NEMI, GARA PERINO: IL COMUNE TACE MA PARLA BERTUCCI LISTA CIVICA

di Ivan Galea
Nemi (RM)
– “Farneticazioni”, questo è il verbo utilizzato dalla lista civica Uniti per Nemi del sindaco Alberto Bertucci in un manifesto che sostanzialmente vuole tranquillizzare la cittadinanza che tutto è in regola per quanto riguarda la gara di affidamento dei lavori di pubblica illuminazione su via del Perino a Nemi.

Singolare che Alberto Bertucci abbia voluto precisare la piena regolarità della gara del Perino attraverso un manifesto di lista civica e non un manifesto istituzionale del Comune di Nemi visto che ad essere chiamato in causa è proprio l’Ente Locale e in particolare il responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti. La differenza sostanziale, forse, è che il Comune deve fare dichiarazioni ufficiali e certe in quanto amministrazione pubblica mentre una lista politica può di fatto dire quello che vuole.

Quanto vale dunque questo manifesto rispetto all’apertura di un fascicolo in magistratura? “Il Comune – si legge –  ha svolto la procedura di assegnazione in piena regola”, una regolarità che sarebbe confortata dalla risposta dell’Anac di Raffaele Cantone, risposta che ben sappiamo non essere stata favorevole all’operato della responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti. [LA RISPOSTA DELL'ANAC ALL'ESPOSTO FATTO DAL DIRETTORE DE L'OSSERVATORE D'ITALIA SULLA GARA DEL PERINO]

Nel manifesto, il sindaco Bertucci, ex esponente di centrodestra e leader del gruppo civico Uniti per Nemi ammette che Rosanna Galanti ha inviato una richiesta di chiarimento all’Anac ma non fa invece riferimento alla missiva ufficiale dell’Anac inviata sia alla responsabile dell’ufficio Tecnico sia al direttore del nostro giornale.

E’ praticamente impossibile mal interpretare la risposta dell’Anticorruzione che evidenzia come un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisca la partecipazione alla procedura di gara. Avendo appurato che sono state invitate alla gara cinque ditte tra cui la Cosite S.r.l. di Borri Emanuela e la Edil Impianti S.r.l. di Borri Gianni è evidente che che nell’invitare le ditte non è stato effettuato il benché minimo controllo su eventuali rapporti di parentela e non è stato dunque tutelato il principio di par condicio tra i concorrenti.

La lettera di Rosanna Galanti (a dir poco incomprensibile) dove la stessa richiede parere al’Anac parte dopo il nostro articolo sul Perino datato 26 dicembre 2014 [LA LETTERA DI ROSANNA GALANTI INVIATA ALL'ANAC]

Non conosciamo la presunta risposta che può aver dato l’Anac a quella singola lettera astrusa ma sappiamo per certo che quando Rosanna Galanti scrive questa missiva all’Anticorruzione la gara del Perino è già bella che partita e affidata e che la problematica all’Anac viene invece ben esposta e argomentata dal nostro quotidiano tramite posta certificata come sostenuto dalla stessa Anticorruzione che ammette che vi può essere commistione.

In particolare riportiamo testé quello che scrive: “Da verifiche effettuate sembra esserci una commistione di cariche societarie e potrebbe esserci tutt’ora anche un legame di parentela tra le due ditte che ne inibirebbe la contemporanea partecipazione alla procedura di gara”.
Tradotto in soldoni: abbiamo ragione tant’è che la Magistratura ha aperto un fascicolo, a seguito di un esposto presentato da AssoTutela, e che l’intera documentazione inerente la gara del Perino è in mano agli investigatori, cioè è stata sequestrata.

Detto ciò come fa Bertucci a sostenere che è tutto regolare? Sarà la Magistratura a emettere sentenza dopo una accurata verifica e ricordiamo che l’Anac non è una marca di detersivo ma un Organo di estrema affidabilità è un’autorità amministrativa indipendente italiana e la sua funzione essenziale è la prevenzione della corruzione nell’ambito delle pubblica amministrazione. Ora il giudizio dell’Anac sugli appalti pubblici, soprattutto nell’era di Mafia Capitale, è diventato imprescindibile ed essenziale.

Dunque come fa Bertucci a dire che è tutto regolare? Ha già avuto in segreto dei riscontri dalla magistratura? E se fosse tutto a posto perché c’è chi ragionevolmente indaga sul caso e perché l’Anticorruzione avrebbe detto così esplicitamente, tra le altre osservazioni, che dopo opportune verifiche SEMBRA ESSERCI UNA COMMISTIONE DI CARICHE SOCIETARIE tra le ditte partecipanti alla gara del Perino?

Rosanna Galanti, responsabile dell’Ufficio Tecnico di fatto dovrà dare spiegazioni puntuali agli organi competenti perché risulta dagli atti che il Comune ha consapevolmente invitato 5 ditte a partecipare alla gara. Possibile che abbia invitato alla cieca? Senza verificare che due delle cinque ditte chiamate avevano legami di parentela (padre e figlia)?

