Nemi: interrotto il collegamento con Genzano via lago

 

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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Primi grossi danni provocati dal maltempo ai Castelli Romani. La strategica via di collegamento tra Nemi e Genzano via lago, al momento non congiunge più le due cittadine perché nel territorio di Genzano è franato un grosso masso sulla strada e, come si può vedere dalle immagini scattate (domenica 19 settembre 2016) da L’Osservatore d’Italia, la strada è stata chiusa al transito.

 

Dalla parte di Nemi, all’inizio della strada provinciale Nemi-Lago (di competenza della Città Metropolitana) c’è un cartello di pericolo che indica lavori in corso. Si capisce, dunque, che si deve fare attenzione. Probabilmente sarebbe stato più opportuno informare che il collegamento con Genzano è interrotto per evitare agli automobilisti di dover arrivare fino al museo delle Navi e poi tornare indietro dopo essersi accorti che lo sbocco a Genzano è chiuso.


Infatti il cartello che indica la caduta massi e che fa capire finalmente che la strada è interrotta si trova proprio all’altezza del ristorante la Fiocina, ovvero nei pressi della chiusura. Non sarebbe meglio avvertire che il collegamento Nemi-Genzano via lago è interrotto prima di percorrere inutilmente la strada?

 

Ripristinata la segnaletica in via delle Pantane Nel frattempo, ieri (sabato 18 settembre 2016) alle ore 14 il Comandante della Polizia Locale di Nemi Gabriele Di Bella ha provveduto a far ripristinare la segnaletica di chiusura di via delle Pantane, oggetto di un nostro articolo che ne segnala lo stato di degrado e dissesto del manto che perdura ormai da circa un anno. Di Bella ha infatti asserito ieri che sarebbe immediatamente andato a controllare la situazione. E così è stato, per quanto concerne la messa in sicurezza di competenza della Polizia Locale. Di certo è in vigore una ordinanza che parla di strada chiusa fino a che non sono terminati i lavori. Di fatto i lavori sono terminati lo scorso anno. Evidentemente sono ancora in corso verifiche per capire come intervenire sul manto dissestato.
 




Nemi: pericolo crateri in via delle Pantane

 

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di Ivan Galea

 

NEMI (RM) – Via delle Pantane, nella valle del Lago di Nemi, vicino al Museo delle Navi non può considerarsi più una strada, bensì un pericolo a cielo aperto. La via si presenta infatti spaccata a metà con veri e propri crateri nel mezzo, tanto che lo scorso 17 ottobre 2015, su segnalazione di alcuni cittadini ai Carabinieri e alla Polizia Locale di Nemi fu istituito il divieto di circolazione nel tratto interessato da voragini e crepe. Divieto valido fino a fine lavori di ripristino del manto stradale. 

Un anno e mezzo fa spesi 8mila euro per sistemare la strada Via delle Pantane a dicembre del  2014 fu interessata da alcuni lavori di manutenzione del tratto di fosso Tempesta, lavori relativi alla posa in opera di condutture e sistemazione della viabilità comunale, che attraversa la strada al fine di facilitare lo scorrimento delle acque meteoriche e la funzionalità del fosso stesso. L'amministrazione comunale incaricò quindi la ditta Toro Appalti srl di Albano Laziale a svolgere i lavori per 6.031,68 euro. Successivamente l'amministrazione comunale di Nemi determinò che per ottenere una migliore esecuzione dei lavori ed il deflusso delle acque meteoriche nel miglior modo si rendeva necessario l’allungamento della canalizzazione rispetto a quanto previsto in sede di previsione. Furono quindi accordati altri 1.934,92 euro alla Toro Appalti per i lavori integrativi, per un totale di 7.966,60 euro pagati dal Comune alla ditta a marzo del 2015.


Una via pericolosa nonostante i lavori Oggi, dopo un anno e mezzo da quei lavori,  alcuni residenti di Nemi ci hanno inviato delle fotografie che evidenziano la presenza di veri e propri crateri in via delle Pantane, oltre alla mancanza di qualsiasi cartello stradale che segnali il divieto di circolazione a causa dell'evidente pericolosità della via.

 

Le dichiarazioni del Comandante della Polizia locale di Nemi Per saperne di più abbiamo chiesto delucidazioni al Comandante della Polizia Locale di Nemi Gabriele Di Bella: “Da subito è stato disposto un provvedimento alla chiusura immediata della strada a garanzia della pubblica incolumità – dice Di Bella – sono in corso accertamenti , la cui competenza è dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e comunque ringraziamo i residenti per le segnalazioni. Provvederemo a verificare nell’immediato se ignoti hanno riaperto la strada interdetta ”. Il comandante Di Bella, che nel caso la strada fosse stata riaperta provvederà di nuovo alla chiusura, fa sapere che anche via del Perino è stata chiusa perché c’è un problema di dissesto del manto. E che su via delle Pantana, circa un anno fa, è stato demolito un ponticello e reso funzionale il canale di scorrimento delle acque in fondo alla strada sulla sinistra. Un canale da cui, prima dell’intervento, trabordava fango ed era spesso ostruito".
 




