NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: PARLA IL DIRETTORE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI

Redazione

Nemi (RM) – In data 12/12/2013 si è svolta la prima Conferenza dei Servizi per il Programma di intervento di iniziativa privata in località Corsi, nel comune di Nemi.
Qual è stato l’atteggiamento assunto dal Parco dei Castelli Romani?

Il Parco dei Castelli Romani ha espresso il proprio parere in data 12/12/2013 protocollo numero 6122, emanando un diniego a fronte di una attenta analisi in base ai parametri di valutazione imposti dalla normativa, dalla legislazione, dalla giurisprudenza e dalla pianificazione vigenti.

Ci sono state però, dalla lettura del verbale, delle obiezioni sulla natura del diniego emanato dall’Ente Parco.

Uno dei professionisti incaricati di redigere il Programma Integrato ha sostenuto che il diniego emanato dall’Ente Parco fosse sostanzialmente orientato verso un giudizio fondato più su aspetti di natura urbanistica che ambientale. A quanto ci risulta gli Uffici Tecnici dell’Ente, nel redigere il parere, non hanno fatto altro che rispettare la normativa vigente e, in questo caso specifico, il riferimento all’art. 37 punto 5 delle Norme tecniche di attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) che, nel confermare sostanzialmente il dettato dell’art. 9 della L.R. 24/98 dispone “nelle more dell’approvazione dei Piani delle Aree Naturali Protette, si applicano sia le misure di salvaguardia previste nei specifici provvedimenti istitutivi o legislativi generali, sia la disciplina d’uso dei paesaggi prevista dal P.T.P.R., in caso di contrasto prevale la più restrittiva”. E in tal senso si è operato in termini di coerenza e di legittimità senza alcuna prevalenza di orientamenti “urbanistici”.

Qualcosa in più ci permettiamo di commentare in riferimento ad alcuni paragrafi della relazione tecnica dei Professionisti agroforestali riportata in verbale: “dall’analisi sulla vegetazione effettuata nel 2005 e dalla situazione attuale, i cambiamenti sostanziali sono legati alla riduzione della superficie coltivata ed al conseguente parziale abbandono dell’area”.
Quello che ci permettiamo di non condividere è che non può utilmente invocarsi la circostanza che l’area sia di fatto priva di configurazione agricola in quanto in analogia alla sentenza numero 5188 del 28/10/2013 la Sezione IV del Consiglio di Stato ha già censurato il principio della “effettiva esistenza anche considerata la natura meramente dichiarativa del vincolo”.

Per quanto riguarda invece gli aspetti rilevati dai Professionisti in riferimento alla interazione delle formazioni vegetazionali sulla fragilità idrogeologica, anche in questo caso risulta opportuna e coerente la considerazione riportata sempre dalla richiamata Sentenza del Consiglio di Stato relativamente ai sodivi incolti: “l’assenza del bosco è, sotto il profilo idrogeologico, elemento indiscutibilmente negativo per le prospettive edificatorie”.
È come dire che il consumo del suolo agroforestale lascia ampie prospettive alle aspettative edificatorie.

Passiamo a un’altra questione. Alcuni movimenti ambientalisti hanno lanciato, e non solo di recente, forti appelli al Parco dei Castelli Romani per quanto concerne l’atteggiamento che lo stesso Ente avrebbe dovuto assumere in merito al Programma Integrato di via dei Corsi a Nemi.

Ci permettiamo di consigliare ai movimenti ambientalisti di non assumere atteggiamenti monitori nei confronti dell’Ente Parco. Non sono necessari. Bensì gli stessi Movimenti dovrebbero svolgere un ruolo a sostegno anche perché nel caso specifico tra i 16 Enti invitati a partecipare alla Conferenza dei Servizi in argomento, in quanto detentori di interesse pubblico, non ci sembra di raccogliere molti pareri negativi, eccezion fatta di quello espresso dall’Ente Parco. Non si riesce quindi bene a comprendere il motivo per il quale ci si rivolga con appelli imperativi nei confronti dell’Ente Parco senza, ad esempio, rivolgere sufficiente attenzione alle formulazioni espresse dagli altri organismi competenti. L’attuale gestione del Parco muove i suoi passi nel rispetto dei contenuti normativi, legislativi, tecnici, giurisprudenziali, ambientalistici e pianificatori. Non ha certo bisogno di appelli, di richiami e di attenzione mentre ben accetti sarebbero i contributi espressi a sostegno dell’Ente.
Come mai nessun richiamo o appello è stato rivolto alle precedenti gestioni dell’Ente allorché venne emanato l’annullamento del diniego rilasciato sempre dall’Ente Parco, in data 28/04/2009 protocollo 2532?