Il manifesto, uno tra i tanti che artatamente tranquillizza i cittadini e plasma lo stato reale dei fatti è stato oggetto di una replica da parte di “Partecipazione Democratica”

Ecco la replica di Partecipazione Democratica:
"Le gare di appalto hanno avuto un iter ineccepibile…..come quella dello scuolabus, con tanto di intervento della magistratura. Come mai parlano gli organi di stampa e l’assotutela fa esposti ai carabinieri? Come mai tanto altro? L’opera di illuminazione della via del Perino  valorizza la conca e non conta che è semidistrutta prima della fine o che è inutile ed effimera.
Bertucci ha risolto il problema della valorizzazione della conca e non conta l’abusivismo dilagante con i relativi pozzi neri, il centro di canoa distrutto, i sentieri spariti, la via che porta al lago che grida vendetta.
Dice che ancora stiamo pagando i danni della vicenda ilcesa, ma non dice alcune cose importanti:
•     grazie a quelle battaglie abbiamo risparmiato  a nemi milioni di altri metri cubi di cemento.
•    abbiamo risparmiato milioni di euro per la costruzione di strade ed opere di urbanizzazione con ulteriori danni ambientali.
•    abbiamo evitato gravi problemi per le risorse idriche.
Il sindaco Bertucci parla di debiti accollati ai cittadini Nemesi dalle amministrazioni di sinistra, ma si è mai chiesto:
Quanto e’ costata la distruzione del centro di canoa e dei sentieri?
Quanto e’ costata l’irregolarita’ del campo di calcio?
Quanto sono costati lo smantellamento di fontane ed arredi urbani che erano nuovi?
Quanto e’ costata la sorveglianza del varco del centro storico con sofisticato sistema di telecamere mai messo in funzione?
Quanto e’ costata la costruzione di pannelli fotovoltaici sul tetto della scuola mai messo in funzione?
Quanto e’ costato impiantare ulivi nella conca del lago per poi lasciarli a se stessi?
Questo per parlare solo di poche cose.
Parleremo ancora di altri sprechi di pubblico denaro, non certo dovuti a
Scopi  nobili come quello di salvare il territorio."




NEMI: ACEA RIPARA LE CONDOTTE… DOPO UN MESE E DUE tabella DI GIORNALE

Redazione

Nemi (RM) – A Nemi l'Acea finalmente è intervenuta per riparare le copiose perdite di acqua dovute alla rottura delle condotte nella zona alta di Nemi – Parco dei Lecci e Colombe – dopo due tabella di denuncia pubblicati su questo quotidiano in cui si evidenziava il fatto che da circa un mese i residenti del quartiere continuavano a segnalare i guasti al numero verde Acea senza però ottenere dei risultati.

"Possibile che si debba arrivare a far indignare oltre 70 famiglie e a rivolgersi ai giornali per far riparare un guasto? – commenta un residente del luogo – sono anni che si va avanti con questa storia infinita delle riparazioni tampone – prosegue il cittadino – ma esiste una carta dei servizi? Non è possibile – conclude il residente che per tornare ad uno stato di normalità ci sia voluto un mese di telefonate al numero verde e due tabella di giornale".
 




NEMI, LAVORI FAI DA TE: SPUNTA LA LAMA DI RASOIO

 

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di Ivan Galea
Nemi (RM) – Affilato come la lama del rasoio. Così si può riassumere il lavoro di sistemazione del guard rail fatto nella zona alta di Nemi all'incrocio tra via del Gelsomino e via De Sanctis.

Siamo alle solite purtroppo: sotto la supervisione del comandante della Polizia Municipale di Nemi, Gabriele Di Bella (questa volta almeno in un settore di sua competenza), è stato effettuato il ripristino del guard rail posto a protezione del canale di scolo delle acque piovane.

L'intervento "riparatore" è stato effettuato da quello che definiamo il "solito volontario" di turno. Infatti, sull'Albo Pretorio online del Comune di Nemi non c'è traccia di determina dirigenziale relativa all'assegnazione a ditta specializzata dell'intervento, così come è obbligatorio per una pubblica amministrazione.

Ma a Nemi sembra ormai una routine quella di vedere effettuare lavori da una non meglio identificata manodopera. A rimetterci, anche in questo caso, oltre alla trasparenza e correttezza nelle pubbliche procedure è la sicurezza.

Il guard rail è stato sistemato, ma senza utilizzare i pezzi speciali assolutamente necessari per le giunzioni, soprattutto nel caso specifico: quello spigolo, affilato come la lama di un rasoio, posizionato al centro di una curva a gomito, è un attentato alla pubblica incolumità. Le conseguenze derivanti da un contatto con quella lama affilata di un pedone (adulto o ancora peggio di tenera età) o di un motociclista o di un ciclista, di quest'ultima categoria ne girano parecchi, sono di facile immaginazione. E a nulla serve il segnale di pericolo se non a testimoniare la presa di coscienza dell'errore commesso.

