NAPOLI: “COMME CHIOVE ”

di Christian Montagna

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Napoli – L’Apocalisse a Napoli: da qualche ora piove incessantemente e con violenza su tutto il territorio campano. Strade allagate, traffico in tilt e pedoni che si danno alla fuga in fretta alla ricerca di un riparo sicuro. Sembra una sceneggiatura di un film ma è la realtà dei fatti. “Ma tant l’aria s’adda cagnà” diceva il grande maestro del Blues e allora è giusto che sia così. Dopo le asfissianti temperature di questi ultimi giorni, acquazzoni come questi sono ben accetti nella città, soprattutto da chi è costretto a lavorare esposto al sole. E seppure “l’acqua ve’ nfonne” nessun problema, ricordatevi sempre che “l’aria s’adda cagnà”.

I cieli in prevalenza sereni di questa mattina hanno lasciato spazio ad una perturbazione che sta investendo la Campania ma non solo. Non fatevi ingannare però da questa pioggia di passaggio visto che per il fine settimana è previsto bel tempo ovunque con temperature già da record!

E’ l’altra faccia di Scipione: l’anticiclone che aveva investito sin dai primi giorni di Giugno la nazione intera riserva anche queste piccole sorprese. Per i prossimi giorni le temperature massime si attesteranno intorno ai 26°. Nessuna allerta meteo è prevista al momento: sarà dunque un bel fine settimana per chi avrà la possibilità di andare al mare.




NAPOLI: RINVENUTO CADAVERE CARBONIZZATO TRA I RIFIUTI

di Ch. Mo.

San Pietro a Patierno – Questa mattina Napoli si risveglia all’insegna dell’orrore: il cadavere di un uomo di età compresa tra i 25 e i 30 anni, non ancora identificato, è stato rivenuto in Via Mongolfiera a San Pietro a Patierno. A dare l’allarme sono stati i passanti insospettiti dall’ ammasso di residui umani carbonizzati.

Accorso sul posto il medico legale, ha accertato la morte compresa tra le 12 e le 24 ore prima del rinvenimento. Atroci i segni trovati sul corpo: piedi e collo legati da corde strette e numerose ferite riconducibili ad arma da fuoco.

Il corpo giaceva tra i rifiuti in una discarica improvvisata abusivamente dagli abitanti della zona e a momenti si confondeva con i rifiuti stessi. Sono in corso tuttora le indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia Stella e del Nucleo Investigativo di Napoli. Non si esclude la matrice camorristica dell’omicidio.




NAPOLI: COMPRAVENDITA DI CAPPELLE AL CIMITERO DI POGGIOREALE

di Matteo La Stella

Napoli – Avevano messo in piedi un vero e proprio “mercato delle tombe” all'interno del cimitero partenopeo di Poggioreale: cappelle funerarie ottocentesche vendute in modo illegale tramite la stipulazione di atti notarili falsi, spesso senza la benchè minima concessione da parte degli aventi diritto e la conseguente dispersione delle spoglie rinvenute all'interno. Secondo le indagini, i personaggi chiave per la costituzione del racket cimiteriale sono stati il notaio Filippo Improta, sospeso per 6 mesi dall'esercizio della professione e da due imprenditori del settore funerario: Vincenzo Tamarro e Gennaro Reparato, attivi soprattutto nel ramo dell'edilizia funeraria e già sottoposti ad ordinanza di custodia cautelare con obbligo di firma nel corso della prima tranche delle indagini, nel giugno del 2012. I due, secondo l'attività investigativa, si sarebbero serviti di alcuni dipendenti comunali che, con il loro aiuto, avrebbero concesso agli imprenditori di acquistare nel periodo tra l'anno 2007 e l'anno 2012, diverse cappelle funerarie risalenti all' '800 che non potevano essere oggetto di compravendita. Le persone coinvolte a vario titolo nell'indagine della Procura di Napoli sarebbero 17.

Gli acquisti sarebbero stati messi in atto grazie ad atti notarili di compravendita falsi, stipulati dal notaio Improta.

Tassello fondamentale durante l'attività d'indagine, secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, la denuncia da parte degli eredi di una nota famiglia partenopea che, dopo un lungo periodo lontano dal Golfo, erano tornati a Poggioreale per fare visita ai propri cari nella cappella di famiglia. Con stupore, gli stessi avevano constato la totale ristrutturazione della cappella, delimitata da un cancello mai visto prima e, soprattutto, la rimozione delle salme dal luogo sacro. 




NAPOLI: PIZZO A IMPRENDITORI E COMMERCIANTI, 3 ARRESTI

di A.B.
 
Napoli – Un imprenditore di Secondigliano ha denunciato tre estorsori, tra cui Paolo Abbatiello, esponente di punta del clan Licciardi, per estorsione. I soggetti imponevano ai commercianti un pizzo di 100mila euro e se il pizzo non fosse stato pagato e se loro non avessero accettato la loro condizione, gli estorsori avevano consigliato loro di andar via dal quartiere perché la loro vita era in pericolo. I militari con accurate indagini erano riusciti a risalire a due persone vicine al gruppo della Vinella Grassi, queste persone avevano assunto il ruolo di mediatori ed erano riusciti a ridurre la richiesta del 50%. I due soggetto sono stati catturati il 14 maggio scorso mentre stavano ritirando una parte del pizzo imposto e i loro nomi sono Massimo Jair e Daniele Granata. Vi era anche un terzo personaggio coinvolto, tale Ciro Cortese, ma è stato ucciso in un agguato il 27 aprile scorso.
 
Con l’arresto di Paolo Abbatiello si è potuta ricostruire la vicenda, grazie anche ai collaboratori di giustizia. Abbatiello era stato scarcerato da poco per decorrenza dei termini e aveva subito ripreso l’attività illecita insieme a Giovanni Napoli e Giuseppe Vacca, anch'egli arrestati,  e avrebbero iniziato a chiedere ai commercianti il pizzo di 100mila euro. Secondo gli inquirenti vi sarebbe stata un’alleanza tra il clan Licciardi e il gruppo dei Vinella Grassi nella gestione del racket delle estorsioni a Secondigliano. 



NAPOLI, CASALESI: 10 ARRESTI PER ESTORSIONI A ESERCIZI COMMERCIALI

di Matteo La Stella

Napoli – L'operazione dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere ha portato all'arresto di 10 persone, ritenute affiliate all'"ala" Schiavone del clan dei Casalesi per un giro di estorsione che aveva colpito 350 aziende partenopee. Delle 10 misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Antimafia, 7 sono state disposte in carcere e 3 in casa. Le accuse mosse a vario titolo nei confronti della decade sono di: associazione mafiosa, detenzione e porto d'armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione. Proprio in merito all'ultimo dei delitti contestati, le indagini salpate nel 2013 e terminate nel settembre scorso hanno consentito ai militari dell'arma di ricostruire, attraverso la confisca di diversi documenti, una sorta di agenda delle estorsioni, dove gli arrestati avevano annotato i dati relativi a circa 350 esercizi commerciali ritenuti dagli inquirenti presunte vittime del pizzo camorrista.

Secondo gli investigatori, il metodo estorsivo utilizzato dall'"ala" Schiavone dei Casalesi per imporre sarebbe lo stesso già approntato in precedenza dal gruppo di Emanuele Libero Schiavone (figlio dell'ex capo clan Francesco Schiavone) per imporre gadget pubblicitari ai negozianti, prima del suo arresto e della sua condanna

Nell'agenzia pubblicitaria ADV service di San Marcellino nel Casertano, i Carabinieri hanno rinvenuto diverse liste scritte a mano, composte dei nomi di circa 300 commercianti che, come tasselli di un puzzle, hanno consentito la ricostruzione dell'attività estorsiva. Il quantitativo di gadget convogliava sempre nell'agenzia pubblicitaria, prima di muoversi per volere di Romolo Del Villano che, dal carcere, coordinava l'attività impartendo gli ordini al figlio Giuseppe, detto “Romolino”.
Le indagini hanno dunque smascherato i neocamorristi, che gestivano le operazioni di estorsione tra Grazzanise e i comuni limitrofi, tenendosi sempre in contatto con i veterani del crimine già detenuti in carcere. 

Il gruppo dedito alle estorsioni, grazie alla grandi disponibilità di armi utili per le spedizioni coercitive, era divenuto anche gruppo di fuoco nella giornata di capodanno 2014 quando, armato fino ai denti, aveva assaltato e rapinato un bar nella zona di Casal di Principe. Dunque, tra gli arrestati figurano: Omar Schiavone, nipote del più celebre “Sandokan”, Raffaele Biondino detto “Lello”, proprietario dell'agenzia pubblicitaria ADV service, Giuseppe Del Villano, figlio di Romolo che lo manovrava dal carcere, Federico Barrino detto “Paciotto”, Carmine Lavagna e Romeo Scarano. Sono 11 gli episodi di usura che fino adesso sono stati ricostruiti dalle indagini, anche se molti altri episodi sono ora al vaglio degli inquirenti.




NAPOLI:DECINE DI ARRESTATI A MONTE DI UNA GUERRA TRA CLAN

di M.L.S.
Napoli – In un'operazione sinergica, Polizia e Carabinieri hanno eseguito 40 arresti per i reati di associazione mafiosa, detenzione e porto abusivo d'armi comuni e da guerra e traffico di stupefacenti. Nello stesso momento, i finanziere hanno eseguito sequestri nei confronti di alcuni degli individui indagati, per un ammontare complessivo di 4 milioni di euro.
L'inchiesta punta alla guerra tra clan nel quadrante nord di Napoli, nello specifico i gruppi Leonardi e Vianella Grassi a duello con il cartello degli Abete Abbinnate. Dalle indagini è emerso che, le due fazioni contrapposte, avevano anche organizzato degli omicidi per neutralizzare i rivali. Gli arrestati, infatti, appartengono al gruppo dei Leonradi e dei Vianella Grassi che, avevano intenzione di calare la carta dell'omicidio. Gli arrestati, oltretutto, erano operativi nello spaccio di sostanze stupefacenti proprio nell'area settentrionale di Napoli. 




NAPOLI: RINVENUTO SCHELETRO TRA GLI SCOGLI

di M.L.S.

Napoli – Nella giornata di lunedì, una raccapricciante scoperta è stata fatta dagli abitanti del quartiere Posillipo di Napoli che, vedendo un teschio umano fare capolino tra gli scogli antistanti Via Ferdinando Russo, hanno allertato le forze dell'ordine. Sul posto è intervenuta subito una pattuglia della Polizia di Stato che, in un secondo momento, ha potuto constatare l'effettiva natura umana dei resti , incastrati tra le rocce in pieno Golfo di Napoli.

Subito scattate le indagini, nelle prossime ore lo scheletro sarà sottoposto ad esame del Dna al II Policlinico di Napoli per accertarne il sesso e l'identità personale.
Secondo gli investigatori, dato lo stato di decomposizione in cui versa lo scheletro, il decesso sarebbe avvenuto 6-7 mesi fa, per poi giungere sospinto dalle correnti nella zona del ritrovamento che corrisponde ad una discesa privata.




SERIE A: LA LAZIO BATTE IL NAPOLI E VOLA IN CHAMPIONS

di Silvio Rossi

Non è riuscita l’impresa alla squadra partenopea. L’ultimo turno del campionato doveva stabilire quale squadra, tra Napoli e Lazio, avrebbe potuto accedere ai preliminari di Champions, per poter realizzare, in caso di vittoria, un terzetto di squadre italiane assieme alla Juventus, vincitrice dello scudetto per il terzo anno di fila, e finalista della competizione europea il prossimo sabato a Berlino contro il Barcellona delle meraviglie, e della Roma, che proprio nello scorso turno aveva sconfitto la Lazio nel derby capitolino.

Per riuscire a raggiungere il terzo posto in classifica la squadra allenata da Benitez avrebbe dovuto sconfiggere la Lazio al San Paolo, impresa non impossibile, considerato il fattore campo, ma nel finale di stagione, con l’immediatezza del risultato, e la stanchezza delle squadre, questo vantaggio tende a sparire.
Il risultato di pareggio avrebbe premiato la Lazio, che è arrivata all’incontro con un vantaggio di tre punti (66 contro i 63 del Napoli), in caso di vittoria partenopea invece, a parità di punti finali, la superiorità napoletana negli scontri diretti (la partita di andata finì 1 a 0 per il Napoli), consentirebbe di raggiungere il terzo posto.
Fatale per gli azzurri è stato il primo tempo. Grazie ai gol di Parolo e Candreva la Lazio si è portata sul 2 a 0 all’intervallo. Inutile è stato il forcing finale della squadra di casa, che si è portata sul risultato di pareggio con una doppietta di Higuain, e ha provato in più occasioni a ribaltare il risultato. A cinque minuti dalla fine dei novanta minuti Onazi, entrato due minuti prima, segna in contropiede un gol pesantissimo, che rende l’impresa del Napoli impossibile, avrebbe dovuto segnare due gol negli spiccioli di tempo rimasto.

Sbilanciata in attacco, la squadra guidata da Benitez ha incassato il quarto gol segnato in pieno recupero dal sempreverde Klose.




NAPOLI, EMERGENZA SICUREZZA: MIGLIAIA DI PALAZZI A RISCHIO CROLLO

di Christian Montagna

Napoli- E’ allarmante il livello di sicurezza degli edifici a Napoli: circa dodicimila palazzi sono a rischio crollo. I dati che emergono dal Comune di Napoli sono preoccupanti; la maggior parte degli edifici a rischio appartiene a privati e perciò il Comune potrebbe soltanto citare i proprietari. Diffusa incuria, controlli superficiali, abusivismo scellerato o manutenzione inesistente? E’ questo il dilemma del momento che se non risolto in tempi brevi potrebbe trasformarsi in tragedia, e in merito, già troppe ce ne sono state.

Si cerca dunque in queste ore una soluzione a Palazzo San Giacomo: al momento si è pensato ad una sorta di pignoramento per mettere al riparo le casse pubbliche, soluzione che però andrebbe a gravare sulle tasche dei proprietari. Purtroppo, a detta del vicesindaco Sodano, una volta che il Comune riceve le segnalazioni e le inoltra ai proprietari, non può obbligare a procedere con i lavori. Nel frattempo però le strade del centro di Napoli, Via Cavallerizza, Via dei Mille, Via Chiaia, diventano concreti attentati alla sicurezza collettiva.

IL CASO
Arriva a riguardo una denuncia dei nostri lettori, ancora al vaglio degli amministratori, che segnalano un edificio nel quartiere Chiaia che dopo essere stato ristrutturato totalmente, ora risulta essere a rischio. I condomini sarebbero andati infatti su tutte le furie quando, l’attività commerciale sottostante al palazzo, riscontrando una grande crepa all’interno delle mura portanti, a pochi mesi dagli ultimi lavori, avrebbe allertato i Vigili del Fuoco che a loro volta chiamato in causa il Comune, avrebbero chiesto una nuova verifica sui lavori. Non sarebbe l’unico edificio però a correre grandi rischi.

I CROLLI DEGLI ULTIMI ANNI
4 Marzo 2013– Era il quattro marzo 2013 quando intorno alle dieci del mattino, un'ala dell'edificio alla riviera di Chiaia al civico 72 crollava al suolo. In una zona elegante e centrale che ospita il consolato generale americano, oggi, incombe ancora come un mostro nel cuore della città il palazzo privo di ala anteriore. Fortunatamente non ci fu nessuna vittima. Un disastro annunciato dicono gli abitanti. La zona era continuamente soggetta a monitoraggi per il controllo nelle crepe all'interno dei palazzi. I condomini sono tuttora in attesa di riottenere le proprie abitazioni.

5 Luglio 2014– Una morte tragica, una morte di un innocente per colpa di enormi responsabilità che ancora oggi si cerca di punire. Salvatore Giordano, il ragazzino di 14 anni colpito dai calcinacci caduti dalla Galleria Umberto I morì dopo giorni di agonia. Secondo indiscrezioni sono tuttora almeno cinque gli indagati con l'accusa di omicidio colposo, tra cui amministratori di condominio e tecnici comunali.

31Marzo 2015– Un pomeriggio come tanti fu improvvisamente stravolto da una grande frana alle Rampe di Sant'Antonio a Posillipo all'altezza del civico 104. Grande lo spavento degli abitanti dello stabile che in diretta hanno assistito alla frana. Il portiere del palazzo fu letteralmente investito dalla polvere delle macerie che hanno invaso gli appartamenti rendendo impossibile l'uscita dagli stessi. Al momento la situazione è ancora stazionaria: i condomini passeranno l’estate collocati in alberghi o presso i familiari che li ospitano.




NAPOLI- SALERNO,TRAFFICO DI STUPEFACENTI: 87 ARRESTI

di Matteo La Stella

Napoli/Salerno – Sono 87 le misure di custodia cautelare eseguite fin dalle prime ore dell'alba dagli agenti della Polizia di Stato coordinati dalla locale Dda, nei confronti degli esponenti di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di grosse quantità di sostanze stupefacenti. Gli stupefacenti, diretti alla piazza salernitana per mano della banda provenivano dall'hinterland napoletano, in diretto contatto con il clan Giffoni-Noschese già operativo nella zona di Battipaglia.

Il sodalizio criminale aveva ormai raggiunto il monopolio sulla fornitura e lo smistamento delle sostanze proibite, scalzando dal ruolo un'altro clan rappresentato da Marino Carmine e dai suoi affiliati, imponendogli con violenza e minacce reiterate, di “levare le mani” da Battipaglia e di confinare la loro attività nel territorio di Bellizzi.

Il clan si procurava le sostanze stupefacenti facendo diversi viaggi verso l'hinterland napoletano e, si vendicava contro i suoi affiliati che non rispettavano i termini imposti in materia di tempi e pagamenti.

L'attività di indagine, portata avanti dagli agenti agenti della squadra mobile di Salerno e da quelli del commissariato di Battipaglia, ha fatto emergere la situazione di profonda crisi in cui versava il clan, in seguito ad alcuni sequestri avvenuti alla fine di luglio del 2012. La confisca era costata ali capi del sodalizio ben 400mila euro che erano stati costretti a restituire ai fornitori napoletani che li minacciavano per l'acquisto di cocaina, marijuana ed hashish mai saldati.

Il gruppo criminale, inoltre, aveva secondo gli investigatori degli interessi pubblici all'interno del comune d Battipaglia che veniva usato per dirottare le votazioni elettorali o per la gestione di stand pubblici per la distribuzione dei fuochi artificiali. Sempre più simile ad un'associazione mafiosa, il gruppo è stato smascherato con l'aiuto, fanno sapere gli investigatori, di alcuni affiliati, anche di spicco, che avrebbero collaborato con la giustizia alla ricostruzione delle vicende delittuose.




NAPOLI, AGGUATO CAMORRA: SI INCEPPA LA PISTOLA, 20 ENNE SI SALVA

di Ch. Mo.

Casalnuovo-
Sarebbe dovuta essere la sua fine ma il destino ha voluto salvarlo. Il sistema aveva già deciso che ormai non era più utile il giovane che è soltanto rimasto ferito grazie alla pistola che si è inceppata.

E’ una storia che ha dell’incredibile ma che per fortuna non aggiunge un altro nome alla lista dei morti per mano della camorra. I carabinieri hanno ricostruito la vicenda ed eseguito due misure cautelari emesse dal gip partenopeo a due affiliati al clan Veneruso, stabile tra Volla e Casalnuovo.

Ad essere stati arrestati sono E. Esposito (21 anni) e S. Rea (35 anni) già noti alle forze dell’ordine e già agli arresti domiciliari nell’ambito di un’altra inchiesta. Gravi le accuse che pendono sui due: dal concorso e tentato omicidio al porto abusivo di arma da fuoco all’aggravante di finalità mafiose. Un tris di capi di imputazione che se approvati potrebbero condurre i due in carcere per molti anni.

L’episodio risale allo scorso anno esattamente al 3 Settembre 2014 quando furono aperte le indagini. Romano Giovanni Gallucci, 20 enne affiliato al clan Gallucci-Piscopo di Acerra era scampato alla morte quasi per miracolo dopo che, sotto casa sua, la pistola che stava per ucciderlo si era inceppata.


Era questo e lo è tuttora ancora il modo per i camorristi di affermarsi sul territorio e ottenere la supremazia nella gestione dei traffici di stupefacenti.