Fico difende le Ong e chiede solidarietà, la rete lo copre d’insulti: “Boldrino”

Basta farsi un giro su Twitter per vedere che il paragone è stato fatto già migliaia di volte in poche ore. Fico difende il lavoro delle Ong, e sui social lo si schernisce dandogli della Boldrini, un po’ in ogni declinazione. Apre le danze Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Aggiornaci anche quando vai in visita dai terremotati italiani” e poi l’hashtag: “#Boldrino” in chiusura del tweet. E lo fa rispondendo direttamente ad un post del presidente della Camera.

Aggiornaci anche quando vai in visita dai terremotati italiani. #Boldrino

— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) 30 giugno 2018

A ruota seguono decine di commenti al suo tweet dove Fico viene duramente criticato, accusato di avere da presidente della Camera una posizione molto simile a quella di Laura Boldrini che alla presidenza di Montecitorio lo ha preceduto. “Abbiamo cacciato lei, cacceremo anche te”, scrive un utente. “Continua così e voteremo tutti per la Lega invece che 5 stelle”, scrive un militante dei pentastellati. “Hai già dimostrato diverse volte che non sei degno di questa carica”, “ha cabiato tessera, adesso è del Pd”, “Deve esserci qualcosa di strano in quella poltrona. Non può essere una coincidenza due su due…”, “Pensa a mettere in regola le domestiche di casa tua”, e diversi insulti di chi sostiene che Fico “non ama gli italiani”. Al presidente anche la solidarietà di molti utenti della rete, anche se in numero nettamente inferiore. Difendere le ong, chiedere solidarietà per i migranti o umanità davanti ai fatti di cronaca sembra decisamente impopolare oggi in Italia.

Incredibile sequela di insulti per @Roberto_Fico solo per aver dimostrato umanità. In ultimo la battuta di @GiorgiaMeloni che lo ha definito #boldrino.Che sia fuori moda occuparsi degli altri, degli ultimi con concreti gesti di vicinanza?Meglio la sola propaganda #salvinidimaio ?

— Laura Puppato (@LauraPuppato) 30 giugno 2018




Il ricatto morale, scudo di immigrati

A monte della scomposta bagarre in corso, la rissosa ed aspra polemica, supera a volte ogni decenza, come nel caso delle frasi “ipocrite” proclamate da qualche capo di stato e altre frasi volgari pronunciate da dirigenti del partito di sua appartenenza. Travolto da un grande dibattito, in gran parte ideologizzato, il caso Aquarius ha il merito di avere scoperchiato impegni disattesi, diritti contestati e assurde invasioni di campo da stroncare. Gli attori sul proscenio sono l’Europa, il governo italiano e le organizzazioni non governative. Come è stato detto da qualche parte, Salvini ha gettato un masso nel mediterraneo e rischia di scompaginare i progetti politici e commerciali di chi giudica “Roma, cinica e irresponsabile”. Il vaso di coccio tra questi tre vasi di ferro, ahinoi, questa volta lo fa l’immigrazione non governata.

Le Ong si fanno scudo del profugo

In una delle tante trasmissioni trash di questi giorni, si è aggiunta al coro dei “chi la spara più grossa”, la portavoce AOI, Silvia Stilli che intervenendo sul blocco dei porti alle navi delle Ong, la signora Stilli, non si sa a quale titolo, si è dichiarata disponibile ad incontrare il ministro Salvini per discutere il problema immigrazione. Qualcuno ha mormorato: Silvia Stilli chi? Le Ong sono un corpo estraneo al governo del paese e qualcuno bisogna che si dia una calmata. Il Registro delle associazioni e degli Enti che svolgono attività (le più svariate) a favore degli immigrati superano di gran lunga il numero 750. Più che ovvio che tutti, proprio tutti sarebbero disponibili a partecipare e discutere dei problemi dell’immigrazione. Sull’organo ufficiale della AOI, la Stilli non si sdegna di fare scudo di storie pietose, un logorato dejà-vue, per difendere il suo punto di vista personale.