Torniamo quindi a ripetere la nota massima: ad ognuno il suo mestiere ed al lupo le pecore.




NEMI, VERGOGNA ACEA: RESIDENTI ABBANDONATI

 

LEGGI ANCHE: NEMI, PARCO DEI LECCI E COLOMBE: L'ACEA SCATENA LA RABBIA DI OLTRE 70 FAMIGLIE

 

di Ivan Galea
Nemi (RM)
– Non si placa l'estate calvario dei residenti della zona alta di Nemi che assistono esasperati a quello che di fatto è ormai uno stato di completo abbandono da parte del gestore idrico Acea. L'ultimo grave guasto alle condutture viene segnalato da un mese e riguarda un enorme perdita di acqua che fuoriesce dal sottosuolo invadendo la strada e le abitazioni circostanti. Nella giornata di giovedì 3 settembre la Polizia locale di Nemi è intervenuta sul luogo provvedendo a transennare l'area, quindi a posizionare la segnaletica di pericolo. "Possibile che l'amministrazione comunale non sia in grado di farsi sentire autorevolmente con il gestore idrico? – Commentano alcuni cittadini visibilmente irritati – Quanto altro tempo occorrerà attendere – dichiarano ancora i residenti del luogo – per vedere la squadra Acea mettere l'ennesima toppa a questa enorme perdita? E soprattutto chi pagherà i danni arrecati dall'acqua alle abitazioni circostanti?"
Forse sarebbe il caso, da parte di Acea, di programmare un intervento che, a questo punto è necessario, sia definitivo.
 




NEMI, PARCO DEI LECCI E COLOMBE: L'ACEA SCATENA LA RABBIA DI OLTRE 70 FAMIGLIE

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Estate calvario nella parte alta di Nemi, più precisamente nella zona Le Colombe e al consorzio Parco dei Lecci: solo a luglio ben sei rotture delle tubazioni con relativi interventi straordinari avvenuti solo in capo a numerose segnalazioni al contestato numero verde del gestore del servizio idrico Acea.

Il più recente bollettino di quest’ultime ore ci riporta notizie allarmanti: un residente di via delle Violette si trova con l’abitazione allagata a causa delle perdite che segnala da oltre un mese. E al civico 37 di via Parco dei Lecci si è rotta di nuovo una condotta riparata soltanto un paio di settimane fa. Ancor più tragica la situazione al civico 8 di Parco dei Lecci dove un’abitazione è competamente “inzuppata” a causa della di una grossa perdita che parte da via dei Corsi: sono circa 20 giorni che la situazione non viene risolta.

Anche il vicesindaco di Nemi Edy Palazzi ha sollecitato il gestore Acea che gli avrebbe garantito un intervento tempestivo questo lunedì appena passato ma nulla è cambiato perché sembrerebbe che gli operatori Acea abbiano girovagato per il circondario senza arrivare a destinazione.

70 famiglie sul piede di guerra. Il problema è sempre quello più volte segnalato dal nostro giornale ma la situazione a questo punto, si è aggravata perché oltre 70 famiglie sono sul piede di guerra: Alla fine vengono, aggiustano alla meglio mettendoci la cosiddetta “toppa”, lasciano la strada proprietà del Consorzio, alla meno peggio o meglio in condizioni precarie, e i soci proprietari, si ritrovano col manto stradale deteriorato.

La strada del Consorzio Parco dei Lecci è stata pagata da ogni frontista che si è tolto una fetta dal suo terreno edificabile per poterla realizzare. Sebbene il consorzio non gravi sulle casse del Comune, quest’ultimo ha la responsabilità di verificare se l’Acea faccia bene il proprio lavoro e considerata la situazione fuori controllo a Nemi, dovrebbe intervenire tempestivamente a sollecitare il gestore affinché sostituisca una volta per tutte le condutture obsolete per evitare dispendiosi interventi straordinari ed enormi disagi all’utenza che paga regolarmente per il dis-servizio erogato.

La strada Parco dei Lecci fu asfaltata a spese del consorzio circa 30 anni fa, e da allora si va avanti a toppe e riparazioni mordi e fuggi. Sarebbe ora di rifarla tutta e per bene, ma queste continue rotture dell’acquedotto sconsigliano di affrontare una spesa che andrebbe dai 30 ai 50mila euro a carico dei consorziati.

A dicembre dell’anno scorso il Consorzio scrisse una lettera ai consiglieri di maggioranza e d’opposizione. Ma nessuno ha mosso un dito. Una missiva con la richiesta di un intervento risolutivo fu inviata anche all’Acea.

Anche i residenti di Parco dei Lecci sono residenti ed elettori di Nemi e meritano di essere tutelati dall’amministrazione comunale. A questo punto saranno gli stessi cittadini colpiti dai disservizi a muoversi nei confronti del gestore non solo con questa denuncia sulle colonne del nostro quotidiano.




