NEMI: SCEMPIO DI ALBERI MOZZATI. ASSOTUTELA PRESENTA UN ESPOSTO E INTERVIENE LA FORESTALE


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Redazione

Nemi (RM) – “E’ una vergogna lo scempio che si è compiuto a Nemi in via De Sanctis dove dimorano tutti resti dei tronchi di alberi mozzati”. Inizia con duri toni la nota inviata  da Ivan Galea, coordinatore Assotutela Roma nord e Castelli Romani. “E’ ancora più vergognoso il silenzio di chi dovrebbe urlare allo scandalo.

E mentre tutto tace viene inflitta una ferita insanabile al patrimonio naturalistico di Nemi. Ricordo – continua Galea – che siamo in una zona protetta e piena di vincoli tra i quali quello idrogeologico: chi garantisce che questa grossa destabilizzazione non comprometta l’assetto del territorio con gravi conseguenze che potrebbero scaturirne? E’ stato interpellato un agronomo? Le immagini che abbiamo scattato – aggiunge – parlano chiaro: la vegetazione è stata barbaramente eliminata. Come AssoTutela, abbiamo provveduto a presentare una denuncia al Corpo Forestale dello Stato di Velletri che è prontamente intervenuto sul luogo dello scempio e che dovrà constatare le responsabilità in merito a chi ha autorizzato questo barbaro taglio di alberi che costituivano insieme alla restante vegetazione un angolo di "macchia mediterranea" andata oramai distrutta". Parliamo di alberi ultradecennali che sono stati letteralmente mozzati".

Il coordinatore AssoTutela dichiara poi che ad oggi sull'Albo Pretorio online del Comune di Nemi non è presente nessuna ordinanza che autorizzi il taglio degli alberi. "Il Comune di Nemi aveva richiesto alla Forestale di Velletri un sopralluogo congiunto per verificare lo stato di salute degli alberi – dichiara ancora Galea – ma il sopralluogo congiunto non è mai avvenuto. Come si è potuto quindi procedere ad un taglio indiscriminato in assenza di sopralluogo? – Il coordinatore conclude poi la nota – seguiremo da vicino l'evolversi di questa ennesima vicenda di malagestione del patrimonio pubblico collettivo al fine di identificarne i responsabili.  

 




NEMI : L'IMPORTANTE E' CHE NON SE NE PARLI

Redazione

Nemi (RM) – Chi ci legge dovrebbe ricordare alcuni episodi di cui abbiamo trattato nei mesi scorsi riguardanti fatti e misfatti avvenuti nel Comune di Nemi che per l’Amministrazione Comunale si sono risolti tutti con l’individuazione di un capro espiatorio, un maresciallo della Polizia Locale, nei confronti del quale sono stati emessi una serie di provvedimenti disciplinari. Ma non è di questi ultimi che oggi vogliamo scrivere visto anche che sono oggetto di ricorsi attualmente in discussione davanti al Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Velletri.

Quello che vorremmo conoscere è se quelle questioni, apparse all’epoca così impellenti tanto da giustificare l’emissione di molteplici provvedimenti emessi dalla Commissione Disciplinare dell’Ente, oggi sono state risolte. Perché altrimenti sarebbe davvero grave anche per tutti i cittadini di Nemi sia in ordine di soldi da pagare in più, sia in ordine di disservizio e per ultimo (ma non per importanza) in ordine di sicurezza pubblica.

"Mezzogiorno di fuoco". La prima questione aperta riguarda le attività commerciali e la regolarizzazione delle occupazioni del suolo pubblico, questione che diede vita nel luglio dello scorso anno a quello che definimmo “mezzogiorno di fuoco” con il Comandante della Polizia Locale Gabriele Di Bella, di domenica, in pieno centro ad ordinare a voce alta e con gestualità accentuata al vigile in servizio di controllare uno per uno tutti gli esercizi commerciali del centro di Nemi, sanzionando tutti coloro che non risultavano in regola con l’occupazione del suolo pubblico. Ebbene oggi chiediamo a che punto sia il questionario inviato a marzo 2014 a tutti i commercianti relativo al censimento delle autorizzazioni commerciali e delle occupazioni suolo pubblico che doveva essere il cardine per arrivare alla regolarizzazione delle attività commerciali, vero e proprio cuore pulsante di Nemi. L’impressione infatti è che nulla sia cambiato nell’ultimo anno e per l’occupazione del suolo pubblico il “fai da te” continua ad essere la soluzione più conveniente per tutti. Come sembra essere un miraggio mettersi in regola per gli ambulanti che pur chiedendo la dovuta autorizzazione non ricevono alcuna risposta.