Eventi catastrofici Lazio: quanti Comuni hanno il piano di emergenza?


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di Ivan Galea

I comuni italiani devono avere un proprio piano di Protezione civile, un documento che risulta indispensabile per la prevenzione dei rischi e soprattutto per gestire le operazioni di emergenza. Lo prescrive la legge 100 del 12 luglio 2012 che ne richiedeva l’approvazione dopo 90 giorni dall’entrata in vigore della norma.
Uno strumento, quindi, per sapere come comportarsi e per organizzare i soccorsi in caso di calamità.

 

I Comuni senza piano Nel Lazio figurano una moltitudine di Comuni che non sono provvisti di un piano di Protezione civile per affrontare le calamità naturali. Tra questi anche il Comune di Accumoli, epicentro del terremoto dello scorso 24 agosto 2016. Questo il dato che emerge dal sito della Protezione Civile che riporta l'elenco, trasmesso dalle Regioni, dei vari Comuni che hanno approvato i dispositivi da mettere in atto nella malaugurata ipotesi di eventi catastrofici come quello che ha colpito l'Italia centrale lo scorso mese di agosto.


L'incendio alla discarica di Roncigliano Ma la memoria torna anche a quanto verificatosi presso la discarica di Roncigliano ad Albano Laziale, su quello che è stato definito da molti come un vero e proprio disastro ambientale per la zona dei Castelli Romani quando lo scorso 30 giugno un incendio ha distrutto l'impianto di trattamento rifiuti e la cittadinanza si è trovata a vivere dei veri e propri momenti di paura a causa di una nube alta circa 25 metri sviluppatasi a seguito delle fiamme e anche delle operazioni di spegnimento. Una situazione in cui la comunicazione è stata gestita alla meglio dai vari primi cittadini dei territori circostanti,


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NEMI, COMUNE NEMI, PIANO EMERGENZA NEMI,




Nemi: monta il caso della gestione dei rifiuti


di Ivan Galea


NEMI (RM) – Primi riscontri a Nemi sulla questione "gestione rifiuti" svolta presso un'area situata nelle immediate vicinanze – circa 54 metri – del pozzo dei Corsi che serve acqua potabile alla popolazione. A sollevare la questione, alla quale abbiamo dato ampio risalto su questo quotidiano, lo scorso 14 luglio l'associazione Italia Nostra per voce del suo rappresentante locale Vairo Canterani. L'area in questione, che in questo momento lo ricordiamo, viene utilizzata dalla società Lazio Ambiente – le cui quote societarie sono di intera proprietà della Regione Lazio –  per gestire i rifiuti di Nemi, nonostante il Decreto Legislativo 152/2006 all'articolo 94 vieti la "gestione dei rifiuti" in presenza di pozzi che servono acqua per uso umano e che fissa una zona di rispetto di 200 metri,  è stata addirittura scelta come sito per realizzare un'isola ecologica. Lo scorso 13 luglio, infatti, il Consiglio comunale di Nemi ha approvato   il progetto in variante e durante la seduta la consigliera di opposizione di "Partecipazione Democratica" Stefania Osmari, astenutasi dal voto, ha espresso le proprie riserve riguardo la vicinanza del sito a pozzi e serbatoi senza voler però contestare la valutazione dei tecnici che si sono espressi al riguardo o la loro professionalità.


Il cittadino anonimo scrive al sindaco Intanto un cittadino che ha preferito restare anonimo ha inviato una lettera indirizzata al sindaco e per conoscenza ai carabinieri di Nemi, alle consigliere di opposizione Stefania Osmari e Cinzia Cocchi e al direttore de L'Osservatore Laziale.
Nella lettera, che alleghiamo per intero, oltre a ripercorre quello che è stato l'iter, ormai settennale, in cui si è cercata una soluzione per realizzare l'agognata isola ecologica, il cittadino chiede di sapere chi è il tecnico che ha sottoscritto la tavola unica del progetto di variante urbanistica, la relazione tecnica e il quadro economico in considerazione della vicinanza del pozzo di captazione di acque sotterranee e che immette acqua potabile nella rete idrica destinata alla cittadinanza.

Regione Lazio, Lazio Ambiente e conferenza dei Servizi Una vicenda, questa, per taluni sicuramente imbarazzante, che vede ora una società, la Lazio Ambiente SpA, di esclusiva proprietà della Regione Lazio, gestire i rifiuti in un'area per la quale la legge parla chiaro e che vedrà l'ente Regione approvare o meno, in sede di conferenza dei servizi, il progetto di variante per il sito dove il Comune di Nemi è intenzionato a realizzare l'isola ecologica che sarà gestita, con tutta probabilità dalla controllata regionale Lazio Ambiente SpA.

