Un anno senza Silvio Berlusconi

Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.




Processo Mediaset, rivelazione shock di un magistrato della Cassazione: “Fu un plotone d’esecuzione. Condannato a priori”

Forza Italia chiede una commissione d’inchiesta

Il processo Mediaset contro Berlusconi per frode fiscale “fu un plotone d’esecuzione”. L’ex premier sarebbe stato “trattato ingiustamente” e “condannato a priori” in una vicenda “guidata dall’alto”. Lo avrebbe detto il relatore in Cassazione, il magistrato Amedeo Franco, in una registrazione resa pubblica dal Riformista che ha scatenato una dura polemica politica, con Forza Italia che chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Mentre la Cassazione rivendica la propria imparzialità i gruppi azzurri in Parlamento lanciano l’hashtag #veritàperberlusconi, l’avvocato Franco Coppi (uno dei difensori di Berlusconi) dice di essere “sempre stato sorpreso da quella sentenza”.

“Franco – prosegue Coppi – è sempre stato considerato come un giudice preparato e un galantuomo. E’ evidente che si sia trovato in minoranza in camera di consiglio, una camera di consiglio dove, a sentire lo stesso relatore, non ci fu neanche discussione. Non va sottovalutato che in calce a quella decisione c’era la firma di tutti i giudici”. Il penalista poi aggiunge: “cosa abbia spinto Franco a raccontare tutto allo stesso Berlusconi, questo non lo so. Una cosa è certa: una cosa del genere nella mia carriera non mi era mai capitata”.

LA REPLICA DELLA CASSAZIONE – Il processo in Cassazione a Silvio Berlusconi – conclusosi con la perdita del seggio da senatore – si è svolto “nel pieno rispetto del giudice naturale precostituito per legge”. Lo sottolinea una nota della Cassazione in relazione relazione alle polemiche sull’assegnazione del fascicolo alla sezione feriale. C’era l’imminente scadenza della prescrizione, aggiunge la nota, e il fascicolo venne assegnato a un collegio “già costituito in data anteriore all’arrivo” degli atti in Cassazione. “La motivazione della sentenza è stata sottoscritta da tutti e cinque i magistrati componenti del collegio, quali coestensori della decisione”, rileva una nota della Cassazione in relazione alle polemiche sul verdetto che è costato il seggio da senatore a Silvio Berlusconi. “Non risulta altresì che il consigliere Amedeo Franco abbia formalizzato alcuna nota di dissenso”, conclude il comunicato.

FORZA ITALIA ALL’ATTACCO: “Nell’agosto del 2013 ingiustizia fu fatta. Quella contro Berlusconi non fu una sentenza ma una esecuzione politica, molto probabilmente pilotata da chi voleva estromettere il leader di Forza Italia dalla vita italiana. Quanto emerso nelle ultime ore è di eccezionale gravità. Il leader politico dell’allora opposizione, l’uomo che per 20 anni aveva ottenuto il consenso di decine di milioni di italiani, fu prima condannato per una presunta evasione fiscale di un’azienda di cui non era amministratore, e subito dopo espulso dal Parlamento e reso incandidabile. La storia del Paese, oltre che quella personale del Presidente Silvio Berlusconi, fu manipolata. La verità, lentamente, è in marcia, ma chi risarcirà Berlusconi? Chi ridarà al Paese una stagione politica cancellata con una sentenza?”. Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, rispetto alle rivelazioni. “Sí, Silvio Berlusconi senatore a vita, così come ha proposto la vice presidente del gruppo azzurro al Senato, Licia Ronzulli, è l’inizio di un doveroso risarcimento. Una proposta che sanerebbe un vulnus istituzionale che le notizie di oggi hanno ancora una volta confermato”. Così la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, nel corso di una conferenza stampa del Partito azzurro a Palazzo Madama. Una richiesta quella di Berlusocni senatore a vita che anche Salvini ritiene “fondata”.