Aspetta spera. Il secondo punto riguarda il pagamento del precetto di condanna al Comune di Nemi (scaturito da un ricorso contro una multa CdS) protocollato in data 5 dicembre 2013 e per il mancato pagamento del quale (dopo che la pratica era stata trascurata per un anno) scaturì un altro dei provvedimenti disciplinari nei confronti del “solito” maresciallo. Ad oggi quel pagamento è stato effettuato? Oppure la somma da pagare continua a moltiplicarsi, con un sensibile aggravio delle spese per le casse comunali?

Il palazzo inzuppato. La terza questione riguarda la risoluzione del problema del condominio “I Gradoni” per il quale i Vigili del Fuoco attestarono “vistose infiltrazioni d’acqua nelle pareti in adiacenza al terrapieno sulla cui sommità insiste un parcheggio”. Anche per questa questione il Maresciallo della Polizia locale di Nemi fu vittima di un provvedimento disciplinare per “non aver rimosso la situazione di pericolo”, ma a tutt’oggi questa situazione è stata risolta? E ci chiediamo anche se è ancora in essere l’ordinanza di sgombero emessa dal Sindaco in data 5 marzo 2014.

La nostra impressione è che per queste, e per altre questioni, l’importante a Nemi è che non se ne parli, anche le minoranze consiliari sembrerebbero essersi assuefatte a questo assordante silenzio.

Noi continuiamo a fare il nostro dovere di informare i cittadini e gradiremmo che anche il Sindaco facesse il suo dovere di fornire risposte se non a noi almeno alla sua città cosa che dovrebbe risultargli ancora più semplice ora che ha dotato l'Ente di una addetta stampa. Per questo restiamo a disposizione per pubblicare qualsiasi chiarimento o nota informativa che il Sindaco volesse fornire in merito. Anche per fugare i dubbi che il silenzio tende sempre a far lievitare.




ALBANO LAZIALE E NEMI: IL SALTO DELLA QUAGLIA E IL PALLINO DELLA COMUNICAZIONE

di Chiara Rai

Albano Laziale / Nemi (RM) – Ben diciassettemila e 500 euro sono i soldi dei cittadini di Nemi che il Comune, di appena duemila anime, impiega ogni anno per la comunicazione. Questo succede da novembre 2014.

Più precisamente 8 mila euro annui vengono spesi dall’amministrazione di Alberto Bertucci per la diffusione periodica dei comunicati stampa del Comune. Cinquemila e 500 euro per la realizzazione di un periodico semestrale registrato in tribunale. Questi 5.500 euro si dividono in: organizzazione e direzione del giornale 1.000 euro, rimborso spese al personale 1.000 euro, tipografia 2.000, spese di diffusione 1.000, spese per registrazione giornale 500 euro. Aggiornamento degli eventi sul sito comunale 2 mila euro. Realizzazione di un programma di collaborazione con l’Università della città di Nottingam ed il Palace Museum per la valorizzazione del Santuario di Diana 2mila euro. 

Cifre più che generose per un Comune come quello di Nemi che finora non ha affatto brillato in comunicazione e che, visti i tempi in cui gli Enti locali si barcamenano tra tagli e crisi, avrebbero potuto essere evitate.

Ci sono organismi di comunicazione che avrebbero fornito i medesimi servizi per meno della metà dei costi che abbiamo appena elencato. Ma la giunta di Nemi ha approvato tutto questo ambaradam senza battere ciglio. Anzi, prima di questa offerta ha pagato altri 1.500 euro per un laboratorio di giornalismo per gli studenti della scuola superiore di primo grado del piccolo paese.

Quello che ne esce fuori è un bilancio piuttosto discutibile: con un delegato Ufficio Stampa quale si è presentato l’ex aspirante presidente del Consiglio Comunale Giovanni Libanori, non si poteva fare tutto, o quasi, in casa? E poi, Giovanni Libanori, che non è più nel Cda Cotral ormai da diversi mesi avrebbe potuto dedicarsi ancora di più alla comunicazione e rapporti con la stampa. Invece no, un Comune così piccolo, non parliamo certo di Milano o Roma, tantomeno Velletri o Viterbo, ha bisogno di comunicati stampa, blog, corsi.  

Per Nemi è vitale la comunicazione e a pensarci, dulcis sin fundo, è stata scelta l’ex portavoce di Marco Mattei che ha “cambiato rotta” e si è candidata ad Albano Laziale con il centrosinistra a braccetto con il centrista casiniano Andreassi. Ebbene, questo “balzo” l’ha praticamente allontanata da Marco Mattei ma avvicinata sia al sindaco di Albano Laziale Nicola Marini che al sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

Sia Enrica Cammarano che Alberto Bertucci si sono rivelati  molto affascinati dai movimenti a sinistra da quando  il vento ha spirato da quella parte e durante il momento in cui Berlusconi ha vissuto quello che ha vissuto. Enrica Cammarano è niente meno che il presidente dell’associazione Università Popolare per la Cooperazione Internazionale. Di fatto si tratta di una associazione senza fini di lucro con un bel nome ridondante.

