MILANO: CONFERMATO L'ERGASTOLO PER ANDREA PIZZOCOLO

di Angelo Barraco
 
Milano – E’ stato confermata la condanna alla pena dell’ergastolo per Andrea Pizzocolo, lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Milano. Alle parti civili inoltre è stato riconosciuto un risarcimento pari a 285 mila euro. L’uomo è accusato di aver assassinato la giovane escort di 18 anni di nome Lavinia Simona Aiolaiei; uccisa mediante strangolamento nel settembre del 2013 presso un motel a Olgiate Olona, a Varese. Pizzocolo non si è limitato soltanto ad ucciderla ma anche a filmare l’omicidio e poi ad abusare sessualmente del corpo senza vita della giovane. La sentenza emersa oggi riprende quella emessa un anno fa dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, dove fu condannato all’ergastolo e anche un anno fa vi fu il riconoscimento da parte dei giudici del risarcimento alla famiglia. L’avvocato dei familiari aveva pronunciato queste parole un anno fa: ““Questa sentenza non restituirà ai familiari la vita di Lavinia, ma almeno farà sì che Pizzocolo non possa più fare del male”. Sempre un anno fa il Pm aveva chiesto l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi. Il collegio giudicante aveva escluso l’aggravante della crudeltà e l’isolamento diurno ridotto ad un anno, oltre all’ergastolo ovviamente e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Andrea Pizzocolo aveva rilasciato questa dichiarazion: “Dal giorno del mio arresto continuo a pensare a questa cosa di giorno e di notte. Durante questo processo mi hanno descritto in mille modi, ma nella mia vita non sono mai stato violento” Pizzocolo aveva aggiunto anche “Dopo il mio arresto, mi è venuta la nausea per il sesso e per le droghe” Pizzocolo disse anche “Chiedo perdono a tutti, e anche alla famiglia di Lavinia”. 
 
Oggi ha fatto delle dichiarazioni spontanee, ha ammesso di essere l’assassino ma ha riferito di non ricordare come sia siano svolti i fatti e ha chiesto l’aiuto di uno psicologo. Ha fatto la seguente affermazione “sono molto depresso” ed è addolorato per non poter vedere la figlia crescere. Lavinia Simona Ailoaiei era una 18enne che faceva la escort e si faceva chiamare “Dora”, uccisa barbaramente da Pizzocolo. Nel provvedimento del giudice che riguarda l’omicidio si legge “le sevizie e la brutalità usata dall'indagato nel realizzare l'omicidio di fronte ai vari ed estremi tentativi della vittima di sottrarsi al suo carnefice”. Le immagini testimoniano che Pizzocolo non ha mai “mai manifestato alcuna minima risipiscenza fino alla piena attuazione del brutale proposito criminale” e di cui “anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda”. L’uomo ha piazzato microcamere in due motel delle microcamere per riprendere i suoi rapporti sessuali con il cadavere e ha ripreso i suoi rapporti anche attraverso la microcamera incorporata nell’orologio. 



MILANO, STILISTA IMPICCATA: SI IPOTIZZA "ISTIGAZIONE AL SUICIDIO"

