NEMI: ECCO TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE SU PALAZZO RUSPOLI

di Ivan Galea

Nemi (RM)
– Arriva dopo ben 11 anni l'approvazione da parte della Regione Lazio della proposta di accordo di programma per la realizzazione dell'intervento relativo il recupero di Palazzo Ruspoli a Nemi, in variante al P.R.G.
La proposta di accordo della Poligest S.p.A, società proprietaria del castello, all'epoca disponibile ad un notevole investimento per il Palazzo e per Nemi,  fu discussa nel consiglio comunale di Nemi del 14 febbraio 2004 dove sotto l'allora giunta guidata dal sindaco Alessandro Biaggi venne approvato il progetto e adottata la conseguente variante urbanistica. Il 25 maggio 2004, si tenne un nuovo consiglio comunale finalizzato a verificare eventuali osservazioni e opposizioni riguardo l'approvazione del progetto di restauro di palazzo Ruspoli precedentemente deliberata nella seduta del 2 marzo 2004. Si tenne quindi, il 2 marzo 2005,  la conferenza di servizi tra le parti interessate – Poligest S.p.A., Comune di Nemi, Provincia di Roma, Agenzia Sviluppo Provincia (ASP), Regione Lazio – per discutere la fattibilità del progetto relativo il recupero dell'antico maniero che sovrasta piazza Umberto I a Nemi. 
   
Un silenzio lungo 8 anni A questo punto, la pratica passa all'Agenzia Sviluppo Provincia (ASP) ed alla Regione Lazio, ma su essa cala il sipario e la scena rimane deserta: scatta un silenzio sull'intero progetto che dura ben 8 anni, fino a quando il 2 ottobre 2013 e poi il 15 gennaio 2014, con l'ASP ormai in liquidazione,  si tengono ulteriori due conferenze di servizi.

L’approvazione del progetto E così si arriva alla fatidica data del 20 gennaio 2015, ben dopo 11 anni, con l'approvazione regionale dell'accordo di programma per il restauro di palazzo Ruspoli.

Il cambio di destinazione d’uso Il progetto, così come descritto nell'approvazione regionale, non riguarda solo il recupero del palazzo, ma anche il cambio di destinazione d'uso che passa da  “Misto – Residenziale, servizi pubblici o privati” a “zona F – attrezzature di servizio e norma speciale per il Castello”.  Si parla quindi di una struttura turistico ricettiva soggetta alla disciplina delle Strutture Ricettive Alberghiere. Prescrizioni per il soppalco dell’ambiente destinato a reception, così come la scala della torre saracena che dovranno  essere oggetto di progettazione di dettaglio; La Regione Lazio infine subordina il rilascio del permesso di costruire del Comune di Nemi alla sottoscrizione da parte dell’operatore privato – Poligest S.p.A. – di atto d’obbligo finalizzato al mantenimento della destinazione d’uso degli immobili per un congruo tempo (15 anni), al termine del quale la destinazione d’uso potrà essere modificata solo a seguito di regolare procedura di variante urbanistica, nonché all'obbligo di mantenere il livello occupazionale previsto di 29 addetti. Un intervento quindi che si presenta salutare e di sviluppo per Nemi.
 
La Poligest S.p.A. Al riguardo abbiamo chiesto, prima telefonicamente e poi inviando formale richiesta, come indicatoci dalla segreteria Poligest S.p.A., due email ai responsabili della società proprietaria del castello – Poligest S.p.A. per sapere se oggi, dopo 11 anni, esiste ancora un interesse a realizzare la proposta di progetto approvata dalla Regione lo scorso 20 gennaio 2015, ma nessuno ci ha risposto. Almeno per il momento. Pertanto non si può certamente affermare che la Poligest S.p.A. darà corso al progetto di recupero di Palazzo Ruspoli a Nemi in variante al P.R.G.. Si rimane tra color che son sospesi come il paesaggio che ci circonda: un palazzo in disuso sovrasta tutto, persino una burocrazia che si preferisce ignorare.

Lo stato attuale del castello
 Possiamo invece sottolineare, come già scritto diverse volte, lo stato di completo abbandono di quella che dovrebbe essere la principale attrazione culturale di Nemi che giorno dopo giorno si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti: infissi rotti o assenti, intonaco esterno che perde pezzi ormai da anni, cornicioni a rischio di crollo, tetto rotto in diversi punti e un pericolo costante per l'incolumità dei passanti. Per non parlare degli interni dove gli affreschi hanno ormai intra
preso la via  dell'estinzione.

Il cavallo di battaglia sotto elezioni
Un palazzo Ruspoli usato per tenere qualche mostra o conferenza ogni tanto e argomento "cavallo di battaglia" durante le svariate campagne elettorali. Gli slogan: "Compriamoci il palazzo", "rilanciamo il castello". E adesso che si presenta la possibilità non ci si dimena affatto. Il tempo passa e arriverà Natale e qualcosa cambierà a Palazzo Ruspoli: ci sarà proprio di fronte l'entrata trionfale una casupola in legno con pochi addobbi e chiusa con un lucchetto, si proprio quella che definiscono la casa di Babbo Natale. Un pugno in un occhio alla storia di un sito che si sgretola con un silenzio assenso di cui adesso abbiamo parlato e ricostruito le fila. A che serve? Come memoria di coscienza per chi poi, in futuro, dovesse essere colto da una spasmodica voglia di salvare il simbolo di Nemi. E noi saremo pronti a dire: perché non è stato fatto quando i tempi erano giusti? Ma sì la soluzione arriverà e ci sentiamo di dire ancora una volta che saranno dei "forestieri" a salvare palazzo Ruspoli come oggi accade con la zecca dello stato che si è colorata di giallo. Qualche "straniero" che prenderà a cuore questo gioiello e, come successo a valle, creerà valore e posti di lavoro in futuro. Farà tornare i visitatori a palazzo. Speriamo sia una idea di un forestiero "made in Italy" ma ci accontentiamo di tutto.