Una associazione molto attiva: dal marketing, alle lingue, al giornalismo. Soltanto ad ottobre 2014 ha collaborato proprio con l’amministrazione di Nicola Marini, caso ha voluto, nella realizzazione di iniziative dal costo di 10 mila euro tra le quali un convegno sul tema della sicurezza che si è tenuto al Museo Civico di Albano Laziale.

La politica muove la comunicazione o viceversa? Non ci è dato saperlo. Sappiamo soltanto che i fortuiti anelli di congiunzione di molti eventi sono sia l’Udc che il Pd e che in tempi non troppo lontani il sindaco di Nemi si è fatto fotografare molto vicino, anzi vicinissimo all’attuale consigliere regionale Michele Baldi che ha battezzato la penultima sagra delle fragole e che in Regione è, tra le diverse cariche, Membro Commissione Cultura ben rappresentato da un ufficio stampa che è stato di recente ufficio stampa anche nel team dei portavoce Cotral quando Giovanni Libanori era nel Cda.

Che dire, intanto rimaniamo estasiati dagli ultimi comunicati stampa del Comune di Nemi che parlano di primavera e vasi fioriti e narrano delle gesta del suo principale inquilino Alberto Bertucci.

Che bello, viva la comunicazione. Quella “omogenea” e disinteressata.




NEMI, UNIVERSITA’ POPOLARE PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: UN ALTRO BLUFF?

Redazione

Nemi (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di "Insieme per Nemi" su una presunta Università Popolare per la Cooperazione Internzionale che beneficia di un contributo pari ad euro 17.500,00 annuo dal Comune di Nemi.

Ecco la nota:

"Caro Direttore, abbiamo avuto un vero tuffo al cuore leggendo  che l’Università Popolare per la Cooperazione Internazionale sbarcava a Nemi. Ci siamo detti: “Finalmente il travaglio culturale che anima le inclite menti dei nostri illuminati amministratori ha raggiunto un’ambita meta! Così i giovani di Nemi troveranno un riferimento concreto alla loro giusta aspirazione di conoscenza!”.

E poi, oggettivamente:  “Università Popolare è bello!” ha il sapore del sapere  che corre incontro alla gente. Lo giuriamo! È scritto proprio nella delibera della Giunta Comunale n.148 del Comune di Nemi, recentemente pubblicata.

Pensa, caro Direttore, che addirittura la sede, suppongo sia naturalmente una succursale, è ad Albano Laziale – Corso Matteotti n.28! Chissà ci siamo domandati, con giusta ansia ed emozione, in quale e quanti insegnamenti sarà specializzata. Qualcuno, saggiamente, afferma che sicuramente è scritto nella delibera con la quale il Comune le ha riconosciuto un contributo annuo di € 17.500,00 (sic!). A specializzazione alcuna… è solo scritto testualmente che si tratta di “Un servizio di comunicazione e di organizzazione di eventi culturali”. 

E allora, l’Università Popolare dove sta: è una semplice Agenzia di Servizi che evidentemente ha scelto un look altisonante, forse per sembrare quello che in realtà non è. Una sorta di maquillage lessicale, apparentemente forbito, ma molto molto molto occhiuto.

Ma allora questa entità che è beneficiata con la somma di € 17.500,00 annui che escono dalle tasche dei cittadini di Nemi, non è una scuola, non è una entità didattica a quanto è dato comprendere.

E poi non ha proprio un bel niente di internazionale né, di “cooperativo”, almeno lo speriamo vivamente per quest’ultimo aggettivo, dati i tempi. In altre parole i giovani di Nemi non avranno nulla da apprendere dai servigi che saranno resi da questa entità, oggettivamente estranea alla sua apparenza.

Ma … a proposito di “prendere”, ed uscendo per un istante da ogni metafora, ai cittadini di Nemi sembra eccessivo il contributo di € 17.500,00 concesso dal Comune anche per un solo anno. Però, nella richiamata delibera si usa l’aggettivo “annui”, ingenerando nel lettore la sensazione che il contributo si ripeterà anche per il prossimo futuro. Sarebbe veramente eccessivamente oneroso per l’asfittico bilancio comunale. Ecco un altro dei tanti inutili rivoli che sistematicamente prosciugano le risorse comunali senza portare alcunché alla società nemese, né dal punto di vista economico- turistico, né tanto meno da quello culturale.