Scrive fra tante imprecisioni la Stilli:

“623 disperati, anche bambini, raccolti nel Mediterraneo dalla nave Aquarius, sono bloccati davanti alle nostre coste: in fuga da morte e sofferenze, guerre, povertà e fame, scampati a lunghi viaggi nel deserto, sfuggiti talvolta alle torture nei centri di detenzione in Libia, con i segni nel corpo e nell’anima delle violenze degli scafisti.” Chiude la batteria pirotecnica con: “A loro il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta negando la speranza di vivere”. Il suddetto pezzo ricorda tanto la monotona tiritera dei questuanti rom presenti all’uscita delle chiese: mamma morta, tre fratellini da sfamare, nonno in ospedale, bambina piccola molto malata….” In un suo articolo apparso su La Nuova Bussola del 12 giugno, Andrea Zambrano pone una domanda molto pertinente: che ci fanno i giornalisti a bordo della nave della Ong Aquarius? Altri chiedono: chi li ha chiamati? Per quale scopo umanitario-pubblicitario? Un fatto, se per null’altro, rimane molto curioso e fa pensare che l’operazione sia stata preparata preventivamente. Cosa doveva fotografare la stampa-umanista? Senza meno i volti sofferenti delle donne, gli sguardi stanchi dei bambini, qualche anziano? Doveva fare colpo la “pietas” e lo “xenofobo” governo italiano appena insediato, ne doveva uscire fuori con le ossa rotte.

L’Europa e lo scudo umanitario

Il macigno che Salvini ha gettato nello stagno mediterraneo ha causato uno tsunami. Le sue onde anomale già lambiscono gran parte del vecchio continente e qualcuno dovrebbe evitare che si propaghino ulteriormente. L’Europa dovrebbe uscire fuori dalle sue incongruenze. Sta vietando i respingimenti e nello stesso tempo sta chiudendosi a riccio dentro i suoi confini, puntando il dito indice verso chi si azzardi a ribellarsi contro siffatta ingiustizia. Anche il divieto dei respingimenti può, in qualche modo, essere considerato un ricatto, uno scudo anomalo. Il 10 luglio 2014, la Adnkronos/Aki, riportava: Il movimento islamico Hamas invita i palestinesi della Striscia di Gaza a fare da scudi umani contro i raid aerei israeliani. “Chiediamo che venga seguita questa pratica”. Una tattica come un’altra per cautelarsi contro un pericolo. Qualcuno nel paese della “belle époque” la definirebbe “vomitevole” L’Europa non dovrebbe rincorrere Hamas.

Salvini chiama e l’Europa s’e’ desta

Mentre le Ong si proteggono e si difendono prendendo in consegna dalle mani degli scafisti, immigrati clandestini decisi ad affrontare la traversata, embedded fotografi e giornalisti fanno circolare la notizia; Mentre fino a ieri la sinistra accucciata nel suo vassallaggio verso Bruxelles, con gran pace dell’establishment, l’Europa si sentiva forte e con la coscienza a posto, elargendo al Belpaese l’obolo della vedova, intimando porti aperti e divieto assoluto ai respingimenti, qualcosa di strano è successo. Il principe ha baciato la bella assonnata e l’Europa si è svegliata. Oramai il dado è tratto e l’incanto si è rotto! Non c’è migliore finale a questa storia che seguire il noto principio: “Fai ciò che devi, accada quel che può”

Emanuel Galea




Immigrazione: le ONG pomo della discordia

 

di Emanuel Galea

 

Tutti ormai conosciamo la leggenda della mela lanciata sul tavolo degli sposi Peleo e Teti da Eris, dea della discordia, offesa perché non invitata al banchetto. Con malizia Eris aveva inciso sul pomo “Alla più bella”. Il resto si conosce, la furibonda lite che seguì tra Era, regina degli dei, Afrodite, dea della bellezza e Atena dea della saggezza.

Questa volta il pomo della discordia lo ha lanciato il ministro Minniti sul mare agitato del Mediterraneo e sul pomo ha inciso : ”codice per Ong”.In quel momento nel Paese c’era un acceso dibattito sul ruolo di queste organizzazioni, un immigrazione fuori controllo e degli accordi avviati con la Libia per arginare le partenze dei flussi migratori che da lì partivano.

Il ministro Delrio e i vari boldrini, saviano, i manconi e i loro seguaci sono insorti in rivolta definendo il provvedimento Minniti disumano. Qualche operatore umanitario, in un’intervista, ha reagito con veemenza tradendo  lo spirito umanitario al quale dovrebbe ispirarsi. Con le motivazioni più accampate in aria, una alla volta, le Ong stanno sospendendo le loro “attività di soccorso” ciò nonostante il flusso migratorio sulla penisola sta gradualmente entrando nella normalità.

Il capo procuratore catanese Carmelo Zuccaro ed il procuratore capo facente funzione della Procura di Trapani Ambrogio Cartosio irrompono nei sacri antri di queste organizzazioni e avviano  inchieste ed indagini  che interessano dei  volontari di Save the Children, Medici Senza Frontiera e la tedesca Jugend Rettet, tutti indagati con  l’ipotesi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Che organizzazioni non governative si trovano in mezzo ad indagini investigative non è certo questa la prima volta. Il famoso settimanale televisivo di approfondimenti della Bbc “Panorama” aveva condotto un’inchiesta sulle più importanti Ong mondiali con quartiere  generale in Gran Bretagna, come Amnesty International, Save The Children e Comic Relief. I risultati dell’inchiesta , pubblicati da Enrico Franceschini, corrispondente da Londra per Repubblica, non depongono  certamente a favore di queste  Ong.

