Operazione "Round Trip": frode fiscale per un miliardo di euro e 29 arresti

di Angelo Barraco
 
VICENZA – La Guardia di Finanza ha sgominato una “colossale e sistematica” frode fiscale transnazionale messa in atto attraverso un giro di fatture false che ammontano a circa un miliardo di euro. L’operazione è stata denominata “Round Trip” e sono state arrestate 29 persone in tutto lo stivale e diversi paesi dell’Unione Europea. La frode fiscale “colossare” che dal 2009 ad oggi ha fatto finire 29 persone in manette, 18 in carcere, 11 ai domiciliari. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica De Munari e nel corso di questi anni sono stati impiegati dei sofisticati software per intercettare e ascoltare circa 75mila telefonate, per effettuare perquisizioni e effettuare pedinamenti su tutto il territorio nazionale a seguito di verifiche fiscali. Il tutto nasce da una capillare attività investigativa eseguita su 180 società, di cui 145 di esse italiane. Tale attività ha portato all’accertamento oggettivo di un giro di fatture per operazioni inesistenti per 930 milioni di euro ai fini dell’evasione dell’Iva di oltre 130 milioni di euro mediante l’utilizzo di aziende “cartiere” con il fine ultimo di evadere le imposte. Al centro di tutto vi era un giro incentrato sul commercio di prodotti di alta tecnologia, televisori, tablet, ma anche zucchero, latte, farina e prodotti per stampanti. La merce veniva che si trovava in Italia veniva ceduta, spesso solo fittiziamente in sospensione d’imposta a un’azienda comunitaria e sempre fittizi trasferimenti. Tale giro ha scatenato in poco tempo in pochi mesi un ingente debito Iva, ma non viene versato. La società così cambia sede e prima si trasferisce a Roma, successivamente a Milano e alla fine all’estero dove subisce una rottamazione tale da lasciare dietro di se un grosso debito tributario e l’impossibilità di dichiarare fallimento.
 
L’evasione fiscale è un grave problema che affligge il nostro paese, che colpisce l’economia e crea situazioni di non equità. Il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di fine hanno di detto: “un elemento che ostacola le prospettive di crescita è rappresentato dall’evasione fiscale. Se solo si riuscisse a dimezzarla, si potrebbero creare oltre 300 mila posti di lavoro: gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se
tutti le pagassero”. Per contrastare ulteriormente il fenomeno dell’evasione fiscale è importante uno svolgimento della ordinaria attività di prevenzione e contrasto, inclusa la gestione delle richieste di voluntary disclosure ed il presidio del territorio, un capillare coordinamento con altri enti, contrasto ai fenomeni di frode ed agli illeciti fiscali internazionali; implementazione dell’adempimento spontaneo; attuazione del programma di cooperative compliance; attuazione dei nuovi accordi di ruling internazionale e gestione delle richieste di patent box, come riporta l’Agenzia delle Entrate. I dati però sono allarmanti poiché secondo un rapporto pubblicato dal ministero dell’Economia in merito all’evasione fiscale risalente al 2014 e basato sui dati Istat, nell’anno 2008 il sommerso nazionale oscillava tra i 255 e i 275 miliardi di euro, ovvero il 16,3%/17,5% del Pil. Gli ultimi dati che appartengono a Confindustria riportano un’evasione fiscale pari a 122,3 miliardi di euro nell’anno 2015. L’ex Magistrato Caselli recentemente si è espresso in materia di evasione fiscale: “Per parlare di legalità bisogna guardare alla convenienza della legalità, perché più ce n'è e meglio si vive. In Italia l'evasione fiscale ammonta a 120 miliardi di euro annui, secondo le cifre riportate dal Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno, la corruzione a 60 miliardi, l'economia mafiosa, per difetto, a 150 miliardi. In totale l'economia illegale ci rapina ogni anno 330 miliardi di euro” aggiungendo che questa è “una montagna di risorse e possibilità che ci vengono portate via e tutto questo peggiora la nostra vita e rende più precario il futuro dei giovani”.  Ma c’è anche l’enorme problema dei paradisi fiscali, tesori nascosti che ammontano tra i 200 e i 300 miliardi di euro di cui 150 liquidi. Ad affermarlo è il Procuratore capo di Milano Greco che secondo quanto riporta “La Repubblica”, spiegando i dati “le cifre del sommerso, del non dichiarato, il frutto dei reati. Mi risulta che i contanti chiusi in cassette di sicurezza in Italia e all'estero siano gran parte della fetta (circa 150 miliardi). Sempre denaro di provenienza illecita”. Ha inoltre sottolineato che dai precedenti scudi fiscali e dalla volontary disclosure sono rientrati nel nostro Paese 500 miliardi.