di Angelo Barraco

Milano – La morte di Carlotta Benusiglio, stilista milanese di 37 anni, è tutt’altro che chiarita. La donna è stata trovata impiccata martedì mattina, in un albero nei giardini di Piazza Napoli, nella periferia del capoluogo e poco distante dalla sua casa. Si è pensato subito al suicidio poiché tutti gli elementi portavano ad un’unica pista, ma vi sono degli elementi che gettano l’ombra del sospetto e aprono altri scenari. Il primo elemento evidente che emerge riguarda la posizione del corpo. Chi si uccide solitamente non tocca terra e il corpo rimane sospeso in aria, il corpo di Carlotta invece toccava terra con i piedi, come mai? La vittima ha inoltre lasciato il suo personal computer acceso con la musica, segno che l’uscita effettuata quel giorno avrebbe comportato un eventuale rientro immediato. Emerge inoltre che nell’ultimo periodo il suo rapporto con il fidanzato era diventato complesso e si era recata più volte al pronto soccorso per ricorrere a medicazioni, un rapporto fatto di allontanamenti e riavvicinamenti. Sarebbe saltata fuori anche una denuncia fatta dalla donna nei confronti del suo ragazzo, l’uomo però non risulta indagato. Gli inquirenti lo hanno sentito come persona informata sui fatti e insieme a lui anche altre persone. E’ stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Sono in corso esami tossicologici, esami del dna e dei dispositivi di videosorveglianza della zona. Dai primi esiti autoptici non sarebbero emersi segni di violenza sul corpo. La famiglia preme per approfondimenti investigativi. La sorella Giorgia, attiva per la lotta contro la droga dopo che all’età di 16 anni (evento accaduto 17 anni fa) rischiò la vita dopo l’assunzione di ecstasy e subì un trapianto di fegato. Ha pubblicato anche un libro che si chiama “Vuoi trasgredire? Non farti” e ha scritto sul suo blog il seguente messaggio “Io non credo, non riesco, non voglio credere che mia sorella Carlotta si sia tolta la vita volontariamente, perché questo è contrario a tutto quello che ho vissuto con lei e che con lei ho condiviso: i suoi progetti, le sue visioni e le sue ambizioni per il futuro. Niente aveva mai potuto farmi immaginare che nel pieno della sua esistenza potesse fare un gesto di questa portata, quindi mi capirete se insisto. Voglio chiedere a tutti, soprattutto agli operatori dell’informazione di essere prudenti e di attendere gli esiti dell’autopsia che verranno consegnati tra qualche settimana. Le indagini sono ancora in corso, minuziose, attente e scrupolose, quindi è presto per dire che il caso è chiuso poiché non sappiamo ancora cosa sia avvenuto nelle ultime ore di vita di mia sorella Carlotta.”



MILANO – TIRANA: SGOMINATA BANDA DI TRAFFICANTI ALBANESI – VIDEO DELL'OPERAZIONE

Redazione

Milano – Una grossa operazione antidroga che lega Milano a Tirana. I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano unitamente al personale delle Polizie di Albania, Germania e Spagna, coordinati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ed in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano – Dott. Giuseppe Gennari – su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dott.ssa Lucia Minutella – nei confronti di 38 cittadini stranieri (31 albanesi, 5 marocchini e 2 tunisini), ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

 


A dare avvio all’attività un intervento dei militari del Nucleo Radiomobile di Milano che, nel febbraio 2014, sequestrarono 42 kg. di eroina nel corso di un controllo di routine. Le indagini, poi, sono state seguite dal Nucleo Investigativo che, approfondendo ed ampliando il contesto, ha accertato l’esistenza di un sodalizio criminale – ramificato in tutto il nord Italia ed in Albania – dedito all’importazione nel territorio nazionale di ingenti quantitativi di eroina e di cocaina dal “Paese delle Aquile”. I Carabinieri di Milano hanno così identificato i fornitori albanesi dello stupefacente ed i loro corrieri che trasportavano la droga con auto appositamente modificate. I militari, inoltre, hanno individuato i destinatari albanesi della “merce”, presenti in Italia, e le loro reti di spaccio al dettaglio, formate esclusivamente da cittadini di origine marocchina e tunisina. L’indagine, infine, ha chiuso il cerchio sugli indagati, identificando anche coloro che avevano il compito di fare rientrare in quel paese, a bordo di camion ed autobus, le somme di denaro contante provento dell’attività delittuosa.
Nel corso dell’attività sono già stati tratti in arresto 8 corrieri e sequestrati complessivamente 130 kg fra eroina e cocaina, nonché € 300.000 in contanti.




MILANO, TRUFFE IMMOBILI DI LUSSO: MANETTE PER 8 ITALIANI

Red. Cronaca

Milano – E' in corso una vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Milano per eseguire un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di otto italiani responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alla sostituzione di persona ed all'impiego di denaro di provenienza illecita.

Secondo le indagini del nucleo investigativo, il gruppo ha organizzato 17 compravendite fittizie di immobili di pregio ubicati in quartieri centrali di Milano riuscendo a truffare 2 milioni di euro.

Gli indagati, particolarmente abili e conoscitori del mercato immobiliare, approfittavano della buona fede dei proprietari, che avvicinavano proponendo un inesistente portafoglio clienti di facoltosi stranieri interessati all'acquisto. Contestualmente, ingannavano i compratori presentandosi come i proprietari, di cui utilizzavano le generalità copiandole su documenti d'identità clonati.

