Albano Laziale, il Sindaco Marini nella Delegazione Italiana del Comitato delle Regioni a Bruxelles

Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, è stato nominato all’interno della Delegazione Italiana presso il Comitato delle Regioni a Bruxelles.

La nomina è arrivata da parte del Presidente di ANCI Nazionale nonché Sindaco di Bari, Antonio Decaro, e trasmessa al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Onorevole Francesco Boccia. Questa ulteriore importante nomina arriva dopo l’elezione del Sindaco Nicola Marini nel Consiglio Direttivo di ANCI Nazionale.




Albano Laziale, processo Albafor: seconda udienza a Velletri per il sindaco Nicola Marini

ALBANO LAZIALE (RM) – Si è conclusa alle 14 e 50 la seconda udienza del caso Albafor al Tribunale Giudiziario di Velletri. I temi sotto esame, in data 3 ottobre, ripercorrono la denuncia dell’ex consigliere comunale ad Albano Laziale Nabil Cassabgi riguardante la mancanza di ogni evidenza pubblica nella gestione di gare d’appalti che vedono coinvolte l’ATES di proprietà di De Vitalini, AR e Frame di proprietà della famiglia Micarelli nonché il famoso caso Albafor.

Oggi, il giudice ed il pm hanno ascoltato le dichiarazioni del Maresciallo Ruperti, incaricato dalla procura di rispondere a dei quesiti utili nella soluzione del processo fino ad ottobre 2012, il quale ha chiarito come sul caso FRAME (Micarelli) siano state appellate 5 società di cui solo due di informatica su 100 specializzate in provincia (abilità richiesta per tale gara) per un valore di 49.800 euro nel marzo 2011. Il Ruperti esplicita che 4 di quelle 5 società sono riconducibili alla famiglia Micarelli (Roberto, Gianni, Renato), il che va a sottolineare il carattere di protezione parentale della gara. Infatti al Maresciallo risulta che tali società abbiano sedi legali ed amministrative dislocate in luoghi medesimi. In seguito la difesa definisce come per una cifra al disotto di 50.000 euro l’affidamento di un appalto possa essere diretto, come nel caso di Frame che è anche l’unica delle 5 società ad aver risposto al Comune di Albano Laziale attraverso il rappresentante Annibale Ranucci.

Sul caso ATES che riguarda il privato De Vitalini e Santoro si legge la delibera n.129 che prevede una cifra di 137.000 euro disponibili al pagamento di una ditta in grado di fornire servizi per le specifiche manifestazioni estive. Il quadro viene meglio delineato con l’ausilio dei teste che spiegano come in quella circostanza dell’estate 2011, il bilancio comunale sia stato approvato solo a giugno con la conseguente necessità di accelerare i processi di affidamento dell’appalto a luglio.

Di fatto affidando la responsabilità delle manifestazioni culturali e musicali estive ad ATES, l’amministrazione ha attuato un risparmio di circa 10.000 euro. Quando, in aggiunta, il sign.Santoro non occupava il ruolo di assessore.

L’ultimo tassello, quello più scomodo, si basa sulla gestione della partecipata Albafor e delle lettere di padronage (3 complessive) a nome del sindaco Nicola Marini. Il teste Antonazzi, consigliere comunale Albafor, spiega come tali lettere indirizzate alla Banca Popolare di Aprilia abbiano generato un finanziamento che ha permesso di assolvere all’incombenza degli stipendi (non retribuiti dal 2011 per 3 mesi), dei debiti con l’erario e con l’INPS col sostegno delle erogazioni provinciali.

A circa mezz’ora dalla fine dell’udienza viene accolto a riferire il signor Spaccatrosi (dipendente Albafor) che afferma di non sapere con precisione la difficoltà economica della partecipata al 100% del Comune albanense, e perciò chiarifica che Albafor spende in base a quanto le viene finanziato e non oltre. Ad incalzare la dose è Pacetti, dipendente comunale per la finanza, che spiega al giudice come dal dicembre 2010 il Comune non abbia speso un soldo per Albafor aggravando il bilancio comunale, e come le lettere di padronage non hanno sortito alcun effetto nefasto sul comune. Allora proprio non si spiega come il nuovo proprietario di Formalba (ex Albafor), Alles Don Milani, si ritrovi a sviluppare almeno due piani per pagare i debiti, mentre si comincia a parlare di un gravo di 72 euro nelle tasche dei residenti.

Attendiamo quindi la prossima udienza per il filone del rito abbreviato.

Gianpaolo Plini

 




Albano Laziale, cultura: ecco le falle della decantata politica della trasparenza

ALBANO LAZIALE (RM) – Il territorio dei Colli Albani, ed in particolare quello di Albano Laziale, risulta essere abitato sin dal paleolitico-medio (300.000 anni fa) ma è durante l’età del ferro che nasce Albalonga. Dopo la distruzione voluta dal re Tullio Ostilio, Albalonga diviene il punto nevralgico della Seconda Legione Partica dislocata dall’imperatore Settimio Severo nel secondo secolo dopo Cristo. Per garantire il rifornimento idrico dell’accampamento militare si pensa alla costruzione dei “Cisternoni”, in grado di assicurare 10.132 metri cubi di acqua. Tale opera di massima ingegneria situata in Via Aurelio Saffi, è tutt’oggi in funzione e permetterebbe di assaporare le grandi glorie di un passato che non passa se non fosse per una Res Publica moderna inefficace soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici e la manutenzione.

È interessante analizzare, attraverso il sito del Comune di Albano Laziale, come quella politica della trasparenza (che vorrebbe i cittadini sempre dettagliatamente informati) interessi solo settori economici e quasi mai di protezione del nostro patrimonio, basti infatti passeggiare per le ville di Albano Laziale che versano in condizioni poco dignitose e che sono ormai spesso ritrovo di vandali e drogati. Altro che luogo di cultura e trasmissione storica!

Le politiche di promozione culturale sono politiche di mera promozione economica. La gestione comunale riguardante il patrimonio sembra essere dettata dalla linea guida del guadagno: gestire il turismo, assicurare servizi nei pressi delle aeree di interesse. Tutto normale se non fosse che ci sono molti slogan ma non altrettanti fatti. I cisternoni, per esempio, sono aperti solo poche ore a settimana (anche se le informazioni sugli orari di apertura cambiano come i venti) e non vedono una ristrutturazione o, almeno, un’assicurazione nella stabilità dell’impianto dall’epoca repubblicana (quella romana). In più, la certa indignazione per mancata competenza viene giustificata dal Comune riferendosi all’ art.1, comma 557, della Legge 27.12.2006,n.296es.m.i. ex art.76,comma7delD.L.n.112/2008,convertito con la Legge n.133/2008 es.m.i. art.9,co.28,del D.L.n.78/2010,convertito in Legge n.122/2010es.m.i. che “ha impedito il reclutamento attraverso concorsi pubblici per sopperire alla contrazione di personale” limitando il naturale miglioramento nell’efficacia dei servizi.

