Pentito, rivelazione shock: “Michele Zagaria ordinò attentato contro l’ex sindaco Giovanni Zara”

CASERTA – “Michele Zagaria mi ordinò nell’aprile del 2009 di progettare un attentato contro l’ex sindaco di Casapesenna Giovanni Zara, ma mi raccomandò di farlo passare come un incidente. ‘Vivo o morto non mi interessa, gli va data una lezione’, mi disse il boss”.

Il collaboratore di giustizia Michele Barone, una volta fedelissimo del boss dei Casalesi Michele Zagaria ha messo nero su bianco le accuse formulate durante l’interrogatorio reso circa un anno fa alla Dda di Napoli, in cui per la prima volta ha svelato il piano ordito da Michele Zagaria per eliminare un ex sindaco scomodo, Giovanni Zara.

Lo ha fatto durante l’odierna udienza del processo che si sta svolgendo nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), in cui il capoclan è imputato insieme ad un altro ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria




COLPITO IL CLAN DI MICHELE ZAGARIA: IMPRENDITORI E POLITICI IN AFFARI CON LA CAMORRA

Redazione

Caserta – Una vasta operazione della Polizia di Stato di Caserta e dell´Arma dei Carabinieri contro il clan camorristico dei Casalesi, facente capo a Michele Zagaria. Gli arresti, eseguiti nel casertano nei confronti di 24 persone ad opera della Squadra Mobile di Caserta e dal ROS dei Carabinieri di Napoli, riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, estorsione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d´ufficio, truffa, turbata libertà degli incanti. La polizia ha sequestrato un imponente centro commerciale, del valore di sessanta milioni di euro, direttamente riconducibile a Zagaria. Le indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, hanno disvelato un complesso sistema criminale finalizzato al riciclaggio dei proventi dei delitti consumati dagli indagati, tra i quali spiccano amministratori locali ed esponenti dell´imprenditoria casertana. C'è anche il sindaco di Trentola Ducenta (Caserta) Michele Griffo tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare

Le indagini hanno svelato l'imponente opera di riciclaggio che il boss Michele Zagaria avrebbe fatto con i milioni della cassa del clan nel centro commerciale Jumbo di Trentola Ducenta, sequestrato oggi. Fino a metà degli anni '90, la struttura era poco più che un ipermercato del valore stimato di un milione di euro. Poi ci sono stati quattro ampliamenti strutturali con il parcheggio, l'istallazione di altre aree vendita ed è diventato un iperstore molto frequentato, dove si organizzano anche fiere importanti nel corso dell'anno. Il suo valore è schizzato fino a sfiorare i 70 milioni




CASALESI: ECCO IL BUNKER DEL BOSS MICHELE ZAGARIA. GUARDA LE FOTO

di Christian Montagna

GUARDA LA FOTO GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO

Caserta – Era il 26 luglio 2010 quando la polizia scientifica diffuse l’ identikit aggiornato del boss Michele Zagaria, storico capo dei Casalesi. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, il 7 Dicembre 2011 gli uomini della III Sezione della Squadra Mobile di Napoli lo arrestarono all’interno di un bunker di cemento armato costruito sotto un’ abitazione di Casapesenna. Eppure, il boss super latitante era stato cercato in tutta la nazione e all’estero ma l’omertà della gente aveva contribuito alla sua latitanza di anni.


Le condanne. Il 19 giugno 2008, nel processo d'appello del maxiprocesso Spartacus, viene condannato alla pena dell'ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. Il 13 ottobre 2010 la Corte d'assise di Latina infligge a Zagaria l'ergastolo risultando il mandante dell'omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso il 21 luglio 1988 a Gaeta. Il 15 ottobre 2010 riceve una nuova condanna all'ergastolo dalla Corte d'appello di Latina.


La Polizia di Stato ha pubblicato le foto di quei bunker in cui si sono nascosti per anni latitanti, a cominciare da quello di Zagaria. Abbandonate però ogni immaginario collettivo, lusso, santini ed extra tecnologia non sono sempre gli ingredienti principali di queste abitazioni.


Come si nascondono i superlatitanti? Come vivono, cosa fanno mentre le forze dell’ordine danno loro la caccia? Difficile stabilirlo ma con un po’ di immaginazione, attraverso le foto esclusive è possibile tracciare uno stile di vita tipo all’interno di quei bunker.


Il bunker di Zagaria. Il rifugio bunker del boss dei Casalesi è stato “profanato” all’alba quando il latitante ormai privo di elettricità si arrese. All'operazione partecipò, inoltre, personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Nucleo Prevenzione Crimine Campania . Considerato il “re del cemento”, aveva fatto anche della sua dimora una degna abitazione. Una scala a strapiombo nell’abitato incastrata tra due pareti permetteva l’accesso al bunker. Grandi stanze dotate di comfort; sul tavolo i libri sulla criminalità organizzata, alle pareti il poster di “Che” Guevara e in giardino la statua della Madonna.

 




CASERTA: ARRESTATO NICOLA COSENTINO INSIEME AI SUOI FRATELLI

Redazione

Caserta – Arrestato Nicola Cosentino a seguito di un'inchiesta sulla vendita di carburanti nella provincia. Per l’ex parlamentare le accuse sono di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica. Arrestati anche i fratelli di Cosentino, Giovanni e Antonio. L'indagine è iniziata nel 2011 a seguito della denuncia da parte di un titolare di una stazione di servizio: Nicola Consentino  insieme ai fratelli, attraverso l'attività svolta dalle società "Aversana Petroli", "Aversana Gas" e "IP Service", e con l'aiuto di dirigenti pubblici e di funzionari della società petrolifera Kuwait Petroleum Italia (Q8), avrebbero ottenuto illecitamente il rilascio di permessi e licenze per la costruzione di nuovi impianti. Inoltre sempre grazie alla identica rete di conoscenze e amicizie i tre fratelli, attraverso atti amministrativi illegittimi, avrebbero impedito o rallentato la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti. L'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Nicola Cosentino, emessa dal Gip di Napoli su richiesta dei Pm Antonello Arbituro, Francesco Curcio e Fabrizio Vanorio, fa parte di un insieme di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, tra cui Pasquale e Antonio Zagaria, fratelli di Michele, boss del clan dei Casalesi