La questione è ormai nota a tutti,
istituzioni comprese e sicuramente una decisione sull'attuale gestione dei rifiuti e sul futuro dell'isola ecologica che si intende piazzare vicino al pozzo d'acqua potabile dovrà  essere presa.

 

La lettera alla cittadinanza di Cinzia Cocchi Intanto la Consigliera di opposizione di "Insieme per Nemi" ha esposto nella bacheca di corso Vittorio Emanuele la lettera del cittadino anonimo insieme ad una sua lettera aperta alla cittadinanza di Nemi.


Ecco la lettera di Cinzia Cocchi alla cittadinanza esposta insieme alla lettera del cittadino anonimo:

"Cari Concittadini,
ad onor della trasparenza, pubblico la lettera anonima che mi è stata recapitata a mezzo raccomandata. Non approvo le persone che, pur facendo delle critiche utili alla comunità, si celano dietro all’anonimato.  La scelta di rendere nota questa missiva, è per dare uno stimolo, con la speranza che  tutti i cittadini trovino il coraggio e l’orgoglio di sentirsi parte attiva nella gestione amministrativa del proprio paese. Pertanto, nell’auspicare una presa di coscienza e d’interesse della cosa pubblica, faccio appello ancora una volta a tutti i cittadini a partecipare alle sedute del Consiglio Comunale, compreso il cittadino “Nemese incredulo e arrabbiato”, autore della missiva.
 Quello che spesso si legge nelle delibere consiliari, è un riassunto molto sintetico e a volte impreciso, vista anche la difficoltà di verbalizzare l’intero dibattito. Quindi, ritengo ingiuste le critiche gratuite nei confronti dei consiglieri comunali, specialmente di opposizione, che, nonostante le innumerevoli difficoltà nell’espletare la loro azione di controllo e di critica mediante i loro interventi, sono sempre presenti e combattivi nel  difendere e tutelare i diritti di tutti.
 A tal proposito, rinnovo la richiesta di una diretta streaming dei Consigli Comunali, in mancanza di mezzi appropriati, sarebbe utile anche una semplice registrazione messa  a disposizione dei cittadini sul sito del Comune.
Caro Cittadino “Nemese incredulo e arrabbiato”, spero di averti dato voce e coraggio, ora, aspettiamo insieme ai nostri concittadini, vista l’urgenza del caso, una cortese sollecita risposta da parte del Sindaco!

                                Il Consigliere Comunale
                                   Insieme per Nemi
                                       Cinzia Cocchi"

 

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Gabriele Di Bella il "conquistatore": il sistema Nemi sbarca a Lanuvio

 

di Ivan Galea

 

LANUVIO (RM) – Ménage à trois per Gabriele Di Bella che dallo scorso primo settembre ha preso servizio come nuovo Comandante della Polizia locale di Lanuvio. Ora Di Bella dovrà quindi dividersi tra Roma, quale appartenente al corpo della Polizia locale della Capitale, Nemi dove da tre anni è Comandante della Polizia locale e responsabile delle Attività Produttive e Lanuvio dove gli è stato conferito il nuovo prestigioso incarico.    


Un Gabriele Di Bella che attraverso questa esperienza lavorativa partecipata è riuscito a far condividere una scelta programmatica a ben tre sindaci capitolini di estrazioni politiche agli antipodi tra diloro: Gianni Alemanno con il quale inizia il percorso condiviso poi con Ignazio Marino e ora con Virginia Raggi. "Questa cosa ha una certa rilevanza – dichiara il nuovo Comandante della Polizia locale di Lanuvio – perché lavorare su piccoli numeri – prosegue – non è semplice e soprattutto per chi come me non ha lasciato mai un minuto il suo ruolo nella Capitale, quindi è un ragionamento di convenzione, è un laboratorio sperimentale anche per Roma Capitale per capire come meglio impiegare il personale". Per il nuovo Comandante si tratta quindi di una scelta imposta in parte dalla spending review in tema di razionalizzazione delle risorse e quant'altro ma soprattutto dalla Città Metropolitana. "È impensabile – dice Di Bella – tenere in piedi un campanilismo sull'organizzazione dei servizi da erogare alla cittadinanza quando le risorse sono poche da una parte e dall'altra e probabilmente insieme si determina una consistenza numerica che consentirà dove avrà necessità Lanuvio o Nemi di operare insieme per raggiungere il risultato".

In materia di Polizia locale si cerca quindi di mettere insieme una serie di Comuni e associare una serie di servizi. "L'esperienza di tre anni a Nemi  sul decoro urbano e sicurezza, in linea con le direttive dell'amministrazione – dichiara ancora Di Bella – ha portato a registrare dei risultati che hanno richiamato l'attenzione di un Comune importante, soprattutto per dimensione, come Lanuvio. Per Nemi è motivo di orgoglio – prosegue il neo Comandante – perché quando sono arrivato, la cittadina doveva essere assorbita come servizio da Genzano, mentre oggi Nemi fa un percorso insieme a Lanuvio per mettere insieme tutte quelle professionalità che sono presenti nella Polizia locale di entrambe le cittadine secondo il principio di razionalizzazione delle risorse, efficacia e efficienza, del servizio".
Di Bella quindi ha riconosciuto alla Polizia Locale di Nemi di essersi ispirata a quel principio di sussidiarietà evocato da sempre dalla Comunità Europea. "La Polizia amministrativa della città è rappresentata dalla Polizia locale e quello che è il valore aggiunto, la parte determinante per la Polizia locale – dichiara ancora Di Bella – a mio avviso sono l'Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato perché sono le strutture attraverso le quali operare con maggiore rapidità al di fuori dei confini, perché noi siamo la Polizia locale dell'entità Comune. Diventerebbe una sorta di ingessamento – prosegue il Comandante – dell'attività laddove andremmo oltre quei confini".

Determinanti quindi nel cosidetto "sistema Nemi", che Di Bella esporterà anche a Lanuvio, le tecnologie e le attività logistiche di supporto messe a disposizione dalla Compagnia di Velletri nella persona del Capitano dei Carabinieri Davide Occhiogrosso e dalla Compagnia di Frascati nella persona del Colonnello Luciano Magrini. Un valore aggiunto come anche l'accelerazione per raggiungere determinati risultati. "Oggi il modello Nemi è riuscito a far comprendere che diverse strutture di polizia possono operare insieme come nel caso della sicurezza stradale o del contrasto ad atti vandalici e quant'altro". Dice con un certo tono d'orgoglio Gabriele Di Bella che conclude ricordando che il risultato più grande in questi 3 anni a Nemi è stato il rapporto instaurato con i cittadini, "una sorta di sicurezza partecipata".




Nemi: se non è gestione dei rifiuti, cos'è?

 

di Ivan Galea


NEMI (RM)
– A Nemi, in via della Radiosa, persiste l'area recintata in cui sono presenti una decina di cassonetti utilizzati come appoggio momentaneo per i rifiuti. La spazzatura dei cittadini di Nemi viene raccolta dagli operatori della Lazio Ambiente S.p.A., società che si occupa della raccolta rifiuti, quindi scaricata nell'area di via della Radiosa all'interno dei cassonetti. I rifiuti, dopo aver sostato nel sito, vengono poi successivamente caricati su un mezzo più grande sempre della Lazio Ambiente S.p.A. che  provvede a portarli in discarica.


Riepilogando:
i rifiuti vengono raccolti sul territorio di Nemi dalla società incaricata dal Comune, quindi depositati nei cassonetti presenti nell'area di via della Radiosa per poi essere raccolti nuovamente, da un mezzo più grande, da via della Radiosa per essere portati in discarica.


La gestione dei rifiuti
Un'attività dunque, quella appena descritta, messa in pratica dalla Lazio Ambiente a Nemi, che definiamo come  gestione dei rifiuti, nel senso più ampio del termine . L'enciclopedia libera Wikipedia, infatti, definisce come gestione dei rifiuti "l'insieme delle politiche, procedure o metodologie volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale". Nel caso di Nemi il processo è quindi rappresentato dalla produzione dei rifiuti da parte dei cittadini e dalla raccolta degli stessi effettuata dalla Lazio Ambiente che provvede a portarli alla destinazione finale, in questo caso la discarica.


La legge Una gestione dei rifiuti che appare in netto contrasto con quanto disposto dalla legge. Esiste infatti un decreto legislativo, il 152/2006 per l'esattezza, che disciplina le norme in materia ambientale, che all'articolo 94, parlando di aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, vieta espressamente la gestione dei rifiuti. E comunque fissa una zona di rispetto, partendo dal pozzo di acqua, di 200 metri.


Il malcostume di alcuni Intanto in via della Radiosa, oltre all'attività effettuata dagli operatori della Lazio Ambiente, diventa ogni giorno che passa costume da parte di alcuni di depositare sia dentro che fuori l'area circoscritta ogni genere di rifiuto. Dall'organico, all'inorganico fino agli ingombranti. Abbiamo immortalato anche una decina di  bottiglie di plastica racchiuse dentro delle buste riportanti l'indirizzo di un'autofficina  e con del liquido all'interno che ricordava l'olio esausto dei motori. Ma anche di fronte l'area sono presenti, dallo scorso aprile, rifiuti ingombranti gettati da qualcuno nel bosco attinente, che ancora oggi, a distanza di 5 mesi e nonostante siano stati segnalati su queste colonne, giacciono ancora lì indisturbati.