Quali sono state le motivazioni tecniche che hanno determinato l’espressione di diniego dell’Ente Parco sul Programma Integrato di via dei Corsi?

Semplicemente che il sito di realizzazione del Programma risulta ricompreso gran parte in zona definita dal nostro Piano del Parco quale zona di protezione-paesaggio agro-pastorale aperto della Valle del Vivaro, ove è preclusa la sua trasformabilità se non strettamente legata alla conduzione di aziende agricole, laddove, quindi. le possibilità edificatorie risultano essere pressoché nulle. E pertanto in applicazione delle misure di salvaguardia tuttora vigenti, l’espressione tecnica del Parco dei Castelli Romani ai sensi dell’art. 8 della L.R. 2/84, non poteva che risultare negativa.

In fase di pubblicazione del PdA, a maggio 2009, non poteva il Comune di Nemi formulare delle osservazioni in merito alla zonizzazione del Piano?

Certamente, e questo è stato fatto sia da parte dei privati che dall’Amministrazione comunale ma, con le controdeduzioni, tali osservazioni non sono state accolte.

Quali sono le fasi conclusive della vicenda?

La conclusione definitiva verrà determinata trascorsi i 45 giorni dalla seduta di Conferenza, in attesa di ricevere i pareri richiesti.

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: NASCE UN COMITATO DI DIFESA

Angelo Parca

Nemi (RM) – Finalmente qualcosa inizia a smuoversi. I cittadini si interessano della lottizzazione Corsi perché si tratta di una operazione che andrà ad impattare l'ambiente in maniera evidente e confutabile nonché a nostro parere devastante per gli equilibri naturali all'interno del Parco Regionale dei Castelli. 

Noi de L'osservatore d'Italia (redazione Lazio) che abbiamo iniziato a puntare l'attenzione sul caso dallo scorso ottobre abbiamo fatto una sorta di appello ad ambientalisti e cittadini di Nemi affinché s'interessino della vicenda che coinvolge la collettività.

Questo in quanto più numerosi si è e meglio si può portare avanti una certa difesa del territorio. Quindi riceviamo e volentieri pubblichiamo la notizia della nascita di un Comitato che monitori l'iter di realizzazione o meno del Piano Integrato Corsi.  Il comitato si è costituito, al momento, come volontà di un gruppo trasversale di cittadini appartenente idealmente all'area di centro-sinistra e di Partecipazione Democratica e che aspira a divenire un vero movimento locale di autotutela senza colori di partito.

Il nostro giornale aderisce fin d'ora a questo Comitato, con uno spirito apartitico ma volto alla tutela dell'ambiente e del territorio. E fin d'ora mettiamo a disposizione la nostra testata (come già fatto per il territorio di Canale Monterano) qualora si voglia intentare una raccolta firme finalizzata al contrasto della realizzazione del Piano Integrato Corsi.

Ecco la nota:

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Si è recentemente costituito il Comitato “No Piano Integrato i Corsi” di Nemi – acronimo No PIC – con l’obiettivo di promuovere azioni di sensibilizzazione e di presidio del territorio nemese sul quale incombe l’ipotesi di vedere realizzato un grande insediamento abitativo e commerciale dall’impatto devastante sull’ecosistema locale.

Tale Piano ha ricevuto pareri negativi, in particolare dai tecnici del Parco dei Castelli Romani, Ente verso il quale i cittadini di Nemi, fin dalla sua istituzione, hanno riposto la massima fiducia sull’operato qualificato dei suoi operatori che, quotidianamente, vigilano sul territorio castellano.

Il Comitato – che ha già convocato un’assemblea pubblica prevista martedì 10 dicembre ore 17 presso il ristorante “Specchio di Diana” di Nemi – è confidente che l’Ente Parco esprima un parere conforme a quanto già espresso dai suoi tecnici nel 2009, in previsione della prossima Conferenza dei Servizi convocata dal Comune di Nemi per l'adozione del suddetto Programma Integrato.

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: C'E' CHI HA DETTO NO!

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Il dissesto idrogeologico, mi è già capitato di dirlo, è un cancro per l’Italia, rimasto spesso e volentieri afono in nome della speculazione edilizia. Frane e alluvioni sono le figlie di una politica volta a distruggere aree che invece andrebbero protette.

I primi giorni del prossimo mese di dicembre, secondo calcoli spiccioli, dovrebbe tenersi la seconda seduta della conferenza dei servizi sulla lottizzazione Corsi a Nemi. E' iniziata lo scorso 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio.

Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alla società riconducibile a Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi insieme ad altri soggetti.

In occasione dell’ultima conferenza dei servizi l’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, così come la Provincia di Roma, hanno richiesto ulteriore documentazione per poter stilare una relazione tecnica o parere rispetto alla realizzazione del piano integrato in località Corsi, che ricordiamo nel 2009 non ebbe il nulla osta da parte del Parco dei Castelli Romani: a firmare il diniego di nulla osta fu l’allora direttore del Parco dei Castelli Romani Roberto Sinibaldi. Il diniego fu corredato da una relazione tecnica siglata dai geometri Massimiliano Troisi, Marco Ferrari e dal dottor Daniele Badaloni.

[ PER LEGGERE IL PARERE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI EMESSO NEL 2009 CLICCARE QUI ] Questo parere di cui si parla tanto è pubblicato in allegato al presente articolo dal nostro giornale. Ed è un atto che appare più che mai attuale, valido, ben argomentato, contestualizzato rispetto ad una situazione che sembrerebbe essere rimasta invariata.

L’attuale direttore dell’Ente regionale Tommaso Mascherucci, il quale nel 2009, espresse già un parere di carattere agro vegetazionale rispetto al progetto “Corsi”, considerando anche l’impatto dell’edificazione sul suolo, acqua e aria e considerati anche i corridoi verdi, ha richiesto nuova documentazione (sicuramente perché aggiornata rispetto all’epoca) per poter stilare una più fedele relazione tecnica, al passo con i tempi. Oltre alla nuova documentazione, Mascherucci ha richiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo nell’area interessata dal progetto.

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

Manca circa una settimana alla fine di novembre, siamo alla soglia della prossima conferenza dei servizi: perché l’Ente Parco non ha ricevuto ancora nulla? Come potrebbe in pochi giorni stilare una nuova relazione con tempi così stretti causati dal proponente stesso del progetto, cioè dal Comune?
 
Intanto, sempre lo scorso 11 novembre, Mascherucci è stato invitato dal Comune di Nemi al sopralluogo in località Corsi, stabilito per il 14 novembre.

Solo Mascherucci è in grado di sapere cosa scriverà sul nuovo parere, ma sicuramente è auspicabile un atto coerente con la linea perseguita in passato, dato lo stato dei fatti e lo scarso aggiornamento da parte dei proponenti alla data odierna.

Intanto analizziamo bene quello che sostanzialmente è stato il parere dell’ex direttore del Parco Roberto Sinibaldi.

LOCALITA' CORSI: 
Il profilo del Piano di Campagna è stato modellato in terrazzamenti artificiali anche per evitare la naturale erosione del terreno dovuta alle pendenze citate e alla composizione geologica degli strati superficiali che risultano di scarsa coesione. In questo senso le alberature esistenti assumo un ruolo fondamentale proprio nel mantenimento della coesione del terreno. Il terreno digrada successivamente con pendenze meno rilevanti, ma pur sempre da considerare per le criticità che potrebbero essere indotte da eventuali interventi antropici.

Ma non è tutto perché la relazione tecnica dei geometri e del dottor Badaloni dice anche che l’area è la continuazione dei tradizionali boschi a predominanza di castagno, esistenti in tutta la zona dei Castelli Romani.
Questa tipologia di boschi è considerata “Habitat naturale di interesse comunitario richiede la designazione di aree speciali di conservazione”. La rilevanza ecologica di questo bosco quale “cuscinetto” tra le aree a maggiore pregio naturalistico e quelle più antropizzate.
La realizzazione di questo progetto con centro estetico, villini ecc. andrebbe a causare una segmentazione e interruzione della continuità ecologica degli habitat e un conseguente abbassamento, nell’intera area circostante degli indici di naturalità esistenti.

