Nemi, Stele: il monumento è fuori piombo e pende verso l’interno di un parcheggio: sta cedendo il terreno?

NEMI (RM) – La Stele di Nemi risulta fuori piombo rispetto al proprio asse verticale e pende verso l’interno dell’area di parcheggio situata sulla via Nemorense.

Una inclinazione che abbiamo misurato in circa 1 centimetro per ogni mezzo metro di altezza che risulterebbe essere quindi di circa 6 centimetri per il punto più alto del monumento che misura circa 3 metri di altezza.

Un monumento, quello realizzato, che per dimensioni e fattezze non corrisponderebbe al progetto autorizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, dal Parco Regionale dei Castelli Romani e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali sulla base della relazione tecnica fornita dal Comune di Nemi, mentre la relazione tecnica agli atti del Comune riporterebbe altre specifiche del Monumento che invece corrispondono a quanto realizzato.

Una questione, quest’ultima, per la quale i Consiglieri comunali di “Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e che lo scorso 23 novembre ha visto anche presentare una interrogazione al Consiglio regionale del Lazio da parte della Consigliera Marta Bonafoni per verificare la conformità del “Monumento di benvenuto” realizzato all’ingresso di Nemi.

Una pendenza, quella rilevata dal nostro giornale, sicuramente da verificare, al fine di poter escludere possibili pericoli di crollo qualora il monumento, che ricordiamo ha un peso totale di quasi 14 tonnellate, dovesse inclinarsi ulteriormente nel corso del tempo. A chi di dovere gli accertamenti del caso.




Nemi, Stele: Giovanni Libanori risponde alle considerazioni politiche di Marta Bonafoni

NEMI (RM) – Non è tardata ad arrivare la nota del Consigliere comunale e Metropolitano Giovanni Libanori a commento delle considerazioni politiche della Consigliera Regionale Marta Bonafoni sulla Stele di Nemi.

“La Bonafoni non infanghi Nemi! – Dichiara Libanori -Rimango interdetto nel leggere quanta attenzione critica, la capogruppo della lista civica di Zingaretti, metta riguardo la stele di benvenuto realizzata a Nemi invece di preoccuparsi dei gravi problemi nel Lazio.

Farei più attenzione, fossi nella Bonafoni, alla grave situazione della sanità nella provincia di Roma ed in particolar modo nei Castelli Romani, invece di occuparsi della Stele di benvenuto a Nemi. Questo è sempre stato un paese dell’accoglienza dei popoli e non è mai andato contro i principi costituzionali e democratici.

Reputo questa azione prettamente strumentale e priva di fondamento, atta a gettare fango sul nostro paese e sulla nostra Amministrazione solo a scopo politico-ideologico. Invito l’On. Bonafoni – conclude Libanori – a conoscere con più attenzione Nemi, la sua storia e le sue tradizioni”.




Nemi, l’ombra del falso in atto pubblico sulla Stele di benvenuto

La Consigliera regionale Marta Bonafoni interroga il Consiglio regionale

NEMI (RM) – Interrogazione depositata oggi al Consiglio Regionale dalla Consigliera Marta Bonafoni per verificare la conformità del “Monumento di benvenuto” realizzato all’ingresso di Nemi.

Una interrogazione, quella della Consigliera Bonafoni, che fa seguito a quanto denunciato “documenti alla mano” dai Consiglieri comunali di “Ricomincio da Nemi” – Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri – rispetto alcune discordanze relative la relazione tecnica necessaria all’ottenimento del nulla osta per la realizzazione della Stele.

L’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani avrebbe autorizzato un monumento secondo quanto descritto nella relazione tecnica in proprio possesso

Una relazione fornita al Parco dei Castelli Romani dal Comune di Nemi che non corrisponderebbe a quanto effettivamente realizzato, mentre la relazione tecnica agli atti del Comune di Nemi riporterebbe altre specifiche del Monumento che invece corrispondono a quanto realizzato.