“Le rivelazioni emerse sulla stampa a proposito della condanna di Silvio Berlusconi sono angoscianti. È la conferma della persecuzione giudiziaria da noi sempre denunciata e le stesse parole utilizzate dal relatore della causa in Cassazione Amedeo Franco dimostrano la gravità di quanto avvenuto. Adesso è necessario che emerga tutta la verità per tutelare il giudizio storico sulla persona e su un leader politico che ha dato tanto al Paese, ma anche tutti i cittadini che hanno a che fare con la giustizia e i tanti magistrati che compiono il loro dovere in maniera integerrima”, lo afferma in una nota Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

SOLIDARIETA’ DA SALVINI E MELONI – “Dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l’uso politico della Giustizia: solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima. È l’ennesimo episodio che ci ricorda la necessità di una riforma profonda”, lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. “Quello che è stato documentato ieri sera da “Quarta Repubblica” sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi è l’ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire l’idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno. È un affronto a tutti quei servitori dello Stato che ogni giorno fanno il loro lavoro e sono in trincea per difendere i diritti degli italiani. Perché senza giustizia non c’è libertà”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

RENZI, FARE CHIAREZZA – “Ieri, Nicola Porro ha trasmesso uno scoop sul processo a Berlusconi. Non so quanto ci sia di vero in ciò che ieri è uscito a ‘Quarta Repubblica’: un magistrato della Cassazione che ha firmato quella sentenza espone dubbi molto forti sulla fondatezza giuridica di quella decisione. Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere – legata a un ex Presidente del Consiglio – non può far finta di nulla. Non ho mai appoggiato i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, è doveroso fare chiarezza su ciò che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente”. Così Matteo Renzi nell’e-news.




Le reti Mediaset e la Giustizia in franchising: che ne pensa il ministro Bonafede?

Sulle reti Mediaset, ormai da anni, si assiste a due sessioni di
“tribunale televisivo”, una sessione della mattina e un’altra
pomeridiana.

“Entro la prima metà di febbraio 2019 sarà depositato un disegno di
legge delega avente ad oggetto la riforma del rito civile, che
introdurrà meccanismi semplificatori per le cause riservate alla
decisione del tribunale in composizione monocratica e collegiale, per
il giudizio dinanzi al giudice di pace e per le impugnazioni”. Questo è quanto dichiara il ministro Bonafede. Non si sa però se nella summenzionata riforma il ministro intenda mettere ordine anche
ciò che riguarda la celebrazione di cause civili in forma privata presso sedi televisive che sanno tanto di sportello di giustizia in franchising.

Il 6 agosto 2015 l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando e
la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani
avevano firmato nella sede del ministero in via Arenula due protocolli
d’intesa per l’ottimizzazione del sistema giustizia.

In uno dei protocolli, sempre nell’ambito della revisione geografica
giudiziaria, fu creato uno “sportello di prossimità”. Nella novità
introdotta in quel protocollo , il ministro Orlando già prevedeva il
progetto finanziato con 84 milioni di euro dal Fondo sociale europeo,
in parte da usare per lo sportello della giustizia in franchising che
andava istituito nelle sedi degli enti locali.

Per brevità di tempo si omettono le molteplici disposizioni, decreti
leggi e circolari ministeriali indirizzati agli enti locali impartendo
loro disposizioni e riconoscendogli un ruolo da protagonisti nella
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

La legge Quadro 8 novembre 2000, n. 328, contiene ’l’architettura complessiva del disegno riformatore

Successivamente sono seguiti altri decreti legislativi, modificazioni e non solo. Il Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del Personale e dei Servizi, con un suo documento del 27ottobre 2014 definiva modi, luoghi e tempi dell’uso del personale da assegnare agli
sportelli della giustizia in franchising presso gli enti locali.

Le reti Mediaset e i processi giudiziali

Abbiamo accennato alle trasmissioni spettacolo con a volte esibizioni di acrobati, di troubadour, ballerini e qualche modella, tutti personaggi con tanta voglia di emergere. Questo canovaccio ahinoi, fa da sfondo a celebrazioni di processi giudiziali. Il clima è solitamente riscaldato, volano offese, insulti, urla e giorni addietro è scoppiata anche una rissa con
scazzottata.