Un'area basilare Ma torniamo nel merito della pratica 'gestionale' dei rifiuti di Nemi, unico Comune dell'area dei Castelli Romani che ad oggi non è ancora riuscito a dotarsi di un isola ecologica e quindi non effettua la raccolta differenziata. questa modalità si presenta necessaria e fondamentale alla ditta incaricata dall'amministrazione locale in quanto risulterebbe impossibile raccogliere i rifiuti con un unico grande mezzo, attraverso i vicoli del paese o per le strette vie del circondario, per poi portarli direttamente in discarica. L'area di via della Radiosa appare quindi basilare per i piccoli mezzi della Lazio Ambiente che si serve della stessa per poi di trasferire i rifiuti in discarica con un mezzo più grande. 


Il pozzo d'acqua dei Corsi Quindi, dopo aver iniziato a scrivere di questa faccenda già dallo scorso 14 luglio, dove il rappresentante locale di Italia Nostra e di "Nemi per Sempre" Vairo Canterani segnalava questa situazione,  accendendo i riflettori su una questione che interessa un'intera comunità, quello che si intende ancora una volta evidenziare è la presenza di uno dei due pozzi che servono acqua potabile alla popolazione, definito dal gestore Acea come pozzo dei Corsi e che si trova a soli 54 metri circa di distanza dall'area rifiuti di via della Radiosa.


La legge e le interpretazioni Ma si sa, siamo in Italia e le leggi sono soggette alle più variabili interpretazioni. Così, quindi, come potrebbe essere interpretata l'accezione di "gestione dei rifiuti".  È  gestione dei rifiuti il fatto che una società incaricata dal Comune di raccogliere la spazzatura della cittadina delle fragole utilizzi un area come deposito momentaneo degli stessi per poi trasferirli in discarica? Qualora venisse confermato che si tratta di gestione dei rifiuti e non di altra pratica, quindi in contrasto con quanto disposto dal Decreto Legislativo, chi è che deve intervenire per porre fine a un comportamento contrario ad una legge dello Stato visto che nelle immediate vicinanze è presente un pozzo che serve acqua potabile per uso umano?  


Una scelta poco ponderata
Siamo di fronte ad una questione che non ha colori politici ma solo l'interesse di salvaguardare l'ambiente e uno dei beni più preziosi che madre natura ci offre: l'acqua. Permettere un'attività del genere, che potrebbe mettere a rischio inquinamento la falda acquifera di un pozzo che serve la popolazione non ci sembra una scelta molto ponderata. Forse è il caso di trovare un altro spazio nel territorio di Nemi, dove appoggiare momentaneamente i rifiuti, al fine di poter permettere alla società deputata alla raccolta della spazzatura di poter svolgere il proprio lavoro nel rispetto della salvaguardia dei beni ambientali. Non vi pare?


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Nemi, via dei Laghi: auto sbanda e fa crollare il muro

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di Ivan Galea


NEMI (RM)
– Brutto incidente oggi sulla via dei Laghi nel tratto sovrastante via De Sanctis a Nemi. Il conducente di un Ford Vignale ha perso il controllo dell'auto, per ragioni ancora da verificare, finendo sulla corsia opposta e urtando contro il muretto del ponte che si è sgretolato completamente, tanto che i massi e detriti si sono riversati nella sottostante via De Sanctis invadendo mezza corsia.

A bordo dell'auto quattro persone, compreso il conducente, rimaste leggermente ferite. Due di loro sono state trasportate dall’ambulanza all’ospedale di Velletri. L’incidente è avvenuto intorno alle 15:30. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Nemi comandata dal Maresciallo capo Dario Riccio e la polizia municipale comandata dal dr. Gabriele Di Bella. Il conducente ha riportato escoriazioni sulle braccia a causa dell’airbag fuoriuscito per il forte impatto.

Secondo la ricostruzione della persona alla guida l’auto avrebbe sbandato a causa di una ruota che si sarebbe distaccata da sola. Di fatti a terra c’è la ruota poco distante dall’auto.. Le forze dell’ordine hanno chiamato i Vigili del Fuoco che dovranno provvedere alla messa in sicurezza del sito.




Nemi: chiudete quella discarica!

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di Ivan Galea

NEMI (RM) – Acqua potabile a rischio inquinamento. Questo quanto sta emergendo a Nemi dopo che l'associazione ambientalista Italia Nostra ha lanciato l'allarme riguardo una sorta di discarica a cielo aperto situata nelle immediate vicinanze di uno dei pozzi che immettono acqua potabile nella rete idrica gestita da Acea Ato 2. Una situazione nota all'amministrazione comunale in quanto durante la seduta di Consiglio dello scorso 13 luglio il consigliere di opposizione di "Partecipazione Democratica" Stefania Osmari ha asserito che si tratta di una situazione già di fatto esistente da diverso tempo. 