 

"LA DESTINAZIONE D'USO DEL CASTELLO NON PUÒ ESSERE DIVERSA DA QUELLA CULTURALE" di Vairo Canterani ex sindaco di Nemi

Non si può non essere d'accordo con un intervento di restauro di palazzo Ruspoli. Ripetutamente, con appelli accorti, ho denunciato lo stato di abbandono e di pericolo di crolli di un bene monumentale che è la porzione più consistente e pregevole del centro storico. Tuttavia sono del parere che la destinazione d'uso del castello non possa essere diversa da quella culturale. Sono pertanto contrario a qualsiasi operazione speculativa e commerciale che stravolga il bene ed anche il sito ambientale in cui è inserito. Compreso il parco posto sopra via Giulia ed il bosco contiguo.

 

"QUALCOSA CHE POTEVA ESSERE E CHE NON È STATO" di Alessandro Biaggi ex sindaco di Nemi

Desidero contribuire al dibattito che si è acceso intorno all’ipotesi progettuale di intervento su Castello Ruspoli in quanto al tempo ricoprivo la carica di Sindaco. Come è stato correttamente riferito ci troviamo oggi a discutere di un’idea che agli inizi degli anni 2000 era brillante e portatrice di positività.
Oggi, dopo tanti anni e dopo l’accumularsi delle macerie provocate dalla crisi economica planetaria, tutto diventa sbiadito e fuori luogo. In quel tempo, infatti, le istituzioni (Regione, Provincia, Comune) coralmente ipotizzavano che la collaborazione tra pubblico e privato potesse costituire l’innesco di un processo virtuoso di sviluppo e di crescita economica. Nascevano infatti i P.R.U.S.S.T., si parlava istituzionalmente di patti territoriali e di “voglia di fare”. Così si pensava allora ed il Comune di Nemi partecipò a questa stagione ispirata all’ottimismo con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale della variante di PRG, riguardante il Castello.
Si pensava che trasformandone una parte in struttura ricettiva si sarebbe potuto, nell’ottica dell’intervento globale, ristrutturarlo completamente, affrancandolo finalmente dalle ire del tempo. Oltre a ciò si progettava di utilizzarlo a servizi pubblici, mediante una opportuna ed apposita convenzione con la proprietà.L’iniziativa era generalmente condivisa, fatta eccezione, se non ricordo male, del solito e scontato atteggiamento della sinistra più massimalista che allora, come adesso del resto, si illudeva in modo drammatico che la bellezza si può garantire e mantenere nel tempo solo con la contemplazione. L’avvicendarsi delle diverse giunte presso la Regione, in aggiunta alla burocrazia elefantiaca, autoreferenziale e sostanzialmente parassitaria, hanno però distrutto un sogno, riesumandone le ceneri a tempo abbondantemente scaduto.Oggi purtroppo, i tempi non ispirano l’imprenditoria privata ad impegnarsi in investimenti significativi per tutte quelle ragioni che sono ben note all’opinione pubblica e che qui sarebbe inutile tornare ad elencare. Oggi non possiamo che condividere l’amarezza di un qualcosa che poteva essere e che non è stato, immersi nella palude stagnante della attuale realtà amministrativa di Nemi che vive alla giornata, senza spirito e senza cuore.

 

"L'UNICA SOLUZIONE SOSTENIBILE E ACCETTABILE È L’USO INTELLIGENTE DI UNA CONSISTENTE PARTE PUBBLICA DEL PALAZZO IN UN'OTTICA DI SVILUPPO CULTURALE" di Massimiliano Conte Segretario Pd di Nemi