Vicino ai Corsi c’è il Monte Calvarione e il Vallone Tempesta, aree di particolare pregio naturalistico. Considerata l’importanza della non trasformabilità dei luoghi regolata dalle direttive “Habitat e uccelli”, sostanzialmente non si può esporre questo ambiente naturalistico di enorme pregio ad interventi invasivi che comprometterebbero irrimediabilmente l’intero equilibrio naturalistico dell’area.

LE DIRETTIVE:
La direttiva "Habitat", e la Direttiva Uccelli costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.

COSA SI AUSPICA:
L’educazione allo sviluppo Sostenibile (ESS) tocca tutti gli aspetti della vita e i valori, al centro dei quali vi è il rispetto  per gli altri, inclusi quelli delle generazioni presente e future, per la diversità, per l’ambiente, per le risorse della Terra. Dunque l’attuazione di quanto è sui pezzi di carta:
Importantissima al riguardo è la Valutazione di Incidenza Ambientale (in acronimo VINCA o VI) ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.  In Italia la valutazione di incidenza ambientale è introdotta dall' art. 5 D.P.R. n. 357/97.

I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, sono obbligati a predisporre uno studio (di incidenza) per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti.

I proponenti di interventi (progetti) non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.

Le modalità di presentazione degli studi e la valutazione di incidenza dei piani e degli interventi sono stabilite dalle autorità competenti (Regioni e le province autonome, o enti delegati).

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NEMI, LOTTIZZAZIONE LOCALITA' CORSI: SCENDE IN CAMPO ITALIA NOSTRA

Redazione

Nemi (RM) – Gli occhi sono ben aperti a Nemi su questa operazione privata in località Corsi che vede al timone la famiglia di Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore del sindaco di Nemi Alberto Bertucci. Italia Nostra, con una nota chiede di essere invitata a partecipare alla Conferenza dei Servizi che esaminerà il Piano Integrato.

Ancora l'Ente Parco Regionale dei Castelli Romani ha la possibilità di esprimere un parere in merito. Nonostante abbia annullato il diniego al progetto sotto la precedente gestione commissariale di Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch'esso, insieme all'ex assessore regionale all'Ambiente Marco Mattei, dell'attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

Ecco la nota di Italia Nostra –  Carlo Testana consiglio direttivo di I.N. Castelli Romani.

Il Comune di Nemi ci riprova con le lottizzazioni. E' ripartito in questi ultimi giorni il progetto dal titolo "Piano Integrato di Intervento di iniziativa privata in località Corsi". Appena sopra il Lago di Nemi.

Urbanistica concordata in variante agli strumenti di pianificazione che a fronte di briciole cedute ai Comuni ottiene in cambio cubature su aree di pregio, agricole, boscate, archeologiche.

Una procedura che ha distrutto in Italia ettari di territori e consumato una enorme quantità di suoli coperti alla fine da capannoni, villette, strade e stradine, cemento e asfalto.

In località Corsi a Nemi succederà qualcosa di simile se oggi alla conferenza dei Servizi gli Enti si esprimeranno favorevolmente. Questo Piano su aree agricole e boscate aveva ottenuto il diniego dall'Ente Parco dei Castelli Romani . Parere contrario perchè l'intervento avrebbe indebolito il sistema ambientale dell'ecosistema legato al Lago di Nemi ed al suo cratere vulcanico. Questo parere ultimamente è stato cambiato da negativo in positivo. Oplà un gioco di prestigio. Le motivazioni di questo voltafaccia del Parco sono incomprensibili. Confidiamo che il nuovo Presidente scongiuri questo pericolo per Nemi uno dei Comuni più belli dei Colli Albani, meta di turisti e visitatori da sempre. Il PRG di Nemi fu approvato dalla giunta Regionale, Presidente Storace, l'ultimo giorno di governo prima di andare alle nuove elezioni regionali nel 2005. Italia Nostra Castelli Romani propose ricorso al TAR del Lazio, tutt'ora in essere. Si chiedeva e si chiede l'annullamento di un Piano pericoloso e contraddittorio che alimenta il disordine urbanistico e lo smarrimento ambientale. Debole sul piano programmatico perchè non contiene progetti di respiro per la gestione delle enormi ricchezze naturali, storiche, archeologiche, antropologiche di cui è ricco il Bacino del lago di Nemi.

Per questi motivi la sezione di Italia Nostra ha chiesto di essere invitata a partecipare alla Conferenza dei Servizi che esaminerà il Piano Integrato.

In allegato la richiesta a firma del Presidente Enrico Del Vescovo.

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