Oriana Fallaci: Il coraggio della verità

Scusaci Oriana,
non ti abbiamo proprio capito.

Non solo ci avevi messi in guardia ma avevi lasciato che quello che tu chiamavi “alieno che vive in me” ti divorasse perché ritenevi più importante educarci alla riscossa dell’Occidente che salvare la tua vita.

Dopo quasi 20 anni dalla tua scomparsa– te ne andasti via in silenzio quel 15 settembre 2006 – siamo ancora con quell’estremismo islamico mascherato da buonismo che si insinua nel nostro pianeta con la rapidità di un virus al quale non siamo un grado di porre rimedio o, meglio, non vogliamo porre rimedio.

Le tue parole, i tuoi gesti, anche estremi, il chador buttato a terra – cencio da medioevo -, non hanno fatto presa.

Purtroppo un ecumenismo buonista ci copre gli occhi.

Gli Stati Uniti, un tempo custodi di un ordine mondiale democratico, si inginocchiano per l’ennesima volta di fronte alle guerriglie talebane divenendo, ancora una volta, artefici di confusione e non di libertà.

Le donne afgane tornano ad essere al pari di animali da riproduzione e nessuna voce si scaglia più contro questa ignominia.

Il sangue di giovani soldati occidentali sparso sulla terra non grida solo giustizia ma verità e rispetto per la loro missione di democrazia.

Il sangue di troppe giovani vittime colpevoli solo di vivere “nella parte sbagliata del mondo” muoiono sotto “bombe intelligenti” che dimostrano, sempre di più, la “stupidità del genere umano”.

Senza dimenticare la continua corsa ad un riarmo che in apparenza vuole imporre la pace ma poi diventa solo “fabbrica di morti”.

Scusami se mi rivolgo a te solo oggi.

Ma sento attorno a me il silenzio della rassegnazione di un mondo prono alla violenza.
Sento l’ipocrisia di chi vorrebbe un mondo organizzato dall’alto con scelte di chi, nel mondo, ormai non vive più perché abituato alle mollezze di un cultura che vuole essere solo di morte e non più di vita.

Oggi saresti stata l’emblema vivente di una riscossa necessaria ad un mondo senza più attributi né coraggio.

Saresti quel punto di riferimento di chi, come me e tanti altri, crede ancora nella possibilità che questo martoriato mondo possa tornare ad essere luogo di pace, di rispetto reciproco, luogo in cui le “libertà individuali” possano divenire valore aggiunto.

Ma, purtroppo, non ci sei più e sentiamo terribilmente la tua mancanza.
Ci manchi, mi manchi!

15 settembre 2006 – 15 settembre 2024




IL GEMITO DEGLI INNOCENTI

di Emanuel Galea

Il 26 ottobre 2002 il Corriere della Sera ha pubblicato l’intervento di Oriana Fallaci all’American Enterprise Institute di Washington D.C. Era la prima volta dopo dieci anni di silenzio che la scrittrice appariva in pubblico. Lo fece per presentare l’edizione americana del suo libro best seller “La Rabbia e l’Orgoglio”. Il suo discorso profetico si può riassumere in una frase di allarme, lanciato allora dalla Fallaci: “Se non difendiamo la nostra cultura, saremo sconfitti dall’Islam”

L’altro ieri, l’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Nona, ha rilasciato un’intervista sempre al Corriere della Sera, esortando all’occidente:  "Per favore, cercate di capirci. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini siano tutti uguali. Ma non è vero. L’islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra".

Tutti colori che a suo tempo avevano demonizzato la Fallaci, bollandola come “rancorosa, piena d’odio.” oggi magari stanno facendo delle sagge riflessioni. Nel presentare il suo libro “La Rabbia e l’Orgoglio”, a un certo momento, con passione e, come diceva lei, con l’arma della verità, aveva proposto il seguente passaggio: "Dall’Afghanistan al Sudan, dall’Indonesia al Pakistan, dalla Malesia all’Iran, dall’Egitto all’Iraq, dall’Algeria al Senegal, dalla Siria al Kenia, dalla Libia al Ciad, dal Libano al Marocco, dalla Palestina allo Yemen, dall’Arabia Saudita alla Somalia, l’odio per l’Occidente cresce. Si gonfia come un fuoco alimentato dal vento, e i seguaci del fondamentalismo islamico si moltiplicano come i protozoi d’una cellula che si scinde per diventare due cellule poi quattro poi otto poi sedici all’infinito. Chi non se n’è accorto, guardi le immagini che ogni giorno ci arrivano dalla televisione. Le moltitudini che inzuppano le strade di Islamabad, le piazze di Nairobi, le moschee di Teheran (….omisis) . Altro che frange di estremisti! Altro che minoranze di fanatici! Sono milioni e milioni gli estremisti, sono milioni e milioni i fanatici. (…omissis) . Sere fa vidi quelli di Nairobi, luogo di cui non si parla mai. Gremivano la piazza più che a Gaza o Islamabad, e a un certo punto il telecronista chiese a un vecchio: «Chi è per te Osama Bin Laden?». «Un eroe, il nostro eroe!» rispose il vecchio, felice. «E se muore?». «Ne troviamo un altro» rispose il vecchio, sempre felice. In altre parole l’uomo che di volta in volta li guida non è che la punta dell’iceberg: la parte della montagna che emerge dagli abissi, e il vero protagonista di questa guerra non è lui. È la Montagna. Quella Montagna che da millequattrocento anni non si muove, non esce dagli abissi della sua cecità. Non apre le porte alle conquiste della civiltà, non vuol saperne di libertà e giustizia e democrazia e progresso (omissis) segretamente attratta dal nostro sistema di vita, attribuisce a noi la colpa delle sue povertà materiali e intellettuali…".

E’ strano, molto strano. Il grido d’allarme della Fallaci di allora e quello dell’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Nona di oggi si sovrappongono, una storia di atrocità infinita. Che fine ha fatto l’Onu, paladino dei “diritti umani”.

Navi Pillay, Alto commissario Onu per i diritti umani, che ha condannato gli attacchi israeliani a Gaza contro case, scuole, ospedali, centri Onu, definendoli un atto di deliberata violazione del diritto internazionale, come definisce il massacro di donne e bambini, tanti sepolti persino vivi, in fosse comuni, la distruzione delle loro case, l’espropriazione dei loro beni? Si sa benissimo il pensiero dominante dell’Onu. Solamente che si sta parlando di diritti umani, diritti dell’infanzia, del bambino. Altre ideologie non trovano luogo.

Mentre l’Onu prende tempo per decidere cosa fare; mentre il Patriarca Caldeo di Baghdad, Louis Raphael I Sako, si appella a Usa, Ue e Lega araba,auspicando un intervento congiunto per annientare la minaccia islamista e “aiutare gli sfollati”, cristiani, yazidi e sciiti; mentre l’arcivescovo di Baghdad lancia un grido d’allarme e chiede all’occidente di fare in fretta perché in mezzi non ci sta solamente la loro sopravvivenza ma anche quella dell’occidente, la Fallaci, a suo tempo, terminò il suo discorso con un grido disperato : “Occidente, svegliati”. Ho visto scritto da qualche parte : Come fa l’Europa a indignarsi davanti agli eccidi dei primi del novecento e quanto può riuscire credibile quando oggi fa finta di non vedere la “mattanza dei cristiani”?

Europa e Onu dei popoli ! Quali popoli? Riuscirà l’occidente a capire la gravità della situazione?