NEMI, GARA BICICLETTE: LA GRANDE GIOIA PER UNA 3 GIORNI DA SOGNO

 

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di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Venerdì, sabato e domenica Nemi si è presentata come una cittadina blindata in balia dei ciclisti, unici “padroni” del paese delle fragoline che a conti fatti non hanno portato all’economia locale i risultati auspicati. Niente sosta e niente fermata per le auto, parcheggi invasi da tendopoli e gonfiabili della società sportiva, camper che occupavano marciapiedi compresa l’intera salita di via De Sanctis e poche, davvero poche persone in giro. Già intorno alle 18 di venerdì e sabato un’atmosfera da coprifuoco e la scontentezza di diversi esercenti dovuta alla mancanza di organizzazione e concertazione rispetto ad un evento che avrebbe potuto essere condiviso e soddisfare quello che è il motivo principale per il quale si organizzano gli eventi: portare non solo un ritorno d’immagine ma anche incentivare e promuovere le attività commerciali del paese che dovrebbero trarre benefici da ciascuna manifestazione. I proclami e applausi dal palco riservati all’amministrazione di Alberto Bertucci stonano rispetto ad un bilancio che non sembra essere positivo. Tanto per cominciare l’idea di una sorta di mensa attrezzata sulla terrazza sopra la scuola in piazza Roma non è stata poi così brillante. Il menù a prezzo stracciato (meno di 10 euro) con tanto di tiramisù offerto per soli due euro ha letteralmente azzerato le possibilità di frequentare (per ciclisti, famiglie e visitatori curiosi della manifestazione) bar e ristoranti che sono rimasti con tanti coperti prenotati da persone che poi puntualmente hanno disertato in favore della “fraschetteria” all’aperto. Tra l’altro l’allestimento sulla terrazza ha lasciato più di qualcuno perplesso perché il sito è stato considerato non idoneo per organizzare la sagra dei gialloni alla sadorea: perché per le biciclette sì e per una sagra proposta da alcuni nemesi e di promozione di un piatto tradizionale locale no? Insomma, si è giusto guadagnato con qualche caffè e gelato ma soprattutto i ristoranti sono rimasti a bocca asciutta nonostante avrebbero potuto concertare dei menù ad hoc e fornire qualità e convenienza in occasione della gara di mountain bike nel paese. Vogliamo parlare della viabilità? Niente parcheggi, tanti divieti. Questa è stata la ricetta del comandante dei vigili Gabriele Di Bella che per l’occasione ha praticamente isolato il paese senza possibilità per i residenti di poter trovare comodamente parcheggio e vivere la cittadina. Ma l’evento è passato, si aspetta il prossimo con l’auspicio di non rivivere lo stesso scenario.
 




A NEMI, PER LA "GIOIA DI RESIDENTI, COMMERCIANTI E TURISTI", ARRIVA IL CAMPIONATO ITALIANO MARATHON

di Ivan Galea

Nemi (RM) – La Marathon dei Colli Albani – La Via Sacra è pronta a regalare emozioni e suggestioni particolari a coloro che si troveranno nel prossimo fine settimana nel territorio dei Castelli Romani con i comuni di Nemi, Artena, Rocca Priora, Rocca di Papa, Lariano e Velletri capofila dell'evento che assegna quest'anno i titoli italiani assoluti marathon sotto l'egida della Federazione Ciclistica Italiana.

L'ingresso in griglia è previsto per le ore 8,30, con partenza per i marathon tesserati Fci alle ore 9,15, partenza  per i marathon atleti degli enti della consulta ore 9,25 e partenza PTP e cicloturistici ore 9,30.
La posta in palio per il tricolore del 30 agosto è alta e quel che sorprende secondo le stime del comitato organizzatore, in tema di adesioni, è la rimarchevole partecipazione degli atleti open: una settantina tra uomini e donne per un successo inaspettato, a testimonianza che il percorso sviluppato dagli organizzatori unisce ed esalta le differenti caratteristiche tecniche di molti atleti di spicco del panorama nazionale come Samuele Porro e Daniela Veronesi che sono i campioni italiani uscenti. Data la natura molto tecnica del tracciato, la gara regina marathon misura 90 chilometri con un dislivello complessivo di 2720 metri ma al tempo stesso accattivante sotto ogni punto di vista con il passaggio caratteristico lungo il basolato della Via Sacra in cima a Monte Cavo, Monte Faete a Rocca di Papa, il nuovo tratto di Rocca Priora-Artena con Colle Sarazzano e Colle Pace, Fonte Vallone, la new entry Fonte Ontanese a Lariano, il Maschio dell'Ariano, la Cresta del Monte Artemisio, la temibile discesa della Direttissima, la collina del Vivaro a Velletri, gli ultimi strappetti attorno Fontan Tempesta già noti per il campionato italiano XCO 2013 prima di fare ritorno al traguardo di Nemi.

