NEMI, CARO COSTA AI CITTADINI LO "SBANCAMENTO" DI PENTIMA PIZZUTA

Dopo il danno arriva la beffa: Difendersi dal ricorso di uno dei sostenitori del sindaco Alberto Bertucci, appunto Renzo Cavaterra detto Massimo, è costato ai cittadini di Nemi ben 3.775,20 euro che non è altro che la parcella del legale che ha rappresentato l’ente nel ricorso al Tar promosso dal Cavaterra.

 

Redazione

Nemi (RM) – E’ dello scorso 4 settembre la determinazione del Comune di Nemi con la quale sostanzialmente escono dalle casse del comune di Nemi altri soldi, euro 3.775,20, a causa del contenzioso con Cavaterra Renzo detto Massimo, il quale avrebbe dovuto ottemperare al ripristino del costone di Pentima Pizzuta oggetto di movimento di terra e invece, ad occhio nudo, non ci sembra che abbia fatto nulla. Anzi ha perso al Tar il ricorso contro l’ordinanza comunale.  L’ha perso perché infondato.

Difendersi dal ricorso di uno dei sostenitori del sindaco Alberto Bertucci, appunto Renzo Cavaterra detto Massimo, è costato ai cittadini di Nemi ben 3.775,20 euro che non è altro che la parcella del legale che ha rappresentato l’ente nel ricorso al Tar promosso dal Cavaterra.

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINA DI PAGAMENTO PARCELLA AVVOCATO PER DIFESA COMUNE AL TAR ]

Quello che torniamo a chiedere, viste le uscite del Comune e quindi le uscite dalle tasche dei cittadini di Nemi e la necessità dello stesso Ente di fare cassa, è: Ha provveduto il Comune di Nemi ha sanzionare per un importo pari a 10 mila euro Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra per l’abuso a Pentima Pizzuta?

Caro è costato questo caso di “sbancamento” a Pentima Pizzuta. In primis è costato caro alla vegetazione sul costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi e in seconda battuta sta costando caro anche al Comune di Nemi e quindi all’intera comunità, se non ci si affretta ad incassare la sanzione, così come disposto nell’ordinanza di ripristino che ormai ha passato abbondantemente i 90 giorni previsti, visto che si riferisce a settembre del 2012.

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NEMI, FONTANELLA AL LAGO INQUINATA DA BATTERI: LE PERSONE CONTINUANO A BERE ACQUA NON POTABILE. NON SI SCHERZA CON LA SALUTE PUBBLICA!

Chiara Rai

Nemi (RM) – Non è una distorsione d’immagine o una fotografia dagli strani poteri magici: le persone bevono dalla fontanella che eroga acqua inquinata da batteri. E poco più avanti c’è una grossa perdita dove da oltre un mese continua a sgorgare acqua. L’impianto in via Perino è in condizioni pietose, come si evince dalle foto e dal filmato. E’ così che il sindaco Alberto Bertucci controlla il territorio? Forse è talmente impegnato con gli eventi estivi, tra una vacanza e l’altra, dal non occuparsi dei problemi seri.

Venerdì 6 settembre è stata emessa dal sindaco Alberto Bertucci [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ] l’ordinanza che intima ad Acea Ato 2 la immediata chiusura della fontanella pubblica in via del Perino presso il lago di Nemi. Probabilmente al serbatoio che rifornisce la fontanella si è rotto l’impianto di clorazione, visto che anche all’impianto del Calvarione il problema sembra essere stato proprio dovuto al malfunzionamento dello stesso. Adesso il cloro nell’acqua del serbatoio Calvarione, tornata comunque potabile, si sente dall’odore e dal sapore quando si beve.

 La polemica sull’acqua inquinata da batteri è ancora accesa: soltanto qualche giorno fa durante la festa del quartiere Le Colombe a Nemi il sindaco ha dichiarato che l’acqua di Nemi è “buona” e che “beceri personaggi” avrebbero messo in giro chiacchiere.

Questa seconda ordinanza del Perino è stata emessa in tempi record dopo il caos dell’episodio precedente in cui l’amministrazione di Alberto Bertucci ha aspettato ben 39 giorni dalla ricezione delle prime analisi di non conformità dell’acqua per disporre la chiusura della fontanella di piazza De Sanctis. Sul caso indaga la Procura.

