NAPOLI, IL GIALLO DEI CADAVERI IN DISCARICA; I CORPI PRESENTANO FORI DI PROIETTILE IN TESTA

 
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di Angelo Barraco

Napoli – E’ ancora avvolta nel mistero la morte di Luigi Simeone e di sua moglie  Immacolata Assisi, ritrovati entrambi cadaveri in provincia di Napoli, vicino Cava Riconta, in Via Ripuaria, a Giugliano. I cadaveri sono stati ritrovati in una ex discarica. Il ritrovamento della coppia è avvenuto grazie alla segnalazione fatta da una prostituta alla Polizia, la strada in cui si trovava il taxi dell’uomo era poco trafficata. L’uomo è stato trovato ad una profondità di 40 metri.
 
Le novitài: l’uomo presenta una ferita d’arma da fuoco alla testa (su una tempia), la donna invece al centro della testa presenta un foro di proiettile. L’ispezione dell’autovettura della coppia ha portato all’individuazione di 5 bossoli calibro 7.65. Ciò che manca però è la pistola, oltre alla pistola mancano anche le chiavi dell’auto. Gli inquirenti stanno analizzando le possibili piste investigative e si presume che la scena del delitto non coincida con il luogo del ritrovamento dei cadaveri. Si attendono i risultati autoptici e la perizia balistica sui bossoli. 



NAPOLI: IL GIALLO DEI 2 CADAVERI TROVATI IN UNA DISCARICA

di Angelo Barraco

Napoli – Un alone di mistero circonda il ritrovamento dei corpi della coppia rinvenuta nella discarica in provincia di Napoli, vicino Cava Riconta, in Via Ripuaria, a Giugliano. La scoperta è stata fatta dalla Polizia e, oltre alla Polizia, hanno compiuto le operazioni di recupero, anche i Vigili del fuoco con il reparto degli scalatori poiché i corpi si trovavano nell’ex discarica profonda quaranta metri e le attività di recupero non sono state per nulla semplici. Il primo cadavere che è stato recuperato nell’ex discarica è stato quello di Luigi Simeone, successivamente è stato accertato, attraverso il taxi rinvenuto sul luogo, che il mezzo di trasporto apparteneva all’uomo. All’interno del mezzo vi erano anche evidenti segni di tracce ematiche. Successivamente è stato recuperato anche un altro cadavere che ha, di gran lunga, infittito il mistero sulla faccenda poiché è stato recuperato anche il cadavere della moglie dell’uomo, Immacolata Assisi. La coppia risiedeva a Melito, comune alle porte di Napoli e avevano entrambi 50 anni. Dalle prime indiscrezioni, i corpi non presenterebbero segni di violenza esterna. Chi indaga non lascia trapelare nulla e mantiene il massimo riserbo e nessuna pista è esclusa, nemmeno quella del duplice omicidio. 



NAPOLI, PIAZZA DANTE: PARCHEGGIATRICE ABUSIVA AGGREDISCE AUTOMOBILISTA

di Ch. Mo.

Napoli – Continuano le violenze a Napoli ad opera dei parcheggiatori abusivi ma ancora nessun provvedimento è stato emanato per porre fine alle aggressioni gratuite che si consumano per strada ai danni degli automobilisti. Eppure i parcheggiatori sono per strada, sotto gli occhi di tutti e nessuno riesce a fermarli: spesso, sono proprio gli abitanti dei quartieri a proteggerli. La scorsa notte, in Via Bellini all'angolo di Piazza Dante, Maria Cremato, 62 enne, è stata arrestata dagli agenti della sezione "Volanti" per tentata estorsione e minacce nei confronti di una donna automobilista. I motivi dell'aggressione sarebbero da ricondurre al parcheggio della Smart della vittima effettuato in una zona "di competenza" dell'abusiva. La parcheggiatrice ha preteso il pagamento di 5 euro per il parcheggio e al diniego, è scattata la minaccia: qualora non fosse stata versata la somma, avrebbe denunciato la vittima simulando di essere stata investita per ottenere il risarcimento dell'assicurazione. Nemmeno una scusa del genere è riuscita a convincere la vittima al pagamento e dopo essere stata colpita al volto, ha chiamato il 113 attraverso la sala operativa della Questura e la volante accorsa sul posto ha subito individuato e arrestato l'abusiva.