Per l'occasione il Comandante della Polizia locale di Nemi Gabriele Di Bella ha disposto il divieto di sosta con rimozione forzata negli stalli di sosta di piazza del Crocifisso, piazza Roma, Belvedere Dante Alighieri e negli stalli di sosta in fila di via dei Laghi bis (da fronte civico 34 a fronte civico 42) dalle ore 7 di venerdì 28 Agosto fino alle ore 20 di Domenica 30 Agosto. Per la giornata di Domenica 30 Agosto sarà vietata la sosta, pena la rimozione forzata, dalle ore 7 alle ore 20 in largo Vittime del Terrorismo, dove saranno istituiti due stalli di sosta riservati agli invalidi.

Inoltre dalle 7 di Venerdì 28 Agosto  a mezzanotte di Domenica 30 Agosto via Riccardo De Sanctis (che congiunge la cittadina con la via dei Laghi) sarà percorribile esclusivamente a senso unico, dall'incrocio con via dei Gladioli verso via dei Laghi. Su via De Sanctis è stato anche disposto il divieto di fermata su tutto il lato destro rispetto il senso di marcia e sul lato sinistro dal civico 7 all'intersezione con via Parco dei Lecci. Divieto di circolazione dalle 7 alle 17 di Domenica 30 Agosto su Belvedere Dante Alighieri e su via Giulia e sempre Domenica 30 Agosto sospensione della circolazione  a partire dalle 9 fino a cessate esigenze in  Belvedere Dante Alighieri, via Giulia, piazza Umberto I, corso Vittorio Emanuel e piazza Roma. Per maggiori dettagli alleghiamo al presente articolo l'ordinanza emessa dal comandante Di Bella.

 
 




NEMI: AD OGNUNO IL SUO MESTIERE ED AL LUPO LE PECORE

 

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Redazione
Nemi (RM)
– Guardando la scarpata su via De Sanctis a Nemi, ci si trova di fronte ad una buona idea mal riuscita. Buona idea perché qualsiasi intervento di abbellimento e qualsiasi sforzo fatto, (e gli sforzi sono tanti) per rendere più piacevole e utilizzabile l’ambiente che ci circonda è senz’altro lodevole.

Nessuno mette in dubbio la buona volontà, l’impegno di personale nel sistemare i cigli delle strade, fare muretti, scale e scalette, spianare viottoli e bruciare erbacce, ma quando si tratta di opere pubbliche queste non possono essere fatte come se si stessero facendo dei lavoretti in casa perché in ballo c’è la sicurezza e incolumità dei cittadini.

Ora, sotto la supervisione ed il coordinamento del comandante della Polizia Municipale di Nemi Gabriele Di Bella, sono stati effettuati  interventi sulla scarpata che costeggia il primo parcheggio della via De Sanctis. Sono stati realizzati dei muri a secco (macere) a contenimento della scarpata. Questo tipo di muratura alla pari degli altri muri di contenimento deve essere adeguatamente progettata, deve poggiare su una solida base e deve essere realizzata seguendo regole ben precise, altrimenti può diventare un pericolo e sicuramente non avrà lunga vita.

In questo caso, la muratura pare sia stata realizzata da manodopera comunitaria ed extracomunitaria, reperita probabilmente in modo estemporaneo e da un titolare di borsa lavoro erogata dal Comune di Nemi. A questo punto ci si chiede se tutte le persone che hanno lavorato hanno beneficiato della copertura assicurativa. Il titolare della borsa lavoro, infaticabile, ha lavorato per intere giornate, in condizioni di pericolo, senza adeguate protezioni ed attrezzature. Uno soltanto dei tre ai quali, sempre presumibilmente è stata risparmiata questa enorme fatica.

E senza nulla togliere alla capacità del titolare della borsa lavoro ci si sofferma però sulla competenza in materia: è a conoscenza di come si realizzano queste opere pubbliche? E poi ci si chiede ancora se l’Ufficio tecnico del Comune di Nemi sia o meno a conoscenza delle opere realizzate, e nel caso lo fosse, se abbia provveduto alla loro progettazione e vigilato durante la loro realizzazione. Insomma, chi ci assicura che le macere non crolleranno sul marciapiede e sull’area del parcheggio?

Inoltre nella realizzazione delle macere, sono state utilizzate anche le pietre cadute dalla spalletta del ponte della via Nemorense. In pratica invece di riparare la breccia sulla spalletta del ponte per evitare ulteriori crolli (a questo punto inevitabili), si sono utilizzate le pietre per eseguire un’altra opera. Chiaro caso di cannibalismo litoide.

Quando è in ballo la sicurezza dei cittadini e degli utenti della strada non si può improvvisare e non si può agire in maniera estemporanea e dilettantistica, ma al contrario ci si deve affidare a tecnici ed a manodopera specializzata. Mai come in questo caso è valido il vecchio adagio popolare che recita: ad ognuno il suo mestiere, ed al lupo le pecore.