“Chiedo che sia verificata, presso la Direzione dell`Ente Parco Regionale dei Castelli Romani, – ha detto Bonafoni – la conformità della Stele rispetto al progetto presentato e sul quale il Parco ha rilasciato proprio nulla osta necessario alla realizzazione della stessa”.

La bagarre politica

“Un atto formale doveroso, – ha aggiunto Bonafoni – che nulla toglie in ogni caso alla sostanza, la mia ferma e decisa contrarietà ad un`opera (se così possiamo chiamarla) che in tutto e per tutto celebra inequivocabilmente il ricordo del regime nazi-fascista che tanto dolore e lutto ha portato nel nostro Paese. Con questo atto ribadisco il mio impegno in questa vicenda al fianco di Anpi, sindacati, associazioni e partiti che da subito hanno espresso il loro disappunto per un`iniziativa che nulla ha a che vedere con i valori della nostra Costituzione e che come donna delle Istituzioni mi sento in dovere di difendere ogni giorno”.

I possibili scenari giudiziari

Fatto sta che aldilà della bagarre puramente politica ora la Regione Lazio dovrà accertare quanto già denunciato dai Consiglieri comunali di “Ricomincio da Nemi” e oggetto dell’interrogazione regionale della Bonafoni e qualora venisse confermata la discordanza tra la relazione tecnica agli atti dell’Ente Parco e quella agli atti del Comune di Nemi la questione potrebbe avere dei risvolti giudiziari di rilevanza penale.




Nemi, a proposito della Stele alla Folgore… nota di un ex ufficiale di artiglieria

di Massimo Zavaglia*

NEMI (RM) – Ho seguito con interesse la vicenda legata alla posa della stele da parte del Nucleo Paracadutisti Colline Romane organizzata con l’autorizzazione/ beneplacito dell’amministrazione Comunale di Nemi, con tanto di cerimonia d’inaugurazione a cui hanno dato risalto stampa e televisione, locale e nazionale.

Fulminea e agguerrita è stata la reazione di dissenso sia dei consiglieri comunali di minoranza che dell’ANPI, sfociata in una manifestazione lo scorso 7 Novembre.

Il punto è questo:

– E’ legittimo il diritto di esprimere il sentimento di appartenenza dei paracadutisti al proprio corpo, alle proprie origini, ai loro caduti? Rispondo si!

– Ritieni giusta e appropriata la Stele per come è stata eseguita e posta? Rispondo no!

Per motivare e capire occorre fare un pò di chiarezza, almeno per chi non conosce le vicende storiche che andrò a citare.

La Divisione Paracadutisti “Folgore” fu costituita nel Settembre del 1941, con Ufficiali e uomini provenienti da tutti i reparti del Regio Esercito, prese tale nome solo nell’Agosto del 1942. Fu impiegata sul fronte Libico, ricordo indelebile a testimonianza del valore indiscusso del corpo la famosissima battaglia di El Alamein, in quei giorni rimasti nella memoria collettiva i paracadutisti si coprirono di Gloria.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 17/05/2018 sull’ultima battaglia di Takrouna 1943: l’orgoglio italiano sino all’estremo sacrificio

Interamente distrutta in combattimento la divisione venne sciolta a fine 1942

Rimase la 184 Divisione “Nembo” dove confluirono i superstiti della 185.Particolare risalto occorre dare ai fatti avvenuti all’indomani dell’8 Settembre 1943, in questa data tutti i militari dell’esercito Italiano si trovarono di fronte ad una dura scelta:-alcuni decisero per il “Tutti a casa”-altri per rimanere alleati dei Tedeschi-altri per entrare nella resistenza o ancora per combattere a fianco degli Anglo-Americani.

