Nemi, lavori “romanella” e soldi pubblici al vento? Quando un muretto costa 7mila euro

NEMI (RM) – Cade un albero, danneggia la recinzione di un palazzo e per rifarla alla meno peggio il Comune di Nemi spende ben 7 mila e 320 euro. Una somma molto alta impiegata per una semplice riparazione di una recinzione danneggiata. L’oggetto dell’intervento è il muro di confine della proprietà privata che si trova tra via dei Gladioli e via delle Violette, palazzine che fanno angolo e quasi si affacciano sulla via De Sanctis.

Sulla determina dirigenziale numero 276 del 18 maggio 2017 del Comune di Nemi si legge l’elenco delle opere che sono state “rese necessarie” per ripristinare la recinzione ma che di fatto, ad occhio nudo, sembrano più lavori fatti in economia dove il presunto getto in opera del cordolo per il sostegno dei pilastri di ancoraggio della nuova recinzione sembra più un “cerotto” di cemento spalmato a mò di gelato per bloccare l’ambaradam del nuovo recinto.

Dalle foto infatti si evince la portata del lavoro. A questo punto o sembra esserci stata una sopravvalutazione nel computo metrico estimativo redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi oppure sembra essere mancato un controllo dei lavori effettuati. Intanto circa 7mila euro delle tasche dei cittadini sono stati spesi.

Ma chi vigila sulla effettiva qualità dei lavori effettuati? Di fatto, da quello che si può notare, sarebbero bastati mille euro per ottenere lo stesso risultato. Ma questo è ovviamente solo un parere. E a lungo andare bisogna sicuramente rimettere mano ai lavori fatti alla buona e di esempi finora ce ne sono: diverse opere realizzate negli ultimi tempi ora hanno bisogno di manutenzione. Guarda le luci nel centro storico e nella valle del lago…

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NEMI: ACCESE LE LUCI IN VIA DEL PERINO

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Accese le luci in via del Perino a Nemi ormai già dal 16 novembre 2014. Si tratta di una illuminazione a terra che funge da passamano alla strada rurale nella valle del lago di Nemi. Il tempo è mite la sera di sabato 22 novembre 2014 e non ci sono problemi di vento, fogliame, terra e muschio che si potrebbero adagiare anche sopra il percorso luminoso, come naturale che sia.

Ma le luci per l’intero itinerario in via del Perino sono tutte accese. Eppure basta soltanto una piccola manciata di foglie e l’illuminazione sbiadisce. Non sarebbe stato più efficace, al fine dell’obiettivo da perseguire, posizionarle in altra maniera? Per di più la luce è diretta verso l’alto e ciò, in un ambiente naturale protetto, diventa inquinamento luminoso ed è vietato dal regolamento del Parco Regionale dei Castelli.

Che dire dello scenario in generale: i tronchi mozzati fanno a cazzotti con le luci a terra che sembrano quasi voler delimitare qualche residenza hollywoodiana. Ma non siamo a Hollywood bensì in una strada rurale deserta, senza attività commerciali se non un pallido resto dell’ex Fiocina. In via del Perino “vivono” solo queste luci a terra modello piscina con pavimento luminoso.

E’ questo lo scenario che ha ispirato Turner? L’illuminazione può piacere come no: è solo questione di gusti. C’è chi preferisce il moderno e lo contestualizza dappertutto e chi ama accostare “l’arredo” al paesaggio. A noi questa illuminazione sembra come uno schiaffo di modernità a tutta l’antichità che avvolge la valle del lago nemese dove un tempo sorgeva il tempio della dea Diana e si ergeva imperante la villa di Caligola. Che via del Perino andasse illuminata forse è pure giusto ma i modi e il gusto sono decisamente discutibili. Se non altro potrà nascere una nuova figura in tutta questa storia, che è “il pulitore di lampioni a terra”. Decisamente serve. Con una certa regolarità va mantenuta la pulizia del ciglio della strada dove vi sono incastonate le luci e allora ecco che c’è ancora più da fare nel paese delle fragole. A meno che non si lasci che un tappeto autunnale, pioggia e intemperie invernali,  si posino come un velo sulle luci hollywoodiane.

Avremmo voluto proseguire la passeggiata in via del Perino, ma dato che le luci sono sparate verso l’alto, francamente, ci è difficile scorgere la profondità del paesaggio.