Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.




Monte Compatri, giovani fuori controllo: sputi e insulti a un pensionato

Mastrofrancesco: “Ormai siamo fuori controllo”

È di mercoledì la notizia dell’aggressione con sputi, insulti e strattonamenti a Monte Compatri, da parte di alcuni minorenni, ai danni di un pensionato già dipendente comunale e molto conosciuto in paese.
Un motivo banale all’origine del tragico fatto: il “NO” alla richiesta di una sigaretta.
Anche stavolta, a leggere i commenti su Facebook, è stato “l’effetto branco” a far scaturire la violenza “sedata” per il pronto intervento di alcuni cittadini accortisi del fatto.
Ma la “brutta storia” sui social ci è finita perché è duro l’attacco del consigliere comunale di Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco, che, senza mezze  misure ha “tuonato” contro un’assenza di sicurezza che tra troppo tempo la fa da padrone nella cittadina dei Castelli Romani.
Dopo l’omicidio di Ivan Alexander nel capolinea della Metro di Pantano, le baby gang che impazzano spesso nello stesso piazzale, passando per la tentata rapina al bancomat della centralissima Banca di Novara e i tentativi maldestri nella stessa notte ai parcometri ed a un negozio centralissimo ed in ultimo, ma solo a livello temporale, agli aumenti di furti nelle abitazioni, Monte Compatri sembra più avvolta da una spirale di violenza che dalla tranquillità.
Abbiamo contattato la consigliere Agnese Mastrofrancesco alla quale abbiamo rivolto le nostre domande.

Consigliere Mastrofrancesco ma che succede a Monte Compatri?
Ormai siamo fuori controllo, non c’è vigilanza del territorio, mi dispiace dirlo, ma stiamo diventando terra di nessuno. Polizia locale che passa solo con la macchina di servizio, per richiamare l’attenzione dei ragazzini che giocano a pallone sotto la passeggiata, fischiano dal finestrino della macchina, senza scendere, li ho visti io personalmente – aggiunge con tono deciso.
Si limitano a passare solo in macchina oppure viene la comandante e senza modi, toglie il pallone ai bimbi di 6 anni.
Le dico che la settimana scorsa in molti hanno assistito ad una scena “pietosa” tra il comandante ed una mamma che quasi veniva alle mani.
Il comandante della Polizia Locale che strilla in piazza: ma dove siamo arrivati? Il Il fatto che indossi una divisa dovrebbe far capire che il primo che deve  rispettarla è chi la indossa.
Strilli, inveisci sei aggressiva e poi pretendi rispetto. Pensi, mi hanno detto, che quando e andata via i ragazzi dal muretto le hanno gridato ” scema scema”.
Si può andare avanti così?

Lei è mamma di due splendidi ragazzi. Faccio più la domanda a “mamma Agnese” che al politico: cosa è mancato a questi ragazzi che hanno aggredito il suo concittadino?
Bella domanda, credo che la colpa sia di tutti noi. Famiglia, scuola ed istituzioni. Non mi sento di escludere nessuno.
La famiglia è importante, indispensabile, essenziale, ma pensiamo a chi non è fortunato ed ha problemi seri in famiglia, problemi di violenza o economici, che facciamo li abbandoniamo?
La scuola dovrebbe controllare, contenere ed educare e a volte anche “punire” ragazzi con atteggiamenti violenti.
Stesso vale per le istituzioni che dovrebbero affrontare il problema e non girare la testa dall’ altra parte.
Non servono i soldi del PNRR se poi hai un paese allo sbaraglio: bancomat rotti, furti, violenze , alcolismo … e mi fermo qui

Un quadro triste per Monte Compatri; anche stavolta abbiamo inviato all’ufficio stampa del Comune la richiesta di avere, perlomeno, due parole da parte dell’amministrazione comunale.
Lo facciamo non solo di prassi ma per avere un ulteriore punto di vista sulla situazione.
Ci auguriamo, almeno stavolta, che vi sia una risposta.




Monte Compatri: Avis “donare sangue un atto d’amore”

A leggere i dati del 2023 ci si accorge di una inversione di tendenza: gli italiani donano più sangue.
In un dato diffuso dal Ministero della Salute, nel 2023, sono oltre un milione e mezzo i donatori con un aumento di circa 280 mila iscritti rispetto al 2022.
Ma questo dato non può e non deve farci “cullare sugli allori”.
Il problema maggiore che circonda le donazione di sangue è troppe volte legato ad un cattiva informazione o a credenze che sono diventante ormai endemiche su questo importante argomento.
Sfatiamo un mistero: donare sangue non fa male e, soprattutto, non si corre alcun rischio nel farlo.
A dircelo sono i sempre presenti volontari dell’Avis (l’Associazione Volontari Italiani del Sangue) che, dal 1927, anno della fondazione a Milano per opera di Vittorio Formentano, si occupano, gratuitamente e volontariamente, di donare sangue intero, plasma, piastrine ed eritrociti.
Abbiamo incontrato nei giorni scorsi a Monte Compatri, Daniela Messina, Daniel Dobre, Margherita Colini e Nicola Genovese, volontari dell’Avis Comunale di Monte Compatri.
Noi siamo – ci dicono – un gruppo di persone che fa capo all’AVIS di Monte Compatri di cui è presidente Erica Colini. Inoltre nel nostro gruppo ci sono Massimiliano Conti, il tesoriere, e Maria Grazia Ciuffa. Sia il presidente che il nostro tesoriere sono infermieri abilitati all’esecuzione di questo tipo di prelievo per cui serve un’apposita formazione teorica e pratica.
Ma perchè, gli domandiamo, è ancora oggi importante donare sangue?
Quando leggiamo di un incidente automobilistico grave dobbiamo considerare che in media questo necessita di almeno 10 sacche pronte per ogni evenienza.
Sono tante? aggiungiamo alla domanda
Partiamo da un fatto: durante una donazione viene prelevata una sacca di sangue ed una minima parte di essa viene utilizzata per le analisi, previste da legge, i cui risultati vengono poi gratuitamente comunicati al donatore.
Diciamo che per curare un ferito grave di un incidente occorrono dalle 2 alle 10 sacche di sangue, fino a 10 per un trapianto di cuore, fino a 40 per un trapianto di fegato, da 30 a 50 sacche di globuli rossi per garantire una vita normale ad un talassemico, senza considerare i malati leucemici, quelli affetti da immunodeficenze, quelli emofiliaci. Ora è chiaro il motivo per cui donare è qualcosa che fa davvero una enorme differenza specie nel periodo estivo?
E per di più farlo “fidelizzandosi” con una donazione continua permette di garantire a tutti di poterne usufruire.

Spiegatemi un po’ che limiti di età ci sono e quante volte si può donare all’anno?
Tutti possiamo, in linea di massima, donare sangue dai 18 anni fino ai 65 e, per chi lo fa in modo periodico, anche fino ai 70.
Gli uomini posso donare ogni tre mesi, invece le donne nell’età fertile ogni 6 mesi che si riducono a 3, come gli uomini, dopo la menopausa. Vogliamo sottolineare che questa operazione viene fatta in totale sicurezza e dura, al massimo, 10 minuti.