In quei giorni nelle file della Divisione Nembo si registrarono fatti molto gravi che portarono in Sardegna all’uccisione del Colonnello Alberto Bechi Luserna, eroe indiscusso di El Alamein, fu ucciso dal Capitano Corrado Alvino per impedire al XII Battaglione comandato dal Maggiore Mario Rizzatti di unirsi ai tedeschi della 90 divisione Panzergrenadier. Anche nel III Battaglione dislocato in Calabria ci furono delle defezioni, la maggior parte dei militari comandati dal capitano Edoardo Sala decisero di confluire nella Repubblica Sociale Italiana.

Il reduce della battaglia di El Alamein Luigi Tosti nell’intervista a Officina Stampa del 17/05/2020 ricorda quella che fu l’ultima battaglia contro le truppe alleate combattuta all’arma bianca

Ritroviamo questi personaggi nei pressi delle nostre amate “colline Romane” nel 1944 a fianco dei tedeschi per opporsi all’avanzata degli Alleati dopo lo sbarco di Anzio.

Il Capitano Alvino morì presso il “fosso della Moletta” nei pressi di Aprilia, non molto distante dall’attuale centro commerciale Aprilia 2, il Capitano Sala partecipò alla “difesa di Roma” presso castel di Decima, suo è il motto”Per l’onore d’Italia” dei combattenti della RSI.Venne chiamato Esercito cobelligerante Italiano l’insieme dei reparti che combatterono a fianco degli alleati.

In questi reparti ritroviamo anche la parte più numerosa della divisione Nembo.Sempre per rifarci agli episodi fin qui narrati e per dire che non tutti i paracadutisti combatterono nella Repubblica Sociale vorrei citare il capitano Carlo Francesco Gay, il quale l’8 Settembre decise di non seguire il suo comandante Edoardo Sala e dandosi alla macchia formò il 1° squadrone FLa effe sta per “Folgore” che risali la Penisola davanti al XIII Corpo d’Armata Britannico.

Ritengo che gli autori della Stele si siano adoperati affinchè emergessero forti i richiami a quella componente della Folgore che operò appunto per “L’onore d’Italia” nella RSI e anche nei pressi delle colline Romane.

Credo che l’Amministrazione Comunale di Nemi volontariamente o involontariamente abbia appoggiato questo progetto di parte che come i fatti dimostrano ha suscitato e continua suscitare sdegno e perplessità.

*Cittadino di Nemi, storico dilettante ex Ufficiale di Artiglieria




Nemi, responsabile ufficio tecnico, stele di benvenuto e vicesindaco: i conti non tornano. Mozione di sfiducia per il sindaco Bertucci

NEMI (RM) – Sono tutti e tre i Consiglieri di opposizione insieme a presentare una mozione di sfiducia al Sindaco di Nemi Alberto Bertucci con contestuale richiesta di Consiglio Comunale straordinario.

L’azione arriva dopo reiterate richieste di chiarimenti in prima istanza e di provvedimenti a cui non c’è stato alcun seguito. A quanto pare dall’Amministrazione non arrivano risposte di alcun genere ne riguardo la richiesta di revoca in autotutela del responsabile dell’ufficio tecnico comunale che risulta privo dei requisiti necessari a ricoprire tale carica, ne riguardo le incongruenze nei progetti di realizzazione della stele in via Nemorense per cui il Comune ha realizzato qualcosa di diverso dal progetto presentato all’Ente Parco Regionale e neppure circa la totale assenza di un “vice”.

Nemi è probabilmente un caso straordinario tra i comuni italiani a non avere un vicesindaco

Bertucci appare come barricato nel palazzo in balia delle intemperie, senza dare risposte, con una squadra ormai palesemente in disaccordo e nessuno disposto a fare il vicesindaco da quasi nove mesi.

Tutte le istanze rimangono

Ormai gli atti in Procura, le interrogazioni e le mozioni di sfiducia si accumulano di settimana in settimana e l’attuale governo politico amministrativo è palesemente in paralisi.