Sul “caso Palazzo Ruspoli” ritengo che aleggi un tabù, quasi una rimozione collettiva dell'importanza che questa vicenda riveste per le sorti di Nemi. Chi mi conosce sa perfettamente che non amo le luci della ribalta né tanto meno intervenire e far intervenire il PD in maniera pretestuosa su fatti che non abbiano rilevanza per la vita dei nemesi. L'occasione del rinnovato interesse su una questione annosa e complicata mi consente di ricordare ai più distratti che, a fine del 2014, Partecipazione Democratica, di cui il PD di Nemi era ed è componente attiva, presentò una interrogazione al Sindaco Bertucci per chiedergli conto del ruolo da lui svolto e dalla sua Giunta in merito alle novità che si stavano profilando attorno al caso. Da allora, per quanto mi consta, non vi è stata alcuna risposta formale, pronunciamento sull'iter della pratica, e men che meno una proposta pubblica per il rilancio del Palazzo. L'impressione che si ricava, soprattutto dopo l'approvazione del progetto, è che della questione non se ne debba parlare. Sarebbe invece opportuno avere dal Sindaco, funzionario pubblico e amministratore di Nemi, in tutta trasparenza, una sua memoria su come ha affrontato la "buona novella" dello sblocco del progetto, di certo ormai datato, e dei termini esatti sullo stato dei rapporti con la Poligest, società proprietaria del Palazzo, e il Comune di Nemi. È di tutta evidenza che un bene di proprietà privata ma di rilevanza pubblica non debba essere lasciato marcire, abbandonato a se stesso e non privo di profili di rischio (basti pensare allo sfondamento su vari punti del tetto) per gli abitanti e i turisti che attorno ad esso transitano di continuo. Personalmente, penso che un progetto del tutto basato su una riconversione dell'immobile a semplice albergo sia limitativo, soprattutto se l'intenzione è quella di trarre profitto senza attivare un indotto economico a beneficio dei cittadini e degli operatori del turismo nemese. La salvaguardia del parco circostante, l'uso intelligente di una consistente parte pubblica del Palazzo in un'ottica di sviluppo culturale – ma con la C maiuscola – rappresentano l'unica soluzione sostenibile e accettabile. Se il PD fosse oggi amministratore di Nemi avrebbe ricercato immediatamente e alla luce del sole ogni tipo di finanziamento pubblico, o a partecipazione pubblica, per ristrutturare Palazzo Ruspoli e avviare un progetto di recupero che, insisto ancora una volta, è il futuro del nostro borgo. L'idea di un "esproprio" sarebbe un colpo di genio se fosse fondata su solide basi giuridiche, ma purtroppo la realtà ci dice che è una nostalgica divagazione dottrinale; così come la trasformazione a puro Residence – evento più verosimile – costituirebbe un tradimento verso i nemesi, la loro storia, le loro potenzialità di crescita. Per concludere: ho la vaga sensazione che dal modo in cui sarà gestito, a partire da oggi, il “caso Palazzo Ruspoli” dipendano le sorti del
futuro politico del nostro attuale Sindaco. Dimostri, su questioni serissime che non possono essere più eluse, quello che davvero vale.

 

"TEMO CHE NON SE NE FARÀ PIÙ NULLA, PER MANCANZA DI INTERESSE E DI MEZZI" di Luigi Caporicci ex Assessore di Nemi

La ristrutturazione del palazzo, onerosa ben oltre il sopportabile per l'ente, sarebbe stata attuata dalla proprietà soltanto in presenza di un accordo che gli avrebbe consentito di recuperare in qualche modo l'investimento. Ristrutturarlo per farci fare solo  manifestazioni non sarebbe stato possibile neanche prenderlo in considerazione. Si prevedeva una parte del castello da destinare per le manifestazioni ed una parte per l'attività turistica ricettiva e secondo me avrebbe portato tantissima utilità al paese. Nella variante al PRG adottata nel 2001 prevedemmo alcune possibilità di attuare quanto descritto. Nel 2000 furono pubblicati i Prust, cui la proprietà aveva dato disponibiltà ad accedere, ma non se ne fece nulla. Nel 2004 furono pubblicati i patti territoriali per le agevolazioni amministrative relative lo sviluppo turistico ricettivo delle colline romane. Era un momento di forte euforia economica e la Poligest S.p.A. avrebbe investito per realizzare un progetto di sviluppo turistico ricettivo per Nemi. L'assurdo che dovrebbe far meditare è che le  cosiddette "agevolazioni  amministrative" hanno comportato 11 anni di attività burocratica. Se questo è avvenuto con le agevolazioni, pensate agli anni che sarebbero occorsi senza agevolazioni! È un assurdo! Come si può pensare che un operatore in Italia voglia fare qualcosa sapendo che 11 anni non sono sufficienti? Anche con accordo approvato, ammesso  che la proprietà abbia voglia e soprattutto i mezzi per ristrutturare il Castello, a dir poco serviranno altre due tre anni, se tutti remano in positivo. Se qualcuno all'epoca poteva vedere l'operazione come speculativa, non aveva valutato che la Poligest S.p.A. avrebbe investito milioni di euro  per risanare tutto il complesso  e restituirlo all’antico splendore solo in presenza di almeno una ipotesi di recupero e non solo per il gusto degli occhi dei nemesi. E se anche lo avesse ristrutturato senza alcun fine economico a che sarebbe servito a Nemi? Un complesso che consentisse congressi, riunioni, uso pubblico per manifestazioni ed al tempo stesso potesse ospitare gente di riguardo, poteva portare a Nemi lustro e ricchezza. Sono ancora del parere che la cosa sarebbe molto utile per Nemi. Temo che non se ne farà più nulla, per mancanza di interesse e di mezzi. Purtroppo il ritardo è stato dovuto molto alla proprietà che aveva perso l'interesse a sollecitare e quindi a fare e alla Regione che ha tempi biblici. Oggi si sarà risolta per consunzione: l'Asp ha chiuso ed in questo ultimo anno stanno cercando di chiudere le pratiche in sospeso. In ogni caso se l'intervento si farà sarà positivo per Nemi e questo è quello che conta e saremo soddisfatti di aver gettato quel seme ancor più perché se lo avessimo acquistato, come ipotizzato negli anni 2009/2010,  sarebbe stata l'occasione per esaltarne la parte pubblica ricevendo l'aiuto di qualche privato che avrebbe avuto interesse alla parte ricettiva che poi era solo una parte del castello. Concludo con amarezza: In Italia operare è  diventato impossibile. É inutile ottenere una cosa dopo undici anni quando il mondo è cambiato.