L'esca, infine, era la proposta di vendita che si attestava su cifre notevolmente inferiori rispetto al reale valore degli appartamenti. Gli indagati, molto circospetti e prudenti, una volta giunti al compromesso sparivano dalla circolazione con le cospicue caparre, che utilizzavano per acquistare lingotti d'oro in Svizzera.




MILANO, UCCISA CON 15 COLTELLATE, L'EX CONFESSA

di Angelo Barraco

Milano – Arturo Saraceno, 33 anni, nel corso di un interrogatorio avvenuto nella notte ha confessato dell’ex fidanzata Debora Fuso, 25 anni, uccisa brutalmente nella giornata di ieri, all’interno della loro casa di Magnago. Saraceno ha dichiarato agli inquirenti “Stavo cenando, lei era qui per un chiarimento, abbiamo litigato per l'ennesima volta e mi é partito un embolo”. Un interrogatorio durato oltre sei ore, subito dopo le dimissioni dall’ospedale in cui era stato ricoverato a causa di ferite da arma da taglio al petto che si era inferto da solo. Il Pm valuterà adesso tutti gli elementi raccolti per modificare eventualmente il capo d’accusa. Malgrado non vi fossero elementi per sospettare che Arturo Saraceno fosse in uno stato psico-fisico alterato durante l’omicidio, gli inquirenti chiesto i test alcolemici e tossicologici. Ma cosa è successo in quella casa? Arturo Saraceno, un operario 33enne, ha colpito ben 15 volte con un fendente la sua ex compagna Deborah Fuso in seguito ad una lite. La casa di Via Cardinal Ferrari si è trasformata in un lago di sangue. Subito dopo il delitto, intorno alle 13.30, Saraceno si ferisce con un coltello e si fa trovare in apparente stato di shock. Arturo Saraceno e Debora Fuso si erano lasciati ad aprile. 



FOLLIA A MILANO: MADRE LANCIA LE FIGLIE PICCOLE DALLA FINESTRA

Redazione

Milano – Una donna di circa 30 anni, di origine egiziana, poco dopo la mezzanotte ha lanciato le due figlie dalla finestra del suo appartamento al terzo piano in via Giambellino 130, a Milano, in un momento di follia. Le due bimbe, di tre anni e 6 mesi, sono state salvate dai Vigili del Fuoco che avevano steso in tempo il telo nel cortile della casa. La madre è stata arrestata e poi ricoverata nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Carlo, mentre entrambe le bimbe sono state visitate subito dai sanitari del 118 che non hanno rilevato traumi e poi portate per accertamenti al San Paolo.




MILANO: 22ENNE CADE DAI BINARI E MUORE TRAVOLTO DALLA METRO

Redazione

Milano – Un giovane di 22 anni è morto investito da un treno della metropolitana alla stazione di Rogoredo a Milano. Poco prima dell'investimento il ragazzo era stato visto attraverso i monitor degli agenti di sorveglianza della compagni di trasporti milanese, la Atm, mentre barcollava sulla banchina. Il giovane, secondo la polizia, era sotto l'effetto di alcool e droga ed è caduto sui binari. Il personale dell'Atm si sarebbe precipitato per soccorrerlo ma, mentre il 22enne stava risalendo sulla banchina, è stato centrato in pieno da un convoglio.




MILANO: STRUTTURA PSICHIATRICA DEGLI ORRORI, PAZIENTI PICCHIATI DA OPERATORI SANITARI

Redazione
 
Milano – La struttura psichiatrica degli orrori, dove la cura era l’optional e dove l’ordinario era costituito da schiaffi, pugni, minacce continue, percosse violente con il contenitore delle feci, violenze inferte con il manico con le scope e offese senza limiti. E’ questo ciò che facevano gli operatori socio sanitari di origine peruviana all’interno di una struttura psichiatrica di Milano. L’indagine ha avuto il suo inizio nel 2014, quanto è stato presentato un esposto dai responsabili della comunità convenzionata con l’Asl di Milano. Il 26 febbraio sono stati iscritti nel registro degli indagati tre peruviani, uno è stato anche arrestato perché colto in flagranza di reato in seguito all’istallazione di videocamere nascoste che hanno ripreso azioni dell’uomo. In merito ai maltrattamenti e ai pazienti che la subivano, si fa riferimento anche a soggetti impossibilitati nel moto e quindi costretti a rimanere a letto. 