L’assessorato al patrimonio è infatti affidato ad Alessio Colini, che fortunatamente non rientra nella lista degli indagati dal Tribunale di Velletri per abuso di ufficio e concorso in corruzione elettorale nel 2016 al contrario del sindaco Nicola Marini e altri. Nulla togliendo alle sue abilità di assicuratore e di libero professionista, nonché alla sua esperienza politica nelle fila della Lista Civica Impegno Cittadino, DS e PD, i cittadini si aspetterebbero alla direzione di tale assessorato un professionista nella questione della storicità del territorio e non delle sue economicità.

Forse la politica, apparentemente innovativa, del Customer Satisfaction Management che ricerca, soprattutto nelle Università, giovani stakeholders, si arresta davanti ad un’esperienza politica contestabile ed al sistema di amicizie e fiducie cittadine che conducono alla stanza dei bottoni non statisti ed incontestabili professionisti ma come spesso accade in Italia politici o, peggio, politicanti.

Non resta, quindi, che sperare nella Meritocrazia e nella sua resurrezione nel 2019, quando scadrà il secondo mandato del sindaco Marini.




ALBANO LAZIALE, PROCESSO NICOLA MARINI E ALTRI 10: UDIENZA RINVIATA E PRESCRIZIONE CONGELATA

di Ivan Galea

Albano Laziale (RM) – Rimandata al 26 maggio l’udienza preliminare al Tribunale di Velletri che vede imputati il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio.

È stata disposta inoltre la sospensione dei termini di prescrizione questo a significare l’intenzione della magistratura ad andare fino in fondo alla questione. Dunque il giudice per le udienze preliminari dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio Marini e gli altri 10. In ogni caso per Nicola Marini e coloro che hanno scelto il rito immediato si aprono ugualmente le porte del processo in quanto hanno di fatto rinunciato all’udienza preliminare. L’intenzione del primo cittadino è dunque quella di chiedere il giudizio immediato.

Tra i diversi reati, Nicola Marini in concorso con Roberto De Vitalini, Claudio Fiorani, Mario Rapisardi, Maurizio Sementilli, Mariella Sabadini Milano, Vincenzo Santoro, Giuseppe Rossi quali componenti della giunta del Comune di Albano,è accusato di aver adottato la delibera 129 del 27/6/11 e dato mandato affinché il dirigente Sabadini adottasse quella stessa determina, senza procedura di evidenza pubblica e forma scritta, per far conseguire un vantaggio patrimoniale alla ATES del privato De Vitalini che, di fatto, è l’inquilino del sindaco Nicola Marini.

Alla ATES è stata affidata la gestione degli spettacoli teatrali e musicali per l’estate 2010 -2011 per 128mila euro. Le indagini sono partite da un esposto di Marco Risica e dell’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi. L’intero fascicolo è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti. Solo lo scorso Agosto l’amministrazione di Nicola Marini è finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale: posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco.




ALBANO LAZIALE, VIAGGIO DELLA MEMORIA: 115 STUDENTI DEL FOSCOLO PARTITI PER CRACOVIA

Red. Cronaca

Albano Laziale (RM) – Centoquindici studenti del Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Albano laziale è partito alla volta di Cracovia per partecipare al quarto “Viaggio della Memoria”, annualmente organizzato dall’Amministrazione Comunale di Albano Laziale in collaborazione con l’Associazione “Familiari Vittime del Bombardamento di Propaganda Fide” e con gli istituti scolastici del territorio. 

Il viaggio porterà gli studenti su luoghi molto significativi e in cui sono ancora vive le testimonianze degli orrori dell’Olocausto. Si visiterà il Museo “Fabrica di Schindler”, il centro storico di “Kamizierz” e i campi di concentramento di “Auschwitz-Birkenau”. Quest’anno inoltre è prevista anche la visita alla Sinagoga di “Tempel” dove, martedì 8 marzo, i partecipanti incontreranno il Presidente della Comunità Ebraica di Cracovia.

"Anche quest’anno accompagneremo i ragazzi sui luoghi in cui si sono consumate le più grandi atrocità che l’umanità abbia mai conosciuto. – Commenta Nicola Marini sindaco di Albano Laziale – Il progetto del “Viaggio della Memoria” – prosegue – nasce grazie ad una intuizione del Prof. Ugo Mancini e in questi anni, grazie alla collaborazione con Ada Scalchi e il prof. Lucio Mariani, abbiamo creduto ed istituzionalizzato quest’esperienza perché riteniamo che il miglior modo per comprendere ciò che è avvenuto e preservarne la memoria sia recarsi lì dove tutto è avvenuto. Accompagnare su quei luoghi i nostri ragazzi, fargli percepire cosa è accaduto è un’esperienza che li formerà per tutta la vita, che li aiuterà a comprendere, per non dimenticare”.




ALBANO LAZIALE: NICOLA MARINI RINUNCIA ALL'UDIENZA PRELIMINARE E CHIEDE IL GIUDIZIO IMMEDIATO

Red. Cronaca

AlbanoLaziale (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindaco di Albano Laziale Nicola Marini

"Relativamente alle accuse che mi sono state mosse e al susseguente procedimento giudiziario a mio carico, ho deciso, in accordo con i miei legali, di rinunziare all'udienza preliminare ed ho chiesto il giudizio immediato allo scopo di ottenere una sentenza che dimostri la mia completa estraneità ai fatti addebitatimi.
Voglio chiarire ed approfondire tutto ciò che sarà ritenuto opportuno e dimostrare la totale infondatezza delle accuse che mi sono state mosse. Con grande correttezza, serenità e trasparenza ho interpretato e svolto in questi anni il mio ruolo di amministratore pubblico ed è mia intenzione fugare ogni ombra, non avendo nulla da temere o tantomeno da nascondere. Per tali motivi ho chiesto di essere giudicato immediatamente".




ALBANO LAZIALE: COMUNE, AVVOCATI E PARCELLE…

Redazione

Albano Laziale (RM) – L’Italia va a rotoli perché purtroppo spesso e volentieri non si riescono a scindere gli interessi privati da quelli della collettività. Purtroppo la storia della politica è piena di esempi che tutt’oggi continuano ad occupare la cronaca. Il “modus agendi” che tende all’interesse privato si vede dai piccoli gesti e s’insinua nei palazzi del potere silente ma dirompente.