Quindi ci state dicendo che se ognuno di noi spendesse 10 minuti ogni 3/6 mesi quante vite si potrebbero salvare?
Guarda non so quantificarti il numero ma di certo potremmo davvero far passare il messaggio che “dieci minuti del nostro tempo equivalgono a salvare una vita”.
Vi facciamo una domanda estremamente provocatoria: lo sapete che negli Stati Uniti d’America i donatori vengono pagati?
Certo che lo sappiamo ma ti faccio riflettere con due argomenti che, in apparenza sembrano distanti ma che poi, in realtà sono uno la conseguenza dell’altro.
Secondo te chi dona negli Stati Uniti? Sono in genere senzatetto, persone che vivono una realtà sociale di estrema difficoltà ed indigenza. Non voglio dire che questo significhi che lo facciano solo loro ma la percentuale di chi si trova in queste necessità porta poi situazioni dubbie, alcolisti e non solo, ad essere i più assidui frequentatori dei centri di donazioni

… e sulla seconda ti rispondo io, dice un attento Daniel Dobre.
Donare sangue è un atto che racchiude in se un profondo senso civico nel dare se stessi gratuitamente per gli altri. Un vero e proprio atto di amore nei confronti di persone che neanche conosciamo ma che sappiamo, in cuore nostro, di poter aiutare.
Daniel ce lo dice con gli occhi lucidi di chi ha compreso nella sua giovanissima età di quanto il “donare” sia proprio un alto valore derivante da quel concetto gratuito di “donum”.
Questi ragazzi e queste ragazze di Avis ci hanno oggi mostrato davvero l’anima che muove questa quasi centenaria associazione di volontari che si mette a disposizione di chiunque abbia necessità di quella goccia di sangue capace di rigenerare una vita, una lezione di amore che non può e non deve essere interrotta e che anzi deve proseguire in modo sempre maggiore.
I ragazzi e le ragazze di Avis Monte Compatri ci lasciano davvero con il sorriso sulle labbra e ci ricordano che basta cliccare sul sito www.avis.it per avere tutte le ulteriori informazioni per questo “atto d’amore” ed in più ci ricordano che sabato 22 giugno dalle ore 7 alle ore 11 in località Molara a Monte Compatri sul piazzale del bar Hollywood in via tuscolana 27 saranno presenti con la loro emoteca.

nella foto: davanti da sinistra Daniela Messina e Margherita Colini, dietro, sempre da sinistra, Daniel Dobre e Nicola Genovese




Monte Compatri: Tiro con l’arco il più antico degli sport moderni

Alla scoperta dell’ASD Arcieri Tuscolani

Tra pochi giorni le olimpiadi torneranno ad infiammare il cuore di noi sportivi.
Un evento unico che affonda le sue radici nella storia della Grecia Antica.
Un momento che, al di là della competizione, sanciva una pace, quella olimpica, che purtroppo nel corso degli ultimi secoli, non è più stata osservata.
Tra le discipline che caratterizzano da sempre le Olimpiadi ce n’è una che affonda le sue radici nella storia antica del Mondo.
Alzi la mani chi non ricorda la freccia scagliata da Paride sul tallone di Achille, oppure Ulisse che, nei panni di un mendicante, tende il suo arco e scaglia frecce verso i suoi nemici.
Oppure Guglielmo Tell che accetta la scommessa e colpisce, con una freccia, la mela sulla testa del proprio figlio.
Esempi di una disciplina antica come il mondo che è passata da “strumento di battaglia” ad una delle discipline olimpiche più apprezzate: il tiro con l’arco.
Oggi non sono più i “nemici” l’obiettivo da colpire ma un “paglione” posto a varie distanze.

Giuseppe Mastrofini, il presidente dell’ASD Arcieri Tuscolani

Non c’è più solo l’arco possente di Ulisse o quello leggero imbracciato dai nativi americani, i pellerossa, contro gli cowboy e Giuseppe Mastrofini, presidente della ASD Arcieri Tuscolani di Monte Compatri, in una serena domenica al campo di tiro a San Silvestro ci spiega le differenze: … esistono tre tipologie di archi. Partiamo dal più semplice, ci illustra con dovizia di particolari, il cosiddetto arco nudo senza alcun accessorio, monolitico, si dice in gergo. Minore precisione ma consente di praticare il tiro con l’arco come si faceva secoli fa.
Poi, aggiunge, al secondo gradino troviamo l’arco Compound, avete presente il film Rambo? Eccolo, quello li; composto di carrucole, doppi cavi, mirini di ingrandimento e sganci meccanici. Un capolavoro di precisione ma che poco c’azzecca con la tradizione dell’arco.
Poi visto che mi hai parlato di olimpiadi eccoti qui il cosiddetto arco olimpico; riser, l’impugnatura, i flettenti, la stabilizzazione, il mirino, il rest – il supporto dove appoggia la freccia -, il bottone – ammortizzatore quando la freccia viene scagliata-, ed il clicker cioè quell’elemento in genere formato da una linguetta metallica che scatta indietro al momento di rilasciare la freccia e che aiuta l’arciere ad ottenere un’azione uguale di freccia in freccia.

L’ arco olimpico, lo dico davvero con orgoglioso, dice ancora l’amico Giuseppe, rappresenta il giusto compromesso tra precisione e tradizione.
E poi ci invita a provare: … ricordate prima di tutto la sicurezza. Quindi prima di tutto il parabraccio, poi il paraseno, e non importa se si è uomini e donne, l’arco non fa distinzioni nel fare male, dice sorridendo.
Poi il guanto per proteggere mani ed unghie, il tab, ci tiene a precisare il nostro amico
Un vero e proprio lavoro di vestizione perché, aggiunge, non ci dimentichiamo che l’arco resta pur sempre un’arma e come tutte le armi va trattata con attenzione, cura e rispetto.
Una vera e propria lezione di sicurezza che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, l’attenzione che questa disciplina sportiva trasmette ai suoi praticanti.

foto per gentile concessione dell’ASD Arcieri Tuscolani

È davvero una bellissima mattinata di sport: donne, uomini, molti ragazzi e bambini che apprezzano, con il sorriso sulle labbra, questa giornata all’aria aperta dove uno sport, poco noto, consente di rasserenare i propri animi e, soprattutto, permettere a noi stessi di avere un controllo maggiore dei nostri impulsi e nervi.
Poi Giuseppe Mastrofini, il “the president” sulla maglietta ricorda il suo ruolo, assieme a Claudio Bassani, “the little cop”, la traduzione del suo soprannome monticiano “sbirretto”, e Graziano Troiani, “the duke”, ci raccontano questo splendido gruppo che oggi conta più di 30 soci che serenamente, con dedizione e con molta goliardia portano avanti questa nobilissima disciplina sportiva.
Vedi, aggiunge Giuseppe – the president -, venire qui al campo per noi, al di là dell’allenamento è un momento di convivialità e di svago; una braciata in compagnia, una bruschetta, un bicchiere di vino ed una salsiccia e si fa comunità, si creano e si saldano quelle amicizie che diventano il viatico per una vita migliore.

Ed anche oggi la mattinata si conclude con una eccellente bruschetta con i pomodori, una intrigante salsiccia ala griglia, sorseggiando un buon bicchiere di vino e ricordando che il prossimo 13 luglio per i vicoli di Monte Compatri si terrà la XII edizione della Gara di Tiro con l’arco “Tra i vicoli di Monte Compatri”.
Jim Rohn scriveva “Ci sono due cose che non tornano indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta”.
Quindi … non perdete questa occasione di scagliare una freccia!