Sono otto anni e più che i residenti aspettano il decollo della differenziata che forse, a fatica, vedrà luce solo quest’anno, ma che comunque colloca il paese delle fragole come l’ultimo dei comuni in materia di tutela ambientale e rispetto delle direttive europee, nazionale e regionali in tema di rifiuti.

I sentieri naturalistici che circondano il paese sono in pessimo stato

La Nemi Lago è piena di buche e chiusa ormai da anni. Non c’è stata alcuna riqualificazione ne della valle del lago ne dell’area archeologica ne del centro canoe comunale, ne una programmazione e progettazione turistica degna di un paese come Nemi la cui vocazione è senza ombra di dubbio turistica.

I consiglieri Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri (Ricomincio da Nemi) e il consigliere Stefano Tersigni (Insieme per Nemi) tornano a chiedere all’assise comunale di votare la sfiducia a Bertucci. Ecco il testo:

  • In data 27 Ottobre 2020 i Consiglieri Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri hanno trasmesso via PEC al Segretario Comunale Dott. Massimiliano Fulli l’istanza per la revoca in autotutela della Determina del Responsabile del Servizio, Dott. M. FULLI, n. 310 del 12/06/2020, relativa all’approvazione della graduatoria per il conferimento di incarico a tempo determinato part time 36 ore settimanali, ex. Art. 110 comma 1 TUEL, per la figura di RESPONSABILE DELL’UFFICIO TECNICO, AREA ASSETTO DEL TERRITORIO, nelle cui premesse, considerazioni e valutazioni sono dettagliate le ragioni che hanno motivato tale richiesta;
  • In data 16 Ottobre 2020, dai consiglieri Cortuso e Corrieri è stata inviata via PEC una richiesta di chiarimento all’attenzione dell’Ing Massimo Salvatori in merito alla discordanza esistente tra la copia della Relazione Tecnica consegnata dall’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e la copia ricevuta da parte dell’Ente Regionale Parco Castelli Romani, entrambe relative al progetto per la realizzazione della “Stele di Benvenuto” sulla S.p. 76/A Nemorense Km. 2+150 lato dx e che tale richiesta risulta, a tutt’oggi inevasa;
  • In data 27 Ottobre 2020, i Consiglieri Cortuso e Corrieri hanno depositato in Procura della
    Repubblica presso il Tribunale di Velletri un esposto sui fatti inerenti la vicenda sopra menzionata, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.
    VALUTATO CHE:
  • Sono trascorsi quasi nove mesi dalle dimissioni del Vicesindaco Edy Palazzi e le dimissioni del
    Vicesindaco Pietro Pazienza sono state presentate dopo solo tre settimane di incarico;
  • La nomina del Vicesindaco, come indicato nella circolare ministeriale n. 2379 del 16.02.2012, è indispensabile per l’esercizio delle indefettibili funzioni sostitutive del Sindaco impedito o assente.
  • La figura del Sindaco/Vicesindaco è interessata da nuovi doveri imposti dall’ultimo DPCM;
    -Alla luce dell’articolo 53, comma 2 del d.lgs.n. 267/2000 che prevede la sostituzione del Sindaco da parte del solo Vicesindaco e in mancanza di designazione è Vicesindaco di diritto l’assessore più anziano , non essendo ammissibili ulteriori figure istituzionali che lo possano sostituire nelle proprie competenze quale organo monocratico ovvero quale capo della Giunta. Pertanto, ferma restando l’assoluta necessità di ottemperare al disposto di legge che richiede l’esplicita designazione del Vicesindaco da parte del Sindaco, la citata norma fornisce il necessario strumento per l’individuazione
    della figura vicaria del Sindaco. (rif. Ministero dell’Interno – Dipartimento per gli affari Interni e Territoriali);
  • Nella specifica e attuale situazione per il Comune di Nemi la giunta è composta dal solo Sindaco e dall’Assessore Pietro Pazienza il quale risulta già dimissionario dalla carica di Vicesindaco. Risultando quindi inattuabile anche la condizione precedentemente citata da fonte del Ministero dell’Interno;
  • Con prot. 3922 del 27/04/2020 la Prefettura di Roma ha inoltrato al Sindaco di Nemi e al Segretario Generale copia della nota ricevuta dal Ministero dell’Interno dove si richiama all’attenzione dell’importanza della nomina del vicesindaco in seguito alle dimissioni del precedente titolare della carica, attese le fondamentali funzioni della legge allo stesso attribuite.
    CONSIDERATO CHE:
  • Le responsabilità politiche, etiche e morali delle scelte arbitrarie sopra descritte sono da attribuire in primis al Sindaco e alla Giunta.
  • Il rispetto delle regole democratiche e di trasparenza vengono costantemente e ostinatamente disattese dalla condotta del Sindaco, contraria ad ogni logica di buona amministrazione.
  • Il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare la propria
    sopravvivenza, ad un così grave degrado istituzionale senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni stesse, a tutto danno della comunità e dei cittadini che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale.
  • CHIEDONO
    la convocazione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria a norma dell’art. 14, comma 1, lettera b dello Statuto Comunale di Nemi onde procedere alla votazione per appello nominale della su estesa mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco di Nemi Alberto Bertucci ex art. 52 D.lgs. 267/00 che