Da un semplice manifesto si può capire l’andazzo. Stampare manifesti che hanno tutta l’aria di essere di aspirazione politica e che servono per colpire determinati “nemici” politici utilizzando soldi pubblici  non appare eticamente corretto. Avvalersi dell’ufficio stampa del Comune di Albano Laziale, pagato dai cittadini per informare su servizi e iniziative del Comune che interessano la collettività, per formulare certi comunicati palesemente politici non sembra lo specchio di un operato corretto e privo di egoismo.

Che poi negli enti locali possa anche succedere che un sindaco si difenda personalmente con lo stesso avvocato che difende l’Ente è ancora una dinamica tutta da chiarire: è corretto? Il confine tra pubblico e privato, spesso, è davvero impercettibile. Sta al comportamento del buon padre di famiglia che dovrebbe tenere un amministratore con la maiuscola a fare la differenza.

Quando la pezza è peggio del buco! – Commenta Marco Risica nella lunga nota inviata alla nostra redazione e che di seguito pubblichiamo:

“L’excusatio non petita” del plurindagato Nicola Marini a giustificazione (secondo lui) del maldestro comunicato pubblicato sulla pagina del social network del Comune di Albano e riportato in manifesti affissi per tutta la città. Ricordiamo che nei manifesti oltraggiosi, diffamatori, calunniosi e minatori veniva riportato che il Comune ha speso 17.000,00 euro per l’opposizione al ricorso al TAR promosso da l’ex Consigliere Nabil Cassabgi, dal sottoscritto Marco Risica e da altre 7 persone. Veniva falsamente riportato che il TAR avesse dato ragione all’amministrazione comunale. Veniva riferito che il Comune di Albano Laziale aveva speso oltre 150.000,00 euro per spese legali a difesa in cause da noi intentate sfociate in un nulla di fatto! Notizie prive di fondamento!

In questi giorni è stato reso pubblico l’ammontare delle spese che il Comune di Albano Laziale ha dovuto sostenere negli ultimi anni per le numerose cause legali intentate da un ex Consigliere comunale: 150mila euro dal 2007 ad oggi. Soldi che paga il Comune, cioè i cittadini.

Onde evitare strumentalizzazioni, vale la pena chiarire questo aspetto. Quando un dipendente pubblico, nell’espletamento del servizio o nell’assolvimento di obblighi istituzionali, subisce da parte di chiunque un’azione di responsabilità che si conclude con un provvedimento di totale assoluzione, il dipendente in questione ha diritto al rimborso delle spese legali sostenute per difendersi. Lo dice chiaramente la normativa, Art. 18 del D.P.R. 191/1979 richiamato anche dall’Art.28 del “Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro” (CCNL).

Gli stessi onorari degli avvocati sono regolati da una norma di legge (D.M. 10/3/2014 n.55) nella quale non solo vengono specificati e determinati i criteri di liquidazione, ma vengono anche suddivise le singole voci in tabelle a seconda del valore, dell’organo giudicante e della fase di giudizio. La Giunta Comunale di Albano Laziale ha recepito questa normativa con una specifica delibera (D.G. n.85 del 20/4/2015) nella quale si definisce una linea di indirizzo proprio alla luce delle numerose richieste di rimborso di spese legali da parte di dipendenti assolti in giudizi penali a seguito di denunce sporte da un ex Consigliere comunale.

È paradossale dunque mettere in discussione le modalità con le quali i dipendenti comunali esercitano il loro sacrosanto diritto a difendersi da accuse poi risultate infondate, senza invece mettere in evidenza le azioni di coloro i quali “recano danno” all’Amministrazione Pubblica ed alla cittadinanza tutta denunciando condotte che, dopo lunghi e dispendiosi giudizi, sono risultate poi assolutamente legittime.

Con l’approssimazione ed il vittimismo che lo contraddistinguono, il sindaco Nicola Marini, indagato “abuso d’ufficio continuato ed in concorso” non dice la verità. Racconta le cose a modo suo:

1. “le numerose cause intentate da un ex consigliere….” Nel manifesto affisso in città si dice invece: “E’ stato rigettato il ricorso sulla regolarità delle ultime elezioni presentato da Nabil Cassabgi e Marco Risica. E’ solo l’ultimo dei numerosi esposti fatti da queste PERSONE contro l’amministrazione comunale e sfociati in un nulla di fatto”. Anche in 3° elementare l’analisi grammaticale indica che “queste persone” è il pronome che si riferisce ai due appena citati.

Nel comunicato c’è invece il tentativo maldestro di riferirsi al solo “ex-consigliere”, onde poter includere nel fantomatico conteggio anche ricorsi presentati prim’ancora che il plurindagato Nicola Marini diventasse sindaco di Albano Laziale. Sarà molto complicato, a nostro parere, per il sindaco produrre documentazione che dimostri che il Comune ha speso 150.000,00 euro per cause da NOI intentate che si sono risolte in un nulla di fatto!

I ricorsi da noi presentati (di cui nessuno purtroppo ha visto conclusione, per cui figuriamoci che si sia risolto con un nulla di fatto), al contrario di quanto scritto nel sito istituzionale, hanno prodotto la richiesta di rinvio a giudizio di ben 10 persone oltre a Nicola Marini sindaco. Ed essendo procedimenti penali riguardano le persone imputate e non l’Amministrazione, che al contrario in sede dibattimentale potrà costituirsi “parte lesa”. Quello che possiamo dire è che speriamo che anche altre denunce, attualmente ancora in fase istruttoria, trovino la giusta conclusione, poiché l’azione dell’amministrazione Marini, come sottolineato dalla Corte dei Conti in più occasioni e dalla Procura della Repubblica, può considerarsi “border line” e in quanto tale va analizzata sotto ogni aspetto perché, ricordiamo, si sta parlando di soldi dei cittadini. Tre partecipate su tre fallite nonostante le procedure con le quali si sono affidati i servizi risultino non rispettare la legge, i fatti dimostrano la scarsa vena democratica e lo scarso senso delle istituzioni delle giunte succedutesi dal 2010.I debiti prodotti da questa “politica” ammontano ad oltre 15 milioni di euro.

2. Gli stessi onorari degli avvocati sono regolati da una norma di legge (D.M. 10/3/2014 n.55) ……. La Giunta Comunale di Albano Laziale ha recepito questa normativa con una specifica delibera (D.G. n.85 del 20/4/2015). Non so se il plurindagato Marini Nicola, pensi che i cittadini non siano capaci di comprendere fino in fondo ciò che scrive. Cita il DM del 10 marzo 2014 (il 10 marzo è una data ricorrente per lui visto che il prossimo venturo dovrà presentarsi davanti al GUP) che definisce gli onorari degli avvocati e cita la delibera di giunta che l’ha recepita (aprile 2015) a voler “dimostrare” che le cifre di cui parla nel farneticante manifesto trovano corrispondenza “in quanto stabilito dalla legge”!!!!! Peccato che la norma entra in vigore dalla pubblicazione in G.U. (2-4-2014) e viene recepita dal Comune di Albano ad aprile 2015, quindi che c’azzecca con i “fumosi” 150.000,00 euro????? Dunque il riferimento non giustifica le ipotetiche, presunte, fantasiose e soprattutto false ricostruzioni dei 150.000,00 euro sostenuti nel farneticante manifesto, che parlano di “giudizi” svolti dal 2007 ad oggi.