La gente si domanda se questa atmosfera da avanspettacolo tragicomico
possa giovare alla Giustizia già per conto suo in grave crisi
esistenziale. Degli sportelli Giustizia in franchising di cui parlavano Orlando e la Serracchiani sembrerebbe non trovarsi traccia presso
gli enti locali. In alcuni Comuni si trova l’ufficio del Giudice di
pace, ma è pure vero che per ragioni di economia, con il Decreto 7
marzo 2014 un numero consistente di questi è stato soppresso.

La domanda al ministro Bonafede

chi ha affidato il delicato ufficio dei processi, autorizzando la loro celebrazione in format “intrattenimento”? L’allora ministro Orlando parlava di “enti locali” per lo sportello giustizia in franchising”. Perché la
celebrazione di questi processi è stata affidata a privati e non agli enti locali?

Se ci fosse un garante queste domande troverebbero una risposta. Ogni cosa ha un tempo e per ogni tempo c’è un qualcosa. Diamo alla Giustizia ciò che le spetta ed all’avanspettacolo le reti Mediaset.




Nemi, emergenza immigrati: arriva Mediaset con Quinta Colonna


NEMI (RM)
Stefano Tersigni pronto a scendere in piazza Quinta colonna, trasmissione di rete 4 condotta da Paolo Del Debbio sarà a Nemi il prossimo lunedì 12 giugno per affrontare insieme a Simone Carabella il tema emergenza immigrati. Il timore è che nel piccolo paese che conta circa 2 mila anime e che si trova nel cuore dei Castelli Romani possano arrivare circa 100 immigrati come previsto da una circolare ministeriale per I Comuni fino a 3 mila abitanti.
Simone Carabella responsabile Affari sociali di Noi con Salvini sarà a fianco di Stefano Tersigni per dire no a questo arrivo di massa a Nemi che comunque non presenta servizi idonei ad ospitare tutte queste persone. “Sia ben chiaro – ha detto Tersigni – io non ne sto facendo assolutamente un discorso di mancata volontà d’accoglienza perché la solidarietà è una virtù, ma sono convinto che Nemi, cittadina con un tessuto sociale fragile, è impossibilitata ad accogliere immigrati. Nessun nemese potrà più sentirsi sicuro per strada e nella propria abitazione perché, lo voglio ripetere, il fragile tessuto sociale ed economico di Nemi sarà leso in modo irreversibile per non parlare del fattore sicurezza e del sovraccarico di lavoro a cui dovranno far fronte le forze dell’ordine. Bertucci ha provocato e voluto tutto ciò aderendo allo Sprar. Io sono pronto a revocare l'adesione allo Sprar e a contrastare con ogni mezzo l'arrivo di immigrati a Nemi!”




TV,“OPEN SPACE”: NADIA TOFFA CONQUISTA IL WEB

di Christian Montagna

Milano – Uno share decisamente basso quello registrato dalla prima puntata di Open Space, il programma condotto dalla Iena Nadia Toffa. A cura della redazione delle Iene e contro ogni previsione, il pubblico non ha gradito lo spettacolo, a mio avviso eccellente. Ma, d’altronde, cosa aspettarsi da un popolo che vuol sapere sempre meno la verità?

La bravissima giornalista e conduttrice, semplice, spontanea e simpatica è riuscita comunque ad inchiodare oltre un milione di telespettatori dinanzi al maxi schermo e, calcolando che si tratti di un esordio, la situazione potrebbe sicuramente migliorare.

La prima puntata. Quello di Open Space è un format del tutto nuovo e originale e tramite il sito internet si può chiedere chi intervistare e cosa chiedere ai personaggi. Un programma così accurato e preciso ha saputo smascherare diverse realtà intervistando i diretti interessati in studio. Dal calciatore Carlo Gervasoni che ha venduto decine di partite, a Raffaele Sollecito assolto da poco dall’accusa di omicidio della studentessa Meredith Kercher, ai politici del momento Giorgia Meloni e Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle fino ai personaggi dello spettacolo come l'ultima Miss Italia, Frank Matano e Paolo Ruffini. Cronaca nell’intrattenimento, tematiche dolenti alternate a simpatici interventi comici è quanto la giornalista Toffa è riuscita a mettere in atto. Dal calcio truccato, alle sale giochi, alle dichiarazioni di Monsignor Charamsa, agli haters e tanti altri temi dolenti sono stati toccati nel corso della trasmissione. Dopo sei anni di inchieste e duro lavoro, finalmente Nadia Toffa ha ottenuto una trasmissione tutta sua, in un periodo in cui spesso, la tv è affidata a pseudo giornaliste- soubrette che strumentalizzano al meglio le vicende.