NEMI: ECCO I DANNI DELLA "SICUREZZA TAMPONE"

 

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Redazione

Nemi (RM) – Caos a Nemi su via De Sanctis dove almeno tre macchine hanno rotto i pneumatici a causa di un ciglio sconnesso che delimita il marciapiede.

La rattoppata che gli è stata data inizialmente infatti ha peggiorato la situazione: se prima era sconnesso dopo la “pezza” messa alla meglio la situazione è peggiorata. E’ arrivato il maltempo e anche i disagi per gli automobilisti che sono rimasti a terra in tutti i sensi e che in preda alla rabbia si sono rivolti ai carabinieri per denunciare l’accaduto. Sul posto, dove sono prontamente intervenuti i militari dell'Arma sono successivamente arrivati anche gli agenti della Polizia Municipale di Nemi.

"Questo è l’epilogo di un modus agendi che purtroppo porta soltanto danni, – commenta Ivan Galea Coordinatore di AssoTutela per Roma e provincia –  se infatti chi è preposto alla vigilanza del Comune di Nemi prosegue Galea – si concentrasse di più su un corretto controllo e manutenzione della viabilità anzinché abbellire le scarpate con erbetta e fiorellini non si verificherebbero ne disagi agli automobilisti con danni alle auto e neppure alberature che precipitano sulle vetture in sosta selvaggia. E’ necessario – prosegue il coordinatore di AssoTutela – che chi è responsabile della vigilanza del Comune di Nemi si preoccupi di fare intervenire chi di dovere per mettere in sicurezza la sede stradale senza prodigarsi in prima persona. Perché così facendo può anche succedere che per tagliare dell’erba sulla scarpata si spacchi il ciglio stradale col trattore provocando ancora più danni. Insomma – conclude Galea –  a ognuno il suo, ma sulla sicurezza e la manutenzione non si scherza e non ci si può improvvisare tuttologi".




NEMI: CADONO RAMI SULLA VIA NEMORENSE

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Rami di considerevoli dimensioni sono caduti intorno alle 10:30 del mattino di mercoledì 19 agosto dal costone di via Nemorense sopra due autovetture in sosta.

Fortuna che non c’erano persone nei pressi altrimenti anziché un grosso disagio staremmo qui a fare la cronaca di una brutta tragedia. Il forte temporale che nella mattinata non ha risparmiato neppure i Castelli Romani alle porte di Roma ha creato forti disagi anche sulla travagliatissima via Nemorense, carreggiata a doppio senso di marcia, che collega Nemi con Genzano e che all’altezza della casa di Cura Villa delle Querce si restringe ad una sola corsia a causa delle ormai eterne transenne che dimorano da quando, oltre due anni fa, è franato gran parte del costone che ricade su due terreni privati che si trovano in cima allo stesso.

L’ex Provincia ha transennato l’area ma i lavori di messa in sicurezza, di concerto con il Comune di Nemi, non sono ancora stati effettuati probabilmente non solo per mancanza di fondi ma anche per carenza di una efficace gestione dell’emergenza tant’è che il Tar Lazio ha invitato il Comune a pianificare un tavolo di concertazione con i privati finalizzato a stabilire nei particolari i lavori che devono essere effettuati ai fini del ripristino dello status quo.

Ma ad oggi nulla è successo e ci si chiede se l’attuale Città Metropolitana effettui sopralluoghi per verificare che il costone sia in sicurezza. Le alberature cadute con il temporale fanno pensare ad una situazione di mancanza di vigilanza sia sotto il profilo dei parcheggi selvaggi a ridosso del costone che in riferimento allo stato dello stesso. A questo punto molti cittadini si chiedono quando verrà finalmente ripristinata la sicurezza sulla via Nemorense e quindi la regolare viabilità a doppio senso di marcia senza transenne e accrocchi temporanei.




NEMI, GARA PERINO: QUELLA "LETTERINA" DELLA GALANTI ALL'ANTICORRUZIONEā€¦ DOPO L'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

 

[LETTERA INVIATA DALLA RESPONSABILE DELL'UFFICIO TECNICO DEL COMUNE DI NEMI ROSANNA GALANTI, SUCCESSIVAMENTE ALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA DEL 26/12/2014, ALL'AUTORITA' ANTICORRUZIONE]

 

di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Excusatio non petita, accusatio manifesta (Scusa non richiesta, accusa manifesta), a volte basterebbe ammettere le proprie mancanze e cercare di fare chiarezza su una questione che ha davvero troppi punti oscuri e che riguarda l'affidamento dei lavori d’illuminazione in via del Perino a Nemi che ci costeranno, alla fine dei conti, una cifra stratosferica. Ma questo sarà oggetto di un nostro prossimo dettagliato articolo sull’intero “caso Perino”.