Interessante invece appare la valutazione degli onorari degli avvocati, ripartiti per grado di giudizio e per fase processuale. Riporto la tabella che riguarda i ricorsi al TAR. Ricordo ai più distratti che il ricorso oggetto del manifesto non è nemmeno iniziato processualmente in quanto non “ammesso” dal Tribunale Regionale del Lazio.

Dalla tabella successiva si coglie che la parcella dell’avvocato che si oppone ad un ricorso (non ammesso) può oscillare tra i 1.900 ed i 4.000 euro, in nessun caso può essere pari a 17.000 euro come sostenuto nel comunicato a firma di tutti i partiti che sostengono la maggioranza. Dall’analisi dei costi sostenuti dal Comune per parcelle legali negli ultimi 3 anni, risulta che lo stesso avvocato prescelto per l’opposizione al ricorso al TAR da noi presentato, nel 2013 abbia percepito 2.893,69 euro per la costituzione in opposizione ad un altro ricorso al TAR (soc.Borgo Ardeatino)! (sic)

TABELLE PARAMETRI FORENSI

GIUDIZI INNANZI AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE                    

Valore da                                              € 0,01              €1.100,01         €   5.200,01         € 26.000,01         €  52.000,01         € 260.000,01
                                                            €1.100,00        €5.200,00         €26.000,00         € 52.000,00         €260.000,00         € 520.000,00

                                                  
1. Fase di studio della controversia     € 170,00            € 605,00            € 1.080                  € 1.955           € 3.240               € 4.185
                                                  
2. Fase introduttiva dl giudizio            € 170,00           € 540,00           €  875,00               € 1.350             € 1.820               € 2.430
                                                  
3. Fase istruttoria e/o di trattazione     € 100,00            € 605,00           € 945,00                € 1.550             € 2.160             € 2.970
                                                  
4. Fase decisionale                             € 270,00            € 1.010             € 1.820                  € 3.305             € 4.790              € 6.950
                                                  
5. Fase cautelare                                € 200,00            € 540,00           € 1.010                   € 1.820             € 2.630              € 3.780

La finanziaria del 2008, ha introdotto delle precise norme per l’utilizzo di consulenti da parte degli Enti pubblici ed in particolare:

– Art. 3, comma 18, della Legge 244/2007: "I contratti relativi a rapporti di consulenza con le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono efficaci a decorrere dalla data di pubblicazione del nominativo del consulente, dell’oggetto dell’incarico e del relativo compenso sul sito istituzionale dell’amministrazione stipulante".

– art. 3, comma 54, della Legge 244/2007 (che modifica l'art. 1, comma 127, della Legge 662/1996): "Le pubbliche amministrazioni che si avvalgono di collaboratori esterni o che affidano incarichi di consulenza per i quali è previsto un compenso sono tenute a pubblicare sul proprio sito web i relativi provvedimenti completi di indicazione dei soggetti percettori, della ragione dell'incarico e dell'ammontare erogato. In caso di omessa pubblicazione, la liquidazione del corrispettivo per gli incarichi di collaborazione o consulenza di cui al presente comma costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale del dirigente preposto".

L’individuazione del soggetto contraente deve avvenire sulla base di specifici e documentati profili di professionalità e di competenza risultanti dal curriculum, con particolare riguardo alle prestazioni puntualmente richieste, in funzione delle esigenze di costituzione dello specifico rapporto professionale.
Ciascun dirigente prima di procedere al conferimento di ciascun incarico professionale deve verificare se l’Ente non disponga quantitativamente o qualitativamente di professionalità adeguate nel proprio organico e tale carenza non sia altrimenti risolvibile con strumenti flessibili di gestione delle risorse umane.

Nel febbraio 2014 l’avv. Laura Liberati alle dirette dipendenze del Dirigente ha rappresentato il Comune di Albano Laziale nel ricorso al TAR presentato dalla “Lazio Gesim” contro il Comune e nel ricorso al TAR presentato da “Soc. Industrializzazione Lottizzazione terreni srl” contro il Comune di Albano Laziale.

Dato che l’Avv. Laura Liberati è in forza all’organico comunale, dato che è in grado di rappresentare il comune nei ricorsi al TAR sembrano non ricorrere nemmeno le condizioni per l’affidamento dell’incarico ad altro consulente esterno, figuriamoci poi per una cifra 4 volte superiore a quanto previsto nella norma richiamata da Nicola Marini stesso.

Molto usato dal Comune in qualità di consulente legale, anche per opposizione a ricorsi al TAR (che a quanto pare non siamo gli unici a presentare) il marito dell’avv. Laura Liberati, avvocato Giuseppe Piazza che nel 2014 ammontavano a 27.900,00 euro. Lo stesso legale difende anche sindaco indagato e la dirigente Sabatini nel processo per il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio.

E’ eticamente corretto che la dirigente faccia ricorso al marito di una sua sottoposta? E’ eticamente corretto che il Sindaco usi un legale per cause personali a cui affida incarichi professionali a nome dell’ente che rappresenta?

Ai cittadini questi comportamenti appaiono legittimi? Sono nel loro interesse? Chi porta alla luce il “marcio” è colui che va avversato o chi ha fatto dell’esercizio del potere la sua attività predominante?

Ai posteri l’ardua sentenza




ALBANO LAZIALE: COMUNE, AVVOCATI E PARCELLE…

Redazione

Albano Laziale (RM) – L’Italia va a rotoli perché purtroppo spesso e volentieri non si riescono a scindere gli interessi privati da quelli della collettività. Purtroppo la storia della politica è piena di esempi che tutt’oggi continuano ad occupare la cronaca. Il “modus agendi” che tende all’interesse privato si vede dai piccoli gesti e s’insinua nei palazzi del potere silente ma dirompente.

Da un semplice manifesto si può capire l’andazzo. Stampare manifesti che hanno tutta l’aria di essere di aspirazione politica e che servono per colpire determinati “nemici” politici utilizzando soldi pubblici  non appare eticamente corretto. Avvalersi dell’ufficio stampa del Comune di Albano Laziale, pagato dai cittadini per informare su servizi e iniziative del Comune che interessano la collettività, per formulare certi comunicati palesemente politici non sembra lo specchio di un operato corretto e privo di egoismo.