Ciò che sconvolge però è che si persevera nello stesso errore: le persone continuano ad approvvigionarsi alla fontanella perché nonostante l’ordinanza sia stata emessa, non si è provveduto a interrompere il flusso idrico e ad apporre l'ordinanza che ne decreta la chiusura.

Per la fontanella in piazza De Sanctis è stata la solerzia dei carabinieri di Nemi insieme alla Polizia Locale ad apporre una informativa sulla fontanella che comunque è stata messa tardi, dopo 39 giorni che il comune sapeva ma i residenti no.

Ma stavolta, dopo l’errore del Comune di Nemi di non aver informato i cittadini per ben 40 giorni di non bere da quella fontanella perché si ripete nuovamente la stessa storia con quest’altra?

Perché le persone ignare continuano a bere acqua inquinata da batteri?

Perché il sindaco che “tutela la salute pubblica” come scritto sull’ordinanza non si è affrettato a far apporre un cartello con il divieto di bere quell’acqua?

Perché il sindaco non si è accertato, da venerdì 6 settembre ad oggi, tramite l'intervento di Ufficio Tecnico e Polizia Locale che l'ordinanza da lui emessa venisse rispettata e portata a conoscenza della cittadinanza?

Questa volta cosa dirà? Farà un'altra denuncia per sabotaggio verso ignoti come ha riferito ai giornali di aver fatto con la fontanella in piazza De Sanctis? Dirà che son tutte fantasie di “beceri personaggi”?

Quanto può durare questa linea di difesa rispetto alle grandi mancanze collezionate? Oppure riuscirà a capire che la responsabilità della salute pubblica è la sua e che sì, questa volta si è affrettato ad emettere l’ordinanza in tempi record (dopo le sollecitazioni della scorsa volta e anche le denunce in Procura) ma non si è però accertato che le persone fossero tempestivamente informate. 

Ci auguriamo, che anche questa volta, questa grave mancanza che mette di nuovo a rischio la salute pubblica, venga opportunamente presa in carico dalle forze dell'ordine per le opportune verifiche di competenza.

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NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: CACCIAFUMO – ATTO SECONDO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Il 9 settembre 2012 segnalammo per la prima volta una ruspa al lavoro nella valle del Lago, sempre nel cuore del Parco Regionale dei Castelli Romani, nei pressi di via Cacciafumo, esattamente in via Tiberio 20, sopra il Museo delle Navi. Intorno al 20 settembre del 2012 i Guardiaparco, diretti dal vice comandante Mauro Castrichella, hanno messo i sigilli.

Sia gli esecutori del "danno" che i proprietari del terreno sono stati denunciati all'autorità competente. Quel tratto di vegetazione è stato segnato gravemente dal pasaggio della ruspa.  Uno scavo che in pochi giorni si è allargato a macchia d’olio.

Come si evince dall’ordinanza del 9 ottobre 2012 [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ] nei terreni riferiti al proprietario Roberto Cicogna sono stati effettuati movimenti di terreno con conseguente alterazione delle quote di livello originarie e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale.

La Responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha così ordinato la remissione in pristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo.

“Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di 5 mila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.

Dalle foto che pubblichiamo, sembrerebbe che il ripristino non sia avvenuto. Il paesaggio è più o meno lo stesso e i solchi lasciati dalla ruspa sono ancora evidenti. Esiste il progetto di messa in pristino? Si è accertato il Comune di Nemi, guidato da Alberto Bertucci, che siano stati fatti i lavori? E se non è stato ripristinato niente, ha provveduto l’Ente a sostituirsi all’inerzia e sanzionare per 5 mila euro? Cinquemila euro non sono pochi, considerando i servizi di cui necessita la cittadina che sono molteplici e fondamentali.

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NEMI, SCAMBIO CULTURALE DEL GRUPPO FOLCLORICO “U REMBOMBU” ED IL GRUPPO “VOLKSTANZGRUPPE DI GLASSING” (AUSTRIA)

Redazione

Nemi (RM) – In occasione del 35° anniversario della sua fondazione, il gruppo folclorico Volkstanzgruppe di Glassing,frazione della più famosa Cussing in Austria, ha scelto, come rappresentanza per l’Italia il gruppo locale “U Rembombu”. Infatti, dal 2 al 5 agosto, insieme ad altri gruppi, provenienti da più paesi Europei, si è svolta in Cussing, questa importante manifestazione.

