Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Super Mario RPG, il remake che ci voleva

Super Mario RPG, è un titolo che in molti adulti di oggi ricorderanno in quanto ha esordito su Super NES quasi tre decenni fa. Il titolo proprio a fine 2023 ritorna su Nintendo Switch con un remake che intende catturare l’attenzione sia dei veterani che dei nuovi giocatori. Questo gioco, originariamente nato dall’idea di una fusione audace tra l’universo di Mario e le meccaniche di Final Fantasy, è stato un pioniere per moltissimi titoli successivi come Paper Mario e Mario & Luigi: Superstar Saga. Il passaggio da un’esperienza 2.5 dimensioni a un’ambientazione completamente in 3D ha i suoi pro e contro. Se da un lato gli ambienti traggono vantaggio da questa modernizzazione, risultando più dettagliati e avvolgenti, i modelli dei personaggi perdono un po’ della loro originale e iconica attrattiva e la nuova grafica, pur essendo colorata e brillante, non riesce sempre a catturare lo spirito unico del titolo originale. Detto ciò, però, è doveroso dire che questo remake di Super Mario RPG è un’operazione sontuosa che rievoca un pezzo di storia videoludica, con un piano di ristrutturazione fedele in maniera sorprendente. Il suo gameplay può risultare vintage, nonostante le ottime aggiunte, così come il livello di sfida potrebbe essere poco avvincente per chi si aspetta un JRPG classico. Tuttavia è difficile rimanere impassibili di fronte a un videogioco dal concept così iconico, che ha lasciato il segno ed ispirato generazioni di videogiochi e che oggi può essere riscoperto senza emulazione o hardware d’importazione. Ma veniamo al dunque. Una volta lanciato il gioco la prima cosa che ogni vero fan si chiede è: “Super Mario RPG è ancora un’esperienza magica oggi come allora?”. Beh a nostro avviso sì e adesso vi spieghiamo il perché. Bastano appena cinque minuti di gioco, nel piccolo tutorial in cui si fa una visita a Bowser e lo si combatte dalla cima di un grosso lampadario, per essere investiti di un senso di magica nostalgia e di esilarante piacere. Il titolo Nintendo è così atipico per gli standard della compagnia nipponica che non può non strappare un sorriso con le sue gag goffe, i suoi dialoghi volutamente “tonti” e i suoi colori allegri. Nel contempo però questo remake del videogame del 1996 riesce anche a intrigare con una formula a turni che premia la pianificazione della strategia e il tempismo nella sua esecuzione. Al contrario di quanto visto in remake più ambiziosi, come ad esempio quello del magnifico Final Fantasy VII, Super Mario RPG propone un pacchetto decisamente più modesto e lineare, più semplice nelle dinamiche e diretto nell’esposizione, senza troppi fronzoli: un prodotto palesemente proveniente da un’altra era, quasi un esperimento sotto molti di vista. Pad alla mano però questo suo minimalismo colpisce nel segno, regalando un’esperienza non troppo lunga (bastano 10-15 ore per arrivare alla scritta fine) e parca di complessità, ma ricca di fascino e carisma, che stuzzica a volerne ancora, a non spegnere la console prima di aver fatto la conoscenza di un altro iconico personaggio o di aver messo le zampe su un’altra stella. Sarà anche un remake fedele alle sue origini, ma non per questo è un titolo a secco di novità. Super Mario RPG è molto più accessibile rispetto al passato, grazie a nuove funzionalità che faranno la felicità dei nuovi giocatori e dei veterani, come l’autosalvataggio, utilissimo per evitare di rifare troppa strada in caso di game over (o casomai ci si dovesse scordare di andare a salvare), un livello di difficoltà ridotto per concentrarsi sulla storia, lo spostamento rapido per poter viaggiare rapidamente tra un luogo e l’altro della mappa, un compendio con le informazioni dei nemici sconfitti e la possibilità di riaffrontare i boss con mosse e strategie inedite. Il tempismo in battaglia inoltre ora riveste un ruolo ancora più importante, in quanto azzeccando il momento perfetto si potrà estendere parte del danno agli avversari circostanti e caricare una barra con cui sfoderare un pirotecnico attacco finale, uno per ogni tripletta di membri del party.