 




NAPOLI, MINORE SEVIZIATO CON COMPRESSORE: CONTINUA IL PROCESSO IN TRIBUNALE

di Christian Montagna


L'UDIENZA Nell'aula 415 dell'undicesima sezione penale si svolge l'udienza a porte chiuse vista la delicatezza del caso. Il processo per le sevizie va avanti e stavolta con la presenza in aula della vittima. Dietro le sbarre c'è Vincenzo Iacolare accusato di violenza sessuale e tentato omicidio e viene ascoltato dal pm Fabio De Cristofaro e dal giudice Luigi Buono, presidente del collegio. I due chirurghi citati come testimoni al processo hanno stabilito che la lesività del compressore poteva essere letale e che con una forza compresa tra gli 8 e i 12 bar sarebbe potuto esplodere il corpo. Vincenzo dunque è vivo per miracolo.

LA CRONACA DEGLI AVVENIMENTI Sono da poco trascorse le 19 di martedì 7 Ottobre 2014 quando da Pianura giunge notizia di una tragedia: il giovane Vincenzo, 14 enne napoletano, viene seviziato con un compressore all'interno di un autolavaggio a Napoli da due ventiquattrenni. Subito la corsa in ospedale per tentare di arginare il più presto possibile i danni causati, ma le numerose lacerazioni intestinali complicano la situazione del giovane che rischia la vita. Un calvario tra ospedali e commissariati di polizia quello della famiglia che per oltre dieci giorni si ritrova a vivere all'interno dell'Ospedale San Paolo con la speranza che il piccolo Vincenzo possa stare meglio. Dieci giorni infiniti, atroci che si concludono fortunatamente con una piacevole notizia: Vincenzo non è più in fin di vita ma porterà per sempre con sè i segni di quello che è stato definito un "gioco". Due settimane trascorse nella speranza della giustizia affinchè casi simili non si verifichino più; fiaccolate e manifestazioni vedono coinvolta un'intera città. Ma a scaldare gli animi ancora di più è improvvisamente una notizia ancora più orribile: pare addirittura che uno dei due carnefici, durante la violenza abbia registrato il tutto con un cellulare.

IL COLPEVOLE, VINCENZO IACOLARE Vincenzo Iacolare, 24 enne napoletano insieme ad un altro complice vengono fermati dagli inquirenti e accusati di tentato omicidio e violenza sessuale. Nemmeno loro sono coscienti di ciò che hanno causato al piccolo 14 enne. Le dinamiche dell'incidente si susseguono e non sempre risultano compatibili tra loro. Ai microfoni di radio e giornali le famiglie incalzano una guerra a colpi di accuse e illazioni. La famiglia di V.I. intervistata da un giornale locale si lascia a frasi che turbano l'intera comunità. Si cerca in ogni modo di far passare la violenza come un gioco finito male. Un film dell'orrore che va in scena giorno dopo giorno fino a quando i due accusati non finiscono denunciati a piede libero. Nessuna visita in ospedale, nessuna richiesta di perdono o dimostrazione di pentimento, Vincenzo Iacolare sembra non interessarsi al problema. E intanto, una famiglia intera trema giorno dopo giorno davanti all'ingresso delle sale operatorie.

IL DANNO E LA BEFFA La famiglia della vittima però oltre al danno subisce anche la beffa: alcune delle operazioni che il piccolo dovrà sostenere non sono rimborsabili. Servono dunque soldi per le cure. Appelli dopo appelli in tv e sui giornali si susseguono giorno dopo giorno per cercare di aiutare una famiglia che improvvisamente si è trovata nel bel mezzo di un incubo. I genitori del 14 enne disoccupati tra l'altro nel Luglio precedente avevano ricevuto un'ordinanza di sfratto per non aver pagato il canone d'affitto da mesi. La situazione si complica e chi può cerca di aiutare il più possibile ma per fortuna Vincenzo riesce a superare gli interventi e torna a casa.
 




NAPOLI, LUNGOMARE VIA CARACCIOLO: UNA DISCARICA A CIELO APERTO

di Christian Montagna


Napoli – Inutile ignorarlo se il problema c'è: per cambiare la situazione di Napoli bisogna civilizzare i napoletani. Passeggiando questa mattina per il lungomare di Via Caracciolo, laddove ogni giorno migliaia di turisti scattano foto ricordo e immortalano momenti d'amore, lo scenario che si presenta è davvero imbarazzante. Colpa del mare che trascina tutto alla riva? Troppo facile così. Ammassi di bottiglie di plastica, avanzi di pesce e crostacei, gusci frantumati, resti di fazzoletti, piatti e bicchieri, rifiuti organici e residui di pneumatici giacciono su quelle rive da anni e nessuno fa nulla. Pensate un pò se un turista per caso dovesse fotografare uno scenario del genere e postare la foto sui social; il danno di immagine per la regione sarebbe inestimabile e sicuramente migliaia di altri turisti in procinto di partire per Napoli annullerebbero le prenotazioni. Una discarica a cielo aperto che passa quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Inoltre, proprio su questo tratto di strada, albergano da anni chioschi adibiti alla vendita di bevande e snack, chalet e addirittura ristoranti che per nulla collaborano al decoro della zona. Potrebbero questi essere i rifiuti dei clienti incivili che frequentano i punti vendita? Senza dubbio, ma una buona parte è dovuta anche ai pescatori che una volta giunti a riva dopo essere rientrati dal mare, presi dalla vendita del pesce e dalla cernita, non considerano l'inestimabile danno ambientale, oltre anche al fatto che gli operatori ecologici sono latitanti in quei posti da tempo.

L'inquinamento però si estende anche alle acque che appaiono visibilmente provate dall'incuria umana: depuratori fuori uso e scarichi abusivi infatti hanno fatto sì che il bel mare di Napoli potesse conquistare la maglia nera. Basti pensare che soltanto sulla costa, in seguito ad una analisi effettuata dai biologi di Legambiente, ci sono cento trenta punti inquinati di cui venti invasi da batteri di origine fecale. I fondi stanziati per gli impianti di depurazione a questo punto viene da chiedersi dove siano finiti. Oltre al danno anche la beffa visto che in quelle acque in estate ci si tuffa e su quelle spiagge ridotte a discarica i bambini ci giocano. Per non parlare poi del cosiddetto "Lido Mappatella", alla foce del canale che sbuca sulla spiaggia, in cui un'alta concentrazione di eschericchia coli e enterococchi intestinali infestano totalmente l'area. La Regione non reagisce e non ammonisce: nessun cartello con divieti di balneazione e nessun avvertimento per i bagnanti ignari che affollano le spiagge. Non è l'unico lungomare quello di Via Caracciolo ad essere ridotto in queste condizioni: quelli di Castel Volturno, Pozzuoli, Torre del Greco, Ercolano, Castellammare di Stabia e Pontecagnano(SA) hanno conquistato tutte bandiere rosse. Un collezione che descrive indubbiamente un malfunzionamento degli enti adibiti al controllo e alla purificazione dei siti ambientali. In vista dell'estate che è alle porte, a risentirne maggiormente sono le persone che in quelle zone ci abitano e che da quei luoghi vorrebbero trarne vantaggi ma, onestamente, se foste turisti, credo che mai e poi mai visitereste un luogo ridotto in questo stato.




NAPOLI: IL MERCATO DELLA CONTRAFFAZIONE NON CONOSCE CRISI

di Christian Montagna

Napoli – Un'arsenale di camicie, giubbotti, polo e accessori contraffatti è stato rinvenuto a San Giuseppe Vesuviano dalla Guardia di Finanza. Noti marchi come Burberry, Adidas, Fred Perry, K-way, Blauer, Harmont & Blaine, Dsquared e Ralph Lauren sono stati riprodotti nei laboratori napoletani per essere venduti illegalmente a prezzi molto più bassi. Nel laboratorio ispezionato dalle fiamme gialle, sono stati sequestrati duemila tabella di abbigliamento, 1300 mq di tessuto, cinque macchine ricamatrici, 1150 cucirini, un tower pc ed altri supporti informatici. Sempre nella Napoli illegale poi sono state scoperte nella zona di Poggioreale oltre 15 mila borse da viaggio in pelle con il marchio Armani naturalmente falso e due espositori con 102 orologi marcati come Rolex e Iwc. In totale, cinque persone, tra cui due cinesi, un tunisino e due italiani, sono state denunciate alla magistratura.

E' il mercato del falso che non conosce crisi quello di cui stiamo parlando: quasi sempre gestito dalla camorra, in periodi problematici come questo, sta diventando sempre più l'unica ancora di salvezza per chi alle marche proprio non vuole rinunciare. A Napoli, si sa, che il culto della moda, maschile o femminile che sia, è molto venerato: per un giovane napoletano, indossare capi firmati, anche se si fosse impossibilitati nel comprarli, è un imperativo categorico al quale non può sottrarsi e che gli consente di poter far colpo sugli altri ed essere identificato come un leader. Questioni indubbiamente di mentalità, ma qui, purtroppo, questo non è l'unico tabù. Dalle parti di piazza Garibaldi, nel piazzale antistante la stazione ferroviaria ad esempio, la griffe a prezzi stracciati diventa pane quotidiano per tutti gli ambulanti. Un evergreen che non conosce lo stop nelle vendite.

Marchi esposti in bella vista noncuranti degli agenti di polizia per strada, debordano dalle bancarelle e dai passeggini utilizzati dagli ambulanti, spesso stranieri, che, arruolati dalla malavita, si affaticano a vendere la merce. Gli acquirenti, consapevoli dell'acquisto di merce contraffatta, riescono comunque ad essere soddisfatti, purché il marchio sia evidente. Ad esempio, una scarpa Hogan che in queste zone la si trova a trenta cinque euro, in negozio è possibile pagarla anche sette volte di più. "Perché dunque non approfittarne", dicono i napoletani? Ed è così facendo che accrescono gli introiti della malavita e le zone di Napoli prese di mira diventano bazar abusivi a cielo aperto. In questa catena produttiva, il guadagno è assicurato a tutti: chi produce in fabbrica, chi cuce i marchi, chi rifinisce le scarpe, chi vende e chi controlla le zone allontanando le forze dell'ordine e i rivali. In una situazione di degrado e di scarso controllo come quella di Napoli, purtroppo sono sempre più numerose le aperture delle industrie che producono i cosiddetti tarocchi e dulcis in fundo, da poco tempo come se non bastasse, si sono stanziati anche i cinesi.
 




PAPA FRANCESCO A NAPOLI: RECORD DI VOLONTARI PER L'ASSISTENZA AI FEDELI

di Christian Montagna


E' tutto pronto a Napoli per il grande evento dell'anno; il capoluogo campano si prepara al meglio per ospitare il grande Papa Francesco. Dai bambini, agli adulti, ai giovani e agli anziani, tutti attendono con ansia la visita. Oltre tre milioni di fedeli accoglierà il pontefice che visiterà Scampia, Piazza del Plebiscito e Via Caracciolo. Già da diversi mesi la macchina operativa che si occuperà dell'accoglienza e della gestione dei fedeli, è all'opera. Circa millecinquecento volontari, reclutati attraverso i social network avranno il compito di assistere i pellegrini, garantire l'ordine e la circolazione degli stessi nelle varie tappe. Un numero esorbitante di gadget sarà distribuito tra la folla: centomila bandierine, dieci mila cappelli e foulard e in caso di pioggia anche dieci mila mantelline anti pioggia. Ovunque appaiono già da giorni poster e annunci pubblicitari delle parrocchie che ospiteranno il capo della Chiesa. Libretti per la messa, inviti, badge e permessi stampati per vari appuntamenti. Inoltre saranno messe a disposizione cinquantamila bottiglie d'acqua per i fedeli che seguiranno tutto il giorno il percorso. Al momento, non sono ancora stati distribuiti i biglietti per partecipare alla messa in piazza né quelli per l'incontro a Scampia nella chiesa del Gesù nuovo dove il Papa incontrerà gli ammalati. Le parrocchie a breve saranno munite di pass attraverso i quali sarà possibile invitare i fedeli. All'incontro presso Scampia con gli ammalati invece potranno partecipare non più di seicento persone in carrozzina o barella segnalati precedentemente dalle parrocchie.Francesco alle nove di sabato atterrerà a Scampia e verrà accolto dal suono di oltre cento campane delle chiese di tutta la diocesi. Dopo una visita al quartiere degradato e famoso alle cronache per la malavita, oltre mille cinquecento cantanti del coro della chiesa di Piazza Plebiscito si esibiranno per lui. Alle 16 invece a Via Caracciolo, cento ragazzi della pastorale giovanile daranno vita ad uno spettacolo che prevederà momenti ludici, performance degli artisti napoletani e testimonianze di vita. Anche ai disabili sarà garantita la partecipazione attraverso un settore riservato. Tra tutti questi numeri, anche un numero inferiore ma curioso spicca in questo giorno di festa: 68 suore di clausura, grazie ad un permesso ottenuto dal cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, potranno uscire dai loro conventi per incontrare personalmente il Papa al duomo. Le misure di sicurezza sono state già adottate: numerose le strade chiuse al traffico e altrettanto massiccia la presenza di forze dell'ordine in strada durante l'evento. Napoli dunque per un giorno diventerà la protagonista del mondo ripresa dalle televisioni nazionali e mondiali, ma fortuna stavolta sarà per una bella causa.
 




NAPOLI: IMPRENDITORE AIUTA BOSS LATITANTE

di Ang. Bar.

Napoli – I Carabinieri di Casapesenna (Caserta) hanno arrestato l’imprenditore di 51 anni Raffaele Cilindro originario di San Cipriano d’Aversa. L’imprenditore avrebbe favorito la latitanza di Michele Zagaria, l’ex boss dell’omonima fazione del clan dei Casalesi. Oltre all’arresto, i Carabinieri del Ros hanno sequestrato beni che ammontano a un milione di euro. L’imprenditore è accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso e, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato direttamente  e attivamente alle attività della fazione Zagaria del clan dei Casalesi, finanziando l’associazione con ingenti somme di denaro e ospitando nella sua casa il boss Michele Zagaria nel periodo in cui quest’ultimo era latitante. Emergono dalle indagini i rapporti che aveva l’imprenditore con i fratelli di Michele Zagaria. Vi sono altre prove che testimoniano l’attività dell’imprenditore all’interno dell’associazione e dei legami con il boss, gli elementi aggiunti sono le testimonianze dei collaboratori di giustizia che erano vicini al boss Michele Zagaria che sono: Attilio Pellegrino; che era il cassiere del clan e Massimiliano Caterino che era l’uomo di fiducia di Zagaria che aveva il compito di mantenere i rapporti con l’imprenditoria.




NAPOLI: ADESCA MINORENNE ROM E GLI OFFRE 15 EURO PER FARE SESSO

di Christian Montagna


Napoli – Continuano i casi di violenza sessuale sui minori a Napoli. Dopo la tremenda scoperta del 44 enne napoletano che abusava del figlio 11 enne vendendolo sui siti per incontri, i carabinieri hanno scoperto un altro orco che si aggirava per le strade di Gianturco. Insospettabile, single, disoccupato ma benestante, molto probabilmente era abituato ad adescare minorenni e offrire denaro in cambio di prestazioni sessuali. Quindici euro sarebbe la ricompensa offerta ad un giovane 14 enne con il quale si era appartato per consumare atti sessuali in auto. L'episodio è accaduto ieri sera a Gianturco; i militari erano sulle sue tracce da un pò di tempo e hanno atteso che il giovane salisse sulla Polo per arrestarlo. Il ragazzino che avrebbe accettato i soldi, è di etnia rom ed è stato adescato nei campi nomadi di Poggioreale. Proveniente da Afragola, A.I., incensurato, è ora accusato di sfruttamento della prostituzione e si trova recluso nel carcere di Poggioreale. Il minorenne è stato affidato al Tribunale per i minori di Napoli e sarà seguito da un assistente sociale. Dopo una serie di segnalazioni che indicavano il giro di prostituzione dei rom, il primo "cliente" è stato fermato e a breve, potrebbe toccare a tutti gli altri.

Non è la prima volta che a Napoli si verifichino situazioni simili. La prostituzione maschile soprattutto ad opera di giovani rom sta prendendo sempre più piede nelle grandi metropoli italiane. Roma, Milano e Napoli in particolare sono state assediate da questi giovani di gradevole aspetto che alle stazioni ferroviarie, alle metropolitane e nelle zone più frequentate cercano di adescare clienti a suon di occhiolini e atti osceni. Un fenomeno che sta prendendo il sopravvento e che non si riesce ancora a contrastare, si sta pian piano trasformando in allarme sociale indice del degrado delle nostre città. La cosa più grave è che nella maggior parte dei casi, i giovani sono minorenni e gli atti osceni si consumano per strada, costringendo i passanti allo sgradevole spettacolo. Quello della prostituzione diventa dunque un vero e proprio business che frutta migliaia e migliaia di euro alle casse degli sfruttatori che, spesso costringono anche con forza i minori. 




NAPOLI, BAMBINO VIOLENTATO DAL PADRE: TERRIBILI SEGRETI SUL PC DELL'UOMO

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di Christian Montagna

Napoli – Napoli è sconvolta dopo la tragica scoperta del 44 enne napoletano padre della sua stessa vittima. Tra le piazze, sui social, al bar e al supermercato non si fa altro che parlare di questa orrenda vicenda. I bambini tornano al centro delle polemiche e si discute sulle leggi che troppo poco li tutelano. Certo è che risulta veramente difficile poter scovare all'interno dello stesso nucleo familiare il pedofilo di turno. Gli agenti della municipale che hanno arrestato l'uomo di cui non sono state rese note le generalità onde evitare rivolte cittadine, hanno sequestrato il computer e scoperto l'impossibile. All'interno del pc infatti vi erano nomi, fotografie e messaggi espliciti. I "clienti", se così si possono chiamare, di quest'orco che vendeva il figlio 11 enne sui siti per incontri, sono allo stesso modo colpevoli di questa triste vicenda. Una vasta rete di perversione è stata scovata e a breve sarà aperta un'inchiesta dalla quale potranno venir fuori clamorose verità. Terribili segreti e incredibili nomi potranno uscire presto allo scoperto e per i molti personaggi coinvolti scatterà l' arresto. Sui social nel frattempo si scatena l'ira del popolo che vorrebbe giustiziare il violentatore con mezzi propri. Un susseguirsi di insulti e minacce nei confronti di quest'orco che, a detta di molti, sarebbe meglio se andasse via dalla città. E' allarme anche all'interno del penitenziario di Poggioreale dal quale i detenuti hanno espresso la volontà di non voler condividere la cella con questo individuo.

I DATI
In Italia, un bambino su dieci è maltrattato o violentato. Circa cento mila in totale sono i bambini tra maschi e femmine vittime della violenza umana. Più della metà, il 52,7%, sono femmine. Secondo un indagine condotta da Cismai e Terre des Hommes, la tipologia preponderante di maltrattamento è la trascuratezza materiale e affettiva (52,7%). A seguire, la violenza assistita (16,6%), il maltrattamento psicologico (12,8%) e l'abuso sessuale (6,7%). Il Cismai, il Coordinamento italiano servizi contro i maltrattamenti e l'abuso all'infanzia, insieme a Terre des Hommes ha messo in piedi la prima indagine nazionale quali-quantitativa sul maltrattamento a danno dei bambini. Un operazione condotta su un campione di 31 comuni attraverso un questionario elaborato che invita le istituzioni a raccogliere e considerare maggiormente le difficoltà dei bambini italiani. Su cinque milioni di abitanti intercettati più di 758 mila sono minori. Risulta spesso difficile identificare i casi nello specifico in quanto potrebbero essercene ancora molti altri non denunciati. Ad esempio quelli che derivano dall'incuria, dalla penuria di cure, dal contesto in cui crescono i bambini spesso all'insegna dell' illegalità o anche in condizioni igieniche carenti. Nei casi dei bambini stranieri invece, risulta addirittura che qualche elemento possa non essere stato censito. Anche il garante per l'Infanzia, interpellato in merito a questa indagine, ha denunciato l'assoluta mancanza di coordinamento tra i vari servizi e tra le varie risorse esistenti nonché i tagli dei fondi ai Comuni che si ripercuotono drammaticamente su questo settore.
 




NAPOLI: PADRE VIOLENTA FIGLIO 11ENNE E LO VENDE SUL WEB AI PEDOFILI

di Christian Montagna

Napoli – Una storia tremenda che arriva dalla Napoli violenta e perversa sta sconvolgendo il web: da oltre un anno, un 44 enne napoletano violentava ripetutamente il figlio e una volta intesa la possibilità di guadagno tramite il bambino, lo ha offerto ai pedofili sui siti web. Incredibile a raccontarsi, si torna nuovamente a parlare della sicurezza dei bambini tra le mura domestiche. Possibile che siano proprio i genitori a commettere violenze simili?

Gli agenti del nucleo della tutela minori della polizia municipale diretti dal capitano Sabina Pagnano hanno arrestato l'uomo attraverso le intercettazioni in chat per incontri. Utilizzando finti profili, sono entrati in contatto con il carnefice e una volta ricevute le foto del figlio violentato tramite web, hanno fissato un appuntamento fingendosi interessati e sono intervenuti. I particolari di questa vicenda sono incredibili: un mese intero di duro lavoro è servito agli agenti per arrivare a quest'essere che non merita di essere chiamato umano. Giorno e notte, ore estenuanti di lavoro per poterlo incontrare on line e poterlo assicurare alla giustizia. Le generalità non sono state diffuse ma del responsabile di questo orrendo gesto si sa solo che si tratti di una persona insospettabile. E' bastato poco a farlo raccontare e cascare nella trappola degli agenti. Nella prima immagine inviata ai finti interessati sul sito per incontri, il bambino indossava lingerie da donna e veniva ritratto durante una violenza. Questa foto non è rimasta indifferente ai militari che accelerando le indagini hanno fermato il più presto possibile l'uomo. Una volta in possesso del numero di cellulare del papà, lo hanno convinto ad un incontro per arrestarlo immediatamente. Ha confessato subito ed è stato portato nel penitenziario di Poggioreale. La moglie dell'uomo tenuta allo scuro di tutto ciò, non appena la polizia l'ha informata sui fatti, è svenuta. Il piccolo è stato a lungo con uno psicologo che ha saputo trovare la giusta via per farlo raccontare, sebbene inizialmente non volesse "tradire" gli accordi e i segreti presi con il padre. Ha raccontato agli agenti che da oltre un anno il padre lo costringeva ad indossare indumenti di rete e gli faceva del male. Soltanto dopo un lungo colloquio con agenti e psicologo è riuscito a tranquillizzarsi ma chissà per quanto tempo ancora porterà sulle spalle i segni di questa atroce violenza.