bollettino degli ospedali che in queste ore, mentre si parla, vivono momenti difficili da raccontare e difficilmente raggiunti da un'assidua cronaca mediatica. 

Ho evitato di fare distinzioni tra le varie sfumature dell’ospedale distrettuale di II livello (ci sono i tipi A, B, C, ma la musica non cambia per gli acuti penalizzati e per tutte quelle specialistiche rase al suolo. 

Santissimo Gonfalone Monte Rotondo ospedale distrettuale di II livello e dista 27 km da Tivoli

Angelucci Subiaco ospedale distrettuale di II livello e dista 43 km da Tivoli

Santissimo Salvatore Palombara Sabina ospedale distrettuale di II livello

Giovanni Battista Zagarolo Poliambulatorio specialistico

Spolverini di Ariccia ospedale distrettuale di I livello

Cartoni di Rocca Priora Poliambulatorio specialistico 10 km da Albano

Padre Pio di Bracciano ospedale distrettuale di II livello a 51 km da Civitavecchia

Civile di Anagni ospedale distrettuale di II livello a 18 km da Colleferro

Pasquale del Prete Pontecorvo ospedale distrettuale di II livello a 44 km da Frosinone

Civile di Ceccano assistenziali e finalità sociali

Ferrari di Ceprano assistenziali e finalità sociali

Riabilitativo Ferentino assistenziali e finalità sociali

Santa Croce Arpino finalità sociali

Della Croce Atina finalità sociali

In memoria dei Caduti Isola Liri Hospice

Sezze ospedale distrettuale di II livello

Gaeta ospedale distrettuale di II livello (sono già chiusi gli acuti)

Minturno ospedale distrettuale di II livello (sono già chiusi gli acuti)

Regina Margherita (Roma) ospedale distrettuale di II livello

Paraplegici Ostia rimane riabilitazione per mielolesi

Acquapendente ospedale distrettuale di II livello

Monte Fiascone ospedale distrettuale di II livello

Ronciglione ospedale distrettuale di II livello

Marzio Marini Magliano (Rieti) ospedale distrettuale di II livello

Grifoni Amatrice ospedale distrettuale di II livello

E i nuovo ospedali? Secondo il PSR approvato con DC87/2009 la loro costruzione è bloccata, eppure nel caso del nuovo ospedale dei Castelli, pare che il cantiere proceda e anche la Regione ha confermato di recente la sua intenzione di prosecuzione.

Nuovo Ospedale dei Castelli ad Ariccia :La realizzazione del progetto è subordinata alle dinamiche di pianificazione in accordo con il Ministero della Salute

Nuovo Ospedale del Golfo a Formia: E’ stato tolto il riferimento alle modalità di finanziamento per la costruzione, chedovrà avvenire entro 5 anni.

Nuovo Ospedale della Valle del Tevere a Monterotondo: Non è più prevista la sua costruzione.

 

Il fatto grave è che non vengono quantizzati i risparmi conseguenti alle riconversioni e si continua a parlare di trasferire attività di acuti ma non si dice dove come giustamente ha affermato Giorgio Cerquetani, del dipartimento sanità CGIL Roma Lazio che ha raccolto questi e tanti altri dati. Tutte le specialità sono concentrate a Roma. Manca inoltre una valutazione delle emergenze. Si riducono le rianimazioni in periferia quando patologie emergenti come l’infarto trovano soluzione positiva se si interviene in pochi minuti, altrimenti aumentano del 60% le mortalità. L’ospedale di distretto deve essere correlato con ospedali di riferimento sufficientemente vicini. Ma neanche a parlarne. E’ essenziale calcolare la popolazione di riferimento indici ISTAT aggiornati e 1.01.2009 come fa il piano di riordino. Occorre realmente girarsi ad uno gli ospedali, parlare con i sindaci, ascoltare e valutare le reali necessità e vocazioni del territorio in base a superficie e popolazione e bacino d’utenza. Occorre sì tagliare, ma con criterio.