Monte Compatri: caso Tekneko, licenziato il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita

Ci sono sviluppi assai gravi sulla questione Tekneko a Monte Compatri.
Marco, il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita il 24 aprile scorso, è stato, poche ore fa, licenziato dall’azienda sulla base, a suo dire, di “dichiarazioni apparentemente mendaci” da parte di un collega di lavoro.
Al telefono abbiamo sentito Marco che si dice completamente frastornato da questa notizia.
Successivamente abbiamo contattato Domenico Teramo, sindacalista dei Cobas che segue la vicenda che ha dichiarato: “come sindacato riteniamo tale azione di Tekneko ritorsiva nei confronti e nei riguardi di Marco. Ci preme comunicare che adiremo ogni organo di giustizia al fine di tutelarlo in ogni ambito ed in ogni sede”.
Ed in ultimo abbiamo inviato a Tekneko ed al Comune di Monte Compatri una email per conoscere le loro posizioni.

la email inviata a Tekneko ed al Comune di Monte Compatri



Monte Compatri, caso Tekneko: il sit-in dei Cobas in piazza Marco Mastrofini

Marco, il lavoratore che ha rischiato di morire, visibilmente commosso durante la manifestazione

Stamattina piazza Marco Mastrofini era uno sventolare di bandiere dei Cobas.
La manifestazione organizzata dal Sindacato tesa a far valere i diritti dei lavoratori della Tekneko si è svolta un clima estremamente pacifico alla presenza di decine di persone accorse sulla piazza.
Presenti, ovviamente, Domenico Teramo, responsabile Cobas Igiene Ambientale, Marco, il lavoratore che il 24 aprile ha rischiato di morire, Claudio Betti, consigliere nazionale e presidente dell’ANMIL, l’associazione nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi, di Roma.
A loro abbiamo rivolte le nostre domande
Presidente la sua presenza è estremamente importante in questa manifestazione. Lei rappresenta tutte le vittime dei Lavoratori Mutilati ed Invalidi. Si parla molto, oggi di sicurezza sul lavoro. Di incidenti ne vediamo, purtroppo, molti; assistiamo, me lo consenta, troppe volte, alla “conta dei morti”.

Claudio Betti, consigliere nazionale e presidente dell’ANMIL di Roma.

Lo scorso anno sono morte 1041 persone sul lavoro. Ma questo numero corrisponde solo ai morti sul lavoro ed in itinere. Ci dimentichiamo troppe volte delle malattie professionali che sono, in maniera, esponenziale in aumento. Si muore maggiormente in conseguenza ad una malattia professionale in un anno che sui cantieri, nelle fabbriche, negli uffici.
Quindi Lei dice che è questa il fatto che viene maggiormente sottovalutato?
Vero! Oltre la sicurezza, manca la salute nei luoghi di lavoro. Le faccio un esempio: noi abbiamo il 10-15% di scuole dove troviamo amianto.
Cosa si può fare?
Noi andiamo avanti per la nostra strada. Il nostro obiettivo è la tutela di chi ha subito infortuni o malattie professionali. Andiamo nei cosiddetti “palazzi del potere” a dire ciò: mettere in sicurezza ed in salute tutti i luoghi di lavoro.
Il nostro lavoro è “disseminare” la cultura della sicurezza raccontando le storie del nostro vissuto.

Domenico Teramo, lunedì ci siamo incontrati sempre qui a Monte Compatri: sembra che qualcosa si muova visti gli ultimi due comunicati di Tekneko e del Comune. C’è uno spiraglio nella possibilità di un colloquio?

Domenico Teramo, responsabile Cobas Igiene Ambientale

Ma in realtà, come facciamo sempre, in occasione di iniziative come queste, una richiesta d’incontro al Sindaco, perché pensiamo che lui debba dedicare il suo tempo a queste cose che riguardano i cittadini di Monte Compatri però per risposta, ovviamente, abbiamo messo per conoscenza la società Tekneko, e abbiamo ricevuto una comunicazione di disponibilità all’incontro per il 6 di giugno (da parte di Tekneko nds) però subordinata alla non presenza in piazza.
Mi spieghi cosa significa?
Un tentativo di dire “parliamo con Voi solo se non rendete pubblico quello che sta succedendo”.
Ma è già pubblico dopo la nostra intervista?
Certo che è pubblica. Ma un conto una manifestazione di piazza che rende plateale di fronte alla cittadinanza tale situazione specie per una cittadina come Monte Compatri dove basta una piccola iniziativa per far diventare importante il caso.
Monte Compatri ha “raramente” ospitato situazioni come questa. Te lo ripeto come ci siamo detti la volta scorsa: si sta scoperchiando un vaso di Pandora?
Certo e non si vuole scoprirlo o perlomeno si sta provando a richiuderlo però in modo maldestro perché non è nostro uso revocare il giorno prima un’iniziativa, tra l’altro a scatola chiusa. Che questa iniziativa si svolgesse è notorio da tempo, se l’azienda voleva ci convocava prima dell’incontro e li si sanano le divergenze e le criticità: non abbiamo nessun interesse a fare “casino” per il gusto di farlo.
Dal famoso vaso di Pandora uscì per ultima la speranza. Oggi qual’è la speranza per questa vertenza?
La nostra speranza e che si inizino ad utilizzare i ragionamenti congrui specie quando si amministra una città come Monte Compatri perché obbligo per il primo cittadino occuparsi di queste problematiche. Quindi non avremmo neanche dovuto neanche chiedere la convocazione. Ci doveva essere, da parte del sindaco, almeno una convocazione dei lavoratori, qualora non si volesse parlare con l’organizzazione sindacale . Dire invece che oggi si è occupati per altri impegni quando si sa che c’era questa iniziativa è una scelta di non essere presenti. Noi saremo qui fintanto la situazione non si risolva.
E con molta emozione incontriamo Marco, il protagonista involontario di questa brutta storia. Da parte nostra c’è emozione nel guardare questo ragazzo che pochi giorni fa ha rischiato di morire.
Marco, la nostra prima domanda, te la sei vista brutta?

Marco, il lavoratore che ha rischiato di morire, visibilmente commosso durante la manifestazione

Si, e non capisco per quale motivo . Io non so mai tirarmi dietro perché ho una famiglia da portare avanti, una figlia, con dei problemi importanti, da crescere. Non mi posso permettere di buttarmi fuori dal lavoro perché per me è tutto. Sono innamorato del mio lavoro. Per me ogni giorno è come una finale quando inizio a lavorare. Per me è passione e non capisco e non accetto questo accanimento nei miei confronti e spero che venga fuori la verità.
Traspare emozione dalle tue parole, caro Marco, l’emozione di un papà. Hai rischiato di divenire, dicevo prima al presidente Betti un loro associato?
Io lo sono già. Una manovra sbagliata nel posto di lavoro nel giro di raccolta ho avuto un incidente importante per il quale sono stato operato ad una gamba ma sono sempre rientrato senza farne un problema con la società perché la mia passione per il lavoro è più forte delle vicissitudini. Adesso, però, siamo arrivati al limite massimo ed ho dovuto per forza scendere in piazza perché non accetto più tutto questo.
Stai chiedendo i tuoi diritti, o sbaglio?
Non posso pensare che non ci sia più tutela per un ragazzo che purtroppo è invalido permanente, è una categoria protetta sul posto di lavoro e non posso pensare che un ordine di servizio piova dal cielo così senza una valida motivazione ed io venga messo a rischio vita da parte della società e da parte del capocantiere che ha addirittura firmato questo ordine di servizio. Ho provato a chiedere il perché non ho mai ricevuto risposta e mi piange il cuore …
L’intervista si interrompe perché l’emozione di Marco traspare sempre di più.

Sul palco improvvisato si alternano gli interventi di Domenico Teramo, del presidente Claudio Betti e di Marco stesso tra gli applausi dei presenti.
Le richieste restano le stesse dell’intervista che il responsabile Cobas ci aveva comunicato:
un incontro tra le parti e quella censura all’atteggiamento del sindaco, ripetendo le parole di Domenico Teramo durante l’intervista “per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male”.

