MOTTA VISCONTI, OMICIDIO PLURIMO: I PARTICOLARI AGGHIACCIANTI RACCONTATI DAL MOSTRO

Redazione

Motta Visconti (MI) – E’ stato lui, il marito, l’essere immondo che ha letteralmente sgozzato la moglie e suoi due figli in casa. Ha confessato ed è stato uno spettacolo agghiacciante. L'uomo è stato fermato nella notte con l'accusa di triplice omicidio. Carlo Lissi di 31 anni ha sterminato la famiglia perché la considerava un ostacolo. Alla donna Lissi aveva fatto delle avances ma era stato respinto. L’uomo ha poi anche indicato il luogo dove aveva nascosto l’arma del delitto. Ci sono dei dettagli agghiaccianti della confessione. Lissi ha sostenuto di aver avuto un momento di intimità sul divano con la moglie, prima di ucciderla, mentre i figli dormivano. Quindi si è alzato in mutande, ha preso un coltello e ha colpito Maria Cristina alle spalle. Le ultime parole gridate dalla donna sono state: «Carlo, perché mi fai questo?» Le urla di aiuto sarebbero poi state testimoniate da una vicina. Dopodiché si è fatto una doccia. Ed è andato a vedere la partita Italia-Inghilterra al pub Zimè di Motta Visconti, senza destare alcun sospetto. Una volta rientrato, ha dato l’allarme, simulando una rapina finita male. La rapina non era altro che una messa in scena per depistare gli investigatori. Cristina Omes, 38 anni, e i due figli, una bambina di 5 anni e mezzo e un bimbo di 20 mesi, sono stati trovati cadavere. Dalla cucina mancava un coltello: l'accusato ha ammesso di essersene liberato gettandolo in un tombino vicino a casa. Agli inquirenti ha detto: "Voglio il massimo della pena". E non ci auguriamo che l’abbia anche se in questo caso sarebbe stata meglio la legge del taglione: dovrebbe pagare con la sua stessa vita. Lissi, che ha dato l'allarme poco dopo le 2 di mattina di domenica, ha raccontato di aver trovato i tre corpi senza vita rientrando in casa dopo la partita Italia- Inghilterra, vista in casa di amici. Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti che ieri hanno ascoltato anche amici e vicini. Il sospetto è che tra i due ci fossero gravi tensioni. La coppia sposata da sei anni viveva, con i bambini, in una zona residenziale di Motta Visconti. Cristina Omes, originaria del paese, lavorava come impiegata presso le assicurazioni Sai. Una donna impegnata, raccontano i residenti, che avrebbe da sempre dato il suo sostegno alle attività dell'oratorio. Durante i primi sopralluoghi la cassaforte è stata trovata aperta, con piccole somme di denaro mancanti. Ma sulla porta d’ingresso non risulta alcun segno di effrazione. Per gli inquirenti il movente del triplice omicidio sarebbe da ricercare nella possibilità di una relazione con una collega di lavoro di cui si era invaghito. Un amore non corrisposto che lo avrebbe spinto alla follia. Gli inquirenti avrebbero tratto dalle parole dell'uomo sotto interrogatorio, la sensazione di "una enorme stanchezza" rispetto alla vita familiare, a quella routine che lui evidentemente non voleva più vivere. 

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