Comic Relief, l’organizzazione che fa mettere un "naso rosso" da clown ai suoi operatori che girano per i letti dei bambini malati in ospedale , si scopre che  investe milioni di sterline in fondi di investimento e  che acquistano tra l’altro azioni di aziende che producono armamenti, alcolici e tabacco.A dire poco non è certo quello che ci si aspetta da un’organizzazione umanitaria.

Amnesty International, invece, con quello che rivela l’inchiesta della BBC, chiarisce una volta per sempre, che per lo meno non tutti i volontari delle Ong prestano la loro “opera umanitaria” a zero retribuzione. Secondo la stessa inchiesta Amnesty, al suo ex-segretario generale Irene Khan, aveva concesso una buonuscita di circa euro 600.000, controvalore di 500.000 sterline.  Chi è Minniti e chi è Delrio spero che tutti lo sappiamo. Forse si sa troppo poco sulle Ong. Sono  organizzazioni  non governative, senza fini di lucro, indipendenti dagli Stati e dalle organizzazioni governative internazionali.

Le Ong sono diverse tra di loro. Alcune hanno interessi politici, religiosi o fini sociali e si registrano per l’esenzione fiscale. Altre sono enti benefici che possono essere sia pubbliche che private e sempre con scopo di  promozione  sociale, artistica, culturale, sportiva e di altri campi delle relazioni umane. Requisito importante è il riconoscimento del Ministero dell’Interno. L'elenco delle organizzazioni riconosciute è molto nutrito e si può consultare sul sito del Ministero.

A completamento aggiungiamo che oltre alle agevolazioni legali e fiscali, i propri affiliati  godono  di biglietti a riduzione per spettacoli musicali, artistici o altre fattispecie ricadenti sotto la SIAE  nonché l'esenzione dalla licenza d'esercizio per spacci alimentari e di bevande nei locali sociali.

Le Ong hanno sempre destato curiosità e attirato l’attenzione del così detto giornalismo investigativo e d’ inchiesta e le cose che raccontano oscurano le aureole costruite intorno a queste associazioni come riportato dalla stessa inchiesta della BBC 

Rimane il fattore “finanziatori” che non è cosa da trascurare. Più è intensa l’attività delle Ong e più finanziamenti riescono a raccogliere. Nel 2016 Msf ha raccolto euro 38 milioni di fondi e le altre Ong non sono state da meno. Da precisare però, che 38/40  e anche se fossero 50/60 milioni, per le navi delle Ong che stanno ore in navigazione per giorni e mesi, sono sufficienti per coprire tutti i costi? Se non lo sono, come rimediano?

Concludendo, incrociando le dita e toccando ferro, angoscia il pensiero che tra i finanziatori di queste “emerite” organizzazioni possano esserci quelle multinazionali che sfruttano risorse minerali e petrolio della stessa gente che i volontari  cercano di salvare dalle acque del Mediterraneo e che il codice Minniti sta cercando di proteggere.

 
 




Immigrati, 3 Ong sospendono i soccorsi

 

LIBIA – Arrivano a tre le Ong che hanno sospeso l'attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia: dopo Msf e Sea Eye anche Save the Children annuncia di aver fermato "temporaneamente" la nave Vos Hestia, che ora si trova a Malta "in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni". L'organizzazione si dice "rammaricata" di aver fatto questa scelta, che è però dovuta "alle decisioni della Marina Libica di controllare le acque internazionali". "Si tratta di una situazione molto preoccupante – afferma la Ong – per il rischio di sicurezza dello staff e per la reale capacità della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di soccorso". Inoltre, in questa "nuova situazione, le imbarcazioni dei migranti saranno costrette a tornare in Libia e molti bambini e adolescenti moriranno prima di lasciare la nuova zona sar". "Siamo pronti a riprendere le operazioni – dice il direttore delle operazioni Rob MacGillivray – ma prima dobbiamo avere rassicurazioni sulla sicurezza del team e sull'efficacia delle operazioni".  "Oggi abbiamo deciso a malincuore di sospendere temporaneamente le nostre missioni di salvataggio". Lo scrive su twitter l'ong Sea Eye. Il motivo, si spiega, è la mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo occidentale. "Proseguire il nostro lavoro di salvataggio – spiega l'ong tedesca – sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi".