BRACCIANO, OSPEDALE TAVOLO SANITA': ANCORA SI BRANCOLA NELL'INCERTEZZA

A cura del Coordinamento Roma Nord Ovest M5S

Bracciano (RM) – Quanto ancora dobbiamo “pazientare” per avere chiarezza sull’operatività dell'Ospedale di Bracciano?


Il rispetto dei LEA, livelli essenziali di assistenza fissati dal governo è stato garantito dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha impedito la chiusura dell'Ospedale Padre Pio di Bracciano disposta nel 2010 dal famoso decreto 80.

Quattro lunghi anni di lento logorio per pazienti ed operatori durante i quali l’ospedale si è visto ridurre posti letto di medicina , gli interventi di ortopedia sono stati garantiti a singhiozzo e l' attività di chirurgia è divenuta sempre più debole.
In assenza di indicazioni regionali la direzione ha navigato a vista senza programmare attività realizzando soltanto l’ammodernamento strutturale del Pronto Soccorso. Per garantire l’attività a favore degli utenti tutto poggia sulla “buona volontà” dei medici, infermieri, sanitari affannati a garantire attività di pronto soccorso, di sala operatoria ed accoglienza di pazienti di medicina al superamento dei pochi letti disponibili in un ospedale le cui corsie sono…vuote!

A chi è giovato questo immenso sconforto e sfiducia dei cittadini e dei dipendenti? Tutti d’accordo nel censurare il Decreto 80 che si è abbattuto come una scure sul Sistema Sanitario Regionale senza aver attivato, neppure a modello sperimentale, il sistema sostitutivo previsto per razionalizzare e risparmiare.
Così le strutture sono rimaste in piedi senza identità lasciando cittadini sgomenti e sfiduciati vaganti alla ricerca di risposte ai problemi di salute.

Quattro anni e non si capisce ancora qual è il Sistema Regionale “innovato” nei processi e razionalizzato organizzativamente. Eppure dal 2005 è iniziato nel Lazio il processo di analisi degli sprechi e la insostenibilità del peso degli apparati improduttivi.

Che fa ora la giunta Zingaretti? Attua esattamente lo stesso metodo tanto criticato in campagna elettorale: viene consegnata una relazione al Governo in cui il Padre Pio di Bracciano è di nuovo nella lista delle strutture da chiudere.

Siamo indignati e non ci stiamo perché i nostri denari devono essere gestiti con oculatezza ed utilizzati per il nostro territorio.

Basta con la consuetudine degli sprechi e della pessima gestione, lo dicono i cittadini da anni e si riscontra anche nelle Deliberazioni della Corte dei Conti.
Noi siamo risaliti all’esercizio 2005 per la Asl Roma F, si trova soltanto imbarazzo ed indignazione nel leggere l’elenco delle inadempienze organizzative, lo spreco storico di risorse. La domanda è spontanea : dove erano i nostri amministratori locali? Abbiamo motivo di credere che ancora oggi permanga il danno erariale, oggetto di esplicito paragrafo nella deliberazione della Suprema Corte, per il mancato utilizzo degli edifici di proprietà della Asl Roma F e persistente l’utilizzo di edifici privati in locazione e non solo nel Comune di Bracciano.

Visto che, il diritto ad avere un Pronto Soccorso efficiente ce lo ha garantito il Consiglio di Stato con la sentenza del 2012 non permetteremo una violazione così palese di una sentenza definitiva.

Non permetteremo alla attuale dirigenza regionale di riprendere a picconare il nostro Ospedale che proprio nella durissima stagione invernale appena trascorsa ha mostrato essere una struttura di Provincia, risorsa indispensabile per la rete di emergenza regionale. Svolge, il Padre Pio, una funzione attiva un indispensabile filtro per le strutture di eccellenza della capitale soprattutto per la domanda crescente del nostro territorio dove si registra un incremento abitativo ed una percentuale sempre maggiore di persone anziane con patologie croniche.

La nostra contrarietà è espressa prima di tutto per il metodo che sta utilizzando la giunta Zingaretti. La legge dice che concorrono alla programmazione degli interventi locali, gli Enti Locali, i Comuni insieme alla Direzione Aziendale che riferisce e sottopone a controllo il proprio operato attraverso la conferenza dei sindaci.

L'esigenza dell'analisi dei bisogni del territorio e la corresponsabilità degli Enti Locali per un Piano Localeè imprescindibile, lo prevede la Legge, risponde alla garanzie di trasparenza, partecipazione e legalità promesse in campagna elettorale dallo staff Zingaretti.
ora ne esigiamo il rispetto.

 




BRACCIANO, ATTESA PER LE ANALISI DELLA ASL RMF

Redazione

Bracciano (RM) – In attesa che la Asl Rm/F comunichi al massimo entro la fine della settimana l’esito dei nuovi prelievi effettuati questa mattina sugli acquedotti comunali, il vicesindaco di Bracciano Gianpiero Nardelli, ha predisposto i dettagli del sistema di distribuzione dell’acqua a norma, dal punto di vista della concentrazione di arsenico e floruri, mediante autobotti che stazioneranno in alcune ore della giornata in vari punti della cittadina.
L’autobotte, a partire dal 22 gennaio, sarà presente dalle 8 alle 9 a Pisciarelli in piazza San Lorenzo, dalle 9.30 alle 11 in piazzale Pasqualetti, dalle 11.30 alle 13 a Bracciano Nuova in via delle Palme in prossimità del Palazzetto Provinciale, dalle 13.30 alle 14.30 a Castel Giuliano in piazza Santa Croce, dalle 15 alle 16 a Vigna di Valle in via Braccianese chilometro 18 e al Sambuco dalle 16.30 alle 17.30.
E’ inoltre già stato predisposto l’approvvigionamento di acqua a norma per quanto riguarda le scuole e l’ospedale Padre Pio.
“Nei primi giorni della prossima settimana – specifica il consigliere Nardelli – terremo un incontro pubblico con gli operatori commerciali e con tutta la cittadinanza per definire al meglio come procedere. Ci auguriamo che le nuove analisi indichino un rientro entro i limiti di legge per l’acqua degli acquedotti Lega e Fiora. Ribadisco inoltre che – aggiunge Nardelli – da tempo l’amministrazione comunale ha avviato dei progetti, come la realizzazione di nuovi pozzi, per affrontare la problematica derivante dalla conformazione geologica vulcanica del nostro territorio”.

In una nota diffusa oggi il Comune di Bracciano ha ribadito che è vietato l’uso potabile, la cottura, reidratazione e ricostituzione degli alimenti, il lavaggio dei denti e del cavo orale. E’ consentito invece l’uso di acqua per l’igiene domestica e personale.
E’ interessato dal divieto, predisposto con ordinanza a seguito degli esiti comunicati il 17 gennaio delle analisi della Asl Rm/F,  tutto il territorio comunale ad eccezione del lungolago Argenti, località La Sposetta, via degli Orti, Pontevecchio e circumlacuale dal semaforo al bivio di Trevignano. La nota informa inoltre che “le fontanelle del lungolago sono utilizzabili come fonti di approvvigionamento”.