 




GENZANO E NEMI, COMUNALI: LA "CITTÀ DEL VINO" CONIA IL NUOVO MARCHIO PDop?

di Ivan Galea
Genzano / Nemi (RM) – Sulla nuova sede legale e di rappresentanza dell'associazione "Città del Vino" presso Palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma, inaugurata lo scorso 17 ottobre 2015 e che ora riunisce i 450 Comuni italiani a vocazione vinicola, il Movimento 5 Stelle di Genzano di Roma ha protocollato, in data 12 novembre 2015, una richiesta di informazioni rivolta al Sindaco e a tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione in merito alla vicenda che i pentastellati hanno sollevato a ridosso dell'evento che l'amministrazione di Flavio Gabbarini ha definito come "promozione del territorio" mentre per il M5s si tratterebbe solo "di una passarella politica per il Sindaco e per una deputata genzanese passata da SEL al PD." Quest'ultimo appare come un chiaro riferimento a Ileana Piazzoni attualmente deputata del Pd fuoriuscita dalle fila di Sel nel 2014.

Oltre allo spostamento della sede legale e rappresentativa dell'associazione "Città del Vino" presso palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma, si è anche assistito ultimamente alla richiesta da parte del comune di Nemi di farne parte, nonostante il paese delle fragoline non sembri proprio poter rispondere a quei requisiti peculiari richiesti dalle norme statuarie dell'associazione "Città del Vino" tra i quali si legge che possono divenire soci ordinari i Comuni che danno nome ad un vino o nei quali si producono vini a denominazione di origine o a indicazione geografica, o che documentino un’adeguata tradizione enologica connessa a valori di carattere ambientale, storico e culturale o produttivo.

"Abbiamo spulciato l'Albo Pretorio, – commentano dal M5s di Genzano di Roma – dove abbiamo trovato alcune determinazioni che elencano le spese sostenute per la "promozione dell'evento" (circa 15.000 euro) ma nulla che indichi i doverosi passaggi per l'assegnazione delle sale del Palazzo Cesarini alla Associazione di cui il Sindaco è coordinatore regionale. Magari – proseguono i portavoce M5s di Genzano di Roma – ci è sfuggita? Può essere, ma finora non è giunta risposta, solo attacchi strumentali volti a screditare il M5s come insensibile alla promozione del territorio. Attacchi rivolti a noi da personaggi che da decenni sono nel cerchio magico della politica che ha amministrato Genzano e che ha lasciato morire ben due cantine sociali senza muovere un dito".

Ecco cosa è stato chiesto all'amministrazione comunale dal M5s di Genzano di Roma con l'atto protocollato lo scorso 12 novembre 2015. La tempestiva pubblicazione di:
– il documento ufficiale di Giunta o di Consiglio dove è stato stabilito che si potevano assegnare due sale del Palazzo Sforza Cesarini alla Associazione Città del Vino
– il documento che indichi la quota di affitto che dovrà pagare la suddetta Associazione e che  tipologia di contratto è stato stipulato per l’utilizzo delle sale
– il documento con gli accordi fatti con detta Associazione per il pagamento della quota parte delle utenze ( Luce, Acqua, Spese di pulizia sale, ecc )
– le autorizzazioni necessarie degli organi preposti per applicare una targa dell’Associazione forando le mura storiche del Palazzo di fianco all’ingresso principale
I portavoce del Movimento 5 Stelle di Genzano di Roma avvertono poi che: "in mancanza delle doverose risposte (con la pubblicazione, se esistono, dei documenti ufficiali ) alle nostre domande, agiremo di conseguenza verso gli organi preposti e continueremo con ogni mezzo ad informare i Genzanesi di questo modo autoritario e padronale di utilizzo dei beni pubblici."

Insomma, una vicenda, che tra lo spostamento della sede legale e rappresentativa dell'associazione Città del Vino che fino a qualche giorno fa si trovava in terra di Siena in quel di Toscana, regione italiana tra le più rappresentative, se non la più rappresentativa, della viticoltura e dell'enologia italiana e che ora si trova a Genzano di Roma in un territorio dove oggi figurano solo due produttori, anche se fino a qualche decennio fa esisteva una realtà fatta da decine e decine di produttori che portavano quotidianamente il vino a Roma, dove c'erano due cantine sociali, ormai scomparse, che commercializzavano circa 200mila ettolitri di vino l'anno, dove la vitivinicoltura sembra subire un profondo declino prossima ormai all'estinzione, tra la richiesta di un comune, Nemi, che nulla ci azzecca con la viticoltura e con l'enologia, ci si domanda se tutta questa operazione non sia finalizzata ad "ubriacare" gli elettori in vista delle prossime comunali di Genzano di Roma e a seguire a Nemi. Assisteremo forse alla nascita del nuovo marchio PDop coniato dall'associazione "Città del Vino" per l'occasione?
 




NEMI: AI CORSI TRA PERDITE DI ACQUA E MONNEZZA ABBANDONATA DOMINA L'ABBANDONO

di I.G.