MILANO: TRENO TRAVOLGE WRITER, UN MORTO E UN FERITO

Redazione
 
Milano – Tragedia nel milanese. Alle ore 23 del 13 aprile, un writer russo di 19 anni è rimasto ucciso  da un treno delle Ferrovie Nord, un suo coetaneo italiano  è rimasto ferito alla gamba destre, il tutto è avvenuto nella stazione di Greco Pirelli, Milano. Il treno che ha travolto i due giovani non ha arrestato la sua corsa ma ha proseguito il suo viaggio in direzione Sesto S.Giovanni, il conducente non si è accorto di quanto accaduto. Emerge inoltre che i due giovani sono stati colpiti mentre era in corso un raid vandalico. Ad avvertire le forze dell’ordine sono stati i condomini di un palazzo vicino. Il fenomeno è molto diffuso sul nostro territorio, da nord a sud, bombolette spray, cappucci e la notte e copre ogni identità. Il fenomeno è in voga da tanti anni ma sono anche tante le vittime falciate da treni in corsa. Un episodio analogo a quello di Milano è accaduto il 6 agosto del 2015 alla stazione di Arona, in provincia di Novara. Il giovane stava dipingendo un vagone con uno spray e non si è accorto dell’arrivo di un treno merci. L’allarme lo hanno dato alcuni amici del giovane. I suoi amici successivamente hanno urlato a gran voce che il disegno era la sua vita e hanno puntualizzato “Non chiamatelo vandalo, era un bravissimo ragazzo”. Il giovane viveva a Somma Lombarda e la sua famiglia è molto conosciuta poiché il padre è Marco Baccin, un ex ciclista e negli anni 90 è stato tecnico del Comitato regionale lombardo. Dall’associazione Codacons intanto riferiscono che è stata “una morte annunciata” e aggiungono inoltre che era stata denunciata da molto tempo l'invasione in Italia di graffiti e altri disegni realizzati dai writer che appaiono in qualsiasi punto delle città, anche in zone a forte rischio per l'incolumità degli stessi disegnatori. Aggiunge inoltre il Codacons: “Le istituzioni non hanno saputo affrontare e combattere il fenomeno dei writer, lasciando loro carta bianca e la facoltà di mettere in pericolo la propria incolumità. Non è ammissibile che questi "artisti" continuino ad imbrattare beni pubblici rischiando la propria pelle ed arrecando oltretutto un danno alla collettività” e bisognerebbe dedicare ai writer delle aree nelle città per evitare incidenti.



MILANO, AGGRESSIONI CON L'ACIDO: ALEXANDER BOETTCHER CONDANNATO A 23 ANNI

Redazione

Milano – Alexander Boettcher è stato condannato a 23 anni nel processo milanese con al centro l'accusa di associazione per delinquere per una serie di aggressioni con l'acido. Lo ha deciso il collegio dell'undicesima sezione penale. Il broker era già stato condannato lo scorso giugno a 14 anni per aver sfigurato Pietro Barbini. All'ex amante Martina Levato sono già stati inflitti 14 e 16 anni nei due processi sui blitz con l'acido.

Alexander Boettcher "sempre e sin dal primo momento si è dichiarato innocente e lo fa anche oggi, perché non ci sono prove né indizi che possano portare ad una sua responsabilità penale". Lo ha spiegato l'avvocato Michele Andreano, che difende il broker assieme al collega Giovanni Maria Flora, all'inizio dell'arringa nel processo milanese per una serie di aggressioni con l'acido. "Come uomo e genitore il mio primo pensiero, la mia solidarietà e tutto il rispetto – ha aggiunto il legale – vanno a Stefano Savi", che venne sfigurato il 2 novembre 2014, ma "Alex è innocente" per questo e per gli altri due episodi al centro del processo "e non ci sono prove per condannarlo". Per il pm Marcello Musso, che ha chiesto 26 anni per il broker, la difesa continua a manifestare "intenti dilatori". Il pm ha aggiunto parlando coi cronisti: "Spero che oggi sia il giorno della decisione". Altrimenti la sentenza arriverà il primo aprile.