Pozzo acqua potabile a rischio inquinamento Abbiamo voluto approfondire la questione verificando sul posto, in via della Radiosa a Nemi, dove abbiamo potuto appurare che a circa 50 metri di distanza dal pozzo denominato Pozzo Alto – via dei Corsi e codificato dal gestore Acea Ato 2 con la sigla "NEMP02", esiste un'area recintata con tanto di cassonetti per la spazzatura, ne abbiamo contati almeno una decina,  provvista di un cancello che molto spesso resta aperto e altrettanto spesso resta incustodita. Ma la cosa che è apparsa ancora più grave è stata la presenza dei rifiuti sul terreno privo di qualsiasi protezione impermeabile.

Aree di salvaguardia
Eppure la normativa in materia di salvaguardia delle fonti di approvvigionamento idrico stabilisce le aree di salvaguardia suddividendole in zona di protezione, area di rispetto e area a tutela assoluta.


Area di Tutela Assoluta È la zona di tutela assoluta costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni o derivazione, in questo caso rappresentate dal pozzo di Nemi gestito da Acea Ato 2, che deve avere un’estensione di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione e deve essere adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio. Infatti il Pozzo Alto – via dei Corsi è provvisto di recinzione e di un cancello.

Zona di rispetto La zona di rispetto è costituita invece dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere divisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla tipologia dell’opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa.


La legge nazionale L'articolo 94 del Decreto Legislativo152/2006 “Norme in materia ambientale” – disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano stabilisce infatti che in assenza dell’individuazione da parte delle Regioni della zona di rispetto, questa è stabilita in 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione. Il Decreto Legislativo, nella zona di rispetto vieta l’insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività: Dispersione di fanghi e acque reflue, anche se depurati; accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi; dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti da piazzali e strade; aree cimiteriali; apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano; gestione dei rifiuti; stoccaggio di sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive; centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; pozzi perdenti; pascolo intensivo di bestiame.

La legge nazionale e regionale La legge regionale 24 del 1998 nelle norme tecniche relative il Piano Territoriale Paesistico dell'area dei Castelli Romani (PTP9) attualmente in vigore, all'articolo 6  "Protezione dei corsi e delle acque pubbliche" stabilisce che "I corsi d'acqua e le relative fasce di rispetto debbono essere mantenuti integri e inedificati per una profondità di metri 150 per parte.     


Distanze disattese
Abbiamo quindi misurato, con gli strumenti di google la distanza che intercorre tra l'area rifiuti di Nemi in via della Radiosa e il pozzo Alto – via dei Corsi rilevando che intercorrono, tra il sito utilizzato come una sorta di isola ecologica e il pozzo che serve acqua potabile ai cittadini di Nemi e di altri comuni limitrofi, circa 54 metri nel punto più vicino e 74 metri circa come massima distanza. Quindi oltre al fatto che non si può certamente tollerare un "monnezzaio" a cielo aperto, accessibile a chiunque e dove resta sconosciuta la natura dei rifiuti che quotidianamente vengono conferiti in una zona dove non viene rispettata la distanza minima prevista per legge vnazionale e regionale. 

La qualità dell'acqua di Nemi L 'acqua è la risorsa essenziale per il mantenimento della vita. Determina la natura, le caratteristiche e la tipologia degli ecosistemi. Determina la qualità della vita delle società umane consentendo e determinando la tipologia dello sviluppo socio economico delle collettività. Nemi fornisce l'approvvigionamento idrico ad Acea con i suoi pozzi, quello Alto di via dei Corsi e quello situato sulle rive del lago. L'acqua dei due pozzi viene poi miscelata con quella dell'acquedotto del Simbrivio e alla data del 31 dicembre 2015 le analisi effettuate da Acea sull'acqua di Nemi ci dicono che  i valori sono buoni. Ormai la questione è senza ombra di dubbio molto chiara. Non rimane altro che attendere una tempestiva mobilitazione da parte degli organi preposti alla vigilanza e tutela dell'ambiente. Ogni giorno che passa c'è il rischio d'inquinamento che aumenta.




Nemi, acqua potabile, discarica e Isola Ecologica: Osmari puntualizza

di Ivan Galea

NEMI (RM) – Discarica a cielo aperto in via della Radiosa a ridosso dello stadio comunale di Nemi dove il Comune ha intenzione di realizzare l'isola ecologica cercando di dimostrare che l'area non è boscata come invece risulta oggi dal PTPR e peraltro, il sito si trova che nelle immediate vicinanze di un pozzo che serve acqua potabile alle popolazioni.  La legge vieta espressamente la gestione di rifiuti in prossimità di pozzi d'acqua.

Questo quanto denunciato su questo giornale lo scorso 14 luglio 2016 da Vairo Canterani rappresentante locale dell'associazione ambientalista Italia Nostra e dalla Consigliera di "Partecipazione Democratica" Stefania Osmari durante il Consiglio comunale dello scorso 13 luglio. 