Nemi (RM) – Emergenza rifiuti a Nemi alta dove dal 2 novembre scorso la società Lazio Ambiente non svuota tutti i cassonetti dell'immondizia, con la conseguenza che alcune vie del quartiere residenziale dei Corsi si sono trasformate in una pattumiera.

Ma i disagi non finiscono qui per i residenti del luogo, infatti continua a perdurare da circa un mese la grave perdita di acqua di una condotta Acea che nonostante i numerosi solleciti telefonici fatti al gestore idrico non ha ancora visto interventi riparatori.

Milioni di litri d'acqua ormai persi per sempre che i cittadini si ritroveranno puntualmente in bolletta. "Fortunatamente sono giornate calde – commenta un residente del luogo – se l'Acea non si sbriga a riparare la condotta – prosegue il residente – con l'arrivo delle prime gelate si rischia di veder trasformare la strada in una pista di pattinaggio con le conseguenze immaginabili per pedoni e automobilisti". In effetti per riparare una condotta basta una mezzoretta di lavoro… che ce vo'!




NEMI: IL PROCESSO BERTUCCI ARRIVA AL SESTO RINVIO. UDIENZA IN PIENA ESTATE

 

LEGGI ANCHE: NEMI: INIZIATO IL DIBATTIMENTO PER ALBERTO BERTUCCI IMPUTATO PER TURBATIVA D'ASTA

 

Redazione

Nemi – Rinviata al 5 Luglio 2016 ore 11.30 la seduta presso l'aula penale del Tribunale di Velletri nel processo che vede imputato il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, insieme ad altri imputati, per turbativa d'Asta e frode nei pubblici incanti per una gara ad evidenza pubblica.

Lo scorso 11 Febbraio 2015 il Giudice aveva fissato per il 27 Ottobre 2015 l'ascolto dei testimoni della pubblica accusa, tra i quali l'ex sindaco di Nemi Cinzia Cocchi e l'ex segretario comunale Vincenzo Galluccio – quest'ultimo presente in aula nell'udienza del 27 Ottobre 2015 – e aveva fissato al 27 novembre 2015 l'ascolto dei testimoni della difesa. 

Ennesimo rinvio quindi per un processo che con tutta probabilità vedrà emettere sentenza in contemporanea, se non addirittura dopo, della prossima tornata elettorale prevista per la primavera del 2017 quando i cittadini di Nemi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo sindaco.

La vicenda. L’accusa, rappresentata dal Pm Giuseppe Travaglini, ritiene che in concorso tra loro, Miglietta quale responsabile del procedimento e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e Alberto Bertucci già vicesindaco del Comune di Nemi, mediante collusioni avrebbero turbato la gara bandita da Miglietta per il Comune e avente ad oggetto l’acquisto di uno scuolabus al fine di far aggiudicare la fornitura alla ditta Car Ind srl di Mauro Cesaretti. Miglietta, dopo aver bandito la gara, avrebbe provveduto a modificarla: Formulava quattro richieste di offerta per la fornitura di uno scuolabus indirizzandole alle quattro ditte che Riccardo Schiaffini, allora titolare della ditta appaltatrice dei trasporti presso il Comune di Nemi, avrebbe indicato ad Alberto Bertucci. Tra queste offerte Miglietta aggiudicava la gara alla ditta di Cesaretti al prezzo di 49 mila 950 euro Iva esclusa, sebbene tale prezzo fosse superiore a quello posto a base d’asta ( 48 mila 126 euro iva inclusa). Dopo l’aggiudicazione, Cesaretti riduceva l’offerta ad euro 40 mila 105 iva esclusa ma consegnava presso il deposito dello Schiaffini un veicolo diverso da quello oggetto della gara perché avente solo 19 posti anziché i 30 indicati nell’atto di aggiudicazione.





NEMI: SUCCESSO PER "CALLAROSTE E VINO ROSCIU CALLU"

 

GUARDA LA GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Ivan Galea

Nemi (RM) – A Nemi si è tenuta la ormai consolidata e tradizionale manifestazione autunnale “Callaroste e Vinu Rosciu Callo" dove i turisti accorsi per l'evento hanno potuto riscoprire parte delle tradizioni popolari nemesi ed il piacere dello stare insieme, danzando e bevendo "vinu rosciu callu (vino caldo addolcito con la frutta) e sgranocchiare callaroste (caldarroste).

A organizzare il bellissimo evento, (magari ce ne fossero altri di pari livello)  il gruppo folclorico di danza popolare "U Rembombu”. "U Rembombu” per l'occasione ha festeggiato anche i suoi primi 30anni, infatti quest’anno ricorre il trentennale dalla fondazione del gruppo: 1985 – 2015.

Sono trent'anni di cultura popolare che “U Rembombu” ricerca, elabora, attraverso la sua attività. I componenti del gruppo stanno lavorando per la pubblicazione di un libro che ricorda tutto il lavoro svolto con l’entusiasmo di trasmettere, soprattutto ai giovani, il legame con il territorio di appartenenza, conservando inalterata la dignità della piccola comunità.

“U Rembombu” è ormai noto sia in Italia che all’estero ed ha fatto conoscere ed apprezzare quelle che sono le vere tradizioni locali, basti ricordare la ricercatezza dedicata al costume che i componenti del gruppo indossano, oppure allo studio e la successiva interpretazione  di tradizioni e aneddoti di Nemi attraverso i balli, la recitazione, la musica ed il dialetto.