A livello di trama l’avventura si apre, nemmeno a dirlo, con l’ennesimo rapimento della Principessa Peach da parte del malvagio Bowser, il più celebre trai gli arci-nemici del mitico idraulico di Nintendo. Proprio durante il combattimento tra Mario e la sua nemesi, però, un gigantesco spadone senziente precipita sul pianeta e colpisce il castello di Bowser causando un trambusto tale da separare i tre comprimari. È la prima avvisaglia dell’invasione da parte dell’esercito di Fabbro Magno, una civiltà aliena di potenti guerrieri intenzionata a conquistare il Regno dei Funghi e impadronirsi dello sconfinato potere delle Stelle. Toccherà all’impavido avventuriero dal cappello rosso, assieme a una squadra di insospettabili alleati, affrontare questa terribile minaccia e respingere una volta per tutte il veemente assalto nemico. Non proseguiamo oltre nello sviscerare la storia per non rovinare il gusto della scoperta a coloro che non hanno mai avuto occasione di immergersi in questa peculiare avventura, ma possiamo anticipare che l’intreccio narrativo imbastito per Super Mario RPG risulta ancora oggi fresco, interessante e genuinamente divertente. Si tratta di un racconto dalla struttura piuttosto semplice e lineare, adatto a tutte le età e privo di svolte particolarmente audaci, ma impreziosito da un cast di personaggi memorabile e, soprattutto, come accennato più sopra, permeato da una carica comica a dir poco irresistibile. Una nota di merito va fatta inoltre per l’eccellente operazione di localizzazione e adattamento in italiano che contribuisce a far calare gli utenti, anche quelli più giovani, nella stravagante atmosfera del gioco. Altra chicca straordinaria riguarda il comparto audio, infatti Yoko Shimomura, il compositore del Super Mario RPG dell’epoca, è salito di nuovo in cattedra per riarrangiare l’intera colonna sonora, e il risultato finale è magnifico. In ogni caso , nel caso in cui lo si preferisca, è anche possibile selezionare l’audio originale. A livello estetico comunque, per chi ha avuto la fortuna di giocare all’originale, il colpo d’occhio è fantastico e Mario e soci non sono mai stati così espressivi, nonostante il set di animazioni sia piuttosto limitato. In ogni caso questo remake di Super Mario RPG è qualcosa da avere assolutamente, da giocare e da ammirare in tutta la sua bellezza senza tempo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Fire Emblem Warriors, la saga Nintendo sposa il genere Musou

Il 2017 ha rappresentato un anno fortunato per la serie videoludica di Nintendo “Fire Emblem”. A gennaio è arrivato su iOS e Android Fire Emblem Heroes, il gioco mobile free-to-start che ha letteralmente fatto jackpot sugli app store. Poi, ad aprile è arrivato Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia per Nintendo 3DS, ed infine arriva adesso Fire Emblem Warriors su Switch e New 3DS/New 2DS XL, il primo spin-off hack & slash della longeva serie strategica. Fire Emblem Warriors segue le orme di Hyrule Warriors, proponendo un videogioco in cui i protagonisti di un noto brand interno a Nintendo si affrontano in campi di battaglie pieni zeppi di nemici sulla falsa riga del celeberrimo franchise Dynasty Warriors. Per quanto riguarda la trama, questo nuovo capitolo della saga farà vestire ai giocatori i panni di due principi gemelli, Rowan e Lianna, che intraprendono un cammino nel tentativo di salvare il proprio regno di Aytolis. Si tratta di due personaggi inediti, che nel corso della loro avventura incontreranno tantissimi protagonisti presenti nei tanti capitoli della saga di Fire Emblem, ognuno con la propria storia da raccontare, che in un modo o nell’altro incrocerà il nostro destino, spesso unendosi alla causa dei protagonisti. Ogni personaggio che deciderà di combattere al fianco dei due fratelli sarà poi totalmente controllabile, e ognuno avrà le sue armi specifiche, le sue tecniche di lotta, le sue abilità e ovviamente le sue mosse finali speciali. Insomma per quanto riguarda la varietà di combattenti questo titolo ha davvero molto di che offrire. La campagna principale è suddivisa in capitoli che per essere completati imporranno il superamento di alcuni campi di battaglia densi di obiettivi primari e secondari. L’obiettivo primario sarà quasi sempre quello di sconfiggere un boss o di fermare l’avanzata dell’esercito nemico, ma esplorando le varie mappe sarà possibile scovare alcune missioni secondarie che serviranno per guadagnare punti di esperienza per far livellare la propria squadra di eroi, denaro da spendere nello shop, e oggetti consumabili e craftabili. L’inizio di ogni capitolo sarà accompagnato da alcune cut-scene attraverso le quali si sviluppa la trama, esse fungono da intermezzo tra le concitate ed estenuanti missioni che possono durare anche più di un’ora per quadro. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, Fire Emblem Warriors sa come farsi amare, espandendo la classica struttura a base di battaglie campali con elementi tipici della saga, come il celebre triangolo delle armi. Si tratta di un’aggiunta più importante di quello che può apparentemente sembrare all’inizio, destinata ad aggiungere da sola un livello di strategia inedito, scongiurando quegli scenari in cui un eroe livellato a dovere ripulisce da solo la mappa, puntando dritto al generale nemico, ignorando eventi e ordini.

