Sospetto “morbo mucca pazza”, 40 indagati. Una donna morta a Ravenna

 L’autopsia di una 59enne ravennate morta il 5 maggio scorso all’ospedale di Ravenna per un sospetto caso di Creutzfeldt-Jakob, una cui variante è meglio nota alla opinione pubblica come ‘morbo della mucca pazza’, è stata eseguita oggi all’obitorio dell’ospedale ‘Bellaria’ di Bologna.
    Una precauzione chiesta dal Pm ravennate Monica Gargiulo nell’ambito dell’indagine che vede 40 persone tra medici e paramedici indagati per omicidio colposo distribuiti tra i reparti di Malattie Infettive e Neurologia dell’ospedale di Ravenna (tutti quelli venuti a contatto con la paziente). La patologia, una malattia neurodegenerativa rara, colpisce in forma sporadica. Ma il contagio può avvenire anche per ingestione di materiale infetto: da qui le precauzioni speciali a cui sono stati chiamati gli anatomo-patologi Carmine Gallo e Irene Facchini, esperti nella diagnosi del morbo, incaricati dalla Procura ravennate

IL CASO

Il decesso della donna risale al 5 maggio scorso ed era stato inizialmente qualificato e diagnosticato come una polmonite. Successivamente, e in seguito ad analisi più dettagliate, l’ospedale di Ravenna aveva attribuito la morte alla temibile malattia. I familiari della donna hanno presentato una denuncia dalla quale è scaturita l’azione giudiziaria culminata con l’autopsia e nuovi esami. Ai medici legali i pm di chiedono innanzitutto di ribadire se mil decesso è effettivamente da attribuire al morbo di Creutzfeldt-Jakob. Per avere un esito saranno necessarie comunque alcune settimane.

L’epidemia da «mucca pazza» aveva messo in allarme l’intera Europa tra il 2001 e il 2002: il focolaio più grave si era registrato in Gran Bretagna, dove il morbo aveva ucciso 177 persone. La paura era stata tale che in tutta la ue erano state introdotte restrizioni al consumo di carne bovina. Da allora il numero di casi è drasticamente diminuito. Se confermato, quello di Ravenna sarebbe il terzo caso in Italia negli ultimi due anni: le precedenti vittime sono una anziana donna in Toscana nel 2017 e un macellaio della provincia di Venezia l’anno successivo.



ROMANIA: LA MUCCA PAZZA TORNA DALL'EST

Redazione
Bucarest – In Romania mercoledì scorso è stata rivelata la scoperta di una mucca macellata era stata infettata dall'encefalopatia spongiforme bovina, altrimenti nota come BSE e comunemente come il temibile “morbo della mucca pazza”.Ma l'episodio isolato per i funzionari dell'Autorità per la sicurezza e salute animale della Romania non sarebbe una minaccia per la salute pubblica. Il Paese dell'Est non segnalava un caso di BSE dal lontano 1995.Gli ispettori rumeni hanno specificato che una prova preliminare il 1 maggio scorso ha indicato che una mucca macellata in un macello autorizzato è stata infettata da encefalopatia spongiforme bovina o BSE.Ed hanno precisato che la carcassa è stata inviata ad un laboratorio britannico per ulteriori prove e potrebbe essere una "forma atipica di BSE che appare naturalmente e spontaneamente nei bovini".L'Autority ha rivelato il caso soltanto dopo che la Russia ha deciso di vietare le importazioni di carne bovina rumena, citando i timori della possibilità di contagi da BSE.L'ESB è fatale per le mucche e può causare una malattia celebrale mortale nelle persone che mangiano la carne di manzo contaminato. Il morbo scoppiò negli anni ottanta in Gran Bretagna, dove centinaia di persone si ammalarono e molti sono morti dopo aver mangiato carne contaminata. Nel corso degli anni, 4,5 milioni di bovini furono macellati per contenere la diffusione. Focolai seguirono in Giappone nel 2001 e in Canada nel maggio 2003.La Romania esporta bestiame fino a 1 milione l'anno, soprattutto verso i Paesi Bassi, Italia e Croazia.Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta comunque di un evento da tenere sotto controllo e che impone la massima attenzione delle autorità sanitarie europee e nazionali per evitare facili allarmismi e la benchè minima possibilità d'importazione di capi di bestiame contagiati.