Ed alla fine abbiamo rivolte un paio di domande all’ex sindaco di Monte Compatri, attuale consigliere, l’avvocato Marco de Carolis.
Consigliere de Carolis, a suo avviso, cosa sta mancando in questa situazione?
Una posizione dell’amministrazione comunale, la quale non ha detto nulla seppure investita del compito di vigilare su quello che sta accadendo ed intervenire, laddove possibile, compatibilmente verificare il rispetto del contratto di appalto, verificare che tutto avvenga a norma. Tutto ciò non è accaduto.
Lei è stato per un decennio sindaco di Monte Compatri. Si è trovato mai in situazioni analoghe e se si come ne è uscito fuori, Ricordiamoci che fu accusato molte volte di essere “un uomo solo al comando” (il consigliere de Carolis sorride alla nostra affermazione) consigliere meglio sorridere in queste occasioni concorda?
Sembra che i risultati mi abbiano dato ragione. In una circostanza analoga a questa mi chiesero un appuntamento, li ho ricevuti, abbiamo parlato e abbiamo chiarito.
Mi permetta la battuta “non l’hanno mangiata”?
No, no! Non mi hanno mangiato
Mi scusi l’ironia ma credo sia meglio prenderla a sorridere perché la questione è assai grave.
(sospira) Questo continuo nascondere la testa sotto la sabbia è sinonimo di paura, di mancanza di vicinanza ai problemi del territorio, perché questo è un fenomeno che coinvolge il territorio e quindi il sindaco avrebbe dovuto intervenire e verificare quello che stesse accadendo, trovando soluzioni compatibilmente alla possibilità di trovarle.
Le faccio una domanda: oggi noi potevano essere qui a piangere la morte di Marco; secondo Lei ci si è resi davvero conto della gravità della situazione?
Il problema è che l’amministrazione comunale questa cosa non la sa e non l’ha voluta sapere. Perché quando Marco è stato ricoverato avrebbero dovuto verificare le condizioni di salute, soprattutto sotto il profilo umano … un minimo di sensibilità umana oltre che istituzionale avrebbe dovuto suggerire all’amministrazione di prendere contatti e quali fossero le condizioni, E poi verificare in quel frangente se era stato rispettato il contratto o se c’erano delle anomalie. Verificare la possibilità di trovare una sintesi. Invece ci si è chiusi nelle stanze, barricati, paura del confronto ed è questa la situazione drammatica.
Presente alla manifestazione anche la consigliere Agnese Mastrofrancesco che dal palco dice di essere qui a titolo personale e nel suo ruolo di consigliere comunale.
Consigliere Mastrofrancesco, Lei è sempre molto attiva sui social ma Lei per rispetto ha evitato di innescare una discussione politica per rispetto ai fatti accaduti a Marco. Sul palco ha parlato della grande importanza di questi lavoratori. Ci dica un suo pensiero
Ho parlato da persona che mette al centro la dignità dell’essere umano. Perché al di là dei colori politici, dei colori delle bandiere che oggi sono qui, quello che va rispettato è l’essere umano ed in questa circostanza sia emerso tutt’altro piuttosto che il rispetto della persona stessa.
Lei è sempre molto attenta al rispetto delle persone e questa amministrazione, a parole ha sempre predicato il rispetto. A suo avviso cosa sta succedendo?
Non ha mai predicato a parole questo rispetto. Forse lo faceva prima l’ex consigliere Francesco Ferri quando strillava dai banchi della minoranza per avere, diciamo, più popolarità. Perché da quando siede, da primo cittadino, a Palazzo Borghese tutta questa umanità verso i suoi lavoratori non è apparsa mai non l’abbiamo mai riscontrata. E la cosa mi dispiace, ci dispiace molto perché è il solito “predicare bene e razzolare male”. In questa circostanza il proverbio calza a pennello. Ripeto, ce ne dispiaciamo perché fare propaganda politica indossando i guanti per pulire il muro per far vedere che c’erano dei rifiuti e tacere, invece, ignorare e omettere nel comunicare quello che è successo, lo trovo alquanto grave sia come amministratore sia come cittadino.
Un’ultima domanda, la stessa che ho fatto al consigliere De Carolis: Marco poteva morire, ci si è resi conto di tutto ciò?
Io si! Solo un folle non lo capirebbe. Quello che mi dispiace è che nessuno abbia alzato il telefono o abbia preso la macchina per andare a trovare questo ragazzo. Di dodici persone (i componenti di magggioranza in Consiglio Comunale a Monte Compatri nds) nemmeno una. È questa la cosa più grave e non va assolutamente sottovalutata.

Ricordiamo che la nostra testata ha ripetutamente chiesto e all’amministrazione comunale ed alla società Tekneko un incontro per comprende le ragioni di questi fatti.
Restiamo a completa disposizione in quanto il ruolo che l’informazione riveste, da sempre, è quello di consentire a tutti di poter esporre le proprie ragioni ed i propri pensieri nella speranza che su questi fatti si faccia presto chiarezza.




Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (2 parte)

Oggi pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas, sui fatti occorsi il 24 aprile 2024 ove un lavoratore in forza alla Tekneko, società appaltatrice del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del Comune di Monte Compatri, ha rischiato di morire.

Domenico Teramo dopo i fatti, come sindacato Cobas come vi siete mossi?
Abbiamo inviato una diffida all’azienda. In tutta risposta Marco è stato oggetto di una sanzione disciplinare facendo riferimento a cose non vere perché uno dei problemi principali che ci sono in questo cantiere è la tutela dei cittadini perché abbiamo segnalato al Sindaco oltre che all’azienda situazioni non chiare. Abbiamo chiesto un incontro in quanto sembrerebbe che l’attività non si svolga in modo corretto, ad esempio gli spogliatoi non a norma.

Per caso sono quelle due PEC del 28 marzo 2024 e del 15 aprile 2024 di cui fai menzione in un comunicato?
Si si, e nel contempo vi è stata una ispezione da parte dell’Ufficio del Lavoro e quel cantiere non è più agibile a riprova che non lamentavamo cose non vere.

Guarda ho proprio qui con me la delibera n. 64 del 9 maggio 2024 dove l’amministrazione di Monte Compatri, in seguito alla richiesta, leggo testualmente dalla delibera “con nota prot. 13340 del 07.05.2024, l’Appaltatore ha avanzato richiesta di delocalizzazione del Centro logistico di cui sopra in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di raccolta comunale sito in Località Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana; … l’Appaltatore ha altresì comunicato la disponibilità a fornire moduli prefabbricati ad uso servizi igienici, spogliatoi e ufficio, previa messa a disposizione da parte del Comune di un sito idoneo” ed il Comune con tale delibera accetta.

Si tratta di questo?

Stralcio della delibera 64 del 09.05.2024 dove Tekneko richiede di “delocalizzare” il Centro Logistico

Si, ma questo avviene solo a valle dopo che l’Ispettorato del Lavoro ha fatto chiudere i servizi igienici.


E quindi scusa se ti interrompo ancora: il cantiere non può più sussistere?
Esatto! Hanno messo per un giorno un bagno chimico esterno ma questo genere di attività prevede che i lavoratori si possano fare una doccia.

Il cantiere “oggetto” della delibera

Voi avete una copia della verifica compiuta dall’Ispettorato del Lavoro?
L’abbiamo richiesta e siamo in attesa di riceverne copia.

Ricapitoliamo in modo da evidenziare bene il fatto: tu mi dici che il cantiere di Via Fontana delle Cannetacce è chiuso in quanto i servizi igienici e la doccia non sono a regola ed il Comune, invece, accetta una richiesta dell’appaltante, Tekneko, che invece dichiara, testuali parole, “esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di Igiene Urbana”. Ho capito bene?
Si, i bagni non sono a norma, non sono idonei.


Quindi ribadiamo la NON IDONEITÀ dei bagni del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce?
Certo, ma ti aggiungo che c’erano altre irregolarità


Il fatto che parrebbe anomalo è dato dal fatto che l’appaltatore, Tekneko, dice invece altro: io chiudo là perché voglio ottimizzare.

il cartello affisso nel cantiere

Ma scusami l’amministrazione in questa situazione cosa dice, come si sta muovendo? A Voi Cobas ha dato qualche risposta?
L’amministrazione non ha mai interloquito né con il lavoratore né con noi. È grave il silenzio. Ci avesse chiamato e detto qualcosa del tipo “è tutto falso” ne avremmo preso atto.