Giocando al livello più alto, un personaggio munito di spada che si trova ad affrontare un cavaliere equipaggiato con una lancia se la vedrà sempre brutta, specialmente se l’unita in vantaggio è incarnata da uno dei boss. È quindi necessario pensare dinamicamente, non affezionarsi a un unico personaggio o a un’unica arma e adattarsi, entrando spesso e volentieri nella schermata tattica per indirizzare gli eroi alla volta dei nemici più abbordabili, alternando in tempo reale il controllo di Rowan e compagni per gestire di persona le situazioni più spinose. I campi di battaglia, nonostante siano di dimensioni abbastanza ampie non brillano per i dettagli, ma offrono però alcune possibilità tattiche da sfruttare per evitare che lo scontro vada troppo per le lunghe, come strapiombi superabili in un lampo dalle unità volanti o le Vene del Drago introdotte in Fire Emblem Fates, che giacciono custodite all’interno di determinate fortezze aspettando di essere attivate per modificare la topografia della mappa. Come vuole la tradizione Omega Force, Fire Emblem Warriors offre i mezzi per portare avanti una carneficina su vasta scala grazie alle classiche combo e agli attacchi Musou (qui chiamati Attacchi Eroe), cui si aggiunge il Risveglio, uno stato in cui il guerriero interessato ignora l’eventuale svantaggio imposto dal triangolo delle armi e picchia come un fabbro, terminando il tutto con un attacco speciale. Probabilmente, però, la novità più appariscente è rappresentata dalle unità come Xander o Camilla, che combatteranno sempre e comunque in groppa ai loro destrieri, cavalli, viverne o pegasi che siano. Fire Emblem Warriors permette di unire le forze con un altro personaggio, eliminandolo temporaneamente dal campo di battaglia e potenziando le statistiche del guerriero comandato dal giocatore. In questa condizione i vantaggi non si fermano ai meri numeri, garantendo anzi l’accesso ad attacchi in coppia e provvidenziali difese, quando l’eroe “in background” entra in scena per annullare un colpo diretto. Alla fine della tenzone è il momento di raccogliere le spoglie di guerra, tra nuove armi, denaro e materiali, questi ultimi da investire in diagrammi ad albero dove sviluppare combo, abilità e resistenze. Tra i premi più prestigiosi e rari spiccano gli emblemi del potere, ossia lasciapassare con cui attingere al vero potenziale dei guerrieri una volta raggiunto il quindicesimo livello, quando sarà finalmente possibile mettere le mani sulle classi avanzate. Oltre al logico tornaconto a livello di statistiche, questo traguardo aggiunge numerose nuove opzioni ai diagrammi delle abilità, aprendo le strade a nuove possibilità belliche; è dunque cosa buona e giusta sapere che, una volta completate, le missioni possono essere affrontate in modalità libera, facendo incetta di materiali ed esperienza, scegliendo senza obblighi la formazione da portare in battaglia.