Che poi negli enti locali possa anche succedere che un sindaco si difenda personalmente con lo stesso avvocato che difende l’Ente è ancora una dinamica tutta da chiarire: è corretto? Il confine tra pubblico e privato, spesso, è davvero impercettibile. Sta al comportamento del buon padre di famiglia che dovrebbe tenere un amministratore con la maiuscola a fare la differenza.

Quando la pezza è peggio del buco! – Commenta Marco Risica nella lunga nota inviata alla nostra redazione e che di seguito pubblichiamo:

“L’excusatio non petita” del plurindagato Nicola Marini a giustificazione (secondo lui) del maldestro comunicato pubblicato sulla pagina del social network del Comune di Albano e riportato in manifesti affissi per tutta la città. Ricordiamo che nei manifesti oltraggiosi, diffamatori, calunniosi e minatori veniva riportato che il Comune ha speso 17.000,00 euro per l’opposizione al ricorso al TAR promosso da l’ex Consigliere Nabil Cassabgi, dal sottoscritto Marco Risica e da altre 7 persone. Veniva falsamente riportato che il TAR avesse dato ragione all’amministrazione comunale. Veniva riferito che il Comune di Albano Laziale aveva speso oltre 150.000,00 euro per spese legali a difesa in cause da noi intentate sfociate in un nulla di fatto! Notizie prive di fondamento!

In questi giorni è stato reso pubblico l’ammontare delle spese che il Comune di Albano Laziale ha dovuto sostenere negli ultimi anni per le numerose cause legali intentate da un ex Consigliere comunale: 150mila euro dal 2007 ad oggi. Soldi che paga il Comune, cioè i cittadini.

Onde evitare strumentalizzazioni, vale la pena chiarire questo aspetto. Quando un dipendente pubblico, nell’espletamento del servizio o nell’assolvimento di obblighi istituzionali, subisce da parte di chiunque un’azione di responsabilità che si conclude con un provvedimento di totale assoluzione, il dipendente in questione ha diritto al rimborso delle spese legali sostenute per difendersi. Lo dice chiaramente la normativa, Art. 18 del D.P.R. 191/1979 richiamato anche dall’Art.28 del “Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro” (CCNL).

Gli stessi onorari degli avvocati sono regolati da una norma di legge (D.M. 10/3/2014 n.55) nella quale non solo vengono specificati e determinati i criteri di liquidazione, ma vengono anche suddivise le singole voci in tabelle a seconda del valore, dell’organo giudicante e della fase di giudizio. La Giunta Comunale di Albano Laziale ha recepito questa normativa con una specifica delibera (D.G. n.85 del 20/4/2015) nella quale si definisce una linea di indirizzo proprio alla luce delle numerose richieste di rimborso di spese legali da parte di dipendenti assolti in giudizi penali a seguito di denunce sporte da un ex Consigliere comunale.

È paradossale dunque mettere in discussione le modalità con le quali i dipendenti comunali esercitano il loro sacrosanto diritto a difendersi da accuse poi risultate infondate, senza invece mettere in evidenza le azioni di coloro i quali “recano danno” all’Amministrazione Pubblica ed alla cittadinanza tutta denunciando condotte che, dopo lunghi e dispendiosi giudizi, sono risultate poi assolutamente legittime.

Con l’approssimazione ed il vittimismo che lo contraddistinguono, il sindaco Nicola Marini, indagato “abuso d’ufficio continuato ed in concorso” non dice la verità. Racconta le cose a modo suo:

1. “le numerose cause intentate da un ex consigliere….” Nel manifesto affisso in città si dice invece: “E’ stato rigettato il ricorso sulla regolarità delle ultime elezioni presentato da Nabil Cassabgi e Marco Risica. E’ solo l’ultimo dei numerosi esposti fatti da queste PERSONE contro l’amministrazione comunale e sfociati in un nulla di fatto”. Anche in 3° elementare l’analisi grammaticale indica che “queste persone” è il pronome che si riferisce ai due appena citati.

Nel comunicato c’è invece il tentativo maldestro di riferirsi al solo “ex-consigliere”, onde poter includere nel fantomatico conteggio anche ricorsi presentati prim’ancora che il plurindagato Nicola Marini diventasse sindaco di Albano Laziale. Sarà molto complicato, a nostro parere, per il sindaco produrre documentazione che dimostri che il Comune ha speso 150.000,00 euro per cause da NOI intentate che si sono risolte in un nulla di fatto!

I ricorsi da noi presentati (di cui nessuno purtroppo ha visto conclusione, per cui figuriamoci che si sia risolto con un nulla di fatto), al contrario di quanto scritto nel sito istituzionale, hanno prodotto la richiesta di rinvio a giudizio di ben 10 persone oltre a Nicola Marini sindaco. Ed essendo procedimenti penali riguardano le persone imputate e non l’Amministrazione, che al contrario in sede dibattimentale potrà costituirsi “parte lesa”. Quello che possiamo dire è che speriamo che anche altre denunce, attualmente ancora in fase istruttoria, trovino la giusta conclusione, poiché l’azione dell’amministrazione Marini, come sottolineato dalla Corte dei Conti in più occasioni e dalla Procura della Repubblica, può considerarsi “border line” e in quanto tale va analizzata sotto ogni aspetto perché, ricordiamo, si sta parlando di soldi dei cittadini. Tre partecipate su tre fallite nonostante le procedure con le quali si sono affidati i servizi risultino non rispettare la legge, i fatti dimostrano la scarsa vena democratica e lo scarso senso delle istituzioni delle giunte succedutesi dal 2010.I debiti prodotti da questa “politica” ammontano ad oltre 15 milioni di euro.

2. Gli stessi onorari degli avvocati sono regolati da una norma di legge (D.M. 10/3/2014 n.55) ……. La Giunta Comunale di Albano Laziale ha recepito questa normativa con una specifica delibera (D.G. n.85 del 20/4/2015). Non so se il plurindagato Marini Nicola, pensi che i cittadini non siano capaci di comprendere fino in fondo ciò che scrive. Cita il DM del 10 marzo 2014 (il 10 marzo è una data ricorrente per lui visto che il prossimo venturo dovrà presentarsi davanti al GUP) che definisce gli onorari degli avvocati e cita la delibera di giunta che l’ha recepita (aprile 2015) a voler “dimostrare” che le cifre di cui parla nel farneticante manifesto trovano corrispondenza “in quanto stabilito dalla legge”!!!!! Peccato che la norma entra in vigore dalla pubblicazione in G.U. (2-4-2014) e viene recepita dal Comune di Albano ad aprile 2015, quindi che c’azzecca con i “fumosi” 150.000,00 euro????? Dunque il riferimento non giustifica le ipotetiche, presunte, fantasiose e soprattutto false ricostruzioni dei 150.000,00 euro sostenuti nel farneticante manifesto, che parlano di “giudizi” svolti dal 2007 ad oggi.