L'Amministrazione comunale di Nemi ritenendo l’iniziativa meritevole ha concesso a “U Rembombu”  l’esenzione dal pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico. Certamente un piccolo gesto anche se un gruppo storico di questa portata, almeno a nostro parere, avrebbe meritato forse un contributo economico  sostanzioso, per permettere la diffusione della cultura e tradizione di Nemi anche fuori dalle mura comunali.
 




NEMI, ACEA: ENNESIMA PERDITA DI ACQUA

di I.G.

Nemi (RM) – Non c'è due senza tre dice il detto, ma a Nemi non c'è tre senza quattro, non quattro senza cinque e via dicendo. Ennesima perdita di acqua, ormai tendente al torrente fluviale, a Nemi all'angolo tra via del Parco dei Lecci e via degli Ontani dove il guasto è ancora in attesa di riparazione ormai da circa 15 giorni.  Il guasto è stato ripetutamente segnalato più volte  ma le risposte da parte degli operatori del numero verde ACEA, alle chiamate dei cittadini sono sempre le stesse: esiste già una segnalazione, stiamo provvedendo. Intanto l'acqua scorre e i cittadini pagano a cadenza bimestrale. "Ci sentiamo leggermente presi per i fondelli" ha dichiara un residente della zona. Come già scritto tante volte non sarà forse ora di prendere in considerazione un intervento risolutivo?




NEMI: TRA BUFALE E "SPOTTONI" CHI TUTELA I CITTADINI?

 

LEGGI ANCHE: NEMI, VINO DI CALIGOLA: MA DE CHE

 

di Ivan Galea
Nemi (RM)
– Da qualche tempo a Nemi, ridente cittadina posta nel cuore del parco dei Castelli Romani e nota per le sue deliziose fragoline, si è diffusa una forma di pubblicità che potrebbe indurre, il turista distratto, a fare errori di valutazione, quindi ad operare scelte che poi non corrisponderebbero alle proprie aspettative.

Parliamo di pubblicità diffusa a mezzo affissione di manifesti o locandine che pubblicizzano eventi, feste e sagre. In un caso in particolare si è arrivati addirittura a riportare un informazione palesemente falsa sulla pubblica cartellonistica posta agli ingressi della cittadina.

E così in occasione della trascorsa 82° edizione della Sagra delle Fragole di Nemi l'amministrazione comunale ha fatto affiggere manifesti e distribuire volantini con l'immagine in bella mostra del noto cantautore Amedeo Minghi, ritratto mentre è intento ad interpretare un brano musicale, con sovraimpressa a caratteri cubitali la dicitura: "7 GIUGNO Mostra dei Fiori inaugurazione con Amedeo MINGHI".

Da evidenziare che la scritta "inaugurazione con" veniva riportata con carattere decisamente più piccolo. Quante persone, passando velocemente e notando il manifesto avranno pensato che Amedeo Minghi si sarebbe esibito in concerto la sera del 7 Giugno 2015? Quante persone si sono imbarcate per Nemi per trascorrere una giornata con la propria famiglia o amici in virtù del fatto di aver pensato di assistere alla performance del noto cantautore? Tutte queste persone saranno rimaste deluse, perché il 7 Giugno 2015 Amedeo Minghi non ha tenuto nessun concerto e nessun tipo di esibizione canora. L'artista ha inaugurato la Mostra dei Fiori, come riportato dai manifesti dell'Amministrazione comunale e con tanto di logo della Regione Lazio.

Sempre a Nemi, più di recente, gli scorsi 3,4 e 5 Ottobre 2015 si è tenuta la manifestazione "UN LAGO DI BIRRA" dove manifesti e locandine  con i loghi della Pro Loco e del Comune di Nemi annunciavano per l'occasione il raduno delle Harley Davidson. Anche in questo caso chissà quanti saranno accorsi, oltreché per assaporare le birre artigianali, per ammirare le mitiche moto. Ma del raduno delle Harley Davidson non c'e' stata traccia, nulla di nulla e la delusione dei tanti intervenuti a Nemi per ammirare il raduno lo lasciamo immaginare ai lettori.

Che dire poi di ben due cartelli comunali posti agli ingressi principali di Nemi che indicano un gemellaggio con la città inglese di Notthingam? Falsi! Non è vero nulla. Si tratta di una vera e propria "bufala" istituzionale. La città di Nottingham non è gemellata con Nemi. Chissà in questo caso le risate dei turisti anglosassoni, e non solo, alla vista del cartello. Sovviene il famoso sketch di Enrico Montesano che imitava la romantica signora inglese che trovandosi in vacanza in Italia esclamava "Ah gli italiani.. Molto pittoresco tutto ciò".

Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma la questione che si intende affrontare in questa occasione è quella della pubblicità ingannevole, che il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206  all'art. 20 comma b) definisce nel seguente modo: "per  pubblicita'  ingannevole:  qualsiasi  pubblicità che in qualunque  modo,  compresa la sua presentazione sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali e' rivolta o che essa  raggiunge  e  che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare  il  loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea ledere un concorrente".