Applaudito ed ammirato è stato in modo particolare il gruppo Italiano, il quale, con tanta passione, coltivata con il senso di appartenenza al proprio territorio, ha sfoggiato i costumi più belli, le musiche ed i balli più coinvolgenti.

A stretto contatto con la gente del luogo, il gruppo ha avuto modo di far visita alla cittadina di Cussing, di visitare il Castello antichissimo, simbolo della regione del Burgeland (regione Austriaca) e soprattutto di conoscere ed apprezzare la centrale elettrica alimentata a BIOMASSE (prodotto dalla fermentazione di rifiuti), che ha reso famosa la cittadina di Cussing nel mondo.

Per il gruppo “U Rembombu”, da sempre sensibile alla tutela del territorio e dell’ambiente, è stato questo un motivo di scambio culturale notevole, perché non solo ha consentito di incontrare culture e tradizioni diverse, ma ha avuto la dimostrazione di come un popolo possa fare del rispetto e della tutela dell’ambiente, un motivo di vanto, attraverso i risvolti economici che ne derivano, per l’esempio dimostrato a tanti altri comuni e l’orgoglio di questa gente che attraverso i rifiuti trae energia.

Quindi non solo usi, costumi, fratellanza grazie al folclore, ma insegnamenti utili e necessari per far crescere i popoli all’insegna del corretto riguardo verso la nostra terra. Nel ringraziare della squisita ospitalità, non poteva mancare un invito per il prossimo anno qui a Nemi. Infatti, il Volkstanzgruppe sarà ospite il prossimo Luglio qui in Italia.

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NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: PENTIMA PIZZUTA – ATTO SECONDO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Non si può dire che l’elezione del sindaco Alberto Bertucci a Nemi sia passata inosservata.

Nel piccolo paese delle fragole, per la prima volta è stato eletto un sindaco rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode rispetto allo stesso Comune che ha amministrato da vicesindaco sotto la giunta Cocchi e che amministra attualmente ( Alberto Bertucci ha provocato la caduta della precedente giunta perché l’ex sindaco Cinzia Cocchi gli aveva tolto le deleghe per motivi legati alla sua condotta).

Fato vuole che contemporaneamente o immediatamente dopo l’elezione del Bertucci, il quale ha preso 475 voti contro i 622 voti del precedente sindaco alle precedenti elezioni, a Nemi sia scoppiata l’epidemia dell’abuso. Sono iniziati dei movimenti di terreno, più comunemente conosciuti con il termine "sbancamenti" come quello di Pentima Pizzuta per mano di uno tra i grandi sostenitori di Alberto Bertucci:  Renzo Cavaterra detto Massimo.

Oggi ci soffermeremo sull’abuso di Renzo Cavaterra detto Massimo.

L’ampia parte di costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi è stata oggetto di movimento di terra o più comunemente detto "sbancamento" nonostante i numerosi vincoli archeologici e paesaggistici.

L’area di Pentima Pizzuta a Nemi, posta sotto sequestro a settembre scorso, avrebbe dovuto essere ripristinata da chi ha commesso l’abuso.

Il Tar Lazio ha bocciato il ricorso del proprietario contro l’ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dal Comune riferita alla vasta area che si affaccia sul lago di Nemi. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DECRETO DEL TAR ]

Finora, non ci sembra che il ripristino dello stato naturale dei luoghi sia avvenuto. Eppure l’ordinanza del Comune di Nemi parla chiaro, se non ripristinano Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra, allora ci penserà lo stesso ente addebitando le spese al grande sostenitore di Alberto Bertucci, nonché sanzionando lo stesso Cavaterra Renzo detto Massimo per un importo pari a 10 mila euro.

Perché nulla si muove? Quando avverrà la remissione in pristino? E’ passato un anno e nulla pare sia successo.

Che aspetta il Comune a rimettere in pristino lo stato dei luoghi addebitando i lavori al Cavaterra Renzo detto Massimo? Oltre la sanzione di Euro 10mila?

Si legge nell’ordinanza di ottobre del 2012 a firma di Rosanna Galanti responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Nemi: “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta”. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL COMUNE DI NEMI ]

Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti a Pentima Pizzuta e ordinato a Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. “Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.  I 90 giorni sono passati abbondantemente. Dov’è il progetto di ripristino? Dov’è l’incasso della sanzione pari a diecimila euro per il presunto mancato ripristino dei luoghi?