Lo avrai capito sono molto preciso su questo fatto: ufficialmente tu Domenico Teramo responsabile COBAS ha chiesto ufficialmente un incontro con l’amministrazione e non vi è stata nessuna risposta? Ho capito bene?
Risposta zero. La cosa che ci preoccupa è che questa attività deve essere svolta nei modi corretti perché si rischia di fare dei danni alla cittadinanza. Non è solo la questione del bagno; si lavavano i cassoni dei camion con l’acqua che andava nel terreno piuttosto che nelle fogne normali quindi senza nessun tipo di cautela.

Te lo ripeto: il mio compito è quello di capire e far capire ai cittadini di Monte Compatri quello che sta succedendo e, soprattutto, non è il momento di nascondersi dietro un dito anche perché i cittadini per questo servizio che Tekneko mette in essere pagano una TARI e quindi credo sia doveroso avere risposte e spiegazioni per un servizio che deve essere compiuto a “regola d’arte”. Quindi tu mi stai dicendo che esistono situazione che rasentano il “non regola d’arte”?
Si! Abbiamo segnalato più volte che la situazione di quel cantiere non è a norma. Non solo i servizi igienici.

Ribadisco: quindi parliamo del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce. E quello invece di Via Santa Maria Le Quinte in località Pantano?
Al momento non vi è nessuna segnalazione. Non ne siamo a conoscenza.


Ma il contratto di appalto è datato novembre 2020. Sono passati tre anni e mezzo. È possibile che fino ad oggi nessuno se ne sia accorto di queste, chiamiamole, carenze?
Io davvero in questa situazione non posso darti nessuna risposta. Ti posso solo dire che all’interno delle amministrazioni esistono due figure il RUP, Responsabile Unico del Procedimento, per l’appalto, ed il DEC, Dirigente Esecutivo del Contratto che avrebbero, anzi hanno il compito di verificare se tutto ciò che è previsto dall’appalto sia fatto a norma dall’azienda, i lavoratori che debbono essere adibiti. Il primo controllo che va fatto è che i cantieri siano a norma.
Scusami la metafora ma in seguito al tragico evento del 24 aprile quello che si sta aprendo sembrerebbe un vaso di Pandora. Stanno uscendo, a quanto tu dici, tutta una serie di situazioni.

30 maggio 2024 ore 11,00 ci sarà il vostro Sit-In. Che cosa chiedete a Tekneko e, soprattutto, all’amministrazione?
Il sit-in ha due compiti, due obiettivi: uno quello di, tra virgolette, “censurare” il sindaco in questo caso sia per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male, il sindaco ha messo un “mi piace non è comprensibile anche perché non vedo il perché ci si debba schierare in quel modo cosi “infantile; io personalmente evito di mettere qualsiasi cosa in generale

il post menzionato da Domenico Teramo ove è presente il “mi piace” del sindaco di Monte Compatri Francesco Ferri

Quel “mi piace” rischierebbe di dare veridicità ad una affermazione o sbaglio?
Certo e tornando alla domanda precedente il secondo obiettivo è quello di avere questo benedetto confronto. Chiederemo formalmente di essere ricevuti perché ci deve spiegare perché non ha fatto nulla.

Scusa se ti interrompo: ma ha motivato questa sua non risposta? Oppure proprio zero? Le vostre email sono partite sono arrivate e ..,
Silenzio assoluto.


Neanche, scusami se mi ripeto, proprio nessuna risposta, zero. E da parte della azienda e dalla parte della amministrazione?
Da parte della azienda di fatto lo stesso. Le contestazioni disciplinari che Marco ha subito c’è stato il tentativo del nostro avvocato di parlare con la controparte se c’era la volontà di discutere, ripeto noi non abbiamo nessun interesse di amplificare sulla pelle di un lavoratore una roba del genere, l’azienda, di fatto, non ha mai risposto. Non ha dato ritorno neanche al legale anche se normalmente tra legali che neanche una forma deontologica di reciproco rispetto di dare, in caso, anche riscontro negativo.


Quindi neanche i due uffici legali, il vostro e quello aziendale Tekneko, sono riusciti a parlare?
Noi abbiamo dato anche disponibilità di recarci pure ad Avezzano (sede legale dell’azienda nds) per parlare con l’azienda proprio per chiarire cosa fosse successo veramente.

Il procedimento disciplinare ha creato ulteriori problematiche a Marco?
È in corso.


Quindi non c’è stata neanche la volontà di parlare?
Assolutamente no. L’azienda si è rifiutata di avere una interlocuzione di qualsiasi tipo su questa questione.

Ti faccio una domanda, se vuoi puoi anche non rispondermi. Non credo che tu faccia sindacato da ieri, che cosa ne pensi di questa situazione sulla base di quella che è la tua esperienza, che cosa sta succedendo? Anche perché penso che nella tua situazione non è facile trovarsi di fronte ad situazione del genere anche perché quando qualcuno non vuole parlare ti domandi “dove sto sbagliando” o “dove sta il problema”, la domanda immagino che tu te la sia fatta, o sbaglio?
Certo che si, naturalmente noi trattiamo con molte aziende ed anche nelle situazioni più difficili un dialogo c’è sempre stato fosse anche per dire “non siamo d’accordo”. Questa situazione è incomprensibile per certi versi ed anche anomala se vogliamo; sia dalla parte istituzionale, il comune, sia dalla parte dell’azienda uno prova a dialogare. Proviamo al contrario: se io volessi strumentalizzare come Cobas più faccio casino più ho visibilità. Noi non siamo abituati a fare casino non ci interessa.
Io comunque ti ringrazio per la disponibilità di stare qua. Anche perché nei prossimi giorni sarò io a sollecitare e l’azienda e il Comune a rispondere anche perché Domenico Teramo come Cobas la faccia ce l’ha messa adesso c’è bisogno che qualcuno ce la metta. E quindi nel mio ruolo di informazione riteniamo giusto che si diano delle risposte anche perché resta un dovere istituzionale
Ti stavo dicendo per me questi comportamenti sono incomprensibili anche perché, te lo ripeto, in altre situazioni una interlocuzione c’è sempre stata e il motivo credo risieda tra il capocantiere e il sindaco.

Quello che personalmente sto notando che la politica locale, tranne un ex sindaco, è stata molto silenziosa proprio perché ha atteso quelle che fossero le misure da parte della amministrazione. Tranquillamente lo dico è l’ex sindaco Marco De Carolis
Tra le altre cose, risponde Domenico Teramo, legale di uno dei due operai.

Post del consigliere comunale Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri

La politica diretta “si è taciuta” non ha, passami il termine, “cannoneggiato” sul comune, sull’amministrazione o sbaglio?
Non pare neanche a me e non vengono da noi Cobas che siamo da sempre sganciati da qualsiasi fazione partitica

Fate, permettimi l’ironia, il sindacato vero?
Facciamo una scelta, non ci occupiamo di vicende partitiche o elettorali. Quindi, te lo ripeto ancora, la cosa è incomprensibile e mi sembra strano che un sindaco non riesca a gestire questa situazione e neanche l’azienda.
Di certo, a mio avviso, c’è un problema di rapporti con questo capocantiere che, per altri versi e per altre storie nel caso dell’altro lavoratore ha manifestato una evidente non capacità di gestire il personale. Ho letto personalmente messaggi mandati in giro che dicevano le peggio cose. Quindi evidentemente questo capocantiere non è in grado di svolgere questa attività e se io fossi stato l’azienda, noi comunque difendiamo tutti, compreso il capocantiere in quanto lavoratore avrei deciso di mandarlo in un altro cantiere a fare lo stesso ruolo ma non in questo.