Questa volta non si tratta di un rivolo ma di un bel ruscellone a carattere quasi torrentizio che, con un vero e proprio andamento carsico “riciccerà” per ogni anno avvenire. Se non fosse molto serio, il tema in questione, dato il sostantivo abusato di Università, potrebbe sembrare quasi una “goliardata Bertucciana”. Ma purtroppo non è così! 

INSIEME PER NEMI"
 




NEMI: CASCATE IN CENTRO STORICO, PARTE LA DENUNCIA DI ASSOTUTELA

 

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Redazione

Nemi (RM) – "Presenteremo un esposto denuncia alla Procura della Repubblica e scriveremo al Prefetto di Roma affinchè accertino eventuali responsabilità in merito ad una situazione di degrado e di evidente pericolo per la sicurezza dei cittadini che ancora grava a Nemi in via salita della Chiesa, dove persiste una copiosa perdita di acqua su una parete rocciosa a ridosso di abitazioni". Questo quanto dichiara Ivan Galea, coordinatore di AssoTutela per la zona dei Castelli Romani e Roma Nord in merito al possibile pericolo di frana che potrebbe avvenire a causa delle copiose infiltrazioni di acqua e allo stato di degrado e incuria in cui versa ancora oggi, nonostante l'amministrazione comunale di Nemi ne sia a conoscenza da ben 2 anni, la parete rocciosa nel centro storico di Nemi a ridosso di un convento di suore.

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"La situazione è stata segnalata, da oltre due anni per ben due volte dai residenti del luogo all'amministrazione comunale di Nemi e denunciata pubblicamente a mezzo stampa lo scorso 15 febbraio 2015.  Nonostante il rapporto dei Vigili del Fuoco, – Prosegue il coordinatore AssoTutela –  nonostante le segnalazioni dei cittadini protocollate al Comune di Nemi, nonostante una denuncia a mezzo stampa e nonostante lo scempio delle cascate sia sotto gli occhi di tutti addirittura anche quando non piove, il Comune di Nemi sembra non accogliere queste grida d'allarme.

La sicurezza dei cittadini non può essere ignorata. Pertanto come Associazione, – conclude Ivan Galea – l'unica forma di tutela, a questo punto, è la denuncia alle Autorità preposte che sicuramente verrà accolta e finalmente metterà in atto quel meccanismo di smobilitazione di una situazione al momento, purtroppo, stagnante purché pericolosa".
 




NEMI, SICUREZZA: ERIKA RICCI (FDI) SOLLECITA UN SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA

Redazione

Nemi (RM) – In numerose città castellane si sta procedendo, ormai da un anno a questa parte, all’istallazione di sistemi di videosorveglianza con l’intento di arginare criminalità ed atti vandalici; Già comuni come Grottaferrata, Velletri ed Albano si sono dotate di videosorveglianza nei luoghi centrali e periferici delle città ed hanno potenziato quella già esistente, nei prossimi mesi seguirà anche Marino. La portavoce del partito fratelli d’Italia Erika ricci dichiara : “Dopo alcuni fatti incresciosi che hanno coinvolto la nostra comunità da un anno a questa parte come la maxi rissa scoppiata in piena notte in piazza Umberto I, diverse auto distrutte e l’ultimo episodio avvenuto questo mese dell’assalto alla banca Unicredit in piazza Roma;adottare un sistema di videosorveglianza può essere senz’altro una risposta concreta alla richiesta di una maggiore sicurezza per i cittadini e un modo efficace per salvaguardare il patrimonio pubblico di Nemi. Oggi la video sorveglianza è divenuta uno strumento indispensabile sia nelle abitazioni private che nei luoghi pubblici a tutela della sicurezza e al contrasto della criminalità, divenendo ormai parte integrante dell’arredo delle strutture pubbliche e private. Essa può avere effetti positivi e funzionare come deterrente verso chiunque voglia commettere atti illeciti. Sono eventi che non devono e non possono passare inosservati soprattutto agli occhi dell’amministrazione comunale che ha il dovere di occuparsi della sicurezza del nostro paese. La situazione negli ultimi anni è cambiata e fenomeni di criminalità sono sempre più frequenti, per questo credo sia doveroso prendere come esempio quello che già hanno fatto gli altri paesi limitrofi ed attuare un’iniziativa del genere renderà più sicuro il nostro territorio.”




NEMI: SMONTAGGIO "CASETTA" SUL LAGO DEL CONSIGLIERE FRISON. ASSOTUTELA RICORRE IN PROCURA


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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Assotutela risponde all’appello de L’Osservatore d’Italia affinché non finisca nell’oblio il caso del consigliere di maggioranza di Nemi Elio Frison che a dicembre del 2012 ha smontato in soli tre giorni un manufatto presumibilmente abusivo situato nella valle del lago dove l’abusivismo prolifica sotto gli occhi di tutti.