Sono emerse dunque due importanti questioni: La prima che da anni esiste un'area in via della Radiosa a Nemi priva di qualsiasi protezione impermeabilizzante del terreno dove si scaricano e caricano rifiuti di ogni genere, di cui non si conosce l'effettiva natura, in presenza di uno dei pozzi di acqua che servono la rete idrica di Nemi e comuni limitrofi senza che nessuno in questi anni ne abbia denunciato la presenza e la seconda realtà è che il Comune ha intenzione di realizzare proprio in quell'area l'isola ecologica nonostante la legge vieti espressamente la gestione dei rifiuti in presenza di pozzi di acqua.

Dunque abbiamo criticato la scelta del Consigliere Stefania Osmari di essersi astenuta durante le operazioni di voto dell'ultimo Consiglio comunale dove con 4 voti favorevoli e due astenuti (Osmari-Cocchi) è stato approvato il progetto preliminare di isola ecologica e della relativa variante urbanistica al vigente P.RG. di Nemi  relativamente all’area interessata dal progetto.

Non abbiamo criticato invece l'astensione della Consigliera Cinzia Cocchi in quanto stando a quanto riportato nel verbale di Consiglio comunale non ha fatto riferimenti al fatto di essere a conoscenza che esista il pozzo di acqua nelle vicinanze tantomeno al fatto che l'area è utilizzata da anni come "monnezzaio", dichiarando tra l'altro: "con rammarico e con ritardo prendiamo atto della necessità di questa soluzione che fin dall’inizio, considerate le difficoltà e le complessità prevedibili rispetto alla scelta originaria, doveva percorrersi".

In ultimo insieme all'articolo dello scorso 23 luglio 2016 abbiamo doverosamente allegato il pdf del verbale di seduta consiliare, che riproponiamo anche con questo articolo, per quei lettori interessati a leggere integralmente tutte le dichiarazioni rilasciate dal sindaco, dalla sua maggioranza e dalle consigliere di opposizione.

Dunque il giornale, come sempre fatto anche in passato, resta sensibile ad argomenti che interessano l'ambiente e la salute pubblica, tanto che lo scorso 24 aprile 2016, sempre su questo quotidiano, denunciavamo la presenza di un cumulo di ingombranti buttati sul ciglio di via della Radiosa a pochissimi metri dal pozzo di acqua potabile. Ma evidentemente nessuno ha voluto raccogliere questo grido di allarme e oggi dopo oltre 3 mesi quei rifiuti sono ancora li.

La Consigliera di "Partecipazione Democratica" ha quindi ritenuto di voler intervenire attraverso una nota in merito alla questione. Di seguito riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di Stefania Osmari Consigliere di "Partecipazione Democratica" al Comune di Nemi:

"Egregio Direttore , mi permetta una breve replica all’articolo pubblicato  dal  suo quotidiano  riguardante  quanto da me affermato durante la seduta del  Consiglio Comunale del 13 luglio, relativamente  al punto dell’ isola ecologica. Premetto che sul sito del Comune di Nemi, nella sezione Albo Pretorio, è riportato integralmente  il dibattito che si è tenuto sull’argomento nel corso del Consiglio Comunale stesso e la cronologia degli interventi. Dico questo perché leggendo l’articolo ho avuto l’impressione che esso sia stato il frutto di una errata lettura del verbale.  Infatti, è evidente, nell’articolo,  la  traslazione cronologica di alcuni miei interventi e l’omissione di altri  che modificano in modo sostanziale il senso degli stessi.  Questa replica, quindi, si rende necessaria per chiarire la mia posizione a Lei e ai lettori. Nemi,  il più piccolo dei paesi dei Castelli Romani, è il solo  comune del territorio che non ha ancora avviato la raccolta differenziata.  Sono circa 15 anni che ad ogni tornata elettorale le amministrazioni di destra la promettono, per poi disattendere penosamente le promesse fatte. Così è stato anche con l’attuale Sindaco. In campagna elettorale affermò che avrebbe risolto la questione nei primi 100 giorni  di mandato. Così non è stato. L’ostacolo sempre lo stesso:   l’isola ecologica.  Come Partecipazione Democratica  ho più volte sollecitato l’attuale giunta a rispettare quanto promesso in campagna elettorale: individuare, se possibile,  un sito idoneo, diversamente, intraprendere strade alternative (consortili)  per avviare la raccolta differenziata su tutto il territorio di Nemi. Oggi  annuncia di  aver risolto la questione attraverso il sito di via della Radiosa. Di seguito Le espongo il senso del mio intervento. Al netto del problema  pozzo, sul quale tornerò, ho chiesto ragione del perché, nonostante esistessero i requisiti necessari per il sito di via della Radiosa (presumo accertati da  una relazione tecnica in possesso del Sindaco) e, malgrado fosse nota la determina della Regione Lazio (2012) sul vincolo idrogeologico, si sia proceduto all’acquisto del terreno in prossimità del cimitero (2014). Quindi una precisa  domanda su un’operazione che continuo a non capire e che comunque è costata all’erario cittadino. Inoltre, Lazio Service utilizza da tempo  la zona adiacente a via della Radiosa come  deposito di cassonetti dove una grossa struttura cittadina e molti cittadini anche di altri comuni conferiscono i rifiuti.  La vicinanza al pozzo di Calvarione è nota a tutti: al  Comune, ai Vigili Urbani, alle forze politiche e ai  giornali. L’ho ricordata al Sindaco per mettere in risalto il fatto che mentre  si  attardava  per anni nella ricerca di altri siti, per giungere poi alla conclusione che quello di via della Radiosa (ripeto a dire dei suoi tecnici) aveva i requisiti necessari, sorgeva adiacente ad esso una specie di isola ecologica fai da te che, tra l’altro,  non ricordo essere stata mai denunciata da alcun articolo. Infine, e solo alla fine, ho espresso le mie perplessità circa i requisiti del sito di via della Radiosa proprio per la vicinanza al pozzo.  Perplessità che, essendo suffragate solo dal buonsenso, non essendo io un tecnico, e dal principio di cautela ed essendo io favorevole ad avviare finalmente la raccolta differenziata a Nemi, mi hanno indotta ad astenermi nella votazione. Lo stesso ha fatto l’altra consigliera di opposizione che, però, non ha avuto gli onori della cronaca come la sottoscritta.
 La ringrazio per l’attenzione
Stefania Osmari"