La campagna principale offre due modalità: la classica Storia e la modalità Epica. Quest’ultima consente di rivivere alcune battaglie storiche dei giochi della serie Fire Emblem, collezionando gli scenari mettendo insieme i frammenti di cartoline che troveremo presso il venditore Anna, che saltuariamente comparirà in maniera casuale e per un periodo di tempo limitato sulle mappe della modalità storia. Insomma, di carne al fuoco ce n’è, ed il sistema di combattimento è abbastanza profondo e differente rispetto agli standard di Dynasty Warriors, pur ereditandone le basi. Ovviamente, essendo figlio però della saga Warriors, il titolo possiede anche alcuni lati negativi. Prima di tutto il gameplay risulta molto presto ripetitivo, e spesso veramente non si vede l’ora di terminare una mappa per finire la partita. Lo sviluppo dei personaggi poi è troppo schematico e poco interessante. I rami di espansione delle abilità sono abbastanza equivalenti tra i vari eroi e gli upgrade delle armi troppo simili. Insomma, si vede che si tratta di una facciata posta su un’impalcatura preesistente piuttosto che di una struttura creata ad hoc per un gioco di Fire Emblem. Per quanto riguarda il lato tecnico, anche qui il titolo non brilla particolarmente. Lo sviluppo congiunto del gioco su Switch e 3DS ha inevitabilmente forzato Omega Force a limitare l’utilizzo delle risorse hardware di Switch. Le texture di ambienti, terreno, ed edifici sono davvero grossolane e rovinano un’esperienza di gioco che poteva essere curata meglio. Fortunatamente non manca il supporto agli amiibo, con le statuette di Fire Emblem recenti e meno recenti come quelle di Marth, Celica, Corrin, Robin e compagnia bella, che vengono riconosciute e forniscono agli eroi armi e materiali speciali. Tirando le somme, questo Fire Emblem Warriors si propone come un buon gioco per gli appassionati del genere musou, ma anche per tutti gli amanti della saga. La rosa di personaggi giocabile è abbastanza buona, ma purtroppo la storia non convince pienamente e si presenta con una trama piuttosto banalotta e poco profonda. Nonostante questi nei però siamo certi che ogni possessore di Switch e di New 3DS desideroso di lanciarsi in grosse battaglie campali correrà a comprare questo titolo e alla fine riuscirà a passare molte e molte ore in compagnia dei protagonisti che hanno reso grande il nome di Fire Emblem.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 7,5
Sonoro: 7,5
Gameplay: 7
Longevità: 8
VOTO FINALE: 7,5

 

Francesco Pellegrino Lise




Nintendo 3DS: un tuffo nel passato con Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser

Nintendo lancia sul suo 3DS Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser. Con tale operazione la grande N porta i giocatori indietro nel tempo, nel lontano 2003, riproponendo uno dei titoli più apprezzati della famiglia dei due idraulici più famosi del mondo. Quest’operazione nostalgia è chiaramente volta a far conoscere a tutti gli utenti più giovani i grandi capolavori del passato, ma anche a farli rigiocare a chi ha avuto la fortuna di goderseli al momento del lancio. Una volta lanciato il gioco, i fan di vecchia data noteranno che l’avventura principale è rimasta invariata: i due baffuti fratelli sono chiamati una volta tanto a fronteggiare una minaccia diversa dal solito Bowser. La Strega Ghignarda e il suo assistente Sogghigno hanno rubato la voce alla Principessa Peach e grazie al potere del Fagiolo Stella minacciano di conquistare l’intero Regno dei Funghi. Ai due eroi toccherà l’arduo compito di far tornare la voce alla bionda regnante affrontando mille peripezie in salsa gdr. Mario e Luigi vengono controllati tramite lo stick analogico e i tasti A (Mario) e B (Luigi). In questa edizione è stata inserita inoltre la possibilità di farli saltare contemporaneamente i fratelli tramite la pressione del pulsante X, cosa che torna particolarmente utile durante gli spostamenti e nelle fasi di pre-combattimento. I nemici infatti sono visibili e riuscire a saltarci sopra, o a martellarli, equivale ad avere un vantaggio non indifferente una volta passati alla battaglia vera e propria. Per quanto riguarda il combat system, esso funziona con il classico sistema a turni, lo stesso che ha reso noto Final Fantasy. Di volta in volta i due idraulici possono utilizzare i loro famosi salti o altri attacchi per eliminare i nemici. Man mano che procedono nell’avventura inoltre verranno in possesso di attacchi combinati sempre più complessi e potenti, ma anche di strumenti con cui possono sia offendere che difendersi. Rispetto al classico sistema di combattimento alla Final Fantasy è però necessario avere i riflessi pronti. Ogni avversario infatti fornisce qualche indizio su quale dei due fratelli colpirà e questo si rivela fondamentale per reagire di conseguenza ed evitare o riportare meno danni possibili. In perfetto stile Gdr, entrambi i protagonisti possono migliorare il proprio equipaggiamento, indossando tute particolari che gli conferiscono bonus di vario tipo. Ad ogni passaggio di livello inoltre, le caratteristiche base vengono incrementate, migliorando i punti vita, i punti fratelli, attacco, difesa e… baffi. Quest’ultima caratteristica potrebbe sembrare inutile ma è invece importante non trascurarla visto che proprio da essa dipende la possibilità di infliggere colpi critici ai nemici o di ottenere bonus supplementari. Una volta raggiunto il Borgo di Fagiolandia, all’incirca un paio d’ore dopo aver cominciato l’avventura, si sbloccherà finalmente Scagnozzi di Bowser, la modalità inedita che arricchisce Superstar Saga e che da quel momento in poi diventa accessibile in qualsiasi istante dopo aver messo il gioco in pausa. La storia di quest’elemento in più procede parallelamente alle disavventure di Mario e Luigi nel regno di Fagiolandia.