Esimio, Avv. Gianluca Piccinni, ho letto con molta attenzione la rettifica che Lei ha stilato in nome e per conto dell’architetto Rosanna Galanti in merito l’articolo "Nemi, Perino: Bufera sull'ufficio tecnico. Interviene l'anticorruzione". 

Personalmente avrei parlato di diritto di replica (e non di rettifica) perché le dico francamente che non ci sono imprecisioni o “circostanze inveritiere” da evidenziare.  Ma comunque è stato nostro piacere e prima di tutto dovere pubblicare quella che nei fatti si presenta come la personale versione che l’architetto Rosanna Galanti le ha illustrato ai fini di questa sua scritta.

Iniziamo col dire che la nostra attenzione è rivolta all’architetto Rosanna Galanti per il semplice fatto che è lei il responsabile dell’Ufficio Tecnico ed è lei che ha firmato la determinazione N°696 del 22/12/2014. Nella determinazione si fa riferimento ad un verbale allegato alla stessa che però di fatto non è presente sull'Albo Pretorio, in barba alla trasparenza.  Dato che si parla di “circostanze inveritiere” e quindi indirettamente si mette in discussione la mia professionalità e del quotidiano che rappresento mi preme risponderle con ulteriori circostanziati dettagli, rispetto a quelli  già pubblicati nei precedenti tabella. Dettagli  che sono comunque al vaglio della Magistratura e dei quali presumo Lei non sia al corrente

Intanto le premetto che nell’articolo è chiaramente evidenziato che si parla di “rischio” di debito fuori bilancio e tra l’altro è una formulazione interrogativa posta tra virgolette perché ad affermarla, oltretutto, è un terzo soggetto. Ma avremmo potuto formulare anche noi della redazione la stessa interrogazione che è cosa ben diversa da una affermazione.

Ma veniamo al sodo. Non avremmo voluto scendere nei particolari ma è nostro obbligo, a questo punto, spiegarci meglio. Intendiamo smentire le affermazioni contenute nella rettifica non tanto “per tabulas” giusto per citare una locuzione latina e poi non citare atti inerenti il caso del Perino ma “per tabulas” nel senso più proprio del latinismo ovvero mediante prove scritte, documentali che riguardano il caso in questione. Spariamo la cosiddetta “prova regina” come spesso si sente dire nei casi di “nera”.  E’ davvero regina perché si sa che i documenti di un ente pubblico hanno un peso, portano un numero di protocollo e una data impressa.

Il 26 gennaio 2015 il responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti prende carta penna e timbro del comune di Nemi e firma una posta certificata legale niente meno che inviata all’Anticorruzione.

La lettera parte dopo il nostro articolo sul Perino datato 26 dicembre 2014 nel quale parlavamo appunto di presunta parentela tra due titolari di due ditte partecipanti alla gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di illuminazione in via del Perino.

Con estrema precisione abbiamo scritto, sempre “per tabulas”, che le ditte invitate dal Comune di Nemi alla procedura negoziata con lettera del 4 novembre sono state le seguenti: COS.I.T.E. SRL, EDIL IMPIANTI SRL, M.PLANT SRL, DE.NE.DA. SRL, PASSARELLI SRL. E abbiamo anche scritto che “Tra i soci della COS.I.T.E. SRL figura Borri Emanuela che detiene il 90% delle quote oltre ad essere l’amministratore unico e dal 23 luglio 2014 anche responsabile tecnico. E’ interessante sapere che la COS.I.T.E. SRL era precedentemente denominata BORRI GIANNI & C. Società in nome Collettivo di cui Borri Gianni era il socio accomandante, carica poi cessata nel 1998. Balza all’occhio che una delle altre ditte invitate dal Comune, a partecipare alla procedura negoziata, è la EDIL IMPIANTI SRL che ha come amministratore unico e direttore tecnico Borri Gianni. Inoltre Borri Gianni e Borri Emanuela li ritroviamo insieme nella società centro sportivo Le Colline società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata”.

Ebbene l’architetto Galanti dopo il nostro articolo ha scritto in maniera molto astrusa all’Anticorruzione chiedendo:se ci si può trovare in una situazione di controllo di fatto con un’altra impresa e di poter considerare  di aver formulato l’offerta alla gara, a cui è stata invitata a partecipare altra impresa i cui proprietari delle relative quote RISULTANO ESSERE I GENITORI DELLA TITOLARE DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DELLA DITTA OFFERENTE”. In questa breve lettera si chiede all’Anticorruzione una risposta “in tempi brevi considerato che questo Ente (ndr Il Comune) deve procedere in merito all’opera pubblica oggetto del presente quesito e finanziata da un contributo regionale, dove è necessario procedere in tempi brevi”. Ma quando Rosanna Galanti scrive questa missiva all’Anticorruzione la gara del Perino è già bella che partita. Tralasciando la forma e il lessico con cui Rosanna Galanti formula il quesito all’Anticorruzione ci chiediamo se a questo punto può reggere l’arringa di difesa esposta dall’Avvocato Piccinni.