Il Comune si lamenta di non avere soldi eppure i possibili incassi ci sono eccome.

Ma il sindaco Alberto Bertucci, preferisce affiggere manifesti contro la stampa per tentare di  tirare su qualche spicciolo e fare cassa. Come? Invitando i cittadini a denunciare per diffamazione a mezzo stampa un soggetto non precisato, alimentando così, attraverso questo "nobile" atteggiamento, sentimenti rancorosi e astiosi nella cittadinanza rispetto agli organi di comunicazione. Il tutto al fine di raccogliere soldi dal presunto risarcimento danni e provvedere a regalare qualche servizio in più alla cittadinanza.

Si ricorda inoltre che dal signor Renzo Cavaterra detto Massimo, sono arrivate, nei tempi in cui il nostro giornale ha seguito l'intera vicenda fino al sequstro, delle telefonate per nulla amichevoli indirizzate al direttore responsabile Chiara Rai e che la stessa ha provveduto a segnalare ai carabinieri di Nemi.

Inoltre di recente (6 febbraio 2013)  il Tar Lazio ha dichiarato perento un ricorso del Cavaterra contro la Prefettura di Roma, la Questura di Roma, il Ministero Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza per l'annullamento del decreto del Questore di Roma datato 22 marzo 1997 di rigetto dell’istanza per il rilascio della licenza di porto di pistola per difesa personale.

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ROMA CAPUT NCC

Chiara Rai

Roma – A Nemi il caso delle licenze di auto da noleggio con conducente (Ncc)  è ancora sotto indagine della magistratura. L’esito dell’accesso agli atti al Comune da parte di Ivano Fascianelli presidente dell'Anar, l’Associazione Nazionale Autonoleggiatori di Roma, ha avuto esito negativo in quanto tutta la documentazione è al vaglio dell’autorità giudiziaria.

A comunicarlo è stato il comandante dei vigili di Nemi Gabriele Di Bella.

A Nemi i carabinieri hanno denunciato quattro  titolari di licenze Ncc che hanno passato il vaglio della commissione tecnica comunale sulla base di false attestazioni.

Un’altra licenza, la numero 2, sembra avere qualcosa che non va. Seguendone la storia ci si accorge che la licenza Ncc parte da Nemi e finisce a Roma. La sede legale è a Roma e la rimessa a Nemi. Ma legge vuole che rimessa e sede legale debbano trovarsi nello stesso Comune che rilascia la licenza
Ncc. Inoltre la titolarità licenza è trasmessa da un soggetto all’altro grazie a passaggi societari, di cui l’ultimo autorizzato dallo stesso Comune nel 2011.

Ciononostante l’autorizzazione Ncc vada intestata a persona fisica, limitando alle figure giuridiche delle cooperative e dei consorzi la facoltà di conferimento in uso dei titoli autorizzatori. Il bandolo di una matassa che ormai tocca tutta Italia sta nel fatto che per gli Ncc la meta più ambita è proprio

La Capitale. Nonostante ci siano casi di licenze oggetto di indagine della Procura, le migliaia di auto “forestiere” che scorrazzano nella città eterna, non sempre sono oggetto di specifici e peculiari controllo da parte di polizia locale e Gpit (gruppo pronto intervento traffico). Gli esempi sono tanti: A Roma, in piazzale 12 ottobre 1942 stazionano fisse da anni auto Ncc con targhe di Fontenova, Ceccano, Barbarano Romano e Campodimele (addirittura del piccolo Comune di Campodimele l
a licenza numero 84). Stanno lì, proprio alle spalle della sede del Gpit e non lontane dal dipartimento mobilità di Roma. Queste auto dovrebbero tornare, per legge,  nel Comune che ha rilasciato la licenze. chi le controlla?

Quando l’Anar ha segnalato al Gpit che 250 autorizzazioni rilasciate dal Comune di Cicala in Calabria operano a Roma, la risposta è stata, in sintesi di rivolgesi alle autorità sia amministrative che giudiziarie, competenti territorialmente sulle Amministrazioni che hanno rilasciato le autorizzazioni, ai fini della persecuzione di eventuali illeciti.