La conquista del web. Il popolo del web ha ampiamente gradito lo spettacolo; numerose sono state le interazioni con il programma attraverso il sito web www.openspace.it . Questa mattina, sulla pagina Facebook di Nadia Toffa, in migliaia si sono complimentati per il programma. “Finalmente ospiti che non sono lì per fare risse o per far parlar di sé ma ospiti educati che rispondevano a ciò che gli veniva chiesto”, hanno commentato poi i suoi fan.

I risultati Auditel. Su Rai1 Provaci ancora Prof 6 ha conquistato 5.138.833 spettatori pari al 20.91% di share. Su Canale 5 Il Segreto ha raccolto davanti al video 4.212.000 spettatori pari al 16.4% di share. Su Rai2 il Gran Premio di Russia di Formula 1 ha totalizzato 2.238.643 spettatori con l’8.46% di share. Su Rai3 Report ha raccolto davanti al video 2.007.792 spettatori pari ad uno share dell’8.43%. Su Rete4 Master & Commander – Sfida ai confini del mare totalizza un a.m. di 826.000 spettatori con il 3.41% di share. Su La7 Airport è stato scelto da 441.000 spettatori (2.02%). Su Real Time/+1 la replica de Il Boss delle Cerimonie ha registrato un ascolto medio pari a 406.000 telespettatori con l’1.5% di share.




MEDIASET: “TU SI QUE VALES” VINCE ANCORA LA SFIDA DEL SABATO SERA

Redazione

Nuova affermazione per "Tu si que vales", lo show del sabato sera di Canale 5 basato sul tempo. La terza puntata ha ottenuto uno share medio del 20.68%, pari a 4 milioni 33mila telespettatori, staccando di 5 punti percentuali e di un milione di telespettatori il competitor su Raiuno che si arresta al 15.81% di share con 3 milioni 104mila telespettatori.

Grazie al risultato ottenuto dallo show, Canale5 si aggiudica le fasce di prima e seconda serata e il miglior ascolto della giornata. Sul target commerciale 15-64 anni il gap tra i due programmi aumenta: lo spettacolo condotto da Belen Rodriguez e Francesco Sole svetta al 23.42% di share staccando di oltre 13 punti di share "Ti lascio una canzone"(fermo al 10.20% di share). Sul target giovani (15-34 anni) TSQV vola al 27.38% di share staccando di oltre 20 punti "Ti lascio una canzone"(che non va oltre il 7.34%). Ancora una vittoria ed una grande soddisfazione per l’ideatrice del programma Maria de Filippi che, dopo il successo a Striscia la Notizia ne corona uno nuovo. Non sembra arrestarsi mai la televisione di Maria la Sanguinaria, facilitata sicuramente da un cast di eccellenze dello showbitz. Rudy Zerbi, Gerry Scotti e Mara Venier infatti hanno contribuito all’ondata di successo di questa nuova edizione del talent del sabato sera.

Come sempre sono state tante le esibizioni che hanno divertito il pubblico e messo alla prova la giuria: a distinguersi particolarmente in questa ultima puntata sono stati due concorrenti. In primis il ballerino Stix: arrivato su una sedia a rotelle, è passato poi a un paio di stampelle colorate grazie alle quali ha sorpreso tutti con una serie di evoluzioni da lasciare a bocca aperta. E poi il pianista Davide Locatelli, che ha rivisitato Vivaldi in chiave rock. 




