Nemi, acqua potabile e rifiuti: in via della Radiosa il tempo passa tra frigoriferi e materassi
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di Angelo Parca
NEMI (RM) – Ancora nulla di risolto rispetto ad una gestione rifiuti non autorizzata che continua imperterrita in via della Radiosa a Nemi, a circa 60 metri da un pozzo di approvvigionamento di acqua potabile.
Lo spettacolo è a dir poco indecoroso, ormai da oltre sei mesi questo quotidiano denuncia lo stato di degrado in un'area senza autorizzazioni e che di fatto non dovrebbe esistere e che rischia di compromettere anche la vicina falda acquifera.
Cosa si aspetta a intervenire? Abbiamo puntualmente documentato tutto con foto, video, inviando Pec, email a tutte le Autorità competenti in materia.
I rifiuti che si trovano nell’area sono poggiati direttamente sul terreno. In questi sei mesi abbiamo immortalato di tutto e puntualmente informato tutte le Autorità competenti. Gli ultimi scatti riguardano un frigorifero, materassi, carrozzelle per disabili con tanto di gatto seduto sopra, testimonianza del fatto che in quell’area “si mangia” perché l’umido trasuda dai cassonetti e perché la gestione rifiuti è continua e sotto gli occhi di tutti.
Il cancello di quest'area che, lo ripetiamo, non dovrebbe esistere, a volte è chiuso e a volte è aperto. Secondo quanto ci risulta Il Corpo Forestale dello Stato ha fatto lunghe indagini su questo caso. Sono piovute anche sanzioni per privati residenti in altri Comuni che andavano a gettare i rifiuti nell’area, probabilmente si saranno sentiti autorizzati alla vista della mondezza a cielo aperto e con tanto di cancelli spalancati.
Adesso si attende l’intervento della magistratura per capire se quest’area non autorizzata, sorta vicino a un pozzo dell’acqua e in pieno Parco dei Castelli Romani possa essere oggetto o meno di sequestro. Ricordiamo che siamo di fronte ad una gestione rifiuti che si pone in netto contrasto con quanto disposto dalla legge. Esiste infatti un decreto legislativo, il 152/2006 per l'esattezza, che disciplina le norme in materia ambientale, che all'articolo 94, parlando di aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, vieta espressamente la gestione dei rifiuti. E comunque fissa una zona di rispetto, partendo dal pozzo di acqua, di 200 metri.