Nemi, colpo di scena sulla stele di via Nemorense: l’intervista al Consigliere comunale Carlo Cortuso

NEMI (RM) – Discordanza sulla relazione tecnica allegata alla documentazione autorizzativa della stele di benvenuto e monumento ai paracadutisti di via Nemorense 14, realizzata alle porte di Nemi che verrà inaugurata ufficialmente domenica mattina.

A evidenziare questa discordanza dell’atto propedeutico all’ottenimento delle autorizzazioni da parte degli Enti sovracomunali per poter realizzare il monumento il Consigliere comunale Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi”.

In pratica la relazione tecnica descrive esattamente quello che è il progetto – misure e fattezze del monumento – al fine della valutazione da parte dei tecnici della Città Metropolitana di Roma Capitale, dell’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani e del Comune di Nemi per valutare se l’opera in questione rispetta tutti parametri dettati dai vari vincoli ai quali è sottoposta l’area, che nel caso in questione è di massima tutela.

Ebbene, il Consigliere comunale di “Ricomincio da Nemi”, documenti alla mano, ha evidenziato che la relazione tecnica agli atti presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi è diversa da quella agli atti presso l’Ente Parco dei Castelli Romani.

Quindi l’Ente Regionale avrebbe autorizzato un monumento secondo quanto descritto nella relazione tecnica in proprio possesso, fornitagli dal Comune di Nemi, che non corrisponderebbe a quanto effettivamente realizzato mentre la relazione tecnica agli atti del Comune di Nemi riporterebbe altre specifiche del Monumento che invece corrispondono a quanto realizzato.

Una discordanza su un atto pubblico sulla quale ora dovranno essere accertate le responsabilità su quanto accaduto.

Sulla vicenda abbiamo intervistato il Consigliere Carlo Cortuso

Consigliere Carlo Cortuso, per capire meglio cosa è successo ieri in Consiglio Comunale in merito alla stele di via Nemorense le vorrei rivolgere alcune domande.

Quale il quesito posto al Sindaco Alberto Bertucci?