Il quotidiano L'Osservatore d'Italia ha filmato l’intera operazione di smontaggio, avvenuta dal 18 al 20 dicembre del 2012 e informava tempestivamente con Posta Certificata – PEC – quanto stava avvenendo i Carabinieri, Forestale, Guardia Parco, Ufficio Tecnico del Comune di Nemi, il consigliere di opposizione Cinzia Cocchi e il consigliere di opposizione Stefania Osmari,  ma i controlli degli organi di vigilanza, caso ha voluto, sono arrivati soltanto quando la “casetta” è sparita dopo un andirivieni durato per ben 3 interi giorni del consigliere di maggioranza Frison con il suo furgoncino bianco.

“Abbiamo presentato un esposto ben dettagliato in Procura – dichiara il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato – dobbiamo finirla con le solite storie dei figli e dei figliastri! Come associazione che tutela i diritti dei cittadini pretendiamo di sapere dove sono stati smaltiti i materiali di risulta del manufatto che il consigliere Frison ha smontato.

Giusto in queste ore, quale presidente di Assotutela, sento più che mai la necessità di fare nostre le parole di Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali il quale commenta favorevolmente la tanto attesa approvazione da parte del Senato del disegno di legge che introduce nel codice penale i delitti ambientali: l'introduzione della fattispecie del reato di disastro e inquinamento ambientale è elemento centrale che consentirà di evitare per il futuro l'impunibilità dei responsabili di tali delitti”. “Dunque – conclude Maritato – questo caso va chiarito subito! Quando un’opera abusiva viene demolita, legge vuole che vi sia una tracciabilità rispetto l’iter di conferimento dei materiali: dove li ha smaltiti il consigliere di maggioranza Elio Frison che in soli tre giorni ha smontato la sua “casetta” sul lago di Nemi in fretta e furia?

Frison è un rappresentate della casa comunale di Nemi che per primo dovrebbe dare il buon esempio e allora ci risponda per dipanare ogni dubbio sorto intorno a questa paradossale vicenda che da una parte vede pendere sul direttore de L’osservatore d’Italia una ordinanza di ripristino per un “intonaco” in pietra locale e dall’altra il silenzio rispetto un consigliere comunale che addirittura si è ritrovato una “casetta” in riva al lago di Nemi, un sito a protezione speciale e tutelato dal Parco dei Castelli Romani dove è assolutamente proibito costruire.

Auspichiamo che siano gli inquirenti, a seguito dell’esposto appena presentato in Procura, a fornirci quelle risposte che l’amministrazione di Nemi non ha inteso fare”.

L'editore de L'Osservatore d'Italia apprende con grande piacere l'iniziativa del presidente di Assotutela e auspica che venga fatta finalmente chiarezza su un episodio rimasto fino ad oggi nell'ombra. E' nostra ferma intenzione quindi sapere dove sono stati smaltiti i materiali di risulta della "casetta" smontata" del consigliere di maggiornaza del Comune di Nemi. 




NEMI: ENNESIMO SCANDALO SULLA SICUREZZA

 

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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Transenne a Nemi in via Riccardo De Sanctis detto Vittorio, che collega la zona alta del paese con il centro storico, dove delle pietre si sono staccate dalla spalla di un ponte.

E dire che solo pochi mesi fa, il 23 ottobre 2014 per l'esattezza, l'intera vegetazione su via De Sanctis era stata oggetto di potature a nostro dire "incaute" volute da quella che ormai viene definita la (dis) amministrazione di Alberto Bertucci.

Infatti, l'amministrazione comunale aveva provveduto a far tagliare con una trincia posta su un braccio meccanico l'intera vegetazione, alberi compresi, nata a ridosso della via e sui muri di contenimento.

L'utilizzo della trincia su braccio meccanico potrebbe aver trasmesso notevoli vibrazioni alle radici delle piante (fico, edera. ecc.) nate tra gli interstizi del muro provocando quindi l'allentamento ed il successivo distacco delle pietre. I muri in questioni sono del tipo “alla romana”, realizzati con conci di peperino murati e listati con malta cementizia. Da evidenziare che manca ormai da svariati decenni una corretta manutenzione dei muri consistente nella completa estirpazione della vegetazione presente e nella risarcitura delle connessure con malta cementizia.