SERIE TV: A SETTEMBRE AZIONE E SENTIMENTO SARANNO I PROTAGONISTI

Redazione

Sarà un settembre di fuoco per gli amanti delle serie tv. Tra pay tv e reti generaliste saranno molti i titoli inediti a sbarcare sui nostri televisori. Il 3 settembre Premium Mediaset inaugura la stagione con "Undercover", mentre su Premium Stories partiranno "Chasing Life", e "Mysteries of Laura", con Debra Messing, amata protagonista di "Will & Grace". Titoli "tradizionali" per Italia 1 con il ritorno di "Csi", "Gotham", e "Arrow". Un inizio di stagione a tutto gas per i fan delle serie tv. A schierare l’asso nella manica è la pay tv Mediaset, con una serie di novità di peso, destinate ad accontentare i gusti più diversi.


"Undercover", su Premium Action, è una sorta di Serpico in salsa bulgara: l'agente speciale Martin Hristov (Ivaylo Zahariev) deve infiltrarsi nella gang mafiosa di Djaro (Mihail Bilalov), combattendo l'attrazione per Sunny (Irena Miliankova), la figlia del boss. Di tutt'altro genere invece "Chasing Life", che porta un messaggio di speranza con la sua storia su come sopravvivere al cancro, scoperto in giovane età. La serie in onda su Premium Stories dal 4 settembre vede protagonista la giornalista 24enne April Carver (Italia Ricci). Al femminile anche il poliziesco dramedy "The Mysteries of Laura" (su Premium Stories dal 5 settembre) con il ritorno di Debra Messing (Will&Grace).


Spy story ai vertici del potere anche per "Allegiance" e "State of Affairs", in una serata a tema in onda su Premium Stories dal 7 settembre. La prima è l'ultima serie spionistica tratta da un format israeliano (capostipite è stata "Homeland"): è la storia di una cellula dormiente russa, formata da una famiglia in cui uno dei membri è all'oscuro delle reali intenzioni dei parenti e, per di più, lavora alla Cia.


Katherine Heigl, la Izzy di "Grey's Anatomy", lascia l'ospedale e si trasferisce alla Casa Bianca invece per "State of Affairs", di cui l'attrice è anche produttore esecutivo. Interpreta Charleston "Charlie" Tucker, una delle migliori analiste della Cia, il cui compito è dare le giuste priorità alle crisi internazionali che il presidente Constance Payton (Alfre Woodard) deve affrontare. Charlie era la fidanzata del figlio del presidente, ucciso tragicamente in un attacco terroristico al quale lei stessa è sopravvissuta.


In tv. Anche la Tv pubblica da settembre si arricchirà di serie tv: su Italia 1, arriveranno "Csi 14", "Gotham", "Transporter 2", "Person of Interest 4" e "Arrow 4". 




RAI, LA 7 E MEDIASET: L’INCHIESTA APPRODA ANCHE A PALAZZO CHIGI

di Cinzia Marchegiani


Roma – Continuano ad emergere notizie più dettagliate in merito all’inchiesta romana che sta coinvolgendo le sedi della RAI, Mediaset, La7 partita da un’indagine avviata tempo fa dalla Procura della Repubblica di Velletri che ha portato agli arresti domiciliari nell'aprile scorso di David Biancifiori. Il procuratore della Repubblica di Velletri, Francesco Prete ha trasmesso ai pm della capitale la documentazione, ma l'indagine sarebbe partita da una segnalazione di Viale Mazzini all'autorità giudiziaria, circa un anno fa, dopo che aveva notato delle irregolarità in alcuni appalti e per questo avrebbe avviato un audit interno che ha osservatoto fatti piuttosto gravi che vedevano coinvolti alcuni dipendenti della Rai in rapporto ad appalti che sarebbe affidati proprio a società dell'imprenditore Biancifiori. Da queste segnalazioni , raccontano alcune fonti all'AdnKronos, la magistratura avrebbe iniziato le indagini che hanno portato agli avvisi di garanzia e alle perquisizioni nelle quattro aziende Rai, Mediaset, La7 e Infront.

INCHIESTA E INDAGINI NELLE SEDI L'inchiesta è condotta dal pubblico ministero Paolo Ielo che ha attivato 60 perquisizioni nelle sedi di Rai, Mediaset e La7, affidate al Nucleo di polizia tributaria della Finanza. Si sta indagando sull’imprenditore Biancifiori, titolare di varie società per la fornitura di scenografie, gruppi elettrogeni e tutte le attrezzature per realizzare spettacoli ed eventi, che avrebbe pagato cospicue tangenti ed emesso false fatture per procurarsi fondi necessari per la corruzione. Per i dipendenti della Rai il reato ipotizzato è di corruzione, in quanto l'ente radiotelevisivo svolge un servizio di natura pubblica.

Ma il filo dell’inchiesta sulle sedi televisive sembra portare fino a Palazzo Chigi, poiché sembra che alcuni dirigenti della Presidenza del Consiglio sarebbero anch’essi coinvolti nell'inchiesta sulle tangenti che riguarda 44 persone, per presunte elargizioni dell'imprenditore David Biancifiori.

POSIZIONI RAI, MEDIASET LA7 La posizione della Rai è di estrema collaborazione con l’autorità giudiziaria e sottolinea: ''L’area interessata dalle indagini è stata peraltro oggetto di verifiche interne che hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari". La7 in questa inchiesta dichiara di aver fornito alla Guardia di Finanza la documentazione richiesta e si riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale per chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti, mentre in una nota Mediaset nella sua qualità di parte lesa dichiara di aver assicurato agli inquirenti la propria collaborazione alle indagini.




RAI, LA 7 E MEDIASET: 44 FUNZIONARI INDAGATI PER CORRUZIONE

di Alessandro Rosa

Roma – Bufera presso le sedi della RAI, La 7, Mediaset e Infront, 44 dirigenti sono finiti sotto indagine partita dall’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità, denaro o assunzioni. Per i dirigenti della Rai il reato ipotizzato è corruzione, mentre per i manager La 7, del gruppo Mediaset e Infront è impropriazione indebita. Sono circa 60 le perquisizioni in corso da parte del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle attivate dall’inchiesta partita dalla Procura di Roma, che sta indagando sull’affidamento di appalti a un imprenditore in cambio di tangenti.

Secondo il pm romano Paolo Ielo, l'imprenditore titolare della società in questione, accusato di corruzione, avrebbe pagato le tangenti attraverso sovrafatturazioni per i lavori che gli venivano affidati. La società sarebbe quella dell’imprenditore David Biancifiori che fornisce gruppi elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili anche all'estero, la quale avrebbe ottenuto l'affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro oppure offrendo loro altre utilità, come vacanze, biglietti aerei ed assunzioni. Si indaga sui fondi dell’attività che sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti.

Gli indagati della Rai, che avrebbero commesso il reato nello svolgimento di un servizio pubblico, sono accusati di concorso in corruzione; gli altri indagati devono rispondere invece del reato di appropriazione indebita.




ROMA, DIRITTI TV: BLITZ DELLE FIAMME GIALLE NEGLI STUDI MEDIASET, LEGA CALCIO E SKY

di A.B.

Roma – Stamane la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nelle sedi della Lega Calcio di Serie A, presso la sede di Sky e presso le sedi Mediaset di Roma e Milano. I controlli hanno lo scopo di verificare la presenza di un eventuale accordo lesivo nella concorrenza che riguarda la vendita dei diritti tv delle stagioni calcistiche dell’anno 2015-2018. La vendita è stata curata dalla lega nell’estate del 2014. Il sospetto che aleggia nell’aria è che vi sia un patto segreto che abbia come fine l’impedimento della concorrenza sul mercato della pay tv per quanto riguarda i diritti delle partite di serie A. Ricordiamo che l’assegnazione dei diritti tv per codesta stagione riporta la data del 26 giugno 2014 ed è arrivata dopo diverse vicissitudini.
 
Riguardo la vendita dei diritti,  è stato dato l'ok di tutti i club ad eccezione della Fiorentina Il pacchetto A che tocca a Sky Italia offre 357 milioni; i pacchetti B e D invece che toccano a Rti (Mediaset) 280 e 360 milioni. La lega alla fine ottiene 943 milioni di euro a stagione, ovvero 111 in più rispetto a tre anni fa, ma un centinaio in meno rispetto a quanto era emerso.  Gli accertamenti sono tuttora in corso e si cercano eventuali irregolarità nella cessione di diritti tv.