I casi sono tanti.
Ma quando ci accorge che ci sono 54 auto Ncc del Comune di Santomenna (Salerno) che girano per Roma? Perché non si richiede un accesso agli atti al Comune di Santomenna per scoprire che i bandi per il rilascio delle licenze non sono mai stati fatti?

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NEMI: IL CAOS DELL'ACQUA E DELLE ORDINANZE

Redazione

Nemi (RM) – L’ordinanza numero 25 del 26 agosto 2013 è veramente l’espressione della totale confusione che pare essersi verificata soltanto a Nemi, riguardo la vicenda della fontanella in piazza De Sanctis. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ]

Perché negli altri Comuni del Lazio e d’Italia non succede che passi addirittura un mese per la trasmissione di analisi che riguardano la potabilità dell’acqua?

 Veniamo ai fatti:

 L’8 agosto il Comune decide di emettere ordinanza di chiusura della fontanella dopo 39 giorni dalla ricezione delle prime analisi di non conformità. Il 1 luglio l’acqua non è conforme, il 15 luglio l’acqua non è confome e l’8 agosto il vicesindaco Palazzi ordina all’Acea di chiudere la fontana.

 Adesso si scoprono dei passaggi sconosciuti, diremmo quasi alieni, riportati nell’ordinanza 25 del 26 agosto 2013.

 Addirittura la Asl subito dopo il prelievo del 15 luglio, comunica, un altro prelievo del giorno 22 luglio, al Comune di Nemi nientemeno che un mese dopo, cioè il 21 agosto, ovvero ben 14 giorni dopo che è stata emessa l’ordinanza  “tardiva“ di chiusura della fontanella.

Gli esiti dicono che l’acqua è conforme.

 A complicare la situazione ci si è messa anche l’Arpa Lazio che avrebbe effettuato un altro prelievo il giorno 8 agosto, proprio quando il Comune dispone la chiusura della fontana e incredibile ma vero, comunica al Comune di Nemi le analisi il 23 agosto, dicendo che l’acqua è conforme.

Trasmette le analisi il giorno dopo che le ha trasmesse la Asl. E’ veramente singolare. Quando si dice "il fato".

 Succede solo per questo Comune: Nemi.

Normalmente la Asl trasmette le analisi effettuate dall’Arpa con tempestività. Di solito Asl e Arpa dialogano. Qui sembrerebbe tutto il contrario di tutto. La 25 è una ordinanza che lascia intendere che la Asl agisce per conto suo e l’Arpa fa altrettanto. 

Una Amministrazione solerte non appena riceve le analisi di solito emette l’ordinanza di chiusura con tempestività e al massimo lascia passare un giorno per poi agire.

Qui di giorni, lo ripetiamo per l'ennesima volta,  ne sono passati 39 e tutto fa pensare che è mancata la totale comunicazione tra Comune, Asl e Arpa visto che l’amministrazione del signor Alberto Bertucci ha  ordinato la chiusura quando in realtà avrebbe potuto riaprire e ha tenuto aperto quando avrebbe dovuto chiudere.
 
Il sindaco la sera del 27 agosto, giorno della riapertura della fontana e giorno in cui ricorre la festa del quartiere delle Colombe, si reca in piazza De Sanctis per salutare i cittadini presenti per la festa  – circa una trentina di persone –  e dopo i vari saluti e convenevoli esordisce con frasi tipo che “l’acqua di Nemi è buona e lo dimostra la fontana aperta“.  Dichiara inoltre, che  “beceri personaggi” avrebbero sabotato la fontana e avrebbero fotografato degli ignari cittadini mentre si abbeveravano di acqua, “non conforme” nel periodo di inquinamento, ovvero dal 1 luglio all’8 agosto e il 14 agosto quando la fontana è stata riaperta da ignoti per essere poi richiusa da Carabinieri e Polizia locale il 15 agosto.

Il nostro quotidiano fin dai primi di luglio ha sollevato più volte la questione dell’acqua ponendo interrogativi all’Acea e al Comune, documentando con foto le persone ignare di tutto che bevevano tranquillamente e si rifornivano di acqua presso la storica fontanella nel periodo in cui si sarebbe dovuto, a nostro dire, emettere immediatamente un’ordinanza di chiusura.

Si sarebbe dovuto ordinare all’Acea di chiudere la fontana il 1 luglio stesso non appena ricevuta la comunicazione dalla Asl Rm H e non 39 giorni dopo come invece è avvenuto, lasciando che la gente bevesse acqua contenente batteri Escherichia Coli che tradotto significa batteri di acqua di fogna, tra l’altro molto pericolosi per i bambini al di sotto dei 5 anni!