Interessante invece appare la valutazione degli onorari degli avvocati, ripartiti per grado di giudizio e per fase processuale. Riporto la tabella che riguarda i ricorsi al TAR. Ricordo ai più distratti che il ricorso oggetto del manifesto non è nemmeno iniziato processualmente in quanto non “ammesso” dal Tribunale Regionale del Lazio.

Dalla tabella successiva si coglie che la parcella dell’avvocato che si oppone ad un ricorso (non ammesso) può oscillare tra i 1.900 ed i 4.000 euro, in nessun caso può essere pari a 17.000 euro come sostenuto nel comunicato a firma di tutti i partiti che sostengono la maggioranza. Dall’analisi dei costi sostenuti dal Comune per parcelle legali negli ultimi 3 anni, risulta che lo stesso avvocato prescelto per l’opposizione al ricorso al TAR da noi presentato, nel 2013 abbia percepito 2.893,69 euro per la costituzione in opposizione ad un altro ricorso al TAR (soc.Borgo Ardeatino)! (sic)

TABELLE PARAMETRI FORENSI

GIUDIZI INNANZI AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE                    

Valore da                                              € 0,01              €1.100,01         €   5.200,01         € 26.000,01         €  52.000,01         € 260.000,01
                                                            €1.100,00        €5.200,00         €26.000,00         € 52.000,00         €260.000,00         € 520.000,00

                                                  
1. Fase di studio della controversia     € 170,00            € 605,00            € 1.080                  € 1.955           € 3.240               € 4.185
                                                  
2. Fase introduttiva dl giudizio            € 170,00           € 540,00           €  875,00               € 1.350             € 1.820               € 2.430
                                                  
3. Fase istruttoria e/o di trattazione     € 100,00            € 605,00           € 945,00                € 1.550             € 2.160             € 2.970
                                                  
4. Fase decisionale                             € 270,00            € 1.010             € 1.820                  € 3.305             € 4.790              € 6.950
                                                  
5. Fase cautelare                                € 200,00            € 540,00           € 1.010                   € 1.820             € 2.630              € 3.780

La finanziaria del 2008, ha introdotto delle precise norme per l’utilizzo di consulenti da parte degli Enti pubblici ed in particolare:

– Art. 3, comma 18, della Legge 244/2007: "I contratti relativi a rapporti di consulenza con le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono efficaci a decorrere dalla data di pubblicazione del nominativo del consulente, dell’oggetto dell’incarico e del relativo compenso sul sito istituzionale dell’amministrazione stipulante".

– art. 3, comma 54, della Legge 244/2007 (che modifica l'art. 1, comma 127, della Legge 662/1996): "Le pubbliche amministrazioni che si avvalgono di collaboratori esterni o che affidano incarichi di consulenza per i quali è previsto un compenso sono tenute a pubblicare sul proprio sito web i relativi provvedimenti completi di indicazione dei soggetti percettori, della ragione dell'incarico e dell'ammontare erogato. In caso di omessa pubblicazione, la liquidazione del corrispettivo per gli incarichi di collaborazione o consulenza di cui al presente comma costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale del dirigente preposto".

L’individuazione del soggetto contraente deve avvenire sulla base di specifici e documentati profili di professionalità e di competenza risultanti dal curriculum, con particolare riguardo alle prestazioni puntualmente richieste, in funzione delle esigenze di costituzione dello specifico rapporto professionale.
Ciascun dirigente prima di procedere al conferimento di ciascun incarico professionale deve verificare se l’Ente non disponga quantitativamente o qualitativamente di professionalità adeguate nel proprio organico e tale carenza non sia altrimenti risolvibile con strumenti flessibili di gestione delle risorse umane.

Nel febbraio 2014 l’avv. Laura Liberati alle dirette dipendenze del Dirigente ha rappresentato il Comune di Albano Laziale nel ricorso al TAR presentato dalla “Lazio Gesim” contro il Comune e nel ricorso al TAR presentato da “Soc. Industrializzazione Lottizzazione terreni srl” contro il Comune di Albano Laziale.

Dato che l’Avv. Laura Liberati è in forza all’organico comunale, dato che è in grado di rappresentare il comune nei ricorsi al TAR sembrano non ricorrere nemmeno le condizioni per l’affidamento dell’incarico ad altro consulente esterno, figuriamoci poi per una cifra 4 volte superiore a quanto previsto nella norma richiamata da Nicola Marini stesso.

Molto usato dal Comune in qualità di consulente legale, anche per opposizione a ricorsi al TAR (che a quanto pare non siamo gli unici a presentare) il marito dell’avv. Laura Liberati, avvocato Giuseppe Piazza che nel 2014 ammontavano a 27.900,00 euro. Lo stesso legale difende anche sindaco indagato e la dirigente Sabatini nel processo per il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio.

E’ eticamente corretto che la dirigente faccia ricorso al marito di una sua sottoposta? E’ eticamente corretto che il Sindaco usi un legale per cause personali a cui affida incarichi professionali a nome dell’ente che rappresenta?

Ai cittadini questi comportamenti appaiono legittimi? Sono nel loro interesse? Chi porta alla luce il “marcio” è colui che va avversato o chi ha fatto dell’esercizio del potere la sua attività predominante?

Ai posteri l’ardua sentenza
 




ALBANO LAZIALE: ZINGARETTI MANDA A MARINI SEI MILIONI PER UNA NUOVA SCUOLA

Redazione

Albano Laziale (RM) – Una boccata d'aria tra uno scandalo e l'altro e tra una inchiesta giudiziaria e l'altra. Mentre ancora si attende l'esito delle indagini sull'amministrazione del sindaco Nicola Marini (ci sono accuse di voti di scambio sulle ultime elezioni) ma anche l'udienza del 10 marzo prossimo che vede il primo cittadino insieme ad altri 10 presentarsi davanti al Gip con l'accusa di abuso di ufficio in concorso, arrivano bei soldini dalla Regione Lazio per un nuovo plesso. 

La Regione Lazio con determina del 14.10.2015 ha approvato la graduatoria delle manifestazioni di interesse degli Enti Locali accordando al Comune di Albano Laziale un finanziamento per 6 milioni di euro da destinare alla costruzione di un nuovo plesso scolastico “innovativo” a piazza Zampetti (ai sensi dell’ art. 1 comma 53 legge 13/07/2015 n.107).

Il Vice Sindaco con delega ai Lavori Pubblici, Maurizio Sementilli, ha commentato: “Non possiamo che esserne soddisfatti. Circa il 40% dei nostri progetti riceve finanziamenti, segnale che la nostra è una programmazione seria”.
Il primo cittadino Nicola Marini ha poi proseguito: “In linea con il nostro programma elettorale, costruiremo un nuovo edificio scolastico innovativo a piazza Zampetti”.