Tu quindi mi vuoi dire che in questo momento, a tuo avviso, sarebbe il caso di smussare quegli angoli che si sono creati, quelle frizioni, quindi limare gli spigoli e magari, con un nuovo meccanismo, poter ripartire tutti insieme. Perché quello che io vedo è la vostra volontà di ripartire insieme. Corretto?
Non sono miei nemici, né l’azienda né il Comune. A Tekneko chiediamo il rispetto dei contratti collettivi non può pensare di essere extraterritoriale. Tutte le aziende che fanno servizi di igiene ambientale si applica il contratto di riferimento.
Peraltro oggi c’è il codice degli appalti e anche la cosiddetta legge Biagi nel meccanismo degli appalti dice esplicitamente, proprio in quanto legata alla sicurezza, norme queste approvate dal legislatore proprio per le questioni di appalti, subappalti.

Credo scaturiscano dal caso della Toscana?
Esattamente! Ora il codice degli appalti dice due cose precise: uno che il lavoratore non può avere una retribuzione inferiore a quelle previste dai contratti collettivi, firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, ed il contratto multiservizi sarebbe un contratto inferiore ed aggiunge collegati alle attività oggetto dell’appalto. Quindi se io ti appalto una attività di igiene ambientale non puoi applicare tu azienda il multiservizi: lo dice la norma espressamente, prima lo affermava la giurisprudenza e lo dicevano altre norme che riprendevano l’articolo 36 della Carta Costituzionale che sta a capo di tutte le norme. Ma ora lo dice espressamente la norma stessa e quindi va soltanto applicato su tutti i lavoratori e non solo Marco.

Perché Marco è uno di quei lavoratori che hanno il contratto multiservizi?
Si.


Noi come giornale abbiamo aspettato un mese proprio perché non avevamo interesse nel cavalcare la notizia. Poi visto il silenzio, e la “guerra dei comunicati” abbiamo pensato di iniziare a sentire Voi sindacati per vedere se c’è questa possibilità di fare un minimo di sintesi e trovare una quadra a salvaguardia dei lavorati, dell’azienda, dell’amministrazione e dei cittadini. Concordi con questo pensiero?
Per risponderti alla tua domanda ti faccio una regressione sui Cobas: noi nasciamo nel comparto scuola e poi sviluppiamo fino a tutti i servizi. Come Cobas, come cultura politica, non abbiamo mai fatto lotte corporative a guardare solo il salario del lavoratore, a noi interessa la qualità del servizio.
Abbiamo una visione della scuola pubblica, così come l’abbiamo per gli ospedali, nei servizi delle telecomunicazioni e in quelli di igiene ambientale che è uno dei servizi paradossalmente più delicato.

Noi siamo qui e vediamo la piazza centrale di Monte Compatri, una piazza pulita, ordinata e quindi, concordi con me che a questi lavoratori debba essere corrisposta un giusta e corretta retribuzione prevista da norma?
Certi riconoscergli quello che gli spetta ma dargli anche le tutele. Il paradosso è esiste una procedura che se un dipendente debba segnalare qualcosa che non va debba avere una riservatezza ed una protezione. Ma nel caso in cui un domani un lavoratore qualsiasi si accorge di un qualcosa che non va o viola la norma, o, la mia azienda si comporta male la prima reazione sarebbe quella di andare dal committente, dal sindaco che qualcosa non va. In questo modo qua si rischierebbe di creare omertà, perché la reazione che c’è stata nei confronti di questo lavoratore che ha reclamato il giusto sul contratto ed ha segnalato e voleva segnalare delle anomalie nella gestione della sicurezza, il sindaco anziché mettere il “mi piace” a lui mette il “mi piace” all’azienda è chiaro che ci sarà l’omertà completa per il futuro.

Quindi vuoi dire che manca il ruolo di terzietà dell’amministrazione?
Certo, ma non solo di terzietà, ma di tutela ai cittadini, lui in questo caso non deve essere terzo ma tutelare i cittadini di Monte Compatri. Quindi deve avere garanzia che il lavoro venga fatto a regola d’arte e che, quindi, deve essere lui il punto d’ascolto diretto dei lavoratori.

Quindi, se non ho capito bene, non mettere il “mi piace” ma domandarsi “cosa sta succedendo”?
E certo, chiamare il lavoratore e chiedere “cosa è successo”.

Si conclude così la nostra “chiacchierata” con Domenico Teramo, rappresentate Cobas.

Il giorno 29 maggio abbiamo personalmente chiamato la ditta Tekneko. Abbiamo rilevato un apparente ostracismo da parte della società a non rilasciare dichiarazioni. Abbiamo inviato due email, che alleghiamo,

email inviate all’azienda Tekneko

Abbiamo compilato il form presente sulla loro pagina internet.

Mentre stiamo per pubblicare riceviamo una nota in cui Tekneko, in riferimento alla richiesta avanzata in data 27.05.2024 dal sindacato Cobas, si rende disponibile a partecipare ad un incontro “a condizione che … avvenga non in pubblica piazza “. Ed in più, aggiunge “nella prospettiva di discutere con maggiore serenità … la nostra disponibilità è condizionata, ovviamente, alla sospensione di qualsiasi forma di protesta avviata e della manifestazione che avete programmato per il 30.05.2024”.

Lato amministrazione: Già il 25 aprile inviammo all’addetto stampa del Comune di Monte Compatri un messaggio whatsapp per capire e comprendere i fatti accaduti: nessuna risposta.
Stamattina (ieri per chi legge nds) abbiamo inviato un nuovo messaggio, sempre all’addetto stampa, nel quale chiedevamo di poter avere una intervista con il sindaco, Francesco Ferri, e l’assessora delegata Nicoletta Felici.
Anche il Comune mentre stiamo per andare in stampa, in una nota diffusa al sindacato e datata 29.05.2024 scrive: “in riferimento alla Vostra nota dello scorso 27 maggio in cui si chiede un incontro … stante la ravvicinatezza della richiesta … si informa che non potrò essere presente a causa di precedenti improrogabili impegni istituzionali“. La nota si chiude esplicitando la necessità della “presenza della società che gestisce il servizio … la quale è titolare del contratto di appalto di cui il Comune è mero committente …” ed invita il sindacato Cobas a sottoporre delle “date in cui sia confermata la presenza di tutti i soggetti coinvolti”.

Continueremo a seguire questo caso in quanto, come già espresso all’interno dell’articolo, si corre il rischio di aprire un Vaso di Pandora.




Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (1 parte)

Il 24 aprile 2024 un lavoratore, Marco il suo nome, in forza alla Tekneko, società leader nel settore dell’igiene urbana, che opera nel Comune di Monte Compatri, si sente male durante il lavoro e viene portato con urgenza presso l’Ospedale di Frascati.

Il lavoratore ha rischiato di lasciarci la pelle

Dopo quasi un mese di comunicati stampa tra i Cobas e la Tekneko senza giungere mai ad un confronto diretto abbiamo telefonato alla sede di Pomezia e lunedì 27 maggio ci incontriamo con Domenico Teramo, responsabile dei Cobas, che segue la questione.

Prima di entrare nello specifico della nostra chiacchierata, Marco come sta?
Ha ripreso a lavorare ma è molto provato da questa situazione. Si sente sottopressione in quanto, di fatto, non avendogli dato le mansioni che ha sempre svolto nell’ultimo anno ed oltretutto avendolo affiancato ad una persona con il divieto di fare qualsiasi si trova davvero in una situazione difficile.

