ILVA: 47 RINVIATI A GIUDIZIO. ACCUSA DI CONCUSSIONE AGGRAVATA PER NICHI VENDOLA

Redazione

Taranto – Il gup del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, ha rinviato a giudizio ben 44 persone e 3 società per l’inchiesta che riguarda l’Ilva e il disastro ambientale. Due imputati sono stati condannati con rito abbreviato. Tra gli imputati c’è il nome dell’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola su cui pende l’accusa di concussione aggravata. L’accusa sostiene che Vendola avrebbe esercitato pressioni sul direttore di Arpa Puglia (Agenzia regionale di protezione ambientale), il direttore si chiama Giorgio Assennato e su di lui pende l’accusa di favoreggiamento personale. La procura sostiene che Vendola avrebbe consentito all’azienda la produzione senza l’emissione di prodotti inquinanti, una nota dell’Arpa del 21 giugno 2010 aveva rilevato picchi di benzoarpirene. I fatti contestati risalgono ad un periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. Il reato di concussione aggravata è contestato a Vendola in concorso con Girolamo Archinà, ex responsabile Rapporti Istituzionali dell’Ilva e l’ex vicepresidente di Riva Fire, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso  e Francesco Perli, legale dell’Ilva. Assolto Lorenzo Nicastro, ex assessore all’ambiente e magistrato. 



POLITICHE 2013, INTERVISTA AD AZZURRA MARINELLI CANDIDATO SEL AL PARLAMENTO

Redazione

Castelli Romani (RM) – Le elezioni politiche si avvicinano e il partito di Vendola candida anche donne e uomini dei Castelli Romani, tra cui Azzurra Marinelli rappresentante di spicco di Nemi.

Come nasce questa candidatura?
I nostri candidati alla camera e al senato, sono stati scelti con le primarie del 30 dicembre. Nonostante fossimo in pieno periodo natalizio, sono stati tantissimi i cittadini che si sono recati ai seggi per votare, rimarcando il segnale forte di partecipazione che già c'era stato per la scelta del candidato premier della coalizione. Si tratta di donne e uomini giovani e soprattutto molto preparati. Nel nostro partito si punta molto sulle capacità e la meritocrazia.

E la tua candidatura? Perché ti sei messa in gioco a livello nazionale?
Ho molte poche possibilità di essere eletta, trovandomi in 20 posizione, ma questa candidatura riveste un importantissimo significato per me. É il riconoscimento per il lavoro svolto dal circolo di Nemi, che ha visto alle primarie Nichi Vendola posizionarsi al secondo posto dopo Bersani, staccando di molto Renzi.  Il nostro é un lavoro duro perché le forze lavoro sono poche e allora ancora di più si apprezzano i risultati. Ringrazio la segreteria nazionale per questa bella opportunità. Fare la campagna elettorale fianco a fianco con Vendola é per me un vero onore.

Per quanto riguarda il locale, dopo che alle amministrative non vi é stato accordo con il PD, quali scenari si delineano?
Le amministrative sono ormai  un ricordo, che però lasciano sul campo un sindaco e un'amministrazione assolutamente inadeguati. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di seppellire le asce di guerra per ricominciare un dialogo serio con le forze riformiste di questo paese. Abbiamo tutto il tempo, le motivazioni e le capacità per costruire un 'alternativa futura per Nemi. Certamente, e su questo non abbiamo né avremo mai dubbi, con forze nuove e programmi che guardano al futuro.
 




MATTEO, QUEL BISCHERACCIO…

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Chiara Rai

Dalle pagine del Gazzettino, l'europarlamentare del Pd Riccardo Illy, sulle primarie nel Partito democratico strizza l’occhio al “bischeraccio”: "L'unico che ha idee nuove è il sindaco Renzi: Bersani è come un film già visto". Piace, piace perché mostra una genuinità disarmante e attira quanto una calamita. Non si capisce se lo è, oppure lo fa, ma veste a pennello i panni del bonaccione. Perché? Perche non parla male di nessuno ma fa capire che gli altri parlano male di lui, perché si mostra collaborativo e affatto pretenzioso, perché porta una ventata di ottimismo e fa apparire gli altri come “rosiconi”. Basta analizzare la frecciatina su Vendola: "Non ho capito se Nichi si è candidato per parlare delle sue idee o per dire male delle mie". Lui, il “bischeraccio” che con questa battutina in realtà ha sparato un colpo di bazooka. E restiamo anche nel dubbio se l’abbia fatto consapevolmente o meno. Lui il “Tony Blair” della Toscana che se perde non vuole contentini e ribadisce di fidarsi di papà Bersani che conosce i suoi “bischeri” e strascica i suoi detti romagnoli. La lotta è dura. Tre leader, tutti diversi tra loro. Fatto sta che l’esito non è del tutto scontato anche se per penne come Scalfari, Renzi non verrà eletto. Eppure, in periodo di crisi ci vuole una scossa e per ora, a suon di battute, l’elettricità la fa correre il “bischero” di Renzi, accusato dal responsabile economico del Pd Fassina di aver copiato e incollato il programma dei democratici. Ma il “bischeraccio” non era considerato di destra?