Nicola Marini ha infine concluso: “Proseguiamo nella progettazione e costruzione di infrastrutture pubbliche di interesse collettivo, in particolare scolastiche, come testimoniano la recente inaugurazione del nuovo plesso scolastico di via Pantanelle in località Cancelliera e l’inizio dei lavori di efficientamento energetico della scuola media “Antonio Gramsci” di Pavona, senza considerare che stiamo ultimando le strutture scolastiche all’interno del Progetto P.L.U.S. (un asilo nido, una scuola materna, una scuola elementare e una mensa scolastica) a Cecchina, a testimonianza dell’impegno continuo della nostra Amministrazione sugli edifici deputati alla formazione dei nostri ragazzi”.




ALBANO LAZIALE: MANIFESTI FARNETICANTI E SOLDI PUBBLICI

di Marco Risica

Albano Laziale (RM) – La disperazione è cattiva consigliera, così si può commentare “l’inverosimile, incredibile, paradossale, penoso e maldestro” manifesto affisso sui muri di Albano Laziale, che ricalca il comunicato pubblicato sul sito ufficiale del Comune.

Ho provato una gran pena per la mia città ed i miei concittadini governati da un “uomo solo” vittima dei suoi fantasmi, senza più ormai alcun senso della realtà.

“Il T.A.R. da ragione all’amministrazione comunale di Albano Laziale” Questo è il farneticante “titolo” del manifesto. Il TAR, infatti ha ritenuto “inammissibile” il ricorso presentato da 9 persone e non ha espresso alcuna valutazione di merito, non ha dato ragione o torto a nessuno, ha semplicemente ritenuto non ammissibile il ricorso. E fino a quando le motivazioni della non ammissibilità del ricorso non saranno pubblicate dal Tar nessuno ora può conoscerle, tantomeno l'amministrazione comunale.
“E’ stato rigettato il ricorso sulla regolarità delle ultime elezioni amministrative presentato da Nabil Cassabgi e Marco Risica”

Il ricorso riguardava una circostanza chiara, accertata e confermata dallo stesso Segretario Generale: Il Comune di Albano Laziale NON ha pubblicato, nei termini di legge. i manifesti che avrebbero dovuto avvisare i cittadini comunitari dei termini entro i quali iscriversi nelle liste elettorali qualora avessero voluto esercitare il loro diritto di voto. Dato che i cittadini in parola sono circa 3mila ci era sembrato che fosse stata commessa una grave irregolarità nei loro confronti. E nessuno saprà mai se avevamo ragione semplicemente perché la nostra richiesta di arbitrato al TAR non è stata presa in esame.

Per avere il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, i presentatori del ricorso hanno sostenuto spese per 4mila euro pagati di propria tasca, mentre da quanto si apprende dal comunicato comunale l’amministrazione, la memoria difensiva presentata dal professionista scelto per sostenere l’opposizione al ricorso è costata alle casse comunali ben 17mila euro.

Tralasciando la qualità del documento, nel quale sono contenute per altro diverse inesattezze, il rappresentante del Comune di Albano Laziale che ha affidato l’incarico allo studio legale, il plurindagato sindaco Nicola Marini, dovrebbe spiegare ai cittadini ed alla Corte dei Conti su quali parametri ha basato la sua scelta di pagare una tale parcella, certamente non “economica”. “E’ solo l’ultimo dei numerosi esposti fatti da queste persone contro l’Amministrazione Comunale e sfociati in un nulla di fatto”

E poi con il livore della frustrazione, la rabbia dell’impotenza, ed uno stile “manzoniano”: “Sapete quanto sono costate al Comune queste cause? 150.037,97 euro”

Da uomo ironico quale mi ritengo essere, apprezzo i 37,97 euro tesi a rendere verosimile la cifra immaginaria esposta. Siamo veramente curiosi di avere il dettaglio delle cause legali “da noi intentate, conclusesi con un nulla di fatto” che hanno imposto al Comune di Albano Laziale di dover pagare onorari per difese per un importo di 150.000 euro (tralasciamo gli spicci).

Le denunce da noi presentate, al contrario, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio del plurindagato Sindaco Pd Nicola Marini, della quasi totalità della sua Giunta e di due Dirigenti Comunali.

Come anche gli avvocati “più modesti” sanno, la causa in questione è penale, quindi riguarda le singole persone imputate, gli onorari andranno pagati dai rinviati a giudizio non dalle casse comunali!

Gli altri esposti da noi presentati, hanno riguardato la Corte dei Conti che sia nel 2012 sia nel 2013 ha riscontrato gravi irregolarità amministrative sui punti da noi portati alla loro attenzione. Le memorie fornite dal Comune di Albano Laziale alla Corte dei Conti sono state redatte dagli uffici comunali. A quali onorari legali pertanto si faccia riferimento nel farneticante manifesto, il plurindagato Sindaco Nicola Marini dovrà spiegarlo (manco a dirlo) al Pubblico Ministero al quale presenteremo ineluttabile denuncia per diffamazione e calunnia.

Non so se l’invito: a “ringraziarci” possa configurarsi come istigazione a commettere gesti “non amichevoli” o addirittura violenti verso di noi, anche questo lasceremo che sia il Ministero di Grazia e Giustizia  a stabilirlo. Fin’ora i circa 300mila euro “elargiti” all’ATES inquilina del plurindagato Nicola Marini, sommati a quelli forniti alla FRAME, sommati ai 6,5 milioni di euro di debiti accesi per l’Albafor e garantiti proditoriamente dal plurindagato sindaco senza alcuna autorizzazione del Consiglio Comunale, sono gli unici soldi che i cittadini di Albano Laziale hanno dovuto pagare a causa di “comportamenti” per i quali la magistratura inquirente ha richiesto un processo.

Tutto il resto come dicevo è “disperazione”, “frustrazione”, “rancore sordo” e mancanza di ogni fattispecie di buon senso. In tempi non sospetti (come dicono i professionisti della politica), avvertii il sindaco che la giustizia in Italia è lenta ma alla fine arriva e che lui avrebbe pagato le conseguenze delle sue scelte scellerate quando la gente si sarebbe scordata che un giorno era stato Sindaco.

Fui facile profeta e pensare che siamo solo all’inizio, ci sono ancora molte altre domande che attendono risposta, molte altre cose da mettere a posto, prima di scrivere la parola fine su questo brutto libro.

La pace sia con voi.




ALBANO LAZIALE, TAR SULLE ELEZIONI: IL COMUNE SI FA AUTOGOL

Redazione
Albano Laziale (RM)
– Siamo rimasti stupiti nel constatare che il Comune di Albano Laziale abbia diramato una nota stampa ad hoc con tanto di dispositivi allegati per informare la cittadinanza che “il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato dall’ex Consigliere comunale Nabil Cassabgi, dal signor Marco Risica e da altre sette persone, per l’annullamento delle ultime elezioni amministrative che hanno portato alla rielezione di Nicola Marini a Sindaco di Albano Laziale”.

