ARICCIA, TANGENTOPOLI 2004: ASSOLTO CON FORMULA PIENA L'EX ASSESSORE E SINDACO MICHELE SERAFINI

Serafini ha continuato con il suo impegno nel territorio tanto che ancora oggi risulta essere il segretario regionale del Nuovo Psi, rinunciando alla prescrizione per essere giudicato nel merito della proprie azioni amministrative

 

Chiara Rai
Il Tribunale di Velletri ha assolto con formula piena perché il fatto non costituisce reato l’ex assessore all’urbanistica e sindaco del Comune di Ariccia Michele Serafini, il quale con grande clamore nel Giugno del 2004 venne arrestato nell’ambito di un’inchiesta che vedeva coinvolti, forze dell’ordine, tecnici ed imprenditori della zona. La chiamarono la “tangentopoli locale”, fu un ciclone giudiziario che sconvolse gli allora amministratori della giunta di centrodestra Frappelli. Finì in manette anche un carabiniere. I capi d’imputazione: associazione a delinquere, abuso d' ufficio, corruzione, violazione di norme edilizie. L' indagine partita dall' usura, si è poi concentrata su presunte aste fallimentari truccate, speculazioni edilizie, pressioni per cambiare il piano regolatore. Serafini noto esponente socialista, da sempre impegnato nel territorio della Provincia di Roma e dei Castelli in particolare all’epoca in virtù di tale inchiesta fu bloccato per l’elezione del Consiglio Regionale del Lazio. Insomma una carriera politica interrotta sul più bello dopo aver passato indenne come amministratore tutto il periodo di tangentopoli senza mai abiurare il suo partito di appartenenza: il Partito Socialista. Nonostante le difficoltà Serafini ha continuato con il suo impegno nel territorio tanto che ancora oggi risulta essere il segretario regionale del Nuovo Psi, rinunciando alla prescrizione per essere giudicato nel merito della proprie azioni amministrative in un periodo dove parlare male dei politici è fin troppo facile, uscendone a testa alta. “Devo fare una serie di ringraziamenti – dice Serafini –  partendo dal mio avvocato ed amico Fabrizio Federici che da sempre ha creduto nelle mie ragioni, la mia famiglia ed i pochi amici veri che in questi anni di travaglio mi sono stati vicini dimostrandomi la loro fiducia. Ora, provo da una parte gioia e soddisfazione per essere uscito da un incubo durato otto anni e dall’altra rabbia per le umiliazioni subite , per le battutine dei finti amici e dei politicanti di turno ai quali non sembrava vero togliersi di torno un potenziale concorrente senza colpo ferire. Per uno che come me ha creduto e crede ancora nei principi ispiratori della costituzione è triste doversi augurare nel 2012 (non nel 1800) che un giorno non troppo lontano anche nel nostro paese si possa avere una giustizia che in tempi umani riesca a dare quelle risposte che un cittadino ha il diritto di avere..