Dal canto suo il Codice dell'Autodisciplina Pubblicitaria Italiana (C.A.P.), accettato dalla quasi totalità degli operatori pubblicitari italiani e dai loro clienti, all'art.2 (Pubblicità ingannevole) dispone che "la pubblicità deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni palesemente non iperboliche". In questo caso la competenza è del Comitato di Controllo e del Giurì, che possono essere interpellati da chiunque vi abbia interesse e decidono della questione in tempi rapidissimi (in media venti giorni per il Giurì, che ha il potere di ordinare la cessazione della campagna pubblicitaria). Contro le decisioni del Giurì non è previsto appello.

Per quanto riguarda i fatti narrati in questo articolo, chi tutela i cittadini, che poi sono i principali consumatori degli eventi? Chi tutela tutte quelle persone che in assoluta buona fede si affidano a messaggi istituzionali che dovrebbero essere di facile interpretazione e soprattutto privi di qualsiasi esagerazioni palesemente iperboliche e addirittura false? In questo modo non si attrae certo il turista ma lo si fa definitivamente scappare.

Quello che lascia più l'amaro in bocca è che chi dovrebbe sollevare, denunciando, queste situazioni poco chiare dell'amministrazione comunale ha ben altro da fare. 

 




NEMI, VINO DI CALIGOLA: MA DE CHE

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Lo scorso 7 Ottobre 2015 da un settimanale veniva data la notizia che a Nemi era stato riprodotto il "vino rosso che beveva Caligola". Nell'articolo i produttori affermano addirittura che "È lo stesso prodotto che realizzavano gli antichi romani in questo sito, vicino alle navi Tempio dell'Imperatore Caligola, che aveva qui il suo quartier generale e le sue vigne, la storia quindi si ripete nei nostri giorni".

A riguardo un nostro lettore, esperto di vini e viticoltura, ha inteso fare qualche osservazione che mette in discussione quanto dichiarato, citando dei dati storici, quindi oggettivi e riscontrabili ovunque, che pongono seri interrogativi sulle motivazioni che possono aver portare a dichiarare simili inesattezze, supportate poi da chi avrebbe il dovere di verificare l'esattezza delle informazioni.

Se si fosse trattato di vitigni autoctoni come il Bellone o la Malvasia del Lazio, l'affermazione "il vino che beveva Caligola" poteva trovare qualche fondamento. Non lo ha certamente trattandosi di vitigni che nulla hanno a che fare con la storia e le tradizioni dei Castelli Romani in generale ed in particolare con la valle del Lago di Nemi. 

Simili asserzioni non giovano certo al grandissimo sforzo che si sta facendo nell'intera regione per risollevare le sorti delle produzioni laziali, la cui immagine è stata danneggiata seriamente, negli ultimi cinquant'anni, da commercianti incauti.

"Ho avuto la ventura di leggere l’articolo dal titolo “Riprodotto sul lago di Nemi il vino rosso che beveva Caligola” – dichiara il nostro lettore – e posso assicurare che sono rimasto basito. Vi si afferma – prosegue l'attento lettore – che il produttore ha fatto ricerche per individuare “i vitigni originari del luogo”. Niente di più errato: il Montepulciano è originario dell’Abruzzo, da dove si è diffuso in altre regioni limitrofe ed arrivato in alcune zone dei Castelli Romani nei primi anni del novecento. Il Nero d’Avola sinonimo del vitigno calabrese (da Calea in siciliano uva e Aula in dialetto Avola, da cui Calea-Aulisi, ed infine Calaulisi italianizzato in calabrese) è un vitigno siciliano la cui coltivazione nel Lazio è stata introdotta da circa 15 anni. Come si fa, quindi, ad affermare che questi vitigni sono originari del luogo? Inoltre l’affermazione “più adatti al microclima del lago ed alla natura del suolo” fa sorgere molti dubbi su l’effettiva ambientazione dei vitigni, considerando che sembrerebbe che in dodici anni sono state prodotte solamente 4mila bottiglie di vino. O questa esigua commercializzazione è da imputare alla “inaccessibile grotta di tufo” (sic!) che di fatto impedisce l’accesso a chiunque, compreso il produttore? – l'esperto lettore conclude – Stendiamo un velo pietoso sulle inesattezze storiche “È lo stesso prodotto che realizzavano gli antichi romani in questo sito, vicino alle navi Tempio dell'Imperatore Caligola, che aveva qui il suo quartier generale e le sue vigne ….”




STADIO DI NEMI: A PROCESSO AMMINISTRATORI ED EX AMMINISTRATORI COMUNALI

Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; mso-ascii- mso-ascii-theme- mso-fareast- mso-fareast-theme- mso-hansi- mso-hansi-theme-}

Redazione

Nemi (RM) – Giacinto Bertucci ex presidente della Diana Nemi fa sapere che la propria posizione rispetto l'indagine della Procura di Velletri, a seguito della quale sono stati rinviati a giudizio il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, l'ex sindao Cinzia Cocchi e l'ex sindaco Alessandro Biaggi, è stata archiviata. Un giornale online locale aveva riportato la notizia includendo il nome dell'ex presidente della Diana Nemi tra i rinviati a giudizio. "Intendo ribadire – ha dichiarato al nostro giornale Giacinto Bertucci – che la mia posizione riguardo questa vicenda è stata archiviata"   

A processo quindi gli amministratori ed ex amministratori del Comune di Nemi sul quale arriva l'ennesima bufera Un’altra bufera giudiziaria si abbatte sul primo cittadino di Nemi Alberto Bertucci, che è stato indagato per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché in veste di amministratore del Comune di Nemi, nell’ordinanza 21 del 26 agosto 2010 “falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio di Nemi” l’idoneità del campo, visto il certificato di agibilità del campo di gioco che consente agli spettatori di accedere alle tribune in muratura e ciò sebbene l’impianto sportivo fosse privo di certificato di agibilità, privo di attestazione di allaccio alla pubblica fognatura, privo di certificazione antincendio e addirittura composto da alcuni manufatti abusivi (tribuna per ospiti, toilette, due magazzini, spogliatoi e club House).