Mi spieghi cosa è successo quel 24 aprile 2024. Marco si è recato al lavoro e …
Marco lavorava nell’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte località Pantano e in quell’ambito ci lavorava un altro suo collega; questi era già un nostro iscritto Cobas. Marco non si è prestato a tenere sottopressione questo suo collega e ha legittimamente iniziato a rivendicare il giusto inquadramento perché l’azienda Tekneko in questo cantiere alcuni lavoratori li tiene con il contratto dell’Igiene Ambientale, Asso Ambiente

Spiegami meglio un contratto specifico per le mansioni ed il lavoro che si svolge in tale ambito?
Certo è per tutti i cantieri che si occupano dei servizi ambientali. Ma tornando ai contratti ti dicevo che ad altri, invece, tra cui Marco, gli viene applicato il contratto Multiservizi, contratto delle aziende di pulizia che è economicamente più sfavorevole. Ora, ti spiego, c’è un principio giuridico costituzionale che dice che i lavoratori debbono essere retribuiti in proporzione alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto e non può essere che nello stesso sito, per la stessa attività vi siano diverse tipologie di contratto a parità di mansioni e servizi svolti.

Quindi se non ho compreso male: diversi contratti, diverse retribuzioni a parità di servizi svolti? E quindi, fammi capire, anche tutele diverse?

Certo tutele diverse ed anche trattamenti economici diversi. Due mondi diversi.


Scusami ma rifocalizziamo la domanda: 24 aprile Marco viene preso e, a fronte di un idoneità a suo dire con limitazioni riconosciuta con verbale medico dell’11 novembre 2023 e valida fino al giorno 15 novembre 2024, consistente in una Limitazione MMC (movimentazione manuale carichi) ed attività di inginocchiamento viene, te la faccio diretta, mandato a spazzare?
Si!

Perché e chi decide?
Dal giorno alla notte i due lavoratori, Marco ed il suo collega, che lavoravano nello stesso ambito, ricevono una lettera: al collega viene indicato che dovrà svolgere tutte le attività previste mentre a Marco viene ordinato di andare a fare lo spazzamento con l’ausilio di un mezzo che si porta a mano e che quindi deve sollevare il carico. La sfortuna ha voluto che quella giornata ci fosse pioggia, grandine …

Hai detto sfortuna diciamo per quello che poi è successo in seguito la chiamerei fortunata, non trovi?
Si in quanto Marco poteva morire. Quello che si è messo in evidenza e che quelle mansioni attribuite tramite lettera a Marco erano incompatibili. Lui ha ottemperato, giustamente, all’ordine in quanto ricevuto da un superiore.
L’ordine è partito dall’azienda oppure dal capocantiere?
Dall’azienda però firmato dal capocantiere cosa che, quando siamo stati informati, è sembrata anomala perché normalmente queste attività sono impartite dalle Risorse Umane. Anche perché quando il capocantiere ti deve far fare una attività piuttosto che un’altra non te la mette neanche per iscritto manda un ordine verbale.
L’aggravante è che quando abbiamo scritto all’azienda, per fare un’analisi approfondita di quanto sia successo, nel senso volevano avere conferma se l’azienda fosse a conoscenza dell’ordine di servizio impartito o se fosse stata una iniziativa del capocantiere, ci hanno comunicato che è stata l’azienda stessa ad averla assunta e negando che fosse incompatibile con lo stato di salute di Marco.

Quindi hanno “tutelato” il capocantiere che ha firmato per nome e conto dell’azienda, ho capito bene?
Si! Hanno preso le parti del capocantiere e lo hanno fatto anche in sede di alcune dichiarazioni riportate su alcuni giornali online dove poi hanno precisato che non è competenza del sindacato se un lavoratore è idoneo o meno a svolgere una attività piuttosto che un’altra ma che è compito del medico competente.
Ovviamente noi dobbiamo tutelare i lavoratori, non siamo sicuramente medici, ma nemmeno, a questo punto, può farlo l’azienda visto che esiste una prescrizione chiara come quella in possesso di Marco. Non bisognava nemmeno “azzardarsi” a mandarlo a spazzare.

Scusami se ti interrompo ma è doveroso chiarire; il capocantiere è a conoscenza delle limitazioni previste per i lavoratori?
Delle prescrizioni sicuramente. Né l’azienda, né il capocantiere debbono essere a conoscenza delle patologie che scatenano le eventuali limitazioni ma il capocantiere e l’azienda conoscono le limitazioni.

Quindi gli “effetti”, passami il termine, della patologia li debbono conoscere? Quindi quello che deve fare in specifico?
Assolutamente si!


Quindi mi permetto di aggiungere nel leggere i vari comunicati forse è proprio questo che non è ben evidenziato e mi permetto, ancora una volta di sottolineare, è che prima di tutto è importante la salute del lavoratore e che questo non provochi ulteriori ripercussioni a Lui stesso in quanto il lato umano della questione non può e non deve essere sottovalutato.
Si è ti dirò di più invece che mettere in sicurezza la salute della persona, quando noi l’abbiamo sollecitato all’azienda, è stato tutto “buttato in caciara” sulla strumentazione politica della questione. Ora noi Cobas non siamo di Monte Compatri e non sappiamo cosa succede a livello politico a Monte Compatri e non ci riguarda. Il sindacato ha un ruolo di rapportarsi con chiunque, con l’azienda, innanzitutto e quando le aziende non rispondono ci confrontiamo con le Giunte per sbloccare la situazione.
Ti faccio un esempio, a Grottaferrata con l’attuale amministrazione a guida PD, il sindaco ha seguito in prima persona le trattative. Ha preteso che avvenissero dentro il Comune fino a che non abbiamo portato a casa l’accordo.

Quindi un approccio diverso rispetto alla situazione di Monte Compatri?
Certo ma dato che questi svolgono attività per il Comune, il Sindaco ha il compito di verificare.

Questa è la prima parte dell’intervista che ci è stata rilasciata da Domenico Teramo, responsabile Cobas.
Ieri abbiamo inviato una email alla ditta Tekneko per avere anche il loro punto di vista in merito a questi fatti.
Stamattina abbiamo inviato all’addetto stampa dell’amministrazione di Monte Compatri un messaggio per chiedere un incontro con il sindaco Francesco Ferri e l’assessore delegato.

Vi terremo al corrente degli eventuali sviluppi della questione.




Monte Compatri, scoperta fabbrica della cocaina: involucri incendiati

FRASCATI – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati hanno arrestato quattro persone, tra i 20 e 30 anni, tre provenienti dal quartiere Tor Bella Monaca e uno di Monte Compatri, tutte già note per precedenti reati, gravemente indiziate dei reati di produzione, fabbricazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e danneggiamento a seguito di incendio.
A seguito di un prolungato servizio di osservazione e pedinamento, i Carabinieri hanno notato uno strano viavai all’interno di un immobile di campagna nel comune di Monte Compatri e hanno quindi deciso di eseguire una verifica all’interno sorprendendo i quattro indagati che alla vista degli operanti hanno appiccato, all’interno del locale protetto da porte blindate, un incendio. Il fuoco è stato prontamente spento dagli stessi Carabinieri accertando che gli indagati avevano dato alle fiamme centinaia di involucri di cocaina, destinati allo spaccio.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati hanno rinvenuto in totale circa 1 kg di cocaina, sequestrato insieme a numeroso materiale per il taglio e confezionamento in dosi: centinaia di ritagli circolari in plastica destinati a contenere le singole dosi, centinaia di buste ermetiche, decine di accendini, circa 1,4 kg di sostanza da taglio del tipo mannite e bilance di precisione.
Ma non solo, i Carabinieri – supportati nella ricerca dello stupefacente dall’Unità Cinofila della Polizia Municipale di Ciampino – hanno rinvenuto all’interno del bagno un blocco di cocaina, ancora non porzionato del peso di 180 g.
Alla luce di tutto quanto accertato, i quattro sono stati arrestati e tradotti nel carcere di Velletri, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.
É importante precisare che, in considerazione dello stato del procedimento, gli indagati devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.