Nei panni di un Goomba e di un piccolo esercito di tirapiedi bisognerà cercare Bowser, scomparso all’inizio del gioco in seguito all’attacco di Sogghigno. In realtà, quello che bisognerà fare in questa modalità di gioco sarà guardare numerose, esilaranti cutscene in cui i maldestri scagnozzi che danno il nome al gioco finiscono con lo scontrarsi tra di loro e con i loro nuovi nemici in semplici battaglie dal sapore strategico che ricordano alla lontana quanto proposto nella serie Fire Emblem. Prima di ogni battaglia è possibile modificare la squadra, poiché i rapporti di forza tra le unità in campo rispettano regole simili a quelle della morra cinese: quindi, i nemici in mischia sono più forti di quelli a distanza, quelli a distanza hanno la meglio sulle unità volanti e quest’ultime, ovviamente, hanno un vantaggio su quelle in mischia. Il giocatore deve dunque formare il suo team in base alla composizione della squadra nemica, se vuole avere la meglio, poiché una volta iniziato lo scontro il suo ruolo si ridurrà quasi interamente a quello di un semplice spettatore, anche se in alcuni casi è possibile intervenire direttamente ma limitatamente, per esempio premendo un pulsante al momento giusto per infliggere più danni. Nel complesso, quest’aggiunta non è nulla di che, ma serve per stemperare il lungo cammino della campagna principale e a strappare qualche risata. L’avventura è piuttosto longeva e articolata. Occorrono circa 15 ore per arrivare all’end game, con ‘aggiunta di almeno 3 o 4 ore in più se si vuole scoprire ogni segreto. In questa edizione per Nintendo 3DS è stato ovviamente implementato l’utilizzo dello schermo inferiore della console portatile, che viene usato sia per visualizzare la mappa, modificare l’equipaggiamento, usare gli oggetti e selezionare le azioni che Mario e Luigi possono compiere durante l’esplorazione. È stata inoltre aggiunta la possibilità di salvare in qualsiasi momento, opzione molto utile se si deve chiudere all’improvviso, anche se nel gioco sono rimasti i punti salvataggio originali. Ovviamente essendo un gioco della saga di Mario Bros non bisogna aspettarsi chissà quale intreccio narrativo complicato, la storia, già semplice di per sé, è quasi una scusa per catapultare i due idraulici nelle situazioni più disparate all’insegna di citazioni e scenette esilaranti. Fortunatamente, il nuovo Superstar Saga, tra le altre cose, risolve anche un vecchio problema dell’originale ossia la lunghezza di molte scene. Spesso accade infatti che i personaggi si perdono in lunghissimi giri di parole, prolungando forse un po’ troppo le scene d’intermezzo, ma adesso tenendo premuto il tasto R si potrà velocizzare il tutto. Dal punto di vista grafico non ci sono differenze enormi con il capitolo originale del 2003. L’effetto 3D non è stato implementato e graficamente, quindi il titolo sembra quasi identico alla sua versione GBA. Poco male perché Mario & Luigi: Superstar Saga è invecchiato benissimo sotto tutti i punti di vista e a parer nostro apportare modifiche esagerate avrebbe potuto rovinare l’appeal del titolo. Se ve lo siete perso allora, oppure non eravate ancora nati è giunto il momento di rimediare. Tirando le somme questa riedizione di Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser è un vero piccolo capolavoro fatto per divertire. Giocando le avventure dei due idraulici vi sembrerà di essere stati catapultati indietro nel tempo, perderselo ancora una volta sarebbe un errore, rigiocarlo nel 2017 invece è un’esperienza assolutamente appagante. Quindi, alla luce di quanto detto, se siete amanti dei personaggi Nintendo, perdersi questo titolo potrebbe essere davvero un grave errore. Non lasciatevelo scappare.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise