NEMI, TEMPIO DI DIANA E MUSEO DELLE NAVI: LA DISAVVENTURA DI UN RICERCATORE UNIVERSITARIO

Redazione
Nemi (RM)
– Il dottor Tiziano Giovannelli dell'Università di Roma Tor Vergata interviene, dopo la denuncia fatta su queste colonne lo scorso 12 gennaio 2016, su quello che era, e oggi purtroppo ancora è, il disastroso stato in cui versa il Museo delle Navi di Nemi che ancora oggi non sembra rispecchiare nessuno degli standard museali definiti dal ministero dei Beni Culturali e ad occhio nudo sembra una spugna imbibita di acqua che pian piano, grazie all’alta concentrazione di umidità, sta rovinando tutte le ricchezze storico culturali in essa contenute.

Giovannelli, dopo tanti anni che mancava da Nemi, è tornato nel paese delle fragole la scorsa domenica 5 giugno, in occasione della sagra delle fragole, e ha voluto rendersi conto di persona di quello che è lo stato in cui versa il Museo delle Navi di Nemi riscontrando altre criticità che interessano  l'area sacra a Diana che risulta praticamente non visitabile se non passando attraverso una proprietà privata.

Di seguito la nota del dottor Tiziano Giovannelli ricercatore presso l'Università di Roma Tor Vergata:

"Mi chiamo Tiziano Giovannelli e sono un Dottore di Ricerca di Roma Tor Vergata. Durante i miei studi di Laurea, insieme alla prof.ssa Anna Pasqualini più volte ho visitato il sito di Nemi (parliamo della seconda metà degli anni '90) per studiarlo alla luce degli scavi che dal 1989 la Soprintendenza aveva iniziato ad effettuare.
Lo stesso sito fu oggetto di un corso specifico per l'esame di Antichità Romane all'interno del programma di Laurea in Storia Antica e Archeologia a Tor Vergata. Ricordo benissimo le fasi dei lavori e l'attenzione che mettemmo nello studio del sito anche se  ora faccio un lavoro lontano anni luce dagli studi classici…

La scorsa domenica 5 giugno sono tornato a Nemi dopo tanti anni, dopo la Laurea nel 2001 e dopo il Dottorato di Ricerca nel 2008. Quello che ho visto è assolutamente scandaloso! Alla luce della pubblicazione nel 2014 del Volume sul Santuario di Nemi curato da Coarelli e Ghini, mi aspettavo una almeno minima valorizzazione del sito.

Parto dal Museo delle Navi: pur consapevole della difficoltà di gestione di uno spazio museale del genere, rimango comunque stupito di quanto e come sia "poco" sfruttato e utilizzato: muffa sui muri, assenza di guide sul posto e audioguide non funzionanti; mancanza di illuminazione nelle nicchie adibite alla custodia dei reperti numismatici.
Al di fuori, erba alta a coprire parti di trabeazioni (alcune iscritte) giacenti a terra in quelli che immagino dovessero essere giardini/aiuole; alle spalle dell'edificio museale vaschette con reperti di scavo catalogati lasciati alle intemperie. Ribadisco, per evitare di fare demagogia e retorica, la difficoltà di gestione di uno spazio del genere, ma non comprendo lo stato di incuria dovuto alla mancanza d volontà e non di fondi economici.

Ma la sorpresa peggiore è stata sicuramente quella di vedere l'area sacra a Diana praticamente non visitabile. Non che anni fa lo sia stato, ma le cose sembrano essere peggiorate. Il mio più grande stupore è stato quello di aver appreso alla biglietteria del Museo delle Navi che non esiste la possibilità di visita al Santuario e che l'unico modo di potersi "avvicinare" alle antiche strutture, sia quello di dover entrare in una specie di "Agriturismo/Ristorante". ho provato a rintracciare il sentiero che permetteva l'accesso a noi studenti all'area sacra, dalla parte del lago poco spostata rispetto al prospiciente paese modero di Nemi, ma la fitta vegetazione impedisce ormai il passaggio.

Trovo ancora più curioso come sulle strade carrozzabili alle spalle del Museo vi siano indicazioni turistiche che indirizzano al Tempio di Diana, ma che, di fatto, indicano praticamente il nulla...
come già scritto, la retorica potrebbe (o forse lo ha già fatto), impadronirsi delle mie parole, ma credo che sia davvero allucinante solo pensare che un sito di una tale bellezza paesaggistica  e così ricco di fonti antiche, debba essere praticamente abbandonato. Mi ha fatto tristezza vedere, lo scorso 5 giugno il paese di Nemi stracolmo di persone per la sagra delle Fragole e, contemporaneamente, poche centinaia di metri a valle, constatare l'incuria e l'indifferenza nei confronti di quello che ha tutte le carte in regola per diventare un parco archeologico in grande stile. L'antica strada ancora visibile all'interno dei locali museali, è lasciata scoperta per puntare in maniera decisa verso il Bosco di Diana in un'idea di connubio inscindibile tra i due siti… in maniera diversa è devastante ugualmente per l'anima constatare il fallimento moderno di una grande intuizione antica che, negli anni '30, ha provato a riprendere vita, ma che i politicanti di oggi (e spero di sbagliarmi) stanno provando a distruggere nelle strutture e nella memoria.




MUSEO DELLE NAVI DI NEMI: LA VERGOGNOSA TERRA DI NESSUNO

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di Chiara Rai

Nemi (RM) – Disastroso lo stato in cui versa il Museo delle Navi a Nemi. L’immensa struttura che si trova nella valle del lago nemorense, ai Castelli Romani, non sembra rispecchiare nessuno degli standard museali definiti dal ministero dei Beni Culturali e ad occhio nudo sembra una spugna imbibita di acqua che pian piano, grazie all’alta concentrazione di umidità, sta rovinando tutte le ricchezze storico culturali in essa contenute. Iniziamo dalle carenze più evidenti: c’è sporcizia sia nelle vetrine che nell’intera struttura, grandi pozze d’acqua vicino i reperti esposti, muffa negli angoli e sulle uscite di sicurezza, nessuna accoglienza ne punto informativo, nessuna vigilanza, sussidi alla visita non ve ne sono, così come è carente il personale . Insomma la gestione del museo, la cura delle collezioni e il servizi al
pubblico è davvero pessimo.

Terra di nessuno Quando si arriva al museo bisogna andare a cercare il guardiano per pagare i soli tre euro di biglietto. Questo vale per le persone oneste perché si potrebbe tranquillamente entrare senza essere disturbati. La temperatura all’interno è molto fredda e umida, a terra ogni tanto delle pozze d’acqua e dei secchi a raccolta in mezzo al percorso museale. Di depliant o guide o info point neppure l’ombra. E neppure c’è un angolo adibito per prendere un caffè o acquistare qualche guida. Insomma questo museo sembra
la terra di nessuno.

L'importanza del museo Parliamo dell’unico museo in Italia che è stato creato appositamente tra il 1933 e il 1939 per ospitare le navi dell’Imperatore Caligola, distrutte, però, nella notte del 31 maggio del 1944 da un incendio. Infatti, poco prima dell’entrata delle truppe americane a Roma, la struttura museale fu devastata da un incendio e questo provocò la perdita di tutti i relitti e della documentazione scientifica esposta. Scamparono alle fiamme alcuni reperti che nell’agosto del 1943 erano stati trasferiti nei magazzini del Museo Nazionale Romano. Il museo fu riaperto solo il 25 novembre 1953, ma svuotato dei suoi reperti più importanti, cercò di mantenere il suo valore didattico mettendo in mostra modelli e i reperti scampati alle fiamme. Nel 1963, però, nuovi problemi strutturali ne imposero la chiusura. Il nuovo allestimento è stato completato solo nel 1988. Privato dei reperti più significativi, ancora oggi esposti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, oggi il Museo della Navi è diventato un polo culturale legato al territorio del Lago di Nemi, tanto che l’allestimento oggi visibile al pubblico è diviso in due grandi sezioni: la parte sinistra è dedicata alle navi, quella destra all’archeologia del territorio e ospita frequentemente iniziative culturali, quali mostre, seminari, convegni, presentazioni di libri. Fa parte del Sistema Museale Museum Grandtour, che riunisce dodici musei dell’area albana e prenestina. Possibile che nessuno si ac
corga dello stato in cui versa?

Umidità e infiltrazioni d'acqua
La presenza di infiltrazioni di acqua che cade sul pavimento può provocare movimenti e rigonfiamenti del legno, particolarmente sensibile alle variazioni di umidità, causando delle tensioni e delle fessurazioni. Inoltre la presenza di acqua e luce sia naturale che artificiale non opportunamente controllata o filtrata, tramite tende, vetri con pellicole e altro ancora, può causare la nascita di microorganismi e biodeteriogeni che possono attaccare e danneggiare i manufatti. Nelle immagini si possono facilmente notare le macchie verdi lì dove ci sono le infiltrazioni. Per di più, la totale assenza di sensori termo igrometrici sia da esterno che da interno non permette il necessario monitoraggio dei parametri ambientali sia interni che esterni. Ciò risulta invece fondamentale per la conservazione di manufatti di un museo che si trova nei pressi delle rive di un lago e che risente quindi in modo particolare dell'umidità proveniente dall'ac
qua. Infine,per quanto riguarda l'esterno, il basolato dell'antica via Virbia, lasciato a vista, dovrebbe essere valorizzato ripulendolo dall'erba e dalle piante cresciute tra gli interstizi delle lastre. Insomma non è concepibile che un bene di pubblica fruizione e che rappresenta il patrimonio storico –culturale del territorio dei Colli Albani sia così mal conservato. In questa maniera, lasciando il sito in abbandono si cancella tutto e si rovinano i reperti che testimoniano come il lago fosse sede di riti sacri e battaglie navali simulate, insomma un contesto ricco di storia, cultura e tradizioni che
dovrebbero essere conservate.

Malcontento Anche i commenti su Trpadvisor sono a dir poco lo specchio dello stato di abbandono della struttura che molti lamentano essere sporca e in degrado. Uno tra tanti risalente allo scorso ottobre dice: “Una grande costruzione completamente vuota e in stato di semi abbandono . Fuori erba alta . In biglietteria una signora che ti parla mentre mangia … Dentro due ricostruzioni (non le originali ) delle navi romane di Caligola. Alcuni reperti pregevoli . Non c'è una guida un pannello espositivo un opuscolo NIENTE, una cattedrale abbandonata . Questi sono i tagli alla cultura . Vergogna”.




NEMI, LA VILLA DI CALIGOLA, IL SANTUARIO E IL MUSEO: UN POLO MUSEALE ARCHEOLOGICO NON VALORIZZATO E NON PROMOSSO

Redazione

Nemi – Un sito pieno di archeologia, tecnologie e in continua scoperta ma che però non è affatto valorizzato e promosso. I custodi di questo sito sono dei privati che organizzano visite guidate ed eventi a tema. Ne la soprintendenza e ne il Comune di Nemi incentivano la promozione di questo tesoro archeologico di inestimabile valore.

Le scoperte potrebbero avere un richiamo d'attenzione mondiale e invece non va in questo modo. siamo in Italia. Addirittura sta riaffiorando la villa dell'imperatore Caligola. Le nuove indagini consentono oggi di ricostruire nel dettaglio, attraverso le prove archeologiche, la storia e le fasi del santuario di Diana. L’ultima campagna ha messo in campo per la prima volta anche nuove tecnologie. Come rivela la Ghini a Il Messaggero l’intera area, infatti, è stata ispezionata con ricognizioni «a volo d’uccello» di un drone nelle ultime due settimane di settembre. Ma l'esito deve ancora essere conosciuto.


Nel 2003 è iniziata una collaborazione,ancora in corso, tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e l’Univer-sità degli Studi di Perugia per indagini archeologichenel santuario di Diana nemorense, sotto la direzionescientifica di Giuseppina Ghini, Filippo Coarelli ePaolo Braconi e il coordinamento della dottoressa Diosono.

Il grosso problema è la gestione dell'area archeologica presso la Valle del lago. L'unico a sfruttare queste bellezze è un privato la cui proprietà rimane attaccata all'area archeologica. I turisti non sono incentivati con visite o con navette gratuite che potrebbero essere messe a disposizione dal Comune per visitare questo straordinario rinvenimento. La villa di Caligola, il Santuario di Diana, Il museo delle Navi potrebbero rappresentare un polo museale archeologico di grande rilievo al livello nazionale e internazionale. Manca la promozione e la protezione di queste bellezze a cielo aperto. Il sito non è valorazzato. Ci sono progetti da qui ai prossimi cinque anni per far conoscere e vivere questa continua scoperta?




NEMI, L'IMPERATORE CALIGOLA DIMORERA' IN MOSTRA PERMANENTE AL MUSEO DELLE NAVI

C.R.

Nemi (RM) – Caligola dimorerà in mostra permanente al museo delle Navi di Nemi. Venerdì 5 luglio 2013 è stata inaugurata la mostra dal titolo “Caligola. La trasgressione al potere”.

Una statua riportata ai suoi antichi splendori seppur priva della testa: “Adesso l’obiettivo è rimettere la testa al proprio posto – ha detto Massimo Rossi, comandante del gruppo Tutela Patrimonio Archeologico delle Fiamme Gialle – naturalmente dopo averla ritrovata”.

Sembra ci sia ancora qualche dubbio sulla certezza che la statua raffiguri proprio il temuto imperatore Caligola in quanto vicino alla statua esposta non è riportato il nome dell’imperatore Caio Cesare Germanico. L’opera è stata recuperata dalla Guardia di Finanza, circa due anni fa nei pressi di Ostia Lido e stava per finire nel salotto di qualche emiro arabo. Nel video in basso l'intervento del comandante Massimo Rossi.