Monte Compatri, consegna i fiori da 30 anni a uno storico negozio: “l’alt” della Comandante dei Vigili

“I miei adorati fiori sono la mia vita professionale”

“La comandante dei vigili urbani non mi ha permesso di scaricare la merce mandando via il camion dicendo che era troppo grande e di attrezzarmi con un carrello da qui ad un chilometro di distanza” .

Questo in sintesi quanto riportato su un post facebook di una delle attività commerciali di Monte Compatri, dalla storica fiorista Francesca, a cui venerdì 12 aprile è stato impedito lo scarico dei suoi “adorati fiori” – come li chiama nel post.

Affianco al negozio è presente – come mostra la foto – un’area riservata proprio allo “scarico e carico merci” in ottemperanza a quanto previsto dal Codice della Strada.

Una situazione a dir poco inconsueta in quanto tale contesto, all’interno del codice della strada, viene contemplato solo nel disposto dell’articolo 158 dove viene indicato che “la sosta è vietata sulle aree destinate al mercato e ai veicoli per il carico e lo scarico di cose, nelle ore stabilite” senza, in apparenza, nessuna indicazione riguardante il peso del veicolo effettuante la stessa consegna senza per giunta indicare nessuna limitazione sulle tipologie di mezzi a parte che tutto ciò non “ostacoli” la circolazione degli altri veicoli ma ovviamente tutto questo è legato anche al buon senso ed alla educazione di coloro che effettuano tale servizio.

Sabato 13 aprile, all’indomani del fatto, abbiamo incontrato la signora Francesca Catoni che, da oltre 30 anni, ha questo importante ed ormai “storico” negozio nel comune di Monte Compatri.

Signora Catoni ci spiega cosa è successo?

Guardi come tutte le settimane, di solito il martedì ed il venerdì, i miei fornitori mi consegnano fiori e tutto quello che è necessario per il mio negozio.
Quella mattina, come sempre, il camion è arrivato sostando nello spazio delimitato per il carico e scarico merci. È giunta la comandante che con fare abbastanza duro ha “costretto” il mio fornitore ad andarsene motivando il tutto con “Questo mezzo è troppo grande”.

Una domanda è doverosa: ma è sempre lo stesso fornitore?
Certo che si. Non c’è mai stato nessun problema del genere. Sono qui oltre oltre 20 anni, credo anche più di 30 ma mai, glielo giuro, è successo qualcosa di questo genere.
Non glielo nascondo: mi sono sentita mortificata.
Sono una persona ligia alle regole che cerca sempre di unire la propria professionalità ad un sorriso e davvero, glielo ripeto, mi sono sentita davvero mortificata.

Ma lei ha cercato di far capire alla comandante che il mezzo era nel punto laddove la norma consente le operazioni di carico e scarico?

Certo che si. Lo usiamo da sempre io e tutte le attività che si sono succedute affianco a me. Davvero ho rischiato di dover chiudere il negozio in quanto la mancanza di materiale con consegne programmate, ordini programmati rischiava di farmi avere un grosso danno economico oltre che di immagine.

Lei ha postato sulla sua pagina Facebook questo suo disagio. Ha avuto attestazioni da parte della stessa Amministrazione Comunale sempre attenta a garantire alle attività commerciali di esercitare la propria professione?

Certo che si. Lo stesso sindaco (Francesco Ferri n.d.s.) mi ha chiamato e mi ha garantito che avrebbe fatto luce su questa questione. Io, ripeto, sono una donna che non ama alzare polemiche o gridare. Chiedo solo che mi venga consentito, nel rispetto della Legge, di poter continuare a svolgere la mia attività. L’ho scritto, i fiori i miei adorati fiori, sono da 38 anni la mia vita professionale.

Lo dice guardandoli con quei suoi occhi che non smettono mai di sorridere e con quella serenità che la caratterizza da sempre.

Abbiamo inviato sia al sindaco Francesco Ferri che alla comandante, Marta Sodano, un messaggio per avere una loro versione dei fatti e capire cosa effettivamente sia successo e quali sono state le motivazioni che hanno portato a tutto ciò.




Monte Compatri, sampietrini KO: meno scivolate per i residenti del centro

Meno disagi, scivolate nel centro storico di Compatri dove è in atto una operazione del decoro. Procedono come da programma gli interventi di rimozione dei cavi aerei della linea elettrica e il conseguente ripristino del selciato nel centro storico di Monte Compatri. L’intervento da parte del gestore E-Distribuzione è stato programmato di concerto con l’Amministrazione comunale per pianificare al meglio gli interventi.

La bonifica prevede la rimozione di tutti i cavi della linea elettrica della media e bassa tensione. Al momento sono stati completati i lavori in via Chiarelli, via dell’Archetto, piazza del Duomo e via Capo Croce. Nei prossimi giorni proseguiranno con via Marco Moscatelli e l’arco parrocchiale che verrà intitolato al termine dell’intervento.

Monte Compatri, incastonato tra i colli dei Monti Prenestini, custodisce un ricco patrimonio storico e culturale, testimone di antiche tradizioni e di un passato affascinante. Nel cuore del suo centro storico, un progetto di ripristino del selciato ha preso vita, offrendo una nuova vita a una delle caratteristiche distintive di questa città.

Le radici di Monte Compatri affondano nell’era romana, quando la città era conosciuta come “Mons Compatri”. Il suo centro storico conserva ancora le tracce di questo glorioso passato, con stradine lastricate e scorci medievali che evocano un senso di storia e autenticità.

Il selciato, composto da pietre disposte con maestria dai nostri antenati, rappresenta un elemento peculiare del tessuto urbano di Monte Compatri. Nel corso dei secoli, tuttavia, a causa dell’usura e dell’evoluzione delle esigenze moderne, questo selciato storico ha subito un processo di deterioramento. La decisione di ripristinare il selciato nel centro storico di Monte Compatri è stata guidata dalla volontà di preservare la storia e il carattere unico della città. Oltre a un obiettivo estetico, il progetto mira a conservare e valorizzare un patrimonio culturale di inestimabile valore.

L’intervento di restauro ha coinvolto uno sforzo collaborativo tra esperti in conservazione storica, artigiani locali e autorità comunali. Le pietre originali sono state attentamente restaurate e riutilizzate, mentre quelle irrimediabilmente danneggiate sono state sostituite con pietre compatibili, mantenendo intatto l’aspetto originario.

Il ripristino del selciato nel centro storico ha portato benefici tangibili e intangibili alla comunità di Monte Compatri. Oltre a restituire il fascino antico alle strade, ha contribuito a rafforzare l’identità locale e a promuovere il turismo culturale.

Le strade lastricate hanno ora ripreso vita, attrarre visitatori desiderosi di immergersi nella storia e nell’atmosfera unica di Monte Compatri. I residenti stessi sembrano aver accolto con entusiasmo questa iniziativa, apprezzando il valore aggiunto che il selciato restaurato ha portato alla loro quotidianità.

Il successo del progetto di ripristino del selciato rappresenta solo l’inizio di un impegno continuo per preservare il patrimonio di Monte Compatri. È fondamentale pianificare interventi periodici di manutenzione e conservazione per garantire che il selciato storico continui a essere un vanto per la città.

Inoltre, questo progetto ha aperto la strada a iniziative simili volte a preservare e valorizzare altri tesori storici di Monte Compatri. La consapevolezza dell’importanza di conservare il passato per il futuro è diventata una priorità per la comunità locale.

Il ripristino del selciato nel centro storico di Monte Compatri rappresenta un esempio tangibile di come la conservazione del patrimonio storico possa essere un motore di crescita culturale e sociale per una comunità.