NEMI: OTTO FAMIGLIE EVACUATE A CAUSA DI INFILTRAZIONI NEL PALAZZO DI PIAZZA ROMA 28

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Copiose infiltrazioni d’acqua in una palazzina del centro di Nemi hanno reso necessaria l’evacuazione di otto famiglie.

Su di loro pende una ordinanza di sgombero immediato del sindaco di Nemi Alberto Bertucci disposta a tutela della pubblica incolumità e salute visto che il perdurare di tali infiltrazioni potrebbe causare il proliferare di muffe, funghi, batteri oltre che problemi legati alla sicurezza degli impianti elettrici.

La causa andrebbe ricercata a monte. Nel vero senso della parola. Si perché la palazzina in realtà si trova a ridosso di una montagna, all’incirca a metà della stessa, che in parte potrebbe essere stata anche scavata in fase di realizzazione dell’immobile. In cima c’è una struttura, una sorta di parcheggio che è lì dalla notte dei tempi.

Il comando provinciale dei vigili del fuoco, secondo quanto riportato nell’ordinanza, avrebbe constatato delle “vistose infiltrazioni di acqua nella parete in adiacenza al terrapieno, sulle cui sommità insiste un parcheggio, con gocciolamento persistente, dai muri degli appartamenti dall’interno 7 al 12 compreso. Le infiltrazioni proverrebbero dall’accumulo di acqua piovana “non opportunamente drenata e smaltita da un impianto di scarico, dalla soprastante area di parcheggio”. In quest’area di parcheggio sono stati fatti dei carotaggi e secondo la relazione dei Vigili del Fuoco, tali carotaggi “sono stati una ulteriore via preferenziale per veicolare l’acqua sulla parete dell’edificio e che gli stessi fori dei carotaggi sono pieni d’acqua”.

Nell’ordinanza c’è scritto che sono ritenuti necessari dei lavori di regimentazione delle acque nel parcheggio che risulta di proprietà del condominio “Domus Ninfa Egeria” il cui amministratore è Luciana D’Alessio e la società Se.Fo immobiliare S.r.l. il cui amministratore è Giuseppe Settimi risulta committente dei carotaggi effettuati sull’area di parcheggio sovrastante l’immobile di piazza Roma 28.

La speranza delle famiglie costrette ad evacuare è che adesso i lavori vengano realizzati in maniera celere ma prima è opportuno che vengano individuate le responsabilità effettive di queste copiose infiltrazioni. Del resto questa del palazzo a ridosso della montagna che s’inzuppa d’acqua con le piogge è una storia che va avanti da anni.

Interpellato Giuseppe Settimi, lo stesso ha confermato che questa situazione non è nuova: “Io non ho toccato o alterato nulla. L’area esiste da 100 anni a questa parte e non è stata alterata. Intanto, ci tengo a precisare che ufficialmente non so nulla dell’ordinanza, anzi siete voi del giornale che mi state mettendo al corrente di questa situazione.

Anni fa, successe la stessa cosa, in quell’occasione e poi fu appurato che la responsabilità era dovuta ad un tubo Acea. Questa volta non so cosa possa aver causato queste infiltrazioni. I carotaggi da noi effettuati sono ai fini di sondaggi di carattere geognostico, cioè permettono di analizzare il suolo per la valutazione delle sue caratteristiche geologiche e geotecniche. Tengo a specificare che suddetti carotaggi sono stati effettuati a dovuta distanza di almeno sette metri dalla struttura e dal foro di soli otto centimetri abbiamo estratto materiale asciutto. Non ritengo quindi che sia da addebitare agli stessi tale contingente responsabilità. Anche se non conosco, e lo ribadisco, il contenuto dell’ordinanza, mi sembra che i carotaggi siano un capro espiatorio di cause che invece, a mio parere, andrebbero ricercate altrove, ad esempio nella ubicazione e costruzione della palazzina. Mi spiego meglio: dato che è stata costruita a ridosso di una montagna per lo più in parte scavata, che tipo di isolamento è stato applicato dal costruttore per evitare la permeabilità dell’acqua? E poi, dopo circa una trentina d’anni dalla realizzazione della palazzina, è lecito controllare se l’isolamento presumibilmente applicato in fase di costruzione necessità di una manutenzione o altro?”. Comunque Giuseppe Settimi ribadisce di non aver assolutamente alterato lo stato dei luoghi e che dai controlli di routine non risultano, almeno per il momento, criticità a cui porre rimedio.

Intanto, il fatto grave è che otto famiglie dormono fuori casa e non sanno quanto tempo ci vorrà affinché questa storia venga conclusa con gli opportuni provvedimenti disposti tempestivamente dall’ordinanza del sindaco. Al momento non sono stati messi a disposizione alloggi momentanei per le persone sfollate che si sono ritrovate senza abitazione dall’oggi al domani a causa di queste infiltrazioni che ormai sono note a tutti.

Speriamo soltanto che la situazione non rimanga in stallo come succede per la via Nemorense, ormai da quasi un anno con una corsia interdetta e transennata. Lì le istituzioni non si muovono: Il Comune non ha competenza perché è della Provincia, la Provincia pare non abbia fondi e almeno uno dei due privati interessati dal ripristino e messa in sicurezza ha già presentato, ormai prima di natale, un progetto di risistemazione dell’area ma attende notizie, dagli attori della conferenza di servizio, che sembrano non arrivare mai.