NAPOLI: UNA CITTA’ CHE CADE A PEZZI E “NISCIUN SE N’MPORT”.

di Christian Montagna

Napoli – Ancora una volta, gli edifici di Napoli perdono pezzi. Poteva diventare una vera e propria tragedia, ancora più grande di quella dello scorso Luglio a via Toledo in cui perse la vita il giovane Salvatore. Ieri mattina , in via Bernini al Vomero, quartiere signorile campano, i vigili urbani di servizio in piazza Vanvitelli, hanno notato che dal fabbricato ad angolo con via Bernini, si stava staccando un grosso pezzo di cornicione. Allertati immediatamente i vigili del fuoco, i pezzi di intonaco incriminati sono stati rimossi. Transennata l’intera zona, la circolazione dei pedoni si è di conseguenza complicata. In un tratto di strada in cui numerosi sono gli esercizi pubblici per la somministrazione di cibi e bevande, si potevano avere danni molto grossi. Inoltre, la strada a quell’ora è tra le più trafficate della zona. In tutto il territorio, numerose sono le segnalazioni che quotidianamente arrivano alle forze dell’ordine. Il Vomero, in particolar modo, sta vivendo una situazione particolarmente disastrata. Napoli dunque continua a cadere a pezzi e “nisciun se n’mport”.




NAPOLI, QUARTIERI SPAGNOLI: PARTE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI PORTA A PORTA, STANGATE PER I TRASGRESSORI.

di Christian Montagna 

Un problema che in Campania proprio non si riesce a risolvere è quello dello smaltimento dei rifiuti. Camorra, soldi spesi male, raccolta differenziata non eseguita: sono queste le principali cause del problema che per anni ha fatto balzare alle cronache la Campania. Dal primo ottobre, ai Quartieri Spagnoli, partirà la raccolta dei rifiuti porta a porta. Dure le sanzioni annunciate contro chi viola il regolamento. Gli agenti della polizia municipale e ambientale, saranno impegnati nel controllo e avranno l’obbligo di multare i trasgressori con sanzioni che possono arrivare fino a seicento euro. La stessa attenzione delle forze dell’ordine, sarà rivolta anche agli altri quartieri in cui si effettua la raccolta differenziata. Dal mese di ottobre dunque, i cassonetti per strada spariranno e tutto l’occorrente per effettuare la raccolta porta a porta sarà distribuito. Il calendario di raccolta prevede: il lunedì e il giovedì, la raccolta dalle 20 alle 22 del secco riciclabile (carta, plastica, vetro, metalli); il martedì, il venerdì e la domenica, dalle 20 alle 22, l’umido (avanzi alimentari); tutti i giorni dalle 20 alle 22 si raccoglie l’indifferenziato.
 




NAPOLI, SCAMPIA: ARRESTATO IL LATITANTE ANTONIO DELLA CORTE

Redazione

Napoli – Anche questa operazione è stata conclusa con successo da parte della polizia di Scampia. Era uno dei killer di uno dei gruppi di fuoco che hanno partecipato al duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, l'agguato che il 28 ottobre 2004 dette il via alla prima faida di Scampia, quella che segno' la rottura tra il gruppo di Cesare Amato e Raffaele Pagano e il clan di Paolo Di Lauro. Fedelissimo del boss Gennaro Marino, detto MacKay, Antonio Della Corte, da spacciatore ha fatto il 'salto di qualita'' a sicario, rimanendo anche nella seconda faida, quella avviata nel 2012, al fianco del suo boss. Ma era ricercato proprio per quell'agguato dal luglio 2013, e ieri gli uomini del commissariato di Scampia diretti da Cristiano Tatarelli lo hanno bloccato e arrestato.
  Della Corte era da solo in un appartamento del rione Inses, in via Monterosa, cuore di Scampia. L'abitazione era videosorvegliata e il latitante ha potuto rendersi conto, grazie alle telecamere, che era scattato il blitz di polizia e ha tentato di fuggire inutilmente da una finestra. Era disarmato il pluripregiudicato, e non ha opposto resistenza.
  L'uomo e' stato rintracciato con una indagine con metodi tradizionali, che prosegue anche perche' l'appartamento in cui si era rifugiato e' intestato a un professionista incensurato e insospettabile. Resta da capire, quindi, se questi fosse al corrente dell'identita' dell'inquilino o se il 'covo' sia stato preso in affitto da una terza persona.




NAPOLI: COLPISCE LA CONVIVENTE CON UN MARTELLO IN TESTA

Redazione

Calvizzano (NA) – Non viveva più perché ossessionato dalla gelosia e allora con una furia cieca, al culmine di una lite, in piena notte, ha colpito la sua convivente alla testa con un martello. Adesso la donna è in prognosi riservata. Lo ha fatto, alle 3 di notte, mentre in casa c'erano anche i loro figli, una ragazzina di 15 anni ed un bambino di 6. I due piccoli, terrorizzati dall'accaduto, hanno cercato riparo da alcuni familiari che abitano vicino. Il dramma si è consumato in una palazzina di Calvizzano (Napoli). I carabinieri del nucleo radiomobile di Giugliano, insieme ai colleghi della locale stazione hanno fatto irruzione nella casa, ed hanno arrestato con l'accusa di tentato omicidio Giuseppe Parola, 47 anni, incensurato. L'uomo è stato bloccato nella sua abitazione mentre tentava la fuga, immediatamente dopo che, al culmine della lite, ha colpito alla testa la convivente, una 38enne del luogo, con un martello. La vittima è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata all'ospedale di Giugliano, dove i sanitari l'hanno medicata per un trauma cranico con prognosi riservata. Il martello è stato sequestrato così come l'intero appartamento. Parola è stato condotto nel carcere di Poggioreale. Per i figli della coppia ci sarà bisogno del supporto di assistenti sociali e psicologi con i quali potrà essere ricostruito nei dettagli quanto accaduto. I ragazzi sono stati temporaneamente affidati ad alcuni parenti, nella speranza che le condizioni della madre possano rapidamente migliorare. Ma i casi di violenza contro le donne non si fermano. A Qualiano, sempre nel Napoletano, a non più di tre chilometri da Calvizzano, dove Parola ha colpito la moglie con il martello, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato per atti persecutori un 45enne residente ad Aversa (Caserta), incensurato. L'uomo è stato bloccato sulla Circumvallazione esterna mentre pedinava l'ex moglie, una 43enne del luogo. In seguito a successive verifiche i carabinieri hanno accertato che l'uomo, da circa un anno, perseguitava la donna con pedinamenti e telefonate, ingenerandole stati di ansia e paura. Inoltre i militari dell'arma, nell'abitazione del 45enne, hanno sequestrato una pistola calibro 7,65, in quanto non aveva comunicato all'autorità di polizia il cambio del luogo di detenzione. L'uomo si trova ora agli arresti domiciliari. 




NAPOLI, CANTIERE METROPOLITANA: CADE DALL'IMPALCATURA E MUORE SUL COLPO

Redazione

Napoli – Un altra morte sul lavoro in un cantiere della metropolitana di Napoli, quello della stazione di Piazza Municipio, la cui apertura e' prevista a dicembre. Noi de la redazione torniamo sempre ad accendere i riflettori sulla mancanza di sicurezza nei cantieri e controlli sugli operai affinché indossino caschi, protezioni ecc. Secondo quanto si e' appreso, un uomo e' deceduto nell'area di cantiere sul lato della piazza tra il Maschio Angioino e il Porto, dove staziona una grande gru. Sul posto i carabinieri. Aveva 41 anni ed era di Boscoreale l'operaio morto, in seguito a una caduta da un'impalcatura, all'interno della Stazione dell'Archeo-metro' di piazza Municipio, Linea 1, di Napoli.
  L'uomo si chiamava Salvatore Renna e, secondo una prima ricostruzione, era su di un'impalcatura posta a un'altezza di sei metri quando per cause ancora da accertare e' precipitato sbattendo violentemente contro il suolo. La morte sarebbe stata istantanea. Tra gli accertamenti eseguiti dai carabinieri nell'ambito delle indagini sulla morte dell'operaio di Boscoreale, avvenuta nel pomeriggio all'interno della stazione Archeo-metro' di piazza Municipio, anche quello sui turni di lavoro previsti nella giornata, prefestiva: c'e' da chiarire, infatti, se la presenza degli operai fosse autorizzata. Al vaglio degli investigatori anche il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Salvatore Renna era intento a intonacare una parete della galleria quando e' precipitato al suolo. L'incidente e' avvenuto intorno alle 17, come hanno accertato i militari sulla base delle testimonianze dei colleghi della vittima che hanno dato l'allarme avvertendo il 118.




NAPOLI: SI RIPETE IL MIRACOLO DI SAN GENNARO

Redazione

Napoli – è stato un vescovo e un martire cristiano; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.È il patrono principale di Napoli, nel cui Duomo sono custodite due ampolle contenenti una sostanza allo stato solido, che la tradizione afferma essere sangue del santo, e che si liquefà tre volte all'anno.Si e' ripetuto alle 10,12 il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. Ad annunciarlo ai fedeli e ai turisti accorsi al Duomo e' stato l'arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, sventolando un fazzoletto bianco, come vuole la tradizione, e mostrando la teca con all'interno le due ampolle contenenti il sangue del Santo Patrono di Napoli. "Vi do l'annuncio, la lieta notizia, il sangue e' sciolto", ha detto il presule arrivando all'altare provocando un lungo applauso da parte dei presenti. "Solo se crescera' il senso civico di tutta la comunita', sostenuto da opportune politiche, potremo sperare in una svolta positiva di questa citta', degna finalmente del prestigioso ruolo che la storia le ha assegnato". Dice nell'omelia della messa in onore del Santo Patrono l'arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Il presule chiede "un supplemento di responsabilita' da parte di tutti" e rivolge un "pressante invito ai cittadini della diocesi", affinche' "ognuno faccia la propria parte nel ridare vivibilita' e dignita' a questa terra". I rappresentanti delle istituzioni, "vorranno concorrere al benessere comune, aprendo nuovi spazi alla crescita economica e sociale dela cittadinanza, ridonando fiducia e speranza particolarmente ai giovani con programmi specifici". Sepe sottolinea che "riguarda Napoli tutto cio' che avviene nel mondo e viceversa e in questa relazione si trova la misura piu' autentica di quella Napoli antica capitale che non puo' dare le dimissioni dalla propria storia e quindi da se stessa".




NAPOLI, SCAMPIA: SEQUESTRATE 21 CHILI DI SIGARETTE DI CONTRABBANDO

Redazione

Napoli – Sigarette di contrabbando, rinvenute e sequestrate dagli agenti del Commissariato di Polizia "Scampia" all'interno di un vano adibito a stanzetta e in un ripostiglio, in uno stabile dell'edilizia popolare conosciuta come "L'Oasi del Buon Pastore", in Via Ghisleri.


I poliziotti, nel corso di indagini, hanno localizzato e perquisito l'abitazione di A. S., di 23 anni, arrestandolo.

Il giovane, infatti, deteneva in casa ben Kg 21,400 di tabacchi lavorati esteri, privi del marchio del Monopolio di Stato.
 

S., stamani, sarà giudicato con rito per direttissima. 




NAPOLI,OMICIDIO DAVIDE BIFOLCO: LA FAMIGLIA DIFFONDE LE IMMAGINI CHOC DEL CORPO SENZA VITA. SPUNTANO INOLTRE VIDEO INEDITI E SUPERTESTIMONI.

di Christian Montagna

Napoli – Una famiglia che non trova pace per la morte del proprio caro, un quartiere che dà vita ad una gara di solidarietà nei confronti della famiglia Bifolco. Rappresaglie contro le forze dell'ordine, fiaccolate e blocchi stradali, l'ultimo in ordine di tempo quello della Tangenziale di Napoli di ieri sera: tutto per non dimenticare ciò che è accaduto. L'opinione pubblica divisa in due: c'è chi sostiene le forze dell'ordine cercando di fornire un alibi al giovane carabiniere che quella sera ha sparato giustificando gli attimi caotici che l'hanno spinto a compiere quel maledetto gesto e chi invece punta il dito contro l'abuso di potere delle forze dell'ordine, descrivendo Davide come un ragazzo pulito, incensurato e onesto. "Uno Stato che dovrebbe proteggere e invece uccide"- è questa la frase che compare sulle mura del quartiere e ancora "Giustizia per Davide". La famiglia, prima fra tutti, punta il dito contro il carabiniere accusandolo di aver sparato al cuore del giovane Davide. Per dimostrarlo decidono di pubblicare su facebook le foto del corpo senza vita della vittima. Immagini sconsigliate ad un pubblico sensibile in cui si evidenziano lividi e graffi oltre al foro creato dal proiettile. Spunterebbe inoltre un video delle telecamere di sorveglianza diffuso dai legali della famiglia Bifolco in cui si vede l'irruzione di un carabiniere all'interno di una sala giochi subito dopo la tragedia. L'Arma però precisa che non si tratterebbe dello stesso carabiniere che ha ucciso Davide. In una tragedia che ha dell'inverosimile come questa, spunta anche un "supertestimone" che secondo i legali avrebbe raccontato di aver visto il carabiniere sparare al cuore di Davide. Oggi sarà effettuata l'autopsia sul corpo del piccolo. I risultati dell'esame autoptico insieme agli indizi ricavati dai primi rilievi, sono al vaglio degli inquirenti e del pm e potrebbero essere fondamentali allo svolgimento delle indagini.




NAPOLI, MORTE DAVIDE BIFOLCO: NESSUN LATITANTE SUL MOTORINO. EVASI PERCHE' SENZA ASSICURAZIONE, CASCHI E PATENTE DI GUIDA.

di Christian Montagna

Napoli – Un quartiere sconvolto e un silenzio inquietante tra quelle strade che ieri hanno visto morire il giovane diciasettenne Davide Bifolco. E' il Rione Traiano il protagonista di questa triste vicenda. Un carabiniere indagato, una famiglia che piange per la perdita di un caro e un quartiere che si schiera contro le forze dell'ordine. Troppe volte il grilletto d'ordinanza a Napoli è ingiustamente scattato. Giornalisti e televisioni sono monitorati dalla folla di amici e parenti che quel giovane lo conoscevano bene. Questa notte tre cittadini sono stati scambiati per poliziotti e aggrediti brutalmente. Confusi con poliziotti in borghese hanno rischiato davvero tanto. E nel frattempo i ragazzi che su quel motorino hanno scampato la morte hanno parlato. Vincenzo, intervistato dalle telecamere mediaset, è il ragazzo che guidava il motorino e che è riuscito a scappare. " Non abbiamo rispettato l'alt perché senza patente, senza caschi e senza assicurazione ma non siamo delinquenti": sono queste le parole che tra le lacrime ha rilasciato oggi il giovane. Nessun latitante dunque e nessun malvivente su quel motorino. Il Rione a ventiquattro ore dalla morte del giovane Davide si presenta tappezzato di scritte contro le forze dell'ordine; il sentimento di vendetta vige sovrano tra quelle strade ora solitarie. Nessun tipo di giustificazione sarebbe plausibile quando si tratta della morte di un essere umano ma alcune domande sorgono spontanee: come mai un giovane carabiniere 32 enne viene mandato in servizio in una delle più pericolose zone di Napoli dove la grande e piccola criminalità si fondono sembrando tutt'uno? Perché ancora oggi non si riescono a rispettare le regole imposte dalla legge e dunque si guida ancora un motorino senza casco, senza assicurazione e in tre? Domande queste, che se solo fossero state poste prima, si sarebbero potute evitare questa e tante altre tristi tragedie.




NAPOLI, RIONE TRAIANO: DAVIDE BIFOLCO, 17ENNE, NON SI FERMA ALL’ALT DEI CARABINIERI E VIENE UCCISO DA UN COLPO DELLA PISTOLA DI ORDINANZA.

di Christian Montagna

Napoli (NA) – “E’ stato un ‘omicidio, non inventassero scuse”- sono queste le parole di Tommaso Bifolco fratello di Davide il ragazzo ucciso la scorsa notte da un carabiniere. E’ accaduto a Napoli e non è la prima volta che un esponente delle forze dell’ordine si faccia scappare un colpo d’arma. Colpito al cuore, in fin di vita e pure ammanettato con la testa rivolta verso la terra e la polvere in bocca: è la descrizione del fratello nel momento del ritrovamento del corpo. Un ragazzo d’oro, senza precedenti penali e senza alcun vizio che aveva scelto di abbandonare gli studi per lavorare con il fratello. Quella notte era lì per caso con gli amici a fare un giro nel quartiere. Secondo la ricostruzione dei fatti, i tre ragazzi in sella ad uno scooter stavano percorrendo il rione Traiano e non si sono fermati all’alt dei carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli. Da lì è scattato l’inseguimento terminato a via Cinthia, a Fuorigrotta, quando il conducente del mezzo ha perso il controllo urtando la gazzella e cadendo al suolo. Durante l’inseguimento, uno dei tre è riuscito a seminare i militari mentre gli altri due, tra cui la vittima, hanno avuto la peggio. Secondo il racconto del militare, è partito accidentalmente  un colpo dalla pistola di ordinanza. Portato d’urgenza all’ospedale San Paolo, il 17 enne è deceduto. Il pm di turno, chiamato sul luogo dell’incidente sta lavorano alla ricostruzione dei fatti. Il motorino è risultato sprovvisto di assicurazione e i giovani privi di patentino. Nel frattempo, è scoppiata una vera e propria rivolta nei confronti delle forze dell’ordine:  due auto dei carabinieri sono state danneggiate; in ospedale è scoppiata la rivolta dei familiari. Sul corpo della giovane vittima è stato disposto un esame autoptico.




NAPOLI, CIRO ESPOSITO: UN VIDEO CHOC DELL’AGGUATO CONSEGNATO ALLA FAMIGLIA ESPOSITO E’ AL VAGLIO DELLA PROCURA

di Christian Montagna

Napoli – Era il 3 maggio scorso quando prima della finale di Coppa Italia contro la Fiorentina viene ferito il giovane tifoso napoletano Ciro Esposito e morto dopo cinquanta giorni di agonia. Un caos totale in quel pomeriggio in cui un giovane perdeva la vita ingiustamente. Pochi giorni fa, un tifoso che quel pomeriggio stava riprendendo con il telefono cellulare le tragiche scene concitate di quello che da molti è stato definito un agguato ai tifosi napoletani, ha consegnato alla famiglia Esposito le immagini choc. Nel filmato recapitato al papà di Ciro, si vede la pattuglia della polizia arrivare sul luogo dell’agguato ma non curarsi assolutamente del corpo al suolo dolorante di Ciro. Ma perché gli agenti non hanno soccorso subito il tifoso? Anche i soccorsi in autoambulanza si dice siano arrivati in ritardo. Troppe incongruenze e troppe imprecisioni che potrebbero essere state fatali. Il papà di Ciro che da sempre ha chiesto venga fatta giustizia ha deciso in accordo con i legali che assistono la famiglia di consegnare il filmato alla Procura. La madre che spesso siamo stati abituati a vedere nei giorni dell’agonia del giovane, intervistata dalle reti televisive, ha chiesto a gran voce che venga fatta giustizia. Un filmato quello consegnato ai genitori choc che racconta come realmente sono andati i fatti quel maledetto giorno. Giovanni Esposito, il papà di Ciro, fa fatica a raccontare e dice di non trovare pace fino a quando tutti i colpevoli saranno stati arrestati. Per amore della giustizia e non per vendetta si vuole a tutti i costi fare luce sulla vicenda che ha tristemente sconvolto il mondo delle tifoserie calcistiche.

LEGGI ANCHE: 

ROMA: IL TIFOSO PARTENOPEO CIRO ESPOSITO E’ CLINICAMENTE MORTO.

SPARATORIA FINALE DI COPPA ITALIA: CIRO ESPOSITO ANCORA IN GRAVISSIME CONDIZIONI