 Ma il sindaco questo non lo ha detto la sera del 27 agosto durante la festa delle Colombe: il primo cittadino non ha detto che ci sono diversi esposti denuncia fatti da cittadini, dall’associazione  Assotutela e dagli stessi Carabinieri di Nemi in merito al fatto gravissimo di non aver tempestivamente impedito l’uso dell’acqua non conforme e di non aver minimamente informato la popolazione dei rischi presenti per la salute.

Emettere ordinanze che vietino l’uso dell’acqua non conforme è forse un optional? Vede caro sindaco, i “beceri personaggi”  pensano di no.

I beceri personaggi ritengono che chi di dovere prima o poi chiarirà questa assurda vicenda oltre a tante altre vicende che la riguardano.

Intanto, lei, caro sindaco continui pure a diffamare e denigrare pubblicamente “i beceri personaggi” con la sua campagna pubblicitaria poco edificante per un sindaco che possa fregiarsi di una tale investitura. Probabilmente, sindaco, lei perde più tempo a scrivere manifesti denigratori e offendere pubblicamente coloro che non ha neppure il coraggio di nominare personalmente che ad essere puntuale e tempestivo nell’ordinaria e straordinaria amministrazione. La coscienza del buon padre di famiglia non può essere acquisita: o la si ha o ci si arrampica sugli specchi.   

A proposito, dimenticavamo:

Riguardo l’aver pubblicato sull’Albo Pretorio online del Comune per ben 2 volte l’ordinanza 25 del 26 agosto 2013 ai numeri di pubblicazione 857 del 26 agosto e 859 del 28 agosto, chissà perché ci viene in mente una frase tratta dal  celebre film “Totò, Peppino e la malafemmena” quando Totò rivolgendosi a Peppino nel dettargli una lettera dice: “punto; due punti! Massì, fai vedere, che abbondiamo… Abbondantis in abbondandum!…”.

Inoltre sempre nell’ordinanza 25 nella premessa manca il riferimento ai numeri di protocollo relativi le comunicazioni  pervenute al Comune da parte della Asl e dell’Arpa. Ma questo probabilmente come già detto è un optional. 

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NEMI, RIAPERTA LA FONTANELLA IN PIAZZA DE SANCTIS

Chiara Rai

Nemi (RM) – E' stata riaperta la storica fontanella pubblica di Nemi in piazza De Sanctis, zona Le Colombe. Dagli ultimi prelievi effettuati da Acea e Arpa Lazio si evincerebbe la conformità dell'acqua. E quindi con ordinanza del Sindaco Alberto Bertucci, ancora non visibile nell’Albo pretorio del sito istituzionale del Comune di Nemi, è stato chiesto all'Acea di riaprire l'erogazione dell'acqua presso la fontanella. 

Adesso, bisogna soltanto aspettare l'esito delle indagini della Procura di Velletri sul caso dei sabotaggi e del ritardo nell'emissione dell'ordinanza del Comune di Nemi che ha disposto la chiusura della fontanella solo dopo 40 giorni dalla notifica delle analisi Asl del 1 luglio 2013

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NEMI, FONTANELLA INQUINATA DA BATTERI ANCORA CHIUSA: PROCEDONO I PRELIEVI DELL’ACQUA

Chiara Rai

Nemi (RM) – Analisi in corso nell’acqua pubblica di Nemi, oggetto d’interesse di indagini della Magistratura. C’è polemica ma soprattutto paura intorno al caso della fontanella in piazza De Sanctis inquinata da batteri Escherichia Coli, chiusa con ordinanza sindacale lo scorso 8 agosto, ben 40 giornI dopo che il Comune è venuto a conoscenza della non potabilità dell’acqua.
Nel quartiere di Nemi “Le Colombe”, le persone s’interrogano perché vorrebbero sapere se anche l’acqua nelle abitazioni è inquinata. Da sempre l’acqua di Nemi è rinomata per la sua salubrità e bontà, fino a qualche anno fa usciva dai rubinetti addirittura lievemente frizzante.
La chiusura della storica fontanella ha lasciato perplessi molti residenti anche dei paesi limitrofi in quanto da sempre è meta di rifornimento anche dei cittadini di Rocca di Papa, Velletri e Genzano.