Alexander Boettcher è soltanto "uno sciocco" che, da quanto emerso dai messaggi WhatsApp e dai video mostrati in aula, ha "una personalità disturbata", ma non c'è "in nessun caso la prova incontrovertibile della partecipazione dell'imputato ad un'associazione a delinquere" per le aggressioni con l'acido. E' la tesi sostenuta dalla difesa del broker nell'arringa in corso nel processo milanese

Ha citato anche un passaggio del libro 'L'innocenza del mostro' scritto dall'avvocato Rosario Bevacqua, morto lo scorso gennaio, che fu difensore di Pietro Pacciani, il legale Michele Andreano nella parte conclusiva della sua arringa per chiedere l'assoluzione con formula piena" di Alexander Boettcher, accusato di associazione per delinquere e lesioni per una serie di aggressioni con l'acido. L'avvocato Andreano ha letto in aula alcune frasi tratte dal libro del difensore del cosiddetto 'mostro di Firenze' e, in particolare, la parte in cui Bevacqua spiegava che "per quanto infame" possa essere la vita di un imputato, il processo deve essere "giusto" e deve tenere fuori le suggestioni e i "sentimenti". Il difensore di Boettcher, infatti, ha sottolineato più volte che il broker ha avuto una "vita inenarrabile e perversa" ma che a suo carico "non ci sono prove".




MILANO: FA SESSO CON SUA FIGLIA PER 12 ANNI, ARRESTATO TASSISTA

A.B.

Milano – Quando si supera il confine, quando il confine con il voler bene/amare, da parte di un genitore, diventa “altro”, non è più amore ma malattia. Una malattia che danneggerà per sempre una creatura che avrebbe voluto solamente un abbraccio paterno. E’ esattamente quanto è accaduto a Milano, dove un tassista di 56 anni è stato arrestato dalla Polizia con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia. Le violenze si sarebbero consumate in un arco temporale che va dagli 8 ai 20 anni. L’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo è iniziata circa un mese fa, quando la 20enne ha raccontato gli abusi subiti dal padre presentandosi spontaneamente al commissariato Porta Genova, in compagnia di un’amica. Il dirigente del commissariato ha spiegato: “Sono stati fondamentali gli amici e gli insegnanti della scuola frequentata dalla vittima. La ragazza si è confidata con la preside nel giugno 2015 e da quel momento la direttrice l'ha spinta a presentarsi alla polizia”. Ha aggiunto inoltre “La moglie ha abbandonato la casa quando la figlia aveva 7 anni e da allora è in un centro di cura psichica. Da quel momento l'uomo ha sostituito la sua figura con la ragazzina, manipolandola al punto da farle credere che questo comportamento era normale nelle famiglie disagiate. Le diceva che aveva difficoltà a relazionarsi con altre donne e che non aveva abbastanza soldi per pagare una prostituta. Dai 14 anni ha iniziato a pagare la figlia 3 euro per ogni prestazione sessuale”. L’uomo è descritto come una persona con poche relazioni sociali, un borderline e svolgeva l’attività di tassista. L’uomo esercitava il pieno controllo sulla vita della figlia, ma le cose sono ulteriormente cambiate quando l’uomo si è reso conto che la giovane ne stava parlando anche con altri della situazione che viveva. Ha provveduto a bloccargli il cellulare e l’ha minacciata di fare del male a coloro a cui aveva confidato quei particolari. Aggiunge il dirigente: “Il rischio per gli amici ha fatto scattare la rivalsa della ragazza. Il padre ha tentato in ogni modo di farle ritirare la denuncia e l'ha denunciata a sua volta dicendo che era una pessima figlia disinteressata alle faccende domestiche”. In quella casa, oltre alla ragazza, viveva anche un fratello più piccolo che però non avrebbe subito attenzioni. La famiglia è stata seguita da assistenti sociali che avrebbero segnalato il disagio in cui vivevano. L’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, commenta quanto accaduto: “Anche in Italia bisogna introdurre la castrazione chimica per pedofili e stupratori, già realtà in diversi Paesi civili, sia in Europa che nel resto del mondo. Non si può più attendere” ha aggiunto “La giustizia farà il proprio corso, ma i contorni della vicenda sono agghiaccianti. Pare che questa persona abbia abusato della figlia per dodici anni. Sta di fatto  che a Roma si parla tanto, soprattutto in occasione della festa della donna, ma si agisce poco. Stupri e atti di pedofilia sono crimini insopportabili. Chi li commette deve essere messo nelle condizioni di non poterlo più fare”.