Le racconto la vicenda per intero per poterle dare un quadro della situazione più preciso possibile. Parlo della Stele di “Benvenuto a Nemi” che il Nucleo Paracadutisti Colline Romane ha eretto sulla nemorense, all’altezza del “Faro”. È un manufatto che non passa inosservato, anzi la definirei una presenza molto “arrogante”. Insieme alla mia collega del Gruppo Consigliare “Ricomincio da Nemi”, Patrizia Corrieri, abbiamo presentato un accesso agli atti presso l’ufficio tecnico del comune di Nemi chiedendo informazioni e documentazione riguardo al “monumento”. Questo accadeva il 16 luglio scorso. Arriviamo al 9 settembre senza avere alcuna risposta dall’ufficio tecnico, ragione per la quale protocolliamo un sollecito all’attenzione dell’Ing. Massimo Salvatori, responsabile dell’area tecnica. Apro una parentesi: non rispondere a richieste ufficiali dell’opposizione è una prassi ormai consolidata da parte di questa amministrazione; ne sono la riprova i numerosi solleciti e messa in mora presentati da noi nel corso di questi anni di consigliatura. Il 28 settembre, non avendo nessun riscontro da parte dell’amministrazione comunale, presentiamo una diffida e messa in mora indirizzata al responsabile dell’ufficio tecnico intimando un termine ultimo pena un esposto alle autorità competenti. Nel frattempo decidiamo di rivolgerci anche agli altri enti coinvolti per le autorizzazioni della stele presentando, per ognuno, lo stesso accesso agli atti. Finalmente il 5 ottobre l’ufficio tecnico del comune di Nemi ci fa la grazia della consegna dei documenti richiesti. Troppa grazia per l’appunto. Tra i documenti manca la relazione tecnica illustrativa. Facciamo presente e l’impegno è che ci verrà fornita immediatamente. Così è. Dopo un paio di giorni finalmente l’otteniamo. Contemporaneamente ci arriva la documentazione anche dal Parco dei Castelli Romani, dimostrando una notevole efficienza. E qui viene fuori il colpo di scena. Nel confrontare i documenti viene fuori una evidente discordanza.

Quale la discordanza rilevata?

La relazione tecnica ricevuta dal comune di Nemi, in riferimento all’intervento di progetto, descrive che la stele avrà quattro lati scolpiti (posizionati a parallelepipedo equilatero) con alla sommità una piramide quadrangolare che è esattamente quello che è stato realizzato e che si può vedere passando dalla via Nemorense. Invece la relazione tecnica ricevuta dal Parco dei Castelli Romani descrive un altro progetto: la stele avrà tre lati scolpiti (posizionati a triangolo equilatero) e non parla di piramidi sulla punta. Anche le misure sono diverse: 3,80 m. di altezza della prima contro i 3,00 m. della seconda. Peraltro in nessuna delle due relazioni compare il pennone che è stato realizzato ed è visibile accanto alla stele. Stante la relazione tecnica fornitami dal Parco, l’opera realizzata non è conforme al progetto.

In qualità di Consigliere Comunale, visti i fatti appena narrati, cosa intendete fare?

Ieri, in Consiglio comunale, ho fatto una comunicazione in cui ho riportato i fatti che le ho appena raccontato facendo mettere a verbale le mie dichiarazioni e allegando le due relazioni discordanti. Oggi come gruppo consigliare abbiamo protocollato una richiesta urgente di chiarimento all’indirizzo del responsabile dell’ufficio tecnico Ing. Massimo Salvatori e, per conoscenza, al Segretario Comunale Dott. Fulli.

Ciò che ha appena esposto ha tutti i contorni di un possibile falso in atto pubblico. Perché secondo lei il Comune avrebbe dovuto esporsi in questa maniera per una mera realizzazione di una stele?