Ed a Nemi il tema della sicurezza dei cittadini  torna prepotentemente a impegnare le nostre colonne nella speranza che qualcuno intenda, una volta per tutte, sollecitare questa amministrazione comunale che sembra più impegnata a tamponare le proprie incapacità gestionali del territorio con l'organizzazione di eventi e manifestazioni.

Sembrerebbe addirittura che ci sia l'intenzione di creare un passaggio pedonale tra un altro costone roccioso, che in passato è stato interessato da distacchi di massi di grosse dimensioni, e il pilone del ponte che si trova all'incrocio tra la via Nemorense e la via De Sanctis. Si auspica si tratti solo di una leggenda metropolitana, in quanto il punto interessato per il passaggio pedonale non sembrerebbe proprio adatto allo scopo, anzi, a nostro dire, potrebbe mettere a serio rischio l'incolumità degli ignari passanti. 

Certo è che passare sotto i ponti di Nemi e vedere questi scenari di degrado e mancanza di interventi risolutori finalizzati alla sicurezza per poi immaginare che venga creato un passaggio pedonale a rischio caduta massi dove potrebbe addirittura passare una famiglia risulta assai paradossale e sinceramente fa accapponare la pelle. Un pò come per l'altra annosa situazione delle "cascate" a ridosso della parete rocciosa in via Salita della Chiesa dove ad oggi, dopo due anni, di segnalazioni, non risulta ancora effettuato nessun tipo di intervento.

Tirando le somme, la viabilità a Nemi è tutta una transenna: il rischio è che il piccolo paese delle fragole possa rimanere blindato e isolato. La via Nemorense da entrambi i lati di accesso al paese è transennata, la Provincia di Roma non esiste più e chissà se almeno il nuovo ente sovracomunale "Roma Città Metropolitana" vorrà prendersi la briga di interfacciarsi con il Comune di Nemi per togliere i residenti ed i visitatori da questo impaccio.
 




NEMI: SUGLI ABUSI E' L'ORA DELLE RISPOSTE

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Il proliferare di abusi nella valle del lago di Nemi, denunciati più volte su queste colonne sono stati argomento di un articolo pubblicato lo scorso 2 marzo relativo una nota di "Partecipazione Democratica" che ha puntato il dito sull'attuale amministrazione comunale, capitanata dal sindaco Alberto Bertucci.

La nota di Partecipazione Democratica evidenziava la mancanza di controlli da parte dell'amministrazione comunale per tutelare un patrimonio naturalistico che doveva essere proposto, secondo i proclami fatti in campagna elettorale dall'attuale maggioranza di governo, all’Unesco come patrimonio dell’umanità.

Ebbene, prendendo spunto dalla nota di Partecipazione Democratica, intendiamo evidenziare come la Dis-Amministrazione di Alberto Bertucci – come è stata definita da alcuni – ha invece in maniera solerte effettuato dei controlli nei confronti del direttore di questo quotidiano e invitiamo, certi di riportare la volontà di tutti i cittadini onesti della comunità di Nemi, le opposizioni, qualora lo ritengano di pubblico interesse, a pretendere delle risposte dall'amministrazione su alcune tematiche che parrebbero cadute nell'oblio.  

Ma veniamo ai fatti:
Un anno e un mese sono trascorsi dal controllo in pompa magna stile action movie americano fatto alla residenza del direttore de L'Osservatore d'Italia Chiara Rai, – residente a Nemi dal giugno del 2005 – dove il tecnico del Comune di Nemi, accompagnato dai Carabinieri e dalla Polizia Municipale, ha misurato ogni centimetro dell'abitazione a seguito di un esposto che avrebbe presentato un signore, tale Cavaterra Renzo detto Massimo, grande sostenitore durante la campagna elettorale del 2012 per le amministrative dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

Tutto questo succedeva il 24 gennaio del 2014 successivamente alla pubblicazione di svariati tabella de L'Osservatore d'Italia, di cui lo ricordiamo ancora Chiara Rai è il direttore responsabile – che interessavano il soggetto Cavaterra, relativi a varie denunce pubblicate sul nostro quotidiano, supportate da reportage fotografici, di movimenti di terra operati su una proprietà meglio conosciuta come Pentima Pizzuta, riconducibile al Cavaterra Renzo detto Massimo, che fu poi in seguito posta sotto sequestro dall'Autorità Giudiziaria.

E anche in merito alla campagna informativa intrapresa dal nostro quotidiano insieme ad un nutrito gruppo di cittadini riunitosi in un comitato, concernente un Piano Integrato ai Corsi, zona alta di Nemi, poi sfociato, durante la conferenza di servizi promossa dallo stesso Comune di Nemi, in un diniego da parte dell'Ente Parco dei Castelli Romani. 