Nemi – Velletri: Messa in sicurezza via Acquedotto Fontana

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Red. Cronaca

NEMI (RM) – Messa in sicurezza via Acquedotto Fontana, zona Le Colombe, che delimita il confine tra il territorio di Velletri e quello di Nemi, dove era presente un grosso albero di pino pericolante che presentava un ramo di notevoli dimensioni spezzato  nei giorni scorsi a causa del vento e fortunatamente caduto in un'area privata senza abitazioni. 

Ad intervenire sul posto i Carabinieri di Nemi diretti dal Maresciallo Capo Dario Riccio e la polizia locale di Nemi diretta dal Comandante Gabriele Di Bella i quali hanno avvertito i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale di Velletri. Ieri i vigili del fuoco hanno constatato la situazione di pericolo crollo ed  è stata quindi predisposta la chiusura della strada per la messa in sicurezza. Allertato, il proprietario del terreno dove si trova l’albero ha provveduto alla messa in sicurezza dell’area e al taglio della pianta con l’ausilio della Polizia Locale di Nemi e degli operai del Comune. Oggi la strada è stata così riaperta alla circolazione veicolare. Quello della messa in sicurezza degli alberi è un intervento che sul territorio di Nemi non si è fatto da diversi anni. Negli ultimi tempi, Di Bella in comune accordo con il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, sta provvedendo a una ricognizione degli alberi pericolanti e alla messa in sicurezza degli stessi. Per ogni albero tagliato si prevede che ne saranno piantati due nuovi.

 




Nemi, terza nave di Caligola: "Identificato il luogo esatto"

di Ivan Galea

NEMI (RM) – Sale la febbre da nave a Nemi dove in settimana cominceranno le prime immersioni nel bacino lacustre per trovare la terza nave dell'imperatore Caligola. L'operazione, sostenuta dall'amministrazione comunale di Nemi, è stata annunciata lo scorso 9 giugno sulla base di alcuni riscontri che avrebbero fatto emergere la concreta possibilità che i fondali del lago custodiscano questo vero e proprio gioiello storico, che qualora fosse trovato potrebbe segnare una svolta decisiva per il rilancio definitivo non solo del Museo della Navi di Nemi ma anche per l'intera valle del lago che rappresenta un vero e proprio museo storico archeologico a cielo aperto.

 

Identificato il luogo esatto Le operazioni di ritrovamento "saranno condotte con un criterio totalmente diverso di quello già programmato". Fa sapere l'architetto Giuliano Di Benedetti incaricato dal sindaco di Nemi di effettuare le ricerche. "Finalmente ho capito – ha dichiarato Di Benedetti – che la nave c'è e dove si trova realmente. Fra pochi giorni sapremo". L'architetto genzanese, fautore dell'iniziativa, sul proprio profilo Fb mostra poi un immagine della metà del XVII secolo di Atanasius Kircher che indica un ipotetico recupero della nave sulle indicazioni di Francesco De Marchi. Di Benedetti lancia quindi un messaggio che lascia pensare che l'obiettivo sia reale e vicino: "Vedetela bene. Ricordatela quando, speriamo con tutto il cuore, vi daremo la notizia del ritrovamento. Per ora non vi posso dire altro, ma incrociate le dita".