Mi sono limitato ad sottolineare una discrepanza evidente tra le due relazioni. Per il momento non giungo a conclusioni. Sono sicuro che sarà data una spiegazione a questo episodio increscioso. Se così non fosse, insieme al gruppo consigliare, denunceremo la circostanza. Mi faccia dire un’ultima cosa. Dopo la mia comunicazione al Consiglio comunale, il sindaco ha detto: “Evito di farvi fare brutta figura e non risponderò ora.” Vogliamo ricordare al Sindaco che il nostro compito di consiglieri di minoranza (uso il termine di proposito al posto di opposizione) è sempre stato propositivo, laddove possibile, considerandolo sempre come il sindaco di tutti i cittadini. Faccio questa precisazione per rimarcare il fatto che non si tratta di voler fare una bella o brutta figura, ma del sacrosanto diritto e dovere di poter svolgere il nostro lavoro come è giusto e nel rispetto delle regole democratiche. Anzi, io e la collega Corrieri, saremmo ben lieti di fare una “brutta figura” e di essere rassicurati sulla buona condotta del sindaco e dell’ufficio tecnico. Noi operiamo sempre per il bene comune e ci auguriamo di cuore che i nostri dirigenti e i nostri consiglieri di maggioranza facciano lo stesso.




Nemi, inaugurazione del monumento ai Parà: Caio Giulio Cesare scrive al giornale

NEMI (RM) – Sarà inaugurato a Nemi, il prossimo 18 ottobre 2020 alle ore 11.30, la Stele di Benvenuto e monumento ai paracadutisti di via Nemorense 14), alle porte del paese.

Un’opera che ha suscitato non poche polemiche da parte dell’ANPI locale che ha espresso “forte preoccupazione anche perché Nemi è conosciuta anche come città dell’amore e la sua comunità cittadina è quanto di più lontano possa esserci da una cultura di guerra. Oltre a ciò riteniamo che la stele in questione sia assolutamente fuori contesto storico-paesaggistico, in quanto Nemi non ha mai avuto alcun legame storico e territoriale con tali realtà. Un’opera che il Sindaco ha invece definito come “opera degna di Michelangelo”.

Un lettore del nostro giornale che si firma C. Giulio Cesare è voluto intervenire sulla questione con una nota che pubblichiamo di seguito:

“Visto l’imperversare di polemiche, non posso esimermi dall’esprimere alcune considerazioni sulla realizzazione del monumento alla sempiterna gloria dei “parà”, finanziato dal “Nucleo Paracadutisti Colline Romane” (affiliato ANPdI) ed eretto per volere dell’Amministrazione Comunale di Nemi lungo via nemorense, in una aiuola (che il sindaco stesso definisce “trascurata e incolta”) prospiciente la strada provinciale.
In primis, banalmente, mi chiedo perché l’aiuola sia “trascurata e incolta” e a chi spetti la sua manutenzione (o il controllo) se non all’amministrazione; in secundis vorrei anche sapere se la posizione del monumento rispetta la distanza dalla carreggiata imposta dalla normativa prevista fuori dai centri abitati (art. 16 cod. str.), ma su questo almeno, voglio sperare, qualcuno più competente di me in materia, si sarà premurato di verificare, per la sicurezza di noi tutti.
Più in generale, invece, vorrei esprimere un mio parere su questo monolite quadrifronte, le cui eterogenee raffigurazioni in bassorilievo, paiono piuttosto ridondanti nei motivi presentati e povere nei temi di ispirazione. Personalmente lo trovo estremamente mediocre, didascalico nei contenuti (con una certa tendenza all’horror vacui), poco gradevole (eufemismo!) nella forma e nelle proporzioni. Trovo altresì che esso scimmiotti ridicolmente (se non altro per le dimensioni) talune forme architettoniche e motivi tanto cari ai nostalgici regime che fu. Bisogna dire, tuttavia, che tipologicamente il manufatto ha una sua originalità, nel senso che non è definibile come stele, e non è neppure una base o un’ara, non somiglia ad altro se non ad una sorta di tozzo obelisco “nano” o per gran parte interrato (un qualcosa che dà lo stesso effetto sconcertante della visione della statua della libertà ne “Il pianeta delle scimmie”) al cui apice non sappiamo ancora quale sorpresa riservi.
A parte le battute, questo è il mio giudizio personale ed è insindacabile così come lo è quello del primo cittadino di Nemi che invece trova il monumento magnifico, paragonando l’esecutore dell’opera a “una sorta di Michelangelo della nostra epoca” (De gustibus…)
Non mi soffermo sui motivi decorativi e simbologie guerresche, già segnalati da altri (come la locale sezione dell’ANPI), né voglio in alcun modo oltraggiare l’associazione che se ne è fatta promotrice, benché siano note, anche dalle cronache, vicende non sempre limpide (su tutte il caso di Emanuele Scieri, ma non solo) legati a questa brigata militare che non passa certo per avere posizioni moderate. Tuttavia, senza polemizzare, mi sfugge quale sia il legame tra questo corpo militare e la città di Nemi e quale sia l’esigenza di questa autorappresentazione del tutto priva di aderenza con il contesto storico locale, poiché questo non è, come qualcuno ha asserito (vd. l’articolo “vagamente fazioso” de Il Giornale), un monumento ai caduti di tutte le guerre (che certamente meritano il dovuto rispetto) è qualcosa di diverso, ma decisamente incomprensibile tanto nel concetto, quanto nell’esito.
Mi pare, inoltre, che dal punto di vista paesaggistico, l’impatto dell’opera sia notevole e poteva essere molto attenuato se solo si fosse optato per un materiale locale (peperino) piuttosto che per una pietra calcarea (marmo?) che stride palesemente con le “pentime” tufacee circumlacuali, ma tale sensibilità non è da tutti.
Insomma verrebbe da bollare l’iniziativa come priva di qualsiasi utilità e assolutamente non in armonia né col paesaggio che, suo malgrado, l’accoglie, né con la sensibilità di una consistente componente della cittadinanza, che ha avviato una raccolta firme per chiederne (inutilmente) la rimozione.
Ora il sindaco, come sua abitudine, dirà che queste sono inutili maldicenze di una minoranza malevola e oppositrice (“di un gruppetto di persone”) e tutto come sempre finirà nel folklore locale dell’eterna diatriba alla don Camillo e Peppone. Mi sta bene! Però mi sento di consigliare il sindaco a non lanciarsi in improbabili comunicati nei quali accosta la folgore “nemese” alla “XII legione partica di Gaio Giulio Cesare” se non altro perché la legione in questione sarebbe, semmai, la XII fulminata, che non era “partica” (quella è la II legio Parthica di Settimio Severo, della vicina Albano); e infine, a parte i cavilli storici, non credo che simili aulici riferimenti ai “nostri” trascorsi imperialistici (tanto cari, guarda caso, al regime fascista) siano in linea con i principi di un popolo in pace che nella propria costituzione, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11), né credo che vantare simili ascendenze possa in nessun modo dare credito a questa ennesima e sconclusionata iniziativa autoreferenziale, di cui non si avvertiva alcuna necessità.
C. Giulio Cesare”.




Nemi, una stele in stile Impero all’ingresso del paese

NEMI (RM) – Sta suscitando non poca curiosità a Nemi il basamento in travertino apparso da qualche tempo lungo la via Nemorense che collega il paese delle fragole con la vicina Genzano di Roma.

Un’opera che ricorda il tipico stile Impero e che al momento non presenta nessuna incisione

Si tratta di un intervento di arredo urbano, si legge sulla Trasmissione dell’Autorizzazione Paesaggistica Semplificata inviata dall’amministrazione comunale agli Enti sovracomunali, relativa una Stele di “Benvenuto a Nemi” legato allo sviluppo delle attività di promozione turistica e culturale.

Nel rilasciare l’autorizzazione ai fini paesaggistici sono state inoltre considerate: “le ridotte dimensioni ed il materiale impiegato risultato di minimo impatto a livello visivo e di ingombro e quindi non determina variazioni sostanziali delle caratteristiche dei luoghi e non altera il contesto paesaggistico- edilizio, per cui si può ritenere compatibile con lo stesso”