Discutibile l’imprecisa nota se non fosse ancor più di opinabile gusto, per non dire cattivo gusto, l’incerto e improbabile nonché bizzarro computo di una fantomatica spesa legale di 17 mila euro che avrebbe prodotto tale procedimento giudiziario sostenuto dal Comune, “cifra che va ad aggiungersi agli oltre 130 mila euro finora sborsati da Palazzo Savelli per difendersi dalle varie cause legali intentate dal suddetto ex Consigliere comunale, che hanno visto in tutti i casi riconosciute le ragioni dell’Amministrazione Comunale”.

Il nostro quotidiano non ha pubblicato la nota perché ha ritenuto di dover fare degli approfondimenti, soprattutto in merito alle dichiarazioni sui soldi pubblici impiegati per i procedimenti giudiziari: 17mila euro per un procedimento dichiarato “inammissibile” appare una cifra spropositata.
Sebbene la nostra scelta sia stata quella della non pubblicazione di tale nota, abbiamo invece ricevuto una replica alla stessa da parte di Marco Risica, ospite ormai fisso del nostro quotidiano e promotore di diverse azioni legali rispetto all’attività dell’amministrazione comunale.

Di seguito pubblichiamo la nota di Marco Risica:

"Il TAR e la democrazia"

Me facci lavorà dotto’ tengo famiglia…………,
Se fosse questa la ragione della pronta pubblicazione da parte dell’editore di Meta Magazine (forse unico a pubblicarla) di una nota diramata dall’ufficio stampa del Comune di Albano Laziale fornita a tutte le testate giornalistiche, proveremmo compassione ed un briciolo di comprensione per Andrea Titti.

L’evidente mancanza di verifiche sulla correttezza di quanto si va a pubblicare, l’uso di un linguaggio evidentemente servile (Il TAR da ragione a Marini..) e la strumentalità dei contenuti rilevabili nella nota inducono invece a ritenere che la ragione sia altra.
La probabile aspirazione di Titti di far parte a pieno titolo dell’abbondante stuolo di “scriba di corte” di cui il plurindagato sindaco di Albano si avvale sin dal suo primo giorno di amministrazione (a spese dei cittadini naturalmente).  Del resto non è un segreto che lo stesso Titti si è palesemente schierato a favore del sindaco in campagna elettorale quando su Facebook scriveva: “Voto Marini perché è una persona perbene”.

Il fatto è che il TAR non da ragione a nessuno, meno che mai al plurindagato Nicola Marini, che al contrario grazie alle denunce di due cittadini “incorruttibili” e “irricattabili” come Nabil Cassabgi e Marco Risica ha ricevuto una richiesta di rinvio a giudizio, insieme ad altri 10 per abuso d’ufficio in concorso.
Il TAR non ha ritenuto la grave mancanza, messa in atto dal Comune (questo è un fatto confermato dallo stesso Segretario generale in una sua nota al Prefetto), di non affiggere i manifesti che indicavano la data di chiusura dell’iscrizione alle liste elettorali dei cittadini “comunitari”, come motivo sufficiente per invalidare le elezioni.

Chiediamo ai Consiglieri di minoranza, di chiedere all’amministrazione copia delle fatture comprovanti onorari per 17mila euro per l’opposizione al ricorso. Li invito a fornirne copia affinché si possa chiedere alla Corte dei Conti di verificare i criteri di selezione dello studio legale prescelto, ben 4 volte più costoso del ricorso stesso (4mila euro pagati dai ricorrenti, di tasca loro).

Lo stesso documento sarà inoltre mia cura inviarlo alla Guardia di Finanza affinché valuti la congruità della denuncia dei redditi dello studio in parola che richiede 17mila euro per una lettera difensiva, peraltro approssimativa e piena di inesattezze, del tipo che i ricorrenti abbiano presentato ricorso dopo il ballottaggio mentre il sottoscritto ed il dott. Cassabgi abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica in data 26 aprile 2015, ben prima quindi delle elezioni.

Chiediamo ai solerti Consiglieri di minoranza di chiedere copia delle parcelle per un ammontare complessivo di 130.000 euro, che il Comune ha dovuto sborsare per le cause da noi intentate. Ovviamente nei 130.000 euro non saranno inclusi gli onorari dei numerosi studi legali chiamati a difesa degli imputati del procedimento che avrà la sua udienza preliminare il 10 marzo p.v., in quanto come tutti sanno l’azione penale è personale, quindi il plurindagato Sindaco e gli altri dovranno pagarseli di tasca propria.

L’affermazione dei 130.000 euro oltre che falsa è anche calunniosa e la calunnia è molto più grave della diffamazione, come i costosi legali del plurindagato Sindaco sanno molto bene.

Non riusciamo a comprendere da dove possa prendere forma l’affermazione, anch’essa altrettanto gratuita e falsa secondo la quale “le cause legali in tutti i casi hanno visto riconosciute le ragioni dell’amministrazione comunale”.

Nel 2012 e nel 2013 la Corte dei Conti ha rilevato quali “gravi irregolarità amministrative” i punti sui quali avevamo interessato la Sezione Regionale di Controllo. A settembre 2015 il plurindagato Nicola Marini e i suoi sono stati oggetto di “richiesta di rinvio a giudizio” per comportamenti al di fuori della legge in 3 fattispecie diverse. Le altre denunce sono ancora in fase istruttoria, come quella della richiesta di voti in cambio di lavoro o carriere o come quella legata agli appalti del progetto P.L.U.S. di Cecchina.

Le affermazioni riportate dall’aspirante scriba di corte dovranno essere spiegate ovviamente non a noi ma al P.M. a cui invieremo “dovuta” querela.

Ai cittadini “incapaci di un pensiero autonomo”, ai “tifosi a prescindere” ed ai proni per convenienza vorrei ricordare, che le azioni intraprese negli ultimi 5 anni dal sottoscritto e dal Dott. Cassabgi sono state tutte a difesa della trasparenza, della legalità e dei diritti calpestati dei cittadini. I costi di dette azioni sono stati sostenuti con il nostro denaro, gli atti prodotti con il nostro lavoro ed il nostro tempo. Gli abusi che abbiamo denunciato sono stati commessi da coloro che avrebbero dovuto tutelare il vostro interesse, se tutto questo per voi non ha importanza è e resta esclusivamente un vostro problema. Noi moriremo come siamo nati: uomini liberi. Finisco con quesito:  come mai non viene riportato nel sito di Titti il respingimento del TAR anche dei ricorsi presentati dal M5S e dalla consigliera Guglielmino? Non si prestavano ad essere “strumentalizzati”?