Sul caso stanno indagando i carabinieri di Nemi a seguito di esposti di cittadini e dell’associazione Assotutela presieduta da Michel Emi Maritato il quale ha puntato il dito sulla totale assenza di informazione da parte dell’Amministrazione di Alberto Bertucci e di Acea.
Inoltre in questo lasso temporale “al buio” l’acqua è stata aperta e richiusa più d’una volta. A tal proposito il primo cittadino Alberto Bertucci ha dichiarato di aver presentato un esposto contro ignoti proprio per il sabotaggio della fontanella.
Il sindaco, nei giorni scorsi, ha anche asserito che la fontanella sarebbe tornata a erogare acqua potabile entro lunedì. Fino a ieri però, l’erogazione non è stata ripristinata, anzi, il gestore idrico Acea ha provveduto a effettuare altre analisi alla fontanella e da indiscrezioni pare che la Asl stia analizzando anche l’acqua all’interno delle abitazioni.
Intanto in paese gli animi sono molto accesi. Vairo Canterani, leader storico della sinistra nemese e leader della lista civica Nemi per Sempre, nonostante non segga all’opposizione contesta la condotta del sindaco Alberto Bertucci: “Questo silenzio da parte del primo cittadino è assurdo – dice Canterani –  significa non considerare le preoccupazioni della cittadinanza. Che lui abbia presentato una denuncia verso ignoti che avrebbero sabotato la fontanella non significa nulla. Il fatto grave consiste nel non aver comunicato tempestivamente niente alla collettività,  tantomeno emesso ordinanze tempestivamente a tutela della salute pubblica, esposta di fatto a grave rischio”.
Tempestivamente significa non appena, il primo luglio e successivamente il 15 luglio, la Asl RmH ha comunicato al Comune di Nemi la non conformità dell’acqua per contaminazione da batteri Escherichia Coli.
L’Acea, prima di ferragosto aveva garantito che sarebbe intervenuta quanto prima per una modifica strutturale del cannello di uscita della fontanella. La modifica non è avvenuta e adesso si attendono gli esiti delle analisi del gestore e dell’Arpa Lazio.

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 Redazione

Magliano Sabina (RI) /Nemi (RM) – Ancora casi di acqua contaminata da batteri nelle fontanelle pubbliche. Ma a differenza di quanto successo nel Comune di Nemi in Provincia di Roma a Rieti, esattamente nel Comune di Magliano Sabina, l'amministrazione ha provveduto ad emettere immediatamente l'ordinanza di divieto di bere l'acqua a seguito di un fax pervenuto dalla Asl con le analisi di non conformità dell'acqua effettuate dall'Arpa Lazio. Il 22 arrivano le analisi e il 23 viene emessa l'ordinanza. A Nemi, invece, si è aspettato 40 giorni dalla comunicazione della Asl per emettere l'ordinanza di divieto di consumo d'acqua presso la fontanella pubblica in piazza De Sanctis. Quaranta giorni dopo ben due comunicazioni da parte della Asl: la prima il primo di luglio e la seconda comunicazione e conferma della presenza di batteri E. Coli il 15 luglio.

invece, eccco come ha agito il Comune in provincia di Rieti: Con ordinanza sindacale emessa dal Comune di Magliano Sabina del 23.08.2013  viene disposto il divieto di utilizzo dell'acqua per consumo umano. La Asl di Rieti ha provveduto a effettuare un prelievo alla fontanella pubblica in viale XIII Giugno e l'acqua è risultata contaminata da batteri coliformi. La nota della Asl è arrivata il 22 agosto e il 23 agosto è stata emessa tempestivamente l'ordinanza a tutela della salute della collettività.

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ROMA: FORTE TEMPORALE E SCOSSA DI TERREMOTO AI CASTELLI ROMANI

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 Redazione

Castelli Romani – Un forte temporale si è verificato questa mattina a Roma e soprattutto nell’area dei Castelli Romani dove l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 2.3 è alle 5:41 di questa mattina. Il sisma ha avuto ipocentro a 12,4 km di profondità ed epicentro nelle vicinanze dei comuni di Colonna, Frascati, Grottaferrata, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora e San Cesareo.

 Inoltre è caduto un grosso ramo in via Diana a Genzano, la strada che porta al museo delle navi di Nemi.

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