Indagato anche il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori. Una vicenda, quella del campo sportivo Iorio che non ha risparmiato neppure l’attuale consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, indagato anch’egli per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché addirittura si sarebbe spacciato per il sindaco di Nemi attestando la perfetta idoneità del campo sportivo. In pratica Libanori, “attribuendosi la qualifica di primo cittadino del Comune di Nemi nel nulla osta “disponibilità campo gioco stagione sportiva 2012/2013 del 16 luglio 2012 (già eletto consigliere di maggioranza) falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio, la perfetta idoneità da ogni punto di vista normativo sulla sicurezza ed agibilità del campo di giuoco e degli annessi servizi e strutture a corredo” e ciò sebbene l’impianto sportivo risultava privo delle attestazioni su riportate. Rinvio a giudizio anche per gli ex sindaci di Nemi Cinzia Cocchi e Alessandro Biaggi.




NEMI: UN GRANDE GESTO PER IL CARABINIERE AUSANO NICOLETTI

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Medaglia d'Oro al valore civile per il carabiniere originario di Nemi Ausano Nicoletti caduto per mano nazista nel 1944. Questo quanto deliberato dal Comune di Nemi durante l'ultimo Consiglio Comunale dello scorso 21 Settembre 2015. L'amministrazione avvierà quindi le procedure per presentare alla Presidenza della Repubblica la proposta di conferimento del più alto riconoscimento civile al Carabiniere Ausano Nicoletti.

Lo scorso 8 Febbraio 2015 avevamo dato la notizia che la città di Cori aveva dedicato una lapide alla memoria del gesto eroico compiuto dal giovane Carabiniere nemese. Dunque, un atto importante, oltreché dovuto da parte dell'amministrazione comunale di Nemi , che attiverà tutte le procedure come da prassi. 

Il primo cittadino, durante il Consiglio Comunale del 21 Settembre 2015, assenti i Consiglieri Palazzi, Cocchi e Osmari, ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri rappresentata in aula dal Maresciallo Capo Dario Riccio nuovo Comandante della Stazione Carabinieri di Nemi, per l’aiuto fornito in sede di ricostruzione storica degli avvenimenti narrati.

Ausano Nicoletti: Nato a Nemi il 10 Gennaio del 1924 durante la seconda guerra mondiale, insieme ai componenti e al comandante della stazione dei Carabinieri presso la quale era assegnato, fu costretto a vivere sulle montagne di Cori per sfuggire alla cattura da parte della gendarmeria tedesca. Il 7 febbraio 1944, nel tentativo di recarsi in caserma per recuperare viveri per i compagni, fu catturato da una pattuglia delle SS Tedesche, e ucciso nella pubblica Piazza. Qui il cadavere rimase abbandonato per 32 giorni, dopodiché fu seppellito nelle periferie dell’abitato in una buca scavata dalle bombe. Il Comune di Cori ha onorato la memoria del militare caduto, facendo erigere una tomba nel cimitero locale, che è stata commemorata lo scorso 7 febbraio 2015.

 




NEMI: ERIKA RICCI CON FRATELLI D'ITALIA ADERISCE A "POVERA PATRIA"

Redazione

Anche Nemi, come altri Comuni del circondario, aderirà alla richiesta del Presidente nazionale di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni la quale il 4 ottobre,in occasione della festa di San Francesco, ha lanciato la campagna "Povera Patria" per la raccolta di generi alimentari e di prima necessità che possono essere destinati agli italiani in difficoltà.

"Questa iniziativa – ha commentato Erika Ricci, portavoce comunale di FDI-AN di Nemi– è diretta a dimostrare fattivamente che, mentre tanti discutono e spesso lucrano sugli immigrati, la nostra priorità rimangono gli italiani più deboli e dimenticati e che non ricevono alcun appoggio e sostegno dallo Stato e dagli Enti locali. Il risultato di quanto raccolto verrà destinato alle Caritas o attraverso le parrocchie o associazioni di volontariato di nostra fiducia, prioritariamente, ai cittadini italiani disagiati. “All’iniziativa verrà attribuito un più profondo significato istituzionale atteso che Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale promuoverà presso tutti i Consigli comunali e regionali un ordine del giorno per destinare una parte degli emolumenti ricevuti dagli eletti per integrare gli scarsi fondi previsti per il sostegno delle famiglie italiane in difficoltà. chiunque volesse dare il proprio contributo a sostegno della nostra Campagna potrà farlo contattandoci ai recapiti indicati nell’allegato manifesto (fratelliditalianemi@gmail.com o il numero 3317761932) e passeremo a ritiralo presso ciascuna abitazione. Confidiamo nella partecipazione della città di Nemi e nella solidarietà dei nostri concittadini nei confronti delle famiglie più bisognose”.