Nemi, lavori “romanella” e soldi pubblici al vento? Quando un muretto costa 7mila euro

NEMI (RM) – Cade un albero, danneggia la recinzione di un palazzo e per rifarla alla meno peggio il Comune di Nemi spende ben 7 mila e 320 euro. Una somma molto alta impiegata per una semplice riparazione di una recinzione danneggiata. L’oggetto dell’intervento è il muro di confine della proprietà privata che si trova tra via dei Gladioli e via delle Violette, palazzine che fanno angolo e quasi si affacciano sulla via De Sanctis.

Sulla determina dirigenziale numero 276 del 18 maggio 2017 del Comune di Nemi si legge l’elenco delle opere che sono state “rese necessarie” per ripristinare la recinzione ma che di fatto, ad occhio nudo, sembrano più lavori fatti in economia dove il presunto getto in opera del cordolo per il sostegno dei pilastri di ancoraggio della nuova recinzione sembra più un “cerotto” di cemento spalmato a mò di gelato per bloccare l’ambaradam del nuovo recinto.

Dalle foto infatti si evince la portata del lavoro. A questo punto o sembra esserci stata una sopravvalutazione nel computo metrico estimativo redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi oppure sembra essere mancato un controllo dei lavori effettuati. Intanto circa 7mila euro delle tasche dei cittadini sono stati spesi.

Ma chi vigila sulla effettiva qualità dei lavori effettuati? Di fatto, da quello che si può notare, sarebbero bastati mille euro per ottenere lo stesso risultato. Ma questo è ovviamente solo un parere. E a lungo andare bisogna sicuramente rimettere mano ai lavori fatti alla buona e di esempi finora ce ne sono: diverse opere realizzate negli ultimi tempi ora hanno bisogno di manutenzione. Guarda le luci nel centro storico e nella valle del lago…

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NEMI, RAFFICA VENTO IN PIAZZA UMBERTO I: LE QUINTE DEL PALCO RIMASTE ALLESTITE DA GIORNI POTEVANO UCCIDERE DUE ANZIANI

Redazione

Nemi (RM) – Sfiorata la tragedia oggi pomeriggio a Nemi dove due visitatori stavano per subire un incidente che avrebbe potuto anche costargli la vita: le quinte, grosse palizzate in legno, allestite in piazza Umberto Primo per gli spettacoli che si sono alternati in questi giorni di festa, sono letteralmente volate via dal palco a causa del forte vento, scagliandosi proprio a pochissimi centimetri da due anziani che si sono spaventati moltissimo. A mettere a posto il materiale, volato via quasi vicino a ridosso del belvedere, sono stati Azzurra Marinelli e Fabio Pacchiele i quali hanno comunque constatato che considerato il maltempo preanunnunciato già da giorni, si sarebbe potuto pensare a mettere in sicurezza la zona dove è ubicato il palco. E' bastata una raffica di vento che l'impalcatura è volata via. Nel tardo pomeriggio un vigile ha posto l'impalcatura in maniera che non crei ulteriori danni. Perché il tema della sicurezza sembra essere il tallone d'Achille dell'Amministrazione?




NEMI: TALEE DI CONIFERA ALTE CINQUE METRI

Angelo Parca

Nemi (RM) – Nessun Comune ha il pregio di festeggiare il Natale di 24 febbraio se non il piccolo paese delle fragole: a Nemi l'abete di Natale domina ancora piazza Umberto primo. E i curiosi che lo immortalano e commentano la simpatica presenza, aumentano con il passare dei giorni e l'avvicendarsi delle stagioni. Ma visto che Nemi non ha figli e figliastri, è da dire che Natale è anche in piazza Pietro De Sanctis, dove un altro abete è saldamente infisso nel terreno per un metro e con il suo status conquistato ricorda Babbo Natale e i bei tempi di abbuffate, renne, presepi e regalie. 

"Dal mese di dicembre è in atto a Nemi una sperimentazione – ironizzano sulla vicenda alcuni cittadini attraverso una nota inviata alla nostra redazione – resa possibile grazie alle convenzioni stipulate dall’Amministrazione comunale con numerose Università italiane ed europee: la riproduzione per talea dell’abete rosso. I siti scelti sono due: Piazza Umberto I e Piazza De Sanctis. – la nota prosegue – Il protocollo sperimentale prevede per Piazza Umberto I la forzatura in vaso, con le sostanze a lento rilascio atte ha favorire l’attecchimento, inglobate in curiosi fiocchi rossi. A detta degli sperimentatori il clima mite della piazza e l’aria pura priva di inquinanti, grazie al rispetto assoluto del divieto di sosta, dovrebbero garantire la riuscita della sperimentazione. In piazza De Sanctis, il protocollo prevede la forzatura in terra con la talea saldamente infissa nel terreno per circa un metro di profondità. In questo caso le sostanze, contenute in un vaso di cemento posizionato sull’asfalto all’altezza dei tubi di scarico delle autovetture che perennemente assediano la piazza, sono trasferite alla talea attraverso una sorta di cordone ombelicale di filo di ferro. – La nota conclude – Tutta la comunità scientifica è in attesa di un convegno in cui vengano illustrati i risultati della sperimentazione, mentre, i cittadini (in considerazione che Natale è passato da un pezzo e siamo ormai alla fine di febbraio), chiedono di porre fine all’agonia degli abeti immolandoli in un adeguato camino sacrificale. In considerazione che i numerosi cittadini bramano di immolare i suddetti abeti anche in considerazione del clima ancora rigido e delle numerose abitazioni dotate di camino, sarebbe opportuno istituire una commissione per scegliere il fortunato immolatore dei suddetti abeti."