Le carte parlano chiaro e sono tutte allegate all’articolo: Il Comune ha consapevolmente INVITATO 5 ditte a partecipare alla gara (nell’invitarle l’ufficio Tecnico ha verificato QUALI ditte fossero? O Rosanna Galanti non si è interessata di questo cruciale particolare?.
Poi Piccinni asserisce che la gara si è svolta con quattro imprese ma di fatto sono state invitate 5 ditte e due di queste vedono come titolari padre e figlia. Questi rilevanti PARTICOLARI vanno assolutamente verificati prima di dare vita ad una procedura negoziata per l’affidamento di un appalto e non lo diciamo noi lo sancisce la massima Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (ANAC).

Per cui risulta inappropriata l'asserzione di Piccinni quando scrive che: “la Commissione di gara, presieduta dall' Arch. Galanti, nella seduta del 17/11/2014 ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. e l'ha esclusa dalla gara” e che “la società Edil Impianti s.r.l. non ha partecipato alla gara e che l'intero plico contenente la documentazione di gara è stato rispedito al mittente senza essere aperto”. In questi termini l’avvocato Piccinni vorrebbe significare che Galanti, dato che non ha aperto neppure il plico, di fatto non ha potuto effettuare le verifiche di accertamento di eventuali collegamenti tra le due imprese.

Ma questo particolare risulta poco rilevante perché l’Anac parla chiaro in proposito: i controlli sulla par condicio vanno fatti nel momento in cui si invitano le ditte alla procedura negoziata. Al punto 2.4 della Determinazione Anac  n. 2 del 6 aprile 2011 concernente le  “Indicazioni operative inerenti la procedura negoziata” si legge che:  "Le due fasi sono distinte: l’indagine di mercato è preordinata esclusivamente a conoscere l’assetto del mercato, quindi i possibili potenziali offerenti ed il tipo di condizioni contrattuali che essi sono disposti a praticare, senza alcun vincolo in ordine alla scelta finale; la gara informale implica, invece, anche una valutazione comparativa delle offerte, comportando per la stazione appaltante, indipendentemente dalle eventuali regole stabilite in via di autolimitazione, l’obbligo dell’osservanza dei principi di "par condicio" e trasparenza nelle lettere di invito.

La norma dispone, poi, che i soggetti selezionati vengano invitati a formulare un’offerta: la relativa lettera di invito deve contenere le informazioni sugli elementi essenziali della prestazione e sul criterio di valutazione dell’offerta. E’, quindi, posto in capo alla stazione appaltante l’obbligo di definire, specificamente e preventivamente, i criteri di selezione ed i livelli minimi di capacità richiesti, nonché di individuare gli operatori cui inviare la lettera di invito a  presentare l’offerta.

Il procedimento può essere  così schematizzato:

    1.  determina a contrarre
    2. ricerca di mercato
    3. selezione degli operatori da invitare
    4. invio lettere d’invito
    5. presentazione delle offerte
    6. scelta del miglior contraente, sulla base dei criteri di valutazione dell’offerta indicati nella lettera di invito"

L'ANAC quindi non lascia nessun dubbio a interpretazioni: il Comune nell’invitare le ditte deve accertarsi che sia garantito il rispetto di par condicio tra esse. Pertanto il principio non risulta essere stato rispettato come del resto rilevato dalla stessa Autorità Garante nel caso del Perino.

Nella determinazione N°696 del 22/12/2014 a firma Rosanna Galanti c’è scritto che sono state invitate le cinque ditte di cui sopra.

Allora la domanda sorge spontanea:  Galanti ha controllato quali ditte ha invitato o ha pescato dal mazzo ad occhi chiusi e poi dopo il nostro articolo di denuncia si è preoccupata di scrivere all’Anac per chiedere conforto? 

Stando alla tesi di difesa della Galanti, dunque, la stessa avrebbe potuto addirittura invitare padre, figlia, cugina e suocera alla stessa gara senza accorgersene tanto non vale chi inviti ma conta chi vince. Ma che discorso assurdo è questo?

Purtroppo per Piccinni che asserisce che “non rileva a nulla” il parere espresso dall’Anac proprio perché Galanti  ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. , il fascicolo aperto dall’Anac su questa gara è invece circostanziato e preciso nonché perentorio. 

Ci chiediamo, inoltre, come mai il plico della Edil Impianti srl di Borri Gianni sia stato rispedito al mittente anziché essere messo agli atti comunali come "arrivato in ritardo".

Intanto chiediamo che venga pubblicato sull’ albo pretorio online del Comune di Nemi anche il verbale di gara. Questo per dovere di trasparenza amministrativa. Ma visto l’esposto di Assotutela in magistratura probabilmente il fascicolo inerente il Perino non sarà più nelle disponibilità comunali e quindi aspetteremo con pazienza l’esito di queste indagini.