TORINO: ERGASTOLO PER L'OMICIDIO MUSY

Redazione

Torino – Ergastolo, nonostante il condannato si proclami ancora "estraneo ai fatti". Francesco Furchi' e' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio del consigliere comunale Udc, Alberto Musy, ferito gravemente il 21 marzo 2012 e morto dopo 19 mesi di coma. La sentenza e' stata pronunciata oggi dal presidente della Corte d'Assise di Torino Pietro Capello. "Sono innocente, e' un'ingiustizia", ha commentato Furchi' all'uscita dell'aula, visibilmente sorpreso del'esito dell'udienza. Era il 21 marzo 2012 quando Alberto Musy, avvocato, docente universitario, gia' candidato a sindaco di Torino per il Terzo Polo e capogruppo dell'Udc in Comune, rientrava a casa, dopo avere accompagnato a scuola due delle quattro figlie. Nell'androne della sua abitazione in via Barbaroux, nel pieno centro di Torino, era stato colpito da alcuni colpi di pistola in un misterioso agguato. Da allora non aveva piu' ripreso conoscenza e dopo diversi giorni di agonia è deceduto. L'immagine del killer fu ripresa da diverse telecamere e la foto dell'uomo con il volto coperto da un casco integrale per diversi mesi accompagno' le indagini. Si cerco' in piu' direzioni, nella vita privata e professionale di Alberto Musy, nella sua attivita' politica, fino all'arresto di Francesco Furchi', che si e' sempre proclamato estraneo all'agguato al professore torinese. Musy si era laureato in giurisprudenza a Torino nel 1990, conseguendo una seconda laurea a Berkeley, negli Stati Uniti, nel 1995. Si era occupato del modello giuridico anglo-americano, dedicandosi anche ad approfondimenti sul trust e sull'efficienza della giustizia civile. Aveva lavorato come avvocato civilista anche a Milano, prima di stabilirsi definitivamente a Torino. Nel corso della sua carriera universitaria aveva insegnato in Bocconi, all'Academie de Nantes, alla Benjamin N. Cardozo School of Law di New York e in altre universita' straniere. Alle elezioni comunali della primavera del 2011 era stato candidato sindaco per il Terzo Polo. Entrato in consiglio comunale era stato capogruppo dell'Udc. Alcuni mesi dopo l'agguato, la moglie Angelica aveva chiesto alla Sala Rossa di far decadere il marito dalla carica di consigliere comunale e il Consiglio aveva quindi provveduto alla surroga. Nel luglio 2013, in una affollata cerimonia a Palazzo Civico, il sindaco di Torino Piero Fassino e il prefetto Alberto Di Pace avevano consegnato alla moglie l'onoreficenza di Commendatore della Repubblica conferita a Musy dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ora l'assassino di Musy pagherà l'omicidio con l'ergastolo.