L'intera verifica effettuata dall'ufficio tecnico del Comune di Nemi si è poi concretizzata in un'ordinanza comunale di rimessa in pristino relativa l'intonaco "in pietra locale" della casa del nostro direttore Chiara Rai che non sarebbe legale.

Ebbene si. L'intonaco dell'abitazione di Chiara Rai rischia addirittura di essere acquisito dal Comune di Nemi. Il colpevole intonaco varierebbe le distanze con i confini delle altre proprietà e una di queste proprietà, fato ha voluto, sia proprio di una società riconducibile a Cavaterra Renzo detto Massimo. Proprietà che poi presenta numerosi manufatti per i quali è stato presentato un esposto al Comando dei Vigili di Nemi e all'Ufficio Tecnico, ma ad oggi non è dato sapere se queste costruzioni siano regolari o meno.

L'invito de L'Osservatore d'Italia alle opposizioni:

– L'assessore di maggioranza Elio Frison che ha smontato in soli tre giorni un manufatto nella valle del lago di Nemi presumibilmente abusivo, di cui noi de L'Osservatore d'Italia abbiamo filmato nell'arco di tre giornate l'intero smontaggio denunciando quanto stava accadendo a tutte le Autorità competenti, nessuna esclusa, sia inviando Pec e sia telefonicamente. Dove ha smaltito tutti i materiali di risulta? 

[I filmati de L'Osservatore d'Italia che provano lo smontaggio del manufatto]

18 DICEMBRE 2012

19 DICEMBRE 2012

20 DICEMBRE 2012

– Lo scorso 28 luglio 2014 segnalammo, sempre su queste colonne, due abusi in riva al lago di Nemi. Abbiamo segnalato un grazioso chalet con veranda e un’altra costruzione sempre con verandine. Due immobili che non dovrebbero affatto esistere (E nella valle del lago di Nemi di manufatti di questa natura ce ne sono a bizzeffe) e che oggi a distanza di 7 mesi dalla nostra segnalazione sono ancora li. La polizia locale di Nemi e l'Ufficio Tecnico del Comune sono intervenuti?

– Lo scorso 20 luglio 2014 segnalammo due "stranezze": Una di fronte la famigerata area di Pentima Pizzuta riconducibile sempre al grande sostenitore dell'attuale primo cittadino Alberto Bertucci. L'abitazione in questione presenta una sorta di veranda realizzata sul balcone che va ad integrarsi esteticamente con il resto dell'edificio, quasi a far venire in mente che possa trattarsi di una cucina ricavata. Un'altra "stranezza" la segnalavamo nella centralissima piazza Roma dove un altro balcone, esattamente un piano superiore a quello dell'attuale sindaco di Nemi, presenta un localetto dove prima dell'intervento c'era una caldaia. La polizia locale di Nemi e l'Ufficio Tecnico del Comune sono intervenuti?

– Lo scorso 23 settembre 2014 abbiamo scritto anche di abitazioni che dominano via dei Platani, nella zona nord di Nemi, dove ci sono dei balconi che risultano addirittura chiusi con alluminio anodizzato con tutta la conseguente destabilizzazione dell’edificio per altro insistente in zona sismica. Ricordavamo quindi a chi di dovere che l'alluminio anodizzato è assolutamente vietato dal regolamento edilizio del Comune di Nemi  e dal Parco Regionale dei Castelli Romani. La polizia locale di Nemi e l'Ufficio Tecnico del Comune sono intervenuti?

– Lo scorso 15 febbraio 2015 abbiamo evidenziato il fatto che alcuni cittadini hanno scritto ben due lettere al Comune di Nemi – La prima nel 2013 – denunciando una situazione di presunto pericolo dovuta a copiose perdite di acqua su una parete rocciosa a ridosso di abitazioni in via Salita della Chiesa ai civici 2,4,6,8,10,12 e 14. Il Comune di Nemi è quindi a conoscenza, da oltre due anni, di questa situazione che potrebbe mettere a rischio la sicurezza dei cittadini. Sul posto è stato anche effettuato un sopralluogo da parte dei Vigili del Fuoco. Considerando che le copiose perdite di acqua insistono sulla parete rocciosa a tutt'oggi il Comune di Nemi cosa ha fatto per garantire la sicurezza ai propri cittadini?

Qualora le opposizioni decidano di voler presentare interrogazioni a riguardo, questo quotidiano si rende fin d'ora disponibile a pubblicare le stesse e a monitorarne le risposte anche al fine di tenere alta l'attenzione sulle criticità del territorio.




NEMI: DA “STATO FINALE” A “REGOLARE ESECUZIONE”. GIUSTO QUALCHE PASSAGGIO DI FATTURE…


LEGGI ANCHE: NEMI: BUIO SU VIA NEMORENSE NONOSTANTE I SOLDI PUBBLICI SPESI


di Ivan Galea – Chiara Rai

Nemi (RM) – Non sono passati molti giorni da quando abbiamo pubblicato Nemi: buio su via Nemorense nonostante i soldi pubblici spesieppure sembra che improvvisamente questo tema sia tornato in voga.

E’ come se improvvisamente l’albo pretorio comunale di Nemi, su questa vicenda, si fosse rianimato dal torpore che durava addirittura da due anni, ovvero dal pagamento della prima tranche del dicembre 2013 alla ditta Euro Scavi Cilia di circa 70 mila euro. Una cosa positiva è successa, caso vuole dopo la nostra pubblicazione, che le fatture di cui non trovavamo traccia sono comparse tutte belle in blocco.

Ebbene anche qui è un bel rompicapo, state a sentire: la società Euro Scavi Cilia Srl emette fattura (numero 42 del 19 settembre 2014) per un importo di 70 mila euro e rotti, chiudendo definitivamente i lavori eseguiti tanto che appare una dicitura che non può essere male interpretata: sulla fattura c’è scritto in grassetto STATO FINALE.

Dovrebbe dunque essere finita qui e invece così non è perché sembra quasi che quello “stato finale” abbia voluto cambiare forma e sostanza ma si sa che per cambiare si deve avviare un processo che non è sempre immediato. Ebbene dopo l’emissione della fattura “stato finale”, soltanto un mese circa dopo appare una nota di credito del 16 ottobre 2014 sempre per circa 70 mila euro anzi per dirla con precisione: uno storno dell’esatto importo precedentemente fatturato.

Ma non finisce qui. Certo chiunque potrebbe pensare beh, strano. C’è un finanziamento pubblico regionale, si affidano i lavori a Cilia, Cilia li esegue ed emette fattura per circa 70 mila euro e poi dopo neppure un mese azzera il credito vantato. E poi che fa? E poi il 4 novembre 2014 emette una nuova fattura sempre per gli stessi famigerati lavori e sempre per lo stesso sputato importo.

Vi chiederete: cosa è cambiato? Assolutamente nulla se non la dicitura in grassetto che da STATO FINALE è diventata REGOLARE ESECUZIONE.

Insomma è un po’ come la famosa “supercazzola” di Tognazzi che vuol dire tutto e non vuol dire niente ma quantomeno non chiude le porte ad altri interventi. Perché si converrà che stato finale significa che è finita ma regolare esecuzione può significare anche: NON FINISCE QUI. 

E allora dove si vuole arrivare? Perché questo giro di fatture e storno e poi altra fattura emesse al Comune di Nemi per gli stessi lavori e per lo stesso importo? E vogliamo tornare a parlare di come quest’ultimi siano stati eseguiti? Per questo vi rimandiamo all’articolo precedente dopo il quale, in fretta e furia sono stati pubblicati i documenti contabili che alleghiamo a questo articolo.

Peccato però che se si clicca sulla determina non ci è possibile aprirla. Fosse lì il bandolo della matassa?

CLICCARE PER GUARDARE E/O SCARICARE LA FATTURA 42 EMESSA DA EUROSCAVI CILIA AL COMUNE DI NEMI

CLICCARE PER GUARDARE E/O SCARICARE LA NOTA DI CREDITO EMESSA DA EUROSCAVI CILIA AL COMUNE DI NEMI

CLICCARE PER GUARDARE E/O SCARICARE LA FATTURA 50 EMESSA DA EUROSCAVI CILIA AL COMUNE DI NEMI




NEMI: COLPO GROSSO COL BANCOMAT UNICREDIT

Redazione

Nemi (RM) – Paura a Nemi per un furto del bancomat alla banca Unicredit in piazza Roma intorno alle 2:30 di questa notte. Alcuni malviventi, almeno tre, a bordo di due furgoni hanno dapprima sfondato la vetrina dell’istituto bancario e poi asportato l’intero bancomat contenente circa 60mila euro. Nella fuga hanno lasciato a Nemi uno dei due mezzi utilizzati in mezzo alla strada. Si presume che abbiano utilizzato la via Nemorense come via di fuga. Gli operai sono già al lavoro per riparare i danni provocati alla banca Unicredit di Nemi. A chiamare il 112 i residenti del circondario. Le indagini sono tutt’ora in corso. Sono intervenuti sul posto i carabinieri di Velletri diretti dal capitano Davide Occhiogrosso, nello specifico i militari della stazione di Nemi, una pattuglia di Ariccia e una di Lanuvio. Le modalità sono simili ai furti accaduti di recente ad Aprilia e Lariano.